- SEGNI DEL TEMPO
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TRINO “La culla dei Tipografi” www.segnideltempo.it “ Poche sono le città che hanno dato tipografi più illustri, forse nessuna da cui ne sia uscito un numero tanto grande “. Così si dice nella “ Prefazione al catalogo delle edizioni dei tipografi di Trino dei secoli XV e XVI. ( Giuseppe Clerico 1870 ). Questa prefazione fu stampata nel “Giornale delle biblioteche“ ( annate 1869-1873 ) pubblicato a Genova dall’avvocato Eugenio Bianchi. “Se, per lo stato miserevole in cui, a cagione delle guerre si trovava Trino, i cittadini avessero potuto liberamente esercitare le loro arti, Trino sarebbe stata in Lombardia (?) per il commercio dei libri ciò che Lipsia è in Lamagna ”. Così disse Carlo Denina nel 1785 nel suo “Viaggio germanico“ parlando di Trino. Conosciuta la stampa nel 1453, grazie anche all’aiuto dei Marchesi del Monferrato che concorsero alle spese, i Trinesi aprirono, in patria e fuori, numerose stamperie. Trino divenne culla di tipografi rinomati, diligenti, di grande reputazione. La più importante famiglia della nobiltà trinese dedita alla stamperia fu quella dei Giolito Ferrari. Quasi tutta la famiglia si dedicò a quest’ arte: certamente tutti parenti fra di loro, con rapporti di parentela non ben chiari, alcuni ricorsero all’uso di soprannomi o nomi d’arte: Bernardino Giolito Ferrari detto “Bernardino Stagnino” 1483 – 1539 E’ il più antico dei tipografi trinesi e il primo della famiglia dei Giolito. Stampò a Trino e a Venezia tra il 1483 e il 1537. Fu cugino di Giovanni Giolito “ il Vecchio ” con cui era in ottimi rapporti anche di lavoro. A Venezia fu stampatore e editore e aveva anche una importante libreria. Nei fotogrammi La Commedia del Divino Dante edita da Bernardino Stagnino. ( Venezia 1512 ) 1 TRINO “La culla dei Tipografi” www.segnideltempo.it Partito da Trino nel 1480, vi fece ritorno nel 1520. Forse servendosi della stamperia di suo cugino Giovanni Giolito “ il Vecchio “, stampò: - un dizionario di latino e greco - i sonetti e le canzoni di Francesco Petrarca. Ritornò nel 1522 a Venezia e qui morì nel 1538. Fu, tra l’altro, editore dell’opera completa di Aristotele, delle “Bucoliche, Georgiche e Eneide“ di Virgilio; della “Commedia del Divino Dante“; di opere di giurisprudenza, medicina, filosofia. Marca tipografica di Bernardino Stagnino Giovanni Giolito de’ Ferrari “il Vecchio” Stampatore in: Trino 1508-1523, Venezia 15231531, Torino 1531-1536, Venezia 1536-1539 Aveva ereditato dal padre un patrimonio ingente. Si sposò tre volte ed ebbe tredici figli. Fu mercante famosissimo e giunse all’editoria forse stimolato dai guadagni del cugino Bernardino. Lavorò a Trino sotto la protezione del Marchese Guglielmo II Paleologo. La stamperia in Trino forse era situata in una grande casa (che confermerebbe la ricchezza di Giovanni Giolito ) occupante l’angolo di Via Gennaro- Corso Italia (attuali) estendendosi fino alla roggia Stura. Giovanni Giolito de’ Ferrari era soprattutto un commerciante: il libro era una merce da vendere. Aprì una rete di negozi e depositi che costituì la prima rete di commercio librario in Italia. Aveva corrispondenti a Milano, a Roma, a Torino, a Venezia, anche in Francia a Lione (Vincenzo Portonari, un altro Trinese). Lo scopo era di dominare il mercato librario in Italia, in Francia (attraverso Torino ), in Germania attraverso Venezia. L’attività della stamperia cessa nel 1523 forse per il sopraggiungere in Piemonte della guerre Franco - Spagnole. Marca tipografica di Giovanni Giolito de’ Ferrari detto “ il Vecchio“. Stampò circa 50 edizioni della tiratura di circa 1000 copie l’una, per lo più di materia legale. La marca tipografica era la Fenice. La Fenice che risorge dal Fuoco ed il motto “semper eadem “ stavano ad indicare che la stamperia era in continuo rinnovamento rispetto alle precedenti, pur rimanendo se stessa: come la fenice, mitico uccello che perpetua la sua rinascita dalle proprie ceneri! 2 TRINO “La culla dei Tipografi” www.segnideltempo.it Gabriele Giolito de’ Ferrari Stampatore in Venezia dal 1536 al 1578 Fu il più celebre degli stampatori del suo tempo. Stampò a Venezia dove il padre Giovanni gli aveva lasciato la stamperia e dove , anche se giovane, era già molto stimato. Non si interessò più di pubblicazioni indirizzate agli avvocati, ma pubblicò opere di classici greci, latini tradotti nella “ Collana Storica”. Pubblicò classici italiani: le Rime del Petrarca, l’Orlando Furioso, il Decamerone, la Commedia di Dante e per primo la definì “ Divina“. Al contrario del padre che, pubblicando solo libri di giurisprudenza, stampava libri senza ornamenti, anche perché arida era la materia, Gabriele arricchì i suoi testi di figure, disegni, scene mitologiche. A Venezia la sua stamperia era situata in Rialto ed era chiamata “ Libreria della Fenice “. Aveva succursali a Napoli, Bologna, Ferrara. Fu in buoni rapporti con i fratelli a Trino cui prestò spesso denaro (senza averne rimborso). Gabriele Giolito de’ Ferrari non fu un letterato: nacque mercante e gentiluomo, ricco , avveduto e con il senso del bello. Indovinò il gusto del pubblico e lo assecondò. Le sue pubblicazioni, spesso in formati piccoli, erano eleganti, graziose, nitide: divennero presto di gran moda e pregiatissime. I libri da lui pubblicati furono apprezzati anche dall’Accademia della Crusca i cui membri spesso si riunivano con altri letterati e persone distinte di Venezia nella sua casa. Pietro Aretino disse di lui che “ faceva imprimere piuttosto da principe che da libraio”. Carlo V di Spagna gli donò un oggetto d’arte raffigurante la Fenice e attestò la sua nobiltà. Il Senato Veneto gli conferì la cittadinanza. Importanza di Gabriele Giolito de’ Ferrari Rese più viva la lingua italiana insegnando ai popoli della penisola a “ leggere l’italiano “ ( ad esempio stampò il Decamerone con spiegazioni di tutti i vocaboli, detti, proverbi, figure, regole della lingua toscana: le basi indispensabili a chi voglia imparare la lingua italiana.) Diede mercato alla cultura prediligendo al grande formato il libro piccolo e maneggevole, compagno di viaggi e passeggiate. Rese più vicini alla gente, traducendoli in italiano, gli autori antichi. Diffuse qualsiasi tipo di lettura: commedie, tragedie, dialoghi, epistole, trattati sull’educazione, sulla nobiltà delle donne, sul duello ,sul gioco della palla, su curiosità di viaggio, sul gentiluomo. Creò le “ collane “ di libri: su Erodoto, Tucidide, Senofonte, Plutarco, Teodoro Siculo, Polibio. Pubblicò la Commedia del Divino Dante spostando l’aggettivo “Divino“: battezzò così “la Divina Commedia“. Inventò il mestiere di traduttore, commentatore, trattatista, curatore. Ebbe depositi di libri un po’ ovunque: da Venezia a Lione, da Trino a Roma, da Napoli a Salamanca estendendo il suo mercato ai Paesi Bassi alle Indie e all’America. Con l’Inquisizione e la nascita dell’indice dei libri proibiti, quando l’antica permissività venne meno, ebbe problemi nella professione: la sua succursale di Napoli fu chiusa e fu costretto, almeno in apparenza, ad ordinare al suo gruppo di lavoro di attenersi alle disposizioni della Chiesa. Marca tipografica di Gabriele Giolito de’ Ferrari Gabriele stampò con l’insegna della Fenice servendosi del carattere gotico, romano, talora il tondo di varie dimensioni. Ebbe sei figli: due maschi quattro femmine. Stampò 800 edizioni. Morì nel 1578. 3 TRINO “La culla dei Tipografi” www.segnideltempo.it Giovanni ( il Giovane ) e Giovan Paolo Giolito Ferrari ( figli di Gabriele ) furono molto ligi alle disposizioni della Chiesa sui libri proibiti. Per dimostrare di essere una stamperia cristiana pubblicarono un’edizione della Bibbia. Giovanni morì giovane, lasciando i figli minorenni e la stamperia al fratello. Giovanni Francesco Giolito Ferrari ( fratello di Gabriele ) stampò in patria, cioè a Trino, forse servendosi della stamperia lasciata da Giovanni “il Vecchio” Come marca usò il pellicano. Clara Giolito Ferrari figlia ( o moglie ) di Giovanni Francesco stampò in Trino usando la marca e i caratteri di Giovanni Francesco. Comino Giolito Ferrari detto “Comin da Trino “ venezia 1544 Cugino di Gabriele. Il nome Comino, probabilmente un diminutivo di Cosimino, divenne poi un cognome rimasto in uso a Trino. L’uso del soprannome è dovuto forse al fatto che volle rendersi famoso per se stesso e non servirsi del nome dei Giolito Ferrari. Stampò a Venezia dal 1540 al 1548. Le sue edizioni stampate furono 63. La sua stamperia, anche se non raggiunse la fama di quella di quella di Gabriele Giolito Ferrari, non le fu inferiore come qualità. Il suo carattere, preferibilmente “corsivo” era di grande qualità al punto che talora fu utilizzato da suo cugino Gabriele Usò diverse marche tra cui anche la Fenice. Marca tipografica di Comin da Trino: “Nettuno che combatte un mostro marino in un mare in tempesta “ Altra Marca tipografica di Comin da Trino: Fascio di rami o di frecce legati da un nastro su cui è scritta la parola “ Vanitas “. Sulla cornice è scritto il motto “concordia parva res crescunt “ Guglielmo Piano Cerreto detto “Animamia” E’ tra i più antichi stampatori trinesi. Stampò a Venezia dal 1485 al 1489. Fu contemporaneo e in gara con lo “Stagnino”. Si firmò “Guglielmus de Plano CerretoTridinensis - cui agnomen erat Animamia”. Guglielmo da Trino Contemporaneo dello Stagnino , di Guglielmo Pian del Cerreto e di Tacuin da Trino. Stampò a Venezia dal 1486 al 1491. 4 TRINO “La culla dei Tipografi” www.segnideltempo.it Guglielmo da Fontaneto stampò dal 1518 al 1543 Alcuni storici tendono ad identificarlo con Guglielmo Piano Cerreto-Animamia (stampò dal 1485 al 1499) e con Guglielmo da Trino (stampò dal 1486 al 1491)come se si trattasse di una stessa persona. Le date di attività potrebbero coincidere per le prime due persone, più difficilmente per la terza. Si trattava forse di due stampatori, più difficilmente di uno solo. Stampò opere sulle gesta dei Pontefici Romani, opere di agricoltura e sulla coltivazione di orti e giardini. Si discute se fosse veramente di Trino ove esistevano diverse persone con il cognome Fontaneto ( cognome di una antica famiglia patrizia trinese ) o se fosse originario di Fontanetto. Giovanni Cerreto detto Tacuin da Trino, forse parente di Guglielmo Piano Cerreto. Stampò a Venezia dal 1492 al 1538 circa 160 edizioni. Si firmò: Ioannis de Cereto alias Tacuinum de Tridino oppure Ioannis de Tridino o anche maistro Zuanne de Trino. Il suo soprannome pare derivi dagli almanacchi detti “taccuini”. Stampò una letteratura amena in gran voga. Marca tipografica di Giovanni Cerreto da Trino ( Zuan Tacuino) FAMIGLIA PORTONARI Esistono a Trino varie famiglie discendenti da questi tipografi: attualmente si chiamano Portinaio. Vincenzo : editore, libraio, stampatore a Lione nella II metà del 500; la sua insegna era un angelo con una teca su cui era scritto “Ave Maria gratia plena”. Simone : probabilmente figlio del precedente. Giacomo : stampò a Trino nella I metà del ‘500. Giovanni Matteo: stampò a Trino nella II metà del ‘500. Andrea e Gaspare stampò a Salamanca nella II metà del ‘500 (probabilmente padre e figlio ). Francesco: stampò a Venezia nella II metà del ‘500. BIBLIOGRAFIA Trino e i suoi tipografi C. Sincero 1887 Gli stampatori-editori trinesi Dal secolo XV al secolo XIX A. Ferrarotti 2006 5