Ilbinario21:partenzaverso ilbuio

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Ilbinario21:partenzaverso ilbuio
GIORNALE MEMORIA
il
della
x
L’INDIFFERENZA/RICORDIAMO
UN NOME, UNA STORIA, UN RICORDO
Adolf Percowiez , Polonia 8
gennaio 1915 – De Benedetti Lucia, Milano 10 aprile 1911- Milul
Isacco Gino, Livorno 26 luglio
1885 - Valabrega Alberto, Milano
21 aprile 1915 - Crespin Abramo,
Menemen 2 novembre 1876 Behar Rachele, Sofia 16 gennaio
1899 – Cuzzeri Eugenia, Verona
9 settembre 1880 – Pecar leone
Remo, Milano 30 aprile 1930 –
Matalon Elia, Salonicco 10 marzo 1896 – Pecar Davide, Milano
15 maggio 1935 – Americano
Carolina, Plovdiv 31 luglio 1910
– Bindefeld Mayer, Francoforte
5 marzo 1899 – Levi Fausto, Venezia 5 giugno 1892 – Deligtisch
Ray, New York 13 agosto 1898 –
Dana Mosé, 5 febbraio 1930 –
Jona Rosa Bianca, Milano 5 settembre 1903 – Wolf Henry, Amburgo 29 marzo 1894.
Le persone qui citate sono alcune delle 650 partite dal binario
21 della stazione di Milano il 30
gennaio 1944, solo ventidue di
loro sono tornate.
I loro nomi vivono nei nostri
cuori affinchè il loro sacrificio
non sia vano.
(Alessandro P.- Oussama R.Angelo R.)
.
L’INDIFFERENZA
L'indifferenza è come la morte
fredda e cupa è l’indifferenza
L’indifferenza è come un muro
che non ti lascia vedere in faccia a
nessuno.
L’ indifferenza è un mantello che non
ti fa muovere
davanti a qualcuno con assoluta libertà
(Angelo R.- Uriele G.)
Memorie
Per ricordare ciò che non vorremmo
fosse successo
Per non dimenticare chi ha lottato per
la vita
Per non ignorare chi ha perso la speranza
Per le vittime che continueranno a
vivere nelle pagine della storia
Per i carnefici che annebbiati dalla
follia hanno commesso una tale brutalità
Per chi come me non c'era
Per chi vuole un mondo migliore
Per vincere il mostro dell'indifferenza
affinchè non succeda mai più.
(Alessia S.)
RICORDIAMO...
Il giorno della memoria
ricorda una grande storia
quella di uomini,donne,bambini
strappate dai loro cari come “burattini”
portati lontano su dei vagoni,
freddi,stretti e senza parole.
Sette giorni il viaggio è durato
tra lamenti,pianti e cuore prosciugato.
All'arrivo con grande stupore
avevano capito con orrore
che la loro vita
ormai era finita
il loro destino era segnato
erano “EBREI”
non lo avrebbero mai negato.
(Eleonora)
L’inferno
di
Auschwitz
1942-1945: L’INCREDIBILE ACCADE
MOLTENO Il 20 gennaio 1942 a venti
chilometri da Berlino si decide la
soluzione finale nei confronti del
popolo ebraico: non deve più esistere. Dopo averli privati dei diritti
civili, averli espulsi dai territori tedeschi, confinati in ghetti circondati da filo spinato, ora devono
essere massacrati. La ragione dell'uomo impazzisce, esce fuori da
ogni logica e l'incredibile accade
sotto gli occhi di una umanità che
ancora oggi è incredula.
Auswitch, una cittadina situata
nel sud della Polonia diventa uno
dei gironi infernali. Perchè proprio
Auschwitz? Era “comoda”, era uno
snodo ferroviario, i treni arrivavano
in linea diretta, senza soste, senza
difficoltà. Il viaggio era di lunga
durata; le persone erano caricate
su vagoni merci. Non avevano nulla da mangiare, erano in spazi bui e
chiusi e c'era gente che urlava,
piangeva dalla disperazione, per
alcuni l'unica consolazione era la
preghiera. Non appena si aprivano
le porte gli ebrei venivano scaricati
dai vari vagoni con violenza e divisi
tra maschi e femmine; qui veniva
scelto il loro destino: sopravvivere
o morire. Era l'inferno. Quelli deboli e malati, che dovevano morire
subito venivano portati in apparenti docce dove venivano soffocati
da un veleno molto potente che in
otto/ dieci minuti poteva far morire
1000 persone. Mentre quelli forti
avevano la fortuna di rimanere in
.
vita, lavorando nei lager. Il 27 gennaio 1945 il campo di sterminio di
Auschwitz viene liberato dai Russi
che scoprirono il terrore di quel
luogo. Purtropo la Shoa è una storia anche italiana, dopo l'8 settembre 1943, 7.000 ebrei italiani
furono deportati, solo 700 ritornano vivi tra cui Liliana Segre e
Primo Levi. Nel suo libro Se questo
è un uomo il 27 gennaio 1945
scrive: L' alba. I russi arrivarono
MOLTENO Nella storia del popolo ebraico c'è la storia dei giusti: si racconta che ci sono
sempre trentasei giusti al mondo di cui non si conosce l'identità, ma che sanno riconoscere
mentre Charles ed io portavamo
Sònogyi poco lontano.Ho inconle sofferenze di un popolo e se ne fanno carico perchè non ammettono l'ingiustizia.
Nell'epoca di barbarie naziste uomini e donne senza sapere a cosa andavano incontro
tato a Katowice, in aprile, Schenck
e Alcalai in buona salute.
hanno agito per senso di giustiza e amore per i loro simili vincendo la morte
e la paura. Una figura che abbiamo conosciuto e di cui siamo riconoscenti
Arthur ha raggiunto felicemente la sua famiglia, e
è Giorgio Perlasca. Giorgio Perlasca è un italiano, nato a Como, il 31
gennaio 1910. Venne riconosciuto ''un giusto tra i giusti''. Infatti nell'inverno
Charles ha ripreso la sua
professione di maestro;ci
del 1944, nel corso della seconda guerra mondiale salvò la vita di oltre
5000 ebrei. Inizialmente era un fascista convinto e prese parte alla guerra
siamo scambiati lunghe
lettere e spero di poterlo
civile Spagnola a fianco dei nazionalisti del generale Francisco Franco.
All’inizio della seconda guerra mondiale, Perlasca si trovò a lavorare dal
ritrovare un giorno.
Dopo anni di orrore, la
1942, in Ungheria a Budapest, con permesso diplomatico. Dopodiché
Perlasca si distaccò dalle idee di Hitler e così, fingendosi Console
luce è tornata. Con difficoltà sono tornati alla viSpagnolo, iniziò a gestire il “traffico”degli ebrei e, invece di portarli a
Auschwitz, li rilasciò di finti salvacondotti che conferivano la cittadinanza
ta, il desiderio di ciascuno
di loro è potersi ritrovare
spagnola agli ebrei.Grazie all'opera di Perlasca, 5.218 ebrei furono
direttamente salvati dalla deportazione. È morto a Padova nel 1992 all'età
un giorno e soprattutto ri- GIORGIO
di 82 anni per un attacco di cuore. Soltanto quarant'anni dopo, alcune
cordare perchè anche
P
E
R
L
A
S
C
A
donne ebree divulgarono la sua storia di coraggio e solidarietà. Ancora in
quando l' ultimo supervita, Perlasca ricevette per la sua opera numerose medaglie e ricostite morirà sarà compito
noscimenti. A Budapest, nel cortile della Sinagoga, il nome di Perlasca appare in una
delle generazioni che resteranno
lapide che riporta l'elenco dei giusti. La lapide è circondata da pietre; anche noi abbiamo
raccontare. L'inferno che si è scaposato una pietra sulla riproduzione della lapide di Perlasca, alla mostra organizzata dalla
tenato ad Auschwitz non riguarda
scuola di Bosisio Parini sulla Shoah, in segno di rispetto e ricordo verso l’azione di questo
solo gli ebrei ma una intera umagrande uomo.
nità offesa e sterminata.
IL PERSONAGGIO Budapest imprime il suo nome su una lapide nel cortile della Sinagoga
Giorgio Perlasca, un giusto tra i giusti
Nato a Como nel 1944, salvò la vita a 5 mila ebrei durante la Seconda Guerra Mondiale
Martina T. Delia T. Riccardo P. Stefano
D.
L’ORIGINE DELLA PAROLA
Il popolo ebraico perseguitato
nei secoli dai pregiudizi
MOLTENO Che cosa è un pregiudizio?
Come dice la parola stessa è pre-giudizio è l'abitudine di saltare alle conclusioni,senza prima conoscere; giudicare in modo errato in base a falsi o
superficiali saperi. Questo è un vizio che
deriva da atteggiamenti di chiusura
mentale e sociale. Tra i più giudicati
troviamo il popolo ebraico con più di
2000 anni di pregiudizi,furono perseguitati ed emarginati con accuse infondate. Ebreo significa discendente di
Abramo e deriva da Ivri. Ebreo è anche
sinonimo di giudeo non inteso come
traditore, ma come discendente da Giuda, re d’Israele e non da Giuda Iscariota
traditore di Gesù, come molti possono
pensare. O ancora ,Ebreo è anche sinoimo di Israelita da Israel, figlio di
Giacobbe, e non abitante dello stato di
Israele che ha origini più recenti di
questo termine. Un altro esempio eclatante è la stella o scudo di Davide che
per gli ebrei simbolizza l’uomo e Dio
che si incontrano e viceversa, e che
invece è stato usato dal nazismo come
macchia di vergogna o peggio ancora di
condanna a morte. Alcuni di questi
significati sbagliati che sono stati attribuiti agli ebrei migliaia di anni fa
sono tutt’oggi usati impropriamente. Il
negazionismo storico non deve prendere il posto della conoscenza vera. Per
questo è importante sapere la vera
origine delle parole per aborrire e abbattere i muri del pregiudizio,affinchè
queste cose non accadano mai più.
(Camilla Corti e Alessia Sironi)
.
Poesie per non dimenticare
1943-45
PERCHE’ RICORDARE?
MOLTENO Il 27 Gennaio è una ricorrenza istituita nel luglio del 2000 dal Parlamento italiano
e successivamente dalle Nazioni Unite per ricordare la strage di milioni di innocenti che hanno
persolavitaperlasolacolpadiesserenati.E'statasceltaproprioquestadataperchèil27gennaio
1945 le truppe sovietiche dell'Armata Rossa varcarono i cancelli del campo di sterminio di
Auschwitz-Birkenau liberando i pochi superstiti. I prigionieri non ebbero nessun tipo di reazione:
non gioia ,non un senso di pace ma completa indifferenza. La dimensione umana era stata
cancellata. E proprio ora che si inizia a ricordare, che non bisogna avere paura nel dire ciò che è
successo soltanto settanta anni fa, i sopravvissuti si sono fatti coraggio ed hanno deciso di
raccontare. Hanno superato la loro paura di non essere ascoltati, di non essere presi in
considerazione, e hanno portato delle testimionianze che sono state fondamentali per ricostruire
ciò che veramente è successo in quegli anni. Il giorno della Memoria è il punto di partenza per
abolire le discriminazioni tra etnie. Bisogna ricordare per combattere l'indifferenza, per contrastare il muro di silenzio che si è costruito intorno a questa parte della storia, periodo che si è
sempre tentato di nascondere, mimetizzare, forse per la troppa vergogna . Ora che si hanno i
mezzi per farlo bisogna raccogliere tutte le testimonianze e far conoscere ciò che è realmente
accaduto perchè ciò che è successo non può essere oscurata o essere considerata ormai
passato .
La memoria è qualcosa di intimo e delicato e che va trattata con rispetto e dignità. Ricordare
non significa trasmettere l'orrore e la paura, ma il desiderio di conoscere e scoprire il perchè delle
cose. Scire est meministi . Sapere è ricordare. La Shoah non coinvolge solo il popolo ebraico ma
l'intera umanità. Dal passato bisogna imparare qualche cosa, si deve impedire che un fatto del
genere possa riaccadere in futuro ed è per questo che il ricordo della Shoah deve essere sempre
mantenuto vivo in ognuno di noi. “Tutto questo è accaduto tanto tempo fa e non dovrebbe più
accadere . Non oggi.” ( J. BOYNE, Il bambino con il pigiama a righe ) (Elisa T. Benedetta B.)
Francesco I.-Luca M.-Gallo-Gogu- Mirko P. Davide L.
.
n Migliaia le persone trasportate senza un motivo
Il binario 21: partenza verso il buio
MOLTENO Sono state migliaia
le persone trasportate tra il
1943-1945 con la sola colpa
di essere nate. Un treno come tanti altri quello che collegava Auschwitz con Milano, ma dietro a un innocuo e
innovativo mezzo di trasporto si nascondeva un' orribile
verità. Ogni giorno dalla stazione italiana veniva raccolto un enorme gruppo di persone provenienti da tutta le
penisola, adulti, bambini,
anziani che venivano caricate sul mezzo infernale come fossero bestie. Erano
tanti, troppi, ammassati senza aria e spazio : una vera e
proprio trappola ambulante.
Una delle poche sopravvissute tornate sane e salve a
casa fu Liliana Segre.Ora la
donna è pronta a testimoniare la tragedia grazie al suo
immenso coraggio e alla sua
grande determinazione. Il
suo scopo è quello di trasmettere alle generazioni future quello che è accaduto
per non dimenticare, a 13
anni ha scelto la vita, non è
stato facile a quella docile
età scegliere ma più che altro un istinto. Il binario 21 è
LA NOSTRA COLPA? ESSERE NATI
un luogo della memoria situato nei sotterranei della
stazione di Milano centrale
collegato alla Shoah e alla
persecuzione dei cittadini
ebrei. Ora il binario 21 è un
ricordo di quello che è accaduto in passato: un memoriale per chi c'era, per chi
c'è ora, ma soprattutto per
chi verrà. Il 27 gennaio 2013
è stato inaugurato in questo
luogo Il Memoriale della
Shoah di Milano al cui in-
gresso compare la scritta INDIFFERENZA, fortemente
voluta da Liliana Segre, una
“Milanese”, come lei si definisce, sopravvissuta ad Auschwitz. Al giorno d’ oggi,
visitando il binario 21 si trova un silenzio, un silenzio
solenne, un vuoto assoluto
come se le anime di quelle
povere persone fossero ancora intrappolate in quel desolato luogo.
Elena R., Alessia F., Matteo C.
MOLTENO “Una grave colpa:essere nati” una frase che ripete spesso Liliana
Segre nelle sue testimonianze. Liliana è una sopravvissuta ad Auschwitz . E'
nata a Milano nel 1930. Prima di entrare nel lager Liliana e suo papà hanno
tentato di scappare in Svizzera ma sul confine sono stati scoperti e portati
al carcere di San Vittore. Alla fine di gennaio di quell'anno sono stati caricati
su un camion che li avrebbe portati alla stazione centrale di Milano, dove
sono stati immessi sui vagoni del Binario 21.In quei momenti pensavano un
po' a tutto e un po' a niente, si chiedevano perché dovesse capitare proprio
a loro. Hanno attraversato Milano circondati dall'indifferenza delle persone
che non li degnavano neanche di uno sguardo. Nessuno sembrava sentire
i bambini che piangevano o vedere gli anziani che morivano. In quei
momenti ognuno di loro si aggrappava alla persona amata cercando di
diminuire la sua sofferenza. L'istinto di tutti era quello di sopravvivere. Il
viaggio è durato una settimana e all'alba del 6 gennaio sono giunti a
Auschwitz. Il primo giorno sono state denudate, rapate a zero e tatuate con
un numero sul braccio, da quel momento non avevano più un' identità
erano solo numeri. Quel segno è rimasto indelebile sulla loro pelle, nel loro
corpo nel loro cuore. Liliana è stata mandata a lavorare in una fabbrica di
munizioni. Il mondo si era dimenticato di loro, tutti avevano paura e si
chiudevano sempre di più in loro stessi cercando di essere invisibili. Il 27
gennaio del 1945 sono arrivate le truppe sovietiche che hanno liberato i
prigionieri. Negli occhi dei soldati russi c'è tutto lo stupore di fronte al male
altrui. Liliana si è trovata davanti ad uno dei suoi carnefici, aveva accanto
una pistola, poteva uccidere i suoi assassini, ma non l'ha fatto, ha scelto la
vita. Adesso Liliana è una donna libera e di pace, e cerca di trasmettere a noi
giovani cosa è accaduto per non dimenticarlo, desidera che i noi giovani ci
sia il desiderio di conoscere la verità perchè solo quella ci renderà forti e
liberi; liberi di scegliere tra il bene e il male, liberi di scegliere tra
l'indifferenza e l'impegno. Mai più il male si impadronisca della ragione
dell'uomo.
.
Alessia S.-Davide S.-Alessia C.- Luca S.