visita guidata al Vittoriano 28 marzo ore 18.45

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visita guidata al Vittoriano 28 marzo ore 18.45
Il Complesso del Vittoriano presenta
la grande mostra “Musée d’Orsay. Capolavori”
La Banca del Tempo Municipio V organizza la visita guidata
il 28 Marzo alle ore 18.45
L’esposizione porta per la prima volta a Roma straordinarie opere realizzate tra il 1848 e il
1914 dai grandi maestri francesi, Gauguin, Monet, Degas, Sisley, Pissarro, Van Gogh,
Manet, Corot, Seurat e molti altri, proponendo un percorso artistico che - attraverso una
selezione di settanta opere - parte dalla pittura accademica dei Salon e attraversa la
rivoluzione dello sguardo impressionista fino ad arrivare alle soluzioni formali dei Nabis e dei
Simbolisti.
La storia delle avanguardie e della modernità sarà preceduta dall’inedito racconto di come una
ex stazione ferroviaria nel cuore di Parigi sia divenuta uno dei musei più importanti al mondo.
Dalle diverse origini delle sue collezioni alla costruzione dell’edificio per l’Esposizione
Universale del 1900 fino alle trasformazioni successive, con una particolare attenzione al
fondamentale lavoro di allestimento e museografia realizzato nel 1986 dall’architetto italiano
Gae Aulenti, scomparsa l’anno scorso.
“Musée d’Orsay. Capolavori”, curata da Guy Cogeval e da Xavier Rey, è articolata in cinque
sezioni: la prima è incentrata sull’arte dei Salon, nucleo originario della collezione, che viene
posta a confronto diretto con l’allora emergente arte realista, al tempo disprezzata; il
rinnovamento della pittura accademica da parte di artisti come Cabanel, Bouguereau ed
Henner, che ottennero grande successo tra il 1860 e il 1870, si svolge parallelo alla nascita e
all’affermarsi della pittura realista di Courbet.
La seconda sezione illustra i cambiamenti apportati alla pittura di paesaggio dalla Scuola di
Barbizon, che danno inizio allo studio impressionista della luce. I pittori che popolano la
foresta di Barbizon aprono la strada, attraverso le loro ricerche atmosferiche, al paesaggio
impressionista, pur mantenendo nelle loro opere una certa poesia. È infatti proprio a Barbizon
che Monet e il suo amico Bazille realizzano i loro primi capolavori e sperimentano quella
decisiva frammentazione della pennellata che sarà a fondamento della resa della luce
realizzata dagli impressionisti. Seguirà quindi la sezione dedicata alla modernità ritratta dagli
impressionisti. Malgrado il loro interesse per la resa degli effetti della luce en plein air, le
loro opere non si limitano ai paesaggi di campagna e ai suoi piaceri. Al contrario, gli
impressionisti cercano una corrispondenza tra la modernità della loro tecnica e i soggetti
rappresentati.
Parigi,
simbolo
d’eccellenza
della
trasformazione
operata
dall’industrializzazione e dal progresso della tecnica, offre loro molteplici e nuovi soggetti
pittorici. “La nuova pittura”, come viene chiamato l’impressionismo, deve abbandonare i modelli
antichi ereditati dal passato per stare al passo con l’accelerazione storica della civiltà del xix
secolo.
La mostra seguirà poi l’evolversi del linguaggio pittorico della seconda metà dell’Ottocento
nella sua declinazione simbolista. Questo movimento, difficile da descrivere potendo assumere
numerose forme e occuparsi di diversi generi, come ritratti, scene di costume o paesaggi,
testimonia un sentimentalismo insistito. Dopo aver a lungo meditato sulla lezione
impressionista, i pittori che seguirono Gauguin a Pont Aven, in una Bretagna allora percepita
ancora lontana dalle grandi trasformazioni del secolo, come il gruppo dei nabis, inventarono un
nuovo registro di forme, dando alle loro opere un particolare contenuto emotivo.Ed infine la
mostra si concluderà con l’eredità lasciata dall’impressionismo, il cui valore postumo è immenso
e quasi immediato. A partire dagli anni 1880 i pointillisti spingono al limite la separazione delle
macchie cromatiche portata avanti dagli impressionisti. Alcuni impressionisti abbandonano il
realismo, come Monet, i cui colori sono sempre più indipendenti dalla natura e stesi con un
numero crescente di pennellate. L’abbandono della prospettiva è ormai definitivo e le
sperimentazioni si moltiplicano, dal cloisonnisme di Gauguin ai nabis, che riaffermano la
dimensione decorativa della pittura in opere di grande formato. In un certo senso si ritrova,
grazie alla complessità delle nuove tecniche, la maestà e la grandezza della pittura classica e,
allo stesso tempo, un’apertura alle avanguardie del XX secolo.
Chi è interessato a partecipare deve passare in sede per lasciare il costo del biglietto e
la quota relativa alla prenotazione entro e non oltre il 12 marzo ore 19.
Per ulteriori informazioni:
Banca del Tempo Municipio V – Ass. Comitato Mamme e Non Solo
Via Alberto da Giussano 56
00176 Roma
tel.06290247 - 3343565891
tel/fax 0621703194
orari di apertura dell'Associazione:
Dal Lun al Ven 16.00/19.00
Dal Merc. al Ven. 9.30/12.30