il figlio sta trafficando nella bara

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il figlio sta trafficando nella bara
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LE CENERI DELLA MAMMA
di
Roberto Marafante
PERSONAGGI
IL PADRE – Uomo maturo di Bell’aspetto.
IL FIGLIO – Giovane uomo
LOU – Giovane Bella donna, Fidanzata del Figlio
BECCHINO– Uomo non particolarmente bello di età non definbile
LA SCENA
Nella Prima Parte è una camera ardente.
Nella seconda Parte è il cimitero
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PADRERIMA PADREARTE
IL FIGLIO STA TRAFFICANDO NELLA BARA. SEMBRA VOLER
ESTRARRE QUALCOSA. SI SENTE UN RUMORE. CORRE A
SEDERSI. ENTRA IL PADRE CHE SI SIEDE ACCANTO.
GUARDANO LA BARA.
FIGLIO – PaPà…
PADRE – eh?
FIGLIO– Sembra che sorrida.
PADRE - Dipende
FIGLIO – Da cosa?
PADRE – Dall’angolazione
FIGLIO – Il punto di vista?
PADRE – Sì
FIGLIO - Dal tuo, com’è?
PADRE– Ghigna.
FIGLIO – Ce l’aveva con te?
PADRE – Quando?
FIGLIO – Prima che cadesse dalle scale.
PADRE – No. Cosa te lo fa pensare?
FIGLIO – Non la stavi ricorrendo?
PADRE – Si, rivolevo il mio cellulare.
FIGLIO – Guarda, eccolo lì.
PADRE– Lo so , non sono riusciti a sfilarglielo dalla mano… Avrebbero
dovuto…
FIGLIO– Hai fatto bene a non farglielo fare… sarebbe stato orribile…
PADRE – Sì, orribile!
FIGLIO – Ma cosa c’era…
PADRE – Non lo so…
FIGLIO – Un messaggio?
PADRE– Nessuno lo saprà mai…
FIGLIO – E’ vero, lo porterà con sé sotto terra…
PADRE – Non andrà sotto terra…
FIGLIO _ Ah no?
PADRE– Voleva essere cremata.
FIGLIO – Sei sicuro?
PADRE – Certo.
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FIGLIO – Quindi il cellulare si fonderà con il tutto…
PADRE ADRE – Credo.
FIGLIO - Le sue ceneri conterranno anche quelle del cellulare…
PADRE - Non penso si possa distinguerle… d’altra parte come per i
vestiti…
FIGLIO - Ma i vestiti sono cose della vita… sono materiali naturali…
PADRE – E allora?
FIGLIO - Il cellulare è una cosa meccanica, fatta di metallo…
PADRE - Anche le capsule dei denti sono fatte di metallo eppure…
FIGLIO – Dici delle cose…
PADRE _ Quali cose?
FIGLIO – Vorresti toglierle i ponti?
PADRE _ Visto quanto mi sono costati…
FIGLIO - Sono parte del suo corpo… sono suoi…
PADRE – Ma il cellulare era il mio.
FIGLIO - Sei sempre stato un egoista.
PADRE – Invece tu hai dedicato la tua vita a noi.
FIGLIO - Noi chi?
PADRE – Io e tua madre. Chi altri?
FIGLIO – Puoi dirlo forte…
PADRE – Cosa?
FIGLIO - Che mi sono dedicato a voi…
PADRE - Quando? Come?
FIGLIO – Lo sai benissimo.
PADRE – Ma guarda tua madre e pentiti…
FIGLIO – Pentirmi?
PADRE – Lascia perdere…
FIGLIO _ Sì è meglio che lascio perdere… (ESCE)
PADRE RIMANE IN SILENZIO.
PADRE – Ti sono sempre stato fedele… sempre… Ti ho sempre
raccontato tutto… forse non proprio tutto… però non ti ho fatto soffrire con
dubbi… le mezze frasi… gli indizi lasciati per casa… ed ora così, mi porti
via ciò che di più caro avevo al mondo… ciò che mi era costato tanto… e
te lo porti con te laggiù… o lassù… non so… lo capirò quando dovremo
disporre delle ceneri, ma di certo sei stata ingiusta. Perché mi fai questo?
SI ALZA E LO SI VEDE METTERE LE MANI NELLA BARA E
CERCARE DI ESTRARRE CON FORZA QUALCOSA. ENTRA
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QUALCUNO. IL PADRE SI AFFERETTA A RICOMPORSI E A
SEDERSI. E’ UNA GIOVANE DONNA, LOU, VESTITA A LUTTO.
LOU –Papà!
PADRE –Figliola!
LOU GUARDA NELLA BARA.
LOU– Non riesco a darmi pace.
PADRE – Hai visto.
LOU– Ho visto.
PADRE – Quando è così c’è poco da fare.
LOU – Immagino. Altrimenti non saremmo ancora qui…
PADRE – Dovremmo decidere… di lasciarla andare…
LOU– Non possiamo aspettare ancora un po’?
PADRE – Non senti…
LOU – Non c’è alcun rumore.
PADRE – Voglio dire… l’odore…
LOU– Si… ma è così difficile staccarsi da ciò che è la gioia della tua
vita…
PADRE – Vuoi dire “sarebbe”…
LOU- Io spero ancora… che lo possa essere
PADRE – Abbiamo atteso troppo a lungo e dovremo distaccarci…
LOU– Ma non si è allentata la presa?
PADRE - No.
LOU – Neanche un po’?
PADRE - E’ ancora molto forte.
LOU – Certo, quando hai davanti a te ciò che è il senso della tua vita non
hai la forza di privartene.
PADRE – Ma dobbiamo, la carne è debole!
LOU _ Potremo sempre andare al cimitero… noi che siamo polvere
torniamo polvere…
PADRE – Giusto.
LOU – Solo ciò che non è polvere dura in eterno.
PADRE – Dipende.
L OU – Ma lo sai che ci vogliono secoli prima che la terra smaltisca una
busta di plastica.
PADRE – Sempre che non venga bruciata.
LOU – Ma per questo oggi, si fa la raccolta differenziata, proprio per
bruciare… cosa vuoi dire?
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PADRE – Verrà cremata!
LOU SVIENE. IL PADRE CERCA DI SOSTENERLA.
PADRE – Cara… Non fare così… Capisco che fa impressione… Su…
Vado a prenderti un po’ di acqua…
IL PADRE ESCE. LOU APPENA VEDE CHE E’ SOLA SI ALZA E
COMINCIA A ROVISTARE NELLA BARA ANCHE CON UN CERTO
SFORZO. SENTE QUALCOSA. SI RISIEDE CON UN’ESPRESSIONE
DI STORDIMENTO. ENTRA IL FIGLIO CON UN BICCHIERE
D’ACQUA.
FIGLIO – Amore… su, bevi un sorso d’acqua!
LEI BEVE.
FIGLIO – Papà è a sbrigare delle pratiche…
LOU – La cremazione!
FIGLIO – Anche.
LOU - Ma è un errore. Lei era così cattolica praticante.
FIGLIO – La sua volontà l’ha espressa di suo pugno. Guarda.
LE PORGE UN FOGLIO CHE LEI LEGGE
LOU – Non è la sua scrittura.
FIGLIO – Ma cosa dici? E’ la sua scrittura.
LOU – No
FIGLIO – Ma conoscerò la scrittura di mia madre.
LOU – Qualcuno l’ha costretta.
FIGLIO – Chi?
LOU – Qualcuno che voleva nascondere qualcosa.
FIGLIO – Cosa poteva sapere mia madre di così inascoltabile.
LOU – Pensa a cosa potrebbe contenere tua madre di così compromettente.
FIGLIO – Dentro di lei o dentro la bara.
LOU _ Cosa c’è nella bara lo vedo con i miei occhi.
FIGLIO _ E’ caduta dalle scale.
LOU – Ma soffriva ultimamente di capogiri. Era depressa.
FIGLIO _ Lei soffriva sempre di qualcosa. Io l’ho curata.
LOU – Non gli volevi bene.
FIGLIO – Perché? Ho semplicemente risolto molto presto il complesso
d’Edipo.
PRENDE LEI E LA BACIA FURIOSAMENTE.
LOU – Ma cosa fai?... Ti prego…
FIGLIO _ Ti voglio, ti desidero…
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LOU – Non qui… davanti a tua madre… mi vergogno…
FIGLIO – Lei è un corpo inanime… tu invece palpiti…
LOU – Sei blasfemo!
FIGLIO - mia madre sarebbe orgogliosa vedendomi così virile…
LOU – Smettila!
FIGLIO- Era sempre preoccuppata che non mi piaceva il calcio…
LOU – Ti piaceva cucinare…
FIGLIO – Appunto non era virile… Mi ha mandato anche da un dottore…
LOU – Oh davvero! (CERCA DI CALMARLO) Oh povero amore mio…
FIGLIO – (PIANGENTE) Sì… mi ha riempito di sensi colpa…
LOU –Piccolo orsacchiotto…
FIGLIO – Mi faceva sentire sempre inadeguato… (PIANGE)
LOU – Piangi, tesoro… ti farà bene…
FIGLIO – Cercavo di eccitarmi con qualsiasi cosa che fosse vagamente
femminile…
LOU _ Angelo mio… quanta sofferenza…
FIGLIO – Persino il barattolo della crema anticellulite che mamma teneva
nel secondo scaffale dell’armadietto dei medicinali poteva essere materia
d’esame…
LOU– E se non riusciva?
FIGLIO – Correvo a confessarmi (PIANGE)
LOU – Basta… Basta… adesso basta… Ora ci sono io con te…
FIGLIO – Sì , tu sei il mio diploma da maschio…
LOU –Ma che espressioni usi?… Siamo fidanzati… Io ti amo.
FIGLIO _ Anch’io ti amo.
LOU - Ti ho raccolto che eri uno sbarbatello ingenuo e timido e ti ho fatto
diventare un uomo…
FIGLIO – Sì. E te ne sono riconoscente. Devo tutto a te. Hai capito
mamma: ora sono un vero maschio, un toro… ora so quanto valgo…
LOU – Ti prego adesso calmati…
FIGLIO _- Guarda, mamma, sono un uomo… un vero uomo…
LOU – Ora basta!
LUI SCOPPIA IN UN PIANTO. RIENTRA IL PADRE.
PADRE _ Cosa accade?
LOU– Nulla papà… il dolore esplode quando meno te lo aspetti… e poi ti
tornano alla mente ricordi che avevi creduto sepolti nella memoria e
allora…
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PADRE _ ma smettila, una buona volta… Sìì uomo.
IL FIGLIO HA UN SUSSULTO DI PIANTO.
LOU – Dovevi proprio dire queste parole!
PADRE – Cosa ho detto?
LOU – Sii uomo.
PADRE – E’ una frase tipica di un padre che deve far forza al proprio
figlio che sta perdendo la sua dignità.
FIGLIO – E tu parli di dignità?
PADRE – Sì, quando mai ho ceduto alle emozioni? Quando mai hai visto
tuo padre soccombere ai sentimenti?
FIGLIO – una volta.
PADRE – Quando?
FIGLIO – Davanti alla Guardia di finanza.
PADRE – Non ricordo.
FIGLIO - Sei svenuto.
PADRE – E’ stato un malore. Mi hanno portato all’ospedale.
FIGLIO – Ma la notte sei fuggito dalla finestra.
PADRE – Davanti a tua madre… hai il coraggio di insultarmi…
FIGLIO – Visto tutte le volte che l’hai insultata tu direttamente!
IL PADRE DA UN CEFFONE AL FIGLIO.
FIGLIO – Stronzo!
LOU – Vi prego… di là c’è gente… e qui c’è tua madre… non amava
sentire le parolacce…
FIGLIO – Lo so. Io correvo in camera e le soffocavo nel cuscino. Quante
notti passate a dire merda, merda , cacca, sputo, piscia…
PADRE _ un’altra parola e me ne vado da solo!
LOU – Da solo mai!
FIGLIO – Giusto, da solo mai.
PADRE – Vi siete accordati contro di me.
LOU – Dobbiamo seppellire la mamma, prima… non credi?
FIGLIO – ma solo le sue ceneri.
LOU – No. Non me lo dire. Tutto ciò che c’è in questa bara andrà in
fumo… tutto andrà in fumo…
PADRE _ anche i suoi occhiali e le sue parole crociate…
FIGLIO _ Te ne sei ricordato? A volte mi stupisci.
PADRE – Sì… ci ho messo dentro (INDICANDO LA BARA) anche una
matita … così sarà per lei PADREiù FIGLIOamiliare il traPADREasso…
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LOU – No… no… non è giusto… E quando ci sarà il giudizio universale,
FIGLIO – Cosa c’entra?
LOU – La resurrezione dei corpi.
PADRE – Non ti capisco.
LOU - Se la riduciamo in cenere, lei quale corpo prenderà? Vi prego non
lasciatela cremare.
PADRE – Così ha voluto.
LOU– Ma sarà stata un momento di….. un annebbiamento della vista…
PADRE – Se non rispettassimo le sue volontà il fratello potrebbe allora
impugnare il testamento…
LOU – Certo che sarebbe una gran bella rogna… Tu pure, hai intestato
tutto a lei!
FIGLIO _ non sei contenta… io sono il figlio, il legittimo erede…
PADRE – Ma se mi hanno sequestrato tutto!
FIGLIO – Riusciremo a farlo dissequestrare e quindi ciò che è mio sarà
tuo…
LOU – Ma sì… certo amore…
PADRE – E non pensi a tuo padre?
FIGLIO _ Io ci avevo pensato, ma tu come al solito, nella tua perfezione
strategica, se fai una cappellata, la fai così grossa che non c’è rimedio.
PADRE – A cosa ti riferisci?
LOU _ A quello che c’è in quella bara.
FIGLIO – La mamma?!
PADRE –Figliola, troveremo una soluzione…
LOU - Ma la soluzione è lì… Mamma!
SI INFILA NELLA BARA. E LA SI VEDE ARMEGGIARE.
PADRE – Oddio!
FIGLIO – Sei fantastica Lou! (COMINCIA A RIDERE)
PADRE _ Aiutami a tirarla fuori!
IL PADRE CERCA DI TIRARLA FUORI.
LOU – Lasciami!
FIGLIO – Non ci posso credere!
PADRE – Aiutami, maledetto nullafacente!
FIGLIO _ E allora attaccati! (ESCE)
PADRE – Ti prego Lou, esci da lì.
LOU – (AFFACCIANDOSI) Mai senza aver prima quello che mi spetta…
PADRE – Ma potrebbe arrivare qualcuno.
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LOU – Ma che arrivasse, sai a me quanto me ne frega delle figuracce…
quando avrò questo… partirò per non tornare più… e chi s’è visto s’è
visto!
PADRE – Eh no… carina non erano questi i patti!
LOU - Dopo quello che hai fatto… vanno rivisti i patti… carino(SI
SENTONO MUGUGNII DI SFORZO)
PADRE _ No… ti prego , non fare così, no!
ENTRA UN BECCHINO
BECCHINO – Signore, mi scusi… ma sarebbe il caso…
LOU – (TIRANDO FUORI LA TESTA DALLA BARA) Cosa?
BECCHINO _ Oh mio Dio! Signorina…
PADRE – La scusi, il dolore l’ha sconvolta…
BECCHINO – Ma tiriamola fuori…
LOU – No, no… voi la volete far cremare…
PADRE - Non sopporta l’idea della cremazione.
BECCHINO – E’ sua figlia?
PADRE _ No è la mia… cioè la fidanzata di mio figlio.. la futura mia …
nuora…
BECCHINO – Che attaccamento per una suocera! Una cosa bizzarra di
questi tempi!
PADRE – Quando si sono conosciute sono diventate subito amiche!
BECCHINO – Però.. credo che non sia il caso farla trovare in questa
posizione.
PADRE – Giusto!... Lou, esci da lì!
LOU – No.
PADRE – Lou , non farmelo ripetere!
LOU – Non ci riesco. Qui c’è tutta la mia vita!
BECCHINO – E’ veramente ammirevole tanto amore, ma la situazione può
diventare incresciosa…
PADRE – Mi aiuti.
BECCHINO – Con la forza?
PADRE – Ho paura che non ci sia altro mezzo.
DI PESO PRENDONO LA DONNA E LA TIRANO FUORI A FATICA.
LOU – Lasciatemi… voglio rimanere qui… qui fino al giudizio
universale!...
PADRE – Smettila…
BECCHINO – E’ proprio invasata!
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LOU– Non potete farmi questo…
RIESCONO A TIRARLA FUORI, MA LA DONNA PORTA CON SE IL
BRACCIO DEL CADAVERE CHE STRINGE IL CELLULARE. LA
FANNO SEDERE.
PADRE – Calmati…
LOU – Sì, ci provo…
BECCHINO – Non deve preoccuparsi, ne vedo tutti i giorni scene
strazianti, questo è nulla… (VEDENDO IL BRACCIO DEL CADAVERE
PENSOLARE FUORI DELLA BARA) Oh mio Dio! Ma cosa ha fatto?
LEI E IL PADRE VEDONO LA COSA. LEI SI LANCIA A CERCARE
DI STRAPPARE IL CELLULARE DALLA MANO RATTRAPPITA
DEL CADAVERE.
LOU – Dammelo… lascialo maledetta baldracca!
BECCHINO – Bisogna calmarla!
PADRE – Lou, lascia quella mano…
BECCHINO – La prego, signorina, sta rasentando la violazione di una
tomba…
A FATICA CERCANO DI STACCARE LE MANI DELLA RAGAZZA
DAL CELLULARE DELLA DEFUNTA.
PADRE – Ma vuoi lasciarla…
BECCHINO – Ha una forza incredibile… non ho mai visto un tale
attaccamento…
PADRE – Lou, è ora di finirla
LOU – E’ mio… è mio…
IL PADRE MOLLA UN CEFFONE ALLA RAGAZZA CHE SI CALMA
E LASCIA LA PRESA.
BECCHINO – Ma cosa era suo? Il cellulare?
PADRE – Sì… in un certo senso, gliel’aveva regalato per il suo
compleanno…
IL BECCHINO CERCA DI RISISTEMARE LA SALMA.
BECCHINO – Cielo come l’ha ridotta… avevo fatto un così bel lavoro…
la poveretta aveva un tale ematoma sulla faccia…
PADRE – E sì… è caduta dalle scale!
BECCHINO – Infatti era irriconoscibile… le avevo messo in asse la
mascella… ora è tutta spostata… Che strano, sembra avere un ghigno.
PADRE – Non si preoccupi l’aveva anche quando la mascella era in asse.
LOU – Il cellulare.
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BECCHINO – Signorina, abbiamo tentato di sfilarle quel cellulare, ma la
signora lo tiene così serrato… evidente che ci teneva molto… Capisco che
per lei è come un ricordo, ma le piaccia immaginare la signora lo voglia
tenere per portarlo lassù, con sé, come… direi come… per poi comunicare
con lei… Non sapete cosa ci trovo nelle bare, dal computer al callifugo.. e a
volte si narrano misteriose storie di morti che comunicano con i vivi
attraverso le radio, L’i-phon, e-book… e chissà sua suocera… magari la
chiamerà con quel cellulare.
LOU – Che orrore!
BECCHINO –Forse è questo il futuro della tecnologia… Ecco. Ho fatto
del mio meglio…ma bella come prima non lo è proprio…
PADRE _ Non si preoccupi, per me è sempre bella.
BECCHINO – Quanto amore in questa stanza!
LOU – Mi viene da vomitare.
BECCHINO – Le porto un bicchier d’acqua?
PADRE - Sarebbe veramente gentile!
BECCHINO - Vado, ma le ricordo che non abbiamo più tanto tempo…
(ESCE)
LEI SI GETTA TRA LE BRACCIA DEL PADRE.
LOU _ Amore… amore mio… come faremo?
PADRE – Il denaro non è importante se noi ci amiamo.
LOU – Ma cosa dici? Hai costruito la tua vita sui soldi e ora mi racconti
questa cretinata. Posso solo pensare che hai un tuo bel gruzzolo nascosto da
qualche parte….
PADRE – Ma se ho dato tutto a te. Ti dovrei strozzare! Eppure mi piaci da
morire.
LOU – No, ti prego, non qui davanti a tua moglie.
PADRE – Perché non l’abbiamo fatto mentre lei era nello studio a fare le
parole crociate?
LOU – Sì e tuo figlio stava al computer… Come era eccitante…
PADRE – E adesso non trovi eccitante farlo davanti a quell’arpia… che mi
ha inchiodato alla azienda del padre… che mi ha costretto ad entrare nel
partito…
LOU - … che ti ha fatto diventare deputato e ti ha riempito di soldi… Non
parlare male di quella santa donna… fai peccato.
PADRE – Stupida! Ma non vedi che stringe quel cellulare con una crudeltà
che rasenta il sadismo… E’ la sua vendetta.
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LOU– Non fare il fatalista come il tuo solito. Lei è morta, non ha nessuna
volontà.
PADRE _ No. No, mi vuole punire.
LOU – E’ il tuo senso di colpa che ti sta divorando.
PADRE – Solo tu sei riuscita a portarmi sulla strada della perdizione.
LOU – Era ciò che volevi. Su, dì la verità… Non aspettavi altro… che
qualcuna si infilasse a forza nel tuo letto… nel tuo eros addormentato
PADRE – Non ti resisto…
UN RUMORE. IL PADRE CERCA DI RIPRENDERSI E CERCA DI
METTERLA SEDUTA. ENTRA IL BECCHINO.
BECCHINO – Ecco l’acqua… signorina…
LOU – Grazie… Grazie… (BEVE IN UN SORSO TUTTO IL
BICCHIERE)
BECCHINO – Meno male che era solo acqua.
PADRE – Sì, fortuna! In genere lo fa con il bourbon!
BECCHINO – Signorina è veramente sconvolta…
LOU – Sì, sono stravolta…
BECCHINO - Devo ammettere, che non ho mai visto tanta passione in un
funerale. Dico passione perché sento che il suo non è un amore disperato…
per una perdita… ma quasi il fuoco sacro di un amore per qualcosa che si
ha paura di perdere… c’è in lei un trasporto sacro quasi estatico verso un
orizzonte lontano.
LOU – Mi sento nuda. Sembra che sappia leggere nei miei pensieri.
BECCHINO - Molti hanno questa sensazione con me…
PADRE - Lei è un sensitivo?
BECCHINO - No, sono laureato in psichiatria, ma sa di questi tempi
bisogna mettere da parti le grandi speranze di diventare un luminare se sei
figlio di un becchino.
PADRE – Agenzia funebre di famiglia.
BECCHINO – Eh sì… fortunatamente questo lavoro non conosce crisi.
Siamo una freccia argento! Anzi il momento critico aiuta ad
incrementare… diciamo i nostri prodotti…
PADRE – Ma pensi un po’!
BECCHINO – Eh sì. C’è chi non regge al fallimento… o la signora
anziana davanti alla cartella della pensione, o il padre di famiglia che
osserva il suo estratto conto e io, allora, mi diverto a psicanalizzare i miei
clienti.
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PADRE _ Non è certo una bella cosa… conoscere le persone nel momento
in cui sono più fragili, più indifese.
BECCHINO – Sì, ha ragione… ma non lo faccio con tutti… mi viene
automatico quando vedo cose strane…e…
LOU - ..e …?
BECCHINO - …personaggi particolari come voi…
PADRE _ Siamo così particolari?
BECCHINO – No, ho visto di peggio.
LOU – E allora perché entra ed esce come per spiarci…
BECCHINO _ Spiarvi? Mi sembra eccessivo da parte sua.
PADRE – Calmati Lou, il signore è una persona molto affabile e
comprensiva…
BECCHINO – La ringrazio Signore. E’ per la mia ditta fonte di orgoglio il
trattamento di comprensione e discrezione che riserviamo ai nostri clienti.
LOU _ Clienti? per ora c’è solo la signora!
PADRE – Lou?!
LOU – E per ora non credo che dovrà fornirci altri servigi… Chissà dove
saremo noi tra qualche giorno.
BECCHINO – Mi scuso, sono stato frainteso… anche se, d’altra parte, ogni
vivente è potenzialmente un nostro cliente… L’abbiamo fatto scrivere
anche sul sito web dell’Agenzia.
LOU– Delizioso!
BECCHINO – Vero? E’ stata una mia idea!
LOU – Impagabile!
PADRE – Se non le dispiace, ci lascerebbe ancora un momento da soli, per
un’ultima preghiera?
BECCHINO – Al vostro servizio. (A PARTE) Non pensa che la signorina
possa avere una ricaduta?
PADRE – No. penso di no.
BECCHINO – Se ce ne fosse bisogno, mi mandi a chiamare.
PADRE – Senza indugio.
ESCE IL BECCHINO.
LOU – Ma come parli con quel beccamorto?
BECCHINO – Educatamente.
LOU _ Ma non ti rendi conto che quello è matto! E’ uscito da un
manicomio!
BECCHINO – Lou ti sento un po’ su di giri.
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LOU – Ma se in tutta la mattina non ho bevuto neanche uno Spriz!
BECCHINO – Ora dobbiamo chiudere la bara e resettare la nostra vita.
LOU - Ti prego, non parlare così… Tu cosa farai? Andrai a mangiare alle
mense dei poveri.
BECCHINO – Se sarà necessario.
LOU – E io?
BECCHINO –Puoi scegliere o seguire me o mio figlio.
LOU – Dio! Devo scegliere tra due morti di fame? Dopo tutto quello che
ho fatto.
BECCHINO – Giusto. Dopo tutto quello che hai fatto.
LOU – Sì. Schiaffeggiami. Puniscimi. Io ho sbagliato… solo mia è la
colpa…
PADRE – No… io lo so… il tuo è stato un gesto d’amore…
LOU – Come fai ad essere così tranquillo.
PADRE - Sto accettando il mio destino.
LOU - Troppo tranquillo. Tu hai il tuo gruzzoletto nascosto?
PADRE – Ti ho detto di no.
LOU – Menti.
PADRE – Perché dovrei?
LOU_ Perché finito il rito, sono certa, hai pronto un biglietto d’aereo per
una destinazione in un paradiso fiscale… e chi sa con chi!
PADRE – Ma tutto il mio denaro è già in un paradiso fiscale… ce l’hai
portato tu… dentro una valigia leopardata… e hai dimenticato il numero
del conto corrente…
LOU - Giuro, non l’ho dimenticato… cioè sì… ma è lì… lì… dentro quel
cellulare… te l’ho spedito…
PADRE – Ti adoro quando sei così sfacciatamente bugiarda.
LOU – Ti giuro… ti giuro… ero eccitata e ho pensato di avvisarti subito
che ce l’avevo fatta…
PADRE –Tutto alle 5 di mattina?
LOU – Il fuso orario.
PADRE – Mia moglie non ha resistito a leggere quel messaggio. A
quell’ora ha creduto fosse una brutta notizia. Poi sai com’era fragile in
questi ultimi tempi.
LOU - Ma prende sempre i sonniferi.
PADRE _ Quella sera non li ha voluti. Voleva parlarne con mio figlio. Le
sembravano troppi.
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LOU - Era dePADREressa. Non dovevi PADREermetterglielo. Ho
consigliato io stessa tuo FIGLIOiglio di curarla… Non è laureato in
medicina?
PADRE – Gli manca la tesi.
LOU – Eppure le ha subito prescritto una splendida cura. Tu stesso l’hai
vista tornare a rifiorire.
PADRE –Fatto sta che nessuna pillola ha impedito a mia moglie di capire
che eravamo amanti.
LOU – Come ha fatto?
PADRE – Hai firmato “amore”.
LOU – E’ vero. E’ stato un automatismo. Credevo di mandarlo a tuo figlio.
PADRE – Sei inaffidabile. Mi chiedo come abbia fatto mio figlio a perdere
la testa per te.
LOU - Come hai fatto tu…
PADRE – Mi piaci, ma nessuno mi convincerà del contrario.
LOU _ Cosa?
PADRE – Che il tuo era un piano studiato nei minimi particolari. Un piano
per scalare la mia famiglia ed arrivare ai nostri soldi…
LOU _ Ma quale piano? Quella sera mi hai sorpresa nuda nel tuo letto.
PADRE – Tu non mi hai dato il tempo di reagire…
LOU – Certo amore, tuo figlio poteva rientrare da un momento all’altro.
L’avevo mandato a comprarmi un hamburgher.
PADRE _ E nessun rispetto per mia moglie?
LOU – Lei già dormiva sotto l’effetto dei suoi amati sonniferi.
PADRE _ Non potevi sapere che sarei rientrato quella sera.
LOU _ Infatti non lo sapevo.
PADRE – Eppure hai pensato bene di mandare mio figlio a prenderti da
mangiare proprio calcolando il tempo che il taxi impiega per arrivare a
casa dall’aeroporto.
LOU_ Avevo una voglia pazza di un cheezburger.
PADRE _ Sei una bugiarda. Lo so. Tu ricordi benissimo il numero del
conto corrente su cui hai messo i miei milioni. Stai solo aspettano che tutto
finisca e quando mi vedrai in fila davanti ad un dormitorio te ne andrai a
prendere un bel aereo destinazione tropici. Magari con quello smidollato di
mio figlio.
LOU _ Sei anche geloso di tuo figlio ? Quanto sei falso. Vorresti vedermi
sposata a lui che si arrabbiata tra sussidi e contratti a ore mentre io
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spadello e cambio pannolini ai tuoi nipotini… Scordatelo. Dovessi
invecchiare aspettandoti, ti seguirò finchè non ti vedrò uscire con un valigia
prelevata da un cassetta di sicurezza.
PADRE – Hai una fantasia straordinaria.
LOU– La tua calma mi fa impazzire.(COMINCIA PICCHIARLO)
ENTRA IL FIGLIO.
FIGLIO – Lou, fermati… cosa fai? Non servirà a nulla. (TRATTIENE
LOU)
PADRE _ Grazie figliolo.
FIGLIO – Lo faccio per lei. Se fosse per me ti farei massacrare di botte.
Come stai amore?
LOU – Meglio.
PADRE - Come stai, amore! Ipocrita. Comincio a vedere che bella coppia
di farabutti siete voi due.
FIGLIO –Riesci ancora ad insultarci dopo che ci hai lasciato sul lastrico,
dopo che hai infangato il nostro nome con la corruzione… dopo che hai
spinto mia madre dalle scale…
PADRE – No, questo non te lo permetto.
COMINCIANO A LOTTARE.
L OU – No… non qui… vi prego… Aiuto… Aiutatemi…
ESCE.
FIGLIO –Bisogna uccidere il padre per diventare grandi!
PADRE – No, figliolo… non è da prendere alla lettera questo consiglio…
E’ solo un mito… è come dire andare a letto con la madre…
FIGLIO - Non dire, ti prego, non dire quella parola. Nella tua bocca
diventa una parola oscena.
PADRE - Sei sempre stato un mammone.
FIGLIO – E tu un puttaniere!
ENTRA IL BECCHINO.
BECCHINO – Che succede qui?
PADRE – Nulla.
FIGLIO – Stavamo facendo un’ultima preghiera.
BECCHINO –Bugiardi.
PADRE _ Come si permette?
BECCHINO – Sono uno psichiatra.
FIGLIO – E allora?
BECCHINO – Lei ha disturbi emotivo-comportamentali.
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PADRE – La prego, non scherziamo con le parole.
BECCHINO – A lei conviene tacere se non vuole che le faccia un
certificato di ricovero.
PADRE – Ma è impazzito.
BECCHINO - Ecco l’unica parola che non si dovrebbe mai dire ad uno
psichiatra.
FIGLIO _ Abbiamo pagato per questa camera ardente e ci restiamo quanto
vogliamo…
PADRE - …e ci facciamo quello che vogliamo.
BECCHINO - Questo non direi proprio. Comunque sono venuto su invito
della signorina. Mi ha detto che stavate facendo a pugni e questo è per noi
intollerabile. Se lo venissero a sapere gli altri clienti delle camere ardenti
qui vicine avremmo un grosso danno d’immagine.
PADRE – La signorina ha esagerato.
FIGLIO – Ha creduto di vedere un gesto aggressivo…
BECCHINO – Invece?
PADRE – Era un moto appassionato di stringerci in un abbraccio disperato.
BECCHINO – Buonasera. facciamo finta che sia così… Comunque il
tempo a vostra disposizione sta terminando. (ESCE)
PADRE – Ascolta figliolo. Pace. Pace. Tua madre è morta. Aiutiamola a
lasciarci. Lasciala andare. Solo così potremo tornare ad essere sereni.
FIGLIO _ Ma perché, perchè è caduta dalle scale? Cos’è che l’ha
sconvolta da fuggire giù in giardino.
PADRE - Te l’ho ripetuto mille volte, non lo so e non lo sapremo mai… è
tutto in quel cellulare che lei stringe con pervicacia…
FIGLIO – E’ qualcosa che ti riguardava se tu l’hai inseguita?
PADRE – Non so cosa ci fosse. Era sconvolta. Volevo calmarla. D’altra
parte quella sera non aveva preso le sue pasticche…
FIGLIO – Eppure, prima di uscire, io stesso gliele avevo messe in bocca…
PADRE - Le aveva sputate. Le ha trovate sparse sul pavimento la signora
delle pulizie…
FIGLIO – Papà, come faccio a vivere se non posso sapere la verità.
PADRE – Figliolo mio, la verità non ti dà da mangiare.
FIGLIO – Ma il dubbio logora, ti fa ammalare…
PADRE - A volte morire non è il finale più brutto!
FIGLIO – E’ questo che vorresti per il mio futuro? Mi vorresti vedere
morto?
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PADRE – Non essere banale.
FIGLIO - Ammetti che è ciò che desideri per me!
PADRE – Ma cosa dici? Per te vorrei un futuro migliore del mio…
FIGLIO - Facile dirlo dopo che hai fallito.
PADRE – E allora? Tu sei destinato a riabilitare il nostro nome. Dovrai
trovarti un lavoro onesto.
FIGLIO – Non sono nemmeno laureato.
PADRE – Ma sei giovane, pensa a me. Chi vorrà collaborare con un fallito.
FIGLIO – Papà , perché non scappiamo? Andiamo a vivere in un altro
paese.
PADRE _ Puoi farlo anche senza di me.
FIGLIO – Non voglio lasciarti solo.
PADRE – Lasciami al mio destino.
FIGLIO _ Ma insieme potremmo aiutarci.
PADRE - No. No. Io voglio stare solo. Vado dove mi pare. Non voglio più
farti da balia. Hai più di trent’anni e ancora vivi sulle mie spalle. Sei un
vampiro. Da quando sei nato hai segnato la mia vita… da piccolo non
dormivi, poi eri un asino a scuola, al liceo ti sei trasformato in teppista, poi
la droga…
FIGLIO – Non voglio sentire altro. Ora ho capito cosa devo fare.
IL FIGLIO ESCE.
PADRE – Ma cosa è successo, moglie mia? La vita filava bella liscia. Il
ritmo quotidiano si dipanava sicuro, magari un po’noioso, ma con una
logica ferrea che conduceva ad un futuro comprensibile. Poi la bolla è
esplosa. Come uno tsunami ci ha travolti. Le nostre menti sono impazzite.
Siamo tutti corsi a salvarci come davanti ai quattro cavalieri dell’apocalisse
ed eccoci qui dentro una realtà che frana… Non volevi un paradiso fiscale
per me, volevi andare all’inferno con me.
RIENTRA LOU
LOU – Dov’è tuo figlio?
PADRE – Non lo so.
LOU – Dal naso ti esce del sangue.
PADRE – Ti prego, tamponami. Mi fa impressione il sangue.
LOU – E’ ormai secco. E’ stato un pugno?
PADRE – No... Quando sono sotto stress mi sanguina il naso.
LOU –Fatto. Cosa si fa allora?
PADRE – Non lo so. Spero solo che ti ritorni la memoria.
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LOU – Lo so che non mi credi. Ma non ricordo quel numero. Non ho avuto
mai memoria per i numeri. E’ un numero lungo pieno di zeri. Da bambina
avevo difficoltà anche con le tabelline.
PADRE – Ma non con i cartoncini dei prezzi.
LUO - Che spirito da amante maschilista. Sì, e allora , mi piace spendere,
mi piace comprare e ancora di più mi piacciono i regali.
PADRE _ E io te ne ho fatti molti. Tra quelli miei e quelli di mio figlio, hai
gioielli con cui viverci per un anno… Anzi, visto come sono andate le cose,
dovresti darmeli in dietro…Non credo che tu abbia intenzione di continuare
la nostra relazione.
LOU – Come sei meschino. L’ho sempre saputo, ma non volevo crederci.
PADRE - E allora vendiamo i gioielli e andiamo a vivere insieme.
LOU – Ti piacerebbe! Io a farti da schiava. Ti piacerebbe ridurmi come tua
moglie e anche senza la cameriera fissa?
PADRE – Attenta Lou, non credere che finisca tutto con un bel funerale…
ENTRA IL BECCHINO
BECCHINO – Non credo ci sarà nessun funerale…
IL BECCHINO DISPONE UN PARAVENTO DAVANTI ALLA BARA.
LOU – Stava origliando, vero?
BECCHINO – Assolutamente. Sono entrato mentre parlavate del funerale.
PADRE – E allora?
BECCHINO – La cerimonia è rimandata.
LOU –Perchè?
BECCHINO – Suo figlio è andato qui, dalla polizia mortuaria, e ha
dichiarato di aver ucciso sua madre, la signora…
PADRE – Ma è pazzesco!
LOU – Non ha senso.
BECCHINO – Per lui invece sì. Evidente che il delitto stava pesando
molto sulla sua coscienza.
PADRE _ Ma è caduta dalle scale.
BECCHINO – Questo lo accerterà l’autopsia.
PADRE – Faranno un’autopsia?
LOU – La faranno a pezzi?
PADRE – Non esagerare.
BECCHINO – Disgraziatamente sì. Il mio lavoro sulla signora, a questo
punto, sarà irrecuperabile. Ma per fortuna, come si evince dalle sue
volontà, sarà cremata. (SCOMPARE DIETRO IL PARAVENTO)
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LOU – Scusi, ma si può assistere all’autopsia?
BECCHINO – Non credo, è un atto legale. E poi non è uno spettacolo
adatto alle belle signore.
LOU – Lasci perdere i complimenti e stia al suo posto.
BECCHINO – Come non detto.
PADRE – Ma come ti viene in mente? La odi così tanto che avresti piacere
vederla a pezzi.
LOU _ Non sono una morbosa.
BECCHINO – E poi non esageriamo, non la faranno mica a pezzi.
LOU - Scusi….
BECCHINO – Dice a me?
LOU – Sì, lei potrebbe assistere?
BECCHINO – Bhè, come uno degli officianti della cerimonia, potrei
chiedere di vedere come è ridotta la signora.
PADRE – Cioè?
BECCHINO – Se possa essere ancora presentabile in pubblico per una
nuova , eventuale camera ardente.
PADRE – No. Basta camere ardenti. Tanto non ci viene nessuno a farci le
condoglianze.
BECCHINO – Come mai?
PADRE – Non sono affari che la riguardano.
BECCHINO – Certo.
LOU – Lo scusi, è turbato da questa notizia. Non essere sgarbato con il
signore. Sta dando tutto il suo contributo alla riuscita della cerimonia.
PADRE – Non c’è nessuna cerimonia. La gente non vuole più farsi vedere
accanto a noi dopo lo scandalo.
BECCHINO _ Quale scandalo…?
LOU – La prego.
PADRE - Autopsia e cremazione… e che sia finita!
LOU – Ora cosa facciamo?
PADRE – Intanto usciamo…
BECCHINO – (APPARENDODAL PARAVENTO) - Bravi!... e lasciatemi
lavorare.
FINE PRIMA PARTE
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SECONDA PARTE
AL CIMITERO. DAVANTI AD UNA SERIE DI LOCULI.
QUELLO PIU’ IN BASSO E’ APERTO E SI INTRAVEDONO ALCUNE
BARE. IL FIGLIO E IL BECCHINO SONO PIEGATI A GUARDARE
DENTRO.
BECCHINO – Bello!... Veramente bello!... Non ne fanno più adesso così…
Voglio dire così spaziosi… Guardi, dentro ci sono già due bare…
FIGLIO – I miei nonni.
BECCHINO _ Ecco ce ne potrebbe entrare anche una terza… di quelle
basse, meno spesse e poi…. Una quantità di Urne!
FIGLIO – Intende, cinerarie.
BECCHINO – Sì… guardi almeno tre o quattro… insomma tutti voi
compresa la fidanzata… Oh mi scusi. Volevo dire la futura moglie?
Sbaglio?
FIGLIO TACE.
BECCHINO – Non sono stato opportuno, mi scusi. Comunque, è vostro il
loculo?
FIGLIO – Sì.
BECCHINO – Di proprietà?
FIGLIO – E’ l’unica cosa che ci è rimasta.
BECCHINO – Lo avete acquistato prima degli anni 90?
FIGLIO – Penso di sì.
BECCHINO – Allora guardi, lei possiede un capitale. Dopo quella data si
rimane proprietari solo per 100 anni, ma in questo caso è suo per sempre!
FIGLIO – Fantastico! Lo posso vendere?
BECCHINO _ E’ come avere un appartamento, ma che dico, meglio di un
appartamento. Questo tipo di immobile non conosce crisi…
FIGLIO _ Come d’altra parte la sua attività…
BECCHINO – Vedo che comincia a capire.
FIGLIO _ Mio padre?
BECCHINO - Ora verrà. Doveva assolvere ad alcune formalità:
accettazione, riconoscimento, tumulazione…
FIGLIO – Sì, va bene… ho capito…
BECCHINO - Su, non faccia così.
FIGLIO – Così come?
BECCHINO – Quell’aria colpevole.
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FIGLIO _ Ho un’aria colpevole?
BECCHINO – Dopo l’escandescenza…
FIGLIO – Non è stata una escandescenza!
BECCHINO – Come la chiama quella baraonda giudiziaria finita in una
bolla d’aria.
FIGLIO _ In quel momento mi sono sentito colpevole. Ero io che la
curavo. Ero io che consigliavo le dosi degli psicofarmaci.
BECCHINO – Certo, sì...
FIGLIO –Potevo benissimo aver deciso di ucciderla lentamente… ricorda
il film di Hitchcock…
BECCHINO – Notorius?
FIGLIO – Sì.. mi sorprende.
BECCHINO – Perché?
FIGLIO – Come becchino è un uomo colto.
BECCHINO - A parte che sono laureato in psichiatria e ho fatto la mia tesi
di laurea proprio sui film di Hitchcock e le loro implicazioni con malattie
psichiche come deliri, allucinazioni e disturbi dell’affettività. Lei dovrebbe
saperne qualcosa?
FIGLIO - Che intende dire? Non ho avuto disturbi dell’affettività.
BECCHINO _ Si calmi . Mi riferivo al fatto che lei è quasi laureato in
medicina.
FIGLIO – Ah sì…
BECCHINO _ E poi: perché un becchino dovrebbe essere ignorante?
FIGLIO – Sì, ha ragione, sono stato superficiale.
BECCHINO _ Lei si deve calmare. Il dolore l’ha spinta a colpevolizzarsi,
in realtà aveva dato una giusta cura a sua madre che detto tra noi, viste le
cartelle cliniche, aveva un depressione col botto…
FIGLIO – Col botto?
BECCHINO – Sì, voglio dire, bella forte.
FIGLIO - Non si riferiva al botto che mia madre ha fatto giù dalle scale?
BECCHINO – Non mi permetterei mai.
FIGLIO – Mi sento svuotato.
BECCHINO _ E’ evidente. Lei deve considerare lo stress subito nel
momento dell’autodenuncia e il conseguente proscioglimento dall’accusa
di omicidio quando non è stato rilevato nessun psicofarmaco nel corpo de
sua madre, la sera del decesso.
FIGLIO – Io lo sapevo.
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BECCHINO – Lo sapeva?
FIGLIO - Li aveva sputati.
BECCHINO – E allora?
FIGLIO – Ma io volevo ucciderla… questa è la verità… e a spingermi era
stata la mia fidanzata. Lei ha voluto che la ricoverassi in una clinica
psichiatrica… mia madre, che era una roccia. Come lei ben sa, appena si
entra sani in una clinica psichiatrica si esce pazzi. Questo era il suo piano.
E’ mia complice.
BECCHINO – Le consiglio di smetterla. La legge ha il suo lato positivo,
non può scoprire la verità. Quindi lei non ha commesso nessun fatto, né la
sua fidanzata , né suo padre…
FIGLIO _ Perché cita mio padre? Lui non ha nessuna colpa.
BECCHINO – La colpa è un’invenzione come la scissione tra il bene e il
male. Noi possiamo accedere solo alla conoscenza di alcuni fatti: la
signora è deceduta a causa di una rovinosa caduta accidentale dalle scale di
casa che l’ha anche sfigurata!
FIGLIO – Povera mamma. Ci teneva tanto al suo aspetto fisico.
BECCHINO – Meno male che non si è vista dopo l’autopsia!
FIGLIO - La prego. Mi sto sentendo male.
BECCHINO – L’immaginazione è più forte della realtà, anche se devo
ammettere che non tutti i mali vengono per nuocere.
FIGLIO- Cioè?
BECCHINO – La cremazione!
FIGLIO – No! (DISPERATO)
BECCHINO – Se l’avesse vista, avrebbe chiesto lei stesso di cremarla.
FIGLIO - E gli oggetti, i ricordi…
BECCHINO _ Sono stati rimessi tutti nella bara… ora sono con lei… fusi
con lei…
FIGLIO _ Speravo di venirne in possesso!
BECCHINO – Perché mai. Dal momento che non c’è stato nessuna
violazione tutto è tornato al suo posto…
FIGLIO _ anche il cellulare?
BECCHINO – Sì… anzi… voglio dirle una cosa che è accaduta. Quel tipo
di cose che hanno qualcosa di magico, di soprannaturale… Mentre
sezionavamo… non voglio entrare nei particolari… il cellulare si è acceso!
FIGLIO _ Si è acceso?
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BECCHINO – Sì… per un attimo… come se la signora avesse voluto
mandare un messaggio…
FIGLIO _ quale messaggio?
BECCHINO _ non è nel mio stile impicciarmi degli affari degli altri…
FIGLIO _ Non ha visto niente altro?
BECCHINO – Poco.
FIGLIO – Poco quanto?
BECCHINO – Era firmata amore.
FIGLIO – Amore?!
ENTRA LOU CON UN GRAN MAZZO DI FIORI.
LOU – Amore!
FIGLIO - Lou!
LOU – Mi sembrava che mi avessi chiamato! Ho ritardato per prendere un
po’ di fiori.
BECCHINO _ Magnifici signora!
LOU – Ero indecisa se prendere fiori recisi o piante grasse.
FIGLIO _ Le piante grasse hanno sempre spine.
BECCHINO – Così non le ruba nessuno. Sapete qui c’è un movimento di
fiori rubati che farebbe invidia a uno spaccio di cocaina.
LOU - Le piante grasse durano a lungo e hanno bisogno di poche cure.
FIGLIO – E come tutte le cose abbandonate a volte fioriscono con una
magnificenza che non ha eguali nelle piante verdi.
BECCHINO – Bella riflessione. Anche se io amo di più i fiori recisi per il
cimitero… sono in fondo morti anche loro.
LOU – Non starei troppo a sottolineare.
BECCHINO – Giusto. Ora vi lascio e vado a recuperare l’urna cineraria
della signora.
FIGLIO – Ascolti… Dica alla signorina la storia del telefonino…
LOU – Cosa?
BECCHINO – Meglio che vi lasci al vostro dolore.
ESCE
FIGLIO _ Un momento… aspetti…
LOU _ lascialo andare, sarà qui tra poco…
FIGLIO _ volevo che ti raccontasse…
LOU - La storia del cellulare? La so. Me l’aveva già raccontata…
FIGLIO _ Ah sì? E quando?
25
LOU – Durante un incontro informale… ero andata a vedere come
procedeva l’autopsia…
FIGLIO _ Tu sei andata a vedere come PADRErocedeva l’autoPADREsia?
LOU – Sì, che c’è di strano?
FIGLIO _ Che c’è di strano!?
LOU – Sì, ero preoccupata per te… dopo quello che avevi detto…
FIGLIO _ Sei falsa.
LOU – Guarda, quante bare?
FIGLIO – Lasciale perdere sono i miei parenti, non i tuoi. Sei stata tu che
mi hai spinto a ricoverare mia madre.
LOU _ Bhè , sei veramente incredibile! Io ho solo detto che dava segni di
un inizio di depressione e tu l’hai sbattuta in quella clinica…
FIGLIO - Oltre che falsa, sei perfida…e io sto con un tipo così diabolico…
LOU – Io diabolica!... Ma fammi il piacere, trova un vaso per questi fiori…
FIGLIO _ Non saprei…
LOU _ Tu non sai mai niente. Sei un ragazzino viziato. Bisogna tenere
pulita la tomba dei propri cari come fosse la loro casa…
(COMINCIA A PULIRE LA TOMBA)
FIGLIO – Quando regali queste perle di saggezza, sei patetica.
LOU – E tu sei uno sfigato. Perché non sei venuto a vedere come
riducevano a pezzi tua madre, dopo quella tua stupida autodenuncia? Non
hai le palle.
FIGLIO – Certo, ce le hai tu. Per questo ti ho scelto come compagna! Ne
basta una in famiglia, di persona intendo!
LOU – Aveva ragione tua madre. Non ti sono mai piaciute le donne.
FIGLIO – Direi che mi hanno sempre fregato.
LOU_ Sei un misogino. portami quel secchio dell’immondizia.
FIGLIO – E tu sei una puttana. Eccoti il secchio. Allora cosa sai di ciò che
è apparso sul display del cellulare di mamma…
LOU _ A dire la verità, quello era il cellulare di tuo padre…
FIGLIO _ giusto, di mio padre. Ora è tutto chiaro.
LOU – ma cosa vaneggi?
FIGLIO – Ecco perché la mamma era furiosa.
LOU– Non ti capisco.
FIGLIO – Aveva letto un messaggio firmato “Amore”
LOU_ Non so di cosa parli.
26
FIGLIO – E’ quello che ha detto il becchino… Ma come? Non ha detto che
lo sapevi già prima di me?
LOU_ Non ti seguo.
FIGLIO – Hai detto che conosci la storia del cellulare.
LOU– E allora?
FIGLIO – Allora non hai vergogna di essere qui, alla tumulazione di mia
madre, quando sei stata tu la causa della sua morte…
LOU _ Ma non era stata colpa tua?
FIGLIO _ Non girare la frittata. Lo sai fare benissimo!
LOU – In questo non posso tardi torto. Ho fatto un corso di nouvelle
cousine per far saltare sulla padella tre crepe in un sol colpo …
FIGLIO – Io ti strozzo!
LOU - Non mi mettere le mani addosso solo per imporre il tuo punto di
vista.
FIGLIO _ Ti odio. Ti odio!
LOU – Lo so. Non reggi la competizione.
FIGLIO – Odio quel tuo modo di supponenza che usi con me, ma questa
volta ti ho incastrato.
LOU – Cioè?
FIGLIO _ era tuo quella firma”Amore” sul cellulare di mio padre perché…
LOU _ no, non lo dire…
FIGLIO _ Cosa?
LOU _ quello che stavi per dire
FIGLIO _ E come fai a sapere cosa stavo per dire?
LOU _ Il famigerato intuito femminile.
FIGLIO _ E allora?
LOU_ Tu pensi che io sia l’amante di tuo padre.
FIGLIO – Sì
LOU – Che quella sera ho mandato un messaggio a tuo padre e tua madre
l’ha scoperto…
FIGLIO _ Sì.
LOU – E tuo padre , che rivoleva il cellulare l’ha inseguita e lei , in preda
ad un delirio di gelosia, non si è resa conto di aver preso la direzione delle
scale…
FIGLIO – Sì.
LOU _ Bravo.
FIGLIO _ Ah!
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LOU _ ma non è così… nel senso che… si è vero che tua madre ha reagito
in quel modo, che tuo padre l’ha inseguita, ma io non ho mai pensato,
neanche lontanamente, di diventare l’amante di tuo padre… Quel
messaggio era per te, solo che per errore l’ho inviato al numero del suo
cellulare…
FIGLIO _ No! No! No!
LOU– Cosa?
FIGLIO –Perché mi racconti una cazzata come questa!
LOU – Una cazzata?!
FIGLIO _ e vuoi anche che io ci creda.
LOU- Bhè allora dì tu com’ è andata?
FIGLIO – Bene, ti faccio il riassunto delle puntate che non vuoi ricordare.
Tu eri diventata l’amante di mio padre da quando lui era senatore della
repubblica. Quando è stato accusato di corruzione, lui ti ha mandato a
mettere in salvo i suoi soldi. Tu intanto mi hai spinto a mettere fuori gioco
mia madre, visto che mio padre aveva intestato tutto a lei e nel caso ci fosse
stato un sequestro avrei ereditato tutto io. Tu volevi stare con i piedi in due
scape… la verità è che a te non interessa niente né di me né di mio padre.
Tu ami solo i soldi.
LOU– E tu come hai capito tutto questo?
FIGLIO _ Mi hai sempre creduto uno stupido, vero?
LOU– Non dico stupido… ma così arguto…
FIGLIO - Ti sorprende, vero? Quindi è questa nuda verità: hai fatto tutto
per il denaro!
LOU_ E per questo vorresti condannarmi? Quanta gente ama i soldi…
quanta gente oggi, per avere denaro, farebbe carte false…
FIGLIO – Mi chiedo solo come hai fatto a resistere tanti anni.
LOU – Puoi ben dirlo. Resistere dentro una famiglia come la tua, non c’è
denaro che possa ripagarmi.
FIGLIO - Tu hai distrutto una famiglia.
LOU - Una famiglia? Ma su, non era una famiglia la tua, era più una
associazione a delinquere!
FIGLIO – Mi fai schifo!
LOU _ no, ti prego!
FIGLIO – Vattene!
LOU – Non volevo ferirti.
FIGLIO _ Tu vorresti vedermi dentro quel loculo!
28
LOU _ ma cosa dici?
FIGLIO – Uccidimi, dai! (ESTRAE UNA PISTOLA)
LOU – Ah! Ti prego rimettila via. Mi fa orrore!
CERCANDO DI METTERGLIELA IN MANO
FIGLIO – Forza. Prendila. L’ho portata a posta. Spara. Facciamola finita.
Oggi è la resa dei conti. Dammi pace.
LOU– Non mi macchierò di un omicidio. Lasciami. Io ti amo. Quello che
ho detto è stato solo uno sfogo. Volevo farti male.
FIGLIO _E allora finiscimi. Hai messo in luce quanto sia senza senso la
mia esistenza… Qui, in questo loculo c’è spazio ancora per un’altra bara…
LOU – Deliri?
FIGLIO – No, me l’ha appena detto il becchino. Ci può entrare ancora una
bara bassa e io la voglio bassa… voglio che la morte mi schiacci.
LOU – Riponi questa pistola. Sei sopraffatto dal dolore. Ti giuro, quel
messaggio è stato solo un errore. Credimi. Io ti amo. A tuo padre ho fatto
credere che l’amassi per salvare te e la tua famiglia…
FIGLIO _ Ma se hai appena detto che la mia famiglia.,,
LOU – Non prendere sempre le parole alla lettera. Ero arrabbiata per la tua
stupida gelosia.
BACIA APPAASSIONTAMENTE IL FIGLIO.
FIGLIO _ Oh Lou! Sei grande! Fantastica!
LOU _ Tieni, riponi questo ordigno di morte.
FIGLIO _ No, tienila tu. E usala quando te lo chiederò.
LOU – Perché?
FIGLIO - Sarà il mio vaccino al desiderio di morire.
LOU LO BACIA DI NUOVO. QUASI FANNO L’AMORE.
LOU – Mi fa impazzire… questo tuo modo infantile… di affrontare la
realtà… Mi eccita… il mio piccolo ragazzo… amore mio…
FIGLIO – Mamma!
LOU SI STACCA INORRIDITA.
LOU – Cosa hai detto?
FIGLIO – Non volevo.
LOU SI ACCASCIA PIANGENDO.
LOU_ No. Non puoi chiamarmi, Mamma… Come faccio ad amarti…
FIGLIO – Mi è sfuggito.
LOU _ E’ lei, la senti…
FIGLIO _ Chi?
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LOU_ tua madre… è qui… aleggia su di noi… ci odia!
FIGLIO _ Perché? Perché Lou, se tutto è stato una fatalità?
LOU – Ci odia! Mi odia!
ENTRA IL PADRE.
PADRE – Lou cosa fai lì in terra?
FIGLIO – (COPRENDOLA) Nulla. Ha avuto un crollo di nervi.
PADRE – Come? Lou? Proprio ora che è tutto finito!
FIGLIO – Sente lo spirito di mamma ( A LOU SOTTOVOCE) Riponi
quella pistola!
LOU METTE IN TASCA LA PISTOLA.
PADRE – Cosa ha in mano?
FIGLIO _ Nulla… (PRENDE I FIORI E GLIELI METTE IN MANO) Un
mazzo di fiori per la mamma!
LOU_ Sì, papà… un piccolo mazzo…
PADRE _ Hai fatto bene a prenderli… io li avevo dimenticati… non
sapete cosa sono le pratiche per sotterrare un morto.
FIGLIO _ Papà!
PADRE _ Scusa figliolo, ma ti assicuro che la burocrazia non ha pietà
neanche per il dolore!
FIGLIO - Hai saputo che il cellulare si è acceso durante l’autopsia…
PADRE - Si acceso il cellulare? E non mi dite niente…
LOU– Non abbiamo saputo molto…
FIGLIO – me l’ha detto appena un momento fa il becchino.
PADRE _ E dov’è ora?
LOU _ Con la povera mamma
PADRE – Il becchino?
FIGLIO – Intendeva il cellulare.
LOU – E’ bruciato con la povera mamma!
PADRE – Hanno perseverato nel volerlo bruciare con il suo corpo.
LOU - Dicevano che faceva parte degli effetti personali della defunta.
PADRE – Insomma, qualcuno lo ha guardato, ha letto qualcosa?
FIGLIO - … No… Nulla… ha visto solo accendersi la spia…
LOU – E poi anche lui si è spento per sempre…
PADRE – Chi te l’ha detto.
LOU – Sempre il becchino.
PADRE – Anche a te?
30
FIGLIO – Sì… Perché… eravamo qui a pulire la tomba… Ha detto… una
luce… come fosse stata la mamma…
PADRE - La mamma?!
LOU – No. Intendeva... come a volte capita nelle favole.
PADRE - Quelle che finiscono male!
LOU – Ti prego, basta. Sono tutta un fascio di nervi. Sono una bomba
pronta ad esplode… Quando arriva quest’urna maledetta.
PADRE – Calmati La stanno portando. (FA PER ABBRACCIARLA)
FIGLIO – Non la toccare. Lei è mia. O sbaglio?
PADRE – Certo, non c’è motivo di alterarsi.
LOU – Certo, io sono solo tua.
FIGLIO – Non ti vedo convito, papà: Ti piace Lou, ammettilo!
PADRE _ Ma come ti vengono in mente certe idee?
LOU – Caro… non insistere! Ne abbiamo già parlato.
PADRE –Forse dovrei sapere qualcosa che non so?
LOU _ Tu sai tutto ciò di cui hai bisogno.
FIGLIO – Mi stai ricattando, Lou?
LOU – Sto solo cercando di farti ragionare.
PADRE - Non capisco cosa stia accadendo.
FIGLIO – Tu non vuoi mai capire, ma è tutto chiaro.
LOU – Papà, il tuo caro figliolo è su di giri. Pensa che io e te abbiamo una
relazione.
PADRE – Ma quando mai?
FIGLIO – Sei spudoratamente ipocrita.
PADRE – Ma no figliolo. Lou non è neanche il mio tipo.
LOU– Cafone!
FIGLIO – Facce di bronzo. Ecco cosa avete. Come fate a mentire quando
vi si legge in volto la vostra colpa.
PADRE – Deciditi, figliolo, ho abbiamo facce di bronzo o abbiamo facce
su cui leggere la colpa.
LOU – Te l’ho detto. Da quando siamo qui è confuso. Parla di morte. Ti
prego telefona al becchino, digli di sbrigarsi…
IL PADRE PRENDE IL TELEFONO
PADRE – Va bene.
FIGLIO – No. Quel cellulare no.
LOU– Cosa c’è?
FIGLIO – Quello è il mio cellulare.
31
LOU – Il tuo?
PADRE – Un momento… fate silenzio… Sì… per favore, potrebbe
accelerare… qui siamo stremati dal dolore…
LOU – E’ il suo?
PADRE – Sì.
FIGLIO – Se l’è preso il giorno prima che morisse mamma.
PADRE – Sì, dovevo partire e il mio sembrava non funzionare.
LOU – Mio dio!
FIGLIO - Sembrava… invece funzionava se quella sera la mamma aveva
cercato di rispondere ad una chiamata…
LOU– Era un messaggio.
FIGLIO – Giusto un messaggio.
PADRE _ Lou, come fai a saperlo?
FIGLIO – Papà ti prego, non fare il coglione!
PADRE – Come ti permetti.
FIGLIO – Lou, no tu non hai sbagliato, tu hai mandato il messaggio
proprio a mio padre… Troia!
IL FIGLIO AGGREDISCE LOU E IL PADRE CERCA DI DIVIDERLI.
PADRE _ No… Figliolo… non fare così…
LOU – Ti prego… Mi vuole strozzare…
FIGLIO – Sono stato già abbastanza defraudato dalla vita… non mi sono
laureato, mia madre è morta e ora mio padre mi porta via la fidanzata…
PADRE _ Non è proprio così… Lou mi serviva…
LOU – Ti servivo?
PADRE – Chi avrebbe potuto…
LOU _ Potuto cosa? (ESTRAE LA PISTOLA) Ora basta!
PADRE – Lou cosa ci fai con la mia pistola?
FIGLIO – Non era adesso il momento di tirarla fuori.
LOU – Zitto, moccioso mezzo impotente!
FIGLIO – Ti odio!
PADRE – Cosa vorresti fare ora? Cosa risolveresti? Ragazzina viziata. Sì
mi serviva un personaggio anonimo come te.
FIGLIO _ Per fare cosa?
LOU – Non lo dire.
PADRE – Lo dico, cos’altro ho da perdere.
FIGLIO _ Allora? Parla?
32
PADRE – Figliolo lei ha portato due valige di denaro in un conto estero
protetto.
FIGLIO – Lo so.
PADRE _ Lo sa?
LOU – ha capito tutto da solo.
FIGLIO – Oh mio Dio! Tanto dolore per delle banconote!
LOU _ non immagini neanche lontanamente quanto dolore possono lenire
quelle banconote!
FIGLIO – E’ Orribile, papà!
PADRE – E’ la vita figliolo.
IL FIGLIOLO PIANGE. ENTRA IL BECCHINO. LOU NASCONDE LA
PISTOLA DIETRO LA SCHIENA.
BECCHINO – Ecco la signora.
PADRE – Dove?
MOSTRA UN GROSSA URNA CINERARIA
BECCHINO _ Qui sono raccolte le sue ceneri. Prima di tumularle se volete
fare una riflessione, prego…
PORGE L’URNA AL PADRE
PADRE –Sì… certo… Grazie…
PRENDE L’URNA E SI GUARDA INTORNO PERPLESSO. FINGE DI
RIFLETTERE. POI LA PORGE AL FIGLIO.
PADRE – Se vuoi fare una riflessione?
FIGLIO – Certo.
PRENDE L’URNA E ANCHE LUI CERCA DI FARE UNA
RIFLESSIONE MA SI GUARDA INTORNO PERPLESSO. PORGE
L’URNA A LOU
FIGLIO – Anche tu vorrai fare una riflessione, credo?
LOU – Certo.
FIGLIO – Tieni.
PADRE – Riponi quell’arma.
LOU – Cosa?... Ah sì! Scusate!
INFILA L’ARMA IN TASCA E PRENDE L’URNA. IL BECCHINO LE
SFILA L’URNA DALLE MANI.
BECCHINO _ Bene. Ora questa la mettiamo qui… (INFILA L’URNA
NELLA TOMBA)… se volete aspettare, tra un momento arriveranno i
muratori per la tumulazione… E’ questa la lapide?
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PRENDE UNA LASTRA DI MARMO E LA POGGIA VICINO ALLA
TOMBA, POI UN SECCHIO CON DELLA CALCE E UNA
CAZZUOLA.
PADRE – Sì.
FIGLIO – Che bella lapide le hai fatto, papà! E anche la foto…
PADRE – L’ho scelta nel periodo migliore… quando sorrideva ancora…
LOU – I fiori li metto qui e vi saluto.
FIGLIO – Te ne vai via adesso. Non asPADREetti la tumulazione?
PADRE – Ci lasci?
LOU – La mattinata che abbiamo passato credo abbia bisogno di una
riflessione.
BECCHINO – E poi il nostro aereo ci aspetta.
PADRE – Aereo?
FIGLIO – Per dove?
LOU – Partiamo insieme per delle isole lontane…
PADRE – Brutta puttana che non sei altro… (SI STA PER AVVENTARE
CONTRO LA DONNA)
LEI TIRA FUORI LA PISTOLA.
LOU – Io se FIGLIOossi in te non mi avvicinerei. Sai che sono decisa a
tutto pur di tenermi quei soldi.
BECCHINO - Vuoi dire tenerci.
PADRE - E ora cosa c’entra il becchino?
FIGLIO – Non capisco di cosa parlate.
BECCHINO – Guarda ( MOSTRA UN PICCOLA MEMORIA DA
COMPUTER) La riconosci?
PADRE – E’ la carta SIM del mio cellulare.
LOU _ Hai visto, tesoro come sono stata brava? Io ho fatto il danno e io
l’ho risolto.
PADRE – Cioè hai chiesto a questo pezzente …
BECCHINO - Mi scusi, ma sono uno psichiatra.
PADRE – No, lei è un farabutto e come tutti i psichiatri un matto. Lou…
LOU _ Non ti avvicinare… Sì ho chiesto al nostro becchino di prendere la
carta SIM del cellulare durante l’autopsia di tua moglie…
FIGLIO – E come hai fatto?
LOU _ Bhè gli ho dovuto promettere la metà del malloppo…
FIGLIO _ Volevo dire con quale coraggio lo hai potuto fare.
LOU _ La forza del denaro.
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PADRE – Sei una ladra!
FIGLIO – E lei è un impostore.
BECCHINO – E voi siete una bella famiglia da psicanalizzare.
FIGLIO – Papà , vuol dire che la mamma è morta perché pensava che tu la
tradissi, invece tu aspettavi il numero del conto sul quale avevi messo tutti
tuoi soldi per scappare e lasciarci sul lastrico?
PADRE _ Ma poi vi avrei fatto venire con me…
FIGLIO – Insieme alla puttanella!
LOU –Non ti preoccupare, tuo padre avrebbe trovato il modo di scaricare
anche me…
BECCHINO – Lou… l’aereo non ci aspetta… Poi non vorrei che mi
vedessero i muratori per la tumulazione.
LOU – Sì, certo…
FIGLIO – Lou, ci hai tradito tutti.
LOU – Non scaricarmi colpe. Sei stato tu che hai voluto l’autopsia. Ho
pensato solo che mi avevi concesso un modo per tornare in possesso di
quella carta SIM che conteneva il numero del conto che avevo
dimenticato…
BECCHINO – Lei ha saputo cogliere l’occasione. Un peculiarità del gentil
sesso.
PADRE – E pensare che non avevo mai creduto che tu avessi dimenticato
il numero del conto estero… Ti ho sempre pensato una persona infida…
LOU - A letto non mi consideravi tale.
FIGLIO – A letto con il padre e con il figlio e intanto cercavi di liberarti di
mia madre e tutto per avere un po’ del nostro patrimonio.
LOU –Pensa, ora lo posseggo tutto… escludendo quella parte che si
prenderà la finanza…
PADRE – Sei crudele!
LOU – Sono realista.
BECCHINO – Come solo le donne lo sanno essere.
FIGLIO – La smetta di fare lo psicologo da strapazzo. Lei è soltanto un
becchino. La sua laurea, se mai l’avesse conseguita, è carta straccia.
BECCHINO _ Le offese come le sue non mi toccano più. Da ora in poi
avrò le tasche piene di banconote.
PADRE – I miei soldi nelle tasche di un becchino.
LOU – E’ vero, non è particolarmente chic, ma non ho avuto alternative.
Avevo un becchino come controparte. Certo, avrei preferito un bell’attore.
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FIGLIO – Non ci offendere.
LOU – (CON LA PISTOLA) Non ti avvicinare…
BECCHINO – Ora voi rimanete qui, bravi e aspettate i muratori.
PADRE _ E chi vi ha detto che non correremo a denunciarvi.
BECCHINO - Non credo.
GETTA LA CARTA SIM NELLA TOMBA.
PADRE – Noo. La mia carta Sim…
IL PADRE SI GETTA DENTRO LA TOMBA A CERCARE LA CARTA
E SCOMPARE.
FIGLIO – Papà… ti prego… no… così no!
LOU – Ciao, piccolo. In fondo qualche volta sono stata bene con te. Ma
devi crescere. Non è più tempo dei figli di papà.
BECCHINO – Anche i padri però dovrebbero cambiare il loro modo di
educare: non più le regole, i doveri… dovrebbero puntare più sull’anima,
sulla cultura, sulla dignità… ma vedo che il signore è ancora molto
lontano…
LOU – Forza, andiamo!
PADRE – (FUORI SCENA) I miei soldi… dove sono…
FIGLIO – Papà!
BECCHINO – Non te la prendere ragazzo. Bisogna uccidere il padre per
diventare grande.
FIGLIO – Lo so.
LOU – Ciao.
FIGLIO – Ti amo, Lou. Chissa… in un lontano futuro…
BECCHINO – Non ti preoccupare per me , lei non mi piace.
LOU – Neanche lui a me. E’ tutto Ok!
ESCONO LOU E IL BECCHINO.
PADRE - … ah!... E questo cos’è?
GETTA UN OSSO IN SCENA.
FIGLIO – Papà. Papà che stai facendo?... (PRENDENDO L’OSSO)
PADRE – (FS)… Cerco quella maledetta carta…
FIGLIO - Questo potrebbe essere la tibia del nonno… o della nonna… Oh,
miei cari! Tanto rimane delle sofferenze, delle arrabbiature, del desiderio di
comprare titoli, di vendere azioni, dell’odio e dell’amore: un osso! Ho fatto
bene mamma a falsificare la tua firma per la cremazione. Ora mamma, stai
meglio tu: sei già cenere, sei già polvere; terra pronta per essere
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nuovamente fecondata… mentre vedi il nonno quanto tempo ancora
occorrerà per essere uguale a te… la figlia ha superato il padre…
GETTA L’OSSO NELLA TOMBA.
PADRE- (FS) Ahi!.. Ma che fai , cretino? Vieni qui ad aiutarmi invece di
giocare. … porta un po’ di luce… hai un accendino?... Renditi utile, per
tutti i diavoli!
IL FIGLIO PRENDE LA LAPIDE E LA POGGIA SULLA TOMBA. POI
PRENDE IL SECCHIO CON LA CALCE.
PADRE – (FS) … Non sai fare niente. Non hai mai saputo fare niente…
Hai paura di sporcarti le mani, cocco di mamma?... C’aveva ragione
quella… come diceva… Choosy… ecco sì… voi giovani, non siete altro
che choosy…
FIGLIO – E ora cerchiamo di vivere…
IL FIGLIO COMINCIA A SALDARE LA LAPIDE ALLA TOMBA CON
LA CALCE. LA LUCE CALA FINO AL BUIO.