lavoro - Prem1er

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lavoro - Prem1er
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UBRICA
Una nuova era prende forma.
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Nuova CLS Shooting Brake. La più sportiva tra le coupé è una station wagon.
lavoro
Agilità di guida e linee slanciate alle quali si ispira una nuova idea di design. Spazi esclusivi,
dettagli raffinati e materiali pregiati offrono piacere assoluto ad ognuno dei 5 passeggeri. Motore 250 CDI,
2100 Biturbo da 204 CV, per il massimo delle prestazioni senza gli oneri delle auto di lusso.
di Emanuela Gastaldi
Consumi ciclo combinato (km/l): 9,9 (Classe CLS 63 AMG Performance SB) e 18,9 (Classe CLS 250 CDI SB con cerchi da 18”).
Emissioni CO2 (g/km): 235 (Classe CLS 63 AMG Performance SB) e 140 (Classe CLS 250 CDI SB con cerchi da 18”).
OCCUPAZIONE GIOVANILE
E START-UP,
VERA SVOLTA O ENNESIMA CHIMERA?
D
al seme di un’idea geniale, un tempo si fondavano
aziende, oggi si avviano
start-up. Le nuove imprese, soprattutto se sorte via web, sembrano essere oggi il vero motore dell’occupazione, fabbriche e moltiplicatori di
posti di lavoro per chi è giovane e vuole
intraprendere e per chi giovane non è, e
magari si ritrova a lavorare per un capo
che ha l’età del proprio figlio.
Lanciate da giovani o giovanissimi, fatturano milioni e nel mondo c’è persino
chi ce le invidia. Alcune vincono a man
bassa premi per l’innovazione del business o dell’economia digitale. Alcuni
start-upper sono persino seriali, avendo
all’attivo più d’una impresa già avviata.
E magari anche già venduta.
Concessionaria Ufficiale di Vendita Mercedes-Benz
Brescia San Zeno Naviglio, Via A.Volta 1, tel. 030 216611
Brescia Artogne, Via XXV Aprile 17, tel. 0364 590090
Pur senza generalizzare, l’identikit dello
start-upper è presto fatto: geniale e giovane per definizione, si muove benissimo in Rete, parla alla perfezione l’inglese, non ha un ufficio perché è cittadino
del mondo, sa presentare il suo progetto
in maniera convincente nel poco tempo
che serve ad agganciare un avventore,
se lo fiuta come potenziale investitore,
fa dell’understatement il suo modo di
essere e di comunicare. Magari calza anche sneakers e veste felpe col cappuccio,
perché il suo modello di businessman è
Mark Zuckerberg, il fondatore di Facebook. Molti, per avviare le loro start-up
italiane, sono comunque già scappati
Mantova Curtatone, Via dell’Artigianato 1, tel. 0376 346111
Piacenza loc. Montale, Via E. Parmense 202, tel. 0523 577611
all’estero, nella culla della Sylicon Valley, terreno più fertile in cui il raccolto
pare crescere prima, e molto più abbondante, perché oggi più che mai bisogna
correre e fare in fretta.
Una stima della Camera di Commercio
di Monza e Brianza dice che il 2012
potrebbe vedere per la prima volta nella storia del mercato del lavoro italiano
un cambiamento epocale: i ventenni
che apriranno un’impresa saranno più
numerosi di coloro che troveranno un
posto di lavoro a tempo indeterminato,
con i primi che assumerebbero in più
almeno 6.000 persone. È ancora presto
per dire se la realtà dei fatti confermerà
le stime, ma nel frattempo non possiamo
fare a meno di chiederci: è l’archetipo
della Sylicon Valley l’unico modello
di riferimento per le start-up italiane?
Sta nascendo solo una generazione di
cloni di Zuckerberg, o questo è davvero il nuovo modo di fare impresa nel
nostro mercato? È questo il vero futuro
dell’innovazione anche dei modelli organizzativi e di business o la genialità
resterà stigma di pochi che ce la faranno
e sbancheranno, mentre la maggior parte soccomberà prima o poi alle – seppur
nuove e diverse – leggi di sopravvivenza
del mercato?
Tra gli start-upper, abbiamo detto, c’è
chi le avvia e poi le vende. Il rischio è
dunque che la start-up non incarni una
vera svolta nei modelli organizzativi e
di business, quelli fatti per far crescere
l’impresa e creare valore, ma finisca per
essere una scorciatoia per fare soldi facili, nell’ottica dell’“usa e getta” che la generazione nata in pieno consumismo conosce fin troppo bene. L’augurio è che
sia invece un approccio davvero nuovo,
più fresco, più dinamico, al modo di fare
impresa, con obiettivi diversi che non la
mera quotazione delle azioni.
Per avviare una start-up in Italia oggi
bastano meno di 35 anni, un’idea qualsiasi e un solo euro di capitale. Il notaio
non serve. Si tratta di vera de-burocratizzazione, o è solo un primo passo facilitato oggi per poi mandare comunque a
sbattere domani un’intera generazione
contro il muro di infiniti ostacoli e balzelli?
Ma gli investimenti chi li paga? Le linee
di credito chi le concede? Ci sono investitori pronti a sostenere davvero tutte
le buone idee che i nostri giovani avranno? E tra le buone idee, quante valgono
davvero la pena di essere realizzate? Il
mercato sarà pronto a recepirle tutte?
Ne avrà davvero bisogno, o si saturerà in
fretta, e molte di esse saranno alla fine
soltanto bolle di sapone? Il “sistema
italiano tutto” è pronto per questa rivoluzione?
O anche l’ipotesi start-up sarà soltanto
una fase, una moda, un miraggio, una
chimera?
MESI
2012
12novembre