Appropriatezza e digitale, due grandi temi di approfondimento e

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Appropriatezza e digitale, due grandi temi di approfondimento e
Aprile 2016 - anno XII n. 4
www.dental-tribune.com
Appropriatezza e digitale, due grandi
temi di approfondimento e confronto
Scovolini
TePe
Qualità e
semplicità in
ogni dettaglio
al XXIII Congresso Nazionale Collegio dei Docenti di Roma
Lingotto di Torino (17-19 marzo), abbondantemente commentato in
questo numero, avente come oggetto lo stesso tema dibattuto ormai
da tempo, al punto da diventare di stringente attualità.
> pagina 32
AD160006IT
Il titolo scelto dal XXIII Congresso Nazionale del Collegio
Docenti Universitari di Discipline Odontostomatologiche
“Choosing wisely, un percorso per l’appropriatezza di Odontoiatria” – che si terrà a Roma dal 14 al 16 aprile – non può
non richiamare l’importante Congresso svoltosi di recente al
2000 congressisti
a Torino per la SIdP
#WOHD16
Domenica 20 marzo 2016 migliaia
di professionisti del dentale in tutto
il mondo si sono riuniti idealmente
per celebrare il World Oral Health Day
(WOHD), ossia la Giornata mondiale
della salute orale, mettendo al centro
dell’attenzione il concetto di quanto
sia importante avere una bocca in
buone condizioni. Per l’occasione la
FDI World Dental Federation ha creato
una nuova interessante documentazione e per la prima volta un gioco per
smartphone chiamato Mad Mouths.
Lanciato a marzo, il gioco sida i giocatori a spazzolar via il maggior nume-
NEWS & COMMENTI
I temi e gli articoli più cliccati su
www-dental-tribune.com
BENESSERE & SALUTE ORALE
Emergenza diabete
I prossimi appuntamenti
ro di virus di placca e cibo prima che
il tempo del gioco si esaurisca, sottolineando così i numerosi vantaggi legati al lavaggio dei denti.
> pagina 2
La ceramica risplende sulla tavola.
presenti nella saliva di soggetti portatori
di apparecchi ortodontici mobili
G. Currò, G. Bilello
Fino a pochi decenni addietro, il
fenomeno dell’esposizione a basse
concentrazioni di agenti tossici era
considerato soltanto un problema
di igiene ambientale. In realtà vari
studi1-5 hanno approfondito, grazie
al monitoraggio biologico, il concetto di “esposizione a basse dosi” di
agenti tossici o elementi in tracce:
pertanto nei suddetti studi, gli autori
concludono che le “basse dosi” corrispondono a una esposizione tale che
le concentrazioni della sostanza in
esame si mantengono, nei luidi biologici (per la popolazione esposta), al
di sopra dei valori massimi di riferimento (stabiliti per la popolazione
generale) e al di sotto dei valori-limite biologici.
Lo studio dei metalli in tracce nell’organismo6,7 presenta almeno due ordini di problemi: 1) la dificoltà nel
quantiicare i valori deiniti “normali”
6
INFOPOINT
> Leggi l’articolo a pagina 3
Analisi sperimentale
degli ioni metallici
Introduzione
2
o di riferimento all’interno dei liquidi
biologici; 2) l’assenza di metodiche di
studio e di ricerca attendibili.
L’esposizione a metalli in tracce, si
veriica non solo in ambito lavorativo, come si riteneva, ma ubiquitariamente; componente importante è
rappresentata dalla sorgente ambientale (biosfera), acque potabili, alimenti,
prodotti industriali, abitudini di vita,
presenza di protesi corporee o dentali
con componenti metalliche8-10.
L’elenco dei prodotti nei quali possono
trovarsi tracce di elementi metallici è
molto lungo: prodotti industriali tra
i più vari, come sostanze alimentari,
liquide e solide (caramelle, chewin
gum, pasta, pane, dolci, cibi in scatola),
strumenti di cottura alimentari, contenitori per vini, oli e acqua, pentole da
cucina, macchine e utensili casalinghi,
posateria.
Il Composito brilla nello Studio Dentistico.
Il Futuro è Oggi.
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39
2
News & Commenti
Dental Tribune Italian Edition - Aprile 2016
Scegliere con saggezza
(choosing wisely)
“Saggezza” è la capacità
propria di chi è in grado
di valutare in modo
corretto, prudente ed
equilibrato le varie
opportunità, optando di
volta in volta per quella
più proicua, secondo
la ragione e l’esperienza (da Wikipedia).
Due eventi italiani di rilievo culturale –
quali il Congresso di marzo della SIdP a
Torino, e il Collegio dei Docenti di aprile a
Roma – hanno scelto un tema comune:
l’appropriatezza delle cure, associandolo
GROUP EDITOR - Daniel Zimmermann
[[email protected]] +44 161 223 1830
entrambi al marchio della Fondazione
Choosing Wisely. Sandra Vernero, medico
anestesista rianimatore, nella sua lettura
inaugurale del XIX Congresso SIdP spiega il
concetto di appropriatezza clinica «come la
prestazione giusta, nel modo, al momento e
al paziente giusti: appropriata è una procedura se i beneici derivanti superano i rischi
per quel particolare paziente» (si veda pag.
4). Il progetto “Fare di più non signiica fare
meglio – Choosing Wisely Italy”, di cui in
Italia è coordinatrice, si propone di favorire
il dialogo dei medici e di altri professionisti
della salute con i pazienti e i cittadini su
esami diagnostici, trattamenti e procedure
a rischio di inappropriatezza, per giungere
a scelte informate e condivise. Curioso e
lodevole che oggi il tema sia così sentito
dagli enti formativi più prestigiosi. Perché,
quando si insiste per ribadire con fermezza
(e insistenza) una condizione imprescindibile, forse ci sono state troppe lacune (nella
pratica medica e odontoiatrica). Lodevole
perché l’odontoiatra-medico si riconquista
spazio, autorevolezza e iducia, partendo
da una diagnosi accurata e individuale. La
diagnosi è trattata per lo più come “sistema
diagnostico”, di cui la moderna tecnologia
fa parte, dando un ottimale contributo.
Per abbracciare la ratio di Choosing Wisely
il momento centrale è il dialogo con il paziente. Se appropriatezza e saggezza sono
intesi come prevenzione legale, sarebbero
riduttivi. Il colloquio con il paziente, che
parte da una saggia interrelazione umana,
è la base vincente per decidere qualsiasi piano di trattamento (e percorso diagnostico).
Un eccellente strumento di marketing che
favorisce il passaparola e non ha eguali.
Quanto tempo dedicare?
Il presidente FDI, Patrick Hescot, ha dichiarato a tal proposito: «Siamo lieti di aver
avviato nel 2016 una campagna di questo genere, che invita la popolazione di tutto il mondo a prendersi cura della salute della propria bocca, non solo per chi vuole sfoderare un bel sorriso ma per la propria salute in generale». Aggiunge Edoardo Cavallè, odontoiatra, consigliere FDI: «Le malattie orali colpiscono 3 miliardi e
900 milioni di persone al mondo di cui tra il 60 e il 90 per cento di bambini affetti da carie. Ciò nonostante – sottolinea – vi è una totale o carente comprensione
del ruolo fondamentale che la bocca gioca nell’economia di una salute generale».
In occasione della Giornata mondiale della salute orale, anche un video trasmesso su YouTube ha sollecitato i pazienti a trascorrere 2 minuti due volte al giorno
concentrati sul lavaggio dei denti, mentre la FDI esortava i professionisti a condividere il video con i pazienti e attraverso i social media. Da Ginevra, il 20 marzo,
la prevenzione è stata quindi al centro dell’attenzione grazie alla Federazione Internazionale del Dentale (FDI), che annovera 130 Paesi con un milione di dentisti
raccolti in oltre 200 organizzazioni. Alla campagna, oltre 40 Paesi di cinque continenti hanno dato il loro contributo sostanziale costituendo un buon esempio di
quanto “altri” Paesi e organizzazioni odontoiatriche potrebbero fare per diffondere una buona salute orale. In Italia in venti piazze di altrettante città i dentisti
dell’Associazione Italiana Odontoiatri hanno offerto consigli sulla prevenzione
e su come un rapporto continuo con il dentista eviti o contenga la comparsa di
carie, di piorrea e altre patologie dolorose e costose connesse all’invecchiamento
e a scorretti stili di vita, non solo alimentari (fumo e sedentarietà). La gente ha
potuto dialogare con i dentisti sotto i gazebo non solo di questi punti ma anche
a proposito degli ultimi avanzamenti della ricerca. A Pavia e in altre città d’Italia
gli odontoiatri si sono recati nelle case di riposo per effettuare visite gratuite ai
pazienti. A Vicenza l’appuntamento è stato issato nella casa circondariale con i
detenuti, nelle Università di Foggia e nell’Università Cattolica-Policlinico Gemelli
di Roma si sono svolti incontri aperti al pubblico.
Il clou quest’anno si è svolto in Sardegna. A Sestu, alla Corte del Sole e a Sassari,
presso la Galleria Auchan, un appuntamento signiicativo: nove ore di dialogo,
visite gratuite, dimostrazioni e in contemporanea visite nelle case di riposo con il
presidente dell’assemblea della Federazione Internazionale di Odontoiatria, FDI,
Gerhard Seeberger, dentista italiano e sardo di adozione. «La Giornata ha sempre
avuto una speciale attenzione per i giovani, ma non si può trascurare l’impatto
della povertà e della crisi su anziani e fragili – ha detto Seeberger –. L’odontoiatria e chi ne ha maggiormente bisogno è a un bivio in Italia e in Sardegna: negli
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Patrizia Gatto
Le celebrazioni della Giornata mondiale
della salute orale 2016
< pagina 1
CLINICAL EDITOR - Magda Wojtkiewicz
ultimi 3 anni la nostra regione
si è spopolata di un 16 per cento
di residenti, tutti giovani con un
titolo di studio che sono andati a
lavorare in Nord Europa, Spagna,
USA e Sudamerica. Un giovane
in meno da curare in Italia – dice
– spesso equivale ad anziani,
suoi genitori, più soli. Persone
delle quali il welfare non può
dimenticarsi». Sotto i gazebo gli
odontoiatri hanno spiegato tre
importanti novità. In primo luogo, da quest’anno per legge si può perdere la patente se si soffre di apnee ostruttive (OSAS), cioè di quella patologia che spinge a
russare in modo molto forte la notte e nasce spesso non dal susseguirsi di raffreddori o infezioni respiratorie ma da un palato stretto e mandibola piccola dove i
“difetti” possono accentuarsi da vecchi ma possono scoprirsi da giovani.
«Dopo l’adolescenza, il dentista può identiicare il futuro russatore prima che
il problema insorga e che, con le dificoltà respiratorie nel sonno, crei problemi
d’insonnia e addormentamenti repentini alla guida dell’auto», spiega Enrico Lai,
responsabile formazione nazionale di AIO che ha fatto gli onori di casa sotto il
gazebo a Sestu. E continua: «Arrivano anche linee guida che impongono a tutti
l’uso della diga durante l’intervento, strumento che consente al dentista di tenere
pulita l’area di lavoro, azzerando il rischio di contaminazione batterica del dente
e riducendo il rischio fra paziente e dentista. Inine, per evitare la legionella, sono
allo studio linee guida nazionali.
Una buona salute della bocca non vuol dire solo un bel sorriso, ma la base per
benessere generale. La Giornata mondiale è sta un’occasione per sottolineare che
3,9 miliardi di persone soffrono di malattie della bocca (tra cui tra il 60 e il 90 per
cento bambini con carie). Ciò nonostante manca la coscienza del ruolo ricoperto
dalla salute della bocca sul benessere dell’organismo.
Il tema della scarsa sensibilizzazione, riferita alle parodontiti, ha costituito uno
dei leitmotiv del Congresso SIdP, svoltosi al Lingotto. E per ovviare alla scarsa o
nulla conoscenza dei rischi insisti nella piorrea ha spinto la società scientiica ad
annunciare un’offensiva comunicativa su larga scala, per far conoscere al grosso
pubblico un’affezione “subdola ” come la parodontite.
Dental Tribune
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Accounts); Melissa Brown (International); Antje
Kahnt (International); Peter Witteczek (Asia Pacific);
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(North America); Hélène Carpentier (Europe);
Barbora Solarova (Eastern Europe)
EXECUTIVE PRODUCER - Gernot Meyer
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Dr Karl Behr, Germany – Endodontics
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Dr Howard Glazer, USA – Cariology
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Dr Ziv Mazor, Israel – Implantology
Prof Dr Georg Meyer, Germany – Restorative
Prof Dr Rudolph Slavicek, Austria – Function
Dr Marius Steigmann, Germany – Implantology
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Anno XII Numero 4, Aprile 2016
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G.M. Nardi, F. Peradotto, A. Ruspa, S. Sabatini,
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S. Vernero
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odontoiatrica riferentesi ad ambiti diversi (Business, News, Topics, Products ecc.).
Grazie alla rilevazione statistica siamo in grado di accennare ad alcuni andamenti signiicativi nella lettura e, in genere, nell’attenzione che i lettori riservano alle
notizie da noi pubblicate sul web. Premesso che dal confronto tra l’anno 2014 e quello successivo emerge un aumento del 44% nell’utenza e del 14% per quanto riguarda
le pagine visualizzate, più precisa appare la rilevazione
in dettaglio. Se all’interno delle diverse sezioni in cui il
sito è suddiviso, la sezione “Products” ha registrato un
incremento del 10%, nell’ambito delle sezioni cliniche, la
specialità che ha avuto il più alto aumento di visualizza-
zioni è “Hygiene”, con un crescita, rispetto al 2014, del 30%. Tra le tematiche cliniche più visualizzate si segnalano le sezioni “General Dentistry” e “Implantology”,
mentre nel 2015 l’articolo più visualizzato è stato un commento dell’avvocato
Alberto Pezzini dal titolo “La protesi fatta dal dentista? È frutto di attività intellettuale, quindi non necessita di dichiarazione di conformità”. Se si prendono inine in considerazione i primi due mesi del 2016 e li si confrontano con i medesimi
dello scorso anno, si riscontrano un aumento del 20% circa degli utenti e uno del
7% circa nella visualizzazione di pagine.
Le tematiche cliniche più seguite? “General Dentistry”, “Hygiene” e “Implantology”.
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Speciale SIdP
Dental Tribune Italian Edition - Aprile 2016
3
Il Presidente Claudio Gatti regista
di un evento di grande richiamo
si rechi dal dentista e pretenda un check-up
specifico (PSR) per le malattie parodontali;
8. quando possibile curare, non estrarre i denti
compromessi dalla parodontite (piorrea);
9. non inserire mai impianti se non è stata diagnosticata e trattata la parodontite (piorrea);
10. seguire tutti i pazienti con controlli periodi-
ci e sedute professionali di igiene orale per
mantenere i risultati nel tempo, con attenzione a quelli trattati anche con impianti.
Dental Tribune Italia
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Dal 17 al 19 marzo si è svolto il XIX
Congresso della Società Italiana
di Parodontologia (SIdP), la sala
dell’Auditorium del Lingotto di Torino si è riempita ino all’inverosimile
di una folla attratta dalla serietà della società, ma anche dall’appropriatezza, tema d’attualità affrontato da
vari punti di vista.
Il pienone nella sala dell’Auditorium
Lingotto, provocato in genere da musica di alto valore, stavolta è scaturito
da “alta” odontoiatria, che ha richiamato a Torino almeno duemila tra
dentisti, igienisti, studenti, delegati,
cui ha corrisposto l’altro raggruppamento confortante delle aziende
espositrici. Al di là della buona fama
SIdP, ha giocato da richiamo il problema “parodontite”, malattia tra le più
diffuse al mondo. Non tutti però la
conoscono, patologia subdola quindi,
meritevole di attenzione, non solo tra
i pazienti potenziali, ma paradossalmente anche tra i dentisti.
Dal presidente della SIdP, Claudio
Gatti, apprendiamo qualcosa di più
sul perché di un tema come l’appropriatezza. «In un mondo che cambia
velocemente – dice – è necessario cogliere le istanze della popolazione e
affrontare, anche per l’odontoiatria,
le tematiche che riguardano l’appropriatezza, ovvero la misura di quanto una scelta o un intervento diagnostico o terapeutico sia adeguato
rispetto alle esigenze del paziente e
al contesto sanitario. È appropriato
– spiega ancora Gatti – nel momento in cui risponde il più possibile al
contesto in cui si colloca, ai criteri
di eficacia, sicurezza ed eficienza.
Per eficacia – precisa – si intende la
capacità di raggiungere l’obiettivo,
per eficienza di conseguirlo impiegando le risorse minime indispensabili. Una terapia eficace è anche
eficiente se il risultato è raggiunto
velocemente, in modo più semplice
e più economico».
Parlando del Congresso «l’obiettivo
è stato raggiungere uno standard di
terapia parodontale e, quando necessario, anche implantare, semplice ed eficace con impiego di procedure sicure e validate sgombrando il
campo da ciò che confonde e illude
il paziente». Per chiarire meglio il
suo pensiero, Gatti elenca le principali 10 regole “appropriate” nella
diagnosi e cura della piorrea emerse
dal Congresso:
1. evitare il sovra e sotto-utilizzo
e l’utilizzo scorretto di esami e
prestazioni terapeutiche;
2. ridurre esami diagnostici e trattamenti che non apportino beneici signiicativi ai pazienti;
3. utilizzare solo metodiche validate dalla comunità scientiica
internazionale;
4. prevenire le malattie parodontali (cioè dei
tessuti che sostengono i denti quali gengiva
e osso) attraverso una igiene orale adeguata;
5. evitare il fumo;
6. diagnosticare la gengivite e la parodontite
(piorrea) prima possibile;
7. se il paziente nota sanguinamento gengivale
Registriamo un’ ottima casistica di successi nei
trattamenti con i monconi Ot Equator, Sphero
Block e Sphero Flex di Rhein83.
Nella progettazione di un trattamento
overdenture o di una barra a supporto
implantare sappiamo che l’utilizzo di questi
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dell’odontoiatra e del paziente.
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4
Speciale SIdP
Dental Tribune Italian Edition - Aprile 2016
Lettura inaugurale del Congresso dedicata
al concetto di appropriatezza
Sandra Vernero (in foto), medico anestesista rianimatore, cofondatrice e vicepresidente
dell’associazione Slow Medicine e coordinatrice del progetto nazionale Fare di più non signiica fare
meglio – Choosing Wisely Italy, ha tenuto presso l’auditorium del Lingotto di Torino, la mattina di
venerdì 18 marzo la lettura inaugurale del XIX Congresso SIdP, dal titolo “Il concetto di appropriatezza
in medicina”, strettamente legato quindi al tema uficiale del Congresso “Appropriatezza delle cure
parodontali e implantari. Come e quanto”.
Ne riportiamo una sintesi, curata della stessa relatrice.
Il concetto di appropriatezza clinica prevede che venga effettuata la giusta prestazione, in modo
e al momento giusto e al paziente
giusto: si definisce appropriata
una procedura se i benefici derivanti superano i rischi per quel
particolare paziente. L’Institute
of Medicine degli USA nel 2001
ha sottolineato la necessità di
superare tre tipi di inappropriatezza clinica: il sovrautilizzo; il
sottoutilizzo; e l’utilizzo scorretto di esami o prestazioni terapeutiche. Ma in ambito clinico
fino a poco tempo fa la maggiore
attenzione è stata data al sottou-
tilizzo di prestazioni di efficacia
dimostrata.
Il sovrautilizzo di esami e trattamenti si configura invece come
un vero e proprio errore clinico,
che danneggia i pazienti sia direttamente – come nel caso delle
radiazioni ionizzanti in eccesso,
di molte procedure invasive, degli effetti collaterali dei farmaci
– sia indirettamente, attraverso
falsi positivi e sovradiagnosi, cui
conseguono ulteriori esami e interventi chirurgici, in un circolo
vizioso pericolosissimo. Esami e
trattamenti che spesso non apportano benefici, ma anzi espon-
gono i pazienti a rischi, rappresenta uno spreco di notevole
entità: negli USA si valuta che il
suo ammontare corrisponda ad
almeno il 30% della spesa sanitaria; e anche l’OMS ha stimato nel
2010 che una percentuale della
spesa sanitaria, compresa tra il
20% e il 40%, rappresenti uno
spreco causato da un utilizzo
inefficiente delle risorse.
ABIM Foundation, negli USA,
con la collaborazione di Consumer Reports, organizzazione indipendente di consumatori, ha
promosso nel 2012 l’iniziativa
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società scientifiche americane
a individuare ognuna una lista
di 5 esami o trattamenti sanitari comunemente utilizzati nella
propria specialità, il cui impiego
debba essere messo in discussione da pazienti e clinici.
L’adesione delle società scientifiche USA è stata molto alta: dopo
le prime 9 liste di test e trattamenti a rischio di inappropriatezza pubblicate ad aprile 2012,
risultano attualmente più di 70
le società che hanno presentato
una o più liste per un totale di
più di 400 pratiche.
L’unica raccomandazione che finora riguarda le cure dentarie
proviene dall’American College
of Medical Toxicology and American Academy of Clinical Toxicology: «Don’t remove mercurycontaining dental amalgams»,
che partecipa alla campagna
Choosing Wisely the American
Dental Association (ADA), la maggiore associazione non profit per
le cure dentarie in USA.
Anche in Italia, nonostante il livello di spesa pro capite per la
sanità risulti inferiore alla media
dei Paesi OCSE, è possibile evidenziare in molti settori un sovrautilizzo di risorse, che emerge
anche dal confronto con gli altri
Paesi, come l’utilizzo di esami
TC e RMN e quello di antibiotici.
Slow Medicine, associazione di
professionisti e cittadini per una
cura sobria, rispettosa e giusta,
ha pertanto lanciato in Italia a
fine 2012, in analogia all’iniziativa Choosing Wisely in atto negli
Stati Uniti, il progetto Fare di più
non significa fare meglio – Choosing Wisely Italy, che si propone
di favorire il dialogo dei medici
e degli altri professionisti della
salute con pazienti e cittadini su
esami diagnostici, trattamenti e
procedure a rischio di inappropriatezza in Italia, per giungere
a scelte informate e condivise.
Sono partner del progetto anche FNOMCeO, IPASVI, l’Istituto
Change di Torino, PartecipaSalute, Altroconsumo, la Federazione
per il Sociale e la Sanità della provincia autonoma di Bolzano.
Hanno aderito al progetto, a
febbraio 2016, più di 30 società
scientifiche mediche, oltre a società di farmacisti, di infermieri
e di fisioterapisti, e sono state
pubblicate 29 liste di esami e
trattamenti a rischio di inappropriatezza in Italia, per un totale
di 145 pratiche. È inoltre stato costituito il movimento Choosing
Wisely internazionale, coordinato da Choosing Wisely Canada
con l’università di Toronto, costituito da 17 Paesi tra cui l’Italia. Il
terzo incontro del gruppo internazionale si svolgerà a Roma nei
giorni 11-13 maggio 2016.
A cura di Sandra Vernero
Speciale SIdP
Dental Tribune Italian Edition - Aprile 2016
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L’offensiva mediatica della SIdP
Per far conoscere i rischi di una malattia subdola
Al termine della lettura inaugurale di Sandra Vernero dedicata all’inappropriatezza, vero leit motiv
del Congresso, e la lettura magistrale dell’ex presidente Maurizio
Tonetti sull’efficienza ed efficacia
delle terapia parodontali, si sono
alternati, nella giornata di venerdì 18, gli interventi incentrati su
diverse forme di inappropriatezza in vari ambiti. Da quella relativa alle procedure diagnostiche
(Trombelli, Minenna, Paolantoni)
a quella nelle terapie riabilitativoimplantari del paziente parodontale (Gianserra, Landi e Vaia), fino
al trattamento del difetto osseo
parodontale e alveolare (Cortellini, Ferrarotti, Manfrini). L’ultimo
approfondimento sul tema del
Congresso è stato, sabato mattina, quello di Cairo, Cavalcanti e
Masiero con l’appropriatezza del
trattamento dei deficit dei tessuti
molli e implantari.
Unanimi le impressioni raccolte
sul valore del Congresso, sull’organizzazione assai curata e sul
catering, e concordanza sul fatto
che ogni relazione è stata presentata in maniera esaustiva, seguendo criteri degni di un congresso
internazionale, anche se qualcuno avrebbe voluto relazioni non
così impostate sulla scientificità,
perché un taglio super scientifico giustifica il fatto che molti
dei relatori, impegnati in molte
pubblicazioni, si rivelano poi più
ricercatori che clinici, mentre chi
viene a un evento vuole andare a
casa portandosi dietro qualcosa
da usare il lunedì mattina sul paziente.
Il Congresso è stato occasione di
parlare della SIdP e della sua politica formativa. Partendo dalla
constatazione che a frequentare
i congressi, in fondo, sono quasi sempre i soliti, ecco la Società
muoversi verso il territorio con
i cosiddetti “Progetti formativi”,
attività in generale assai apprezzata perché, per loro tramite, l’attività di informazione si allarga
sul territorio, raggiungendo i più
“lontani” con il “Progetto Diagnosi”, oppure “Chirurgia” o ancora
con il “Progetto Diga”, che in una
settantina di incontri ha fatto
aumentare il numero delle dighe
vendute.
Gran finale, tuttavia, con l’annuncio dell’offensiva mediatica, a
cura del presidente-regista, nella
consapevolezza che, pur essendo
la malattia parodontale una delle
più diffuse al mondo, altrettanto diffusa è l’ignoranza della sua
gravità.
«La popolazione italiana è disorientata da messaggi anche truffaldini – denuncia Gatti –. Basta
pensare che il 40% di coloro che
sono affetti dalla parodontite (ossia il 30% degli italiani) pensa di
poter combattere la malattia con
collutori ed erbe». Stando così le
cose e in ottemperanza alle finalità indicate dall’art. 2 dello
Statuto, viene annunciata una
campagna di comunicazione in
grande stile sul nuovo portale web
(www.gengive.org) per fornire
delucidazioni sulle dieci cose essenziali che bisogna sapere. Ma
soprattutto attraverso le tre reti
Rai, perché Gatti ha annunciato
ben 800 passaggi per oltre 125 mi-
lioni di contatti. Trasmetteranno
un messaggio agile, di 15 secondi,
proiettato in anteprima nell’Auditorium, la cui efficacia sta nell’incisività, ma anche nell’autorevolezza. Non solo perché proviene
dalla SIdP, «ma perché non verrà
mai mescolato – ha puntualizzato
Gatti – ad altri messaggi a carattere commerciale».
Syra, la risposta semplice.
Dal paziente completamente edentulo alla riabilitazione singola,
l’impianto Syra semplificherà il tuo lavoro. Come?
Con la connessione unica, con la possibilità di scegliere spira
e superficie più adatta ad ogni caso clinico, con la protesi Skin,
anodizzata rosa, che minimizza la trasparenza sotto i tessuti molli.
Riscuotendo l’entusiasmo dei clinici un gruppo di implantologi
selezionato dal dott. Cannizzaro di Pavia ha dato vita al Syra Team,
uno study group che attualmente sta eseguendo un trial clinico
randomizzato multicentrico su protocollo del dott. Marco Esposito,
Editor dello European Journal of Oral Implantology.
sweden-martina.com
m.boc
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Benessere & Salute Orale
Dental Tribune Italian Edition - Aprile 2016
Alimentazione e salute orale
Sebbene gli alimenti per lungo
tempo siano stati considerati, insieme alla scadente igiene orale, tra
i principali responsabili di patologie da infezione assai diffuse quali
carie e gengivite/parodontite, già a
partire dagli anni ’80, tuttavia, si è
identiicato un loro potenziale ruolo protettivo nei confronti di tali
patologie orali. Si tratta prevalentemente di alimenti di origine vegetale e si è identiicata nella presenza di polifenoli la loro principale
azione antimicrobica. La funzione
isiologica svolta dai polifenoli nei
vegetali si esplica prevalentemente
con azione antiossidante (in questo
caso a protezione dalle radiazioni solari a cui è esposta la pianta)
e antibatterica/antifungina; perciò, non a caso, le stesse funzioni
sono esplicate anche nell’uomo.
Tra questi alimenti vegetali sono
inclusi: tè, caffè, caffè d’orzo, cioccolato, uva, vino rosso (assai più
ricco di polifenoli rispetto al vino
bianco), mirtillo rosso (cranberry),
radicchio rosso di Treviso, il fungo
edibile Lentinus edodes. Numerosi
studi in vitro hanno dimostrato che
la loro azione antimicrobica non si
esplica con un meccanismo simil-
antibiotico (inibizione della crescita e/o uccisione dei germi), ma prevalentemente attraverso un’azione
di contrasto dell’adesione batterica alle superici del dente e delle
gengive, nel favorire il distacco dei
batteri già adesi dalle superici biotiche o abiotiche, un’azione anti e/o
disgregante il bioilm microbico
(la principale modalità attuata dai
batteri per instaurare il processo
infettivo), o mediante la inibizione di fattori di virulenza di batteri odonto- e parodonto-patogeni1.
Nostri recenti studi molecolari
hanno dimostrato che i polifenoli si legano a importanti strutture
di supericie dei batteri odonto- e
parodonto-patogeni, impedendo in
tal modo l’adesione e la formazione
del bioilm microbico2 . Questi studi
in vitro hanno condotto a scoperte di grande interesse nell’uomo:
studi epidemiologici hanno dimostrato che chi fa ampio uso di alimenti contenenti polifenoli ha una
migliore salute orale (per esempio i
bevitori di tè), mentre nostri studi
molecolari hanno dimostrato che
bevitori moderati di vino o di caffè
hanno una popolazione microbica
orale meno varia rispetto ai bevito-
© shutterstock.com
Caterina Signoretto e Pietro Canepari, Università di Verona
ri di sola acqua, ma soprattutto una
ridotta popolazione e varietà di batteri strettamente anaerobi (responsabili della gengivite/parodontite) nella
loro placca sottogengivale3. Inine,
alla luce di tutte queste scoperte, sono
stati effettuati vari studi in cui estratti di alimenti parzialmente puriicati
o composti puriicati dimostratisi
attivi in vitro sono stati utilizzati in
formulazione di colluttori impiegati
nella quotidiana igiene orale, e si è
valutata la loro capacità nel ridurre
il conteggio di patogeni orali o nel
bibliograia
1. Signoretto C., Canepari P., Stauder M., Vezzulli L., e Pruzzo C. Functional foods and strategies contrasting bacterial adhesion. Curr.
Opin. Biotechnol.: 23, 160-167, 2012.
2. Signoretto C, Marchi A, Bertoncelli A, Burlacchini G, Papetti A,
Pruzzo C, Zaura E, Lingström P., Ofek I., Pratten J., Spratt D.A., Wilson M., Canepari P. The anti-adhesive mode of action of a puriied
mushroom (Lentinus edodes) extract with anticaries and antigingivitis properties in two oral bacterial pathogens. BMC Complement.
Altern. Med. 2014 Feb 24;14:75. doi: 10.1186/1472-6882-14-75.
3. Signoretto C., Bianchi F., Burlacchini G., Sivieri F., Spratt D. e Canepari P. Drinking habits are associated with changes in the dental
plaque microbial community. J. Clin. Microbiol.: 48 (2), 347-356, 2010.
4. Signoretto C., Burlacchini G., Marchi A., Grillenzoni M., Cavalleri
C., Ciric L., Lingstrom P., Pezzati E., Daglia M., Zaura E., Pratten J.,
Spratt D.A., Wilson M., e Canepari P. Testing a low molecular mass
fraction of a mushroom (Lentinus edodes) extract formulated as an
oral rinse in a cohort of volunteers. J. Biomed. Biotechnol., 2011, doi
10.1155/2011/635348.
migliorare il Plaque- o il GingivalIndex 4 . I diversi studi ino ad ora effettuati hanno condotto a risultati
assai incoraggianti e al brevetto per
l’uso di estratti vegetali in formulazioni di ausilio alla quotidiana igiene orale. Solo per sottolineare quale
sia l’interesse generale per questi
studi, vale la pena evidenziare che
nell’ambito del VI Programma Quadro la Comunità Europea ha investito su queste tematiche – negli anni
2005-2010 – ben oltre 2 milioni di
euro per un progetto di ricerca, denominato “Nutrident”, a cui hanno
partecipato sette team appartenenti a prestigiose università europee e
uno israeliano, inclusi gli scriventi
dell’Università di Verona. Inine, è
utile sottolineare come questi studi possano avere anche importanti
ricadute pratiche nel campo dell’infettivologia e, in particolare, nel
campo della terapia antimicrobica.
Come è, infatti, ben noto, l’impiego massivo di antibiotici ha condotto all’insorgenza di stipiti batterici
multi- o addirittura pan-resistenti
con drammatiche ricadute negative.
La ricerca di nuovi antibiotici attivi è
sempre più dificile e costosa, e l’inserimento di nuovi antibiotici nel
prontuario terapeutico si fa oramai
eccezionale. Il meccanismo d’azione
descritto per i polifenoli, diverso da
quello degli antibatterici classici che
viene esplicato mediante il blocco
divisionale o la uccisione batterica, apre il percorso verso un nuovo
approccio terapeutico che prevede
il blocco/interferenza con i soli fattori di virulenza del patogeno (la
cosiddetta “antivirulence therapy”).
Ciò potrebbe portare alla riduzione
dell’insorgenza di stipiti batterici
antibiotico-resistenti e quindi possibilmente ridimensionarne l’attuale
drammatica incidenza.
Emergenza diabete: la prevenzione
passa anche dai dentisti
Un’arancia al giorno potrebbe togliere il medico di torno, soprattutto in caso di diabete. È
questa, in sintesi, una delle conclusioni a cui
sono giunti unanimemente diversi ricercatori
provenienti da ogni parte del mondo e riunitisi all’ultimo simposio internazionale organizzato a Barcellona lo scorso novembre dal
Joslin Diabetes Center, la più importante organizzazione mondiale che si occupa di clinica e
ricerca nell’ambito del diabete.
Numerosi studi hanno dimostrato la correlazione tra diabete e parodontiti, convenendo che la
salute del cavo orale e una dieta ricca di antiossidanti – veri e propri elisir per il nostro organismo come, ad esempio, la vitamina C – possano
aiutare a ridurre l’incidenza della cosiddetta
“malattia del benessere” e a combattere l’insorgenza dei problemi a essa legati come, appunto,
la parodontite.
«Da questi nuovi approcci emerge innanzitutto il ruolo fondamentale dell’odontoiatra nella fase di prevenzione» commenta il dott. Ja-
copo Gualtieri, odontoiatra membro dell’EAO
(European Association for Osseointegration),
specializzato in implantologia e rigenerazione ossea, che opera tra Lucca e Milano. «Non
solo nell’individuazione precoce della patologia ma anche in merito all’indicazione di sane
regole alimentari, essendo ormai acclarati i
legami tra cibo, bocca (parodontite) e malattie conseguenti (come il diabete e le malattie
cardiovascolari). In particolare si sottolinea
l’importanza di un corretto stile di vita e di
una dieta a basso contenuto glicemico e ricca
di antiossidanti».
Una prevenzione, dunque, che passa innanzitutto dalla salute del cavo orale e dal ruolo di dentisti e igienisti che possono intervenire sia per
allertare i pazienti sulla possibile incidenza della malattia – intercettando i segnali clinici che
possono portare al diabete – sia per aiutare i pazienti già conclamati a ridurre notevolmente il
rischio di complicanze. Come riferisce la Società
Italiana di Parodontologia (SIDP), la parodontite
è stata deinita «la sesta complicanza
del diabete» e quindi i soggetti affetti
da questa patologia hanno un rischio
maggiore di sviluppare gengiviti e parodontiti.
I dentisti e gli igienisti dentali, oggi, ridiabete © moodboard
vestono un ruolo speciico nell’identiicare i pazienti a rischio diabete, i
cui maggiori fattori di rischio quali età, obesità,
dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come
insulinoresistenza e iniammazioni sono co«l’epidemia dei primi venticinque anni del terzo
muni alla malattia parodontale. Da uno studio
millennio» e richiede pertanto interventi concondotto su 2781 pazienti pubblicato nel 2015
tinui per prevenire o ridurre le complicanze
sul Journal of American Medical Association (a
cardiovascolari, neurologiche, oculari, renali e
cura della dott.ssa Andy Menke, epidemiologa
dentali a essa collegate. Sono cinque milioni i
al Social and Scientiic Systems di Silver Spring,
diabetici solo in Italia, più del doppio rispetto a
in Maryland) è infatti emerso che negli Stati
trent’anni fa, di cui il 65% con più di 65 anni di
Uniti, dove circa il 14% della popolazione è maetà. E se la sua incidenza è in continua crescita,
lata di diabete, grazie alla prevenzione orale e a
mentre tarda ancora ad arrivare una cura deinumerose campagne si sensibilizzazione, i casi
nitiva, l’arma migliore per contrastarne la sua
di mancata diagnosi sono scesi dal 40% nel peinsorgenza è la prevenzione.
riodo 1988-1994 ino al 31% tra il 2008 e il 2012.
Surgical Tribune
Il diabete è una patologia cronica deinita
Notizie dalle Aziende
Dental Tribune Italian Edition - Aprile 2016
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IDS
BlancOne® reinventa
lo sbiancamento dentale
Sicuro, facile, veloce, conveniente per tutti
BlancOne® è apparso nel panorama
degli sbiancamenti dentali nel 2010,
quando presentò il primo trattamento sbiancante biofotonico, in grado
di eliminare gli effetti collaterali tipici di questi trattamenti. Dopo aver
potenziato il trattamento medicale
BlancOne® ULTRA (HP 29%) lo scorso
anno, IDS ha recentemente presentato la nuova gamma di trattamenti
cosmetici, basata su perossido di carbamide al 16% (HP < 6%) e in linea con
la recente Direttiva Europea 2011/84/
UE. La nuova gamma include il trattamento completo in studio BlancOne®
TOUCH, la penna per uso domiciliare
BlancOne® STICK e BlancOne® CLICK,
il primo trattamento pensato per essere abbinato all’igiene dentale.
Basandosi su un’innovativa tecnologia
brevettata fotodinamica, BlancOne® è
riuscito a ridurre drasticamente sia i
tempi di contatto sia le concentrazioni
di perossido utilizzate. La possibilità di
produrre ottimi risultati in studio con
le basse percentuali normalmente utilizzate nei trattamenti domiciliari con
mascherine, apre nuovi scenari per lo
sbiancamento professionale. Tempi
ridotti a 10-20 minuti, assenza di protezione gengivale, mancanza di sensibilità (senza ricorrere ad agenti desensibilizzanti), costi contenuti, vogliono
avvicinare sempre più professionisti e
pazienti a una pratica destinata a cambiare veste: da occasionale a periodica.
In quest’ottica è stato sviluppato
BlancOne® CLICK, un trattamento studiato per offrire ai pazienti un richiestissimo upgrade subito dopo ogni
trattamento d’igiene dentale. Questo
trattamento infatti, grazie alla bassa
percentuale di perossido e a un pH isiologico, non richiede protezione gengivale e può essere eseguito anche in
caso di leggeri sanguinamenti. In soli
10 minuti si possono tipicamente ottenere 3-5 toni di miglioramento sulla
scala VITA Classic.
BlancOne® CLICK è un “entry level” ideale per avvicinare tutti i pazienti allo
sbiancamento. Una volta visti i risultati e l’assenza di sensibilità, è facile proporre al paziente un trattamento completo per aumentare e stabilizzare il
risultato. Con un costo inferiore a 10 €,
BlancOne® CLICK è anche un’ottima
opportunità per il marketing dello
studio che può promuovere pacchetti
igiene + sbiancamento a prezzi accattivanti per attirare nuovi clienti.
L’innovazione BlancOne® si è spinta
ben oltre i suoi trattamenti, IDS ha
sviluppato infatti l’app BlancOne®
PRO dedicata allo studio. Attraverso
questo strumento, l’operatore può
agevolmente interagire con il paziente,
mostrando i probabili esiti dello sbiancamento e un’ampia galleria di casi in
base al trattamento prescelto. L’app
gestisce automaticamente la scheda
www.blancone.eu
Fotoattivazione del gel sbiancante (luorescenza osservata attraverso un iltro).
paziente, registrando tono e foto prima e dopo. Inine, in base alle abitudini del paziente, è possibile programmare il follow-up del trattamento e le visite di controllo.
Il paziente avrà accesso a una sua area dedicata online, dove monitorare nel tempo
Sviluppo di ossigeno nel gel sbiancante foto attivato
(BlancOne® CLICK dopo 10 minuti).
il bianco del proprio sorriso. Un po’ come il tagliando programmato dalla nostra
auto, il paziente viene accompagnato attraverso un percorso volto a mantenere il
suo sorriso sempre bianco e luminoso nel tempo.
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Benessere & Salute Orale
Dental Tribune Italian Edition - Aprile 2016
Medicina e odontoiatria si interfacciano su molti livelli. La teoria
che infezioni sistemiche e infezioni orali siano strettamente correlate era materia nota sin dagli
inizi del Novecento. Con l’avvento
delle terapie antibiotiche questo
rapporto è stato in gran parte dimenticato. Fino a poco tempo fa, la
scoperta dei rapporti tra la malattia parodontale e disturbi cardiaci,
tra la salute orale materna e la nascita prematura di bambini hanno
portato a un cambiamento di prospettiva nelle interrelazioni tra il
diabete e le malattie parodontali
e nella relazione tra infezioni orali
e malattie respiratorie croniche,
e rapporto tra scheletrico e orale
densità minerale ossea, ha portato
un cambiamento di prospettiva.
La ricerca si è ora focalizzata sul
potenziale impatto delle malattie
parodontali sulla salute sistemica.
Pertanto, l’impatto delle infezioni
per via orale per la salute sistemica ha definito un romanzo filiale
in Parodontologia chiamato medicina parodontale.
Il legame tra la cavità orale e la salute generale è così correlato che si
può affermare correttamente, che
«La bocca è la finestra per la salute
del vostro corpo».
Il concetto di infezione focale è
sempre stato riconosciuto come
causa potenziale della malattia parodontale nell’insorgenza dell’endocardite batterica. Più di recente,
l’attenzione si è focalizzata sulla
sepsi orale e la sua relazione causale con altre patologie, come le malattie cardiovascolari, il diabete, le
malattie respiratorie, l’osteoporosi e gli esiti negativi in gravidanza. Pertanto, l’impatto di infezione orale sulla salute sistemica ha
ulteriormente definito la nuova
filiale di parodontologia definito
come «medicina parodontale».
I dati recenti che collegano malattie cardiovascolari e parodontite
indicano che quest’ultima può
provocare una risposta infiammatoria sistemica attivando una
fase acuta epatica. Questo avviene
presumibilmente a seguito della
comparsa sistemica di batteriemia
transitoria e ricorrente di origine
orale che è stata a lungo riconosciuta caratteristica delle infezioni
parodontali.
L’infezione parodontale rappresenta
una complicazione che può modiicare in modo sostanziale la isiologia
sistemica nei pazienti diabetici.
Il dosaggio delle IL1, citochine mediatori dell’infiammazione, può
risultare estremamente utile nel
migliorare la qualità di vita del paziente diabetico.
Inoltre, una serie di recenti studi
microbiologici ed epidemiologici
hanno suggerito una relazione tra
cattive condizioni di salute orale
e le malattie respiratorie soprattutto nei soggetti ad alto rischio.
Diversi meccanismi possono spiegare come i batteri orali possono
partecipare patogenesi delle infezioni respiratorie.
L’aspirazione di patogeni orali (P.
gingivalis, A. actinomycetemcomitans), risulta un fattore promovente delle polmoniti in particolare in
pazienti a ridotta capacità immunitaria. La malattia parodontale
e gli enzimi presenti nella saliva
possono modiicare le superici
mucose promuovendo l’adesione e
la colonizzazione di patogeni.
Ulteriori studi valutano gli effetti
della malattia parodontale in gravidanza e come possa essere un
campanello dall’allarme sull’osteopenia generalizzata.
La parodontologia sta entrando in
una nuova era. La ricerca suggerisce che questa patologia, spesso
© shutterstock.com
La bocca è la fi nestra
per la salute del nostro corpo
valutata solo per i danni locali a livello orale, è ben lungi dall’essere
solo un malattia orale.
La comprensione di questa corelazione è un passo cruciale per
i professionisti del dentale e per i
medici nel determinare l’approccio migliore per la cura del paziente. Pertanto, l’obiettivo di questo
lavoro è formare una coalizione
tra i medici che trattano la patologia orale e quelli che trattano con-
dizioni sistemiche, e creare uno
spazio di confronto sui nuovi dati
emergenti al fine di identificare le
indicazioni per le ricerche future.
La ricerca è stata pubblicata su: J
Med Life, 2013 June 15; «Influence
of periodontal disease on systemic
disease: inversion of a paradigm: a
review», M. Bansal, S. Rastogi, N.S.
Vineeth.
Airo, www.ricercaorale.it
Dental Tribune Italian Edition - Aprile 2016
Benessere & Salute Orale
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Quasi doppio il rischio di mortalità in pazienti
edentuli e affetti da malattie coronariche
Uppsala, Svezia – Nuove risultanze
derivanti da una ricerca internazionale indicano che per i pazienti
edentuli affetti da cardiopatia coronarica (CHD) il rischio di morte,
rispetto a pazienti dotati dei loro
denti, quasi raddoppia. Alla luce di
tali risultanze, concludono i ricercatori, la perdita dei denti potrebbe essere considerata un modo semplice e
poco costoso per identiicare pazienti ad alto rischio per i quali occorre
una maggior prevenzione.
Esaminando i dati di 15.456 pazienti
con CHD di 39 Paesi, i ricercatori hanno scoperto che la perdita dei denti è
collegata all’incremento del tasso di
mortalità. Le informazioni sui fattori psicologici e sociali, sul numero di
denti e gli stili di vita – quali fumo e
attività isica – sono state valutate tramite un questionario sottoposto agli
esaminandi all’inizio della ricerca.
Dei pazienti esaminati, circa il 16%
ha riferito di essere edentulo e al 40
circa mancavano metà denti. Una
perdita di denti più elevata è stata
riscontrata soprattutto in fumatrici
più anziane, meno attive, più sottoposte al rischio di diabete, con più
alta pressione sanguigna, un indice
di massa corporea più elevato e livello di istruzione inferiore.
Quanto al collegamento tra perdita dei denti e CHD, il gruppo degli
edentuli è sottoposto a un rischio
del +27% di eventi cardiovascolari (morte cardiovascolare, infarto
miocardico o ictus). Inoltre, per
i pazienti edentuli, il rischio di
morte cardiovascolare aumenta
dell’85%, dell’81% per altre cause di
morte e del 67% di ictus rispetto ai
pazienti dotati di denti.
«L’aumento di rischio è stato lineare con livelli più elevati nei pazienti
edentuli», conferma Ola Vedin, cardiologo presso l’Uppsala University
Hospital and Uppsala Clinical Research Center in Svezia, autore della
ricerca . I rischi di morte cardiovascolare e per altre cause sono quasi il doppio rispetto ai soggetti forniti di denti. Le malattie cardiache e le malattie
gengivali hanno in comune molti
fattori di rischio, quali fumo e diabete, fattore che abbiamo preso in considerazione nell’analisi, riscontrando
una relazione fra le due circostanze,
apparentemente indipendenti».
Anche se, numericamente, il rischio
d’infarto miocardico cresce con la
perdita di denti, la ricerca non ha
stabilito associazioni signiicative
tra il loro numero e il rischio di infarto al miocardio, «cosa abbastanza
sconcertante – dice Vedin – dato che
avevamo forti indicazioni di causaeffetto tra edentulia e altri esiti cardiovascolari, compreso l’ictus».
I risultati indicano tuttavia che i
meccanismi che portano alla perdita
dei denti (soprattutto la parodontite) possono produrre una prognosi
peggiore nei pazienti CHD. «Anche
se nella ricerca non è stato possibile
stabilire il rapporto di causa effetto,
la perdita di denti potrebbe essere
un modo semplice e poco costoso per identiicare i pazienti ad alto rischio,
bisognosi di maggior prevenzione», conclude Vedin. «Mentre non possiamo
ancora suggerire ai nostri pazienti di prendersi cura dei denti per ridurre i rischi cardiovascolari – continua –sono certi gli effetti positivi dell’uso di spazzolino e ilo interdentale, perché contribuiscono alla salute cardiovascolare.»
Nella ricerca sono stati esaminati pazienti per un periodo medio di 3,7 anni.
Il legame tra perdita dei denti e relative conseguenze è stato studiato tenendo
conto dei fattori di rischio cardiovascolari e dello status socio-economico. Nel
periodo di osservazione i ricercatori hanno riferito di 1.543 eventi cardiovascolari, 705 morti per tale causa, 1.120 morti per tutte le cause e 301 di ictus.
I risultati sono stati pubblicati online il 16 dicembre sull’European Journal of
Preventive Cardiology nell’articolo “Tooth loss is independently associated
with poor outcomes in stable coronary heart disease”, poco prima di andare
in stampa.
Dental Tribune International
10 Teknoscienza
Dental Tribune Italian Edition - Aprile 2016
Analisi sperimentale degli ioni metallici presenti
nella saliva di soggetti portatori di apparecchi
ortodontici mobili
Giuseppe Currò, Giuseppa Bilello
Università degli Studi di Palermo, Dipartimento di discipline chirurgiche oncologiche e stomatologiche
< pagina 1
Particolare attenzione è stata posta nel
tempo a determinati metalli, come ad
esempio il nichel, che è presente anche
nei materiali e nelle leghe utilizzate in
odontoiatria. Queste ultime possiedono un potenziale elettrochimico
che, interagendo con il nostro corpo,
dà luogo a un processo di ionizzazione. Questi ioni, una volta rilasciati
nell’ambiente orale, possono esplicare
azione tossica sia localmente che in
tutto l’organismo. Il rischio e gli effetti
determinati dal rilascio di questi ioni
metallici dagli apparecchi ortodontici
rimovibili, pone un problema di ordine igienistico e sanitario. Ricerche effettuate a questo scopo rivelano come
sia notevole la percentuale di pazienti
con reazioni avverse a materiali odontoiatrici riconducibili a metalli dentari
che sono in grado di rilasciare ioni nel
cavo orale11-15.
La presenza degli ossidi sulla supericie metallica delle leghe, ma soprattutto nel suo interno, è responsabile
di microfessurazioni del reticolo cristallino, e attraverso queste, i processi
di corrosione possono attivarsi anche
in profondità, rendendo quindi la lega
metallica un supporto microporoso,
in grado di favorire l’adesione della
placca batterica responsabile a sua volta della formazione di bassi valori di
pH, che favoriscono i processi di corrosione mediante gli ossidi presenti nel
metallo16,17. Oltre agli ossidi, negli alimenti possono essere presenti sostanze particolarmente aggressive come
cloruri e solfuri, che innescano, anche
sulle superici metalliche ad alto titolo
aureo, fenomeni di “Tarnish” o discolorazione a macchie, espressione di un
ulteriore, anche se minimo, fenomeno
di ossidazione18. Scopo del presente lavoro è l’analisi quantitativa e qualitativa dei residui di elementi metallici liberati nella saliva, in soggetti portatori
di apparecchi ortodontici rimovibili
con componenti metalliche, ponendo
il dato risultante in correlazione, per
quanto possibile, con l’ambiente esterno, l’attività lavorativa dei soggetti, le
abitudini di vita, l’età media, il tempo
di esposizione, e le caratteristiche del
manufatto ortodontico.
Materiali e metodi
Presso la sezione di Ortognatodonzia
del Dipartimento di discipline chirurgiche oncologiche e stomatologiche
del Policlinico “P. Giaccone” dell’Università degli Studi di Palermo, sono
stati selezionati 100 soggetti: 50 portatori di apparecchi ortodontici mobili
da almeno 1 anno, e nei quali era assente qualsiasi trattamento conservativo
in amalgama o trattamento riabilitativo protesico contenente metalli, e altri
50 soggetti selezionati come gruppocontrollo, non portatori di apparecchi
ortodontici mobili né trattamenti riabilitativi protesici contenenti metalli,
e senza trattamenti conservativi in
amalgama né altri elementi metallici nel cavo orale; i pazienti-controllo
erano confrontabili, per età e sesso, e
per zona di residenza, al campione di
soggetti portatori di apparecchi ortodontici mobili preso in esame.
Nella seconda fase della metodologia
si è proceduto con la somministrazione di un questionario (Fig. 1), introdotto in forma anonima, sull’attività lavorativa, sulle abitudini di vita (fumo,
igiene orale, alimentazione, ecc.) atto
anche a valutare la presenza di patologie, disturbi orali o sistemici, tra quelli
che in letteratura sono maggiormente
indicati come correlati al rilascio di
ioni metallici e non. Quindi si è passati al prelievo di un campione di saliva
dai singoli soggetti, secondo le seguenti metodiche standardizzate. La metodica di prelievo ha previsto l’utilizzo
di siringhe sterili e di provette da 5 ml
per la raccolta dei campioni (Fig. 2).
I soggetti sono stati invitati a non deglutire per alcuni secondi in modo
da permettere l’accumulo della saliva
sul pavimento del cavo orale, consentendone il prelievo mediante siringa
sterile. I campioni così prelevati sono
stati raccolti all’interno delle provette, e inviati in laboratorio dove sono
stati poi oggetto di indagine tramite
l’utilizzo di uno spettrometro ad assorbimento atomico (SIMAA 6000
PERKIN – ELMER) per la ricerca di
tracce di elementi metallici quali Pb,
Ni e Cd. Tutti i dati così ottenuti sono
stati elaborati tramite l’utilizzo di fogli di lavoro Excel.
Il campione è risultato così composto:
Fig. 1 - Questionario.
il gruppo rappresentato dai soggetti
portatori di apparecchi ortodontici
rimovibili è formato da 26 ragazze e
24 ragazzi, di un’età compresa tra gli
11 e i 17 anni. Il gruppo di controllo
era invece formato da 25 ragazze e 25
ragazzi, la cui età era compresa tra gli
11 e i 17 anni. La zona di residenza dei
soggetti è presentata nel graico riportato in igura 3.
> pagina 11
Fig. 5 - Tipologia
di apparecchio.
Fig. 3 - Zona di residenza.
Fig. 7 - Valori di Pb nei due gruppi.
Fig. 2 - Siringa
sterile e provetta
da 5 ml per la
raccolta di
campioni.
Fig. 4 - Igiene orale.
Fig. 8 - Valori di Ni nei due gruppi.
Fig. 6 - Patologie e disturbi presenti nei due gruppi.
Fig. 9 - Valori di Cd nei due gruppi.
Teknoscienza 11
Dental Tribune Italian Edition - Aprile 2016
zione aperta. Il dislocamento mandibolare (18% dei pazienti in trattamento
con apparecchi ortodontici rimovibili), così come la percezione di tensione
(16% dei pazienti), dificoltà nella deglutizione (14% dei pazienti), sensazione di ingombro l(12% dei pazienti), la
pressione sui denti (8% dei pazienti), i
decubiti sulle mucose (6%), la pressione sulle mucose (4% dei pazienti) sono
correlabili alla presenza isica dell’apparecchio ortodontico rimovibile, e
alle sue azioni terapeutiche.
Risultati e discussione
Fig. 10 - Valori medi di Pb, Ni e Cd in relazione alla tipologia di apparecchio.
< pagina 10
Dal graico si evince che tra i soggetti
con apparecchi ortodontici rimovibili,
il 32% vive in una zona centrale, il 38%
in zona periferica e il 30% in una zona
extraurbana. Per il gruppo di controllo
la situazione non si discosta di molto,
avendo il 36% in zona centrale, un altro 36% in zona periferica e un 28% in
zona extraurbana.
Altro dato preso in considerazione
era l’uso frequente di caramelle e/o
chewin gum. Tra i soggetti-studio, il
38% ha dichiarato di masticare frequentemente caramelle o chewin
gum, mentre la percentuale nel gruppo di controllo è del 40%.
Tra le abitudini indagate vi era anche
l’uso frequente o meno di cibi in scatola: il 32% dei soggetti con apparecchi
ortodontici rimovibili, ingerisce, con
una certa frequenza, cibi in scatola con
una media di 2 assunzioni settimanali. Nel gruppo-controllo, il 30% dei
soggetti ha dichiarato di consumare
frequentemente cibi in scatola, con
una media di 2,5 a settimana.
Altro quesito riguardava il tipo di acqua bevuta dai soggetti, tra acqua minerale confezionata in bottiglia (PET),
e acqua corrente: il 40% dei soggetti
con apparecchi ortodontici rimovibili
beve acqua minerale confezionata in
bottiglia (PET), il 38% beve acqua corrente, e il 22% entrambi i tipi di acqua.
Nel gruppo di controllo il 44% afferma
di bere acqua minerale confezionata
in bottiglia (PET), il 36% beve acqua
corrente, e il 20% entrambi i tipi di
acqua. Un ulteriore aspetto importante della ricerca è quello di valutare la
situazione di igiene orale, indagando
sulla frequenza giornaliera di utilizzo
delle manovre di igiene orale. In entrambi i gruppi, tutti i soggetti hanno affermato di usare giornalmente
lo spazzolino per l’igiene orale. Come
si nota dal graico di igura 4, il 62%
soggetti con apparecchi ortodontici
rimovibili riferisce di «lavare i denti»
2 volte al giorno, il 26% 3 volte al giorno, e il 12% una sola volta al giorno. Nel
gruppo di controllo le percentuali ci
dicono che il 66% afferma di «lavare i
denti» 2 volte al giorno, il 20% 3 volte
al giorno, e il 14% una volta al giorno.
Tutti i soggetti con apparecchi ortodontici rimovibili, inoltre, affermano
di eseguire manovre di igiene a carico
dei loro manufatti protesici.
Per quanto riguarda la tipologia
dell’apparecchio ortodontico rimovibile dei pazienti in trattamento, si è indagato sulla quantità di parti metalliche: alcuni apparecchi erano provvisti
di n. 3 parti metalliche (per esempio:
arco vestibolare e 2 ganci posteriori),
altri erano costituiti da n. 4 parti metalliche, altri ancora da n. 5 o più parti
metalliche, per cui nel graico in igura
5 sono riportati i dati di distribuzione
dei diversi tipi di apparecchi ortodontici rimovibili.
Il 44% dei pazienti era in trattamento
ortodontico attivo con apparecchiature rimovibili contenenti 5 o più
elementi metallici, rappresentati da
ganci, molle, ili, ecc, mentre il 40% dei
pazienti mostrava apparecchiature rimovibili contenenti 4 elementi metallici; il restante 14% aveva apparecchi
rimovibili con 3 elementi metallici.
I disturbi presentati dai soggetti dei
due gruppi sono riportati nel graico
in igura 6. Come si nota dal graico,
le patologie indagate si riscontrano
in percentuale maggiore nei soggetti
con apparecchi ortodontici rimovibili
che in quelli appartenenti al gruppo di
controllo. In particolare i disturbi che
si presentano maggiormente sono le
afte (54% dei soggetti con apparecchio
ortodontico mobile, 12% del gruppo
di controllo): queste si riscontrano
specialmente nel periodo iniziale di
applicazione dell’apparecchio; probabilmente tale osservazione è attribuibile a una reazione immunitaria, che
peraltro è di riscontro anche nei soggetti-controllo. Il 44% dei soggetti con
apparecchi ortodontici presenta una
scialorrea (10% nel gruppo di controllo), la quale è dovuta alla presenza di
un corpo estraneo introdotto nel cavo
orale: è la stessa reazione che avviene
in seguito alla introduzione del cibo.
Dopo qualche ora dall’inserimento
dell’apparecchio rimovibile, il lusso
salivare ritorna a livelli della norma,
nel momento in cui il cervello recepisce il messaggio di un corpo estraneo
a cui il sistema stomatognatico deve
adattarsi. La sensazione di ingombro
(36% dei soggetti con apparecchi ortodontici), così come la dificoltà nell’eloquio (32% dei soggetti con apparecchi ortodontici), è da attribuire alla
presenza isica dell’apparecchio, e tale
disagio è direttamente proporzionale
sia alle dimensioni dell’apparecchio,
ma anche alla motivazione e quindi
all’accettazione della terapia. Altri dati
riguardano l’interessamento parodontale: 30% di gengiviti (6% del gruppo controllo), e 24% di sanguinamento
gengivale (2% nel gruppo controllo): a
tale proposito, non è possibile stabilire
con certezza se vi sia una correlazione
con la presenza dell’apparecchio ortodontico mobile, in quanto, specialmente in età evolutiva, il problema
dell’igiene orale domiciliare è un dato
comune a tutti i soggetti della popola-
I valori quantitativi degli ioni metallici presenti nella saliva del cavo orale,
espressi in μg/l, ricercati nei due gruppi di soggetti sono presentati nelle igure 7, 8, 9 rispettivamente per Pb, Ni e
Cd. A oggi gli studi più attendibili sui
range entro cui i valori dei metalli presenti nella matrice salivare (espressi in
μg/l), sono da ritenersi nella norma,
appartengono all’Università degli Studi di Brescia. A questi si è fatto riferimento nel presente studio.
Pb: la zona alta del graico in igura 7, a
partire dal valore di 15 μg/l, si presenta di colore diverso rispetto la parte
sottostante questo valore, a indicare il
limite massimo entro cui i valori di Pb
nella saliva sono da ritenersi “normali” (zona in giallo) compresa tra 0 e 15
μg/l. I valori di Pb oltre i 15 μg/l (zona
in arancio) sono da considerarsi fuori
range di normalità. Come si nota dal
graico, i valori di Pb dei soggetti con
protesi (in verde) risultano essere più
alti di quelli dei soggetti del gruppo
di controllo (in arancio). In particolare
tra i soggetti con protesi, 5 superano
il valore limite di 15 μg/l mentre altri
5 si mantengono appena sotto questa
soglia di pochi μg/l. Tra i soggetti controllo non si rilevano valori particolarmente elevati, e comunque nessuno di
essi fuoriesce dal range di normalità.
Ni: per quanto riguarda i valori di Ni,
essi sono rappresentati nella zona alta
del graico in igura 8, il quale, a partire
dal valore di 5 μg/l si presenta di colore
diverso rispetto alla parte sottostante
questo valore, a indicare il limite massimo entro cui i valori di Ni nella matrice salivare sono da ritenersi “nor-
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
8.
9.
10.
11.
12.
mali” (zona in giallo) compresa tra 0 e
5 μg/l. I valori di Ni oltre i 5 μg/l (zona
in arancio) sono da considerarsi fuori
range di normalità. Come si nota dal
graico, i valori di Ni dei soggetti con
apparecchi ortodontici rimovibili (in
verde), risultano essere più alti di quelli dei soggetti controllo (in arancio). In
particolare tra i soggetti con apparecchi ortodontici, 4 superano il valore
limite di 5 μg/l, mentre altri 6 si mantengono appena sotto questa soglia di
pochi μg. Tra i soggetti controllo non si
rilevano valori particolarmente elevati, e comunque nessuno oltrepassa il
valore limite di 5 μg/l.
Cd: per quanto riguarda i valori di Cd,
essi sono presentati nel graico in igura 9. Come per gli altri due metalli
testati, anche qui la zona alta del graico, a partire dal valore di 3 μg/l si presenta di colore diverso rispetto la parte
sottostante questo valore, a indicare il
limite massimo entro cui i valori di Cd
nella matrice salivare sono da ritenersi
normali (zona in giallo) compresa tra 0
e 3 μg/l. I valori di Cd oltre i 3 μg/l (zona
in arancio) sono da considerarsi fuori
range di normalità. Come si nota dal
graico, i valori di Cd dei soggetti con
apparecchi ortodontici (in rosso), risultano essere più alti di quelli dei soggetti controllo. In particolare tra i soggetti
con apparecchi ortodontici 4 superano il valore limite di 3 μg/l mentre altri
6 si mantengono appena sotto questa
soglia di pochi μg. Tra i soggetti controllo non si rilevano valori particolarmente elevati, tutti abbondantemente
entro i limiti di normalità.
Un aspetto importante si evince dall’analisi dei dati riguardanti la distribuzione di Pb, Ni e Cd nei soggetti con
apparecchi ortodontici. Prendendo in
considerazione il dato che si riferisce ai
valori medi di Pb, Ni e Cd, in relazione
alla presenza delle apparecchiature
ortodontiche rimovibili, i pazienti
sono stati suddivisi in: a) soggetti con
un solo apparecchio ortodontico, cioè
su una sola arcata (superiore o inferiore); e b) soggetti con apparecchio
ortodontico rimovibile su entrambe
le arcate. Il graico in igura 10 mostra
come i soggetti con apparecchio ortodontico su due arcate, abbiano i valori
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Schmalz G, Garhammer P: “Biologic interactions of dental cast alloys with
medi più elevati, superando, seppur di
poco, i soggetti con apparecchio ortodontico su una arcata.
Dai dati e dai risultati raccolti attraverso la presente ricerca, è indubbia
la maggiore presenza di Pb, Ni e Cd
espressi in μg/l nella matrice salivare
dei soggetti appartenenti al gruppo dei
portatori di apparecchio ortodontico
rimovibile rispetto al gruppo di controllo. Nonostante ciò la vastità delle
variabili che interagiscono con questi
dati, comprendendo tutte le fonti ambientali di tracce metalliche, gli oggetti di uso comune, particolari abitudini
di vita, ecc., suggerisce l’auspicabilità
di eseguire ulteriori ricerche dettagliate che prendano in esame in maniera
speciica e particolare ognuno dei fattori che possono inluenzare il livello e
i valori di questi metalli nel cavo orale
e in tutto l’organismo. Come si evince anche dalla letteratura20-23, la conferma diagnostica si avrà solamente
dopo approfondimenti diagnostici
riguardanti possibile cause di rilascio
di ioni metallici a livello del cavo orale.
Conclusioni
Dallo studio condotto su pazienti
portatori di apparecchio ortodontico rimovibile, posti a confronto con
soggetti senza apparecchio ortodontico e/o altri metalli nel cavo orale, si
evince che nel gruppo di soggetti con
apparecchi ortodontici sono maggiormente presenti nella saliva ioni
metallici compatibili con quelli contenuti nei materiali costituenti gli apparecchi ortodontici stessi, e comunque
tali metalli si mantengono entro un
range di normalità. Inoltre, anche se
nei soggetti con apparecchi ortodontici sono maggiormente rappresentati i
disturbi indagati dalla ricerca rispetto
ai soggetti del gruppo di controllo, è
pur vero che, prima di imputare un’eziologia elettrogalvanica o comunque
stabilire una qualche correlazione tra
il rilascio di ioni metallici e le patologie e i sintomi riscontrati nel paziente,
è necessario, e dovrebbe far parte del
corretto iter diagnostico perseguito da
ogni medico e/o odontoiatra, escludere ogni altra causa eziopatogenetica.
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12 Teknoscienza
Dental Tribune Italian Edition - Aprile 2016
Linfoadenopatia ascessualizzata di origine
odontogena: case report
P. Tavormina, F. Peradotto
Il processo iniammatorio/infettivo
odontogeno, evento comune nella
popolazione generale, può occasionalmente rappresentare l’origine di infezioni cervico fasciali di medio-grave
entità soprattutto in ambito pediatrico.
Nonostante i progressi della scienza
medica, ciò continua a rappresentare
una minaccia spesso sottostimata. Di
seguito, il caso di una piccola paziente
sottoposta a drenaggio chirurgico di
conglomerato linfonodale sottomandi-
bolare ascessualizzato di origine odontogena. Si tratta di una bimba affetta da
sindome di Charge (Coloboma - Heart
defects - Atresia of the Choanae - Retardation of growth and developmental
delay - Genital anomalies - Ear anoma-
Figg. 1a-1d - Tc massiccio facciale.
lies) deinita per riscontro di estesa mutazione a livello del gene CDH7. Nata a
termine, con diagnosi prenatale di agenesia del corpo calloso, presenta alla nascita ipotonia e atresia coanale destra,
che viene corretta chirurgicamente in
epoca neonatale, oltre a ipotiroidismo
congenito. Nel tempo sviluppa quadriplegia e scoliosi.
All’età di 15 anni, in condizioni di scarso
accrescimento (peso circa 9 kg), accede
presso la nostra struttura per tumefazione sottomandibolare con cute
sovrastante iperemica, accompagnata
da ipertermia e disfagia. Tale lesione
risultava resistente alla terapia medica
effettuata con claritromicina. L’ecograia della regione ha indicato conglomerato linfonodale con aree di iniziale
colliquazione.
In seguito a ricovero, inzia terapia empirica con ceftriaxone, metronidazolo
e nistatina, e viene sottoposta ad approfondimento diagnostico. In particolare:
– lo studio sierologico è risultato negativo per infezione speciica da
Toxoplasma, Bartonella ed EBV;
– l’RX torace evidenzia disordine del
disegno polmonare in sede ilo-parailare.
Viene quindi sottoposta a TC massiccio facciale con mezzo di contrasto che
evidenzia la presenza di “formazione
espansiva perimandibolare destra con
impianto angolare (4 cm x 6 cm), caratterizzata da densità sovraluida e
spiccato enhancement periferico con
caratteristiche di parete, con iniziale
compromissione della supericie mandibolare in continuità”. Tale reperto
risulta compatibile con formazione di
natura ascessuale di possibile origine
odontogena. La lesione è stata quindi
drenata chirurgicamente senza complicanze post operatorie. Alla luce del
particolare caso clinico è stata richiesta
consulenza odontoiatrica, in seguito
alla quale la piccola paziente è stata sottoposta a estrazione degli elementi 85 e
46, compromessi da carie profonda con
rammollimento della corona, e a curettage degli alveoli. La terapia antibiotica
è stata adeguata sulla base dell’antibiogramma e la piccola sottoposta a medicazioni locali del letto chirurgico per i
15 giorni successivi con totale restitutio
ad integrum. Durante il ricovero è stata
sottoposta inoltre ad approfondimenti
riguardanti le condizioni cliniche generali con inale dimissione in buone condizioni, compatibilmente con la situazione clinica di base. Con questo caso
clinico sottolineiamo come l’origine
odontogena sia sempre da considerare
soprattutto in ambito pediatrico e in
presenza di comorbilità.
Teknoscienza 13
Dental Tribune Italian Edition - Aprile 2016
Nuova nanotecnologia per migliorare il ripristino
osseo in pazienti dentali
ripristino dell’osso di sostegno del dente o in un consolidamento di
quelli che altrimenti cadrebbero».
Intitolato “Cell-free 3D scaffold with two-stage delivery of miRNA26a to regenerate critical-sized bone defects”, il documento è stato
pubblicato online, il 14 gennaio, sulla rivista Nature Communications.
Dental Tribune International
Foratura del sito implantare
in assoluta sicurezza.
Punte soniche SonoImplant.
Le moderne tecniche implantologiche esigono maggior precisione
Le 8 punte SonoImplant, ideate dal Dr. Ivo Agabiti di Pesaro,
quando occorre stabilire un’inclinazione dell’asse implantare
consentono di elevare lo standard implantologico, garantiscono
congrua al posizionamento finale degli impianti.
un continuo controllo durante la foratura e permettono
Nello stesso tempo risulta sempre più importante rispettare
all’operatore di correggere in corso d’opera l’inclinazione del foro.
determinate strutture nobili, come per es. i nervi e i vasi, quando
Per saperne di più contattare la rete vendita Komet.
queste si trovano in prossimità del foro implantare stesso.
© 07/2014 · 413180V0
Ann Arbor (Michingan), USA – Una
nuova tecnologia sviluppata all’Università del Michigan potrebbe esser
d’aiuto per migliorare la cura dei
pazienti affetti da perdita di tessuto
osseo. È stato elaborato un polimero
che trasporta una molecola speciica
per ferite ossee e che “dice” alle cellule esistenti nella lesione di riparare
i danni. La nanotecnologia potrebbe
quindi migliorare la cura implantare
o favorire il recupero di pazienti affetti da malattie parodontali.
MicroRNA, una piccola molecola di
RNA “non codiicante” che si trova
nelle piante, in animali e in alcuni
virus, dà risultati promettenti nella
ricerca clinica quale agente terapeutico in varie malattie, come cancro
e malattie iniammatorie. Secondo
i ricercatori potrebbe anche migliorare la rigenerazione ossea.
«Il microRNA istruisce le cellule attivando meccanismi di guarigione e
osso-costruzione», spiega Peter Ma,
professore di Odontoiatria e coordinatore del progetto. «È generalmente
molto dificile per i microRNA aprire
una breccia nella parete cellulare»,
dice. Tuttavia, il polimero-sfera sviluppato dal docente e dai suoi colleghi consente alla molecola di RNA
di entrare facilmente nella cellula,
favorendo il ripristino osseo.
Il vantaggio della nuova tecnologia è che usa cellule esistenti per
riparare le ferite e quindi riduce la
necessità di introdurne estranee,
operazione dificile da attuare che
può provocare il rigetto delle cellule
estranee o lo sviluppo di tumori.
La riparazione ossea è particolarmente dificile in pazienti con problemi di guarigione. Di perdita ossea e problemi funzionali associati,
nel mondo, ne soffrono a milioni.
Ma con le attuali tecnologie è ancora dificile far crescere e rigenerare
tessuto osseo di alta qualità per applicazioni speciiche.
«La nuova tecnologia da noi sviluppata apre le porte a nuove terapie:
utilizza DNA e RNA nella medicina
rigenerativa arrivando a trattare
altre complicate malattie umane»,
dice Ma. In odontoiatria e chirurgia maxillo-facciale sono previste
varie, possibili, applicazioni, perché
«potrebbe giovare ai pazienti con
osteoporosi, così come a quelli sottoposti a chirurgia o a interventi di
rispristino».
«L’utilizzo di impianti per il ripristino delle funzioni dentali è spesso
arduo nei pazienti con bassa qualità ossea. Questa tecnologia, invece,
può rigenerare l’osso in pazienti con
scarsa possibilità di guarigione, consentendo il loro inserimento», ha dichiarato Ma a Dental Tribune Online.
Anche i pazienti con parodontite
potrebbero beneiciare della scoperta: «Spesso la malattia parodontale
si risolve in una perdita dei denti,
causata dalla diminuzione dell’osso
di sostegno del dente. La nostra tecnologia – dice – può sfociare in un
L’uso di impianti dentali in
pazienti con bassa qualità
ossea è spesso arduo. Una
nuova nanotecnologia
potrebbe ora aiutare i
dentisti nel trattamento
di tali pazienti (Fotograia:
©Lighthunter/Shutterstock).
www.komet.it
14 Odontoiatria in Ordine
Dental Tribune Italian Edition - Aprile 2016
a cura del dott. Giancarlo Barbon
Commissione Albo Odontoiatri
OMCeO Monza e Brianza
In questo numero di Dental Tribune vede la luce una nuova rubrica
che si occuperà periodicamente di tutte quelle tematiche attinenti
agli aspetti etico-deontologici della professione odontoiatrica. Non a
caso è stata battezzata Odontoiatria in Ordine. Sono proprio gli ordini
professionali, e in questo caso le commissioni odontoiatriche all’interno
dell’OMCeO di appartenenza che, in base al comportamento degli
odontoiatri iscritti, la cui condotta professionale e di vita deve ispirarsi
ai dettami del codice deontologico ottemperando al loro compito
istituzionale, vigilano afinché, in qualsiasi momento professionale e
personale di ogni dentista, venga anteposta a ogni altra logica o inalità
quella della tutela della salute del cittadino/paziente.
La rubrica sarà impostata ogni volta sugli argomenti di maggiore
importanza, o più pressanti, e sarà sviluppata in prevalenza nella
forma dell’intervista. Come non iniziare quindi con un colloquio
con il presidente della Commissione nazionale odontoiatri, il dott.
Giuseppe Renzo.
Profilo istituzionale in FNOMCeO e Commissione
nazionale odontoiatri del dott. Giuseppe Renzo
Tutti coloro che esercitano l’odontoiatria almeno una volta avranno sentito parlare di
Giuseppe “Pippo” Renzo (così come sono soliti chiamarlo tutti gli amici e colleghi). Renzo si laurea in Medicina e Chirurgia presso
l’Università di Messina e si iscrive all’ordine
sia come medico sia come odontoiatra. La
sua fama è strettamente legata al suo incarico istituzionale all’interno della componente odontoiatrica della FNOMCeO (Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici
Chirurghi e degli Odontoiatri) e della stessa
Federazione, all’interno della quale occupa,
si può dire da sempre, importanti ruoli istituzionali e fra tutti quello di presidente, da
oltre vent’anni, della Commissione nazionale albo odontoiatri.
Per l’esperienza maturata nel tempo arriva a ricoprire altri importanti ruoli quali
l’essere presente nel Consiglio nazionale
FNOMCeO che lo inserisce nella delegazione per i rapporti con l’estero. A oggi riveste
un ruolo presso il Ministero della Salute
per tutto ciò che attiene le problematiche
dell’odontoiatria. Attualmente è presente nel tavolo tecnico ministeriale istituito
per regolamentare il regime autorizzativo
per l’apertura degli studi odontoiatrici; riveste inoltre un incarico presso il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della
Ricerca con il preciso obiettivo di normare
la programmazione degli accessi ai corsi di
laurea in odontoiatria e ino al 2012 ha ricoperto un ruolo di spicco nella Commissione
nazionale per il tema dell’ECM.
Attualmente fa parte del consiglio di amministrazione dell’ENPAM ed è inserito inoltre
nel relativo comitato esecutivo. Professore a
contratto presso l’Università Vita e Salute –
San Raffaele, dove tiene corsi nel CLOPD in
materia di etica e deontologia. Malgrado i
numerosi impegni che occupano gran parte
del suo tempo, Renzo non dimentica l’attività clinica, che esercita come libero professionista nello studio di Messina.
CAO nazionale e il futuro
della professione odontoiatrica
Nel momento in cui nasce una nuova iniziativa editoriale, il presidente
CAO dell’OMCeO di Monza e della
Brianza Giancarlo Barbon mi chiede
un contributo in merito alle problematiche e ai temi oggi all’attenzione
delle Commissioni albo odontoiatriche provinciali e della commissione albo odontoiatri nazionale. È
un tema estremamente complesso
che richiederebbe molto spazio, ma
spero di poter dare ugualmente un
indirizzo ad alcune delle tante questioni che riguardano il futuro della
professione odontoiatrica.
Mi piace ricordare, innanzitutto,
che la Commissione albo odontoiatri nazionale, istituita con la legge
24/07/1985 n. 409, ha il compito di
dare linee di indirizzo e coordinamento alle commissioni provinciali
allo scopo di realizzare una necessaria uniformità di comportamenti.
Il compito, quindi, di tutti i rappresentanti ordinistici dell’odontoiatria, e non solo di quelli nazionali, è
quello di dare risposte ai problemi
della professione, da un lato nell’interesse del principio costituzionale
della tutela della salute dei cittadi-
ni, e dall’altra nell’ambito della difesa del decoro e della dignità della
professione.
Sono convinto che si tratti di due
versanti strettamente connessi e che
non devono mai andare in conlitto.
Ecco perché, ad esempio, l’attuale
crisi dell’assistenza odontoiatrica,
dovuta anche al pesante momento
economico che sta attraversando
il Paese, deve trovare risposte che
garantiscano, per quanto possibile,
l’accesso alle cure odontoiatriche e
in particolare ai soggetti più deboli
da un punto di vista sociale e da un
punto di vista economico.
Credo che non esista un esempio
più calzante per dimostrare che la
dignità di una professione si può valutare proprio per le risposte che può
dare di fronte a un prova così grave
e preoccupante come quella appena
evidenziata. Certamente non potrà
essere l’ordine a surrogare il Sistema
sanitario nazionale, se lo stesso non
è in grado di garantire i LEA (livelli
essenziali di assistenza) in odontoiatria non potendo farsi carico dei
costi, purtroppo incomprimibili,
dell’assistenza odontoiatrica.
È nostro compito, però, cercare di
proporre soluzioni che magari anche attraverso l’impegno volontaristico e di solidarietà sociale, sappiano dimostrare la maturità di una
professione che sa farsi carico anche
di problemi che vanno oltre il suo
ruolo.
A questo riguardo sono orgoglioso
di affermare che il nostro progetto
“Un nuovo modello di assistenza
odontoiatrica” – già presentato alle
massime autorità dello Stato, fra cui
la Presidenza della Repubblica – è in
via di realizzazione grazie alla condivisione, oltre che a una concreta
attuazione da parte degli stessi ordini provinciali e da molteplici associazioni.
Per merito dell’esperienza maturata
con il progetto di prevenzione del
cancro orale, si è dato avvio anche
a una seconda fase nella prevenzione delle patologie iatrogene come
quelle provocate dalla osteonecrosi
da farmaci. Il ine è quindi quello di
elaborare forme di intervento che
afianchino e integrino il SSN attivando una valida modalità di assistenza territoriale, nelle sue diverse
articolazioni. In prima istanza stimolare e incentivare la prevenzione, anche perché è utile ricordare
che la prevenzione in campo odontoiatrico può ridurre del 50% le patologie, abbattendo notevolmente i
costi per l’assistenza odontoiatrica
e quelli indotti da perdite di ore di
lavoro da parte dei pazienti costretti ad assentarsi dalla propria attività
lavorativa. Nel campo della prevenzione, vorrei ricordare, con senso di
gratitudine, tutte quelle iniziative
di volontariato che continuano a
essere intraprese, rivolte alle scuole,
ai portatori di handicap e alle fasce
più disagiate della popolazione.
Occorrerebbe trovare strade per armonizzare il sistema pubblico con il
sistema libero-professionale, ripensando all’assistenza indiretta e prevedendo, per esempio, prestazioni
erogate dai libero professionisti in
parte sostenute dal Servizio sanitario nazionale e in parte pagate
dai cittadini. Si potrebbero anche
individuare prestazioni essenziali
interamente a carico del Servizio
sanitario nazionale, prestazioni aggiuntive sostenute per una quota
dal SSN e per un’altra dai cittadini
e prestazioni superiori interamente
pagate dal paziente. Questo signiicherebbe un importante servizio
per la popolazione e anche un sostegno alla professione che subisce
la crisi.
Nel futuro immediato è necessario
quindi fare opera di “moral suasion”
nei confronti delle altre istituzioni
del mondo della politica, perché tutto il settore della salute e in particolare di quello dell’odontoiatria possano trovare nuovi inanziamenti
e nuove risorse in quanto la salute
dei cittadini non può essere garantita solo attraverso meccanismi di
mercato e aziendali che iniscono
con il colpire le classi più deboli che
non hanno possibilità di accedere al
“privato”.
Tutela della salute, dignità della professione, responsabilizzazione del
mondo politico: ecco tre inalità che
costituiscono il modo migliore di
leggere il nostro impegno nel presente e nel futuro.
Giuseppe Renzo,
Presidente nazionale CAO
Gestione dello Studio 15
Dental Tribune Italian Edition - Aprile 2016
L’assistente alla poltrona non può sostituirsi
al dentista, anche se su invito del paziente
La responsabilità del medico nello svolgimento della professione, argomento delicato, è all’ordine del giorno, in considerazione
del proliferare di cause sia civili sia penali.
La responsabilità dell’odontoiatra, anche se
rientra in quella medica, ha comunque peculiarità che in un certo qual modo ne distingue e delinea in particolare la igura. Bisogna
ricercarne la spiegazione nel fatto che nello
studio del dentista sono presenti igure diverse per iter e formazione, quali igienisti
dentali, assistenti, odontotecnici. Di conseguenza, oltre la normale responsabilità del
medico nello svolgimento del proprio lavoro,
l’odontoiatra va incontro a un tipo di responsabilità che non riguarda esclusivamente un
suo speciico, eventuale errore.
Se il medico incorre infatti in varie responsabilità, penali, civili e disciplinari, conseguenti all’inosservanza di leggi e/o regolamenti, il titolare di uno studio odontoiatrico
risponde anche in relazione alla condotta
illecita dei propri collaboratori.
Nella fattispecie qui presa in considerazione,
la Suprema Corte era stata adita dal titolare
di uno studio odontoiatrico per una san-
zione disciplinare inflittagli dal Consiglio
dell’Ordine, ossia tre mesi di sospensione
dell’esercizio della professione «per avere,
in qualità di responsabile sanitario, omesso
di vigilare sull’attività odontoiatrica svolta
presso lo studio, permettendo che persone
non in possesso dei necessari requisiti esercitassero abusivamente tale professione».
Durante un’ispezione presso lo studio, l’assistente alla poltrona era stata infatti colta
nell’atto di effettuare prestazioni odontoiatriche: in concreto, la ricementazione di un
ponte inferiore staccatosi e la rimozione di
un punto di sutura a un dente estratto alcuni giorni prima al paziente, che a seguito di
un incidente occorsogli, si era recato allo
studio per un consiglio.
Il titolare dello studio si è difeso dichiarando
che si trattava di un singolo episodio e che
l’assistente di poltrona aveva eseguito tale
intervento in sua assenza probabilmente
perché pressata dal paziente. Secondo lui
non vi era stato quindi, né dolo né colpa grave da parte sua, visto che l’assistente aveva
esorbitato senza autorizzazione dalle proprie mansioni. A questo punto vediamo tut-
tavia se la «responsabilità oggettiva per fatto
altrui» può essere considerata come «responsabilità per omissione di cautela» (ovvero,
«culpa in vigilando»). Nel primo caso il titolare dello studio dovrebbe rispondere per
una condotta illecita che non dipende direttamente da lui e quindi non avrebbe rilievo il
dolo o la colpa.
Si potrebbe però ipotizzare una sua responsabilità secondo l’art. 2049 CC per la cosiddetta «culpa in vigilando» La Suprema
Corte afferma infatti che la condotta del
titolare dello studio è giustamente sanzionabile avendo omesso di esercitare le debite
cautele, né potevano certo essere giustiicate
l’occasionalità del fatto illecito e le pressioni
esercitate dal paziente. Si parla di omissione,
in quanto è suo onere porre in essere tutti gli
accorgimenti idonei per evitare che personale non qualiicato metta in atto condotte che
possano sfociare nell’abusivismo, come in realtà si era veriicato. Nessuna giustiicazione
di quelle avanzate dal medico poteva essere
accolta in quanto il paziente deve essere sempre e totalmente tutelato sia dal medico in
genere sia dal dentista titolare dello studio.
Simona Valizzone, Avvocato in Torino
Fondata a Prato PIU,
l’Associazione delle partite IVA
A ine agosto 2015, Gaetano Balsamo, imprenditore di Prato, con azienda e situazione personale assolutamente in ottima salute, pubblicava su Facebook, di notte, in macchina, tornando da una giornata
di lavoro in Veneto, un video in cui, a ruota libera, denunciava il degrado della nostra società e la sua
grande preoccupazione per il futuro: è forse questo il Paese che vogliamo continuare a vivere e lasciare
ai nostri igli e nipoti?
Tutti percepiscono il vuoto che esiste intorno a noi e nel mondo del lavoro autonomo: ideali, valori, comunità e senso di appartenenza sono sempre più carenti. In questi casi, unione e condivisione
dell’intento di voler costruire un bene comune sono fondamentali.
Nel video, Gaetano lanciava l’idea di un “sogno” da realizzare con l’unione delle partite IVA per “cambiare le regole del gioco”. Uomini e donne integri con capacità di indignarsi, di pretendere spiegazioni
in ogni momento dell’esistenza: questo è un “cambiamento”, questo fa veramente paura. Le partite
IVA sono più di 5 milioni, quindi vale lo slogan “Uniti cambiamo tutto”: imprese e professioni, posti di
lavoro made in Italy, cervelli in fuga, isco, tasse, pensioni, banche.
Quel video ha emozionato e ha risvegliato qualcosa in tanti, e i contatti con la nuova realtà hanno co-
Lavoro in sanità
Occhi puntati sul progetto di riforma
per i lavoratori autonomi
minciato ad aumentare. A settembre e ottobre 2015, vi sono stati due incontri conoscitivi a Firenze con
più di 200 partecipanti. A novembre, è nata a Prato l’Associazione PIU – Partite IVA Unite –, che nasce
dalla forte esigenza di unione delle partite IVA, per dare potere a tutte quelle attività che, sino ad oggi,
non sono state rappresentate da nessuno.
Siamo l’economia reale del nostro amato Paese, che sta pagando un prezzo altissimo: attualmente siamo 40 soci fondatori, presenti in tutta Italia, che hanno versato € 1.000 a testa. A ine gennaio 2016 c’è
stato un primo grande incontro, due giorni di full immersion presso la tenuta di S. Vito di Montelupo
Fiorentino. Scambi di opinioni e discussione su programmi e strategie.
Ognuno di noi si sta impegnando per cercare imprenditori, professionisti, commercianti, artigiani e
lavoratori autonomi che vogliano superare le paure, unirsi a noi per agire. Cambiamo l’Italia e salviamo le famiglie, questo lo slogan. Io sono PIU… e tu? Da soli non abbiamo potere, ma insieme
possiamo realmente fare la differenza.
La sanità privata italiana dovrà affrontare una sida molto complessa
quando – presumibilmente entro
il prossimo autunno – sarà approvato il disegno di legge di riforma
del lavoro autonomo, attualmente
in discussione alla Commissione
Lavoro del Senato, i cui effetti saranno ampliicati dal progressivo
ampliamento dell’erogazione delle prestazioni private dovuto a un
lento ritrarsi della sanità pubblica.
È quanto emerso il 19 marzo, a Bologna, durante il XIV anniversario
dell’assassinio di Marco Biagi, nel
corso del Convegno dal titolo “Jobs
act e sanità: quali opportunità nella gestione dei rapporti di lavoro
dipendente e nei contratti di collaborazione”, promosso da Stefanelli & Stefanelli studio legale, i cui
lavori sono stati aperti da Filippo
Taddei, responsabile Economia e
William Manuzzi, Ortodontista, Responsabile per il Piemonte per PIU
lavoro del Partito democratico.
«Il progetto di riforma del lavoro
autonomo e della sua tutela presentato dal Governo si pone in
completa continuità con la riforma del lavoro dipendente conclusasi nel 2015» ha ricordato Taddei.
«Il tratto comune è favorire, sostenere e spingere il lavoro investendo sulle competenze e professionalità dei lavoratori italiani.
Il capitale umano che ciascuno di
noi possiede è la più forte garanzia
per il futuro del lavoratore come
singolo e come intera collettività»
ha concluso.
Tra le novità più signiicative del disegno di legge contenente «misure
per la tutela del lavoro autonomo
non imprenditoriale e misure volte
a favorire l’articolazione lessibile
nei tempi e nei luoghi del lavoro subordinato a tempo indeterminato»
vi sono le clausole inderogabili sui
tempi di pagamento (non oltre i 60
giorni) e i beneici iscali sulle spese di formazione (deducibili ino a
10.000 € per il 100%).
«Gli effetti del jobs act sui lavoratori autonomi coinvolgono, per
quanto riguarda la sanità, circa i
2000 professionisti appartenenti alle professioni sanitarie non
inquadrate in un albo (tra cui
fisioterapisti, igienisti dentali,
tecnici ortopedici) la cui attività
in presenza del requisito dell’eterodirezione è considerata come
dipendente. Non vi è dubbio poi
che la grossa rivoluzione arriverà
con l’approvazione del decreto sul
lavoro autonomo, che coinvolgerà tutti i medici e gli odontoiatri
che oggi operano all’interno delle
strutture» ha sottolineato l’avvocato Silvia Stefanelli.
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Procedura per il controllo dell’AP/EP
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Tecnica, sicurezza e comfort del paziente
C. Sanavia
Introduzione
La tecnica dell’air polishing (AP) è
sempre più utilizzata in odontoiatria
e nell’ambito dei trattamenti igienici
orali. Nata per eliminare le forti pigmentazioni dalle superici dentali,
oggi grazie a differenti polveri e dispositivi, gli impieghi di tale procedu-
ra rientrano sempre più nella routine
dell’igienista dentale e sempre più
vengono proposti nuovi protocolli
che ne prevedono l’impiego sia nei
pazienti adulti, per i trattamenti sopra
e sottogengivali, sia per il deplaquing
nei bambini.
Il bicarbonato di sodio è stato il pri-
mo ad essere impiegato nella tecnica
dell’air polishing ed è un materiale
molto biocompatibile, ma la grandezza (circa 250 micron) e la natura
spigolosa delle sue particelle lo rendono molto abrasivo sui tessuti dentali, sui materiali da restauro e lesivo
sui tessuti molli. Per renderlo meno
aggressivo, la ricerca tecnologica è
riuscita a modiicarne le caratteristiche in termini di granulometria, ma
al contempo si è anche volta a trovare polveri diverse e sempre meno
aggressive sui tessuti orali e sulle superici dei biomateriali. La grandezza, la forma e la concentrazione delle
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polveri contenute nello spray del sistema air polishing ne condizionano
l’eficacia e l’aggressività, ma anche
la natura chimica del prodotto può
inluire sulle indicazioni all’utilizzo
(Tab. 1).
> pagina 18
18 Speciale
Hygiene Tribune Italian Edition - Aprile 2016
Procedura per il controllo dell’AP/EP
(Air Polishing Ergonomics Procedure)
Tecnica, sicurezza e comfort del paziente
Consuelo Sanavia, prof. a.c. Scienze e Tecniche dentali e Tutor Clinico presso l’Università di Genova
< pagina 17
Eficacia del sistema Air Polishing
(AP) e Glycine Powder Air
Polishing (GPAP)
L’uso delle polveri a bassa granulometria, come la glicina che varia tra i
60-25 micron, viene oggi considerato
come un nuovo modo per il controllo
del bioilm sottogengivale. Durante
l’Europerio 2012 di Vienna si è tenuto
una Consensus Conference al ine di
valutare le attuali evidenze dalla letteratura sulla rilevanza clinica dell’uso subgengivale dell’airpolishing nel
trattamento parodontale e di formulare raccomandazioni pratiche per
il clinico1. Da questo Consensus, si
è evidenziato come la tecnica GPAP
(Glycine Powder Air Polishing) sia un
trattamento ben accettato dal paziente, in quanto ritenuto meno doloroso
rispetto agli ultrasuoni e alle curette,
ma non ci sono studi che ne affermino
che possa sostituire la strumentazione
manuale e meccanica durante il trattamento parodontale non chirurgico,
mentre sembra sempre più evidente
l’eficacia su tasche di media (3-5 mm)
e di elevata profondità (9 mm) nella
rimozione del bioilm patogeno, e la
riduzione del sanguinamento durante la terapia di supporto parodontale
(SPT)2-5. Fatto salvo che il sistema GPAP
sembra una buona strategia per eliminare il bioilm sopra e sottogengivale,
si attende che la ricerca valuti gli effetti delle diverse polveri che si trovano
oggi nel mercato internazionale. Ad
oggi ci sono esperimenti su polveri inissime, come l’eritritolo e clorexidina
0,3% (14 micron), l’idrossiapatite biottiva (10 micron) e il vetro bioattivo con
alto potere desensibilizzante. Quindi,
oltre al potere smacchiante, oggi le
polveri commercializzate si propongono come veri e propri trattamenti
delle superici dentali6,7.
Molti studiosi si sono inoltre preoccupati dell’impatto dell’AP sia sulle
superici dentali che sui restauri e sui
materiali protesici. La letteratura oggi
è abbastanza allineata nel dire che
l’effetto abrasivo del ripetuto utilizzo
delle polveri sia trasversale, ma l’utilizzo di polveri a bassa granulometria
come il carbonato di calcio e la glicina
Fig. 3
Solubile
Sodio
Indicazioni
Bicarbonato di sodio 250-40 µ
Polvere
Dimensioni Forma
Angoli acuti e lievemente arrotondati
Sì
Sì
Smalto
Forti e medi pigmenti
Decontaminante
Carbonato di calcio
76-25 µ
Sferica
Bassa solubilità
No
Smalto
Forti e medi pigmenti
Decontaminante
Triossido
di alluminio
____
Ovale
No
No
Smalto
Forti e medi pigmenti
Decontaminante
Fosfosilicato di calcio e sodio o vetro
bioattivo
120-25 µ
Sferica
A contatto con acqua e
saliva forma cristalli di
idrossiapatite carbonata
Basse
quantità
Smalto e dentina
Remineralizzante, Desensibilizzante
Forti e medi pigmenti
Decontaminante
Glicina
65-25 µ
Angoli acuti
Sì
No
Smalto, dentina, perio, restauri
Azione antimicrobica
Lievi pigmenti
Eritritolo e chx 0,3%
14 µ
Angoli acuti
Sì
No
Smalto, dentina, perio, restauri
Azione antimicrobica
Medi e lievi pigmenti
Tab. 1 - La tabella indica le caratteristiche e le indicazioni delle polveri rese dalle schede tecniche dei vari prodotti attualmente
in commercio (Sanavia, 2016).
ne riducono notevolmente l’effetto
abrasivo, rendendo la procedura non
dannosa sui materiali estetici8,9.
Per quanto riguarda l’impiego della
GPAP per il trattamento delle superici
implantari, l’uso ne viene consigliato
sia per la decontaminazione delle superici in titanio durante il mantenimento sia per il trattamento dell’infezione perimplantare10.
Anche in età pediatrica, i vantaggi
dell’utilizzo della procedura sono stati
evidenziati dalla letteratura: uno studio svolto dalla “Sapienza” di Roma
evidenzia come la detersione dei solchi presigillatura, se eseguita con AP
Fig. 1
rispetto al solo polishing con spazzolino, aumenti la riduzione del bioilm
batterico del solco, migliorando l’adesione della resina posta come sigillo11.
Sul paziente ortodontico, già nel 1993 i
dentisti americani ritenevano il sistema AP eficace per la rimozione della
placca batterica dai brackets e sicuro
sia per gli elastici che per i materiali da
incollaggio12.
Gli effetti delle polveri sui sigillanti
che vengono aggiunti intorno ai brackets per prevenire la demineralizzazione sono stati valutati in uno studio
in vitro, confrontando l’effetto della
polvere di bicarbonato e quella di gli-
cina. Dopo 5 secondi di lucidatura con
il bicarbonato, il sigillante presentava
lievi difetti e veniva eliminato completamente dopo 10 secondi; la glicina
ha permesso l’utilizzo di tempi più
lunghi, ma comunque ha provocato
lievi difetti di supericie. Lo studio
conclude che la protezione del sigillante posizionato intorno ai brackets può
essere compromessa a seconda delle
polveri e dei tempi di applicazione13.
Uno studio del 2002 di Petersilka e
collaboratori evidenziava la dificoltà
di valutare la sicurezza in termini di
abrasione supericiale del sistema AP
a causa delle diversità dei dispositivi
Fig. 2
Fig. 4
Fig. 5
utilizzati negli studi scientiici. Gli autori sostenevano che, mancando un’uniformità sulla concentrazione della
polvere miscelata dai vari dispositivi
in commercio ed essendo poco chiari
i requisiti necessari per essere usati
con sicurezza, li consideravano poco
afidabili nel sottogengiva. Ad oggi
questi requisiti non sono stati ancora
chiariti14.
L’AP è un sistema sicuro per
l’operatore e il paziente? L’uso
sempre più ripetuto è privo di
rischi?
La profonda detersione e la conseguente decontaminazione del sistema AP,
ne fanno oggi una pratica clinica con
evidenti beneici, sempre più studiata
dal mondo scientiico e proposta nei
nuovi protocolli clinici. Come abbiamo visto nell’esaminare la letteratura
scientiica, i vantaggi della tecnica AP
sono molteplici, come: eliminazione
di macchie resistenti; eliminazione di
bioilm sopra e sottogengivale; pulizia
delle strutture protesiche; decontaminazione di radici e impianti infetti;
detersione dei brackets ortodontici; deplaquing dei solchi presigillatura e per
il trattamento dell’ipersensibilità dentinale. Non si può però ignorare che la
maggior parte degli studi fatti sull’utilizzo delle polveri sono volti a valutarne l’eficacia e gli effetti sui tessuti orali,
> pagina 19
Speciale 19
Hygiene Tribune Italian Edition - Aprile 2016
Fig. 6
< pagina 18
ma c’è una grossa carenza di studi sui
rischi dell’uso ripetuto dei sistemi AP
nei confronti del paziente e dell’operatore. Pur non essendoci recenti studi
scientiici disponibili, è però razionale pensare che l’inalazione di polveri
da parte dell’operatore sanitario, se
non utilizza adeguate protezioni individuali, possano sottoporre le vie
respiratorie a reazioni iniammatorie
croniche. L’asma bronchiale di cui soffre una buona parte della popolazione
mondiale è caratterizzata dall’iniammazione della parete dei bronchi, e le
polveri possono scatenare un attacco
ostruttivo. Quando si usano i dispositivi per l’air polishing (APD) nei pazienti
in età pediatrica, non si deve scordare
che il 10-15% dei bambini italiani soffre di asma15-17.
Non sono poi da sottovalutare anche i
rischi legati agli eisemi sottomucosi:
in letteratura sono riportati molti casi
di gravi eisemi dovuti all’iniltrazione di aria e acqua provenienti da siringhe aria-acqua, turbine e dispositivi
per l’air polishing18-20.
Contaminazione ambientale
da bio-areosol
I problemi legati alla nube di bioaerosol che si forma durante l’AP includono il controllo delle infezioni,
potenziali effetti sistemici e contaminazione ambientale. Il bio-aerosol
prodotto durante l’utilizzo dell’AP è
composto da una miscela di aria/acqua, luidi biologici, polvere chimica
e frammenti di bioilm, ed è potenzialmente un veicolo di malattie a
trasmissione aerea e/o per inalazione
di luidi biologici. Le goccioline hanno
una dimensione di circa 50 micron e
possono permanere in un ambiente
anche per una settimana21,22.
Il bio-aerosol emerge dalla bocca e si
mescola nell’aria circostante che viene
respirata dal paziente e dagli operatori
mettendone a rischio la salute. Le polveri contaminate si possono depositare su tutte le superici a distanza non
conosciuta, in quanto gli effetti di questo tipo di bio-aerosol non sono ancora stati studiati approfonditamente.
Dagli studi fatti, si è visto che l’elevato
fattore inquinante del bio-aerosol provocato dall’AP necessita di procedure
aggiuntive oltre a quelle standard
(guanti, mascherina, occhiali e copertura delle superici), rendendo necessario l’utilizzo di visiera per gli operatori, sciacquo con antimicrobico per il
paziente e aspiratore ad alta velocità
(AVA). L’aspiratore AVA riduce del 90%
l’areosol rispetto al solo aspirasaliva23.
Effetti negativi dell’air-polish
Fig. 7
Oltre agli effetti documentati attraverso questa disamina della letteratura,
è noto che la procedura dell’air polishing possa creare un certo disagio al
paziente, in quanto inevitabilmente
il nebulizzato di acqua e polvere bagnano il volto e le mucose nasali. Sono
inoltre noti gli effetti abrasivi e ulcerativi che spesso si provocano alle mucose dell’area genoane e labiale e alla
lingua del paziente.
Riassumendo, gli effetti negativi
dell’AP sono:
• alta contaminazione ambientale
dato dall’effetto del bio-areosol;
• ferite delle mucose e della lingua;
• rischio di eisemi sottomucosi;
• attacchi d’asma e iniammazioni delle vie respiratorie (operatore/paziente);
• lavaggio del volto e bruciore della cute.
L’operatore dovrà indossare i dispositivi protettivi individuali (DPI), che
comprendono una mascherina, guanti e visiera (Fig. 2). Le attrezzature che
circondano l’area operativa devono
essere ricoperte con delle barriere isiche (Figg. 3, 4). Prima di inserire il
divaricatore si consiglia l’utilizzo di un
sottile strato di vasellina per proteggere le labbra da eventuali screpolature e
creare un ilm protettivo (Fig. 5).
Il telino dev’essere di un materiale
impermeabile alle polveri e all’acqua
per evitare il passaggio di polveri e liquidi; anche la sua scelta può aiutare
il comfort del paziente, suggerendo
un pensiero positivo legato al colore
stesso – ad esempio, il lilla può evocare un campo di lavanda, l’azzurro il
mare o altro. Il foro può essere effettuato ripiegando una parte del telino
e cercando di adeguarlo all’ampiezza
dell’apribocca scelto (Fig. 6). Le garze
serviranno a proteggere la lingua e le
mucose labiali e geniene durante le sequenze di airpolishing (Fig. 7).
La cannula da inserire nell’aspiratore ad alta velocità (AVA) è una parte
importante della procedura, e per
questo è stata scelta quella della Durr
Dental modello “Petito”; grazie al suo
collo stretto (7 mm) rispetto a quelle
comuni (16 mm), può essere inserita
facilmente tra le arcate con aperture
ridotte e consente la detrazione della
lingua (Figg. 8, 9).
Procedura ergonomica AP/
EP (Air Polishing Ergonomics
Procedure): concetti generali
È studiata per migliorare la visibilità,
essere autonomi, ridurre l’ingestione delle polveri, rischi e disagi per il
paziente e ridurre la contaminazione
ambientale (Fig. 10).
Prima di iniziare la procedura, si deve
fare sciacquare la bocca al paziente
con 10 ml di collutorio alla clorexidina
0,20% o 0,12% per 1 minuto.
> pagina 20
Obiettivi della AP/EP (Air
Polishing/Ergonomics
Procedure)
Dato l’uso frequente dell’AP e della
GPAP è stato studiato questo protocollo/procedura per un utilizzo sicuro del
sistema, al ine di creare uno standard
di sicurezza ambientale, controllo delle infezioni crociate, riduzione dell’inalazione delle polveri sia per l’operatore sia per il paziente.
Dato che l’igienista dentale lavora
principalmente senza assistente, la
metodica del procedimento consente
di evitare l’uso dello specchio per quasi tutti i segmenti delle arcate, raggiungendo anche le aree distali, e di utilizzare con la mano libera l’aspiratore ad
alta velocità (AVA). La tecnica descritta
migliora il trattamento delle superici
dentali e riduce notevolmente l’ingestione delle polveri, favorendo la protezione delle mucose e della lingua da
effetti erosivi del getto. L’impiego delle
protezioni per il paziente evita il lavaggio del viso, delle mucose nasali e degli
occhi aumentandone il comfort. La
procedura si deinisce “ergonomica”
in quanto velocizza e migliora il trattamento, aumenta la sicurezza in termini di riduzione dei danni ai tessuti
molli, riduce il bio-areosol provocato
dal getto di aria acqua e aumenta il
comfort del paziente.
Materiale e metodi
La preparazione del kit comprende:
divaricatore labiale, vasellina per le
labbra, telino forato, 2/3 garze ripiegate, cannula aspirasaliva, cannula per
aspiratore ad alta velocità con collo
stretto. I divaricatori dovranno essere
scelti secondo l’apertura labiale del paziente e possono essere di tipo universale in plastica sterilizzabili o in lattice
tipo Optadam Vivadent (Fig. 1).
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20 Speciale
Hygiene Tribune Italian Edition - Aprile 2016
Fig. 8
Fig. 9
Fig. 10
Fig. 11
Fig. 12
Fig. 13
Fig. 14
Fig. 15
Fig. 16
Fig. 17
< pagina 19
La descrizione del posizionamento
dell’operatore segue la regola dell’orologio. Per l’operatore mancino, le posizioni
saranno speculari ad es.: ore 9 destrimano, ore 15 per il mancino. Le parti vestibolari sono trattate con le arcate chiuse per
evitare che lo spruzzo di acqua e polvere
vada direttamente in gola e per liberare
completamente il vestibolo dalle labbra.
Posizione n. 1 – Arcate vestibolari da
sinistra a destra
Inserire la garza sulla parte anteriore
della lingua e fare chiudere i denti al
paziente. La testa del paziente è ruotata verso destra e l’operatore si trova in
posizione ore 9. L’aspirasaliva è posizio-
nato a destra, l’aspiratore AVA è anteriore allo spruzzo. In questa posizione si
potranno igienizzare tutte le superici
distali dei quadranti 2 e 3, le superici
mesiali dei quadranti 1 e 4 e le vestibolari dei quattro quadranti (Fig. 11).
Posizione n. 2 – Arcate vestibolari da
destra a sinistra
Sempre con la bocca chiusa, si fa ruo-
tare la testa del paziente verso sinistra.
L’operatore si trova alle ore 9. L’aspirasaliva è posizionato a sinistra, l’aspiratore AVA è anteriore allo spruzzo.
In questa posizione si potranno igienizzare tutte le superici distali dei
quadranti 1 e 4, le superici mesiali dei
quadranti 2 e 3 e le vestibolari dei quattro quadranti (Fig. 12).
Posizione n. 3 – Emiarcate superiori
e inferiori di sinistra palato-linguali
Posizionare una garza sull’area geniena di sinistra del paziente. La testa del paziente è ruotata a sinistra e
in retrolessione, per avere la visione
completa dell’emiarcata superiore
> pagina 21
Speciale 21
Hygiene Tribune Italian Edition - Aprile 2016
< pagina 20
(dal 2.1 al 2.8) e l’operatore si trova tra
le ore 9 e 8. L’aspirasaliva è posizionato
a sinistra e l’aspiratore AVA si oppone
allo spruzzo (Fig. 13). Per l’emiarcata inferiore la testa va in anterolessione, il
mento si abbassa per avere una visione
completa dell’emiarcata (dal 3.1 al 3.8) e
l’operatore si trova tra le ore 9 e 12 (Fig.
14). L’aspiratore AVA può retrarre la lingua nelle aree posteriori e proteggere il
labbro nelle aree anteriori opponendosi allo spruzzo (si veda Fig. 8).
Posizione n. 4 – Emiarcate superiori e
inferiori di destra palato-linguali
Posizionare una garza sull’area geniena di destra del paziente. La testa del
paziente è ruotata a destra e in retrolessione per avere la visione completa
dell’emiarcata superiore (dal 1.1 al 1.8)
e l’operatore si trova tra le ore 9 e le 13.
L’aspirasaliva è posizionato a destra e
l’aspiratore AVA si oppone allo spruzzo
(Fig. 15). Per l’emiarcata inferiore la testa
va in anterolessione, il mento si abbassa per avere una visione completa
dell’emiarcata (dal 4.1 al 4.8) e l’operatore si trova tra le ore 9 e 12. L’aspiratore
AVA può retrarre la lingua nelle aree
posteriori e proteggere il labbro nelle
aree anteriori opponendosi allo spruzzo (Fig. 16).
Conclusioni
L’applicazioni delle corrette posizioni dell’operatore e la gestione del
corretto posizionamento delle arcate e della testa del paziente durante
l’esecuzione dell’AP migliorano la
visibilità. L’inserimento dei divaricatori labiali e l’utilizzo di aspiratori
per l’alta velocità con collo di 7 mm
permettono il trattamento di tutte le
arcate senza l’uso dello specchietto e
la riduzione del bio-areosol. L’uso del
telino colorato, della vaselina e delle
garze aumentano il comfort del paziente. Alla ine del trattamento si
consiglia l’applicazione topica di un
prodotto remineralizzante (Tooth
Mousse GC o Remin Pro Voco) per
reintegrare la supericie dello smalto
e della dentina (Fig. 17).
1.
2.
3.
4.
5.
6.
Sculean A, Bastendorf KD, Becker C, Bush
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22 Speciale
Hygiene Tribune Italian Edition - Aprile 2016
Efficacia ed efficienza del controllo del biofilm orale:
protocollo tailoring “personalizzato e condiviso”
Prof.ssa Gianna Maria Nardi*, Dott.ssa Silvia Sabatini**
*Prof. Aggr. e ricercatore, Sapienza Università di Roma
**Igienista dentale, borsista Sapienza Università di Roma
Un corretto protocollo domiciliare di gestione del bioilm orale è
indispensabile per mantenere lo
stato di salute del cavo orale (Fig.
1), sia esso primario sia per terapia
di mantenimento in seguito a cure
odontoiatriche. In particolare, la
rimozione meccanica della placca
tramite le manovre di igiene orale
domiciliare può prevenire l’insorgenza o rendere reversibile una
condizione di gengivite (Van der
Weijden, 2005).
Le tecniche di spazzolamento manuale attualmente esistenti, quali
la tecnica di Bass, Charter, Stillman
ecc., prevedono tutte l’esecuzione
di un certo tipo di movimenti per
ottenere un’eficace disorganizzazione del bioilm, a prescindere dallo strumento utilizzato; sono tutte
tecniche ideate nella prima metà
del Novecento, quando lo strumento d’eccellenza per l’esecuzione
delle manovre di igiene orale era lo
spazzolino, all’epoca caratterizzato
da un design essenziale, con manico, gambo e setole rigide. Oggi
la tecnologia offre strumenti più
raffinati, che soddisfano ogni tipo
di esigenza: manici con l’impugnatura facilitata, gambo flessibile, testina di dimensioni variabili
multilivello, setole arrotondate o
filamenti con un range di durezza
dal medio all’extra morbido (Figg.
2-4). Tali miglioramenti dettati dal
progresso non sono stati, però, accompagnati da un’altrettanta modernizzazione dei protocolli per il
loro utilizzo.
Le evidenze scientiiche ci suggeriscono che il mero spazzolamen-
HOME
to del cavo orale è meno eficace
rispetto allo spazzolamento con
aggiunta di detersione delle zone
interprossimali (Slot et al., 2008);
inoltre, sono state dimostrate sia
l’efficacia dello scovolino per la
detersione interdentale sia la sua
maggior efficacia rispetto ad altri presidi progettati per lo stesso
utilizzo (filo, stick interdentali)
(Slot et al., 2008). Risulta, quindi,
utile abbinare le tecniche a disposizione per la disorganizzazione
del biofilm dalle superfici vestibolari, orali e masticatorie a quelle per lo stesso trattamento delle
superfici interprossimali (Figg.
5-6), motivando efficacemente il
paziente al loro utilizzo (Van der
Weijden, 2005).
Un miglioramento rispetto alle obsolete tecniche di spazzolamento è
stato rappresentato da una tecnica
con ausilio colorimetrico (Checchi
et al., 1998), che prevedeva l’utiliz-
zo di un rivelatore di placca (Fig. 7)
per evidenziare il biofilm e indicava al paziente di rimuoverlo con
gli strumenti a sua disposizione.
Seppure questa tecnica introduca il vantaggio di rendere maggiormente visibile al paziente la
placca da rimuovere, presenta il
limite di non obbligarlo a scegliere lo strumento più idoneo alla
Fig. 1
Figg. 2-4
Figg. 5, 6
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Igiene dentale
sua situazione, ed è evidente che
una scelta così delicata non possa essere relegata al paziente. Da
ciò nasce l’esigenza di introdurre
un nuovo metodo per la gestione
domiciliare del bioilm orale: il
nuovo protocollo tailoring “personalizzato e condiviso”, che prevede
la condivisione tra operatore e paziente della scelta delle tecnologie
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Efficacia ed efficienza
del controllo del biofilm
orale: protocollo tailoring
“personalizzato e condiviso”.
Prof.ssa Gianna Maria Nardi
Al termine del corso ogni partecipante sarà in grado di
portare la propria esperienza nella pratica quotidiana
eseguendo correttamente.
Il protocollo di Tailoring “personalizzato e condiviso”:
L’articolo è stato pubblicato su
Dental Tribune Italian Edition, febbraio 2016.
- Conoscere le tecnologie innovative più efficaci per l’igiene
orale domiciliare;
Fig. 7
- Pianificare una efficace terapia di mantenimento
personalizzata.
www.dtstudyclub.it
da utilizzare in base alla situazione clinica evidenziata e, mediante
l’ausilio di rivelatore professionale
bitonale, anche della selezione degli strumenti più adatti per la detersione di ogni supericie dentale;
prevede, quindi, l’utilizzo dello scovolino in aggiunta allo spazzolino.
Il protocollo, studiato dal gruppo
di lavoro dell’Università Sapienza
(prof.ssa Nardi, dott.ssa Sabatini,
prof. Guerra e prof.ssa Ottolenghi),
obbliga il professionista a valutare
attentamente biotipo gengivale,
allineamento dentale, occlusione,
manualità e tipologia caratteriale,
per concordare la scelta delle tecnologie, i tempi e i modi di utilizzo
con il paziente.
1. GA Van der Weijden and KPK Hioe. A systematic review of the effectiveness of self-performed mechanical plaque removal in adults
with gingivitis using a manual toothbrush. J Clin Periodontol
2005;32 (Suppl. 6):214-228.
2. Drisko C.L, Periodontal self-care: evidence-based support. Periodontology 2000 2013; 62:243-245.
3. Checchi L., M. Franchi Igiene Orale e Terapia Igienica. Martina
Editions, 1998.
4. Slot D.E, Wiggelinkhuizen L, Rosema N.A.M, Van der Weijden
bibliograia
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exercise: a systematic review. Int J Dent Hyg 2012;10, 187-197.
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6. WHO Library Cataloguing-in-Publication Data. Oral Health Surveys: Basic Methods – 5th Ed. World Health Organization 2013. Available at http://apps.who.int/iris/bitstream/10665/97035/1/9789241548649_eng.pdf?ua=1 last access
June 19, 2015
Speciale 23
Hygiene Tribune Italian Edition - Aprile 2016
A Rimini la prima UniversitAIDI
per venire incontro a studenti
e neolaureati igienisti
Si è da poco concluso il primo Congresso UniversitAIDI Academy interamente dedicato agli studenti di
igiene dentale e agli igienisti neolaureati. Svoltosi a Rimini sabato 5
marzo, l’evento – cui hanno preso
parte numerosi studenti provenienti da tutte le sedi universitarie
italiane – fa parte del Progetto UniversitAIDI, interamente organizzato
dagli studenti referenti delle varie
università con il supporto dell’AIDI
(Associazione Igienisti Dentali Italiani).
Il Progetto nasce per realizzare iniziative dedicate agli studenti del
Corso di Laurea in Igiene dentale,
afiancandoli nel percorso universitario e accompagnandoli nel mondo
del lavoro.
Dopo il saluto di benvenuto di Antonia Abbinante, Presidente nazionale
AIDI, e di Giuliana Bontà, Coordinatore del Progetto UniversitAIDI, a
inaugurare l’Academy e a supporto
dell’iniziativa sono intervenuti Mario Giannoni e Michela Rossini, rispettivamente Presidente e Vicepresidente della Commissione dei Corsi
di studio di Igiene dentale.
Maria Grazia Cagetti, docente
universitario di Odontoiatria, ha
sottolineato l’importanza di fare
un’attenta valutazione di quanto la
pubblicità di un prodotto promette
analizzando le etichette dei componenti di dentifrici e collutori: un
argomento cui i partecipanti si sono
mostrati molto interessati.
Nel pomeriggio, con Maria Teresa
Agneta e Martina Gangale, igieniste dentali, gli studenti hanno potuto fare ricerca bibliograica con
PubMed per capire come trovare
pubblicazioni utili per il loro lavoro
di tesi e per l’impostazione dei progetti di prevenzione. Nei lavori di
gruppo, grazie al computer si sono
anche affrontati dubbi relativi alle
modalità di ricerca.
L'evento è stato un momento per
far incontrare tanti studenti provenienti da tutta Italia in un contesto
vivace e collaborativo, con il Direttivo AIDI. La festa, organizzata dai
referenti la sera prima, è stata l’occasione per far nascere amicizie e
creare un clima di unione e di collaborazione, grazie anche alle aziende
che hanno supportato l’iniziativa
consentendone la realizzazione.
Il prossimo incontro con i referenti
delle varie università si terrà a Roma
in occasione dello Spring Meeting AIDI (6 e 7 maggio), durante il
quale verrà organizzata la seconda
edizione di UniversitAIDI.
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24 Speciale
Hygiene Tribune Italian Edition - Aprile 2016
Dottorato di ricerca all’estero
Un percorso basato su evidence
based medicine e oral care research
Ne parliamo con Andrea Butera (in foto), laureato in Igiene dentale presso l’Università di Genova, professore a contratto del Corso di laurea in Igiene dentale
a Pavia, “Advanced” in Dental Hygiene and Oral Care all’University di Buffalo. Andrea Butera è anche libero professionista a Torino. Hygiene Tribune ha avuto
il piacere di porgli alcune domande sul suo percorso di studi all’estero.
Perché la scelta di
intraprendere un dottorato di
ricerca? Perché all’estero?
Personalmente ho ponderato l’idea
durante il biennio della laurea magistrale, periodo in cui la metodologia
di studio assume un aspetto ben più
deinito rispetto al precedente triennio, afiliandosi maggiormente alla
ricerca e all’evidence based medicine. L’opportunità di tale percorso
all’estero è rappresentata dalla possibilità di condurre l’oral care research
sul fronte clinico e aziendale – punti
cardine della formazione e dell’attività dell’igienista dentale.
Com’è costituita l’attività
didattica?
Svolta presso l’Universitat de Valencia,
è costituita da corsi formativi triennali che vertono su vari punti: nello
speciico, valutazione dell’attività di
ricerca, elaborazione di un articolo
scientiico, revisione della letteratura,
realizzazione di un protocollo di ricerca, comparazione tra studi in vitro e
in vivo e, inine, presentazione del protocollo al comitato etico. La ricerca clinica, invece, viene egregiamente condotta presso l’Istituto Stomatologico
Toscano a cura di Ugo Covani.
Su cosa è improntata la sua
attività di ricerca?
È basata sulle nanobiotecnologie in
campo odontostomatologico, nello
speciico sul trattamento parodontale non chirurgico inalizzato a un
approccio minimamente invasivo,
sul follow-up implantare a lungo
termine mirato alla riduzione di patologie iniammatorie reversibili e
non, sulla prevenzione delle patologie cariose con protocolli mirati alla
remineralizzazione dei tessuti duri
degli elementi dentari. Non ultimo,
sulla gestione del paziente ortodontico per il potenziamento del bilancio
beneicio/rischio a carico dei tessuti
duri e molli contestualmente alla terapia issa e/o mobile.
Quali le aspettative alla ine del
percorso?
Alla sua conclusione, dopo aver acquisito appieno le metodiche di ricerca scientiica e consolidato gli
strumenti necessari per poterla svolgere, il mio desiderio è intraprendere
la carriera accademica con l’auspicio
di dare rilevanza alla igura dell’igienista dentale nell’oral care research.
Quindi, piena autonomia nei percorsi formativi destinati agli igienisti,
igura non subordinata, ma di assoluto rilievo in termini di prevenzione.
Dental Tribune
Notizie dalle Aziende 25
Dental Tribune Italian Edition - Aprile 2016
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quotidiano. elmex® SENSITIVE PROFESSIONAL
pasta desensibilizzante offre un sollievo immediato e duraturo prima, durante e dopo i trattamenti
in studio, ha un effetto immediato in dalla prima
applicazione e duraturo per almeno 4 settimane1,2.
La pasta ha anche proprietà lucidanti e può essere
utilizzata per rimuovere delicatamente le macchie
supericiali dei denti e lucidare lo smalto. La combinazione dei principi attivi – arginina (un amminoacido naturale) e carbonato di calcio – sigilla immediatamente i tubuli dentinali esposti dei denti
sensibili bloccando il dolore.
Per la protezione quotidiana dall’ipersensibilità
dentinale a casa, sono stati sviluppati il dentifricio
e il collutorio elmex® SENSITIVE PROFESSIONAL.
VOX
Tel.: 02.582998.01 - [email protected]
Mentre molti dentifrici per l’ipersensibilità desensibilizzano le terminazioni nervose, la Tecnologia
PRO-ARGIN® sigilla i tubuli dentinali penetrando
in profondità, agendo così sulla causa dell’ipersensibilità. Se applicato direttamente con la punta del
dito per un minuto, il dentifricio elmex® SENSITIVE PROFESSIONAL fornisce sollievo immediato
dall’ipersensibilità dentinale. Il collutorio elmex®
SENSITIVE PROFESSIONAL con Tecnologia PROARGIN® fornisce un sollievo eficace e duraturo in
tutta la bocca, formando una barriera protettiva
percepibile da subito dal paziente. Inoltre, contiene
luoruro amminico per aiutare a prevenire la carie.
Studi clinici dimostrano una signiicativa riduzione dell’ipersensibilità utilizzando il sistema quotidianamente.
elmex® SENSITIVE PROFESSIONAL dentifricio e
collutorio per denti sensibili sono dispositivi medici CE 0483. Leggere attentamente le avvertenze e le
istruzioni d’uso. Aut. Min.
Ril. 13/03/2014.
Note:
1. Hamlin D. et al., Am J Dent
2009, 22 (Spec Iss A):16A-20A.
2. Schiff T. et al., Am J Dent
2009; 22 (Spec Iss A): 8A-15A.
Dai laboratori di ricerca Rhein83 nasce il nuovo
cemento composito OT CEM.
Si tratta di un cemento composito microibrido
luido auto-fotopolimerizzante. Il cemento è stato
studiato per il issaggio di attacchi direttamente
in bocca o in laboratorio, per l’incollaggio deinitivo metallo-metallo, nell’uso di attacchi o per
soluzioni protesiche implantari. È composto di
resina metacrilica e riempitivi inorganici di 0,05
e 1 micron. Caricato 61% in peso e 41% in volume.
Capacità isiche eccellenti: OT CEM è radiopaco e
ha un tempo di lavorazione e di polimerizzazione
ideale.
Consigliato per:
– cementazione metallo-metallo;
– cementazione della sfera cava ricostruttiva;
– cementazione delle guaine ilettate da incollaggio per attacchi ilettati OT CAP-OT EQUATOR;
– cementazione della sfera solida ricostruttiva.
La confezione è composta da una siringa bicomponente da 5 ml e 10 puntali automiscelanti.
L’esperto: il dott. Marco Montanari
Valutazioni del dott. Marco Montanari, odontoiatra libero professionista Forlì. Nell’OT CEM ho
potuto riscontrare ottime caratteristiche, e in particolare sono notevoli le proprietà di scorrevolezza
e le proprietà adesive. Quest’ultimo fattore appare
molto importante anche quando si connettono
strutture protesiche tra loro con la tecnica dell'incollaggio, dove quindi bisogna ottenere un buon
legame metallo-metallo. Le caratteristiche di OT
CEM si prestano bene a questa tecnica, permettendo di creare un monoblocco funzionale in cui
le strutture protesiche vengono collegate e sigillate tra loro in maniera sicura, con un processo
simile alla fusione fredda che si riscontra con le
componenti aventi morfologia a cono Morse.
Per ulteriori informazioni: [email protected]; Tel.: 335.7840719.
L’ESTET ICA VA OLTRE CIÒ CHE APPARE
ALPHA BIO-TEC
Nuova linea di frese
chirurgiche DNT2
Alpha-Bio Tec
Alpha-Bio Tec – azienda multinazionale, leader nella produzione e
nello sviluppo di soluzioni implanto-protesiche avanzate – è lieta di
annunciare il lancio sul mercato della nuova linea di frese chirurgiche DNT2, dello Stopper Kit e del nuovo Kit Chirurgico.
Le frese chirurgiche DNT2 – Dritte e Step – nascono come evoluzione
della linea già esistente, sempliicando ulteriormente il processo di
foratura e consentendo al professionista di operare con maggiore
velocità e precisione. L’estrema accuratezza di progettazione che
Alpha-Bio Tec ha dedicato alle nuove frese si evince appieno sia nella
scelta del design che in quella dei materiali: le tacche di profondità sono evidenziate in
contrasto cromatico; le marcature laser e i codici colore rimandano immediatamente
all’identiicazione del diametro; il rivestimento multi-strato in DNT2 della parte lavorante, unito all’innovativo design della spira, aumenta notevolmente la capacità di
taglio e ne riduce drasticamente il riscaldamento. Lo Stopper Kit, realizzato in Radel e
sterilizzabile in autoclave, consente di scegliere e di estrarre gli stop con estrema facilità, grazie ai meccanismi di click-in e click-out e alla presenza di una scala dedicata. I
nuovi stop vengono inseriti e rimossi dalla fresa effettuando una semplice pressione.
Sono realizzati in acciaio chirurgico in varie altezze e diametri e risultano essenziali
per effettuare un’osteotomia precisa e sicura. Alle novità annunciate, si aggiunge inine il nuovo Kit Chirurgico, soluzione unica per tutti gli impianti, le frese e lo strumentario chirurgico accessorio. Alpha-Bio Tec ha puntato anche in questo caso a un design
ergonomico, leggero e compatto, resistente agli urti e con supporti in silicone per la
stabilità del contenuto durante il trasporto. L’attenzione per il dettaglio trova la massima espressione nelle marcature laser che rendono i singoli componenti chiaramente
identiicabili e accessibili e – come per lo Stopper Kit – nella scala graduata per l’esatta
misurazione della profondità di foratura. Il nuovo Kit Chirurgico Alpha-Bio Tec è facile
da pulire ed è garantito per oltre 1000 cicli di sterilizzazione.
Per ricevere maggiori informazioni in merito ai prodotti Alpha-Bio Tec, contattare
HTD Consulting s.r.l. - Tel.: +39.0577.749047 - [email protected].
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compromesse
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26 Notizie dalle Aziende
Dental Tribune Italian Edition - Aprile 2016
1° Simposio multidisciplinare Sympla Day
Nuove sinergie tra implantologia ed estetica periorale
Il 14 maggio si terrà, presso il Centro Congressi di Verona, il 1°
Simposio Sympla Day che offrirà la possibilità di assistere gratuitamente a conferenze di prestigiosi relatori di fama internazionale.
L’incontro è suddiviso in due sessioni, che tratteranno discipline quali implantologia ed estetica periorale.
Sympla Day – implantologia: nella sessione dedicata a chirurgia e implantologia, saranno trattati da opinion leader argomenti di maggior attualità clinica con l’obiettivo di fornire ai
partecipanti una visione completa delle migliori soluzioni chirurgiche e implantologiche di ultima generazione.
Apriranno i lavori il dott. Marco Bonelli e il dott. Nicola Vanuzzo, che parleranno di tutti i vantaggi dell’utilizzo in campo
chirurgico del microscopio operatorio in caso di macro e microstrutture implantari.
Durante la relazione del prof. Luigi Baggi verrà analizzata l’importanza del rendimento biomeccanico delle sistematiche implantari di ultima generazione e la loro importanza dal punto
di vista clinico sia nei settori posteriori sia in quelli a forte valenza estetica.
Il prof. Michele Di Girolamo, alternandosi con il prof. Baggi, approfondirà le relazioni clinico-scientiiche nelle riabilitazioni
su impianti osteointegrati.
La sinergia fra odontoiatra e otorinolaringoiatra come gold
standard nella prevenzione e nel trattamento delle complicanze iatrogene del complesso naso-sinusale, sarà il tema centrale
dei relatori dott. Mario Lendini e
dott. Maurizio Catalani.
Il prof. Mauro Labanca focalizzerà
il suo intervento sulla gestione e
sul corretto mantenimento dell’area post-chirurgica, la gestione del
lembo e la sua corretta chiusura
come aspetti fondamentali e irrinunciabili per una predicibilità
del risultato.
Sympla Day – estetica periorale: la
sessione sarà tenuta dall’associazione “Poiesis” e tratterà l’estetica
periorale sia sotto l’aspetto comunicativo (marketing) sia per quello
puramente clinico.
Introdurre la medicina estetica in
uno studio odontoiatrico è un processo più complesso della semplice introduzione di un nuovo trattamento odontoiatrico. Richiede un approccio completo che
deve partire dal cuore dello Studio (medico e team) e trasmettersi poi ai pazienti, in modo congruente ed eficace.
La comunicazione è una parte vitale di questo processo e va
gestita in modo attento e puntuale, se si vuole avere successo.
Grazie al dott. Ezio Costa e ai tutor Poiesis, al termine della
giornata i partecipanti sapranno usare al meglio le risorse dello studio per comunicare eficacemente la medicina estetica e
sapranno identiicare le modalità di promozione con diverse
tipologie di pazienti.
Per info e iscrizioni: www.sympladay.it
Postgraduate universitario
sull’utilizzo del laser in Odontoiatria
Anche quest’anno l’Università “Vita Salute”, in collaborazione con il Dipartimento di Odontoiatria del prof. Enrico
Gherlone, organizza un Postgraduate universitario sull’utilizzo del laser in Odontoiatria.
Dopo il grande successo delle passate edizioni, in questa
nuova verrà affrontata una tematica disciplinare di sicuro
interesse, come il trattamento parodontale, transitando dalla biostimolazione alla chirurgia, fino all’estetica tissutale,
ma sempre mediati dall’ausilio del laser.
Il corso, patrocinato anche da SILO (Società italiana laser
odontoiatrico) e da ACRIS (Associazione culturale ricerche
implantari San Raffaele), è composto da ben 20 docenti universitari e affronterà tematiche di estrema attualità, quali
la risoluzione di patologie relative al trattamento parodontale e perimplantare nella risoluzione delle stesse, mediante
l’utilizzo del laser.
Il corso è destinato a utilizzatori esperti e neofiti, in quanto
i partecipanti avranno la possibilità di utilizzare e verificare
le diverse lunghezze d’onda dei laser messi a disposizione
per tutta la durata del corso pratico, dando la possibilità di
eseguire delle prove pratiche su reperti animali.
Il corso, equiparabile a un master di 1° livello legalmente riconosciuto, è a numero chiuso (30 partecipanti), è accreditato sia per odontoiatri sia per igienisti dentali, e soddisfa e
adempie alle esigenze ministeriali relative ai crediti formativi per l’intero anno 2016.
Per informazioni e iscrizioni, contattare la sig. Claudia Bonvini,
Tel.: 039.481123 – E-mail: [email protected].
Per i dentisti nuovi strumenti educativi in favore
dei pazienti affetti da cancro
Londra – Il King’s College London Dental Institute comunica di aver sperimentato con successo una nuova serie di strumenti per aiutare il dentista a parlare nel modo migliore ai
pazienti affetti dal cancro orale del loro problema. Dopo una sola sessione di training,
facendo uso di tale set, i dentisti dicono di sentirsi più informati e in grado di affrontare
il delicato argomento.
Sulle questioni legate al cancro della bocca, hanno avviato con i loro pazienti un dialogo
più ampio. Dopo la formazione, una percentuale significativamente più alta di dentisti rispetto alla fase precedente, segnala di aver informato tramite il questionario i pazienti sul
fatto che stavano per essere sottoposti a uno screening di cancro orale. Allo studio, i cui
risultati sono stati recentemente pubblicati sul British Dental Journal, hanno preso parte
più di 40 dentisti. Durante la formazione, oltre a un aggiornamento sul cancro orale, i
partecipanti hanno ricevuto un’introduzione alla guida nella comunicazione, alle attività
e opportunità di apprendimento, ai giochi di ruolo e al feedback. «Non è nostra intenzione
usare la guida come manuale, ma piuttosto come indice nello scambio di informazioni sui
sintomi, sull’importanza della diagnosi precoce e sul quando e dove cercare aiuto nel caso
debbano comparire alcuni sintomi» spiega Tim Newton, co-autore dello studio.
Le ultime statistiche dei Cancer Research UK mostrano che
sono quasi 6800 le persone cui
ogni anno nel Regno Unito viene diagnosticato un cancro alla
bocca. Il dato è aumentato del
50% negli ultimi dieci anni. Nonostante cifre così preoccupanti, la maggior parte dei dentisti
esita a parlare con i pazienti di
Molti dentisti esitano ancora nell’affrontare con i pazienti
problemi legati al cancro orale
il problema del cancro orale (Foto: Wavebrakemedia/
nel corso degli appuntamenShutterstock).
ti di routine. Tra gli ostacoli
segnalati dai dentisti, c’era la
paura di ingenerare ansia nei pazienti, ci sono i vincoli rappresentanti dalla mancanza di
tempo e una carente consapevolezza nel dentista afferma uno studio del 2015.
Notizie dalle Aziende 27
Dental Tribune Italian Edition - Aprile 2016
Innovative frese diamantate +ZRN,
oltre ogni limite
Odontoiatrica è un’azienda giovane,
ma da quando è sul mercato – dal
2005 – ha sempre prestato attenzione
alle esigenze dei suoi clienti, trovando
soluzioni e innovazioni per migliorare il lavoro del professionista.
Da sempre, uno dei problemi più ricorrenti per l’odontoiatra è l’evidente perdita di eficacia delle sue frese
diamantate dopo pochi utilizzi. Dopo
due anni di sviluppo del prodotto,
Odontoiatrica presenta la prima e
unica fresa diamantata +ZrN, denominata EXTRA®.
Il trattamento in nitruro di zirconio
(+ZrN) crea sugli strumenti trattati
una caratteristica doratura, ed è un
procedimento di deposizione multistrato che conferisce alle frese una
durata superiore a qualsiasi altra fresa diamantata. Il +ZrN è già utilizzato
in ambito chirurgico, grazie alle sue
uniche proprietà e per la sua tossicità e ossidazione nulle. Il trattamento
in nitruro di zirconio conferisce agli
strumenti maggiore compattezza,
microdurezza e minore porosità.
I beneici delle frese EXTRA +ZrN sono
eficienza, eficacia e sicurezza. L’innovativo procedimento con cui vengono rivestite le frese permette al diamante di incastonarsi in profondità,
di creare una barriera protettiva che
migliora lo scarico dei detriti, ridurre
l’attrito e di conseguenza il surriscaldamento. Aumentando la compattezza molecolare dello strato metallico
che trattiene il diamante, si diminuisce la possibilità che la fresa trattenga
fra gli spazi intracristallini i detriti
generati dall’abrasione durante la
lavorazione. Le nuove frese EXTRA
rimangono sempre pulite, lasciando
liberi i canali di scarico presenti fra
i grani di diamante, la lavorazione è
più veloce e più precisa, la fresa non si
surriscalda e non si “impasta”, facilitando il lavoro dell’operatore.
Inine, la particolare deposizione del
diamante per “incastonatura” garantisce una sicura qualità del lavoro, perché la fresa si consuma gradualmente,
senza spelarsi, senza generare fastidiose vibrazioni e lasciando una supericie omogenea e già ben riinita.
Con un assortimento di 141 frese differenti come forma e granulometria,
Odontoiatrica immette sul mercato
una fresa che sicuramente porterà
grosse soddisfazioni all’odontoiatra
protesista, ma anche a quello che si
occupa di conservativa o di chirurgia: inalmente potranno utilizzare
frese a iamma che non si “spelano” al
primo utilizzo e preparare monconi
in maniera sicura e veloce. La nuova
linea comprende anche due frese e
tre dischi tagliacorone, studiati appositamente per la rimozione di corone
in ceramica, ma soprattutto in zirconia. La tenacia della diamantatura di
queste nuove frese agevola il taglio
anche su un materiale dificile come
la zirconia, senza provocare eccessivi
surriscaldamenti, tanto che le stesse
frese possono essere anche utilizzate
in laboratorio per la modellazione o
la riinitura delle corone in ceramica
o in zirconia sinterizzata.
Con un acquisto minimo di sole 24
frese, anche assortite nelle pratiche
e piccole confezioni da 3 pezzi, Odontoiatrica vuole omaggiare a tutti i
suoi clienti un utilissimo portafrese
autoclavabile in alluminio anodiz-
zato dove riporre le frese EXTRA, insieme a un’esclusiva pietra pulitrice
realizzata in materiale atossico che
permette di rigenerare e ravvivare
il dia mante incastonato sulle frese.
Per informazioni chiamare
il numero verde: 800-032889
Per ordini online: www.diastarextra.it
28 Notizie dalle Aziende
Dental Tribune Italian Edition - Aprile 2016
Fill-Up!™: l’otturazione in una singola fase
Con Fill-Up! – il nuovo composito universale a indurimento duale – l’otturazione delle ampie cavità è più semplice e più rapida.
Per molto tempo i clinici hanno cercato un materiale afidabile per l’otturazione delle grandi cavità con una procedura di lavoro economica,
un materiale moderno ideale per stabilizzare il dente dall’interno, soprattutto nei settori posteriori che sono maggiormente soggetti ai
carichi masticatori, e allo stesso tempo un materiale che permettesse di ridurre i margini di errore e consentisse di abbreviare i tempi di
trattamento grazie all’eliminazione di diverse fasi i intermedie.
La dr.ssa Chiara Granata (in foto), Scientiic Affairs Coordinator di COLTENE per il mercato italiano è venuta a trovarci in redazione per
un’intervista.
Sul mercato ci
sono già diversi
compositi per
la tecnica bulk.
Perché COLTENE
lancia “Fill-Up!”
solo adesso?
COLTENE ha affrontato il tema dell’otturazione bulk con
grande cautela. I requisiti clinici e tecnici di un materiale di
questo tipo sono estremamente elevati. Noi abbiamo sviluppato il prodotto in collaborazione con delle università,
per ottenere la migliore qualità e sicurezza possibili nel
trattamento. Inoltre Fill-Up! è un’ innovazione che effettivamente merita il nome “ bulk fill”.
Qual è la differenza con gli altri compositi bulk fill?
I materiali bulk fill attualmente disponibili, essendo esclusivamente fotopolimerizzabili, hanno un limite nello spessore dello strato applicabile che può arrivare al massimo
a 5 mm; inoltre, per la maggior parte dei prodotti occorre
applicare uno strato di copertura con un composito modellabile. La tecnica bulk fill significa otturare la cavità in
una fase sola e Fill-Up! mantiene ciò che il nome promette
infatti, grazie alla polimerizzazione duale, consente di trattare cavità profonde fino a 10 mm in un’unica fase. Data la
sua alta stabilità meccanica, non è necessario uno strato
di copertura nell’area occlusale, anche se si può applicarlo
facoltativamente per ragioni estetiche o funzionali.
Allora l’indurimento duale è il fattore chiave di
questo nuovo materiale?
Esattamente! Se la luce di polimerizzazione è insufficiente,
con un materiale bulk fill esclusivamente fotopolimerizzabile si corre il rischio di lasciare aree non polimerizzate
che possono causare ipersensibilità postoperatoria. Fill-Up!
È in grado di offrire al clinico la sicurezza di una polimerizzazione completa in tutta la sua massa. Inoltre Fill-Up!
presenta caratteristiche meccaniche ottimali grazie all’alta
percentuale di microriempitivi in esso contenuti. La stessa
percentuale non sarebbe possibile nei materiali bulk esclusivamente fotopolimerizzabili perché la luce non potrebbe
più penetrare. Non a caso, questi materiali sono estremamente traslucenti: una caratteristica non desiderabile per il
restauro di un dente naturale.
Fill-Up! è un composito modellabile?
No, il materiale offre una stabilità molto elevata, ma non è
modellabile; comunque presenta dei vantaggi che un classico composito modellabile non può offrire.
Quali sono?
Grazie alla sua fluidità, Fill-Up! bagna e si adatta in modo
ottimale alle pareti e ai margini della cavità condizionate e
trattate con l’adesivo, quindi previene le fessure marginali
primarie.
Cosa può dirci sullo stress
da contrazione nella tecnica
bulk fill?
La combinazione dei nostri materiali adesivo e composito
bulk è stata scelta in modo che sia possibile una contrazione, ma in direzione della parete della cavità. In abbinamento con una polimerizzazione chimica delicata, otteniamo
un processo di polimerizzazione ottimale, che genera tensioni molto basse.
Quindi consigliate l’utilizzo di un particolare
adesivo in abbinamento al Fill-Up!?
Sì. Consigliamo l’utilizzo di un adesivo a polimerizzazione chimica, il Parabond, oppure, in alternativa, il One Coat 7 Universal preferibilmente reso duale dall’apposito attivatore.
Il prodotto è disponibile in una tinta universale
tra A2 e A3. È giustificabile da un punto di vista
estetico?
Certamente. Si tratta di restauri economici per i pazienti
e che richiedono poco tempo. La tinta universale elimina
la fase della determinazione del colore. Inoltre Fill-Up! si
usa nella regione posteriore e comunque, se necessario, si
può scegliere l’opzione di uno strato di copertura aggiuntivo con il nostro composito Brilliant EverGlow per garantire
una migliore estetica nei pazienti più esigenti.
In quale gruppo di pazienti si usa Fill-Up!?
Nei pazienti per i quali il tempo è un fattore importante, ad
esempio pazienti poco collaboranti, quali i bambini, gli anziani e le persone con handicap, oppure nei pazienti con un
budget di spesa limitato. A volte anche la situazione clinica
richiede l’uso di un prodotto di questo tipo: cavità profonde che non consentono la fotopolimerizzazione, forti sottosquadri o zone di difficile accesso, ad esempio gli ottavi.
Inoltre, per le cavità più piccole, il composito fluido offre
il vantaggio aggiuntivo di restauri minimamente invasivi
senza sacrificio di tessuto dentale, che in questo caso non
sarebbero possibili con un composito modellabile.
Quando saranno disponibili i primi studi
su Fill-Up!?
Gli studi sono già disponibili, lo erano già al lancio di questo
nuovo prodotto: studi sull’adattamento al margine dopo il
carico masticatorio, sulla ruvidità superficiale e sulla polimerizzazione in profondità. Questi studi confermano che la
tecnica di otturazione in un solo strato con Fill-Up! è possibile e senza necessità di compromessi.
Da COLTENE
l’innovazione
nella tecnologia
dei materiali CAD/CAM
Composito ad alte prestazioni
Brilliant Crios è il nuovo materiale in blocchi, integralmemente di composito rinforzato, per la
produzione di restauri permanenti quali inlays, onlays, corone anatomiche e faccette realizzate
tramite il sistema CAD/CAM Cerec. Per le sue caratteristiche di lessibilità, può essere adattato a
ogni speciica esigenza e in ogni momento.
Coltene, azienda multinazionale
svizzera con presenza consolidata e
capillare a livello globale, specializzata in materiali di consumo a uso
odontoiatrico, ha uficializzato la sua
entrata nel mercato dei blocchi in
composito rinforzato per l’utilizzo
tramite i sistemi CAD/CAM. Brilliant
Crios è prodotto in composito rinforzato per la realizzazione di restauri
permanenti quali inlays, onlays, corone integrali e faccette per il sistema
CAD/CAM Cerec. Con questa innovazione, Coltene sta ponendo particolare enfasi sull’utilizzo del composito
come materiale di prima scelta per
essere utilizzato direttamente nello
studio odontoiatrico mediante i sistemi computerizzati, estendendo la
propria offerta a soluzioni tecnologicamente avanzate nel comparto della conservativa digitale.
Coltene è divenuta a tutti gli effetti
partner uficiale di Sirona nella for-
nitura di materiali
consumabili per il
sistema Cerec CAD/
CAM.
I blocchetti Brilliant
Crios in composito al 100% entreranno a far parte
integrante del software Cerec e dei
relativi aggiornamenti. La combinazione dei vantaggi offerti dall’innovativo materiale composito sub-microibrido da utilizzare direttamente
alla poltrona con il sistema Cerec,
consentirà di ottenere un restauro
estetico e afidabile in poco tempo
senza ulteriori passaggi. Il processo di produzione, rigorosamente
controllato in ogni singola fase, ga-
rantisce un indurimento termico
completo e graduale, conferendo al
materiale inito eccellenti proprietà meccaniche.
> pagina 29
Notizie dalle Aziende 29
Dental Tribune Italian Edition - Aprile 2016
< pagina 28
L’entrata di Coltene
nell’odontoiatria digitale
Con questa mossa Coltene mantiene la promessa, ponendo un’enfasi
particolare sul composito grazie
alle elevate prestazioni e alla versatilità di questo materiale destinato
a un procedimento di lavorazione
digitalizzata computer assistita direttamente nello studio dentistico.
I moderni materiali compositi possiedono caratteristiche molto simili agli elementi naturali e
consentono di eseguire restauri
minimamente invasivi con la massima eficienza in un’unica seduta,
garantendo risultati sorprendenti.
Martin Schaufelberger CEO (in
foto) di Coltene Group, ha dichiarato: «Il processo di digitalizzazione
trova sempre più spazio in odontoiatria. È stato determinante l’impegno di Coltene nei decenni passati,
nel promuovere e rideinire le linee di sviluppo dei materiali compositi. Il lancio di Brilliant Crios e
la partnership con Sirona nell’area
della tecnologia CAD/CAM segnano l’entrata del brand Coltene nel
futuro dell’odontoiatria digitale rimarcando l’impegno della società
per l’innovazione».
Materiale afidabile
e di lunga durata
Il modulo di elasticità di Brilliant
Crios, molto vicino a quello della
dentina, lo rende molto meno fragile della ceramica. In conseguenza
di ciò i picchi di stress sono signiicativamente ridotti, come il rischio
di fratture e scheggiature, sia nella
fase di lavorazione sia in situ.
I blocchetti di Brilliant Crios combinano i vantaggi dati dall’innovativo materiale composito submicroibrido con i requisiti dei moderni
processi di lavorazione che fanno
uso dei sistemi CAD/CAM. Obiettivo: ottenere in poco tempo restauri
afidabili ed estetici.
Eccezionali e uniche
caratteristiche di lessibilità,
resistenza e precisione
Grazie alla grande capacità di assorbimento degli shock lo rende il
materiale di prima scelta per la realizzazione di corone su impianti
aumentando la sensibilità del pa-
ziente durante la funzione masticatoria.
I test isici condotti sul materiale,
a confronto con le ceramiche tradizionali, ne hanno confermato
l’estrema lessiblità, l’eccellente
lucidabilità, e resistenza all’usura
mantenendo un comportamento
naturale sugli antagonisti anche
dopo 1,2 milioni di cicli di masticazione.
La struttura supericiale omogenea di Brilliant Crios, garantisce
una facile lucidatura favorendo il
mantenimento della brillantezza
nel tempo.
Anche in situazioni estreme quando il margine del restauro richiede
spessori molto sottili, il composito
rinforzato può ancora essere lavorato senza rischio di rottura ino a
0,1 mm.
Un sistema di lavoro integrato
L’abbinamento di questo innovativo materiale per CAD/CAM a
un protocollo di lavoro codiicato,
conferma una volta in più l’impegno e la volontà di Coltene di offrire una sistematica versatile a alte
prestazioni per supportare al me-
glio il passaggio dell’odontoiatria
conservativa nell’era del digitale.
Brilliant Crios è disponibile in diverse tinte e con due distinti livelli
di traslucenza: 9 tinte a bassa traslucenza “LT” e 4 tinte ad alta traslucenza “HT”.
L’adattamento cromatico e le
eventuali caratterizzazioni sono
semplici da realizzare con l’aiuto
dei materiali compositi come ad
esempio il Brilliant EverGlow.
Per un’adesione sicura, la casa
raccomanda l’utilizzo del sistema adesivo One Coat 7 Universal, combinato al composito
universal Brilliant EverGlow; in
funzione della speciica situazione clinica, saranno disponibili soluzioni alternative quali
un cemento resinoso come il
SoloCem oppure uno duale come
DuoCem.
In occasione del lancio è stato realizzato un kit introduttivo che
include l’adesivo One Coat 7 Universal.
BRILLIANT Crios è stato uficialmente presentato sul mercato
italiano in occasione del III Congresso internazionale DDA (Di-
gital Dental Academy) tenutori a
Parma il 18-19 marzo 2016.
I blocchetti in composito per CAD/
CAM Brilliant Crios saranno disponibili attraverso i partners della distribuzione di Coltene.
Coltene Italia Srl
c/o Polo Tecnologico della Brianza
Via Alessandro Volta 94 – Cond. Bianchi
20832 Desio (MB) / Italia
Tel.: +39.0362.626732
Fax: +39.0362.632580
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La terapia HELBO®
Testata scientiicamente, eficace, indolore e senza effetti collaterali. Terapia fotodinamica per il trattamento della parodontite e della perimplantite
Da molti anni l’uso della terapia fotodinamica (PDT) per combattere le infezioni batteriche nel cavo orale rappresenta un’innovazione in odontoiatria. La terapia HELBO®, leader nel mercato da oltre 15 anni, conta oltre
60 pubblicazioni, che includono anche diverse pubblicazioni internazionali di studi clinici randomizzati eseguiti da rinomati scienziati tra i quali
il prof. dr. Anton Sculean, il prof. dr. Arthur Novaes e il prof. dr. Andreas
Braun.
Il gruppo di lavoro del prof. dr. Sculean nel marzo 2014 è stato insignito dalla
EFP del premio 1st Prize for Graduate Research in European Federation of Periodontology 2013 per l’articolo “Anti-infective therapy of peri-implantitis
with adjunctive local drug delivery or photodynamic therapy: six month
outcomes of a prospective randomized clinical trial”, pubblicato nella rivista Clinical Oral Implants Research, 2013 Jan;24(1):104-110.
La 10a European Consensus Conference (EuCC) del 14 febbraio 2015 a Colonia,
nello stabilire le linee guida per la prevenzione, la diagnosi e la terapia delle iniammazioni perimplantari, ha inserito la terapia fotodinamica quale
tecnica adiuvante ed eficace nel trattamento delle mucositi perimplantari.
La terapia HELBO® riduce le infezioni causate dai batteri patogeni per
oltre il 99% senza alcun effetto collaterale. Questo trattamento prevede
una colorazione dei microrganismi (fotosensibilizzatore HELBO® Blue)
e grazie all’esposizione della luce del laser HELBO® TheraLite Laser® si
forma ossigeno singoletto altamente reattivo, che porta all’ossidazione
dei lipidi nella membrana batterica e quindi in brevissimo tempo alla
distruzione dei batteri.
Il laser HELBO® agisce senza effetto termico e biostimola i processi di rigenerazione dei tessuti duri e molli (low level laser therapy). Il trattamento
è indolore e privo di effetti collaterali e previene in molti casi procedure
invasive, che i pazienti sono sempre
meno disposti ad accettare.
Per informazioni sulla terapia HELBO®
potete visitare il sito: www.helbo.de
Bredent Medical GmbH & Co. KG
Responsabile per il servizio stampa:
Vittorio Nicoli, Amministratore Bredent srl
Tel.: 0471.469576/400781 - [email protected]
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32 Speciale Digitale
Dental Tribune Italian Edition - Aprile 2016
Appropriatezza e digitale, due grandi
temi di approfondimento e confronto
al XXIII Congresso Nazionale Collegio dei Docenti di Roma
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Anche al Collegio l’appropriatezza è un tema molto presente e dà lo
spunto per molti interventi. Una premessa nella scelta del tema proviene
dallo stesso comunicazione uficiale del Collegio: «Negli ultimi anni in
Odontoiatria si sta assistendo a un fenomeno preoccupante: sempre più
denti vengono estratti per essere sostituiti da impianti più vantaggiosi
economicamente e apparentemente più semplici da collocare rispetto a
complessi trattamenti conservativi, endodontici e parodontali.
L’accoppiata estrazione + impianto viene oggi consigliata ai pazienti in
denti compromessi parodontalmente – continua la nota –, in situazioni
estetiche critiche (anche in presenza di denti sani), in caso di trattamenti e ritrattamenti endodontici, e persino in presenza di semplici lesioni
cariose. Questo proliferare di implantologi più o meno improvvisati e di
estrazioni spesso ingiustiicate comporta rischi da non sottovalutare».
L’intera giornata di venerdì 15 è dedicata all’“Appropriatezza in patologia e
medicina orale”, in collaborazione con SIPMO ed Errekappa Euroterapici, e
un’altra in contemporanea riservata agli igienisti sull’“Appropriatezza in
igiene orale”, in collaborazione con la Commissione nazionale dei corsi di
studio di Igiene orale. Si rifanno inoltre a quel principio anche il “Simposio endo-resto: soluzioni cliniche endodontiche e ricostruttive per i denti
gravemente compromessi, con consigli pratici e protocolli operativi per gli
specialisti e dentisti generici” e quello sui protocolli responsabili in igiene
orale.
L’altro argomento forte della 23a edizione è costituito da un interrogativo
fondamentale che darà vita a un’intensa serie di incontri e confronti: “Le
soluzioni digitali possono essere già deinite una ‘wise choice’ nella pratica clinica quotidiana?”. Interrogativo fortemente intrigante e d’attualità,
collegato alla rivoluzione digitale in corso verso quella che viene chiamata la “full digital dentistry” in progressivo e inarrestabile divenire.
Alcune risposte verranno dalla giornata dedicata al digitale, con la collaborazione della Digital Dental Society organizzatrice di un Congresso
di buon successo, che verrà presentata da Luongo, Esposito e Mangano,
mentre l’introduzione dei vari relatori alla giornata digitale avverrà a
cura di Polimeni, Gherlone e dello stesso Luongo, di cui pubblichiamo
un’intervista in questo numero.
Dental Tribune Italia
La digitalizzazione nella sanità?
Processo lento anche in ambito odontoiatrico
I problemi della digitalizzazione in
sanità sembra siano legati innanzitutto alla dificoltà che gli utenti italiani hanno nell’avvicinarsi
ai servizi informatici, ma anche
il personale medico sanitario potrebbe contribuire di più all’aumento di produttività dell’intero
sistema. Il sistema della ricetta
digitale, in questo contesto, può
sicuramente portare beneici ai
pazienti. Passando dalla sanità
più generale all’odontoiatria, nel
corso del Meeting Digital Dental
Academy, alla sua terza edizione,
svoltosi a Parma il 18 marzo, un
relatore ha etichettato l’odontoiatria digitale come «indeinibile»,
visto che sono troppo numerose
le applicazioni predicibili nei prossimi anni. Al massimo: digitale
si deinisce la tecnica sostitutiva
dell’analogica in funzione a oggi.
Esempio indicativo nel dentale
può essere la presa dell’impronta
realizzabile con l’uso di materiale
oppure con uno scanner.
Sicuramente digitali sono altre 5
operazioni come la protesi issa su
denti naturali e impianti, la creazione di dime per chirurgia guidata, la protesi maxillo-facciale per
fratture o neoplasie, gli allineatori
ortodontici, gli apparecchi funzionali e dispositivi intra-orali per curare le apnee notturne.
Quindi le applicazioni in odontoiatria esistono e anche numerose
soprattutto per il futuro, ma il
problema è il costo, che però non
ha impedito a molti odontotecnici di aggiudicarsi apparecchiature digitali per poter (diversamente e meglio) affrontare la
collaborazione con l’odontoiatra.
Le due figure continueranno a
collaborare? «Il rapporto tra di
esse continuerà – prevede un
esperto – se l’odontoiatra non deciderà di sostituirsi al tecnico. Ma
se quest’ultimo vorrà collaborare
con il dentista dovrà necessariamente far uso del digitale».
Dental Tribune
Un congresso internazionale discute
le potenzialità della stampa 3D in medicina
Mainz, Germania – L’importanza di soluzioni di cura personalizzate è in aumento in vari campi della medicina.
Per migliorare la medicina personalizzata e i suoi risultati, ricercatori e medici stanno sempre più utilizzando la
stampa 3D per sviluppare nuovi metodi e dispositivi. La
prima Conferenza internazionale sulla stampa 3D in me-
Modello in 3D stampato e virtuale (sullo sfondo) di una ricostruzione mandibolare (Foto: ©Peter Pulkowski /Mainz University Medical
Center).
dicina, che si terrà il 15 e 16 aprile a Magonza, tratterà le
potenzialità della tecnologia e i suoi più recenti sviluppi
in settori quali la chirurgia orale e la traumatologia.
Il congresso è organizzato dallla BiomaTiCS (Biomaterials,
Tissues and Cells in Science), gruppo di ricerca interdisciplinare dell’University Medical Center di Johannes
Gutenberg di Magonza. Secondo i ricercatori tedeschi, la
stampa 3D introdurrà nuove possibilità per la medicina
rigenerativa e personalizzata. Come altri esperti, credono
che la tecnologia continuerà nei prossimi anni ad acquisire importanza in vari campi della medicina. Una recente
analisi della A.T. Kearney, società di consulenza internazionale, ha rilevato che, entro il 2020, l’uso della stampa
3D nella sanità aumenterà del 20-25%.
Oggi, la stampa 3D è già utilizzata in tutte le discipline
della medicina miranti a sostituire il tessuto perso, a
causa di infortunio, malattia o età, con il trapianto – per
esempio, la chirurgia ortopedica, la chirurgia orale e vascolare.
Il congresso ha in programma conferenze tenute da medici internazionali, scienziati dei materiali e ingegneri che
prendono in considerazione l’influenza della stampa 3D
in varie discipline mediche. Gli argomenti all’esame includono la ricostruzione mandibolare con singoli impianti
stampati in 3D oltre a migliorare la medicina rigenerativa
attraverso la stampa 3D di vene, sostituti ossei e cornee.
Inoltre, sarà trattato il bioprinting 3D come una delle tecnologie chiave del futuro, tecnologia che mira a produrre
tessuti funzionali organici 3D utili come base per gli organi artificiali.
Uno degli obiettivi degli organizzatori del congresso è di
favorire il dialogo interdisciplinare, così come progetti di
collaborazione tra scienziati, per sviluppare ulteriormente la tecnologia e le sue applicazioni in ambito medico, e
della sanità più in generale.
L’evento si terrà presso l’Electoral Palace di Magonza. Più
di 500 partecipanti internazionali sono attesi a prendere
parte alla conferenza.
Per ulteriori informazioni sul programma e la registrazione, visitare il sito: www.3dprint-congress.com.
Dental Tribune International