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CHELLSIE COME MARY LOU
N
el 2003 trascinò le sue compagne
tore Jim Chudy “Semplicemente fantasti-
metriche con l’erede della “divina” Svetla-
di squadra verso la prima, storica
ca - fu il suo commento- con la sicurezza
na, la britannica Tweddle, superandola nel-
medaglia d’oro in un mondiale e
e l’estro di una veterana”. “È un cavallo di
la finale mozzafiato di Birmingham. Se
lo fece sorridendo. “Nessuno affronta le
razza - gli fece eco l’altra allenatrice, Cas-
Mary Lou avesse assistito a questa finale di
parallele asimmetriche con il sorriso stam-
sie Rice - non ha mai avuto un calo di con-
World cup, sarebbe magari tornata per un
pato sul volto” aveva sentenziato in quella
centrazione.” In mezzo a questa messe di
momento indietro con la memoria a quei
occasione USA Today, forse riferendosi alla
complimenti, il rischio per una ragazzina
giorni di quasi vent’anni fa, quando il mon-
concentrazione che richiede l’esercizio. Poi
di 15 anni era quello di perdere il contat-
do impazzì per quelle ragazzine tutte sor-
qualcuno tirò in ballo il ricordo della Retton,
to con la realtà. Ma Chellsie dimostrò di
risi e vitamine che erano state capaci di
tutta vitamine e sorrisi come un’icone del-
possedere un notevole self-control. In po-
spodestare le regine di uno sport così af-
la Colgate. Da quel momento per il pub-
co più di un anno ha scalato posizioni su
fascinante e difficile Ed avrebbe pensato
blico statunitense Chellsie Memmel diven-
posizioni in coppa del mondo, fino a giun-
che la sua erede era davvero cresciuta.
ne la “nuova” Mary Lou Retton, l’amba-
gere al confronto diretto alle parallele asim-
sciatrice della vittoria Usa alle Olimpiadi
del 1984. “Amo la gente. Mi dà forza sentire il loro sostegno. È come se si instaurasse un rapporto diretto tra me e il pubblico sugli spalti durante la gara” aveva confessato la quindicenne Memmel, lusingata dal paragone.
E pensare che dopo il decimo posto nel
concorso generale rimediato ai Campionati assoluti americani a inizio anno, il posto in squadra era diventato quasi un sogno per questa ragazzina di West Allis, Wisconsin. Per lei, al massimo si poteva pensare ai giochi Pan-Americani. La “giovane dal
sorriso stampato” non stette tanto a sottilizzare. Tornò, anzi, tra la sorpresa generale con
una medaglia d’oro. Puntuale giunse la telefonata dei collaboratori della Karoly, selezionatrice della nazionale a stelle e strisce, che
la invitavano a presentarsi al ritiro della squadra dove avrebbe, per il momento, occupato la panchina. Ma si sa, nessuno è artefice
del proprio destino se non è aiutato dal destino stesso. E così il caso volle che, con il
mondiale alle porte, si inanellassero nel giro di poche settimane tre infortuni alle titolari Ashley Postell, Annia Hatch e Courtney Kupets. Una bella serie di disgrazie che
però permisero a Chellsie di fare il salto in
prima squadra. E che salto!
Un percorso netto nel concorso generale
equivalente ad un impensabile secondo
posto ad un solo decimo dalla spagnola
Gomez e le lodi sperticate del suo allena-
Chellsie Memmel (USA) - (Foto: Vanda Biffani)
(f.b.)