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“Poste Italiane s.p.a. - spedizione in abbonamento postale -70% Commerciale Business Forlì n.70/2009”
Euro 4,00
Copia omaggio
Nuove frontiere e tecnologie per il costruire.
Primavera ‘09
n.
1
Passione e
innovazione:
gli ingredienti
del successo
di Opera
L’angolo tecnico:
Cicli applicativi:
Restauro e ripristino:
Fugapox Style
35 effetti cromatici
Una posa perfetta
per la terrazza
Carbonatazione,
questa (s)conosciuta
www.opera-adesivi.it
1
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THE POWER TO BE DIFFERENT.
Editoriale
Nasce
OPERA NEWS
Il nuovo periodico dell’edilizia
N
on è un comune house organ quello che state leggendo ora. Dando vita a Opera
News abbiamo voluto colmare un
vuoto nel vasto panorama della
stampa specializzata italiana. Fino
ad oggi non c’è mai stata una pubblicazione dedicata esclusivamente
alle pose. Questo argomento è stato spesso e volentieri affrontato in
modo marginale, all’interno di riviste
dedicate ad altri comparti. Ci è così
sembrato doveroso proporre alle
migliaia di addetti ai lavori qualcosa
che, oltre a fare conoscere la nostra
azienda, offrisse la possibilità di approfondire le numerose sfaccettature riguardanti il nostro settore.
Oggi il nostro mercato si presenta
in modo diverso dall’inizio del decennio. A seguito della lunga fase
di espansione, l’intero settore ha
conosciuto una progressiva settorializzazione: un cambiamento che
ha sì portato delle incognite, ma
anche nuove possibilità di crescita
per quelle realtà capaci di proporre
la massima qualità e un costante
miglioramento della propria offerta.
E’ vero, perchè sempre più imprese vengano messe in condizioni
di farlo servono politiche idonee a
stimolare nuovamente il settore, ma
è altrettanto vero che anche l’atteggiamento degli operatori deve
mutare. Un passo fondamentale
in questa direzione sarà compiuto
quando riusciremo a confrontarci,
ad assorbire e scambiare esperienze, opinioni, proposte.
In circa trent’anni di attività abbiamo voluto posizionarci sul mercato come una realtà incentrata sulla
massima qualità dei prodotti e sulla
ricerca delle soluzioni ai nuovi problemi. Con lo stesso spirito proponiamo ora questa pubblicazione,
pensata proprio come strumento
in grado di convogliare le novità, le
problematiche e le idee di chi lavora in questo settore o ha a che fare
con esso. E’ il know how che farà
sempre di più la differenza in futuro.
Se prima, nei momenti di difficoltà,
la preoccupazione era solo il mantenimento dei volumi, oggi l’imperativo dev’essere la costante acquisizione di conoscenza.
L’obiettivo che ci siamo posti è uno,
semplice e allo stesso tempo ambizioso: realizzare una rivista trasversale che rappresenti sul mercato
italiano il vero filo d’arianna fra la catena produttiva, distributiva e quella
operativa. Non è facile, lo sappiamo bene, e non ci sarà possibile
conseguirlo da soli. Per migliorare
e offrire un nostro contributo alla ripresa del mercato sarà necessario
un dialogo costante con voi lettori.
Solo così da semplice magazine,
o house organ “ibrido” se volete,
potremo realizzare un vero spazio
destinato a un confronto costruttivo
fra le parti.
Opera News vuole essere una piattaforma intra e interdisciplinare, con
la massima apertura a chi vorrà
condividere il proprio pensiero. La
rivista vanta già il contributo di figure
esterne all’azienda, come imprenditori, tecnici e esponenti del mondo
accademico, ma saremo ben lieti
di offrire anche ad altri la possibilità
di esprimere i propri pareri. E’ vero
che (ci si perdoni il gioco di parole) chi ben comincia è già a metà
dell’opera? Ne siamo certi, ma sarà
grazie a voi se saremo in grado di
mantenerci sulla strada giusta.
Roberto Raineri
presidente Opera srl
www.opera-adesivi.it
3
Sommario
Sommario
Editoriale - Nasce Opera News
3
Primo piano - Trent’anni di esperienza guardando
al futuro
Opera News - Trimestrale
Anno I - n.1 - Primavera 2009
Registrato al tribunale
di Forlì n. 12/09
Direzione Editoriale
Roberto Rainieri
Direttore Responsabile
Simone Giglioli
Direttore Scientifico
Luca Troiano
Ufficio Pubblicità
Alessandro Gagliardi
Tel. 0543.781013
Editore
A3 srl
Agenzia di Comunicazione
e Marketing
Via Alberi, 14 - 47100 Forlì (FC)
Tel. 0543.781013 - Fax 0543.781079
www.a-3.it
Segreteria Organizzativa
Federico Mancini
Serena Raineri
Art Director
Enrico Beccari
Grafici
Sara Santini
Enrico Beccari
Fotografie
Archivio Opera, Archivio A3,
Alan Venzi, Shutterstock
e foto dalla rete
Collaboratori
Rita Guerrini - Luisa Mellace
Massimo Baraldi - Giuseppe Rizzo
Gilberto Piva Cavallini
Alessandro Gagliardi
Stampa
Graph
Per scrivere alla redazione:
[email protected]
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L’angolo tecnico - Fugapox Style
12
Opera c’è - Il pavimento che sfida il super calpestio
14
Prodotto in vetrina - Arriva Sigilcolor Goccia
18
Cicli applicativi - Una posa perfetta per la terrazza
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Il rivenditore - Uniti per nuovi traguardi
News - Come cambia l’edilizia
26
Restauro e ripristino - Carbonatazione questa
14
6
30
(s)conosciuta
34
Forum legale - I rifiuti: come gestirli?
38
18
Comunicazione e marketing - E’ importante
valorizzare
il proprio lavoro
Ricerca e innovazione - Oggi parliamo
di efflorescenza
Che squadra! - In Linea (Posa) con la qualità
39
40
44
Sicurezza sul posto di lavoro - Cantieri edili, e
occorre sempre
più attenzione
Salute e benessere - Un rischio chiamato
lombalgia
L’esperto risponde - Le domande frequenti
dei posatori
40
46
48
50
46
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Primo piano
- di Rita Guerrini
Trent’anni di esperienza
guardando al futuro
Passione e innovazione:
gli ingredienti del successo di Opera.
O
pera è l’azienda innovativa nella produzione di adesivi per pavimenti. La sua avventura comincia nel 1978 con il nome di Cemenkoll. A darle il via è Orazio Raineri, che sceglie di avviare una
realtà in grado di produrre adesivi e premiscelati per l’edilizia. In questo
modo anticipa di diversi anni il mondo delle costruzioni, che ancora usa
sabbia e cemento. L’idea di Raineri si rivela vincente e l’azienda diventa
gradualmente protagonista di un mercato come quello in grande fermento
degli anni ’80.
Posizionatasi come una realtà d’avanguardia, l’azienda passa nel corso
degli anni in mano a Roberto Raineri, figlio del fondatore, divenendo un
esempio di come il passaggio generazionale di un’attività industriale non
sia un problema quando le due generazioni protagoniste sono accomunate dalla stessa passione. La mission aziendale resta la stessa di sempre: il mantenimento della leadership nelle produzioni di alta qualità.
Opera è attiva con uno stabilimento a Forlì e diversi depositi sul territorio
a
Una aziend
da sempre
rdia
all’avangua
6
Opera News - Periodico di Informazione Edile
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Primo Piano
nazionale tra i quali, il più strategico, è a Sassuolo. L’azienda gestisce cinque cicli produttivi: adesivi, malte tecniche, impermeabilizzanti, preparatori
di fondi e sottofondi, riempitivi per fughe. L’altissimo livello tecnico raggiunto
dalle sue produzioni si lega all’incessante attività della divisione di Ricerca
e Sviluppo interna, dove personale altamente specializzato elabora, sotto
l’esperta guida del Sig. Luca Troiano, nuove soluzioni per soddisfare un
mercato sempre più esigente.
Per mantenere la propria leadership Opera unisce l’eccellenza tecnica a
quella del servizio, dotandosi delle certificazioni necessarie per lavorare ai
massimi livelli (UNI EN ISO 9001: 2000). Numerose iniziative sviluppate nel
corso degli anni hanno fatto di questa azienda una realtà totalmente orientata alla soddisfazione del cliente. Sono molteplici le attività per ottenere
questo risultato: dalla formazione tecnica alla progettazione delle fasi di
costruzione, fino all’assistenza tecnica post-vendita. Recentemente Opera
ha confermato anche in questo campo la propria innovatività, mettendo
a disposizione dei clienti una serie di filmati di animazione grafica tridimensionale sui cicli applicativi dei suoi prodotti. Grazie a questi i posatori
possono apprendere le soluzioni e le procedure necessarie per fare un
lavoro a regola d’arte.
L’impegno profuso in questi anni consente a Opera di raggiungere anche
oggi i risultati tecnici dei “grandi”, mantenendo allo stesso tempo una qualità tipica delle piccole realtà: la capacità di ascoltare il cliente, confrontarsi
con esso e assisterlo in ogni momento della sua attività. Queste doti sono
state abbondantemente apprezzate sul mercato nazionale e su quello internazionale. La nostra penisola ha visto, ad esempio, l’utilizzo dei prodotti
Opera per il lungomare di Misano Adriatico o Corte Cavour di Ravenna,
mentre all’estero sono stati impiegati per lo Space Bowling di Limassol a
Cipro, la Marina di Albuferira in Portogallo, nonché la Torre B.A.C di Managua.
Una realtà
fortemente
orientata
al cliente
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Opera News - Periodico di Informazione Edile
LA MASCOTTE:
è Operix, il fantasmino di Opera.
Un simpatico “genio”, dalla faccina
ammiccante. Sarà il maestro d’arte che
accompagnerà la nostra azienda nel suo
prossimo cammino.
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P
P
POSA LA QUALITA’
L’angolo tecnico
Fugapox
Opera unisce design
e innovazione
L
a tecnica sposa l’estetica.
A unirli è Fugapox Style di
Opera. Con il nuovo prodotto
nato nei laboratori dell’azienda, arriva sul mercato ben più di un riempitivo per fughe. I ricercatori di Opera
hanno raggiunto il perfetto connubio
fra prestazioni di alto livello e design.
Pensato come nuovo punto di riferimento per chi sceglie soluzioni destinate al benessere abitativo della
persona, Fugapox Style è destinato
a sorprendere gli addetti ai lavori
per l’alta qualità dei risultati legati al
suo utilizzo. A cominciare da quella
12
estetica. Il nuovo prodotto di Opera
consente di creare un numero infinito di combinazioni personalizzate
e, dunque, di soddisfare al meglio
i desideri di ciascuno. Con Fugapox Style è finalmente la posa che
si adatta alle aspettative del cliente,
non il contrario, senza rinunciare in
alcun modo al massimo livello tecnico possibile. E’ un prodotto che,
oltre ad una elevata tecnologia, racchiude in sé i risultati di uno studio
condotto da Opera e dedicato al
design nell’edilizia. Una rigorosa selezione di quarzi speciali conferisce
a Fugapox Style un elevato livello di
pulibilità con acqua e, al contempo,
una gamma cromatica che si intona con ogni contesto abitativo, non
importa quale sia lo stile adottato.
Inediti effetti brillante, perlescente e
fotoluminescente, fanno di questo
prodotto uno strumento duttile, in
grado di stimolare la creatività di architetti e designer, oltre a facilitare il
lavoro ai posatori. Gli stessi quarzi
speciali ne determinano anche una
resistenza meccanica superiore alla
media, mentre un tricomponente svolge una importante funzione
Opera News - Periodico di Informazione Edile
Style
35 soluzioni cromatiche
per la nuova linea
di riempitivi per fughe
antimacchia, accentuandone anche lo slancio grafico. Tutti questi
aspetti rendono Fugapox Style un
elemento rivoluzionario nel campo
della posa. Opera ha portato i riempitivi per fughe nel nuovo millennio,
trasformandoli da semplici prodotti
tecnici ad elementi strutturali, decorativi, stilisticamente versatili e
adatti alle più diverse esigenze progettuali: dall’elevato livello igienico
richiesto per la realizzazione di saune o bagni turchi, fino agli interventi minimalisti tipici dell’architettura
moderna.
Preparazione: le fughe tra piastrelle devono essere pulite da polvere e residui di posa, in tutto il loro
spessore e vuote per almeno i 2/3. Il letto di posa deve essere asciutto. Non utilizzare il prodotto
che sta indurendo ripristinandone la lavorabilità con solventi.
Lavorazione: i tre componenti di Fugapox Style sono predosati. Versare il componente B catalizzatore nel fustino contenente il componente A e mescolare con un agitatore meccanico a
basso numero di giri, (max 150 giri al minuto per evitare un eccessivo inglobamento di aria) fino
ad ottenere una completa amalgama dei componenti. Versare il terzo componente (Comp.
C) se richiesto nell’impasto in modo lento e omogeneo e mescolarlo a basso numero di giri
fino ad ottenerne la completa amalgama all’interno dell’impasto. La consistenza e l’indurimento dell’impasto sono condizionati dalla temperatura che può ritenersi ottimale sui +23°C.
Stendere l’impasto sulle piastrelle con una spatola in gomma, procedendo in direzione trasversale alle fughe. Procedere immediatamente alla pulizia della superficie delle piastrelle versando
acqua abbondante e pulendo in più passate con spugna abrasiva sciacquandola e sostituendola
frequentemente. La pulizia deve essere completata prima che Fugapox Style indurisca. Ad
indurimento avvenuto, la pulizia risulterà pressoché impossibile. Si consiglia di procedere alla
sigillatura per aree di dimensioni tali da poter riempire le fughe e ripulire le piastrelle prima del
completo indurimento del prodotto.
Effetti disponibili: Sole: effetto dorato, Stella: effetto argentato, Luna: effetto perlato, Notte: effetto
fotoluminescente e oltre a questi esiste la versione Base senza effetto.
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Opera c’è
- a cura di Gilberto Piva Cavallini
Marco Polo Expert si affida a Trading Srl
Il pavimento
che sfida
il super
calpestio
S
ono poche le superfici al chiuso che subiscono un calpestio intenso come quelle degli
spazi vendita. Le migliaia e migliaia
di passi giornalieri fatti dai venditori e
soprattutto clienti richiedono una pavimentazione dalla grande resistenza
e, dunque, una sua posa da parte
di personale altamente specializzato.
Per numerosi dei suoi centri, la catena
commerciale Marco Polo Expert, ha
scelto di affidarsi all’esperienza oltre
trentennale della forlivese Trading
Srl.
“Da circa dieci anni – spiega il direttore Luca Melandri - abbiamo il
piacere di occuparci degli interventi
edili dei punti vendita della catena
ed in particolare delle pavimentazioni interne, ovunque ci venga
richiesto. Lavorare per una realtà
come quella di Marco Polo Expert
è una esperienza tanto gratificante
quanto impegnativa.
L’ apertura di uno di questi centri,
infatti, comporta un investimento
rilevante per il cliente, e questo impone una operatività che preveda
la più breve tempistica possibile,
senza che ciò incida negativamente
sulla qualità della prestazione.
14
“I tempi stretti per la realizzazione
degli interi spazi vendita hanno anche imposto a Trading Srl di operare in assoluta sinergia e coordinamento con gli altri fornitori presenti
nel cantiere, compreso elettricisti,
idraulici e impiantisti in genere, così
da eliminare quei tempi morti che
costringono a volte i professionisti
coinvolti ad attendere che gli altri
finiscano il proprio lavoro.
“Ad oggi – riprende Melandri - sono
stati almeno quattro i centri rilevanti
di questa catena che abbiamo pavimentato ex novo, oltre a numerosi
interventi di manutenzione. Una delle ultime forniture è relativa al punto
vendita di Sesto Fiorentino, in provincia di Firenze. In questo caso la
superficie coperta è stata di circa
2.550 mq.” L’attività svolta in Toscana ha richiesto un ciclo di intervento
su di una pavimentazione del tipo
in calcestruzzo armato con rete e
apporto superficiale di quarzo. La
preparazione di tale superficie ha
visto gli specialisti dell’azienda forlivese curare prima tutte le attività
di pulizia, carteggiatura meccanica della superficie e conseguente
aspirazione della polvere.ne delle
polveri.
Opera News - Periodico di Informazione Edile
Lavorare per
Marco Polo è una
esperienza tanto
gratificante quanto
impegnativa
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Opera c’è
Lo spazio vendita Marco Polo di Sesto
Fiorentino
16
Opera News - Periodico di Informazione Edile
Succesivamente nella fase di montaggio
della pavimentazione, è stato scelto l’impiego di piastrelle prodotte dalla TAT Ceramiche, in monocottura pasta bianca del
formato 32 x 32 cm, con classificazione
all’usura PEI V. Le ceramiche sono state
incollate con adesivo OPERA RT Universal. La grande superficie dello spazio
espositivo ha naturalmente richiesto la
sua suddivisione in porzioni ben calcolate
e delimitate con appositi giunti di dilatazione. In questo modo si è scongiurato
uno dei maggiori pericoli dei pavimenti: il
rialzarsi delle mattonelle a causa dell’eccessiva dilatazione. “Per la collocazione
di questi elementi collaboranti – conclude Melandri - abbiamo invece scelto di
impiegare il sistema a taglio meccanico
soft-cut e applicare la successiva sigillatura con OPERA Elastogum”.
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Prodotto in vetrina - a cura di Luca Troiano, Responsabile Tecnico Opera
Arriva
Sigilcolor
Sigillante cementizio idrorepellente
e antimuffa
D
a 1 a 20 mm. E’ questo il campo d’azione
al quale è stato destinato Sigilcolor Goccia,
sigillante cementizio di Opera. Si tratta di un
prodotto ideale per stuccare internamente o esternamente piastrelle ceramiche in monocottura e bicottura, grés porcellanato, ceramiche greificate, clinker,
mosaici vetrosi a pavimento e a rete. Con Sigilcolor
Goccia vengono fugati marmi, graniti, pietre naturali
o artificiali e mattoni, oltre agli elementi in vetromattone. L’elevata resistenza lo rende una soluzione ideale
per l’applicazione sulle superfici sottoposte a tensioni
meccaniche e termiche (come terrazze, piscine, facciate esterne, pavimenti riscaldanti e locali pubblici).
Indicato anche per le fughe di bagni e cucine, Sigilcolor Goccia è un monocomponente antimuffa, antimacchia, attivo contro l’efflorescenza e altamente
idrorepellente con effetto goccia, efficace contro la
carbonatazione. Il suo impiego consente di ottenere
una finitura liscia e facilmente pulibile.
Preparazione
Prima della sua applicazione il posatore deve sincerarsi che le fughe siano pulite da polvere e residui di
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posa in tutto il loro spessore e vuote per almeno i 2/3.
Il letto di posa deve essere asciutto. La presenza di
materiali assorbenti e temperature ambientali superiori a 25 °C rendono necessario inumidire le fughe
con acqua fino a rifiuto e attendere qualche minuto
prima di iniziare la stuccatura.
Lavorazione
Una corretta lavorazione comporta la preparazione
del recipiente d’acqua, per poi versarvi il sigillante. In
questo modo è possibile ottenere la giusta densità,
ed evitare una eccessiva fluidità dell’impasto, a causa
della quale il colore potrebbe non essere uniforme e
generare resistenze meccaniche inferiori al consueto.
Per la miscelazione si richiede l’utilizzo di un agitatore
meccanico a basso numero di giri, fino all’ottenimento di un malta omogenea e priva di grumi (la forte
presenza di additivi allunga l’operazione).
Sigilcolor Goccia va impastato con il 25/27% di acqua pulita secondo il colore, nel caso delle stuccature
di pavimenti è possibile rendere l’impasto più fluido,
con un dosaggio d’acqua maggiore, fino al 30%. Il
prodotto, a cui non vanno assolutamente aggiunti
Opera News - Periodico di Informazione Edile
Goccia
Per terrazze, locali pubblici e piscine il
nuovo prodotto di Opera rappresenta
una soluzione ottimale
altri inerti, leganti idraulici o resine, necessita di alcuni
minuti di riposo ed una breve rimescolata, in seguito
alla quale si otterrà la malta idonea all’applicazione.
L’impasto va steso con una spatola di gomma, in direzione trasversale alle fughe. Terminata la sua stesura
occorre attendere la presa parziale (diventerà opaco in
15/30 minuti), per poi pulire le piastrelle con una spugna umida, risciaquata molto frequentemente. La pulizia deve essere completa ed eventuali aloni potranno
essere rimossi con un panno. La tempistica di questa
operazione è fondamentale per la perfetta riuscita della
posa. Se, infatti, iniziasse troppo presto, dunque
con l’impasto troppo fresco, finirebbe col provocare
il parziale svuotamento delle fughe e, ad indurimento
avvenuto, la pulizia sarà difficoltosa. Questo aspetto
rende perciò necessario individuare con precisione il
momento in cui il sigillante raggiunge una presa parziale. E’ anche importante procedere alla sigillatura per
aree di dimensioni tali da poter riempire le fughe e pulire le piastrelle prima che il fugante si indurisca. Per
facilitare la rimozione del sigillante indurito è possibile
utilizzare prima della pulizia un feltro abrasivo inumidito
o una macchina monodisco rotante. Nel caso la pulizia
sia inadeguata e la superficie presenti ancora residui
di prodotto o aloni si può intervenire con il detergente
acido Detergente AC, ma solo dopo 7 giorni dalla stuccatura e seguendo tutte le istruzioni riportate sul suo
contenitore.
Il raggiungimento del miglior risultato impone anche la
stretta attenzione ad alcuni particolari. L’acqua d’impasto deve essere pulita e non salmastra. Prima di fugare
materiali dalle superfici porose come cotto e grés levigato, ne va verificata la pulibilità. Sigilcolor Goccia non
va mai utilizzato per le fughe antiacido che debbano
resistere ad un attacco chimico, né per i giunti elastici
di frazionamento. Va inoltre ricordato che fattori quali
l’umidità del luogo di posa e l’irregolarità dell’assorbimento di un supporto possono avere effetti sul colore
e sulla sua regolarità.
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19
Cicli Applicativi - a cura di Massimo Baraldi
Una posa
perfetta per la
TERRAZZA
Opera spiega per filo e per segno
come fare un lavoro a regola d’arte
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Opera News - Periodico di Informazione Edile
C
on il primo numero di Opera
News vogliamo mettere a disposizione dei lettori la nostra
esperienza trentennale nel campo
della posa. Cominciamo proponendo
il ciclo applicativo per la realizzazione
di una terrazza, che prevede le istruzioni da seguire fase per fase, ed anche l’utilizzo della malta bicomponente
Scudo, composta da un lattice e una
polvere, e da altri prodotti messi a disposizione da Opera.
L’azienda
mette a disposizione dei
posatori la sua esperienza
trentennale
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Cicli Applicativi
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Opera News - Periodico di Informazione Edile
Fase 1
va compressa con la spatola, fino ad
“annegarla” nel prodotto applicato (attenzione che i fogli di rete si sormontino per almeno 5 cm). Quando si è
in corrispondenza dei giunti di frazionamento la continuità della rete va ad
interrompersi, rispettando ogni giunto.
Maturata la prima mano, dopo circa
4 ore occorre applicare una seconda
mano del materiale, sempre stando
attenti a non superare uno spessore
di 2 mm.
Si comincia con la realizzazione dei
giunti di frazionamento. E’ un’operazione fondamentale per garantire la
massima resistenza della pavimentazione negli anni. I giunti vanno realizzati
ogni 3 x 3 mt. ed in corrispondenza
di eventuali cambi di pendenza. Deve
essere praticato sul massetto un taglio
profondo almeno i 2/3 del suo spessore.
Fase 2
Affinché si raggiunga la migliore adesione possibile, è fondamentale un’accurata pulizia del sottofondo, con la
rimozione di polvere, parti incoerenti,
tracce di olii e quant’altro possa compromettere questo aspetto.
Fase 6
Fase 3
Si prepara l’impasto adesivo versando
in un recipiente di acqua pulita RT Universal Fase 7.3, mescolando con un
agitatore meccanico a ridotto numero
di giri, fino al raggiungimento della totale omogeneità e all’assenza di grumi. In seguito si lascia riposare e, dopo
alcuni minuti, si riprende a mescolare
brevemente.
Dopo circa 5 giorni si può procedere
alla posa del pavimento.
Fase 7
E’ il momento di impastare Scudo. Si
inizia versando in un recipiante il lattice
Scudo componente B, per poi unirvi la
polvere Scudo componente A. I due
componenti vanno mescolati con un
agitatore a basso numero di giri, fino
all’ottenimento di un impasto omogeneo e privo di grumi, fatto riposare alcuni minuti per poi essere nuovamente
mescolati brevemente.
Fase 4
Si posa la bandella in poliestere Scudoband in corrispondenza dei giunti
di frazionamento e perimetrali. Questa
deve essere inserita all’interno del taglio realizzato nel sottofondo, in modo
da formare un omega rovesciato.
Fase 5
Comincia la posa di Scudo. Si inizia
stendendo una prima mano, così da
sormontare Scudoband per alcuni centimetri. Lo spessore di questa
mano non deve essere superiore ai
2 millimetri. Si prosegue stendendovi
all’interno la rete in fibre di vetro, che
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Cicli Applicativi
24
Opera News - Periodico di Informazione Edile
Fase 8
Comincia la stesura. L’adesivo si applica usando una
spatola dentata della misura idonea al formato di piastrella che si intende posare.
Fase 9
Si passa alla posa del pavimento. Per questa fase è
importante assicurarsi che il pavimento aderisca bene
con l’adesivo steso. Il pavimento va poi battuto con un
frattazzo o un martello in gomma. Altrettanto importante è il rispetto dei giunti. Quando ci si trova a operare in esterno o nella posa di grandi formati è altamente consigliabile procedere con il metodo della doppia
spalmatura, che prevede la stesura dell’adesivo anche
sul retro della piastrella, oltre che sul supporto.
Fase 10
Dopo circa 24 ore si può procedere alla sigillatura delle
fughe.
Fase 11
giungervi la polvere del sigillante Sigilfuga. Il tutto va
mescolato con un agitatore meccanico a basso numero di giri, fino all’ottenimento di un impasto omogeneo e privo di grumi, che viene poi lasciato riposare per
alcuni minuti e in seguito è rimescolato brevemente.
Fase 12
Inizia la fase della sigillatura fughe, che vengono inizialmente riempite stendendovi il sigillante con una spatola in gomma, procedendo in direzione trasversale alle
fughe stesse. Trascorsi 20 minuti va verificata la consistenza dello stucco, per poi procedere alla pulizia.
Fase 13
La posa sulla terrazza termina con la sigillatura dei
giunti. Quest’ultimo passaggio prevede prima il corretto inserimento di JOINT 100 nel giunto. Fatto questo
si passa alla sigillatura vera e propria, mediante Elastogum Colabile. I giunti perimetrali sopra il battiscopa,
nonché le giunzioni fra pavimenti e scarichi, dovranno
inoltre essere siliconati con Hi-tech SLA 10.
In questo caso si prepara il sigillante versando in un
contenitore il lattice elasticizzante Sigilflex, per poi ag-
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25
Il rivenditore
Uniti per nuovi traguardi
Pantaleoni Srl si racconta a Opera News
L’
unione fa la forza. E ne fa ancora di più quando la fusione non
avviene “a freddo” ma formalizza quello che è un sodalizio già
esistente. A darne l’esempio è la vicenda di due realtà venete
che hanno scelto di associarsi dopo decenni di collaborazione: la ditta
Pantaleoni, attiva nella commercializzazione di materiali in ceramica e
legno per pavimenti e altre superfici, e quella della famiglia Perissinotto,
specializzata nella posa.
Dall’avvio della prima, con uno spazio per la rivendita a Treviso, la seconda ha sempre rappresentato il partner fisso in tutte le operazioni che
ne richiedevano la professionalità e le vaste conoscenze tecniche. Dopo
aver lavorato in stretta sinergia per decenni, i figli dei fondatori hanno
scelto di formalizzare la loro collaborazione associandosi.
Protagonisti dell’iniziativa sono stati, da un lato Marco Pantaleoni, figlio
di Francesco, e i fratelli Pierfrancesco e Paolo Perissinotto, che hanno
seguito la carriera del padre Sergio. “Per noi – spiega il primo – la na26
SHOW ROOM:
• Via A. Volta, 17/b - Villorba (TV)
Tel. 0422 609607 - Fax 0422 612879
[email protected]
• Via dell’Artigiano, 26 - Fossalta di Piave (VE)
Tel. 0421 303343 - Fax 0421 303343
[email protected]
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Dal 1964
al tuo servizio!
La sede di Villorba Treviso
scita della Pantaleoni Srl di Pantaleoni e Perissinotto ha rappresentato
un passaggio quasi naturale, poiché gli anni di partnership ci avevano
portato a maturare la stessa etica del lavoro e la medesima visione di
quello che deve essere il rapporto con il cliente”.
Ma questi aspetti comuni non comportavano per forza la creazione della Pantaleoni Srl di Pantaleoni e Perissinotto. Quali
vantaggi volevate ottenere unendo le forze?
“Più di uno. Fondendo l’esperienza di due famiglie e due generazioni
in un’unica realtà siamo riusciti ad allargare il nostro bacino d’utenza,
ponendoci come una delle realtà di riferimento su un’area che, assieme
Treviso, include Fossalta di Piave (dove abbiamo il nostro magazzino)
e Montebelluna. La fusione ha permesso a chi svolge un’attività prettamente commerciale come la mia di sviluppare una sensibilità verso
quella tecnica degli altri due, e viceversa. Non dimentichiamo inoltre
che, come per tutte le aggregazioni, questa operazione ci ha anche
consentito di ottimizzare gli aspetti gestionali, permettendoci di essere
più competitivi sul mercato”.
Voi avete due sedi, a Treviso e Fossalta. Sono diversi i mercati
delle due realtà?
“A Treviso la domanda riguarda principalmente gli interventi di recupero
degli immobili, e la qualità dei rivestimenti richiesti è generalmente molto
alta. Per quanto riguarda Fossalta, invece, si lavora di più sui nuovi immobili e si utilizzano materiali di tutta la gamma”.
Anche nel ricco territorio trevigiano si sente aria di crisi per
quanto riguarda il vostro settore?
Risponde Pierfrancesco: “I cambiamenti dell’ultimo periodo hanno portato ad estremizzare la domanda. Con la riduzione della fascia intermedia, oggi ci troviamo a fornire/posare o produzioni d’eccellenza o quelle
di base”
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Il rivenditore
Al di là dei prezzi di listino, ci
sono prodotti che più di altri
vengono richiesti dal mercato
in questo periodo?
“Dal punto di vista dei formati, ultimamente i progettisti preferiscono
quelli grandi, come quelli 60 x 60
cm. Per quanto riguarda i materiali
rileviamo invece un ritorno alla pietra naturale, come l’ardesia e il marmo. Negli ultimi anni quest’ultimo
ha cessato di rappresentare una
soluzione di nicchia ed è sempre
più apprezzato dal pubblico”.
Di recente avete ottenuto commesse che hanno dato particolare soddisfazione?
“Se parliamo di quelle pubbliche
(anche se in subappalto) abbiamo
rivestito le banchine della stazione
FS di Mestre mentre, in ambito privato, abbiamo ralizzato, nella stessa
città, la pavimentazione della concessionaria BMW Motor Sport”.
Qual è il rapporto che avete sviluppato con i progettisti? E con
le aziende?
“Nel primo caso varia a seconda
del professionista, anche se, generalizzando, non c’è una grande
considerazione delle nostre competenze tecniche. Spesso anche le
imprese hanno un atteggiamento
di supponenza nei nostri confronti, quando invece un confronto più
costruttivo potrebbe giovare a entrambe le parti”.
Per chi opera nella posa, le
colle sono fondamentali per la
riuscita di un lavoro. Come si è
evoluta la percezione di questi
materiali?
“Io credo che molti professionisti
siano ancora troppo condizionati
dalla fama dei marchi, senza valutare aspetti come le caratteristiche
tecniche e il prezzo. E’ un pregiudizio che riscontriamo tanto nei posatori quanto nei costruttori”.
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Quali sono gli aspetti che consentono a un’impresa come la
vostra di raggiungere e mantenere il successo?
Riprende Marco: “Volendo semplificare, siamo convinti che il 100%
del risultato si ottenga sommando,
in parti uguali, la qualità dei materiali, l’efficienza del servizio, nonché la
disponibilità/flessibilità necessaria a
soddisfare ogni tipo di richiesta”.
Peccato che non tutti vantino
queste caratteristiche.
“E’ vero, ma spesso la colpa non è
dei posatori, o almeno non di quelli
che operano regolarmente, visto
non ci sentiamo tutelati nei confronti di chi lavora in nero. Inoltre, la
professione non è definita con precisione dalla legge e, mancando un’
apposita “patente”, il cliente rischia
di affidarsi a figure che, anche se
regolari, non possiedono le dovute
competenze”.
E’ anche un problema di formazione?
“Certamente. Purtroppo sono poche le iniziative serie in tal senso.
Anche il mondo accademico non
contribuisce molto all’approfondimento di quelle che sono le caratteristiche dei materiali edili. Se
si creasse una certificazione delle
competenze del posatore, il problema verrebbe superato, poiché
nascerebbero percorsi formativi regolari ad hoc per il suo ottenimento.
Questo, unitamente a controlli più
severi sulle attività in nero, porterebbe a un mercato composto solo
da figure altamente competenti,
con i vantaggi che possiamo immaginare”.
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La fusione ha formalizzato
un sodalizio già esistente
Area tecnica alla sede di Villorba (TV)
La sede di Fossalta di Piave (VE)
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News - a cura di Simone Giglioli
Come cambia l’edilizia
News da Opera
Opera e gli artigiani di Padova:
un marzo a tutta IN-Formazione
Una partnership per migliorare le competenze dei
posatori padovani. E’ quella realizzata fra Opera e
l’Unione Provinciale Artigiani di Padova. Il 9 e 12
Marzo 2009 l’azienda ha organizzato due incontri
IN-Formativi proprio in collaborazione con l’associazione.
Il primo era intitolato “La Scelta dell’Adesivo: Normative e Soluzioni”. Dopo un breve cenno introduttivo
sulla storia e sulla produzione della piastrella, sono
state prese in esame le varie tipologie di ceramiche presenti sul mercato e le destinazioni d’uso, la
loro applicazione e la scelta dell’adesivo più idoneo
da utilizzare nelle diverse condizioni. Uno specifico
momento è stato dedicato alla divulgazione delle
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informazioni sulle normative EN 12004, relative alla
garanzia della qualità dei prodotti, che Opera applica già da oltre 5 anni.
Nel secondo incontro, dal titolo “Soluzioni di posa in
Opera”, sono stati proiettati i cicli applicativi proposti
dall’azienda (una serie di filmati ad animazione tridimensionale, come esempio delle corrette procedure per ottenere un lavoro eseguito a regola d’arte). Il
meeting con gli artigiani padovani ha rappresentato
anche un’occasione per passare in rassegna i più
comuni e frequenti problemi che si incontrano nella
posa dei materiali, con le relative soluzioni e azioni
di prevenzione.
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La musica
sposa
la buona tavola
Opera è stata partner per gli appuntamenti di SinerJazz 2009, una serie di 5 serate tra jazz e vino organizzate in diversi luoghi dell’entroterra forlivese (Predappio, Forlimpopoli, Cusercoli e Castrocaro Terra del
Sole). Le serate, svolte dal 5 Marzo al 17 Aprile, sono state caratterizzate da un concerto di musica Jazz di
diversi gruppi e accompagnate dalla degustazione di vini. La manifestazione è stata organizzata in collaborazione con Casa Artusi, il centro di cultura gastronomica dedicato alla cucina domestica italiana.
Per ulteriori informazioni visitare i siti www.casartusi.it e www.myspace.com/artemozioni
da Confindustria Ceramica
Bologna Fiere e
Cersaie, confermata
la partnership
fino al 2012
Foto da rete
Per almeno i prossimi tre anni la più importante manifestazione fieristica mondiale della ceramica e dell’arredobagno si terrà all’ombra delle Due Torri. La nuova
intesa fra Bologna Fiere e il Cersaie è stata annunciata
da Federico Minoli, Amministratore Delegato di BolognaFiere, da Alfonso Panzani e Vittorio Borelli, rispettivamente Presidente di Confindustria Ceramica e Presidente della Commissione Attività Promozionali e Fiere
dell’Associazione che promuove Cersaie.
“Siamo pienamente soddisfatti”, ha detto Minoli, “di aver
garantito grazie a questa pluriennale collaborazione, la
continuità di una manifestazione molto significativa, di
cui ha sempre beneficiato l’intero tessuto sociale, culturale e territoriale bolognese”. Il successo del Salone
Cersaie assume un’importanza tanto più rilevante, se
si considera, che il comparto della ceramica incide sul
PIL italiano per una percentuale dell’1,6%. “L’obiettivo
futuro di Cersaie è di ampliare i propri orizzonti nel segno della qualità” - ha commentato Vittorio Borelli –:
“alla sua natura di salone mondiale rivolto al trade vogliamo aggiungere quello di appuntamento fondamentale, ricco di eventi, per il mondo dell’architettura”.
Nel 2008 Cersaie ha visto la presenza, sui 176.000 metri quadrati di superficie espositiva, di 1.074 espositori
(di cui 230 esteri) provenienti da 34 paesi, mentre circa
85.000 sono stati i visitatori, un terzo dei quali non italiano. La 27a edizione della manifestazione si terrà dal
29 settembre al 3 ottobre 2009.
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Notizie e curiosità dal mondo dell’edilizia
Austria,
slitta il blocco
E’ stata prorogata al 1° luglio 2009 l’entrata in vigore
del divieto di circolazione delle piastrelle di ceramica
nel Tirolo austriaco. La Commissione Europea, sollecitata anche da Confindustria Ceramica, ha presentato
ricorso alla Corte di Giustizia Europea e l’Austria ha
modificato la norma, posticipando al secondo semestre del 2009 l’entrata in vigore del blocco della circolazione per le piastrelle di ceramica lungo un tratto
dell’autostrada A/12.
“E’ un primo, importante risultato – ha sottolineato Stefano Bolognesi – Presidente della Commissione Materie Prime e Trasporti dell’Associazione – che scongiura
il blocco del traffico su di una arteria fondamentale per
il settore ceramico italiano, essendo indirizzati verso
l’area mitteleuropea oltre 80 milioni di metri quadrati
di piastrelle ogni anno. Il nostro obiettivo finale rimane
la completa eliminazione di tale misura, perchè non
esistono ad oggi percorsi e vettori alternativi validi ed
economicamente efficienti”. Nel 2008 il Governatore
del Tirolo austriaco aveva adottato un regolamento
volto ad introdurre, dal 1° gennaio 2009, un divieto di
circolazione permanente per tutti gli autocarri aventi
portata superiore alle 7,5 tonnellate e trasportanti alcune tipologie di materiali, tra cui le piastrelle di ceramica,
lungo un tratto dell’autostrada A/12.
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e dal mondo
L’edilizia del futuro
nasce dagli scarti industriali
In un futuro non troppo lontano potrebbe fare concorrenza al cemento. E’ il Cenocel, nato nei laboratori della School of Civil and Environmental Engineering della Georgia, negli Usa. Per questo nuovo
prodotto si impiegano prevalentemente gli scarti
derivanti dalle acciaierie e dalle centrali elettriche. I
ricercatori americani hanno trovato il modo di impiegare tali materiali, mixandoli con sostanze chimiche organiche, dando vita a un composito dalla
grande resistenza, che non necessita l’aggiunta
di calcestruzzo o di aggreganti quali la roccia e la
sabbia. Oltre a un maggiore risparmio sulle materie
prime e a una minore produzione di Co2, il Cenocel
presenta un ulteriore vantaggio rispetto al cemento,
specialmente nel caso dei calcestruzzi autoclavati
leggeri: non necessita lavorazioni post-solidificazione per raggiungere la maturazione. Il tutto senza
scendere a compromessi sulla qualità. Gli studiosi
americani hanno infatti dimostrato, dati alla mano,
come con una densità specifica variabile da 0,3
a 1,6 si possa produrre un composito in grado di
sopportare pressioni fino a 7mila libbre per pollice
cubico.
Dall’Europa
un sì all’Iva
ridotta sulle
manutenzioni
Una notizia attesa da tutto il mondo dell’edilizia. Lo scorso 10 marzo il
Consiglio Ecofin, il Consiglio Ministri dell’Economia e delle Finanze dei
27 stati membri dell’Unione Europea, ha riconosciuto la possibilità che
la riduzione dell’Iva per gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria delle abitazioni divenga permanente. Ancora prima che l’UE si
pronunciasse in merito alla questione, l`Italia aveva gia` prorogato, fino al
31 dicembre 2011, l`applicazione dell`IVA al 10% per queste operazioni.
Oltre alle ristrutturazioni e alla piccole riparazioni domestiche, l’accordo
raggiunto dall’Ecofin riguarda anche altri servizi legati al settore dell’imprenditoria. Particolarmente soddisfatto per la scelta fatta dell’Ue è stato
il Ministro dell’Economia Giulio Tremonti. Ad opporsi fortemente a questi
sgravi è stata la Germania. Berlino ha scelto di non applicare gli sgravi,
osservando inoltre che questa misura potrebbe comportare effetti negativi sulle finanze di tutti i Paesi Ue.
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Restauro e ripristino - a cura del prof. Maurizio Costantini Università degli studi di Trento
CARBONATAZIONE:
Questa s(c)onosciuta
Invecchiamento calcestruzzo come curarlo
Il fenomeno
Basta camminare per una qualsiasi
città o paese, in Italia o (con minore frequenza) all’estero, a Nord o a
Sud di qualsiasi nazione, e alzare
lo sguardo: oltre a tante bellezze,
potremo vedere che un edificio su
cinque con elementi costruttivi in
calcestruzzo presenta (almeno in
Italia) difetti evidenti. Guardando poi
più attentamente, un edificio su tre
(sempre nel nostro paese) presenta
sintomi di un degrado meno appariscente, ma che sappiamo destinato ad aggravarsi. E fenomeni simili,
percorrendo strade o autostrade,
li vediamo nelle strutture di ponti o
muri di sostegno.
Quelli che osserviamo sono l’effetto
di un fenomeno che viene denominato “carbonatazione del calce-
struzzo”, un fenomeno assai diffuso, dalle implicazioni economiche,
funzionali ed estetiche rilevanti.
Quali sono i primi sintomi di questa
vera e propria malattia dei calcestruzzi? Inizialmente, un calcestruzzo faccia-vista (ma anche quello
nascosto e non protetto), di norma
presenta una superficie compatta,
omogenea, lustra quasi, eppure
con il tempo assume un aspetto
opaco, poroso, sgranato. Poi, compaiono fessure in superficie, proprio
in corrispondenza dei ferri di armatura: inizialmente localizzate, poi
man mano più marcate ed estese
in lunghezza. Infine, si manifesta il
sintomo più evidente: porzioni superficiali di calcestruzzo (il cosiddetto “copriferro”) si distaccano più
o meno diffusamente, con conse-
guente “liberazione” dei ferri di armatura, che risultano conseguentemente esposti e tali da presentare
un aspetto rugginoso, corroso.
Siamo di fronte ad una della patologie più diffuse in edilizia, e quest’ultima manifestazione prende il nome
di pop-out (letteralmente schizza-infuori, espulsione). Dottore, è grave?
Si tratta di una malattia grave? Dipende anzitutto, dal tipo di elemento attaccato, e ciò è conseguenza
del tipo di costruzione e della sua
concezione progettuale. Sì, perché
la carbonatazione affligge - per le
ragioni che tra breve vedremo qualsiasi manufatto in calcestruzzo
cementizio (il cosiddetto cemento
armato, che spesso nel seguito abbrevieremo in CLS) esposto all’aria:
ne sono soggetti, quindi, i più vari
Ecco alcuni esempi di carbonatazione
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In Italia un edificio
con elementi
in calcestruzzo
su cinque presenta
evidenti difetti
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Restauro e ripristino
Evidente effetto di carbonatazione
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tipi di edifici (abitazioni, uffici, scuole, ospedali, stazioni,
e chi più ne ha, più ne metta), e qualsiasi opera infrastrutturale sul territorio (ponti, viadotti, pali, recinzioni,
opere civili di impianti vari).
Ora, è evidente che la gravità della patologia è anzitutto
correlata alla funzione dell’elemento aggredito: la carbonatazione di un elemento strutturale è chiaramente
più “grave”, da un lato, della carbonatazione di un elemento accessorio o ornamentale. D’altro canto però, il
distacco di un frammento di solo qualche centimetro,
da un elemento marginale collocato a parecchi metri
da terra, può causare ad un passante infortuni anche
molto gravi. La gravità dell’attacco carbonatico deve
essere quindi valutata con attenzione, e tenendo conto
di punti di vista diversi: tra questi, i principali sono:
- l’importanza funzionale delle strutture e/o degli elementi
colpiti,
- l’estensione e la profondità dell’attacco,
- data una certa opera il trascorrere del tempo a partire
dalla costruzione,
- i rischi conseguenti, in termini di perdita o sospensione di funzionalità dell’opera,
- i danni a persone o cose che i frammenti possono
provocare in funzione dell’altezza di caduta e del volume di distacco.
E’ sempre stato così? Sempre, se non scendiamo
nei dettagli. Un’osservazione un po’ più attenta dell’ambiente costruito che normalmente ci circonda può
fornirci però altre indicazioni. Possiamo constatare, ad
esempio, che opere realizzate in anni diversi presentano degradi simili, o che, addirittura, quelle più vecchie si
possono presentare meno degradate delle più recenti:
ciò significa che il tempo è sì una variabile importante
correlata al degrado, ma non è di sicuro l’unica. In altri
termini, questo aumenta con il trascorrere degli anni,
ma la sua velocità di crescita non in sua funzione. Detto in parole povere, una volta si sapeva fare un calcestruzzo migliore di quello degli ultimi anni. Esistono
casi paradossali e illuminanti a tal proposito. Ciò che
chiamiamo calcestruzzo è del resto un materiale noto
fin dall’antichità. Oggi abbiamo ottima sopravvivenza
delle realizzazioni risalenti all’epoca romana, come nella volta del Pantheon e presenti nelle opere marittime
di porti come quelli di Ostia e Ancona, benchè siano
sottoposte ad aggressioni aggiuntive anche più intense
della sola carbonatazione.
Viene da chiederci se questo sia un fenomeno evitabile. La mia risposta è “ni”, ovvero no e si. Partiamo dal
no. No, la carbonatazione non è un fenomeno in sè
evitabile, e non è neppure l’unica aggressione al CLS,
né tutto sommato la più grave, anche se certamente
la più diffusa. Di conseguenza, ormai è superata da
tempo, purtroppo con buona ragione, la credenza in
un calcestruzzo “materiale eterno”. Questa affermazione, che pure veniva profferita da autorevoli cattedratici
anche meno di vent’anni fa, ed è oggi completamente
smentita dall’evidenza, delle indagini e dalle ricerche
sviluppate soprattutto in ambito universitario.
La carbonatazione non è evitabile proprio per la sua
origine, analizzata al punto seguente: essa è una catena di reazioni chimiche intrinsecamente connesse
alla formulazione dei calcestruzzi che oggi sappiamo
e possiamo produrre, a sua volta connessa con i cementi che è possibile realizzare nelle quantità industrialmente necessarie.
Ma possiamo anche rispondere “sì”, nel senso che, se
non può essere evitata, la carbonatazione può essere
resa un fenomeno sufficientemente lento da ottenere
un CLS definito, a fini pratici, come “calcestruzzo durevole”, come spiegheremo in seguito.
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Continua...
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Forum legale - a cura di Avv. Pietro Cirillo
I RIFIUTI:
COME GESTIRLI?
Parte prima: Chiarezza sui termini
L’
attività cantieristica necessariamente crea materie o sostanze la cui gestione rientra
nella disciplina del Testo Unico Decreto L.vo 152/2006 in materia ambientale.
In particolare è la disciplina declinata
dalla parte quarta (dedicata alle norme in materia di gestione dei “rifiuti”)
a costituire il punto di riferimento normativo principale. Occorre premettere che il principio capisaldo su cui il
legislatore ha costruito la trama regolamentatrice è la “tutela della salute
dell’uomo”, da cui ne discende che
la gestione dei rifiuti, nel rispetto della
normativa (art. 178), sia di interesse
pubblico. E’ quindi necessario definire il concetto di rifiuto. La legge definisce “qualsiasi sostanza od oggetto
che rientri nelle categorie di cui all’allegato A alla parte quarta del decreto
di cui il detentore si disfi, abbia deciso
o abbia l’obbligo di disfarsi”.
La norma, allo stesso modo della
L.22/97 (Decreto Ronchi), lo individua in modo tabellare, con la classificazione delle materie o sostanze, a
seconda del loro processo di derivazione. Non sempre, però, lo scarto
di un processo produttivo perde le
qualità che connotano la sua riutilizzabilità immediata o susseguente
ad una processo di recupero. In tal
caso, poiché la fase di smaltimento
deve rappresentare l’estrema scelta
di destinazione, il Legislatore vi deroga qualificandolo come “Materia
prima secondaria” oppure “Sottoprodotto”.
La disciplina sulle M.P.S. (art. 181 bis
del T.U. di nuovo conio) riconduce le
stesse a quelle derivate da un processo di recupero, o trasformazione,
che consenta di addivenire ad un
ulteriore prodotto da immettere nel
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mercato, con un effettivo valore di
scambio e standard tecnici predeterminati. Ciò che connota, pertanto, la
M.P.S. è il procedimento di recupero.
Quindi, la sua esatta configurazione
viene rimessa al Ministero dell’Ambiente (il decreto attuativo era atteso
entro il 31.12.2008).
La conseguenza di tale novella normativa sta nell’aver esplicato i criteri
per estrapolare dal D.M. 5 febbraio
2008, fonte regolamentatrice tuttora
vigente, quelle che possono essere
definite M.P.S. Particolare pregnanza
assume la normativa sulla seconda
categoria dei “sottoprodotti”, viste le
implicazioni che riveste nell’attività
cantieristica.
L’art. 183, qualifica come sottoprodotti “le sostanze e materiali di cui il
produttore non intenda disfarsi e che
siano originati da un processo non
direttamente destinato alla loro produzione; il loro impiego sia certo, sin
dalla fase della produzione, integrale
ed avvenga direttamente nel corso
del processo di produzione o di utilizzazione preventivamente individuato
e definito; soddisfino requisiti merceologici e di qualità ambientale idonei a garantire che il loro impiego non
dia luogo ad emissioni e ad impatti
ambientali qualitativamente e quantitativamente diversi da quelli autorizzati per l’impianto dove sono destinati ad essere utilizzati; non debbano
essere sottoposti a trattamenti preventivi o a trasformazioni preliminari
per soddisfare i requisiti merceologici
e di qualità ambientale di cui al punto 3, ma posseggano tali requisiti sin
dalla fase della produzione; abbiano
un valore economico di mercato”.
Il testo è il frutto di un adeguamento
agli impulsi normativi espressi dalle
sentenze della Corte di Giustizia e dal-
la Direttiva CEE del 5 aprile 2006, poi
abrogata da quella del 22 novembre
2008 che, seguendo i precedenti indirizzi, ribadisce la qualità di sottoprodotto, escludendone così il carattere
di rifiuto. Questo qualora lo scarto di
produzione sia certamente riutilizzabile al suo interno o in altro processo,
non “debba subire alcun trattamento
che non rientri nella normale pratica
industriale” e possegga tutti i requisiti
di legge previsti per quella categoria
merceologica, né il suo riutilizzo determini impatti negativi sull’ambiente.
La Direttiva, da un lato pone una
clausola di riserva - “può non essere considerato rifiuto” - in favore degli
Stati membri, riguardo ad una disciplina maggiormente restrittiva, dall’altro non richiede che il sottoprodotto
abbia un valore economico di mercato e neppure una dichiarazione preventiva del produttore che specifichi
le modalità del suo utilizzo.
In base a questi riferimenti normativi,
nonché alla giurisprudenza più recente, riteniamo che per escludere
l’applicabilità della disciplina dei rifiuti,
il prodotto o sottoprodotto non deve
necessariamente originare da un
processo industriale. L’utilizzo potrà
avvenire anche in uno differente da
quello di origine, purchè non sia sottoposto ad un trattamento, preventivo o trasformativo, che ne modifichi
l’identità, ed il suo ritorno nella catena
produttiva, anche mediante cessione
a terzi, abbia un rilievo economico
apprezzabile.
Avv. Pietro Cirillo
Bologna - Via Santo Stefano 43
[email protected]
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Comunicazione e marketing - a cura di Alessandro Gagliardi, Agenzia A3
E’ importante valorizzare
il proprio lavoro
Qualche chiarimento a proposito di marketing
Q
uante volte abbiamo pronunciato questa parola, e altrettante l´abbiamo usata in modo impropria. Stiamo parlando del marketing. Allora
vediamo di appurarne il corretto significato.
Questo termine non significa pubblicità, o almeno non
solo. E’ una parola che viene dal “to market”, cioè mettere sul mercato. Pertanto, il marketing è quell´insieme
complesso, organizzato e coordinato di attività per portare un prodotto sul market di riferimento. La pubblicità
è solo uno degli “anelli” concatenati necessari per il
raggiungimento del successo da parte di un imprenditore. Analizzando l’organizzazione di questa attività,
non possiamo infatti non parlare della “regola delle
4 P” o Marketing Mix. Io la definisco una buona “traccia” iniziale per chiunque abbia voglia
di capire e addentrarsi in questo mondo.
Per “4 P”, intendiamo: Prodotto/Servizio; Prezzo; Pubblicità: Punto vendita/
Promozione (e cioè il
canale di distribuzione).
Ora, se ci fate caso, non
possiamo pensare ad
una di queste attività,
senza per forza metterla in relazione a quella
precedente e successiva. Un esempio
per tutti, parlando di
moda: Chanel.
Non pensate che sia
stato tutto così facile all´inizio per la fondatrice Coco Chanel. Decise di fare un Prodotto di alta fascia, pensando
quindi ad un target (da intendersi come il mercato/cliente
di riferimento) elevato, con grandi possibilità economiche.
Da qui, il Prezzo (alto). Venendo poi alla Pubblicità, Chanel
ha scelto lo stesso filone elegante, costoso come i suoi
prodotti. Le sue campagne appaiono da sempre solo
nei giornali di alta moda, o attraverso gli spot pubblicitari
girati da grandi registi, con immagini lussuose ed eleganti. Infine i suoi Punti vendita: pochissimi in Italia, nelle
maggiori città, e ovviamente nei loro centri storici. E gli
interni di queste boutique? Elegantissimi! Le commesse?
Belle, fascinose, eleganti e... multilingue! Infine il marchio:
dorato e prezioso, perché l’oro è il colore del lusso.
Tutto costa se è marcato Chanel, tutto è super, tutto è
di elite. Tutto è desiderio, che in tanti sognano. E come
per tutte le cose che si bramano, ma che molti non possono o non riusciranno
mai a raggiungere...è
naturale che sul mercato arrivino prima o
poi le merci taroccate,
pensate per chi cerca
il sogno a basso prezzo. La gente spesso lo
sa, ma compra ugualmente pur di crederci,
illudendosi che questo
sia diventato realtà.
Non è solo
pubblicità
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Ricerca e innovazione - a cura di Luca Troiano, Responsabile Tecnico di Opera
Oggi parliamo
di
efflores
Alcune considerazioni dai laboratori Opera
I
l mondo dell’edilizia si confronta con questo problema da almeno un paio di secoli. Stiamo
parlando dell’efflorescenza causata dalla precipitazione dei sali sulla
superficie dei materiali da costruzione come malte, mattoni e calcestruzzi. Nonostante il mondo della
ricerca abbia fatto passi da gigante
nella creazione di prodotti sempre
più performanti, questa continua
a minacciare il lavoro di chi si occupa della realizzazione di intonaci
decorativi e malte fuganti per mattonelle. Eppure l’effetto involontario
non va considerato come un indice
di fallimento, bensì di scarsa qualità
estetica del prodotto. Non a caso,
infatti, il problema si manifesta proprio quando costruttori, architetti e
proprietari sono più preoccupati in
merito all’aspetto del nuovo edificio,
poco tempo dopo che l’applicazione è stata ultimata. Gli effetti maggiormente visibili si manifestano sulle colorazioni scure, dove aumenta
il contrasto con le macchie irregolari
che vengono a formarsi.
Spesso e volentieri questo fenome40
no si manifesta nel caso in cui per la
posa si sia impiegato un materiale
ad alta porosità, contenente componenti solubili in acqua che sono
proprio trasportati da questo fluido
di risalita in superficie. Ad essere
particolarmente colpiti dall’efflorescenza sono i cementi Portland con
base CaCO3. Derivato dall’idratazione di questo prodotto, l’idrossido
di calcio si dissolve nell’acqua e risale quindi attraverso i pori presenti
nel muro, dando vita a Ca++ e OH-.
La CO2 gassosa presente nell’atmosfera si diffonde nei pori, andando a mischiarsi con la soluzione di
acqua per formare acido carbonico
(H2CO3). La carbonatazione finisce
proprio col prendere il sopravvento sulla reazione derivante dal mix
fra quest’ultimo e il calcio idrossido,
dando così luogo alla formazione
del composto insolubile CaCO3.
Come distinguere il fenomeno
L’efflorescenza può essere distinta
in due tipologie, primaria e secondaria, differenti per tempistica e di-
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scenza
Sigillatura eseguita con un
sigillate comune.
Sigillatura eseguita con
Sigilcolor Goccia
Schema della formazione di
CaCO3 in un sistema
cementizio
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Alcuni esempi di efflorescenza salina
namica. La prima si manifesta a giorni o settimane
dall’avvenuta applicazione, quando si è entrati nella
fase di maturazione e assestamento. L’efflorescenza secondaria, al contrario, può palesarsi anche
a distanza di anni dal momento dell’applicazione.
Il processo si innesca con il contatto fra la malta
cementizia e l’umidità, oppure con i susseguirsi dei
cicli di idratazione e disidratazione come quelli derivanti dai lavaggi o dagli eventi atmosferici. In tal
caso l’idrossido di calcio o altri sali contenuti nella malta vengono sciolti dall’acqua per affiorare in
superficie, e successivamente l’umidità evaporata
da qui lascia depositi di idrossido di calcio che finiscono col reagire chimicamente, dando luogo al
fenomeno della carbonatazione della CO2 presente nell’aria, con appunto, la formazione di macchie
di carbonato di calcio.
La difficoltà di rimozione della efflorescenza può
variare a seconda dei casi e alcuni trattamenti finiscono talvolta col non rappresentare una soluzione definitiva. L’impiego di acidi per effettuare i
lavaggi, ad esempio, può condurre a effetti positivi
limitati, con il fenomeno che riappare qualche tempo dopo l’intervento.
Anni fa, i laboratori Opera si attivarono per contrastare questo tipo di inestetismo, avviando una
specifica attività di ricerca. Come prima cosa i
tecnici svilupparono metodi per riprodurre l’efflorescenza in laboratori e, una volta ottenuto il risultato,
si concentrarono sull’elaborazione di nuove formulazioni finalizzate a inibire la formazione di macchie
superficiali.
Come prevenire l’efflorescenza
Come ogni posatore sa bene, una volta che si
è palesato, il problema dell’efflorescenza richiede molto tempo per l’eliminazione dei residui dei
sali. Per questo è meglio cercare di prevenirne la
formazione. Le possibilità sono più d’una. Lo studio approfondito di questo fenomeno da parte di
Opera ha portato i ricercatori a suggerire di sigillare
idrofobicamente la superficie, bloccare la porosità
capillare o spostare la reazione della formazione di
CaCO3 aggiungendo sali di calcio (Ca++) in eccesso. Il verificarsi delle efflorescenze può dipendere
dalla formulazione delle malte, quando sono troppe ricche d’acqua, o dalle condizioni climatiche pre
e post applicazione, con una temperatura bassa e
un’alto tasso di umidità. In base ai risultati ottenuti
Opera ha pertanto sviluppato riempitivi per fughe
praticamente inattaccabili, utilizzando leganti speciali e additivi inibitori, in grado di mantenere inalterata l’estetica del prodotto per un lungo periodo
di tempo.
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Opera News - Periodico di Informazione Edile
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Che squadra! - a cura di Gilberto Piva Cavallini
In Linea (Posa)
con la qualità
Le idee della società di Gatteo sul mercato di oggi
D
ue soci, cinque anni di società ma con oltre tre
decadi di esperienza alle spalle. E’ Linea Posa
Snc, società specializzata nella realizzazione
di ogni tipo di posa di pavimenti e rivestimenti in ceramica, con sede a Gatteo (FC) . Benché sia di dimensioni ridotte l’azienda si è posizionata sul mercato, romagnolo e non, come una realtà fortemente dinamica,
in grado di soddisfare ogni tipo di commessa. “Anche
se la società è stata costituita nel 2004 – spiega Claudio Borgini, pavimentista dal 1989 titolare dell’impresa
insieme ad Alessio Ceccarelli pavimentista dal 1998
– complessivamente abbiamo maturato un trentennio
di esperienza in questo settore”.
In quali ambiti è generalmente richiesta la vostra
44
professionalità?
“Le competenze acquisite in così tanto tempo ci permettono di lavorare per ogni tipologia di contesto edilizio. Detto questo, circa un terzo delle commesse aggiudicate arriva dal settore alberghiero”.
Ci sono dei materiali o delle composizioni richieste più delle altre?
“In questo periodo c’è una forte domanda di interventi che prevedono l’uso di piastrelle dai grandi formati
(parliamo di 45/50 cm di lato). Non mancano, a volte,
quelle per la realizzazione di pavimenti in palladiana o
in stile antico. Nel secondo caso abbiamo terminato
da poco un’intervento di posa per la piccola chiesa di
Campamoli, nell’appennino Forlivese”.
Opera News - Periodico di Informazione Edile
Esistono delle pose che preferite ad altre?
“Possiamo più che altro parlare di interventi che offrono maggiori soddisfazioni. Di certo, operare per le
grandi hall degli alberghi è un’attività particolarmente
gratificante, sia dal punto di vista estetico che da quello
tecnico. Anche eseguire lavori per il bagno può però
offrire delle gratificazioni. Questo particolare ambiente
viene infatti realizzato attraverso lavorazioni di crescente complessità e con un ventaglio di scelte cromatiche
sempre più ampio”.
Qual’è oggi l’atteggiamento del cliente quando
si confronta con voi?
“Con l’arrivo della crisi c’è stata una sorta di polarizzazione degli atteggiamenti. Chi ha visto mutare sensibilmente la propria capacità di spesa vuole sì un lavoro
ben fatto, ma si concentra più che altro sul prezzo.
Viceversa, la clientela con un alto reddito pensa solamente all’eccellenza delle realizzazione, senza stare a
valutare quanto questa possa venire a costargli”.
Quello del posatore è un lavoro di alto profilo
tecnico, che comporta l’assunzioni di importanti
responsabilità nei confronti dei clienti (quando
si ha un rapporto diretto con loro) o con le imprese edili. Lei pensa che la sua categoria sia
sufficientemente considerata e tutelata?
“Assolutamente no – interviene il socio Alessio Ceccarelli - e sa perché? Proprio perché noi, secondo la
legge, non siamo una categoria. La normativa attuale non ci consente, ad esempio, di ottenere né fornire
nessun tipo di certificazione, a differenza degli elettricisti e degli idraulici. Non è una questione di orgoglio,
ma di garanzia per i cittadini. Per esercitare le altre due
attività occorre certificare la propria competenza, nel
nostro caso, invece, chiunque può improvvisarsi posatore dall’oggi al domani, finendo con lo svolgere una
attività senza le adeguate conoscenze tecniche. Il non
essere riconosciuti ci impedisce di ottenere, tra l’altro,
la certificazione SOA, escludendoci così dall’aggiudicarci commesse pubbliche”.
A proposito di leggi, molti osservano che, oltre
a essere inefficaci, le normative sulla sicurezza
nei cantieri siano particolarmente farraginose e
che, di fatto, intralcino l’operatività di chi svolge
il vostro lavoro. Condivide questa opinione?
“Posto il fatto che una legge sia sempre migliorabile,
a nostro avviso il problema sta nel modo in cui questa legge viene fatta rispettare. Noi operiamo sempre
in base alle regole, ma sono molte le attività irregolari
in questo settore, favorite dalla mancanza di controlli.
Questa situazione mette così il trasgressore in grado di
lavorare senza problemi e di proporre prezzi talmente
bassi da essere fuori mercato, a discapito di chi investe in materia di sicurezza e rispetta le normative. Ad
esempio, perché il P.O.S. deve essere presentato solo
dalle società o non dai singoli artigiani? Eppure svolgiamo le medesime operazioni durante la nostra attività di
posatori!
Veniamo al rapporto fra i posatori e le aziende
fornitrici. Esiste un’adeguata comunicazione sui
prodotti che vi vengono venduti?
“Le imprese devono includere sulle confezioni i componenti con i quali viene realizzato un prodotto, come
previsto dalla legge. Noi pensiamo, però, che dietro a
una determinata tecnologia e/o materiale, ci sia sempre
qualcosa in più da specificare. Per questo vorremmo
che le aziende investissero più risorse nella formazione
dei posatori”.
La crisi finanziaria americana ha finito per travolgere anche l’edilizia italiana. State avvertendo gli effetti di questo trend negativo?
“Fino ad oggi abbiamo riscontrato un calo dei budget
da parte della clientela. Per il 2009 non dovremmo in
teoria avere dei grossi problemi ma, in passato, quando
arrivava la primavera, la nostra attività era solitamente
già tutta pianificata fino alla fine dell’anno”.
www.opera-adesivi.it
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Sicurezza sul posto di lavoro - a cura di Besant Srl
Cantieri edili,
occorre sempre
più attenzione
Ecco alcuni consigli per tutelare la salute
di imprenditori e dipendenti
L
a sicurezza nei cantieri edili: un problema, purtroppo, sempre di attualità.
Il quadro che emerge dall’andamento degli infortuni nel settore edile non è certo rassicurante. Nonostante si riscontri una manifesta attenzione e sensibilizzazione delle aziende alla prevenzione della sicurezza,
molteplici sono i fattori che possono preannunciare un
infortunio:
- la mancanza di una formazione specifica;
- la stanchezza: al normale orario di lavoro spesso si
aggiungono i tempi di spostamento;
- la fretta, la “necessità di chiudere il cantiere in tempo”;
- le condizioni meteorologiche e ambientali avverse
(vento, caldo, freddo).
A fronte di questi, è importante identificare con attenzione i pericoli, effettuare una stima della probabilità di
accadimento e le conseguenze di ciascun pericolo e
successivamente l’eliminazione del rischio o, qualora
non sia possibile eliminarlo, prevederne l’isolamento
con l’adozione di misure idonee a circoscriverlo (ad
esempio, nel caso di rischio di caduta dall’alto, la predisposizione di parapetti, impalcati, reti). Fondamentale
è prendere poi in considerazione l’attuazione di idonee
misure (uso DPI) per minimizzare i rischi residui.
Per ultimo, ma non per ordine di importanza, va se46
gnalata l’obbligatorietà prevista dal Decreto legislativo
81/2008 del Datore di lavoro di provvedere all’informazione, formazione e addestramento del lavoratore. Si
ricorda che la “mancata formazione e addestramento”
viene inserita (allegato I del Testo Unico) tra le “gravi
violazioni” che diventano il presupposto per l’adozione
del provvedimento di sospensione dell’attività imprenditoriale.
Col nuovo contratto nazionale degli edili, dal 1° gennaio
2009 sono state previste sedici ore di formazione obbligatoria per i lavoratori al primo impiego.
Nell’ambito dell’attività di cantiere e dei rischi ad esse
collegate, ci preme ora valutare i rischi specifici collegati all’attività di piastrellista/posatore.
Danni alla cute e all’apparato respiratorio a causa del
cemento e di eventuali additivi ed effetti tossici dovuti
all’utilizzo di prodotti adesivi
I piastrellisti, e i posatori in genere, possono essere
esposti a rischi lavorativi capaci di portare a malattie
respiratorie da polveri e sostanze chimiche aerodisperse in forma di gas, vapori e fumi.
Alcuni prodotti utilizzati nella posa di rivestimenti, in particolare le ammine aromatiche e le ammine alifatiche,
sono dotate di potere irritante molto intenso, potendo
provocare la comparsa di dermatiti allergiche da contatto e di asma bronchiale. Risulta opportuno l’indivi-
Opera News - Periodico di Informazione Edile
duazione di determinati prodotti in corrispondenza alle
specifiche condizioni di lavoro, soprattutto in relazione
al grado di ventilazione del luogo di applicazione (controllare sempre le indicazioni rilasciate dal produttore).
livello dell’acqua nella vaschetta. Se necessario si devono utilizzare ponti su cavalletti o ponti su ruote, secondo le indicazioni delle schede relative.
Elettrocuzione
Numerose sono le malattie professionali del sistema
osteoarticolare, dei muscoli e del tessuto connettivo
degli arti superiori denunciate da pavimentatori e piastrellisti.
Tale categoria è particolarmente a rischio, e per le
suddette attività vanno adottate tutte le necessarie
misure tecniche-organizzative e procedurali concretamente fattibili, così da prevenire le malattie del sistema
osteoarticolare.
Le malattie denunciate più ricorrenti sono soprattutto
le malattie dei tendini, le affezioni sinoviali e la sindrome
del tunnel carpale.
Va posta particolare attenzione nell’uso della taglierina
per il taglio delle piastrelle. Durante l’eventuale uso di
utensili portatili si deve verificare che gli stessi siano a
doppio isolamento elettrico o alimentati a bassa tensione di sicurezza (50 V).
E’ importante anche controllare, prima dell’inizio del lavoro e a fine giornata, l’efficienza dell’impianto elettrico
effettuando una verifica a vista sull’integrità delle condutture e dei collegamenti.
Tagli connessi all’uso del flessibile elettrico
Quando si impiega questo strumento le zone di passaggio devono essere sgombre dai cavi di utensili elettrici. Il flessibile va impugnato saldamente per le due
maniglie e il lavoro deve essere eseguito in posizione
stabile. Non bisogna inoltre dimenticare di verificare
l’integrità del disco e del cavo di alimentazione.
In caso di utilizzo di macchina tagliapiastrelle si deve
accertare, prima dell’uso, l’integrità dei collegamenti
elettrici, la presenza delle protezioni agli organi di trasmissione. L’area di lavoro va mantenuta sgombra dai
materiali di scarto e bisogna controllare attentamente il
Malattie del sistema osteoarticolare
Uso DPI
I lavoratori interessati devono essere dotati della normale attrezzatura antinfortunistica, in particolare per la
protezione delle mani, del corpo, dell’apparato respiratorio.
Besant Srl
www.opera-adesivi.it
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Salute e benessere - a cura del dott. Daniele Mattia specialista in medicina del lovoro
Un rischio
chiamato
lombalgia
Ecco come riconoscerlo ed affrontarlo
L
a mansione del posatore di pavimenti e rivestimenti, quando svolta
con continuità durante il turno lavorativo, è caratterizzata da vari
fattori di rischio per la colonna vertebrale come le posture scorrette
mantenute per tempi prolungati, i movimenti ripetitivi ed il trasporto di pesi
con conseguente sovraccarico della regione lombare. Il mal di schiena, o
lombalgia, è una delle cause piu frequenti di consultazione medica, basti
pensare che in medicina del lavoro, essa rappresenta il 13% degli infortuni
e il 20% delle interruzioni delle attività lavorative. La classica lombalgia è
caratterizzata da dolore intenso e improvviso alla schiena con contrattura
dei muscoli della zona lombare e rigidità del tronco. La colonna vertebrale
è costituita da ossa (vertebre), dischi intervertebrali, muscoli, legamenti e
protegge, al suo interno, il midollo spinale. La lombalgia, se trascurata, può
degenerare in un’ernia del disco intervertebrale con compressione delle
radici dei nervi provocando frequentemente dolore e formicolii lungo la
faccia posteriore della gamba (lombosciatalgia).
Esistono dei campanelli d’allarme per riconoscerla.
In presenza di dolore modesto, localizzato in regione lombare, è possibile
aspettare un paio di giorni per verificare la comparsa di un miglioramento.
Bisognerà invece rivolgersi subito al medico in caso di dolore intenso e
costante o se questo si irradia alle gambe, accompagnato a debolezza,
formicolii o alterazione della sensibilità degli arti inferiori. E’ possibile individuare
la causa lavorativa del mal di schiena con un’accurata ricostruzione della
storia lavorativa, verificando la capacità di effettuare determinati movimenti,
controllando i riflessi, ed eseguendo particolari manovre.
La posa del materiale di copertura è un’operazione che richiede frequenti
Dott. Daniele Mattia specialista in
medicina del lavoro
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Opera News - Periodico di Informazione Edile
sollevamenti del materiale (tegole, coppi, lastre, mattonelle, ecc.) per cui
bisogna evitare sollevamenti, pose e torsioni a schiena flessa. I posatori
non devono inoltre collocare gli elementi molto lontani dal corpo. E’ fondamentale infatti, evitare di effettuare il sollevamento e la posa mantenendo
la schiena flessa per periodi prolungati.
La posizione più corretta per la posa degli elementi di copertura è quella
accucciata o con un solo ginocchio o con entrambe le ginocchia appoggiate, ricordandosi però di cambiare spesso posizione delle ginocchia e
comunque alzarsi in piedi per sgranchirsi gambe e schiena appena se ne
avverta la necessità.
Quali accorgimenti prendere in casa? Si potrebbe cominciare dal non sprofondare in una poltrona troppo morbida e con l’usare a letto una rete rigida,
un materasso che non si deformi ed un cuscino non troppo alto. Quando
andiamo in macchina inoltre è bene non inclinare troppo lo schienale, cercando di appoggiare bene tutta la schiena ed il collo. Ricordiamo che effettuare
una semplice attività fisica mantiene in forma la colonna vertebrale. Per la
lombalgia, ancor più che per altre malattie, vale il principio della medicina
del lavoro secondo cui la miglior cura è sempre la prevenzione.
Per ulteriori informazioni scrivere a:
[email protected]
www.opera-adesivi.it
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L’esperto risponde - a cura di Luca Troiano, Responsabile Tecnico di Opera
Le domande frequenti dei posatori
1) E’ indispensabile realizzare giunti di frazionamento su un pavimento?
Lo è sia in interno, ogni 16 mq, sia in esterno ogni 9
mq. Ogni materiale sollecitato al calore tende a dilatarsi. Questo cambiamento è direttamente proporzionale al coefficiente di dilatazione termica lineare del
materiale, alla sua area e alla temperatura. Realizzare
giunti di frazionamento permette alla tensione che si
crea nella pavimentazione, derivante dalla somma di
tutte le dilatazioni, di scaricarsi in un punto predefinito. Questo evita che le tensioni eccedano e facciano
comprimere le superfici fino a causarne il distacco. Si
rimanda al Ciclo applicativo Giunti di Frazionamento
di Opera per ulteriori dettagli.
?
2) Posso addittivare il collante RT Universal
per renderlo più flessibile?
No. Addittivando il collante RT Universal con lattice
creerebbe uno sbilanciamento tra le proporzioni di leganti, inerti ed additivi. Così facendo, dunque, le performance non migliorerebbero ma, anzi, finirebbero
col peggiorare. Nel caso la posa necessiti di resistenze meccaniche superiori a quelle dell’RT, si consiglia
di consultare il catalogo Opera, orientandosi su adesivi come N2+ Isoflex.
3) Devo obbligatoriamente utilizzare Scudoband sui giunti perimetrali di una terrazza?
E’ ormai radicata la consuetudine di risvoltare la rete
in fibra di vetro sul giunto perimetrale per poi impermeabilizzarla con scudo. Tale operazione comporta
il grande rischio di micro cavilli nel punto critico, che
metterebbe a repentaglio la buona riuscita dell’impermeabilizzazione. Per evitare che ciò accada e per
poter realizzare un angolo retto da rivestire successivamente con il battiscopa é altamente consigliabile
?
realizzare tali giunti con Scudoband o Scudoband
adesivo.
4) Perché in alcuni casi è altamente consigliato posare con il metodo della doppia spalmatura?
Con questa pratica si stende l’adesivo, oltre che sul
supporto, anche sul retro della mattonella da posare.
La doppia spalmatura serve per evitare che vi siano punti vuoti sotto la piastrella, visto che tutta la sua
superficie viene riempita e coinvolta dall’adesivo. E’
altalmente consigliata nella posa dei grandi formati e nella posa in esterno. In questo ultimo contesto
l’assenza di nidi dove l’acqua possa deposistarsi e
gelare mette al sicuro la buona tenuta nel tempo del
pavimento.
5) Gli adesivi in categoria C1 sono idonei per
la posa di gres porcellanato?
Le normative ad oggi in vigore impongono di testare
gli adesivi con provini in gres porcellanato su suppoti in cls, al fine di conseguire la marchiatura CE del
prodotto. Ne consegue che un adesivo marchiato
C1 indica necessariamente il superamento con successo delle resistenze meccaniche allo strappo, con
risultati superiori ai 0,5 N/mm2. Per tale ragione si
potrebbe quindi dire che questo adesivo il classe C1
sia idoneo alle applicazioni sul gres porcellanato. La
nostra esperienza ci porta però a chiedercirsi se tali
resistenze siano veramente sufficienti a garantire che
la pavimentazione rimanga incollata nel tempo. Ecco
perché siamo soliti consigliare per le pose del gres
porcellanato adesivi in categoria C2, la cui resistenza
di adesione è più di due volte superiore.
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Trattamento dati a norma di legge 30 Giugno 2003, n. 196 sulla Privacy
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