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FROM BENCH TO BEDSIDE
I benifici clinici della ricerca:
selezione dalla letteratura
scientifica
Seconda Conferenza Internazionale Vaticana su Cellule
Staminali Adulte: La Medicina
Rigenerativa, un fondamentale
cambiamento nella Scienza e
nella Cultura
www.adultstemcellconference.org
Nel mese di aprile 2013 si è tenuta a Roma,
in Vaticano, la seconda Conferenza Internazionale su Cellule Staminali Adulte con lo scopo
di introdurre una maggiore conoscenza delle
potenzialità delle cellule staminali adulte nella
Medicina Rigenerativa.
Con questo secondo evento si dà continuità
alla collaborazione quinquennale tra il Pontificio Consiglio della Cultura (dal 2007 diretto
dal Cardinale Gianfranco Ravasi) e la NeoStem
Inc., (diretta dal 2006 dalla dottoressa Robin
L. Smith) attraverso le loro organizzazioni internazionali no profit: STOQ (Scienza, Teologia e Questione Ontologica) e la Stem for Life
Foundation. La STOQ ha come scopo il costruire ponti tra la scienza e la fede e la Stem for Life
Foundation si dedica alla promozione e sensibilizzazione del potenziale terapeutico delle cellule staminali adulte.
Hanno partecipato a questa Conferenza Internazionale scienziati, medici, ministri e rappresentanti politici della sanità, personalità di
spicco nel campo della fede, dell’etica e della
cultura, ambasciatori presso la Santa Sede e alti
funzionari di tutto il mondo culturale e scientifico. Presente anche Sir John Gurdon, biologo
britannico, Premio Nobel 2012 per la Fisiologia
e la Medicina per il suo lavoro sulle cellule staminali pluripotenti indotte.
Nel corso della Conferenza, gli studiosi di
cellule staminali adulte hanno presentato i pro-
gressi compiuti finora nel campo della ricerca
per la cura di organi danneggiati e malati; nella
rigenerazione della pelle per vittime di ustioni;
nella cura di un numero crescente di malattie
croniche; nella cura dei tumori pediatrici; nella
prevenzione del rischio di ictus, del morbo di
Parkinson e di lesioni cerebrali da trauma.
La Santa Sede sostiene la ricerca eticamente
corretta e incoraggia la ricerca scientifica condotta nel rispetto dei valori morali, della dignità
della persona umana e della volontà di portare benefici per l’umanità. Gli organizzatori di
questa Conferenza hanno cercato di promuovere una migliore comprensione degli sviluppi
nell’ambito della ricerca medica, esplorando le
loro possibili conseguenze culturali e sociali,
nonché di rendere tali risultati disponibili a tutti
coloro che soffrono o assistono i malati. “La nostra Conferenza non solo vuole educare le persone di tutte le età, religioni e culture
a comprendere il potenziale delle cellule staminali adulte per curare le malattie croniche, ma
genererà un dialogo internazionale sulla medicina rigenerativa, che esplora le interconnessioni tra le scoperte scientifiche, la fede, la cultura
e l’etica”.
“Gli sviluppi nella medicina rigenerativa
sono di grande interesse. Essi mostrano come
si evolve la scienza, causando cambiamenti di
paradigma, per esempio in biologia cellulare.
Essi provocano anche profonde trasformazioni
culturali a vari livelli, dalla sanità all’economia,
dalle nuove tecnologie ai problemi giuridici.
Pertanto, gli argomenti che apparentemente
sembrano essere solo teorici, modificano invece
la nostra comprensione dell’essere umano e di
tutta la società, dove gli studi di scienze naturali
giocano un ruolo cruciale, con conseguenze per
l’antropologia teologica e persino per la filoso-
Monsignor Tomasz Trafny
fia. È nostra missione e nostro dovere esplorare
queste dinamiche, per offrire migliori strumenti
per la cura pastorale e per la comprensione dei
cambiamenti culturali” ha detto durante un’intervista Monsignor Tomasz Trafny, responsabile
del Dipartimento di Scienza e Fede e Direttore
Esecutivo del Progetto STOQ, presso il Pontificio Consiglio della Cultura in Vaticano.
Allergie, un decalogo per prevenirle e conviverci al meglio
Le allergie rappresentano ormai una vera e
propria emergenza perché colpiscono quattro
italiani su dieci e sono in costante aumento.
Domenica 28 aprile 2013 è stato organizzato
l’“Allergy day”, un appuntamento dedicato alle allergie, organizzato dalla Società Italiana di
Allergologia e Immunologia Clinica (SIAIC)
e dall’Associazione Allergologi e Immunologi
Territoriali Ospedalieri (AAITO), che ha visto il
coinvolgimento della Lega calcio.
Ai tifosi che si sono recati allo stadio in
quella data, per veder giocare la propria squadra
di calcio di serie A è stato ricordato, con messaggi dei calciatori e distribuzione di materiale
informativo, un appuntamento con la prevenzione con i centri di allergologia in tutta Italia.
“Vogliamo puntare alla fascia giovane, a
volte quella più colpita e anche con meno consapevolezza del problema” – sottolinea il presidente dell’AAITO il dr. Gianenrico Senna.
“Molto spesso le allergie – aggiunge il presidente SIAIC prof. Massimo Triggiani – posso-
no degenerare in shock anafilattico, soprattutto
in pazienti in cui si sono presentati precedentemente piccoli segnali premonitori, come orticaria o angioedema, che non sono stati riconosciuti in tempo: è per questo che occorre essere
consapevoli che un consulto dall’allergologo
può prevenire forme gravi”.
Per l’occasione è stato elaborato un decalogo con le cose essenziali da sapere sulle allergie,
per prevenirle e conviverci al meglio.
1) Le allergie nell’ultimo ventennio sono più
che raddoppiate, ne soffrono 4 italiani su 10.
2) Sono comuni a tutte le età.
3) Peggiorano la qualità di vita, causano una
diminuzione della produttività scolastica e
lavorativa con rilevanti costi sociali. Quelle
più gravi possono anche essere fatali.
4) Si possono diagnosticare precocemente e
correttamente in modo da iniziare il più presto possibile la terapia.
5) Esistono terapie efficaci per controllarle, con
farmaci sicuri, efficaci e con scarsi effetti
collaterali.
6) I vaccini danno un effetto protettivo, anche
nel caso delle allergie più gravi come quella
da veleno d’insetti (api e vespe).
7) Sull’etichettatura dei cibi conservati vige
una nuova normativa europea che impone
la segnalazione dell’eventuale presenza di
allergeni alimentari nascosti, come tracce di
arachidi, nocciole, latte, uovo.
8) Essere allergici ai farmaci non vuol dire evitare ogni tipo di terapia ma scegliere insieme
al proprio allergologo i medicinali da usare
attraverso test appropriati.
9) Svolgere una regolare attività sportiva è possibile. Le allergie, se trattate correttamente,
consentono a tutti di vivere meglio e di praticare qualsiasi sport.
10)Esistono centri di Allergologia in tutt’Italia:
presso di essi è possibile effettuare corrette
procedure diagnostiche e idonei approcci terapeutici.
La lista è consultabile sul sito della SIAIC
www.siaic.net e sul sito dell’AAITO www.aaito.it.
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Secondo uno studio inglese
troppo zucchero e sale nel cibo
per i bambini
http://journals.cambridge.org/action/displayAbstract
?fromPage=online&aid=8907674
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Uno studio, pubblicato sulla rivista Public
Health Nutrition Journal e condotto dal gruppo
diretto dalla dr.ssa Kirsten Rennie della University of Hertfordshire, Hatfield, UK, ha messo
in evidenza che i cibi per bambini considerati
“sani”, per esempio yogurt e cereali dedicati ai
più piccoli, in realtà hanno alto contenuto in sale, zuccheri e grassi e sono quindi di gran lunga
meno salutari degli analoghi cibi in “versione
adulta”. In questo studio sono stati messi a confronto cibi in vendita ai supermercati destinati
ai più piccoli (promossi come cibi per bambini
e pubblicizzati come tali) con analoghi cibi che
invece hanno come destinatario la popolazione
generale.
Oggi si è portati a pensare che i bambini vadano soprattutto salvaguardati da snack e cibo
spazzatura; ma sembra che il “nemico” si nasconda anche dentro i prodotti considerati salutari. Gli esperti hanno confrontato il contenuto
in sale, grassi e zucchero nei prodotti per bambini e negli analoghi per adulti (yogurt, cereali,
etc.) e hanno visto che i primi hanno un più alto contenuto in sostanze che, in eccesso, fanno
male come il sale e lo zucchero.
Negli USA boom di snack alla
caffeina, FDA apre un’indagine
http://www.fda.gov/ForConsumers/ConsumerUpdates/ucm350570.htm
Un allarme è stato dato dalla Food and Drug
Administration americana (FDA) che sul suo
sito ha annunciato l’avvio di un’indagine sul tema caffeina presente nei cibi. Infatti negli USA
oltre che nelle bibite, la caffeina si può trovare
adesso anche nei cibi, dalle gomme da masticare, agli snack, con effetti imprevedibili per la
salute.
L’ultimo prodotto in ordine di tempo a entrare sul mercato è una marca di gomme da masticare, e ognuna di queste gomme contiene caffeina per l’equivalente di mezza tazza di caffè,
ma la molecola è presente anche in caramelle,
gelatine, semi di girasole, waffle e diversi altri
snacks.
“L’agenzia sta studiando il potenziale impatto di tutte queste nuove facili fonti di caffeina sulla salute soprattutto di bambini e adolescenti” – spiega il dr. Michael Taylor, uno dei
dirigenti della FDA – “La proliferazione di questi prodotti ci preoccupa molto. L’unica volta
che l’agenzia ha dato parere favorevole esplicito per l’uso della caffeina come additivo è stato
nel 1950 per la «cola»”.
La dose massima consigliata di caffeina per
gli adulti, ricorda l’esperto, è di 400 milligrammi al giorno, mentre bambini e adolescenti non
dovrebbero assumerne affatto.
Cinque pasti al giorno è la regola migliore per una dieta
equilibrata. Gli esperti dicono
che sono fondamentali colazione, spuntino, pranzo, merenda e
cena
http://www.nestle.it/nutrizione_salute_benessere/osservatorio_adi-nestle
Per insegnare a prendersi meglio cura della
propria alimentazione l’Osservatorio NestléFondazione ADI ha studiato le persone che
hanno adottato la “regola dei 5 pasti”, definiti
come “gli appuntamenti irrinunciabili che devono scandire la nostra giornata”. I cinque pasti
fondamentali sono colazione, spuntino, pranzo,
merenda e cena.
“Oggi – dice l’Osservatorio – il trend di
persone che seguono questa regola inizia ad essere positivo: rispetto al 2011 inizia a crescere
del 2%”. I dati dello studio, aggiunge il dr. Giuseppe Fatati, coordinatore scientifico dell’Osservatorio, “non fanno che validare ulteriormente l’importanza di una giusta frequenza dei
pasti all’interno dell’alimentazione quotidiana.
Tra coloro che fanno i pasti principali più 1 o 2
spuntini c’è, infatti, una prevalenza di persone
normopeso. I risultati sono comunque molto
incoraggianti soprattutto tra le donne: 4 su 10
fanno lo spuntino al mattino e 5 su 10 al pomeriggio. Questo dimostra come un’informazione
mirata e le campagne di educazione alimentare
stiano iniziando a portare i primi frutti”.
Secondo l’indagine, le persone che dichiarano di saltare i pasti sono in diminuzione rispetto al 2011 (dal 28% al 26%) soprattutto tra
gli over 45 e le donne, e solo 1 su 10 salta la
colazione. Un italiano su 4 dichiara di saltare
i pasti almeno 1 volta alla settimana; in particolare, durante i giorni feriali si tende un po’
di più a saltare il pranzo, durante il weekend
invece la cena.
“Oltre alla frequenza – commenta il dr. Fatati – è necessario ricordare che il tempo dedicato ai pasti è fondamentale per l’assimilazione
dei cibi, il gusto e l’equilibrio di tutta la dieta
giornaliera. Secondo i dati sia cena, sia pranzo
durano in media circa 30 minuti, sia durante i
giorni feriali sia nel weekend, quando invece
bisognerebbe recuperare il valore della convivialità. Infine – conclude l’esperto – un pasto
non può essere costituito da una sola categoria
di alimenti, e una dieta corretta, anche dimagrante, deve sempre includere tutte le categorie
di alimenti in maniera varia ed equilibrata”.
Un eccesso di stress ossidativo
fa diventare i capelli bianchi
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/23629861
Uno studio internazionale pubblicato online su The Faseb Journal e condotto al Center
for skin sciences della University of Bradford,
nel Regno Unito, insieme all’Institute for Pigmentary Disorders e alla EM Arndt University
Greifswald, in Germania, dimostra che a fare
sbiancare le chiome sia un eccesso di stress ossidativo, con conseguente accumulo di perossido di idrogeno nel bulbo pilifero dei capelli e
che una cura sperimentata per la vitiligine si è
dimostrata capace di restituire colore ai capelli
bianchi.
In particolare gli studiosi hanno osservato
un gruppo internazionale di 2.411 pazienti affetti da vitiligine di differente livello, patologia
che provoca chiazze bianche su pelle, capelli,
peli, ciglia e sopracciglia, scoprendo che ad alcune forme della malattia corrisponde un’evidente diminuzione delle capacità antiossidanti
da parte di alcuni enzimi, con il massiccio accumulo di stress ossidativo.
Ma vi si può porre rimedio, garantiscono
gli autori, che hanno sperimentato una crema
topica a base di un particolare enzima, chiamato PC-KUS (pseudocatalasi modificata) che
si attiverebbe sotto i raggi ultravioletti di tipo
B per ripigmentare capelli, sopracciglia e pelle
privi di melanina.
“Dopo anni di tentativi, per la prima volta,
abbiamo ottenuto un rimedio che va alla radice del problema dell’ingrigimento dei capelli
e che dà buoni risultati anche per la vitiligine,
condizione che provoca disagio emotivo e sociale in molte persone”, precisa la dottoressa
Karin Schallreuter, dell’University of Bradford,
che ha diretto la ricerca.
Al via un nuovo studio nel Regno
Unito: un virus per riparare il
cuore danneggiato
h t tp://c irc he a rtfa ilure .a ha journa ls .org/c ontent/5/3/357.full.pdf+html
Un virus per “riparare” un cuore stanco e
danneggiato è quello che verrà testato sui pazienti che parteciperanno ad una sperimentazione nel Regno Unito. Per la precisione i ricercatori si serviranno di un virus “ingegnerizzato”
per introdurre materiale genetico nel muscolo
cardiaco, in modo da fermare e invertire il deterioramento del cuore. A darne notizia è la BBC.
Spesso infatti dopo un infarto o un arresto il cuore rimane troppo debole, tanto che si fa fatica
anche a salire le scale. Questo si verifica quando
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l’organo è danneggiato dopo essere stato privato
dell’ossigeno durante un attacco, diventando così troppo debole per pompare in modo efficace
il sangue nel corpo.
I ricercatori dell’Imperial College di Londra hanno scoperto che nei pazienti che hanno
avuto un arresto cardiaco i livelli della proteina
SERCA2a sono più bassi. Perciò hanno pensato
a un virus geneticamente modificato, “istruito”
per produrre maggiori quantità di questa proteina, che può “infettare” il cuore. Il virus verrà
rilasciato nel muscolo cardiaco danneggiato di
200 pazienti partecipanti allo studio, tramite un
tubicino inserito nella gamba e poi spinto in alto attraverso i vasi sanguigni.
“Così si riporta indietro il cuore – spiega il
dr. Sian Harding, uno dei ricercatori di questo
studio – al punto in cui il paziente stava bene,
prima che si verificasse il danno. È un trattamento che può migliorare la qualità di vita di
molte persone”. Si tratta della prima sperimentazione di terapia genica per arresto cardiaco.
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OMS: oltre 270.000 pedoni muoiono sulle strade ogni anno nel
mondo
http://www.who.int/mediacentre/news/notes/2013/
make_walking_safe_20130502/en/index.html
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha
affermato in occasione della “Settimana della
Sicurezza stradale” (6-12 maggio 2013), dedicata quest’anno ai pedoni, che oltre 270.000
pedoni perdono la vita sulle strade ogni anno
nel mondo, pari a circa al 22% del totale di 1,24
milioni di morti causati da incidenti stradali.
Con eventi in programma in 70 Paesi – spiega l’OMS – la Settimana si propone di esortare
i governi ad adottare misure concrete per migliorare le condizioni dei pedoni. L’OMS cita
numerosi esempi tra cui la riduzione della velocità degli automobilisti, migliori infrastrutture
per separare i pedoni dal traffico motorizzato
(marciapiedi, attraversamenti pedonali rialzati,
sovrappassi, sottopassi, isole di rifugio), ma an-
che una migliore progettazione dei veicoli con
ad esempio frontali “morbidi“.
I pedoni sono tra gli utenti della strada più
vulnerabili. Gli studi indicano che i maschi,
adulti e bambini, costituiscono una percentuale
elevata dei pedoni morti e feriti. Nei Paesi sviluppati – spiega l’OMS – i pedoni più anziani
sono magggiormente a rischio, mentre nei Paesi a basso e medio reddito, sono spesso colpiti
i bambini e i giovani adulti.
Boom dei corsi di bicicletta per
piccoli e grandi
Aumentati i ciclisti sulle strade delle principali città e a questo aumento corrisponde anche l’incremento di chi in bicicletta non ci sa
andare. Registrano quindi un grande successo i
primi corsi per imparare a pedalare dedicati a
ragazzi e adulti. La Washington Area Bicyclist
Association, si legge sul Washington Post, che
ha dedicato al fenomeno un servizio, ha appena
organizzato 14 corsi differenti per chi non ha
imparato da piccolo a pedalare. In Italia alcune associazioni organizzano corsi per adulti, a
livello locale.
“Alcuni ragazzini di città non sanno andare in bicicletta, ma neanche moltissimi adulti
perché non l’hanno mai fatto o perché l’hanno dimenticato” sottolinea il dr. Eugenio Galli
presidente della sezione di Milano della FIAB,
Federazione Italiana Amici della Bicicletta,
onlus.
“Non è facile districarsi per le vie cittadine
e il rischio di farsi male è dietro l’angolo ma la
bici è ora il mezzo che più degli altri registra
un incremento, perché fa bene alla salute ma
anche per ragioni economiche”. “Il segreto per
imparare a pedalare da adulti”, suggeriscono
i bike-trainers statunitensi, “è di cominciare
levando i pedali alla propria bici, spingendosi
con i piedi per trovare l’equilibrio, poi ci sono
moltissime regole da conoscere per evitare di
farsi male pedalando in città”.
Nuova generazione di anti-depressivi ad azione rapida con effetto in giorni, ore
Scienziati e case farmaceutiche sono al lavoro su una nuova generazione di antidepressivi che, a differenza di Prozac o Celexa, non
impiegano da settimane o addirittura mesi per
fare effetto. Studi iniziali mostrano che questa
nuova classe di farmaci ha il potenziale di funzionare in pochi giorni, o addirittura poche ore:
“È possibile controllare l’ipertensione
nell’arco di minuti: dovremmo arrivare allo stesso per la depressione”, ha detto al Wall
Street Journal il dr. Carlos Zarate, capo della
sperimentazione al National Institute of Mental
Health. Alimentata tra l’altro dalla crisi economica, la depressione è emergenza nazionale in
molti Paesi europei e negli USA.
In Italia il consumo di antidepressivi è decuplicato in dieci anni, mentre in Europa e negli
USA, secondo uno studio condotto tra le Università di Oxford e Stanford, le misure di austerity contro la recessione hanno portato a un
milione di nuovi casi di “male oscuro”.
Alcune delle terapie rapide allo studio a base di ketamina e scopolamina, usano medicine
esistenti in modo nuovo. La ketamina ad alte
dosi è usata da decenni come anestetico. Piccole dosi di scopolamina somministrate con cerotti cutanei vengono impiegate contro mal di
mare e mal d’auto.
Le società farmaceutiche AstraZeneca, Naurex e Cerecor hanno allo studio un antidepressivo che agisce come la ketamina. Ci potrebbero
volere un paio di anni prima che i nuovi farmaci
approdino sul mercato, ma potrebbe essere una
rivoluzione. Tra i problemi della generazione
attuale di farmaci c’è il tempo che impiegano
a funzionare e non sempre funzionano per tutti.
Le nuove sostanze agiscono sul cervello, diversamente dai popolari anti-depressivi attuali.
La ketamina e le altre sostanze studiate
da AstroZeneca e Naurex agiscono sui recettori N-metil-D-aspartate (NmDa), i terminali
del cervello collegati all’apprendimento e alla
memoria. Questi recettori interagiscono con il
neurotrasmettitore glutamato, i cui livelli apparentemente si sbilanciano durante una depressione. Secondo gli scienziati, il glutamato è un
bersaglio più diretto per la depressione della serotonina, il neurotrasmettitore su cui agiscono
farmaci inibitori come Prozac e Paxil. Secondo
gli esperti, il metodo indiretto di azione degli
inibitori della serotonina è probabilmente la ragione per cui passa un intervallo di tempo prima
che il paziente possa provare sollievo.
Malattie sessualmente trasmesse: alti i rischi per gli adolescenti
Oggi, le malattie sessualmente trasmesse
(MTS) sono un’emergenza e i mesi che precedono l’estate sono i mesi “caldi” per l’informazione ai più giovani. Dalle statistiche 1 su 20 si
ammala. Candida e Trichomonas sono infezioni dell’ultimo tratto delle vie genitali – vulviti
nella donna e balaniti nell’uomo – e il più delle
volte guariscono con una terapia mirata. Altre
infezioni, invece, come ad esempio, le infezioni
da Chlamydia e la Gonorrea, se non diagnosticate tempestivamente e non curate in modo
adeguato, possono interessare anche gli organi
genitali interni: utero, ovaie, tube nelle donne,
testicoli e prostata nell’uomo.
Secondo l’Organizzazione Mondiale della
Sanità (OMS), dei 340 milioni di nuovi casi di
malattie sessualmente trasmesse (MTS) che si
registrano nel mondo ogni anno, almeno 111
milioni interessano giovani sotto i 25 anni di età.
Si stima, infatti, che ogni anno un adolescente
su 20 contragga una MTS e che l’età di insorgenza tenda progressivamente ad abbassarsi.
L’età del sesso si abbassa. “L’età media in cui le
ragazze scoprono il sesso – spiega la dr.ssa Susanna Esposito, Presidente della SITIP (Società
Italiana di Infettivologia Pediatrica) e direttore
della UOC Pediatria, Clinica della Fondazione
IRCCS, Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano – si è notevolmente abbassa-
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ta (7% già tra i 13-14 anni) ma non si riscontra
ancora un’adeguata consapevolezza che anche
attraverso un singolo rapporto si può contrarre
una malattia trasmessa sessualmente”.
Il pericolo più importante da cui difendersi
evitando rapporti non protetti è l’HIV, ma sono
importanti anche virus come l’Herpes genitale
o il Papilloma virus che hanno la tendenza a
rimanere all’interno dell’organismo e vengono
ritenuti responsabili dell’insorgenza di forme
pre-tumorali del collo dell’utero. Anche altri
batteri, virus, funghi o parassiti che, in genere,
si trasmettono per via sessuale possono provocare nella donna la malattia infiammatoria pelvica (PID) che rappresenta un pericolo grave
causando infertilità, rischio di gravidanze tubariche e dolore pelvico cronico.
“Risultano, pertanto, a maggiore rischio –
prosegue l’esperta – le persone sessualmente
attive, che hanno rapporti con partner diversi,
soprattutto se occasionali. Se è vero, però, che
i germi responsabili di queste infezioni passano
da un soggetto all’altro prevalentemente attraverso un contatto sessuale, nel corso di un rapporto completo, o di un rapporto anale o orale
(in quest’ultimo caso l’infezione può colpire la
bocca e la gola), per alcune malattie, come ad
esempio i condilomi, il contagio – conclude la
dottoressa Esposito – può avvenire anche condividendo biancheria o oggetti intimi. Non si
corre alcun rischio, invece, frequentando piscine o utilizzando servizi igienici pubblici”.
A cura di Maria Giuditta Valorani
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HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO
dr. Irene Carunchio
Biologa
Reparto di Patologia Clinica e servizio DEAL,
Bios S.p.A.
Professore associato di Medicina Interna (f. r.)
Docente presso “Sapienza” – Università di Roma
Facoltà di Medicina e Psicologia
prof. Alessandro Ciammaichella
Medico chirurgo, Specialista in Medicina Interna
già Primario medico ospedaliero
prof. Mario Pezzella
Chimico, Professore associato (f.r.)
“Sapienza” – Università di Roma
Annarita D’Angelo
Biologa
Reparto di Patologia Clinica Bios S.p.A.
Giorgio Pitzalis, MD, PhD.
Pediatra, Gastroenterologo
Presidente di Giustopeso Italia
dr. Silvana Francipane
Medico chirurgo
prof. Francesco Leone
Specialista in Malattie Infettive
Docente presso “Sapienza” – Università di Roma
Direttore sanitario Bios S.p.A.
prof. Giuseppe Luzi
Specialista in Allergologia e Immunologia Clinica
Maria Giuditta Valorani, PhD
Research Associate
Institute of Child Health
University College of London – London, GB
prof. Lelio R. Zorzin
Specialista in Reumatologia
Professore associato di Reumatologia (f.r.)