1 Quoziente familiare
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1 Quoziente familiare
Quoziente familiare Nel corso dei dibattiti si sente molto spesso parlare di “quoziente familiare”, ma di cosa si tratta? Con questo termine ci si riferisce a una particolare modalità di tassazione del reddito delle persone fisiche. In Italia, la tassazione sui redditi delle persone fisiche è personale: l’IRPEF (imposta sul reddito delle persone fisiche) si calcola in riferimento ai redditi di ciascuna persona considerata come un autonomo soggetto di diritto. Tuttavia, non è sempre stato così; quando nel 1973 l’IRPEF è stata istituita il legislatore aveva adottato il meccanismo del cumulo obbligatorio dei redditi dei coniugi. Il regime del cumulo obbligatorio dei redditi consiste nel sommare i redditi di tutti i componenti il nucleo familiare e applicare le aliquote per determinare il debito dell’imposta. Avveniva così che i redditi della moglie e quelli dei figli minori conviventi venissero imputati al capofamiglia e si sommassero ai redditi di questi. In questo modo, si voleva tener conto della capacità contributiva dell’intero nucleo familiare, che si supponeva accresciuta per il fatto dalla presenza di più percettori di reddito. Nel 1975 in seguito alla riforma del diritto di famiglia1, vi fu la necessità di adeguare la normativa fiscale ai nuovi principi del codice civile. Pertanto, venne dapprima affermata l’autonomia soggettiva tributaria dei coniugi2: cioè che ogni soggetto (anche se sposato) è un autonomo soggetto di diritto anche in campo tributario, In questa fase, stranamente, il legislatore non abrogò il regime dei cumulo dei redditi. Successivamente, la Corte Costituzionale dichiarò3 incostituzionale il regime del cumulo dei redditi, in quanto in contrasto con i principi di uguaglianza e di capacità contributiva. Infine, il legislatore affermò il principio secondo cui sono soggetti passivi IRPEF le singole persone fisiche che hanno la disponibilità dei redditi. Quindi il sistema di tassazione IRPEF attuale vige da circa 34 anni. In estrema sintesi: ogni persona ha la sua IRPEF. Questa viene calcolata applicando le relative aliquote (Tab 1) sul reddito complessivo (cioè sulla somma di tutti i redditi della singola persona) al netto degli oneri deducibili. (si veda in appendice l’approfondimento). Tab 1 Reddito imponibile fino a 15.000 oltre 15.000 e fino a 28.000 oltre 28.000 e fino a 55.000 oltre 55.000 e fino a 75.000 oltre 75000 Aliquota 23% 27% 38% 41% 43% Imposta dovuta 23% sull'intero importo 3.450 + 27% parte eccedente 15.000 6.960 + 38% parte eccedente 28.000 17.220 + 41% parte eccedente 55.000 25.420 + 43% parte eccedente 75.000 1 Legge 19 maggio 1975 n 151 Legge 1975 n 576 3 Sentenza della Corte Costituzionale del 15 luglio 1976 n 179 2 1 Poiché le aliquote sono progressive, cioè sono crescenti e si applicano per scaglioni di reddito, può accadere che due nuclei familiari, uno monoreddito e l’altro bireddito, a parità di reddito famigliare subiscano una diversa pressione fiscale. Ad esempio nel caso di reddito famigliare pari a 30.000 euro: nella famiglia monoreddito in cui vi è solo un percettore (il marito lavoratore dipendente con moglie e due figli a carico) l’IRPEF dovuta è pari a 5.010 euro, mentre nella famiglia bi-reddito in cui, ad esempio poniamo esservi marito e moglie entrambi lavoratori dipendenti (e due figli a carico) con reddito pari a 15.000 euro ciascuno, l’IRPEF complessivamente dovuta è pari a 2.842 euro. La causa principale dell’aggravio subito dalla famiglia monoreddito dipende proprio dal fatto che l’IRPEF è progressiva, pertanto sulla quota di reddito che supera i 15.000 euro il monoreddito subisce un prelievo del 27% per i primi 13.000 euro e del 38% per gli ultimi 2.000. Mentre nella famiglia bi-reddito l’aliquota applicata è pari al 23% per entrambi i coniugi. Ad aumentare l’aggravio concorre anche il particolare meccanismo di calcolo delle detrazioni IRPEF che sono decrescenti all’aumentare del reddito per cui la somma delle detrazioni IRPEF dei coniugi lavoranti è superiore a quella dell’unico percettore della famiglia mono-reddito. Il legislatore ha previsto una detrazione di imposta legata al fatto di avere il coniuge a carico, ma il suo ammontare non è sufficiente a riequilibrare la situazione. (in appendice un approfondimento sulla modalità di tassazione IRPEF in Italia). Proprio per porre rimedio a questa discriminazione gli stessi giudici della Corte di Cassazione4 avevano invitato il legislatore a introdurre un sistema di tassazione opzionale (cioè da adottare su libera scelta dei contribuenti) sia a prevedere una diversa gradualità delle detrazioni e degli oneri. Il meccanismo del “quoziente familiare” considerando la famiglia come un unico soggetto di diritto ai fini della tassazione personale evita questa discriminazione. Infatti consiste in estrema sintesi nel determinare il reddito della famiglia dividere lo stesso per il numero dei componenti, applicare le aliquote sul risultato ottenuto e moltiplicarlo per il numero dei famigliari. Ad esempio nel caso di famiglia composta da due coniugi l’applicazione del quoziente famigliare può essere declinata nelle seguenti fasi: - determinare il reddito famigliare corrispondente alla somma dei redditi dei due coniugi; - dividere il reddito famigliare per il numero dei componenti, (cioè, nel nostro caso, per due); - applicare a ciascuna delle parti ottenute, (cioè al risultato della divisione di cui al punto precedente) le aliquote IRPEF progressive; 4 Corte Costituzionale sentenza del 23 marzo 1983 n 76 2 - moltiplicare per il numero dei componenti il risultato di cui al punto precedente, nel nostro caso per due. Nell’applicazione del meccanismo si può prevedere di dare diverso peso ai componenti del nucleo familiare, ad esempio dando un valore pari a 1 per ciascuno dei coniugi e al primo figlio, mentre dare valore pari a 0,5 ai figli successivi al primo o agli altri componenti il nucleo familiare. Il quoziente famigliare consente di ottenere notevoli risparmi fiscali in quelle famiglie in cui vi sia una marcata diversità tra i redditi dei famigliari, ad esempio un reddito molto elevato e uno basso, vantaggio che viene ampliato nelle famiglia monoreddito. Nel 1990 con la legge 408/1990 il Governo era stato delegato a introdurre anche nel nostro ordinamento tributario il quoziente familiare concepito come un regime che le famiglie potevano adottare in alternativa alla tassazione deli singolo componente famigliare. Questa delega è rimasta lettera morta essendo scaduta nel 1992. Nel corso delle varie legislature si sono susseguite proposte di legge e richieste di applicazione del quoziente famigliare. In merito a possibili stime del relativo costo queste sono tra le più varie oscillando dai 3 miliardi sino ad arrivare ai 12,7 miliari di euro. In realtà, molto dipende dai concreti meccanismi applicativi, dai coefficienti che misurano il peso dei diversi componenti del nucleo famigliare, dalle aliquote applicate, oltre che dall’introduzione di una soglia massima di risparmio ottenibile. Infatti, non bisogna dimenticare che il quoziente famigliare tende a favorire le famiglie numerose, ma anche quelle in cui vi sono percettori con redditi elevati. Proprio per ridurre questo effetto si stabilisce una soglia massima di risparmio fiscale. In Francia esiste il quoziente familiare, per poter rendersi conto del concreto risparmio che può produrre, ma soprattutto della diversa tassazione IRPEF che subiscono le famiglie italiane l’Associazione Artigiani e Piccole Imprese Mestre CGIA ha effettuato alcune simulazioni che si ripropongono di seguito. Tab 2 Reddito (imponibile irpef) della famiglia Famiglia composta da marito e moglie e 2 figli a carico, i redditi sono da lavoro dipendente. 30.000 Francia Mono e Bireddito Totale Imposta personale Maggiore IRPEF in Italia 313 55.000 Italia Mono reddito Francia Bireddito 5.010 2.842 4.698 2.530 Mono e Bireddito 2.913 150.000 Italia Mono reddito Bireddito 15.989 10.530 13.076 7.618 Francia Mono e Bireddito 24.948 Italia Mono reddito Bireddito 57.670 50.331 32.722 25.383 Elaborazione: Ufficio Studi CGIA di Mestre 3 Con un reddito di 30.000 euro in Francia il carico fiscale annuo (indipendentemente dal fatto che la famiglia sia mono–reddito o bi-reddito) è di 313 euro. In Italia, invece se il nucleo familiare è mono-reddito il peso fiscale raggiunge i 5.010 euro, superiore di ben 4.698 euro rispetto a quello francese. Se invece i coniugi italiani lavorano entrambi, il peso delle tasse è di 2.842 euro, ancora superiore rispetto alla Francia: pagano 2.530 euro di tasse in più. La situazione non cambia al crescere di reddito, anzi le distanze tendono ad aumentare ancora di più a favore della famiglia francese. Così, con un reddito famigliare di 55.000 euro, in Francia la famiglia paga quasi 2.913 euro, mentre la famiglia italiana dove lavora solo uno dei due coniugi deve allo Stato ben 13.076 euro in più, per un esborso totale di quasi 16.000 euro, diversamente, la famiglia bireddito dove lavorano sia entrambi i coniugi subisce una maggiore pressione fiscale di circa 7.618 euro, pagando in tutto 10.530 euro. Infine, con un reddito di 150.000 euro i cugini transalpini pagano un’imposta di 24.948 euro, sulla famiglia italiana mono-reddito grava invece, un peso di 57.670 euro (si tratta di 32.722 euro in più), e su quella bi-reddito di 50.331 (un maggior versamento di 25.383 euro). Risulta evidente che il vantaggio aumenta al crescere dei redditi, per cui è necessario prevedere dei meccanismi che contengano i possibili risparmi rispetto alla tassazione ordinaria. Ovviamente il confronto Italia – Francia è qui limitato al prelievo IRPEF e non viene esteso a tutte le imposte o a quelle che in altre forme colpiscono la famiglia. In appendice si propongono due schede che illustrano come avviene il prelievo IRPEF in Italia e come funziona il quoziente famigliare in Francia. 4 APPENDICE IRPEF IN ITALIA L’IRPEF è la principale imposta diretta italiana. E’ dovuta dalle persone fisiche sulla totalità dei loro redditi5. Dal reddito complessivo è consentito dedurre alcuni specifici oneri (detti deducibili) pervenendo al reddito imponibile. Principali oneri deducibili Contributi consortili, assegni corrisposti al coniuge separato ad esclusione della parte destinata ai figli, spese mediche per invalidità o handicap, contributi previdenziali e assistenziali, contributi versati alle forme pensionistiche complementari, donazioni alle ONG, erogazioni liberali alla Chiesa cattolica e ad altre confessioni religiose specificatamente individuate. Sul reddito imponibile viene calcolata l’IRPEF lorda con un meccanismo di calcolo che prevede l’applicazione di aliquote crescenti per scaglioni di reddito. Dal 1° gennaio 2007 sono vigenti le seguenti aliquote per scaglioni di reddito Reddito imponibile fino a 15.000 oltre 15.000 e fino a 28.000 oltre 28.000 e fino a 55.000 oltre 55.000 e fino a 75.000 oltre 75000 Aliquota 23% 27% 38% 41% 43% Imposta dovuta 23% sull'intero importo 3.450 + 27% parte eccedente 15.000 6.960 + 38% parte eccedente 28.000 17.220 + 41% parte eccedente 55.000 25.420 + 43% parte eccedente 75.000 Dall’IRPEF lorda è possibile detrarre alcune detrazioni di imposta pervenendo all’ IRPEF netta. Le detrazioni di imposta sono legate alla situazione personale del contribuente (presenza o meno di familiari a carico), alla tipologia di reddito dichiarata e al sostenimento di alcune specifiche spese (si parla in questo caso di oneri detraibili). Detrazioni per familiari a carico Le detrazioni per familiari a carico sono decrescenti al crescere del reddito complessivo. Moglie a carico: 800 euro che decresce sino ad annullarsi quando il reddito supera 80.000 euro Ad esempio con un reddito di 20.000 euro la detrazione per moglie a carico è pari a 690 euro. Figli a carico: 800 euro per figlio, aumentata a 900 euro se il figlio ha una età inferiore a 3 anni. Se si ha più di 3 figli a carico, la detrazione è aumentata di 200 euro per ciascun figlio a partire dal primo. Queste detrazioni decrescono con l’aumentare del reddito sino ad annullarsi quando il reddito supera 95.000 euro. Questa soglia è aumentata di 15.000 euro per ogni figlio successivo al primo. Ad esempio con un reddito di 20.000 euro la detrazione per 1 figlio a carico è pari a 632 euro, per 2 figli è pari a 1.309 euro. 5 Ai fini IRPEF i redditi sono suddivisi in categorie: redditi fondiari, di capitale, di lavoro dipendente, di lavoro autonomo, di impresa e redditi diversi. Sono esclusi dalla tassazione IRPEF alcuni proventi, quali gli assegni familiari, e in genere le somme già assoggettate a ritenuta di imposta quali ad esempio gli interessi dei conti correnti percepiti dalle persone fisiche. 5 Ulteriore detrazione per figli a carico Dal 1 gennaio 2008, per i contribuenti con almeno 4 figli a carico è prevista una ulteriore detrazione di 1.200 euro indipendentemente dal livello di reddito dichiarato. Detrazioni per alcune tipologie di reddito Lavoro dipendente E’ prevista una detrazione di imposta di 1.840 euro che decresce all’aumentare del reddito complessivo sino ad annullarsi quando il reddito supera 55.000 euro Di conseguenza sino alla soglia di 8.000 euro di reddito di lavoro dipendente non si determina alcun debito IRPEF. Ad esempio, con un reddito di 20.000 euro la detrazione è di 1.171. Pensione Se il titolare del reddito ha meno di 75 anni E’ prevista una detrazione di imposta di 1.725 euro che decresce all’aumentare del reddito complessivo sino ad annullarsi quando il reddito supera 55.000 euro. Di conseguenza sino alla soglia di 7.500 euro di reddito da pensione non si determina alcun debito IRPEF. Ad esempio, con un reddito di 20.000 euro la detrazione è di 1.098. Se il titolare del reddito ha almeno 75 anni E’ prevista una detrazione di imposta di 1.783 euro che decresce all’aumentare del reddito complessivo sino ad annullarsi quando il reddito supera 55.000 euro. Di conseguenza sino alla soglia di 7.750 euro di reddito da pensione per questi pensionati di almeno 75 anni non si determina alcun debito IRPEF. Ad esempio, con un reddito di 20.000 euro la detrazione è di 1.135. Lavoro autonomo E’ prevista una detrazione di imposta di 1.104 euro che decresce all’aumentare del reddito complessivo sino ad annullarsi quando il reddito supera 55.000 euro. Di conseguenza sino alla soglia di 4.800 euro di reddito di lavoro autonomo non si determina alcun debito IRPEF. Si precisa che questa detrazione spetta per i titolari di reddito di lavoro autonomo (arti e professioni) e per i titolari di reddito di impresa in contabilità semplificata. Non spetta per i titolari di reddito di impresa in contabilità ordinaria. Ad esempio, con un reddito di 20.000 euro la detrazione è di 770 euro. Detrazioni per oneri Dall’imposta lorda è possibile detrarre il 19% di alcune spese sostenute dal contribuente. Le principali sono le seguenti: Interessi passivi per mutui ipotecari per l’acquisto dell’abitazione principale, spese medico sanitarie, premi di assicurazione sulla vita, tasse scolastiche. 6 IMPOSTA SULLE PERSONE FISICHE IN FRANCIA - QUOZIENTE FAMILIARE Il sistema fiscale francese prevede che l’imposta sulle persone fisiche venga calcolata tenendo conto del numero dei componenti della famiglia. La famiglia fiscale (foyer fiscal) comprende contribuente, coniuge, figli minorenni, persone invalide conviventi e anche le coppie non sposate in unione civile da almeno 3 anni. L’imposta viene calcolata a partire dal reddito complessivo così come indicato qui sotto. REDDITO COMPLESSIVO = somma di tutti i redditi percepiti dai componenti della famiglia - deduzioni dal reddito complessivo (alcuni oneri deducibili) ___________________________________________________________________________ REDDITO IMPONIBILE = reddito che viene sottoposto a tassazione Nel sistema fiscale francese per ridurre la progressività dell’imposizione si applica un meccanismo conosciuto come “quoziente familiare”. L’applicazione di tale meccanismo consente una tassazione meno aspra per le famiglie e il beneficio cresce all’aumentare dei componenti familiari. Per calcolare il quoziente familiare è necessario partire dalla determinazione delle quote (si veda la tabella sottostante). Tabella riepilogativa del numero delle quote spettanti - Celibe, divorziato o separato, vedovo senza figli a carico: 1, - Celibe, divorziato o separato, vedovo senza figli a carico, con invalidità: 1,5; - Coppia sposata senza figli a carico: 2, - Celibe o divorziato con un figlio a carico: 1,5; - Coppia sposata o vedovo con 1 figlio a carico: 2,5; - Celibe o divorziato con 2 figli a carico: 2; - Coppia sposata o vedovo con due figli a carico: 3; - Celibe o divorziato con 3 figli a carico: 3; - Coppia sposata o vedovo con 3 figli a carico: 4; - Celibe o divorziato con 4 figli a carico: 4; - Coppia sposata o vedovo con 4 figli a carico. 5; - Celibe o divorziato con 5 figli a carico: 5; - Coppia sposata o vedovo con 5 figli a carico: 6; Celibe o divorziato con 6 figli a carico: 6. In estrema sintesi si può affermare che in una coppia sposata i figli valgono metà quota, mentre a partire dal 3° i figli valgono una quota intera. 7 Una volta determinate le quote (che variano a seconda della tipologia di famiglie) si applica il meccanismo per il calcolo del quoziente familiare seguendo questo procedimento: a) si divide il reddito imponibile per il numero delle quote (ottenendo così il quoziente familiare); b) si calcola l’imposta sul quoziente familiare utilizzando gli scaglioni e le aliquote previste dal fisco francese; c) si moltiplica l’imposta ottenuta per il numero delle quote (ottenendo così l’imposta dovuta dalla famiglia fiscale). Di seguito la curva delle aliquote dell’imposta personale francese applicabile alle famiglie. Calcolo dell’imposta in Francia Scaglioni fino a 5.963 euro da 5.963 a 11.896 euro da 11.896 a 26.420 euro da 26.420 a 70.830 euro oltre a 70.830 Aliquote 0,0% 5,5% 14,0% 30,0% 41,0% Da ultimo facciamo notare che poiché il quoziente familiare è tanto più vantaggioso quanto più alto è il reddito, in Francia viene stabilito un limite di vantaggio attraverso un plafond che varia a seconda delle quote. Questa misura permette una migliore perequazione. 8