Integrazione circ198-2016-2017
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Integrazione circ198-2016-2017
Le classi che non dispongono di LIM e videoproiettore dovranno recarsi nelle aule secondo lo schema seguente: Classe/i 1G LSU 3G LSU 4G LSU 1C LES 5B SSS 1B SSS 2B SSS 3B SSS 1C SSS Luogo in cui recarsi 3C LES 3E LSU 5C LES 2C LES AULA BLU AULA MAGNA “La percezione dello straniero nel mondo moderno” Penso che innanzitutto sia giusto domandare “chi” sia lo straniero e non cosa. Detto ciò credo che nella civiltà moderna la parola “straniero” sia da abolire. Nella storia del mondo ci sono sempre stati popoli o singole persone che emigravano da paesi ad altri per i motivi più disparati (la guerra, il lavoro, le persecuzioni, la religione.. ); noi stessi italiani abbiamo avuto un periodo, tra la fine dell’800 e l’inizio del secolo successivo, nel quale siamo stati protagonisti dei cosiddetti “viaggi della speranza” alla ricerca di qualcosa di migliore. Ma lo stesso si potrebbe dire per la metà dell’800 in cui dal sud milioni di persone andavano al nord per cercare lavoro. I grandi flussi migratori non si sono mai assestati e tutt’ora questo fenomeno è ben presente, la cosiddetta globalizzazione. Se consultiamo costituzioni, e convenzioni internazionali, traiamo l’idea che esista ormai un ordinamento sopranazionale, che aspira a diventare cosmopolita. Dove almeno un nucleo di diritti e doveri fondamentali è riconosciuto ad ogni essere umano, per il fatto solo di essere tale, indipendentemente dalla terra e dalla società in cui vive. LA MIA CLASSE Regia: Daniele Gaglianone. Con AhmetGohtas, BassirouBallde, BenabdallhaOufa, Gregorio Cabral, Jessica Canahuire Laura, MamonBhuiyan. Anno: 2013 Ambientata nel quartiere multietnico del Pigneto a Roma, è la storia collettiva di una classe di emigranti e stranieri che imparano l’italiano. È una storia che si compone delle vicende individuali degli studenti e dell’insegnante: un racconto vero che nasce tra mura scolastiche non convenzionali. Un racconto vero? Certamente per le voci e i ricordi dei ragazzi che siedono sui banchi; diversamente vero per l’attore Mastandrea che si cala nel ruolo del loro insegnante; altrimenti vero per il regista e la troupe che entrano ed escono di scena in un incrocio di esperienze reali e di ricerca della verità nella finzione che si rivela essere l’autentico nucleo narrativo di questa storia. Più vera del vero. Durata: 92 minuti. NON SPOSATE LE MIE FIGLIE! Regia: Philippe de Chauveron . Con AryAbittan , Chantal Lauby, Christian Clavier, Elie Semoun, Elodie Fontan , Emilie Caen . Anno: 2014 Claude e Marie Verneuil sono una tranquilla coppia borghese cattolica e conservatrice che ha allevato 4 figlie secondo i principi di tolleranza, integrazione e apertura che sono nei geni della cultura francese. Ma il destino li mette a dura prova – non una ma ben 4 volte! Il primo boccone amaro arriva infatti quando la loro primogenita decide di sposare un musulmano. Ma poi la seconda sceglie un ebreo e la terza un cinese. Ormai tutte le loro speranze di assistere ad un tradizionale matrimonio in chiesa vengono riposte sulla figlia minore che finalmente, grazie al Cielo, ha incontrato un bravo cattolico… Duarata. 97 minuti. N.B.: le classi potranno scegliere quale film preferiscono, ed il tutto sarà seguito da una discussione sul tema “straniero” che proseguirà fino alle ore 11:00 SPUNTI PER LA DISCUSSIONE: Scavare a fondo nel linguaggio, fino a decostruirne e ricostruirne il profilo semantico, ci consente di cogliere il senso profondo delle parole, che spesso sfugge al loro uso consueto. Scopriamo così, ad esempio, che il significato originario di “straniero”, ci rimanda alla stessa radice da cui provengono i termini nemico (hostis) e ospite (hospes<hosti-pet-s). A partire proprio da questo significato originario, risulta evidente la natura ambivalente dello straniero che, simile alle due facce della stessa medaglia, può nascondere in sé o il nemico da rifiutare e osteggiare o l’estraneo da ospitare e accogliere. Proprio perché imprevedibile, la figura dello straniero risulta inquietante sin dalla sua prima apparizione, lui è, in prima istanza, lo sconosciuto, colui con il quale non ho ancora avuto il tempo di entrare in relazione e in sintonia e dal quale, dunque, posso aspettarmi di tutto, una carezza così come un pugno. MOD.CIRC – Modello di Circolare d’Istituto Rev. 1 Data: 01/01/14 Ma soprattutto, lo straniero, anche dopo quel lasso di tempo a cui ci siamo abbandonati per far sì che la relazione accada, è e rimarrà sempre l’altro da me, il diverso da me, colui che ha una storia diversa dalla mia, pensieri diversi dai miei, un vissuto diverso dal mio, è l’altro e non io! Una differenza intrinseca e in quanto tale, ineliminabile, che proprio in virtù della sua irriducibilità, può soltanto essere accolta o rifiutata, senza lasciare scampo ad alternative. In altri termini, non è possibile ridurre lo straniero, ovvero l’altro, all’io, renderlo, a tutti i costi, come me, non è possibile ridurre la differenza che intercorre tra di noi, o lo accolgo con tutto il “suo mondo” ospitandolo nel “mio mondo” o non lo accetto nella sua differenza, facendogli guerra Ma a questo punto il discorso diventa veramente molto più complesso di quanto possa sembrare, se da un lato, lo straniero deve essere accolto, dall’altro lato, lui deve lasciarsi ospitare, la sua natura deve essere quella dell’ospite e non del nemico. Insomma, se non vogliamo cadere in falsi buonismi o ingenuità, affinché ci sia accoglienza, è necessaria la buona disposizione di entrambe le parti, l’ospite e l’ospitante, in fondo, entrambi stranieri l’uno all’altro. E infatti, la storia e la vita di ogni giorno, ci insegna che è proprio la mancanza di “buona disposizione” verso l’altro, il diverso da me, che sta alla base dell’ostilità. Una diversità che può riguardare qualsiasi “fattore”, può essere una diversità estetica o di provenienza o culturale o sessuale o religiosa o semplicemente di abitudini, di educazione o ancora una diversità caratteriale. Ma in tutti questi casi, il problema è sempre lo stesso, la buona o cattiva disposizione verso l’altro. L’una conduce all’apertura, al dialogo e, al di là di ogni immaginazione, alla possibilità di perfette “alchimie” tra differenze, l’altra apre la strada al pre-giudizio, alla chiusura nel proprio mondo con la presunzione che sia l’unico giusto, e alla conseguente immunizzazione da ogni pericolo che può derivare dall’ignoto e mettermi in discussione. E così assistiamo, quando non ne siamo inconsapevoli protagonisti, a continue lotte contro il presunto “nemico”[4] che minaccia la nostra “casa”, una casa che può essere il proprio paese, ma può anche essere la propria “casa di idee”, che, inevitabilmente, non entrando in relazione con la realtà dell’altro, diventeranno ideologie (discorsi fondati su idee, quindi discorsi astratti, quanto mai pericolosi) e pre-giudizi; e non è questo forse ciò che sta alla base della violenza con cui alcuni cattolici fanno guerra ad appartenenti ad un altro credo, alcuni atei ai cattolici, alcuni non credenti ai credenti, alcuni di sinistra alla destra e viceversa, alcuni musulmani ad altre religioni, alcuni bianchi ai neri e così all’infinito? Saranno disponibili diversi laboratori, svolti in aula magna e nelle classi dell’istituto. Aula Magna: attività teatrale con il gruppo di teatro della scuola, gentilmente coordinato dai ragazzi, ove si svolgeranno attività ed esercizi prettamente teatrali ed inerenti all’attività dello straniero. Classi: o Laboratorio Just Dance o Karaoke o aula “post-it” dove i ragazzi potranno esprimere le proprie idee sull’assemblea e creare un punto di incontro donando consigli costruttivi su dei piccoli fogli di carta. MOD.CIRC – Modello di Circolare d’Istituto Rev. 1 Data: 01/01/14