consiglio regionale di martedi` 12 novembre 2013

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consiglio regionale di martedi` 12 novembre 2013
CONSIGLIO REGIONALE DI MARTEDI’ 12 NOVEMBRE 2013
Modifica della deliberazione consiliare 16 settembre 2013, n. 20 relativa
alla composizione delle Commissioni consiliari permanenti.
E’ stato approvato all’unanimità il provvedimento che contiene la composizione
delle commissioni permanenti aggiornando la ripartizione dei membri delle
stesse fra i diversi gruppi politici. La delibera si è resa necessaria dopo le
dimissioni dalla carica di presidente di Rosario Monteleone e la conseguente
elezione del nuovo presidente del Consiglio regionale Michele Boffa. Infatti i
presidenti del consiglio, come quelli della giunta e gli assessori non fanno parte
delle commissioni consiliari.
Dibattito sulle comunicazioni del Presidente della Giunta regionale ai
sensi dell'articolo 48 del Regolamento interno sulla vicenda Carige.
Il primo a intervenire è stato il capogruppo Pdl Marco Melgrati: «Durante le
comunicazioni del presidente della Giunta Claudio Burlando – ha detto riecheggiava la famosa frase intercettata: “Abbiamo una banca?”. I tempi
cambiano ma i contenuti dell’azione politica della sinistra no. Dal suo
intervento e dalla sua azione era evidente la volontà di mangiarsi in un sol
boccone la banca della Liguria, di copiare quello che è fatto a Siena con il
Monte dei Paschi, di inserire Carige, a libertà limitata, a pieno titolo nel
sistema di potere di Burlando e soci. L’assessore Paita, pronta a prendere in
mano la Regione, nei suoi interventi è stata meno abile e ha chiamato in causa
correntisti e azionisti. Peccato che Paita dovrebbe occuparsi di territorio e
infrastrutture, cose di cui non si occupa, e non fare inopportuni e illegittimi
interventi sulla banca dei liguri. È vero che è finita un’epoca che ha
caratterizzato gli ultimi 50 anni della Liguria: il presidente Burlando si è
dispiaciuto che Berneschi goda quando qualcun altro viene cacciato dalla
presidenza della Fondazione dimenticando che Berneschi è stato un grande
presidente, un uomo che trasformato quella che era una cassa a dimensione
locale in una delle prime otto banche nazionali. Berneschi meritava di essere
accompagnato alle dimissioni in maniera diversa, lo meritava per come ha reso
grande Carige, ma anche per il contributo che ha dato allo sviluppo del
territorio e delle aziende. E la politica che oggi si straccia le vesti di fronte alle
difficoltà della banca non era assente: ogni volta che un’azienda in crisi aveva
problemi di liquidità la politica ha premuto sulla dirigenza chiedendo a Carige di
intervenire finanziariamente. E’ grave che nelle sue esternazioni il presidente
della giunta parli di guerra fra bande: in questo modo non rispetta il suo ruolo
istituzionale ed evidenzia un nervosismo grave soprattutto per i riflessi che ha
sugli interessi dei correntisti». A questo punto del dibattito si è avuto un
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battibecco fra Melgrati e Burlando. Il primo ha sostenuto che il presidente della
giunta regionale ha convocato in consiglieri d’indirizzo della Fondazione
mentre non aveva diritto né titolo a farlo. Il presidente Burlando ha smentito
con decisione definendo tali affermazioni «falsità molto gravi». Melgrati ha
ribattuto che la cosa era stata pubblicata sui giornali e non smentita, ma
Burlando ha ribattuto che anche questo non era vero: «I giornali non hanno
mai scritto una cosa del genere e lei non può dire cose false su di me».
Melgrati ha proseguito: «Va bene, non avrà convocato direttamente i
consiglieri ma ha convocato gli enti che li nominano. In ogni caso le
responsabilità della politica nella crisi Carige sono evidenti come è evidente
che il nervosismo di Burlando tradisce il fatto che la situazione gli sta
sfuggendo di mano e non riesce a completare il suo disegno: in Regione è
riuscito ad eliminare scientemente due vicepresidenti dell’Idv e un presidente
Udc e piazzare al loro posto uomini del Pd a lei fedeli. Ma questo, se rafforza
la presenza del Pd, dimostra che il suo progetto di potere per la Liguria è fallito
miseramente e che le larghe intese che ne erano alla base sono venute meno.
La cosa che dispiace di più è che Burlando non ha difeso i suoi uomini e le sue
donne dal linciaggio morale portato avanti dal principale giornale ligure: ha
spinto perché si dimettessero dal loro incarico, ha forzato quelle dimissioni ben
sapendo che mediaticamente valgono come un’ammissione di colpevolezza» .
Edoardo Rixi (Lega Nord - Liguria Padania): «Con la recente nomina
dell’amministratore delegato la Carige è nelle condizioni di essere risanata
secondo le indicazione della Banca d’Italia. Una volta messa in sicurezza la
Banca, un gruppo di consiglieri del consiglio di indirizzo della Fondazione ha
posto la questione del presidente della Fondazione imputandogli la
responsabilità delle scelte strategiche compiute negli ultimi anni. A suffragare
tale richiesta è intervenuta anche la lettera del ministro dell’Economia che,
dietro la richiesta di informazioni e chiarimenti, contestava la recente gestione
della Fondazione. Del resto il presidente della Fondazione, fin dal suo
insediamento, ha perseguito l’obiettivo a ogni costo di conservare il controllo
maggioritario della Carige sacrificando le erogazioni sul territorio,
sottoscrivendo aumenti di capitale della banca, indebitando la Fondazione,
concentrando tutto il patrimonio in un solo asset: la banca Carige stessa. Di
fatto il patrimonio della Fondazione si è continuamente depauperato mentre
alle segnalazioni che venivano dalla maggioranza del Consiglio d’indirizzo si
rispondeva con una totale chiusura. Il risultato è che la Fondazione Carige è,
insieme a quella di Siena, l’unica fondazione bancaria che detiene una quota
maggioritaria 47% della banca: tutte le altre hanno fatto una politica di
diversificazione delle partecipazioni. Il fine delle Fondazioni è erogare risorse a
favore del territorio: la gestione Repetto, invece, ha confuso fini e mezzi: il
controllo della Banca Carige è diventato il fine ultimo della Fondazione e non il
mezzo per operare». Rixi quindi è passato a illustrare la situazione
patrimoniale della Fondazione Carige: «A fine 2012 il patrimonio era di poco
superiore al miliardo di euro considerando un valore di ogni azione Carige di
1,35 euro. Attualmente però la quotazione del titolo è di 0,55 euro ad azione.
Quindi il capitale della Fondazione è sceso di 750 milioni di euro rispetto a
quanto indicato nel bilancio: vale cioè 250 milioni, mentre quando Repetto
divenne presidente il patrimonio della Fondazione era di oltre 800 milioni. Ciò
significa che la gestione Repetto ha depauperato in modo drammatico il
patrimonio della Fondazione. Inoltre all’indebitamento della Fondazione, che a
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fine 2012 era di 125 milioni, si è aggiunto il fido con Banca Carige di 80 milioni.
Essendo il fido totalmente inutilizzato, la Fondazione non è in grado di pagare
le erogazioni già deliberate e le spese correnti. La gestione Repetto – ha
aggiunto Rixi – ha pregiudicato la capacità della Fondazione di effettuare
erogazioni sul territorio nei prossimi anni e, dato che la Banca non sarà in
grado di pagare dividendi, la Fondazione non avrà altre forme di entrata». Rixi
ha chiamato «operazioni scellerate» le erogazioni di risorse fatte nella zona del
basso alessandrino «penalizzando il sistema socio sanitario ligure e la stessa
Regione Liguria che riceveva sostegni per il proprio sistema sanitario».
Secondo Rixi però le persone che governavano la Fondazione e la Banca
«non erano impazzite: dietro di loro c’era la politica. E la politica vuole rientrare
pesantemente in gioco: si fa il nome di Pericu che non è certamente un tecnico
in materia finanziaria. L’obiettivo è di controllare la banca, io queste continue
pressioni non le condivido: se si sceglie politicamente, come nel caso del
cavalier Repetto, si continua a sbagliare».
Luigi Morgillo (Pdl) «Forse è vero che il presidente Burlando non convocava i
singoli membri del Consiglio di indirizzo, di sicuro convocava gli enti che
avevano diritto di nomina. Non mi pare che la Regione abbia questo fra le sue
competenze. A me l’azione di Burlando è apparsa un’invasione di campo: nel
momento in cui si creava un vuoto, che aveva anche carattere politico perché i
partiti hanno sempre avuto un ruolo nella nomina dei vertici, Burlando ha
voluto lanciar un’opa per occupare quello spazio. Burlando ha espresso tutta la
sua preoccupazione per quello che poteva accadere. Di fatto però il
management che è uscito dalla crisi è buono e vediamo un segnale di luce.
Della Fondazione stiamo parlando troppo: a me interessa il futuro della Carige,
che è la banca dei liguri. L’organo di stampa principale della Liguria che
magnificava il presidente Berneschi ora vuol fare il moralizzatore. Fare i
moralizzatori è giusto, ma prima dobbiamo riconoscere che questa persona ha
portato la banca ad esser una delle protagonista dell’economia nazionale.
Sono stati commessi dei reati? Quando la magistratura lo proverà ne
discuteremo. Io oggi voglio valutare i risultati: senza mamma banca Carige
tante cose in Liguria non si sarebbero potute fare. Sono stati tenuti
comportamenti disinvolti e sbagliati? Se è così essi sono durati anni. E in
questi anni il presidente Burlando dov’era, cosa ha fatto?»
Roberto Bagnasco (Pdl) ha voluto «mettere alcuni puntini sulle i. Le
Fondazioni – ha spiegato - non sono sottoposte al controllo diretto degli enti
pubblici, sono istituzioni di diritto privato che operano nel sociale, non hanno
niente di pubblico se non quello di vedere nominati come membri del Consiglio
d’indirizzo personaggi appartenenti alla società civile. Sono nate dalla legge
218 /1990, ma l’attività di mutuo soccorso veniva fatta già 4 - 500 anni prima:
l’origine è nel Monte dei Pegni. In quanto alle Casse di risparmio, esse hanno
fatto sempre fatto attività creditizia sul territorio spesso devolvendo gli utili in
beneficenza. La legge prevede una netta separazione di ruoli: le fondazioni
bancarie non ricevono fondi dagli enti pubblici e, né lo Stato né le Regioni,
possono essere considerati loro azioniste. Più le forze politiche stanno lontane
da questo mondo e meglio è per tutti. Burlando ha fatto un intervento legittimo
ma inopportuno e intempestivo: è intervenuto in un momento delicato e non ha
portato nessun tipo di aiuto alla soluzione dei problemi, mentre il suo intervento
ha avuto riflessi sull’economia regionale. Ricordo Berneschi è stato un grande
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presidente di una banca, che era piccola banca comunale ed è diventata una
delle più grandi banche italiane».
Antonino Miceli (capogruppo del Pd) ha auspicato che nella discussione di
Carige e Fondazione si usino toni pacati e sereni. «Le comunicazioni del
presidente Claudio Burlando ponevano il problema di quale assetto migliore si
potesse dare a una banca che deve essere ricapitalizzata con 800 milioni di
euro e sulla quale pendono sofferenze di tipo assicurativo per 750 milioni. Il
tema è come evitare che in questo quadro di difficoltà gli scontri di potere
possano produrre altri danni. Qualcuno ha criticato espressioni come guerra fra
bande e duello rusticano, ma il clima che si respirava era assai difficile e
acceso: basti ricordare che l’antagonista del presidente della Fondazione ha
dichiarato al Secolo XIX di aver goduto per le dimissioni di Repetto. Dunque, se
qualche elemento di eccesso in questa disputa c’è stato, esso non può essere
imputato a Burlando e a Paita. La situazione era grave e l’intervento di Burlando
esprimeva la grande preoccupazione che molti sentivano in Liguria. Nel
frattempo un nuovo amministratore delegato è stato nominato e i duelli rusticani
sono parzialmente alle nostre spalle. Oggi il tema è diventato: quanto sia lecito
e opportuno che la politica intervenga per formare un Consiglio di indirizzo di
altissimo profilo. La verità è che non c’è stato alcun contatto con i membri
dell’attuale Consiglio d’indirizzo e non c’è stata alcuna invasione di campo
politica da parte della Regione e del Comune di Genova. Ma credo sia giusto
che gli enti che nominano i membri del Consiglio d’indirizzo possano incontrarsi
per alzare il livello di competenze presenti in tale organismo, che deve vedere
uomini con un curriculum prestigioso perché di fatto controlla il principale
azionista della banca stessa. Una banca che ha un ruolo importante per
l’economia ligure e con 6000 dipendenti. E quando parlo di scegliere fra
curricula di altissimo profilo penso al loro profilo professionale non ai legami
politici».
Lorenzo Pellerano (Liste Biasotti) si è detto «infastidito quando il nome di
Roberto Cingolani direttore dell’IIt sia stato associato a schieramenti politici» e
ha ribadito che quando Berlusconi è intervenuto sulla Liguria lo ha sempre fatto
con coerenza e serietà. «Non condivido il fatto che ogni volta che si nomina una
persona di valore gli si debba dare una connotazione politica. Le bande e le
cordate a Genova ci sono sempre state, così come gli interessi politici e questi
ultimi hanno influito sulla crisi di banca Carige. Ognuno quindi si prenda le
proprie responsabilità per il passato, si faccia davvero chiarezza e poi e si
decida di cambiare e di fare pulizia. Oggi le cose sono precipitate ma prima tutti
sapevano, solo che se ne parlava di nascosto nei corridoi e nelle riunioni
riservate».
Raffaella Della Bianca (Gruppo misto–Riformisti italiani): «Vorrei iniziare
questo mio intervento con una citazione del Duemila. L’allora ministro Tremonti
disse che le banche devono stare sul mercato e deve esserci una distinzione
netta con le Fondazioni e, quindi, tra attività commerciali e funzioni istituzionali.
Questa convinzione costò cara a Tremonti». Il consigliere ha continuato: «La
vicenda Carige, di cui stiamo discutendo questa mattina non è stata
semplicemente determinata da una questione di potere, ma da un fatto
concreto. Dal primo gennaio del prossimo anno la Bce sarà tenuta a
controllare la Banca d’Italia che, quindi, non vuole cenere sotto il tappeto. La
situazione è esplosa, ma i fatti si protraggono da anni. Il sistema è impazzito.
Burlando deve porsi degli interrogativi e, soprattutto, deve darsi delle risposte.
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La politica non può delegare al potere giudiziario l’intervento che lei stessa
deve fare. Altrimenti questo Paese non va da nessuna parte. Così non ha
futuro. Bisogna ricominciare a dettare le regole. Io non mi scandalizzerei se la
banca fosse partecipata anche da persone che non stanno sul nostro territorio
.Ma, lo ripeto, serve la capacità di dare regolare per tutelare la banca, per
tutelare i correntisti e le aziende. E’ necessario un dibattito serio sul sistema
bancario impazzito. Ne va del futuro nostro e dell’intero paese».
Il presidente della giunta Claudio Burlando, alla fine del dibattito, ha replicato
agli interventi dei consiglieri: «Faccio una battuta al consigliere Pellerano - ha
esordito - le personalità di rilievo come Cingolani non vanno preservate, vanno
spese, da tutti». Ha quindi aggiunto: «Devo rispondere sostanzialmente a due
domande. Una me l’ha posta il consigliere Morgillo: dov’era lei? Un uomo delle
Istituzioni quando sente che le cose non vanno deve rivolgersi agli organismi di
vigilanza, cosa che io ho fatto dall'inizio del mio primo mandato. Naturalmente
questi organismi dialogano con le Istituzioni, ma non lo fanno con conferenze
pubbliche, con conferenze stampa o con modalità che si possono raccontare
alla stampa. Fin dai tempi dell'indagine del “Corriere della Sera” su Banca
Carige ho espresso preoccupazione, ho chiesto una valutazione, rivolgendomi
alle massime autorità che potessero intervenire. Alla domanda, invece, cosa
deve fare un Presidente di Regione, c’è una contraddizione tra “dovevi fare” e
“non te ne devi occupare”. Mettetevi d’accordo – ha replicato rivolgendosi ai
consiglieri di minoranza - È evidente che non si può intervenire direttamente,
non si può cioè scegliere il “management” o il “manager” e così via, tuttavia un
Presidente di Regione o un Sindaco deve scegliere i canali giusti per dire
qualcosa. Le segnalazioni e le mie preoccupazioni, quindi, le ho espresse sei
anni fa, non oggi, e nei modi dovuti naturalmente».
Rispetto alle contestazioni di Melgrati Burlando ha replicato: «Io non ho
convocato nessuno, ho chiamato per telefono il cardinale Bagnasco, il vescovo
Oliveri, il vescovo Careggio, il presidente Sappa, il commissario Fossati, il
sindaco Doria, il sindaco Capacci, i presidenti della Camera di Commercio
Odone, Pasquale e Amadeo e ho loro chiesto se noi di fronte alla situazione
pensavamo di fare qualcosa». Dopo aver riassunto la vicenda Carige, Burlando
ha ripreso: «Tutte le persone hanno risposto che sarebbe stato utile vederci per
condividere una riflessione e la preoccupazione. Ci siamo visti e queste
persone mi hanno incaricato in modo unanime di fare un intervento con la
stampa, che ha avuto un “focus”, quello di separare le vicende della
Fondazione da quelle della Banca, garantendo sostanzialmente, per ciò che
potevano garantire questi enti, fiducia, al nuovo “management” della banca che
in qualche modo fosse, come dire, supportato, titolato, confortato, incoraggiato
a non dimettersi anche in caso di sfiducia al Presidente della Fondazione, cosa
che ha fatto – penso di poterlo dire –, analogamente, anche Bankitalia. A me
pare che l’intervento sia servito perché è servito molto aver separato, in quel
passaggio così complicato, le sorti della banca da quelle della Fondazione,
lasciando la banca libera di andare avanti».
«Le condizioni della banca – ha dichiarato Burlando - rimangono comunque
difficili, ma abbiano un nuovo manager stimato da tutti e scelto con logiche
assolutamente manageriali: a me pare che sia un passo avanti». Burlando ha
quindi ribadito di non aver convocato nessun consigliere d'amministrazione,
neanche quello designato a rappresentare la Regione al consiglio d’indirizzo. E
ha aggiunto: «Ho detto innanzitutto che quell’iniziativa (la sfiducia a Repetto,
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ndr) in un momento in cui non era in sicurezza la banca era intempestiva e
pericolosa. E lo confermo. E che c'era in atto una guerra tra bande. E lo
confermo. Anche questo è un mio giudizio. La politica, quindi, deve
preoccuparsi quando un sistema si sfascia e questo sistema qui rischia di
sfasciarsi. Se non lo avessi fatto, mi avreste dovuto criticare. Spero - ha
aggiunto - che si faccia un consiglio d'amministrazione di alto livello perché
quel presidente del consiglio d’amministrazione deve andare a interloquire con
la Banca d'Italia. Posso auspicare che ci siano due o tre competitor di alto livello
in campo finanziario ed economico».
«Ribadisco che, o si fa un Consiglio che in un momento così grave risponda
alle esigenze della Liguria, o altrimenti io me ne sto veramente fuori. A me pare
che da un Consiglio regionale che ha affrontato una discussione aspra, ma tutto
sommato seria, dovrebbe uscire un'idea, in un momento in cui noi ci giochiamo
tanto. Penso che sia giusto auspicare che questo Consiglio sia fatto per
competenza, e non per appartenenza. Spero - ha concluso - di poter
interpretare anche voi in questa affermazione. Mi sembrerebbe una cosa
ragionevole. Mi sembra anche che una discussione fatta così in questo
Consiglio alla fine possa stimolare un processo serio e trasparente».
Spiagge libere, rifinanziare le opere che agevolano l’ingresso dei disabili
E’ stato approvato con 32 voti a favore e un astenuto (Roberto Bagnasco del
Pdl) l’ordine del giorno, il cui primo firmatario è Giacomo Conti (Federazione
della sinistra –Rifondazione) e sottoscritto anche da consiglieri di
maggioranza e minoranza, che “impegna la giunta a prevedere nel prossimo
bilancio adeguate risorse per il finanziamento complessivo della Legge
regionale 13 del 2008 e in particolare per quanto riguarda la realizzazione di
strutture per agevolare il raggiungimento della spiaggia ai soggetti con ridotte
capacità motorie”. Nel documento Conti ricorda la legge regionale 13 sulle
norme per il miglioramento della fruizione delle spiagge libere e della sicurezza
della balneazione, che prevede all’articolo 3 contributi ai Comuni costieri per
realizzare strutture mobili e fisse per agevolare l’ingresso ai soggetti con ridotte
capacità motorie. Sottolinea, inoltre, che negli ultimi due anni il capitolo di
bilancio relativo al finanziamento dell’articolo 3 non è stato finanziato e
l’accesso “alla maggior parte delle spiagge libere in Liguria da parte di persone
con difficoltà motorie continua a essere particolarmente difficile se non
impossibile”. Nel documento si ricorda, infine, che la Regione Liguria ha aderito
al progetto Bandiere Lilla, rivolto ai Comuni attenti alle esigenze delle persone
disabili.
“Modifiche alla legge regionale 6 giugno 2008,n 13 (Norme dirette al
miglioramento della fruizione delle spiagge libere e della sicurezza della
balneazione)”.
E’ stato approvato all’unanimità il disegno di legge 210 “Modifiche alla legge
regionale 6 giugno 2008, n 13 (Norme dirette al miglioramento della fruizione
delle spiagge libere e della sicurezza della balneazione)”.
Il provvedimento, che riguarda i contributi regionali erogati ai Comuni per
contribuire a garantire la sicurezza, la pulizia e l’accesso agevolato ai disabili
delle spiagge libere, si pone due obbiettivi: ampliare il numero di
amministrazioni che possono accedere ai fondi e premiare la virtuosità delle
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amministrazioni che garantiscono il maggior numero di spiagge non a
pagamento.
Il provvedimento, dunque, aumenta il budget minimo disponibile, in modo tale
da allargare ad un numero maggiore di Comuni il finanziamento, e alza dal
25% al 30% la quota minima di spiagge libere necessaria per garantire la
copertura da parte della Regione del 40% delle spese sostenute dai Comuni
per effettuare la manutenzione delle spiagge.
La legge, infine, prevede la cumulabilità dei finanziamenti per i tre tipi diversi di
intervento: sicurezza, pulizia e accesso agevolato ai disabili
Modifiche alla legge regionale 16 gennaio 2007 n. 2 “Promozione sviluppo,
valorizzazione della ricerca, dell’innovazione e delle attività universitarie e
di alta formazione
All’unanimità è stato approvato il disegno di legge 299 “Modifiche alla legge
regionale 16 gennaio 2007 n. 2 “Promozione sviluppo, valorizzazione della
ricerca, dell’innovazione e delle attività universitarie e di alta formazione”.
Il provvedimento, alla luce dei recenti orientamenti comunitari e nazionali in
materia di politiche a supporto della ricerca, aggiorna le finalità della legge
regionale n. 2/2007, con particolare riferimento alla necessità di favorire lo
sviluppo e il consolidamento di aggregazioni tra grandi imprese, piccole medie
imprese e organismi di ricerca. Inoltre, per rendere il Fondo istituito con
l’articolo 16 maggiormente fruibile da parte delle imprese, ne modifica la natura
consentendo l’erogazione delle agevolazioni sia sotto forma di prestito
rimborsabile a tasso agevolato sia sotto forma di contributo a fondo perduto.
Infine la legge prende atto delle modificazioni intervenute dal 2007 ad oggi
relativamente ai soggetti che compongono il Sistema regionale della ricerca
apportando le necessarie modifiche e/o integrazioni e valorizza il ruolo
consultivo del Comitato di indirizzo nelle fasi rilevanti del processo di
programmazione e monitoraggio nelle materie oggetto della legge stessa.
Lorenzo Pellerano (Liste civiche per Biasotti presidente) ha annunciato il
voto favorevole del suo gruppo, chiarendo: «L’assessore competente, durante
l’esame della legge, si è impegnato ad approfondire alcuni temi legati alle
aziende, in particolare l’incubatore di imprese ed il sostegno alle aziende. Il
nostro voto favorevole, quindi, fa seguito a questo impegno»
Approvata la legge per sviluppare l’agricoltura sociale a favore delle
fasce deboli
All’unanimità è stata approvato il disegno di legge 300 ”Disposizione in
materia di agricoltura sociale”. In Liguria l’agricoltura diverrà uno strumento per
realizzare interventi e servizi a carattere sociale come l’inclusione e
l’inserimento lavorativo di soggetti svantaggiati e fragili: disabili, carcerati e più
in generale per tutte le fasce socialmente deboli. È questo l’obiettivo del
disegno di legge “Disposizioni in materia di Agricoltura Sociale” approvato oggi
con voto unanime dal Consiglio regionale. Oltre a perseguire queste finalità
prettamente sociali, la legge favorisce lo sviluppo dei prodotti locali e lo
svolgimento di percorsi di inserimento socio-lavorativi attraverso assunzioni,
tirocini formativi, formazione sul luogo di lavoro con l’obiettivo di creare nuove
opportunità di occupazione e di reddito nelle zone rurali.
Strumenti individuati sono le Aziende agricole sociali, gli orti sociali e la
terapia con gli animali (pet therapy). Le Aziende svolgeranno attività sociali
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e socio-sanitarie ma l’attività agricola dovrà comunque rimanere prevalente: il
tempo impegnato nell’attività agricola da parte dell’imprenditore agricolo dovrà
quindi essere superiore a quello necessario per lo svolgimento dell’attività
sociale. Le Aziende agricole sociali potranno inoltre garantire l’ospitalità, anche
a carattere ludico e ricreativo, per garantire i bisogni propri delle diverse fasce
deboli.
Nelle
Aziende
lavoreranno
gli
specialisti
denominati
Operatori
dell’Agricoltura Sociale preposti alla gestione dei servizi e delle prestazioni.
Per ottenere il riconoscimento di Azienda Agricola Sociale, l’impresa dovrà
adottare e presentare alla Regione Liguria un Piano delle Attività Agricole
Sociali, svolgere attività socio-educativa e di socializzazione a favore di
soggetti con fragilità sociale; sostenere il reinserimento sociale di persone in
condizione di fragilità sociale; realizzare le attività alternative promosse dagli
istituti penitenziari e previste dalle norme sull'ordinamento penitenziario e
sull'esecuzione delle misure privative e limitative della libertà. Il piano, che
potrà essere realizzato in raccordo con le istituzioni territoriali in ambito
sociale, dovrà specificare modalità e strumenti con i quali l’azienda intende
organizzare ed integrare specifiche attività sociali nell’ambito della propria
attività. La Regione istituirà un registro regionale al quale le aziende agricole
dovranno essere iscritte. La Giunta regionale approverà apposite Linee guida
per definire i requisiti delle Aziende agricole sociali e delle relative strutture
aziendali, i requisiti degli operatori dell’Agricoltura sociale; le tipologie dei
servizi previsti; le attività di formazione rivolte anche agli imprenditori agricoli,
ai coadiuvanti familiari e ai lavoratori dipendenti.
La Regione, nell’ambito delle proprie attività promozionali, valorizzerà le
Aziende agricole sociali, i loro prodotti e i servizi da esse offerti anche
attraverso circuiti turistici compatibili e interventi volti a sostenere la “filiera
corta”. Le Aziende agricole sociali avranno priorità nell’affidamento dei beni
pubblici regionali e dei patrimoni a destinazione agricola o forestale confiscati
alla criminalità organizzata e trasferiti al patrimonio di Regione, Province e
Comuni.
Gino Garibaldi (Pdl), intervenendo sulla legge, ha detto: «L’agricoltura in
questo momento è un argomento di natura sociale. Questa legge verte sul
recupero dei terreni incolti e rappresenta uno dei passaggi doverosi da fare per
andare a risolvere questioni legate alla nostra terra. Lo ripeto: l’agricoltura ha
una valenza sociale. Bisogna attivarsi in ogni modo contro l’abbandono dei
boschi, anche con altre leggi. Lo stesso presidente della giunta, Claudio
Burlando, ha inserito nel suo programma di lavoro l’agricoltura ed il recupero
boschivo. Non bisogna trascurare questi settori».
Cardiochirurgia San Martino Genova e Villa Azzurra Rapallo
Ezio Armando Capurro (Noi con Claudio Burlando) ha presentato
un’interrogazione alla giunta per conoscere il numero degli interventi di
cardiochirurgia effettuati rispettivamente al San Martino di Genova e a Villa
Azzurra di Rapallo nel periodo compreso tra il 1° gennaio 2013 e il 30 aprile
2013; il 1° gennaio 2013 e il 31 maggio 2013; il 1° gennaio 2013 e il 30 giugno
2013 e per i periodi compresi tra il 1° gennaio 2011 e il 30 aprile 2011; il 1°
gennaio 2011 e il 31 maggio 2011; il 1° gennaio 2011 e il 30 giugno 2011; il 1°
gennaio 2011 e il 31 dicembre 2011; il 1° gennaio 2012 e il 30 aprile 2012; il 1°
gennaio 2012 e il 31 maggio 2012; il 1° gennaio 2012 e il 30 giugno 2012; il 1°
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gennaio 2012 e il 31 dicembre 2012. Capurro, infine, a domandato il numero dei
pazienti ricoverati in altre regioni per interventi di cardiochirurgia riferiti all’anno
2011/2012 ed al primo semestre 2013.
Il consigliere ha rilevato che nei giorni scorsi alcuni articoli di stampa
evidenziavano una costante fuga di pazienti verso altre regioni per quanto
riguarda l’ attività di cardiochirurgia e ha sottolineato: «Le tariffe praticate dalle
altre Regioni, oltre risultare più elevate rispetto a quelle della Liguria,
comportano un aumento nei costi che finisce per incidere pesantemente sul
bilancio della sanità ligure. Le due strutture in oggetto, vista la professionalità
del personale impiegato, dovrebbero quindi garantire identici servizi, a fronte di
minori costi, a quelli svolti nelle altre regioni».
Per la giunta ha risposto l’assessore alla salute, Claudio Montaldo:
«Quest’anno Villa Azzurra ha un trend migliore rispetto al precedente, anche in
virtù dell’accordo che era stato firmato e che prevedeva una parte incentivante
per il recupero delle fughe. Credo che nella nostra regione occorra lavorare per
continuare ad avere queste due strutture. Bisogna lavorare per implementare il
San Martino e nel contempo conservare e sviluppare l’attività di Villa Azzurra,
anche perché con il solo nosocomio non saremo certo autosufficienti in tempi
ravvicinati. A fine anno ci sarà la verifica della convenzione con Villa Azzurra,
oramai in scadenza Stiamo verificando la possibilità di rinnovo con una
convenzione che non si limiti al prossimo anno, ma con tempi più lunghi, che
consentano alla struttura di stabilire investimenti per migliorare la sua attività.
Già sono stati fatti dei miglioramenti ed introdotte alcune innovazioni. La
struttura ha intenzione, in particolare, di migliorare ancora la parte del blocco
operatorio. Per quanto riguarda San Martino, dobbiamo lavorare sul
potenziamento delle risorse umane e sull’organizzazione dal punto di vista delle
risorse tecniche. Continuano ad esserci ancora fughe fuori regione. Ma per
contrastarle non escludo che nell’ambito di questi due poli si possa rafforzare la
collaborazione con soggetti portatori di altre realtà e stabilire relazioni
proficue».
Capurro ha chiesto di essere tenuto al corrente della situazione.
Gara ciclistica “Giro dell’Appennino”
Edoardo Rixi ( Lega Nord Liguria-Padania), ha illustrato un’interrogazione
sottoscritta anche da Francesco Bruzzone e Maurizio Torterolo, sulla corsa
ciclistica dell’Appennino che avrebbe dovuto svolgersi il 14 aprile scorso, ma in
quel giorno era in programma il derby Genoa-Sampdoria e, secondo quando
riportato dal consigliere, «a Pontedecimo avevano chiesto di spostare tutto al
15 settembre, guadagnando così settimane preziose per trovare tutte le risorse
economiche indispensabili per organizzare l’evento». Rixi ha sottolineato che
l’unione Ciclistica internazionale aveva messo in calendario il “Giro
dell’Appennino” per il 14 luglio, ma le risorse disponibili non sarebbero
sufficienti per sostenere il passaggio della manifestazione dalla Liguria: in tal
modo la nostra regione, quindi, oltre al “Giro d’Italia”, perderebbe anche il “Giro
dell’Appennino”, la seconda gara ciclistica più importante del Paese. Rixi ha
chiesto pertanto alla giunta come la Regione Liguria intenda venire incontro alle
richieste della società organizzatrice, la “U.S Pontedecimo” , trovando le
risorse necessarie per salvare l’appuntamento. In aula Rixi ha chiarito che,
grazie all’intervento dell’assessore allo sport, Matteo Rossi, l’edizione 2013 si è
svolta e ha chiesto di affrontare la questione relativa a regolare svolgimento
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dell’evento nell’edizione 2014: «E’ importante parlarne ora, per dare certezza a
questo evento: non arriviamo all’ultimo momento senza nulla di concreto».
Per la giunta ha risposto l’assessore allo sport, Matteo Rossi: «Questa
manifestazione ha un ruolo importante nel ciclismo nazionale e internazionale.
Fa parte della nostra tradizione. Il ciclismo, infatti, è uno sport che appassiona
tantissimi cittadini. Nel 2013 la gara è stata inserita nei grandi eventi, in quanto
ventesimo trofeo della Regione Liguria. Per quanto riguarda il 2014 abbiamo già
convocato il tavolo con Comune, Municipio, Unione sportiva Pontedecimo e
Anpi. Si vorrebbe riportare l’arrivo nel centro cittadino, in occasione del
settantacinquesimo giro dell’Appennino e nella commemorazione del
settantesimo anniversario dell’ eccidio della Bendicta».
Rixi ha ringraziato l’assessore e ha manifestato la volontà di seguire da vicino
l’organizzazione dell’evento. Ha quindi auspicato che quest’anno il Comune
dimostri una maggiore sensibilità in merito allo svolgimento della
manifestazione.
Bonifica della discarica di Lavagnin a Pontivrea
Marco Melgrati (Pdl) con un’interrogazione ha evidenziato che una vera e
propria “bomba ad orologeria” dorme sottoterra, vicino alle case degli abitanti di
Pontivrea. Si tratta della “Fossa di Lavagnin” , una vecchia cava di asbesto,
che, una volta cessate le produzioni di materiali isolanti contenenti amianto, era
stata chiusa, per essere poi utilizzata come discarica di inerti evitando così che
l’amianto restasse all’aria aperta e, al tempo stesso vi venissero stoccati scarti
non pericolosi della produzione industriale. Un nutrito gruppo di abitanti
denunciò, però, insieme al sindaco il sospetto che il sottosuolo fosse da tempo
saturo di biogas, formatosi con la decomposizione di rifiuti non ben identificati.
Melgrati ha ricordato che dopo l’approvazione all’unanimità di un ordine del
giorno da parte del Consiglio regionale, avvenuta il 3 marzo 2009, il sindaco di
Pontivrea aveva chiesto più volte che la Regione si facesse carico di imporre
alla ditta di smaltire presso una discarica autorizzata il materiale presente nel
sito, tenendo conto che erano state intaccate anche le falde acquifere che
sfociano nel torrente Erro, dal qual attinge l’intera vallata. Il consigliere ha
chiesto, pertanto, alla giunta se abbia intenzione di procedere al sollecito
smaltimento dei rifiuti e provvedere, quindi, a questa necessaria ed urgente
bonifica del territorio.
Per la giunta ha risposto l’assessore alle attività produttive, Renzo
Guccinelli: «L’attività di cava è da tempo sospesa e, quindi, l’intervento si
prefiggeva di effettuare un recupero ambientale del sito, con l’apporto di
materiale idoneo. Con il primo di questi interventi si era previsto di portare fango
di cantiere e inerti, Il provvedimento di variante adottato nel 2009, prevede
invece che vengano abbancati solo materiali inerti e non fanghi, come invece
era previsto in precedenza. Nel 2008, a seguito della richiesta di Regione ad
Arpal di effettuare verifiche, è emerso che la miscelazione dei materiali non era
stata eseguita secondo la prescrizione del primo provvedimento e, quindi, è
stata inoltrata notizia di reato alla procura. La miscelazione in quantità non
corrette ha dato origine ai biogas ed è quindi iniziata un’attenta attività di
monitoraggio da parte di Arpal . Il biogas è adesso in fase calante. L’intervento
per la messa in sicurezza non prevede, però, l’asportazione di materiale, ma la
miscelazione in loco. La concentrazione di biogas è prossima allo zero. Gli
interventi dovrebbero, quindi, risolvere la criticità».
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Melgrati si è dichiarato parzialmente soddisfatto e ha auspicato un confronto
tra assessore e sindaco per dare risposte certe. «Nulla ha detto l’ assessore –
ha concluso - delle possibili infiltrazioni».
Sostenere il Governo per il rientro dei due marò in prigione in India
E’ stato approvato all’unanimità un ordine del giorno, primo firmatario Roberto
Bagnasco (Pdl) e sottoscritto da consiglieri di maggioranza minoranza, che
impegna la giunta “a sostenere l’azione del governo italiano impegnato in tutte
le sue articolazioni per chiarire e risolvere la vicenda dei due marò attualmente
detenuti in India e promuovere ogni attività di sostegno e solidarietà in favore
dei due connazionali”. Nel documento si ricorda che Massimiliano Latorre e
Salvatore Girone sono trattenuti in India da 600 giorni con l’accusa di avere
ucciso due pescatori del posto scambiandoli per pirati e si esprime
“ammirazione per la straordinaria dignità che sta caratterizzando il
comportamento di questi nostri compatrioti e la massima solidarietà alle famiglie
sottoposte ad una dura e angosciosa prova”.
No ai tagli dei treni fra Piemonte e ponente ligure
E’ stato approvato all’unanimità un ordine del giorno, primo firmatario Sergio
Scibilia (Pd) e sottoscritto da consiglieri di maggioranza e minoranza, sui
riduzione di convogli decisa dal Piemonte sulla linea ferroviaria TorinoVentimiglia e Cuneo-Taggia. Il documento impegna la giunta a “ricercare un
accordo con il presidente della Regione Piemonte per conseguire una
rimodulazione dei servizi ferroviari interregionali di rispettiva competenza che
garantisca il diritto alla mobilità pubblica per i pendolari dei territori più disagiati,
a rivedere il piano di riduzione dei collegamenti ferroviari interregionali in
accordo con gli enti locali e le associazioni dei pendolari interessati, sulla base
di dati oggettivi riferiti al cadenzamento dei treni e al flusso di utenza
interessato, a intervenire presso il governo nazionale per ridiscutere e
aggiornare l’Accordo di Tivoli per definire nuovi equilibri fra le diverse regioni e
la revisione della convenzione Italo-francese per la linea Ventimiglia-Cuneo”
Impedire la chiusura del mulino della Agnesi
E’ stato approvato all’unanimità un ordine del giorno, primi firmatari Sergio
Scibilia e Giancarlo Manti (Pd) e sottoscritto da consiglieri di maggioranza e
minoranza, che impegna la giunta “a intervenire presso la ditta Colussi,
proprietaria del marchio Agnesi, allo scopo di scongiurare l’annunciata chiusura
del mulino con la messa in mobilità di 32 lavoratori, a costituire un tavolo
tecnico con proprietà, istituzioni e sindacati per studiare e concordare possibili
soluzioni alternative alla chiusura del mulino e garantire livello occupazionale e
attività della fabbrica riguardante gli altri reparti, quali pastificio e
confezionamento, a farsi portavoce nei confronti dell’azienda dello sconcerto,
manifestato dal sistema produttivo del Ponente ligure, dalle istituzioni e dalle
parti sociali che tale decisione comporta, preoccupati che l’eventuale chiusura
del mulino non sia altro che il primo atto di smantellamento dell’intero impianto”
Riconoscere l’autonomia finanziaria dei porti nella riforma europea
E’ stato approvato all’unanimità un ordine del giorno, primo firmatario Edoardo
Rixi (Lega Nord Liguria-Padania) e sottoscritto da consiglieri di maggioranza
e minoranza, sulla riforma europea dei porti che impegna la giunta ad attivarsi
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presso le istituzioni europee affinché sia ricompresa fra i principi fondanti della
proposta di regolamento del parlamento Europeo e del Consiglio la seguente
osservazione: “Nell’interesse di una maggiore trasparenza finanziaria, garantita
da una più stretta coniugazione fra le modalità di raccolta delle risorse e i centri
di spesa, l’ente di gestione del porto dovrebbe avere la facoltà di disporre di
risorse proprie da reperire in base al volume di traffico prodotto dal porto
stesso. Le risorse proprie sono considerabili come quote del gettito fiscale
generato dall’attività dei traffici commerciali ivi sviluppati, oltre ad introiti tipici
delle pratiche portuali”
Assenti: nessun consigliere
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