Il Resto del Carlino Insulta la guardia medica su Facebook Giovane
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Il Resto del Carlino Insulta la guardia medica su Facebook Giovane
25 novembre Il Resto del Carlino Insulta la guardia medica su Facebook Giovane mamma a processo UN POST dai contenuti pesanti pubblicato su una pagina Facebook e condiviso su un altro profilo del noto social network. La scoperta, avvenuta per puro caso, delle offese telematiche e la denuncia. È lo scenario di una vicenda sfociata in un processo per diffamazione a mezzo stampa, approdato ieri mattina in tribunale davanti al giudice Alessandra Testoni e al pubblico ministero Filippo Di Benedetto. La scintilla che sta all‟origine del procedimento giudiziario è stata, come accennato, un post pubblicato su Facebook e reputato offensivo dalla parte lesa, un medico ferrarese (parte civile con l‟avvocato Carlotta Occari). Tutto comincia con una telefonata tra l‟imputata, una mamma di 38 anni, e la dottoressa che in quel momento stava svolgendo la mansione di guardia medica. La donna racconta al „camice bianco‟ di avere un problema ad una mano e la dottoressa le suggerisce un farmaco anti infiammatorio. La madre, secondo le ricostruzioni dell‟accusa, avrebbe detto di non poter prendere il farmaco perché in un periodo di allattamento e la dottoressa a sua volta avrebbe prospettato alla signora le varie possibilità che aveva davanti. Parole che però non sarebbero andate giù all‟imputata che, dopo aver chiuso la telefonata, ha scritto una lettera di sfogo nella quale, secondo la procura, avrebbe evidenziato esplicitamente l‟incapacità professionale della dottoressa. SCRITTO che è stato poi pubblicato in un gruppo Facebook per giovani madri („Allattiamolo Gruppo Autoaiuto‟) e ripreso da un altro gruppo Facebook („Comitato Mamme del Frignano‟). Ed è proprio su questo secondo gruppo che il marito della dottoressa ha trovato il post „incriminato‟. «Avevo digitato su Google il nome di mia moglie – ha raccontato l‟uomo in aula – e ho trovato quel post. Mi sono subito preoccupato perché all‟epoca lei non aveva un lavoro fisso e temevo conseguenze negative». Dal canto suo la dottoressa, sentita anche lei ieri mattina, ha detto di essere «rimasta molto male nel leggere quelle parole». Ha poi precisato di aver «spiegato alla signora le varie possibilità» che aveva davanti, chiarendo che «l‟assunzione del farmaco durante l‟allattamento avrebbe potuto pregiudicare la salute del bambino». Il caso tornerà in aula il 28 giugno per sentire i testi della difesa e l‟imputata. «Sanità, serve intesa pubblico-privato» IL FUTURO della sanità? Passa dall‟intesa tra pubblico e privato. È quanto sostiene l‟associazione Attiva Ferrara che, per esplicitare al meglio i propri pensieri in tal senso, ha organizzato un convegno per venerdì pomeriggio. Al Salone d‟Onore di Palazzo Roverella, a partire dalle 15.30, Marcella Pacchioli (nella foto, al centro) - presidente dell‟associazione - presenterà l‟idea di Attiva Ferrara e i professionisti che nel corso del pomeriggio prenderanno la parola. «I dati della sanità italiana - spiega Pacchioli - sono in palese controtendenza rispetto ai dati degli altri stati europei. Abbiamo una spesa sanitaria inferiore, una quota più bassa di popolazione che dichiara patologie di lunga durata o problemi di salute e un minimo consumo di farmaci. In buona sostanza c‟è meno sanità in quanto la gente si cura meno». DOPO i saluti iniziali, il primo ospite a prendere la parola sarà il direttore generale dell‟Azienda Ospedaliero-Universitaria Sant‟Anna di Cona Tiziano Carradori, che esplicherà i valori e le innovazioni della regione per migliorare il sistema sociale e sanitario regionale. Tagli e definanziamento saranno, invece, i temi principali dell‟intervento di Nino Cartabellotta della Fondazione Gimbe, seguito dalla spiegazione del rapporto tra il pubblico e il privato all‟interno della sanità privata da parte del presidente regionale Aiop Bruno Biagi. «SECONDO noi - prosegue Pacchioli - il calo degli investimenti non deve gravare sui cittadini ma deve essere alleggerito dall‟ingresso del pilastro assicurativo Unisalute. Inoltre, c‟è bisogno di incentivare la lotta agli sprechi e, come detto, esplorare le nuove logiche di collaborazione tra il pubblico ed il privato». Su questi ultimi due punti, assicurazione e politiche pubbliche, interverranno poi nell‟ordine Fiammetta Fabris - direttore generale di UniSalute - e Raffaella Sensoli, vicepresidente Commissione Politiche salute e sociale dell‟Emilia Romagna. Prima delle conclusioni, ci sarà anche spazio per un mini-dibattito intitolato „L‟opinione pubblica domanda‟ condotto dal giornalista Riccardo Forni. Infine, verrà presentato ufficialmente al pubblico il Manifesto dell‟associazione Attiva Ferrara. «Abbiamo pensato alla formula del convegno - conclude Sergio Gullini (nella foto, a destra), specialista in gastroenterologia - perché pensiamo sia fondamentale coinvolgere i cittadini in questo percorso. Al giorno d‟oggi, la gente è spesso esclusa da scelte che invece sono, per loro natura, comuni; come sta accadendo per il centro „Pellegrino‟. La decisione di spostarlo a Cona può essere giusta ma bisogna sentire cosa ne pensa l‟opinione pubblica». «All’Ausl di Ferrara 37 milioni» IERI la IV Commissione dell‟assemblea legislativa regionale ha espresso parere positivo (favorevoli Pd e Sel, astenuta tutta l‟opposizione) sulla delibera della Giunta regionale dedicata al „Fondo regionale per la non autosufficienza, programma anno 2015‟. La delibera definisce gli obiettivi cui sono chiamate le direzioni delle Aziende sanitarie locali nella gestione delle risorse per i servizi per la non autosufficienza. «La Regione rispetto al 2014 mantiene il proprio impegno finanziando il fondo regionale con 430 milioni 600 mila euro», sottolinea la consigliera Pd Marcella Zappaterra. Venendo alle ricadute sul nostro territorio, Zappaterra sottolinea che «secondo diversi parametri che tengono in considerazione i residenti, la quota di over 75 ed altri fattori, all‟Ausl spettano 37.402.282 euro che andranno ripartiti tra i distretti territoriali a seconda degli indirizzi della stessa Azienda». Prenotazioni Cup e Punto prelievi, i servizi trasferiti nella palazzina dell’ex farmacia DA GIORNI ormai il Cup (Centro unico di prenotazione) e il Punto prelievi della Casa della salute „Terre e Fiumi‟ di Copparo, si sono trasferiti nei locali ristrutturati della palazzina esterna (ex farmacia). Due sono i punti d‟accesso: il primo da via Idris Ricci per pedoni e cicli e automezzi autorizzati e disabili; il secondo da Via Roma 18 solo ed esclusivamente come ingresso pedonale. Gli orari di apertura al pubblico sono: dal lunedì al venerdì per il Cup dalle ore 8.30 alle ore 13; per il Punto prelievi dalle ore 7.15 alle ore 8.45. La Nuova Ferrara Nuovi turni di lavoro vincoli e sanzioni Ora chi sbaglia paga «Perché dopo una settimana non mi è stato ancora consegnato il referto dei raggi al torace?». La domanda arriva da una paziente di 41 anni che si è rivolta all‟ospedale di Cona per un esame “urgente” Rx Torace. L‟accertamento è stato richiesto dal suo medico di base per verificare se un disturbo lamentato dalla paziente è da mettere in relazione con gli effetti di una vecchia pleurite. L‟esame è stato eseguito il 17 novembre. «Oggi (ieri, ndr), dopo 7 giorni - osserva la paziente - il referto non è stato ancora consegnato nè a me nè al mio medico. Perché?».Scatta oggi la rivoluzione degli orari della sanità, con i nuovi e rigidi vincoli sui periodi minimi di riposo e sugli straordinari per medici e infermieri. Prescrizioni che hanno costretto le amministrazioni pubbliche e private, in particolare quelle ospedaliere, ad allestire piani di riorganizzazione interna con l‟intento bivalente di assorbire le novità introdotte dalla legge e di far quadrare i conti dell‟organico. La misura di quanto l‟obiettivo possa risultare complicato sta in una notizia diffusa ieri dal quotidiano “La Stampa” e poi ripresa dalle agenzie proprio alla vigilia della “rivoluzione”, con un tempismo quindi che non sembra proprio frutto del caso. Il governo sta infatti lavorando a un emendamento alla Legge di Stabilità, che sarà presentato alla Camera, con l'obiettivo di prevedere uno sblocco del turn over in sanità per l'assunzione di 3mila medici e il riassorbimento dei precari. Sono due i vincoli che rischiano di avere un impatto considerevole sulla gestione del personale sanitario. Secondo la nuova normativa che trova applicazione un anno dopo la sua introduzione nell‟ordinamento, dettata da una disposizione comunitaria, a ogni operatore dovrà essere garantito un riposo di almeno 11 ore consecutive ogni 24 ore; inoltre la durata media settimanale dell'orario di lavoro calcolata su un arco di quattro mesi, non potrà superare le 48 ore, compreso lo straordinario. Due sponde strette che stanno rendendo poco agevole e piuttosto problematico il lavoro di ogni direzione ospedaliera, in particolare dei responsabili di unità operativa, che dovranno sciogliere il nodo aggrovigliato delle esigenze legate ai nuovi turni e dell‟organico materialmente a disposizione. Chi riempirà le tabelle degli orari in corsia dovrà fare attenzione anche ad altri paletti: ad esempio il rispetto del limite massimo di 12 ore e 50‟ di lavoro giornaliero e del plafond annuale di ore di straordinario ammesse (250). Le direzioni territoriali del lavoro potranno sanzionare economicamente le violazioni. Sono previsti tetti salati: anche 3mila euro (riposo giornaliero) e 10mila euro (lavoro settimanale). L‟Asl, attraverso una dichiarazione stringata fino al limite del possibile, assicura «che saranno rispettate tutte le disposizioni introdotte dalla nuova normativa». L‟azienda ospedaliera ieri ha incontrato i medici per parlare di dipartimentalizzazione, accorpamenti tra le unità operative e carichi di lavoro. Il direttore amministrativo Savino Iacoviello ha spiegato alla “Nuova” che «stiamo lavorando assieme a tutti i livelli decisionali, a partire dalle unità operative, per valutare il fabbisogno di personale richiesto per ogni attività (ricoveri, etc.). Stiamo studiando la scansione più opportuna dei turni che dovrà essere riveduta e adattata. Sul sito del Sant‟Anna pubblicheremo una sorta di guida per agevolare il personale. Se saranno necessarie nuove assunzioni? È ancora troppo presto per dirlo». Lucio Trevisani, segretario aziendale Anaao, avverte: «Il nostro sindacato ha posto la questione sul tavolo dell‟Europa che poi ha fissato paletti precisi. È chiaro che nessuno potrà chiedere proprio a noi di voltarci da un‟altra parte se non si rispetteranno le nuove regole. In quel caso ci rivolgeremo all‟Ispettorato del Lavoro». «Il problema principe, quello della carenza di organico e dell‟invecchiamento della forza lavoro è destinato ad acuirsi», commenta preoccupata la Fials. di TIZIANO CARRADORI* Leggo su la Nuova Ferrara il caldo invito del signor Ferrante a dimettermi. Anzi: i caldi inviti. Penso che si tratti infatti di due inviti. Uno si riferisce alla vicenda processuale risalente al mio passato ruolo di Direttore Generale dell'Assessorato regionale alle politiche per la salute, e su quella ho già espresso la mia posizione, che posso brevemente riassumere ricordando che i giudizi di legittimità di un incarico di responsabilità nella pubblica amministrazione si formulano sulla base della conclusione di un procedimento. Da questo punto di vista i procedimenti che hanno interessato lo scrivente a tutt’oggi si sono conclusi riconoscendo la piena correttezza di fronte alla legge dei comportamenti adottati, in un caso anche rinunciando al facile ombrello della prescrizione. Nel caso di cui sopra, la norma non prevede nessuna dimissione "dovuta ed irrevocabile", ma in caso di rinvio a giudizio lo spostamento del dirigente. Cosa per altro già avvenuta. Ma ora il Sig. Ferrante mette in campo una del tutto diversa argomentazione. Va incidentalmente rilevato che, non essendo tale argomentazione in alcun modo collegata alla prima, né nella natura, né nelle procedure, essa dimostra solo che le motivazioni delle mie tanto desiderate dimissioni sono del tutto ininfluenti. L'importante per questo signore (che, come ho detto, mai ho avuto il piacere di conoscere) è che me ne vada. Il sottoscritto, però, a differenza del Sig. Ferrante, motiva adeguatamente le proprie azioni. Intanto il Sig. Ferrante rimpiange che neanche in questa occasione sia stato possibile valorizzare le competenze delle due aziende ferraresi. Dunque, anche secondo lui, c'era un'"occasione". E convengo: le occasioni di miglioramento sono (ed erano) ben più di una, ma una direzione che sia seria affronta prima i problemi più gravi e poi quelli meno. Tra i problemi più impellenti c'è quello di una migliorabile gestione amministrativa del nostro principale ospedale. Voglio solo ricordare il disallineamento delle modalità di registrazione delle prestazioni di libera professione della nostra azienda con il generale contesto regionale fino alla creazione di un nomenclatore esclusivamente ferrarese, la difficile intelligibilità della pianificazione dell'assistenza ambulatoriale, la definizione di percorsi di accesso alle prestazioni volti a mantenere una prassi consolidata ma poco funzionali alle persone che dell'assistenza fruiscono con un ingiustificato duplicarsi delle fasi di accettazione, la sistematizzazione delle forme di integrazione interaziendale come semplice giustapposizione di funzioni. Più in generale, occorre che le funzioni amministrative siano fortemente riorientate verso il servizio alle persone e verso l'adeguamento delle procedure a quelle previste dalla regione, non ultima la progressiva digitalizzazione di tutte le forme di registrazione delle attività sanitarie e l'abbandono della carta. Contemporaneamente l'integrazione tra le due aziende non deve essere fatta avendo come esclusiva o prevalente finalizzazione il risanamento del bilancio delle due aziende. L'integrazione può far risparmiare, ma il risparmio ha un valore se l'integrazione soddisfa i bisogni delle persone. Così, sul versante sanitario, abbiamo ricercato una professionalità con esperienza di gestione dell'integrazione e di monitoraggio e valutazione della stessa in stretto rapporto con il punto di vista espresso dai pazienti. E, sia detto per inciso, anche guardando agli aspetti meno complessi della partecipazione degli utenti, la nostra azienda non brilla certo per attenzione e tempestività ai bisogni rappresentati. Nell'individuazione di queste due professionalità, che ritengo indispensabili in questa fase del riorientamento strategico dell'azienda, sono stati seguiti tutti i passaggi che ne consentissero la riconoscibilità della funzione organizzativa: i bandi sono stati emessi dopo le relative informazioni e discussioni sindacali, e dunque l'azienda ha dichiarato, alle rappresentanze dei propri professionisti, oltre che alle articolazioni interne aziendali, gli obiettivi da perseguire con i due incarichi. Essi non risultano neanche particolarmente appetibili, non essendo remunerati aggiuntivamente rispetto ai compensi maturati nella precedente attività delle due dirigenti selezionate. Agli stessi bandi potevano partecipare sia professionisti esterni che professionisti interni; evidentemente questi ultimi non erano interessati vista l'assenza di partecipazione. Gli incarichi conferiti non sono stati tra l'altro istituzionalizzati nella struttura organizzativa dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria di Ferrara, ma sono a termine, in questo modo impegnando solo la scrivente direzione e l'orientamento specifico che essa vuole dare, e di cui ha responsabilità, nel rilancio dell'azienda. Tanto si doveva per precisare le cose. Tuttavia ci aspettiamo che nei prossimi giorni il Sig. Ferrante chieda ulteriormente le mie dimissioni. Di questi tempi infatti l'ospedale è spesso avvolto nella nebbia delle prime ore del mattino… * direttore generale S. Anna «Basta assumere dirigenti» «Ci stupisce come a Ferrara si continui ad aumentare il numero dei dirigenti in campo sanitario visto che nell‟atto del suo insediamento il direttore generale Tiziano Carradori aveva ammesso che il loro numero era di gran lunga superiore a quello delle altre aziende ospedaliere della regione». A sollevare la questione con un comunicato stampa è stata la consigliera regionale Raffaella Sensoli (M5S). L‟osservazione prende spunto dalla notizia della recente assunzione con incarico quadriennale di due nuovi dirigenti da parte dell‟azienda ospedaliera. «Noi crediamo che continuare ad assumere dirigenti sia un errore soprattutto in una fase molto delicata come questa dove si vogliono tagliare posti letto per migliorare l'efficienza del sistema sanitario e si mettono in campo accorgimenti per contenere le spese», scrive la consigliera e vicepresidente della Commissione sanità, che ha preannunciato la presentazione di un‟interrogazione. «L'unico investimento indispensabile è quello che dovrebbe essere fatto per aumentare il numero degli operatori sanitari sulle cui spalle grava una mole di lavoro che con il tempo sta diventando sempre più insostenibile», conclude la consigliera nella sua nota. Ex S. Anna, presto i lavori Il ponteggio comparso da pochi giorni accanto alla facciata dell‟ex Sant‟Anna, in corso Giovecca, è stato allestito per la messa in sicurezza del prospetto dell‟edificio in vista dei lavori che saranno realizzati negli spazi della Cittadella della Salute. Il cantiere è in via di allestimento da parte del dipartimento tecnico interaziendale Asl-Sant‟Anna anche all‟interno dello stabile, riempito solo parzialmente dopo il trasloco dell‟ospedale a Cona, avvenuto tre anni fa. In alcuni casi, all‟interno, si interverrà - spiega l‟Asl - per aprire nuovi servizi, in altri per la semplice messa in sicurezza degli ambienti. Medico contro mamma «Diffamata su Facebook» Dopo i fatti, le parole. Dopo le tante iniziative concrete che ormai da quasi 3 anni portano avanti come associazione "Comitato zona Stadio", domani sera, giovedì 26 novembre, alle 21 presso la sala parocchiale della Parrocchia Beata Addolorata di Via Fortezza, si terrà una riunione aperta a tutta la cittadinanza. I promotori del Comitato annunciano che si potrà «parlare e confrontarsi sulle problematiche di degrado, di spaccio di droga e di attività illegali nel quartiere Gad». Si rivolgono al vicino di casa e gli chiedono «sei stanco di vedere certi "pittoreschi personaggi" bivaccare sotto casa tua? Girare in bicicletta urlando? Spacciare droga vicino alle tue finestre? Non puoi stare zitto, ma soprattutto non devi fare finta di nulla». Da qui l‟incontro e la precisazione: «Non siamo un partito politico».di Daniele Predieri «Ormai è un‟abitudine dei pazienti quella di insultare i medici»: lo dice perchè provato su se stessa, lo dice a malincuore al giudice Alessandra Testoni che la ascolta in aula. E‟ una dottoressa di Guardia medica a Ferrara, Cecilia Antonietti, e si trova in tribunale nella veste di medico offeso, diffamato - sostiene lei e lo ha denunciato - e il processo dovrà accertarlo. Dovrà accertare se è stata diffamata su profili Facebook da una paziente, una madre, Elena Vacchi, con cui aveva avuto un colloquio telefonico durante il servizio di Guardia medica, prima dell‟aprile 2013: telefonata in cui il medico aveva fatto prescrizioni e dato consigli sulla opportunità di curarsi e smettere temporaneamente di allattare il figlio di 22 mesi, mentre la mamma ha invece ritenuto non professionale e offensivo l‟atteggiamento del medico stesso, che le avrebbe detto di smettere comunque di allattare il figlio, troppo grande, «perchè il latte era ormai acqua». La dottoressa ha deciso di denunciare per diffamazione la mamma per aver pubblicato una lettera, la stessa inviata alla Asl contro il medico, che in quella sede aveva avuto però potuto difendersi dalle accuse mosse. Una lettera che venne divulgata dal gruppo di autoaiuto «Allattiamolo» e poi rimbalzò nel web nel profilo Facebok del «Comitato Mamme del Frignano». Effetto virale ora al centro del processo: perchè da un lato la dottoressa, il marito, il suo legale (Carlotta Occari), i colleghi di Guardia medica ascoltati ieri sostengono che la divulgazione del nome del medico su Internet senza nessun diritto di replica abbia provato la persona e offeso la professionalità. Dalla parte opposta, il difensore della mamma, l‟avvocato Mario Parrilli sottolineava che comunque la lettura della lettera era stata limitata («aveva avuto solo 3 ‟mi piace‟») e dunque limitata anche la diffamazione. Una disputa che in aula il giudice Testoni e il pm Di Benedetto hanno cercato di riportare alla realtà di un semplice processo per diffamazione, che potrebbe anche far scuola, perchè aggravata dalla pubblicazione su Facebook: stessa lettera, ad esempio, inviata alla Asl non innescò denunce, diverso è postarla su Facebook, in profili aperti, pubblici. Al centro di tutto dicevamo il colloquio tra medico e paziente: la signora Vacchi chiamò la Guardia medica per un piccolo infortunio ad un dito e il medico le disse che poteva assumere un antidolorifico, ma le avrebbe impedito di continuare, temporaneamente, ad allattare. Il medico, secondo la mamma, invece si espresse in altro modo: «Mi sono sentita rispondere con tono aggressivo e maleducato, quantomeno offensivo oltre che fuori luogo...e in modo davvero poco cortese che potevo smettere (di allattare, ndr) anche subito perchè il latte è ormai acqua». Il contrasto vi sarebbe stato sulla necessità di continuare ad allattare o curarsi . «Ho 4 figli, ho allattato i miei fino a 22 mesi, non lo racconto in giro, però», risponde il medico per far comprendere che sa di cosa si sta parlando, anche come madre. Per avere spiegazioni dalla mamma/paziente, imputata, si dovrà attendere la prossima udienza, il 28 giugno. Ma contro il medico vi sono state altre diffamazioni? «Con altri pazienti - risponde la Antonietti - e altri medici, è un‟abitudine insultarci: ho fatto altra querela per una chiamata piena di insulti». Altra paziente, impaziente, l‟aveva aggredita, con parole impronunciabili. Altra storia. Senza l‟aggravante di Facebook. «Il futuro della nostra sanità tra pubblico e privato» “Pubblico e privato per il futuro della sanità” è il titolo di un convegno in programma venerdì prossimo, 27 novembre, dalle 15.30 a Palazzo Roverella. L'organizzazione è a cura dell'associazione Attiva Ferrara, che riunisce persone e professionisti di diversa estrazione e cultura. «La sanità italiana - spiega la presidente Marcella Pacchioli, affiancata da Sergio Gullini e Andrea Miano - va in controtendenza rispetto a quella degli altri paesi europei: la spesa pubblica è più bassa, la popolazione si cura meno, si consumano meno farmaci, anche l'investimento dei privati è inferiore. È chiaro che si impone una riforma coraggiosa che aggredisca il sistema e noi pensiamo a un patto, a un'alleanza tra pubblico e privato capace di percorrere strade innovative e di ridurre gli sprechi». Per Gullini la finalità dell'incontro «è coinvolgere la popolazione: parleremo tra l'altro del trasferimento del Pellegrino all‟ospedale di Cona, dell‟istituzione dell‟area vasta e dell‟unificazione delle due aziende sanitarie». Interverranno al convegno autorevoli protagonisti del settore, tra cui Tiziano Carradori (direttore dell'Azienda ospedalierouniversitaria S.Anna), Adolfo Sebastiani (Unife), Nino Cartabellotta (Fondazione Gimbe), Bruno Biagi (presidente regionale Aiop), Fiammetta Fabris (direttore generale di Unisalute) e Raffaella Sensoli (vicepresidente della commissione sanità in consiglio regionale). Modera il giornalista Riccardo Forni Dopo il ricovero e l'intervento, a cui sono stato sottoposto presso l'ospedale del Delta, ritengo doveroso far pervenire la mia sentita gratitudine all'equipe medica che mi ha seguito in sala operatoria, ed in particolare il dottor Dallara, il dottor Moh'd, il dottor Pulga e tutti i loro collaboratori. Da subito ho colto la grande professionalità, unita alla spiccata umanità di tutto il personale del reparto di Cardiologia, in cui sono stato ricoverato sino al trasferimento a Cona. Estendo i miei ringraziamenti al dottor Galli, al dottor Bigoni, internista della medicina al pronto Soccorso e al dottor Felletti, sempre del pronto Soccorso. Voglio esprimere inoltre tutta la mia riconoscenza a personale medico e paramedico, agli OSS sia dell'ospedale di Valle Oppio che del polo ospedaliero di Cona. Medici e paramedici si prodigano tutti i giorni per svolgere al meglio i loro compiti di cura e di assistenza. Rivolgo un ringraziamento particolare al primario, il dottor Libanori e al dottor Mauro Marabini, direttore sanitario dell'USL. Ringrazio di cuore le centinaia tra parenti, amici, colleghi, compaesani, che sono venuti a farmi visita in ospedale e a quelli che stanno continuando a farmi sentire il loro affetto, riempiendomi la messaggeria del telefono e del profilo Facebook. Sono passati a trovarmi anche il presidente della Provincia Tagliani, il consigliere regionale Marcella Zappaterra, il sindaco di Comacchio Fabbri, l'assessore di Ferrara Modonesi, il presidente dell'ente Palio di Ferrara Fortini e tanti altri. Non ho parole adeguate per esprimere a tutti la mia gratitudine. L'inaugurazione del mio negozio dopo il rinnovo dei locali purtroppo dovrà attendere ancora un po’. La vostra vicinanza mi farà superare in fretta questo momento. Vi voglio bene. Giordano Conti presidente provinciale ANAM presidente CNA del Delta A proposito della vicenda relativa ad Andrea Stampini vorrei portare la mia testimonianza. Non sono certo in grado di stabilire se il suo certificato di laurea sia autentico o se abbia ragione l'Università di Bologna. Io sono stata sua paziente quando esercitava a Portomaggiore e poi ad Argenta e sono stata seguita per vicende sanitarie impegnative (sospetto tumore, problemi di infertilità fino a un parto cesareo) sempre assistita con competenza, capacità e premura professionali. Chiaramente sono rimasta sconcertata e perplessa dalle notizie riportate, ma posso affermare che per la mia esperienza personale e anche per quella di altre pazienti rimane il dottor Stampini, medico ineccepibile e stimato. Il resto a chi compete. Alessandra Merli