f RO m BENCH t O BEDSIDE
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38 FROM BENCH TO BEDSIDE I benifici clinici della ricerca: selezione dalla letteratura scientifica Seconda Conferenza Internazionale Vaticana su Cellule Staminali Adulte: La Medicina Rigenerativa, un fondamentale cambiamento nella Scienza e nella Cultura www.adultstemcellconference.org Nel mese di aprile 2013 si è tenuta a Roma, in Vaticano, la seconda Conferenza Internazionale su Cellule Staminali Adulte con lo scopo di introdurre una maggiore conoscenza delle potenzialità delle cellule staminali adulte nella Medicina Rigenerativa. Con questo secondo evento si dà continuità alla collaborazione quinquennale tra il Pontificio Consiglio della Cultura (dal 2007 diretto dal Cardinale Gianfranco Ravasi) e la NeoStem Inc., (diretta dal 2006 dalla dottoressa Robin L. Smith) attraverso le loro organizzazioni internazionali no profit: STOQ (Scienza, Teologia e Questione Ontologica) e la Stem for Life Foundation. La STOQ ha come scopo il costruire ponti tra la scienza e la fede e la Stem for Life Foundation si dedica alla promozione e sensibilizzazione del potenziale terapeutico delle cellule staminali adulte. Hanno partecipato a questa Conferenza Internazionale scienziati, medici, ministri e rappresentanti politici della sanità, personalità di spicco nel campo della fede, dell’etica e della cultura, ambasciatori presso la Santa Sede e alti funzionari di tutto il mondo culturale e scientifico. Presente anche Sir John Gurdon, biologo britannico, Premio Nobel 2012 per la Fisiologia e la Medicina per il suo lavoro sulle cellule staminali pluripotenti indotte. Nel corso della Conferenza, gli studiosi di cellule staminali adulte hanno presentato i pro- gressi compiuti finora nel campo della ricerca per la cura di organi danneggiati e malati; nella rigenerazione della pelle per vittime di ustioni; nella cura di un numero crescente di malattie croniche; nella cura dei tumori pediatrici; nella prevenzione del rischio di ictus, del morbo di Parkinson e di lesioni cerebrali da trauma. La Santa Sede sostiene la ricerca eticamente corretta e incoraggia la ricerca scientifica condotta nel rispetto dei valori morali, della dignità della persona umana e della volontà di portare benefici per l’umanità. Gli organizzatori di questa Conferenza hanno cercato di promuovere una migliore comprensione degli sviluppi nell’ambito della ricerca medica, esplorando le loro possibili conseguenze culturali e sociali, nonché di rendere tali risultati disponibili a tutti coloro che soffrono o assistono i malati. “La nostra Conferenza non solo vuole educare le persone di tutte le età, religioni e culture a comprendere il potenziale delle cellule staminali adulte per curare le malattie croniche, ma genererà un dialogo internazionale sulla medicina rigenerativa, che esplora le interconnessioni tra le scoperte scientifiche, la fede, la cultura e l’etica”. “Gli sviluppi nella medicina rigenerativa sono di grande interesse. Essi mostrano come si evolve la scienza, causando cambiamenti di paradigma, per esempio in biologia cellulare. Essi provocano anche profonde trasformazioni culturali a vari livelli, dalla sanità all’economia, dalle nuove tecnologie ai problemi giuridici. Pertanto, gli argomenti che apparentemente sembrano essere solo teorici, modificano invece la nostra comprensione dell’essere umano e di tutta la società, dove gli studi di scienze naturali giocano un ruolo cruciale, con conseguenze per l’antropologia teologica e persino per la filoso- Monsignor Tomasz Trafny fia. È nostra missione e nostro dovere esplorare queste dinamiche, per offrire migliori strumenti per la cura pastorale e per la comprensione dei cambiamenti culturali” ha detto durante un’intervista Monsignor Tomasz Trafny, responsabile del Dipartimento di Scienza e Fede e Direttore Esecutivo del Progetto STOQ, presso il Pontificio Consiglio della Cultura in Vaticano. Allergie, un decalogo per prevenirle e conviverci al meglio Le allergie rappresentano ormai una vera e propria emergenza perché colpiscono quattro italiani su dieci e sono in costante aumento. Domenica 28 aprile 2013 è stato organizzato l’“Allergy day”, un appuntamento dedicato alle allergie, organizzato dalla Società Italiana di Allergologia e Immunologia Clinica (SIAIC) e dall’Associazione Allergologi e Immunologi Territoriali Ospedalieri (AAITO), che ha visto il coinvolgimento della Lega calcio. Ai tifosi che si sono recati allo stadio in quella data, per veder giocare la propria squadra di calcio di serie A è stato ricordato, con messaggi dei calciatori e distribuzione di materiale informativo, un appuntamento con la prevenzione con i centri di allergologia in tutta Italia. “Vogliamo puntare alla fascia giovane, a volte quella più colpita e anche con meno consapevolezza del problema” – sottolinea il presidente dell’AAITO il dr. Gianenrico Senna. “Molto spesso le allergie – aggiunge il presidente SIAIC prof. Massimo Triggiani – posso- no degenerare in shock anafilattico, soprattutto in pazienti in cui si sono presentati precedentemente piccoli segnali premonitori, come orticaria o angioedema, che non sono stati riconosciuti in tempo: è per questo che occorre essere consapevoli che un consulto dall’allergologo può prevenire forme gravi”. Per l’occasione è stato elaborato un decalogo con le cose essenziali da sapere sulle allergie, per prevenirle e conviverci al meglio. 1) Le allergie nell’ultimo ventennio sono più che raddoppiate, ne soffrono 4 italiani su 10. 2) Sono comuni a tutte le età. 3) Peggiorano la qualità di vita, causano una diminuzione della produttività scolastica e lavorativa con rilevanti costi sociali. Quelle più gravi possono anche essere fatali. 4) Si possono diagnosticare precocemente e correttamente in modo da iniziare il più presto possibile la terapia. 5) Esistono terapie efficaci per controllarle, con farmaci sicuri, efficaci e con scarsi effetti collaterali. 6) I vaccini danno un effetto protettivo, anche nel caso delle allergie più gravi come quella da veleno d’insetti (api e vespe). 7) Sull’etichettatura dei cibi conservati vige una nuova normativa europea che impone la segnalazione dell’eventuale presenza di allergeni alimentari nascosti, come tracce di arachidi, nocciole, latte, uovo. 8) Essere allergici ai farmaci non vuol dire evitare ogni tipo di terapia ma scegliere insieme al proprio allergologo i medicinali da usare attraverso test appropriati. 9) Svolgere una regolare attività sportiva è possibile. Le allergie, se trattate correttamente, consentono a tutti di vivere meglio e di praticare qualsiasi sport. 10)Esistono centri di Allergologia in tutt’Italia: presso di essi è possibile effettuare corrette procedure diagnostiche e idonei approcci terapeutici. La lista è consultabile sul sito della SIAIC www.siaic.net e sul sito dell’AAITO www.aaito.it. 39 Secondo uno studio inglese troppo zucchero e sale nel cibo per i bambini http://journals.cambridge.org/action/displayAbstract ?fromPage=online&aid=8907674 40 Uno studio, pubblicato sulla rivista Public Health Nutrition Journal e condotto dal gruppo diretto dalla dr.ssa Kirsten Rennie della University of Hertfordshire, Hatfield, UK, ha messo in evidenza che i cibi per bambini considerati “sani”, per esempio yogurt e cereali dedicati ai più piccoli, in realtà hanno alto contenuto in sale, zuccheri e grassi e sono quindi di gran lunga meno salutari degli analoghi cibi in “versione adulta”. In questo studio sono stati messi a confronto cibi in vendita ai supermercati destinati ai più piccoli (promossi come cibi per bambini e pubblicizzati come tali) con analoghi cibi che invece hanno come destinatario la popolazione generale. Oggi si è portati a pensare che i bambini vadano soprattutto salvaguardati da snack e cibo spazzatura; ma sembra che il “nemico” si nasconda anche dentro i prodotti considerati salutari. Gli esperti hanno confrontato il contenuto in sale, grassi e zucchero nei prodotti per bambini e negli analoghi per adulti (yogurt, cereali, etc.) e hanno visto che i primi hanno un più alto contenuto in sostanze che, in eccesso, fanno male come il sale e lo zucchero. Negli USA boom di snack alla caffeina, FDA apre un’indagine http://www.fda.gov/ForConsumers/ConsumerUpdates/ucm350570.htm Un allarme è stato dato dalla Food and Drug Administration americana (FDA) che sul suo sito ha annunciato l’avvio di un’indagine sul tema caffeina presente nei cibi. Infatti negli USA oltre che nelle bibite, la caffeina si può trovare adesso anche nei cibi, dalle gomme da masticare, agli snack, con effetti imprevedibili per la salute. L’ultimo prodotto in ordine di tempo a entrare sul mercato è una marca di gomme da masticare, e ognuna di queste gomme contiene caffeina per l’equivalente di mezza tazza di caffè, ma la molecola è presente anche in caramelle, gelatine, semi di girasole, waffle e diversi altri snacks. “L’agenzia sta studiando il potenziale impatto di tutte queste nuove facili fonti di caffeina sulla salute soprattutto di bambini e adolescenti” – spiega il dr. Michael Taylor, uno dei dirigenti della FDA – “La proliferazione di questi prodotti ci preoccupa molto. L’unica volta che l’agenzia ha dato parere favorevole esplicito per l’uso della caffeina come additivo è stato nel 1950 per la «cola»”. La dose massima consigliata di caffeina per gli adulti, ricorda l’esperto, è di 400 milligrammi al giorno, mentre bambini e adolescenti non dovrebbero assumerne affatto. Cinque pasti al giorno è la regola migliore per una dieta equilibrata. Gli esperti dicono che sono fondamentali colazione, spuntino, pranzo, merenda e cena http://www.nestle.it/nutrizione_salute_benessere/osservatorio_adi-nestle Per insegnare a prendersi meglio cura della propria alimentazione l’Osservatorio NestléFondazione ADI ha studiato le persone che hanno adottato la “regola dei 5 pasti”, definiti come “gli appuntamenti irrinunciabili che devono scandire la nostra giornata”. I cinque pasti fondamentali sono colazione, spuntino, pranzo, merenda e cena. “Oggi – dice l’Osservatorio – il trend di persone che seguono questa regola inizia ad essere positivo: rispetto al 2011 inizia a crescere del 2%”. I dati dello studio, aggiunge il dr. Giuseppe Fatati, coordinatore scientifico dell’Osservatorio, “non fanno che validare ulteriormente l’importanza di una giusta frequenza dei pasti all’interno dell’alimentazione quotidiana. Tra coloro che fanno i pasti principali più 1 o 2 spuntini c’è, infatti, una prevalenza di persone normopeso. I risultati sono comunque molto incoraggianti soprattutto tra le donne: 4 su 10 fanno lo spuntino al mattino e 5 su 10 al pomeriggio. Questo dimostra come un’informazione mirata e le campagne di educazione alimentare stiano iniziando a portare i primi frutti”. Secondo l’indagine, le persone che dichiarano di saltare i pasti sono in diminuzione rispetto al 2011 (dal 28% al 26%) soprattutto tra gli over 45 e le donne, e solo 1 su 10 salta la colazione. Un italiano su 4 dichiara di saltare i pasti almeno 1 volta alla settimana; in particolare, durante i giorni feriali si tende un po’ di più a saltare il pranzo, durante il weekend invece la cena. “Oltre alla frequenza – commenta il dr. Fatati – è necessario ricordare che il tempo dedicato ai pasti è fondamentale per l’assimilazione dei cibi, il gusto e l’equilibrio di tutta la dieta giornaliera. Secondo i dati sia cena, sia pranzo durano in media circa 30 minuti, sia durante i giorni feriali sia nel weekend, quando invece bisognerebbe recuperare il valore della convivialità. Infine – conclude l’esperto – un pasto non può essere costituito da una sola categoria di alimenti, e una dieta corretta, anche dimagrante, deve sempre includere tutte le categorie di alimenti in maniera varia ed equilibrata”. Un eccesso di stress ossidativo fa diventare i capelli bianchi http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/23629861 Uno studio internazionale pubblicato online su The Faseb Journal e condotto al Center for skin sciences della University of Bradford, nel Regno Unito, insieme all’Institute for Pigmentary Disorders e alla EM Arndt University Greifswald, in Germania, dimostra che a fare sbiancare le chiome sia un eccesso di stress ossidativo, con conseguente accumulo di perossido di idrogeno nel bulbo pilifero dei capelli e che una cura sperimentata per la vitiligine si è dimostrata capace di restituire colore ai capelli bianchi. In particolare gli studiosi hanno osservato un gruppo internazionale di 2.411 pazienti affetti da vitiligine di differente livello, patologia che provoca chiazze bianche su pelle, capelli, peli, ciglia e sopracciglia, scoprendo che ad alcune forme della malattia corrisponde un’evidente diminuzione delle capacità antiossidanti da parte di alcuni enzimi, con il massiccio accumulo di stress ossidativo. Ma vi si può porre rimedio, garantiscono gli autori, che hanno sperimentato una crema topica a base di un particolare enzima, chiamato PC-KUS (pseudocatalasi modificata) che si attiverebbe sotto i raggi ultravioletti di tipo B per ripigmentare capelli, sopracciglia e pelle privi di melanina. “Dopo anni di tentativi, per la prima volta, abbiamo ottenuto un rimedio che va alla radice del problema dell’ingrigimento dei capelli e che dà buoni risultati anche per la vitiligine, condizione che provoca disagio emotivo e sociale in molte persone”, precisa la dottoressa Karin Schallreuter, dell’University of Bradford, che ha diretto la ricerca. Al via un nuovo studio nel Regno Unito: un virus per riparare il cuore danneggiato h t tp://c irc he a rtfa ilure .a ha journa ls .org/c ontent/5/3/357.full.pdf+html Un virus per “riparare” un cuore stanco e danneggiato è quello che verrà testato sui pazienti che parteciperanno ad una sperimentazione nel Regno Unito. Per la precisione i ricercatori si serviranno di un virus “ingegnerizzato” per introdurre materiale genetico nel muscolo cardiaco, in modo da fermare e invertire il deterioramento del cuore. A darne notizia è la BBC. Spesso infatti dopo un infarto o un arresto il cuore rimane troppo debole, tanto che si fa fatica anche a salire le scale. Questo si verifica quando 41 l’organo è danneggiato dopo essere stato privato dell’ossigeno durante un attacco, diventando così troppo debole per pompare in modo efficace il sangue nel corpo. I ricercatori dell’Imperial College di Londra hanno scoperto che nei pazienti che hanno avuto un arresto cardiaco i livelli della proteina SERCA2a sono più bassi. Perciò hanno pensato a un virus geneticamente modificato, “istruito” per produrre maggiori quantità di questa proteina, che può “infettare” il cuore. Il virus verrà rilasciato nel muscolo cardiaco danneggiato di 200 pazienti partecipanti allo studio, tramite un tubicino inserito nella gamba e poi spinto in alto attraverso i vasi sanguigni. “Così si riporta indietro il cuore – spiega il dr. Sian Harding, uno dei ricercatori di questo studio – al punto in cui il paziente stava bene, prima che si verificasse il danno. È un trattamento che può migliorare la qualità di vita di molte persone”. Si tratta della prima sperimentazione di terapia genica per arresto cardiaco. 42 OMS: oltre 270.000 pedoni muoiono sulle strade ogni anno nel mondo http://www.who.int/mediacentre/news/notes/2013/ make_walking_safe_20130502/en/index.html L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha affermato in occasione della “Settimana della Sicurezza stradale” (6-12 maggio 2013), dedicata quest’anno ai pedoni, che oltre 270.000 pedoni perdono la vita sulle strade ogni anno nel mondo, pari a circa al 22% del totale di 1,24 milioni di morti causati da incidenti stradali. Con eventi in programma in 70 Paesi – spiega l’OMS – la Settimana si propone di esortare i governi ad adottare misure concrete per migliorare le condizioni dei pedoni. L’OMS cita numerosi esempi tra cui la riduzione della velocità degli automobilisti, migliori infrastrutture per separare i pedoni dal traffico motorizzato (marciapiedi, attraversamenti pedonali rialzati, sovrappassi, sottopassi, isole di rifugio), ma an- che una migliore progettazione dei veicoli con ad esempio frontali “morbidi“. I pedoni sono tra gli utenti della strada più vulnerabili. Gli studi indicano che i maschi, adulti e bambini, costituiscono una percentuale elevata dei pedoni morti e feriti. Nei Paesi sviluppati – spiega l’OMS – i pedoni più anziani sono magggiormente a rischio, mentre nei Paesi a basso e medio reddito, sono spesso colpiti i bambini e i giovani adulti. Boom dei corsi di bicicletta per piccoli e grandi Aumentati i ciclisti sulle strade delle principali città e a questo aumento corrisponde anche l’incremento di chi in bicicletta non ci sa andare. Registrano quindi un grande successo i primi corsi per imparare a pedalare dedicati a ragazzi e adulti. La Washington Area Bicyclist Association, si legge sul Washington Post, che ha dedicato al fenomeno un servizio, ha appena organizzato 14 corsi differenti per chi non ha imparato da piccolo a pedalare. In Italia alcune associazioni organizzano corsi per adulti, a livello locale. “Alcuni ragazzini di città non sanno andare in bicicletta, ma neanche moltissimi adulti perché non l’hanno mai fatto o perché l’hanno dimenticato” sottolinea il dr. Eugenio Galli presidente della sezione di Milano della FIAB, Federazione Italiana Amici della Bicicletta, onlus. “Non è facile districarsi per le vie cittadine e il rischio di farsi male è dietro l’angolo ma la bici è ora il mezzo che più degli altri registra un incremento, perché fa bene alla salute ma anche per ragioni economiche”. “Il segreto per imparare a pedalare da adulti”, suggeriscono i bike-trainers statunitensi, “è di cominciare levando i pedali alla propria bici, spingendosi con i piedi per trovare l’equilibrio, poi ci sono moltissime regole da conoscere per evitare di farsi male pedalando in città”. Nuova generazione di anti-depressivi ad azione rapida con effetto in giorni, ore Scienziati e case farmaceutiche sono al lavoro su una nuova generazione di antidepressivi che, a differenza di Prozac o Celexa, non impiegano da settimane o addirittura mesi per fare effetto. Studi iniziali mostrano che questa nuova classe di farmaci ha il potenziale di funzionare in pochi giorni, o addirittura poche ore: “È possibile controllare l’ipertensione nell’arco di minuti: dovremmo arrivare allo stesso per la depressione”, ha detto al Wall Street Journal il dr. Carlos Zarate, capo della sperimentazione al National Institute of Mental Health. Alimentata tra l’altro dalla crisi economica, la depressione è emergenza nazionale in molti Paesi europei e negli USA. In Italia il consumo di antidepressivi è decuplicato in dieci anni, mentre in Europa e negli USA, secondo uno studio condotto tra le Università di Oxford e Stanford, le misure di austerity contro la recessione hanno portato a un milione di nuovi casi di “male oscuro”. Alcune delle terapie rapide allo studio a base di ketamina e scopolamina, usano medicine esistenti in modo nuovo. La ketamina ad alte dosi è usata da decenni come anestetico. Piccole dosi di scopolamina somministrate con cerotti cutanei vengono impiegate contro mal di mare e mal d’auto. Le società farmaceutiche AstraZeneca, Naurex e Cerecor hanno allo studio un antidepressivo che agisce come la ketamina. Ci potrebbero volere un paio di anni prima che i nuovi farmaci approdino sul mercato, ma potrebbe essere una rivoluzione. Tra i problemi della generazione attuale di farmaci c’è il tempo che impiegano a funzionare e non sempre funzionano per tutti. Le nuove sostanze agiscono sul cervello, diversamente dai popolari anti-depressivi attuali. La ketamina e le altre sostanze studiate da AstroZeneca e Naurex agiscono sui recettori N-metil-D-aspartate (NmDa), i terminali del cervello collegati all’apprendimento e alla memoria. Questi recettori interagiscono con il neurotrasmettitore glutamato, i cui livelli apparentemente si sbilanciano durante una depressione. Secondo gli scienziati, il glutamato è un bersaglio più diretto per la depressione della serotonina, il neurotrasmettitore su cui agiscono farmaci inibitori come Prozac e Paxil. Secondo gli esperti, il metodo indiretto di azione degli inibitori della serotonina è probabilmente la ragione per cui passa un intervallo di tempo prima che il paziente possa provare sollievo. Malattie sessualmente trasmesse: alti i rischi per gli adolescenti Oggi, le malattie sessualmente trasmesse (MTS) sono un’emergenza e i mesi che precedono l’estate sono i mesi “caldi” per l’informazione ai più giovani. Dalle statistiche 1 su 20 si ammala. Candida e Trichomonas sono infezioni dell’ultimo tratto delle vie genitali – vulviti nella donna e balaniti nell’uomo – e il più delle volte guariscono con una terapia mirata. Altre infezioni, invece, come ad esempio, le infezioni da Chlamydia e la Gonorrea, se non diagnosticate tempestivamente e non curate in modo adeguato, possono interessare anche gli organi genitali interni: utero, ovaie, tube nelle donne, testicoli e prostata nell’uomo. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), dei 340 milioni di nuovi casi di malattie sessualmente trasmesse (MTS) che si registrano nel mondo ogni anno, almeno 111 milioni interessano giovani sotto i 25 anni di età. Si stima, infatti, che ogni anno un adolescente su 20 contragga una MTS e che l’età di insorgenza tenda progressivamente ad abbassarsi. L’età del sesso si abbassa. “L’età media in cui le ragazze scoprono il sesso – spiega la dr.ssa Susanna Esposito, Presidente della SITIP (Società Italiana di Infettivologia Pediatrica) e direttore della UOC Pediatria, Clinica della Fondazione IRCCS, Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano – si è notevolmente abbassa- 43 ta (7% già tra i 13-14 anni) ma non si riscontra ancora un’adeguata consapevolezza che anche attraverso un singolo rapporto si può contrarre una malattia trasmessa sessualmente”. Il pericolo più importante da cui difendersi evitando rapporti non protetti è l’HIV, ma sono importanti anche virus come l’Herpes genitale o il Papilloma virus che hanno la tendenza a rimanere all’interno dell’organismo e vengono ritenuti responsabili dell’insorgenza di forme pre-tumorali del collo dell’utero. Anche altri batteri, virus, funghi o parassiti che, in genere, si trasmettono per via sessuale possono provocare nella donna la malattia infiammatoria pelvica (PID) che rappresenta un pericolo grave causando infertilità, rischio di gravidanze tubariche e dolore pelvico cronico. “Risultano, pertanto, a maggiore rischio – prosegue l’esperta – le persone sessualmente attive, che hanno rapporti con partner diversi, soprattutto se occasionali. Se è vero, però, che i germi responsabili di queste infezioni passano da un soggetto all’altro prevalentemente attraverso un contatto sessuale, nel corso di un rapporto completo, o di un rapporto anale o orale (in quest’ultimo caso l’infezione può colpire la bocca e la gola), per alcune malattie, come ad esempio i condilomi, il contagio – conclude la dottoressa Esposito – può avvenire anche condividendo biancheria o oggetti intimi. Non si corre alcun rischio, invece, frequentando piscine o utilizzando servizi igienici pubblici”. A cura di Maria Giuditta Valorani 44 HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO dr. Irene Carunchio Biologa Reparto di Patologia Clinica e servizio DEAL, Bios S.p.A. Professore associato di Medicina Interna (f. r.) Docente presso “Sapienza” – Università di Roma Facoltà di Medicina e Psicologia prof. Alessandro Ciammaichella Medico chirurgo, Specialista in Medicina Interna già Primario medico ospedaliero prof. Mario Pezzella Chimico, Professore associato (f.r.) “Sapienza” – Università di Roma Annarita D’Angelo Biologa Reparto di Patologia Clinica Bios S.p.A. Giorgio Pitzalis, MD, PhD. Pediatra, Gastroenterologo Presidente di Giustopeso Italia dr. Silvana Francipane Medico chirurgo prof. Francesco Leone Specialista in Malattie Infettive Docente presso “Sapienza” – Università di Roma Direttore sanitario Bios S.p.A. prof. Giuseppe Luzi Specialista in Allergologia e Immunologia Clinica Maria Giuditta Valorani, PhD Research Associate Institute of Child Health University College of London – London, GB prof. Lelio R. Zorzin Specialista in Reumatologia Professore associato di Reumatologia (f.r.)