Lago di Lugano - Provincia di Varese

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Lago di Lugano - Provincia di Varese
Carta delle vocazioni ittiche - Risultati
B ACINO
DEL
L AGO
DI
L UGANO
Il bacino del Lago di Lugano raccoglie le acque di tanti piccoli torrenti a regime pluviale, le quali
sono raccolte nel Lago di Lugano e convogliate, tramite il Fiume Tresa, al Lago Maggiore.
Buona parte di questi torrenti inclusi nel territorio provinciale, grazie alle loro portate stabili tutto
l’anno ed al carattere torrentizio dell’alveo naturale, rivestono una certa importanza dal punto di
vista ittico, risultando vocati ad ospitare popolazioni modeste, viste le dimensioni dei loro bacini,
di trota fario. I torrenti indagati sono stati in questo caso: Trallo, Murante, Rio dei Poncini,
Bollenaccia, Rio Vignazza, Rio Vallone e Rio dei Ponticelli.
Torrente Trallo
Tributario del Lago di Lugano, il Torrente Trallo nasce dalla confluenza di due rami; il ramo destro,
o Fosso Reporiora, nasce dal Monte Pianbello, a 870 m s.l.m., quello sinistro, il Fosso Valganasca,
discende da Marzio, da una quota di circa 720 m s.l.m.
Figura 13: Profilo
Profilo altimetrico del Tor
Tor rente Trallo
Trallo
Lunghezza corso d’acqua
Larghezza media alveo di magra
Pendenza
3,6 km
2,5 m
16 %
Sorgenti
Foce
870 m s.l.m.
290 m s.l.m.
I due rami si incontrano all’altezza della Miniera abbandonata a 520 m s.l.m., ed il torrente così formatosi scorre ancora per poco più di un chilometro nella valle stretta coperta da un bosco maturo
di latifoglie. Esso giunge dunque all’abitato di Brusimpiano dove l’alveo naturale è stato completamente banalizzato, costretto all’interno di argini cementificati ed interrotto da briglie successive.
Il campionamento ittico è stato effettuato in due stazioni poste ciascuna su uno dei due rami del torrente: la prima (CER-1) è stata fissata sul ramo sinistro e la seconda su quello destro (CER-2). In
entrambi i casi il tratto indagato è stato quello compreso tra una briglia che sbarra i corsi d’acqua
a monte ed il punto di confluenza a valle, per un totale di 164 m di torrente indagati in CER-1 e 35
m in CER-2.
Qui le caratteristiche dell’alveo naturale sono quelle tipiche di un ambiente ritrale, con pendenza
accentuata; acque turbolente; buona diversificazione di mesohabitat, con frequenti raschi e pozze,
alternati a brevi correntini; substrato di fondo prevalentemente costituito da massi, ciottoli e ghiaia,
con abbondante detrito organico grossolano, derivante dall’ambiente di ripa, coperto da alberi ed
arbusti.
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Carta delle vocazioni ittiche - Risultati
Le qualità di ambienti ad elevato grado di naturalità sono espresse anche dall’indagine della comunità macrobentonica dei due torrenti. L’applicazione dell’indice IBE sui campioni qualitativi di
macrobenthos, prelevati nella primavera e nell’autunno 1998, ha infatti determinato l’assegnazione ad entrambi di un punteggio IBE pari a 10/11 e dunque la loro appartenenza ad una 1° classe di
qualità biologica.
Tabella 10: Qualità biologica delle acque del Tor
Tor rente Trallo
Trallo
STAZIONI
STAZIONI DI PRELIEVO
PRELIEVO
Brusimpiano – ramo sx
Brusimpiano – ramo dx
DAT
DATA
Punteggio
IBE
CLASSE DI
QUALITA
QUALITA’
primavera ’98
autunno ‘98
primavera ’98
autunno ‘98
10
11
10
10
1
1
1
1
Uniche strutture di interferenza presenti sui corsi d’acqua sono due briglie che interrompono il continuum fluviale separando il loro tratto medio-inferiore da quello posto più a monte.
L’attività di campionamento ittico ha fatto rilevare la presenza di una popolazione piuttosto ben
strutturata di trota fario nel Fosso Reporiora, mentre nel Valganasca, indagato nel medesimo giorno, sono stati catturati solo alcuni sparuti esemplari di questa specie ittica.
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Carta delle vocazioni ittiche - Risultati
B ACINO
DEL
T ORRENTE B OLLETTA
Sottobacino del Lago di Lugano, il Bacino del Bolletta raccoglie le acque di drenaggio dell’area
montana compresa nei territori comunali di Bisuschio, Cuasso al Monte e Besano, convogliandole
al Lago di Lugano attraverso il Torrente Bolletta.
Si tratta in genere di corsi d’acqua generalmente caratterizzati da elevata pendenza media e ridotte
dimensioni dell’alveo, vocati ad ospitare popolazioni piuttosto contenute di trota fario. È il caso del
Rio Pessina e del tratto medio-alto del Bolletta. Nel tratto pianeggiante, all’altezza di Cuasso al
Piano e Porto Ceresio, il tratto terminale del Bolletta e la Roggia Molinara assumono caratteristiche iporitrali che, anche in virtù della prossimità al lago, sono vocazionali a comunità ittiche più
variamente composte, con ciprinidi reofili affiancati alla trota fario.
Torrente Bolletta
Il Torrente Bolletta nasce dalla confluenza di più rami, discendenti dalla Valle San Giovanni, dalla
Val Tassera, dalla Val Bussora, nel territorio di Cuasso al Monte.
Figura 14: Profilo
Profilo altimetrico del Tor
Tor rente Bolletta
Lunghezza corso d’acqua
Larghezza media alveo di magra
Pendenza
6,5 km
6m
8,9 %
Sorgenti
Foce
850 m s.l.m.
273 m s.l.m.
Avanzando con percorso sinuoso e orientamento ovest-est raggiunge la frazione di Cuasso al Piano,
ad est della quale confluisce con la Roggia Molinara e, proseguendo il suo corso in direzione nord,
si getta nel Lago di Lugano, all’altezza del comune di Porto Ceresio.
Dal punto di vista della qualità dell’habitat, il Torrente Bolletta può essere suddiviso in due tratti.
Il primo, quello medio-alto, attraversa un territorio naturale, coperto da boschi radi di latifoglie,
dove è scarso l’impatto antropico. Esso presenta le caratteristiche tipiche di un ambiente ritrale, con
pendenza dell’alveo piuttosto accentuata; acque turbolente; velocità di corrente sostenuta; letto fluviale roccioso, coperto da massi e ciottoli; rive scoscese, vegetate con alberi ad alto fusto e arbusti.
Tali connotazioni e la dimensione dell’alveo, la cui larghezza media è di circa 5 m, rendono il
Bolletta in questo tratto un ambiente piuttosto produttivo, vocato ad ospitare una popolazione consistente di trota fario.
Per quanto riguarda il regime idrologico del torrente, i valori di portata media annua si aggirano
intorno a 0,6 m3/s (pluriennio: 1986-93); inoltre l’andamento delle portate mensili riportato in
Figura 15 mostra un regime di tipo pluviale, con una morbida principale in aprile ed una secondaria a ottobre, e una magra principale ad agosto ed una secondaria a gennaio.
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Figura 15: Andamento annuale e pluriennale delle portate
portate medie mensili del Tor
Tor rente Bolletta.
Il dato sulla qualità biologica, raccolto nella campagna di dicembre ’99, con un punteggio IBE pari
a 8 corrispondente ad una 2° classe di qualità, conferma il lieve stato di alterazione delle acque registrato nel 1995 (Tabella 11), in questo primo tratto.
Le caratteristiche fin qui illustrate, della qualità dell’habitat fluviale, del regime idrologico, della
qualità biologica del corso d’acqua concorrono a far ritenere il Bolletta in questo tratto, fino a
Cuasso al Piano, vocato ad ospitare una popolazione vitale di trota fario.
Tabella 11:
11: Qualità biologica delle acque del Tor
Tor rente Bolletta
STAZIONI
STAZIONI DI PRELIEVO
PRELIEVO
DAT
DATA
Punteggio
IBE
CLASSE DI
QUALITA
QUALITA’
Cuasso al Monte (sorgente)
(sorgente)
lug ’95
nov ‘95
9/10
10
2/1
1
Cuasso al Monte (Cuasso al Piano)
lug ’95
nov ‘95
7
6
3
3
Porto Ceresio
lug ’95
nov ‘95
6
5
3
4
Il campionamento ittico effettuato all’inizio della Val Cavallizza (stazione BOL-1), 100 m a valle
della confluenza con il ramo proveniente dalla Valle Bussora, ha in effetti fatto rilevare la presenza di una popolazione ben strutturata di trota fario, con abbondanza di novellame proveniente da
frega naturale.
Il tratto inferiore del corso d’acqua, compreso tra la frazione di Cuasso al Piano e la foce, mostra
caratteristiche di habitat più tipicamente iporitrali, con pendenza dell’alveo meno pronunciata;
velocità di corrente sempre sostenuta, ma con una maggiore frequenza dei tratti di run; fondo dell’alveo in prevalenza coperto da ciottoli e ghiaia. Esso attraversa un’area pianeggiante, piuttosto
antropizzata, coperta da boschi di latifoglie e prati, dove l’impatto antropico compromette la qualità biologica delle acque del torrente, i cui valori di IBE (Tabella 11) lo fanno scadere in una 3°
classe di qualità biologica (4° a Porto Ceresio), e la qualità dell’habitat fisico, modificato da interventi artificiali volti al rinforzo delle rive.
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In questo secondo tratto, dove la larghezza dell’alveo bagnato aumenta raggiungendo circa i 7 m,
le caratteristiche idro-morfologiche rendono il Bolletta vocato ad ospitare una comunità ittica variamente composta da trota fario e altre specie reofile, in particolare ciprinidi.
Dal campionamento ittico effettuato circa 100 m a monte della confluenza con la Roggia Molinara,
nella frazione di Cuasso al Piano, per un tratto lungo 97 m, è risultata in effetti la presenza oltre che
della trota fario, la cui popolazione, seppure modesta, pare peraltro godere di buona salute, considerato il discreto numero di soggetti di classe 0+ rinvenuti, anche di altre specie reofile quali il vairone e la cagnetta.
E’ invece attribuibile alla vicinanza del lago e alla percorribilità del tratto prossimo alla foce la presenza in questo tratto del persico sole.
Roggia Molinara
La Roggia Molinara nasce dal Lago Cicogna nel comune di Arcisate e, attraversando con orientamento sud-nord un’area pianeggiante coperta da prati, aree coltivate e moderatamente antropizzate, ricevute le acque del Torrente Brivio, confluisce nel Torrente Bolletta all’altezza di Cuasso al
Piano.
Figura 16: Profilo
Profilo altimetrico della Roggia Molinara
Lunghezza corso d’acqua
Larghezza media alveo di magra
Pendenza
4,7 km
3m
1,5 %
Sorgenti
Foce
360 m s.l.m.
290 m s.l.m.
Corso d’acqua caratterizzato da scarsa pendenza dell’alveo, velocità della corrente piuttosto moderata; acque poco turbolente, con prevalenza delle zone di run; substrato di fondo costituito da
ghiaia, fango e ciottoli, incrostati da abbondante periphyton; vegetazione delle rive costituita da
arbusti e manto erboso e macrofite emergenti presenti in alveo; la roggia presenta un andamento
epipotamale.
Dai dati sulla qualità biologica delle acque, raccolti nella campagna del 1998, appare evidente l’elevato grado di compromissione in cui versano a causa dell’impatto dei numerosi scarichi civili ed
industriali che, soprattutto nella zona di Bisuschio, sono riversati nella roggia.
In base alle caratteristiche di habitat e alla qualità compromessa delle acque, la roggia appare vocata ad ospitare una comunità ittica variamente composta, da specie poco esigenti di ciprinidi soprattutto reofili ma anche limnofili.
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Carta delle vocazioni ittiche - Risultati
Tabella 12: Qualità biologica delle acque della Roggia Molinara
STAZIONI
STAZIONI DI PRELIEVO
PRELIEVO
DAT
DATA
Punteggio
IBE
CLASSE DI
QUALITA
QUALITA’
Monte Arcisate
primavera ’98
autunno ‘98
7/8
8
3/2
2
Bisuschio
primavera ’98
autunno ‘98
2/3
4/5
5
4
Molino del Torchio
primavera ’98
autunno ‘98
8/7
7/8
2/3
3/2
L’attività di campionamento ittico è stata compiuta in due stazioni: la prima (BOL-4) posta circa
100 m a valle del Lago Cicogna, nel comune di Arcisate, la seconda (BOL-5) posta a Cuasso al
Piano, in località Molino del Torchio, subito a monte della confluenza con il Torrente Brivio.
In base ai risultati dei campionamenti, la comunità ittica appare composta prevalentemente da
Ciprinidi: il vairone in particolare è molto abbondante, seguito da altri più spiccatamente limnofili
come: scardola, triotto e gardon. La presenza di soggetti di trota fario e ibrido fario x marmorata è
invece ascrivibile ad azioni di ripopolamento.
B ACINO
DEL
T ORRENTE M ARGORABBIA
Il bacino del Torrente Margorabbia occupa una vasta area della porzione centro-settentrionale della
provincia.
Esso raccoglie nella Valtravaglia le acque di numerosi corsi d’acqua a carattere torrentizio provenienti dalla Valcuvia e dalla Valganna, e le convoglia, attraverso il Torrente Margorabbia, al Lago
Maggiore.
Nell’ambito del bacino, il Torrente Margorabbia è prevalentemente a Salmonidi, con tratti a vocazionalità mista in vicinanza dei laghi, mentre i suoi tributari risultano essere vocati esclusivamente a Salmonidi.
Torrente Mar gorabbia
Tributario del Lago Maggiore, il Torrente Margorabbia nasce in Valganna, a circa 630 m s.l.m. e,
ricevuti gli apporti di numerosi rami laterali, raggiunge la Valtravaglia. Lungo il suo percorso verso
il lago, attraverso la zona di montagna e quella terminale di fondovalle, esso assume caratteristiche
idraulico-morfologiche diverse.
Corso d’acqua di natura ritrale, il Torrente Margorabbia può essere suddiviso dal punto di vista
delle caratteristiche idro-morfologiche, in due tratti.
Il primo tratto, quello compreso tra le sorgenti in Valganna e la cascata di Ferrera, percorre con pendenza moderata una valle aperta, immerso in un territorio prevalentemente boschivo, coperto di
latifoglie, e scorre con velocità di corrente sostenuta in un alveo con fondo coperto da massi, ciottoli e ghiaia e rive vegetate da alberi ed arbusti, le cui radici offrono buone possibilità di rifugio per
la fauna ittica. Il salto della cascata è sfruttato da una derivazione idroelettrica che restituisce le portate derivate nel torrente a valle della confluenza del Rancina, determinando un tratto di sofferenza idrica in periodo di magra immediatamente a valle della cascata stessa. Nella piana della
Valtravaglia il corso d’acqua è stato pesantemente artificializzato da imponenti lavori di rettifica-
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Carta delle vocazioni ittiche - Risultati
zione del corso e dalla costruzione di argini artificiali e briglie di ritenzione, che ne modificano
profondamente l’andamento, banalizzandone il mesohabitat a lunghi e monotoni run.
Nel tratto iniziale, a monte del Lago di Ghirla, il torrente esprime vocazionalità ittica a Salmonidi;
a valle del lago, si osserva invece una vocazionalità ittica mista a Salmonidi e Ciprinidi, fino alla
cascata di Ferrera. Giunto in Valtravaglia, esso torna ad esprimere vocazionalità ittica a Salmonidi,
compreso il temolo, per poi assumere in prossimità del Lago Maggiore una vocazione ittica prevalente a Salmonidi, ma accompagnata dalla presenza di numerose specie ittiche lacustri, che risalgono il fiume soprattutto in periodo riproduttivo: cavedano, trota lacustre, lavarello, alborella, bottatrice, pigo.
Figura 17: Profilo
Profilo altimetrico del Tor
Tor rente Margorabbia
Margorabbia
Lunghezza corso d’acqua
Larghezza media alveo di magra
Pendenza
18,7 km
9m
2%
Sorgenti
Foce
260 m s.l.m.
193 m s.l.m.
I dati sull’andamento delle portate medie mensili del torrente, misurati nel pluriennio 1978-95,
mostrano un regime di tipo pluviale, con due periodi di morbida, uno principale a maggio ed uno
secondario a ottobre, e due periodi di magra, principale ad agosto e secondario a dicembre-gennaio.
Figura 18: Andamento annuale e pluriennale delle portate
portate medie mensili del Tor
Tor rente Margorabbia.
Margorabbia.
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Carta delle vocazioni ittiche - Risultati
I dati sulla qualità biologica relativi alle campagne del 1993 e del 1999 testimoniano uno stato di
compromissione della qualità delle acque del torrente che perdura a tuttoggi, pur non peggiorando
lungo il suo percorso, e che le pone in 2° o 3° classe.
Tabella 13: Qualità biologica delle acque del Tor
Tor rente Margorabbia.
Margorabbia.
STAZIONI
STAZIONI DI PRELIEVO
PRELIEVO
DAT
DATA
Punteggio
IBE
CLASSE DI
QUALITA
QUALITA’
Ghirla (valle lago)
feb/mar ’93
set ‘93
7
8
3
2
Ferrera (presso filatura)
feb/mar ’93
set ‘93
6
7
3
3
Mesenzana
(ponte strada provinciale)
feb/mar ’93
set ‘93
8/9
9
2
2
Montegrino (loc. Riviera)
feb/mar ’93
set ‘93
9
8
2
2
Germignaga
(monte immissione F.
F. Tresa)
feb/mar ’93
set ‘93
7
9
3
2
Valganna
dic ‘99
8/9
2
Germignaga
dic ‘99
8
2
Il censimento della fauna ittica del Margorabbia è stato compiuto effettuando campionamenti in 5
stazioni poste lungo tutto il suo corso, dalla Valganna fino a Luino, subito a monte della confluenza
con il Fiume Tresa.
Dai risultati delle indagini emerge innanzitutto la presenza nel torrente di un popolamento ittico
piuttosto diversificato. Sono infatti 18 le specie ittiche complessivamente rinvenute, tra cui: particolarmente abbondanti e ben distribuiti lungo l’intera asta del corso d’acqua risultano essere la trota
fario, il vairone, la sanguinerola.
In località “Il Maglio”, a valle del Lago di Ghirla, compaiono numerose specie ittiche la cui presenza è correlabile alla vicinanza del lago, quali: tinca, luccio, pesce persico, pesce gatto e persico
sole.
A valle della cascata di Ferrera l’esiguità della portata residua in alveo determina durante il periodo di magra una marcata riduzione dell’habitat fluviale e una conseguente semplificazione della
comunità ittica che risulta costituita da sole tre specie: ghiozzo padano, vairone e sanguinerola.
Nell’ultimo tratto, da Montegrino alla confluenza col Tresa, la comunità ittica si arricchisce di pesci
provenienti dal Verbano e si osserva la presenza del temolo, introdotto nel 1998 e ben adattato alle
acque del torrente.
L’applicazione del modello di valutazione della capacità portante a Salmonidi HQI nella stazione
MAR-4, ha portato ad un valore di 216 kg/ha di Salmonidi.
L’analisi del campione quantitativo di macrobenthos in questa stazione mostra altresì una buona
produttività secondaria del torrente: la comunità macrobentonica mostra infatti una densità di 4433
ind./m2. Il 47% delle famiglie presenti è costituito da taxa appartenenti al gruppo EPT e, in particolare, i Baetidae sono la famiglia dominante, con il 43% degli individui catturati.
Il valore di FBI calcolato, pari a 3,9, segnala la possibile presenza di inquinamento organico, defininendo la qualità delle acque “molto buona” (Tabella 14).
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Carta delle vocazioni ittiche - Risultati
Riguardo ai gruppi funzionali trofici, dominanti risultano essere i raccoglitori, con il 60% degli
individui totali, seguiti dai raschiatori, con il 38%.
Tabella 14: La comunità
GRUPPO FAUNISTICO
FAUNISTICO
PLECOTTERI
EFEMEROTTERI
EFEMEROTTERI
TRICOTTERI
TRICOTTERI
TRICOTTERI
TRICOTTERI
TRICOTTERI
TRICOTTERI
COLEOTTERI
COLEOTTERI
GASTEROPODI
DITTERI
DITTERI
DITTERI
DITTERI
OLIGOCHETI
OLIGOCHETI
CROSTACEI
TOTALE
U.S. T OT
% EPT
EPT/Chironomidi
Famiglia dominante
Dominanza (%)
Shannon
Margalef
Margalef
Pielou
macrobentonica
macrobentonica del Tor
Tor rente Margorabbia
Margorabbia
Famiglia
Genere
N ° /m 2
Leuctridae
Leuctra
1200
Baetidae
Baetis
1911
Ephemerellidae
Ephemerella
281
Goeridae
15
Hydropsychidae
11
Hydroptilidae
7
Limnephilidae
4
Rhyacophilidae
152
Sericostomatidae
11
Elminthidae
19
Gyrinidae
7
Ancylidae
Ancylus
4
Athericidae
7
Chironomidae
622
Empididae
7
Simuliidae
85
Lumbriculidae
15
Lumbricidae
4
Gammaridae
70
4433
19,0
47%
5,8
Baetidae
43%
1,6
2,1
0,5
Figura 19: Distribuzione di frequenza
frequenza degli individui per classi di gruppi
gruppi funzionali trofici
trofici
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Carta delle vocazioni ittiche - Risultati
Torrente Mar gorabbia Vecchio
Il Torrente Margorabbia Vecchio è un breve corso d’acqua che nasce nella Valtravaglia, ai piedi
delle colline dei Monti di Castelvecchio. Affluente di destra del Margorabbia, esso vi confluisce
all’altezza del comune di Grantola, a nord-ovest dell’abitato, dopo aver attraversato un territorio
poco antropizzato, coperto da prati, campi coltivati e boschi.
Figura 20: Profilo
Profilo altimetrico del Tor
Tor rente Margorabbia
Margorabbia Vecchio
Vecchio
Lunghezza corso d’acqua
Larghezza media alveo di magra
Pendenza
0,5 km
5m
1,2 %
Sorgenti
Foce
242 m s.l.m.
236 m s.l.m.
L’ambiente è tipicamente epipotamale, con modesta pendenza media dell’alveo, andamento a
meandri, acque poco turbolente con prevalenza di run, substrato di fondo prevalentemente costituito da ciottoli, ghiaia e fango, con, a tratti, macrofite sommerse ed emergenti. Sono presenti i rifugi per la fauna ittica offerti dalle radici degli alberi ripariali. La vocazione è mista a Salmonidi e
Ciprinidi reofili. La stazione di campionamento ittico è stata posizionata un centinaio di metri a
monte della confluenza con il Margorabbia, in comune di Grantola.
La comunità ittica risulta ben diversificata e numericamente consistente: sono state infatti rinvenute 10 specie, tra cui particolarmente abbondante è il vairone. Piuttosto numerosa è anche la popolazione di trota fario, cui seguono, per abbondanza, il ghiozzo padano e la lampreda. Presenti sono
anche anguilla, barbo comune, cobite comune, gobione, persico sole e sanguinerola.
Torrente Grantorella
Il Torrente Grantorella nasce a nord-est di Montegrino Valtravaglia, a circa 570 m s.l.m.
Affluente di destra del Margorabbia, esso vi confluisce all’altezza del comune di Grantola, a nordovest dell’abitato, dopo aver attraversato un territorio poco antropizzato, prevalentemente coperto
da boschi di castagno, betulla e faggio.
Figura 21: Profilo
Profilo altimetrico del Tor
Tor rente Grantorella
Grantorella
41
Carta delle vocazioni ittiche - Risultati
Lunghezza corso d’acqua
Larghezza media alveo di magra
Pendenza
4,5 km
3,5 m
8%
Sorgenti
Foce
570 m s.l.m.
240 m s.l.m.
Ambiente tipicamente ritrale, caratterizzato da elevata pendenza dell’alveo, acque turbolente, substrato di fondo prevalentemente costituito da massi, ciottoli e ghiaia, esso presenta una vocazionalità a Salmonidi, accompagnati da ciprinidi reofili.
Lungo il suo corso, nel paese di Grantola, il torrente subisce però diverse alterazioni, sottoforma di
argini rinforzati, alveo appiattito, briglie, rettificazioni, scarichi civili, che ne alterano le qualità
ecologiche complessive.
L’indagine della comunità ittica del corso d’acqua è stata effettuata subito a valle dell’abitato di
Grantola (MAR-7), nella zona industriale del paese.
Qui il torrente ha appena ripreso un aspetto naturale, assumendo di nuovo un percorso irregolare,
con rive vegetate, coperte da alberi e arbusti, substrato di fondo costituito da ciottoli e ghiaia e
acque turbolente, con buona alternanza dei tratti di run/riffle/pool.
La comunità ittica rispecchia la vocazionalità a Salmonidi espressa dall’habitat fisico: sono infatti
stati rinvenuti un buon numero di soggetti giovani ed alcuni esemplari di classe 0+ di trota fario.
Comune è anche il vairone, cui segue, con un numero esiguo di soggetti catturati, lo scazzone.
Torrente Valmolina
Affluente di destra del Torrente Rancina, a sua volta tributario del Margorabbia, il Torrente
Valmolina nasce sul versante nord-ovest del Monte Martica a 850 m s.l.m. Descrivendo un percorso irregolare con orientamento est-ovest, esso giunge nella Valle dei Molini al termine della quale,
dopo aver raccolto lungo tutto il suo corso le acque di numerosi rami laterali, confluisce nel
Torrente Rancina.
Figura 22: Profilo
Profilo altimetrico del Tor
Tor rente Valmolina
Valmolina
Lunghezza corso d’acqua
Larghezza media alveo di magra
Pendenza
2,8 km
2m
14 %
Sorgenti
Foce
850 m s.l.m.
450 m s.l.m.
Corso d’acqua dalle caratteristiche ritrali, per la pendenza elevata, la forte turbolenza delle acque,
il substrato costituito in prevalenza da massi e ciottoli, ricoperti da abbondante periphyton, il
Valmolina risulta vocazionale per la trota fario.
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Carta delle vocazioni ittiche - Risultati
L’indagine sulla comunità ittica del torrente, effettuata in un tratto lungo 42 m, posto a Brinzio,
nella zona di tutela (MAR-11), ha evidenziato la presenza unicamente di una popolazione di trota
fario, la cui consistenza e struttura appaiono coerenti con le dimensioni ed il regime idrologico del
torrente.
Le taglie dei soggetti catturati sono comprese tra gli 85 ed i 200 mm; particolarmente abbondanti
risultano essere i soggetti giovani aventi lunghezze totali comprese tra i 90 i 130 mm (Figura 23).
Figura 23: Distribuzione di frequenza
frequenza in classi di lunghezza dei soggetti di trota
trota fario catturati
Il Torrente Rancina
Il Torrente Rancina nasce presso Castello Cabiaglio a 690 m s.l.m. È lungo 8,7 km ed attraversa,
con percorso irregolare un territorio in prevalenza coperto da boschi di faggio e castagno, confluendo poi nel Torrente Margorabbia in località Lischee a sud di Grantola.
Figura 24: Profilo
Profilo altimetrico del Tor
Tor rente Rancina
Lunghezza corso d’acqua
Larghezza media alveo di magra
Pendenza
8,4 km
7,5 m
5%
Sorgenti
Foce
640 m s.l.m.
235 m s.l.m.
Ambiente torrentizio, caratterizzato da moderata pendenza dell’alveo; velocità di corrente sostenuta; acque turbolente con buona diversificazione di mesohabitat; substrato in prevalenza costituito
da massi, ciottoli e ghiaia, il Rancina attraversa un territorio in gran parte coperto da boschi di faggio e castagno, alternati a qualche prato o campo coltivato. Le caratteristiche dell’alveo naturale e
le sue dimensioni (larghezza media superiore ai 7 metri) rendono il Rancina un ambiente in grado
di sostenere una consistente popolazione di Salmonidi.
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Carta delle vocazioni ittiche - Risultati
I dati sulla qualità biologica delle acque del torrente, registrati nella campagna del 1993 su campioni di macrobenthos prelevati all’altezza di Cassano Valcuvia, riportano valori dell’indice IBE
pari a 7 in febbraio/marzo e a 8/9 in settembre, che confinano il Rancina alla 3° e 2° classe di qualità, segnalandone lo stato di compromissione, probabilmente dovuto a scarichi civili e zootecnici
insistenti sul corso d’acqua.
L’analisi del popolamento ittico del torrente ha interessato due tratti: il primo (MAR-12) posto poco
a monte della confluenza con il Torrente Valmolina, in comune di Castello Cabiaglio, il secondo
situato subito a valle del ponte della SP N° 62 (MAR-13), fuori dall’abitato di Rancio Valcuvia. Il
popolamento ittico è piuttosto numeroso: in particolare la popolazione di trota fario risulta essere
numericamente abbondante e ben strutturata. Altrettanto abbondante è anche lo scazzone. Presenti
sono anche due Ciprinidi reofili: sanguinerola e vairone. Nella stazione di Rancio (MAR-13) è stato
applicato il modello HQI, che ha stimato in 209 kg/ha il valore di capacità portante di Salmonidi
del torrente.
L’analisi del campione quantitativo di macrobenthos prelevato in questa stessa stazione evidenzia
la presenza di una comunità discretamente abbondante, con una densità di 2870 ind./m2. Essa è
molto diversificata dal punto di vista della ricchezza in gruppi sistematici (23 famiglie), ma non lo
è altrettanto per quanto riguarda la distribuzione delle abbondanze tra i diversi taxa (J=0,45).
Tabella 15: La comunità macrobentonica
macrobentonica del Tor
Tor rente Rancina
GRUPPO FAUNISTICO
Genere
N ° /m 2
FAUNISTICO Famiglia
Genere
PLECOTTERI
Nemouridae
Amphinemura
4
PLECOTTERI
Leuctridae
Leuctra
622
EFEMEROTTERI
Baetidae
Baetis
15
EFEMEROTTERI
Ephemeridae
Ephemera
7
EFEMEROTTERI
Heptageniidae
Ecdyonurus
67
EFEMEROTTERI
Leptophlebiidae
Habroleptoides
26
TRICOTTERI
Goeridae
44
TRICOTTERI
Hydropsychidae
74
TRICOTTERI
Limnephilidae
15
TRICOTTERI
Polycentropodidae
7
TRICOTTERI
Rhyacophilidae
7
COLEOTTERI
Elminthidae
7
GASTEROPODI
Ancylidae
Ancylus
7
DITTERI
Athericidae
100
23,0
DITTERI
Ceratopogonidae
37 U.S. T OT
11,0
DITTERI
Chironomidae
1726 % EPT
DITTERI
Empididae
15 EPT/Chironomidi
0,5
DITTERI
Limoniidae
41 Famiglia dominante Chironomidae
DITTERI
Psychodidae
4 Dominanza (%)
60%
DITTERI
Simuliidae
22 Shannon
1,4
DITTERI
Tipulidae
4
Margalef
2,8
IRUDINEI
Erpobdellidae
Dina
4
Pielou
0,5
OLIGOCHETI
Lumbriculidae
15
TOTALE
2870
La comunità è infatti dominata, con il 60% degli individui totali, dai Chironomidi, la cui dominanza è tra l’altro segnale di inquinamento organico. Il valore stesso dell’indice FBI, pari a 4,3, definisce la qualità delle acque del torrente “buona”, ravvisando segni di probabile presenza di inquinamento organico. Riguardo ai gruppi funzionali trofici, come atteso, data l’abbondanza di
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Carta delle vocazioni ittiche - Risultati
Chironomidi, sono dominanti i raccoglitori, con il 63% degli individui totali; seguono poi i raschiatori, con il 29%.
Figura 25: Distribuzione di frequenza
frequenza degli individui per classi di gruppi
gruppi funzionali trofici
trofici
Rio Boesio
Affluente di sinistra del Torrente Rancina, il Rio Boesio nasce presso Cuveglio e, attraversando con
percorso irregolare e scarsa pendenza un territorio poco antropizzato, coperto da boschi di latifoglie e coltivazioni, confluisce nel Rancina in località Molino Andreoni.
Figura 26: Profilo
Profilo altimetrico del Rio Boesio
Lunghezza corso d’acqua
Larghezza media alveo di magra
Pendenza
3,6 km
4m
0,5 %
Sorgenti
Foce
272 m s.l.m.
255 m s.l.m.
L’ambiente è iporitrale, caratterizzato da velocità di corrente moderata, substrato di fondo prevalentemente costituito da ciottoli, ghiaia e fango, acque poco turbolente con prevalenza dei run, su
riffle e pool.
Le rive sono coperte da alberi e arbusti o da manto erboso; in acqua sono invece abbondanti le
macrofite sommerse e il periphyton.
La vocazionalità espressa dal corso d’acqua è a Salmonidi, accompagnati da Ciprinidi reofili.
Lungo il suo corso l’ambiente naturale subisce però numerose modificazioni che incidono sia sulla
qualità dell’habitat fisico, attraverso arginature e briglie, che sulla qualità delle acque, per l’impatto di scarichi civili.
Dall’indagine sulla fauna ittica del rio, effettuata in località Mulino del Gallo, presso il comune di
Rancio Valcuvia (MAR-14) su di un tratto lungo 42 m, emerge la presenza di una comunità piut-
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Carta delle vocazioni ittiche - Risultati
tosto diversificata, e numericamente abbondante. Il vairone è la specie dominante, mentre è presente con un numero limitato di individui un altro Ciprinide reofilo: la sanguinerola. Risultano inoltre rari: alborella, gobione, scardola, e la stessa trota fario.
Torrente Chiesone
Il Torrente Chiesone è un affluente di sinistra del Torrente Margorabbia. Esso nasce nel comune di
Castelveccana, a sud della località San Michele e, percorrendo una valle stretta a gola, ricevendo
l’apporto di numerosi rami laterali, giunge a confluire con il Margorabbia, esattamente sul confine
tra i comuni di Mesenzana e Grantola.
Figura 27: Profilo
Profilo altimetrico del Tor
Tor rente Chiesone
Lunghezza corso d’acqua
Larghezza media alveo di magra
Pendenza
5 km
5m
12 %
Sorgenti
Foce
850 m s.l.m.
230 m s.l.m.
L’ambiente naturale è tipicamente epiritrale, caratterizzato da una elevata pendenza dell’alveo;
acque turbolente con buona alternanza di tutte le tipologie di mesohabitat; substrato di fondo prevalentemente costituito da massi, ciottoli e ghiaia. La vocazionalità espressa è a Salmonidi.
Tali caratteristiche sono mantenute dal torrente fino all’arrivo a qualche centinaio di metri a monte
dell’abitato di Mesenzana: da questo punto fino alla foce il Chiesone presenta infatti una serie di
artificializzazioni che ne modificano profondamente l’habitat fisico: una lunga e fitta sequenza di
briglie successive costruite per contrastare l’erosione, la maggior parte delle quali è invalicabile dai
pesci in risalita, interrompe la continuità dell’ecosistema fluviale, cui si aggiungono lunghi tratti
rettificati e chiusi entro argini cementificati.
L’indagine della comunità ittica del corso d’acqua ha interessato un tratto di torrente lungo 50 m
situato 100 m a monte dell’abitato di Mesenzana (MAR-15).
Qui il torrente mantiene le sue connotazioni naturali di ambiente torrentizio, immerso in un territorio boschivo, con rive coperte da alberi e arbusti e fondo roccioso con massi e ciottoli. Le acque
sono turbolente e la corrente è veloce.
La comunità ittica appare costituita da soggetti giovani e adulti di trota fario, accompagnati da
alcuni esemplari di scazzone.
Presenti anche individui di ibrido fario x marmorata, la cui presenza è però certamente attribuibile
a pratiche di ripopolamento.
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