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ANNO XI NUMERO 265 - PAG 4
IL FOGLIO QUOTIDIANO
GIOVEDÌ 9 NOVEMBRE 2006
Facci protesta per il pesante editoriale sul giocoso libro di memorie di Segio
Aspettando Borat
gli altri: un fenomeno.
Francesco Petrucci, via web
Una garbata lettera di Fox Italia
ci spiega perché ci farà “soffrire”
ancora cinque lunghi mesi
Al direttore - Al Senato sarà decisivo il voto
dell’americano all’estero.
Maurizio Crippa
Al direttore - Esplode, per chi non lo conosceva, il fenomeno Borat. Chi bazzica Mtv lo
conosce da anni. Borat – che è un comico inglese ebreo ortodosso, ricordiamolo – non fa
nulla di nuovo. E’ maschilista, razzista,
omofobo e antisemita spiazza l’interlocutore
con battute che si fanno beffe del politicamente corretto. Comicità di anni e anni fa,
che ha il pregio di essere veramente irriverente in un mondo in cui tutti si prendono troppo sul serio. E quelli in Italia che lo ammirano e parlano di Peter Sellers, di Monty Phyton, griderebbero indignati per la prima battuta anticlericale. Ma Borat gioca facile perché è ebreo e solo a un ebreo nel mondo an-
tiarabo di oggi è permesso fare battute sugli
ebrei. La sua comicità – molto di testa ma anche di pancia – lavora su due livelli: chi ride
sa chi si cela dietro il personaggio e ride non
solo (o non tanto) di Borat ma anche di quegli ingenui che lui prende per il culo. Lo facevano i Monty Python e non è che la loro comicità fosse tanto amata (visto che scherzavano sulla religione e sulla morte senza ritegno); in secondo luogo la sua comicità in
qualche modo permette a chi è (senza ironia)
veramente antisemita, omofobo e maschilista,
di affrancarsi, di sentirsi legittimato a fare
battute pesanti. E’ la liberazione di potere finalmente dire: cacca. Borat, attraverso i suoi
interventi smaschera la pochezza e la meschinità del genere umano, di cui si può solo ridere. Ridendo, castigat mores. Per chi ne sa, tutto molto divertente ma molto noto. Per tutti
Vabbè, la vera comicità satirica è feroce,
antisociale, diseducativa, un po’ oscena, si
sa, ma è anche filosofica, edificante, basta
sapere ridere e avere lacrime di riserva,
basta saperla riconoscere, ciò che lei mostra di fare con questa lettera.
Al direttore - Vi hanno detto, vi dicono, vi
diranno quelli che degli Stati Uniti, della loro
storia e del loro sistema elettorale non sanno
o non hanno capito un bel niente, Prodi in testa, che negli Usa hanno vinto i democratici
per via della guerra irachena e per punire Bush. Non importa che la stessa Nancy Pelosi,
democratica e neo speaker della Camera dei
rappresentanti, abbia dichiarato subito dopo
il voto che gli americani avevano scelto il partito dell’asino a causa degli scandali finanziari e sessuali che hanno coinvolto i repubblicani e solo in terza e ultima istanza per l’Iraq. Vi
diranno o, quantomeno, cercheranno di farvi
credere che “non è mai successo che il partito
di un presidente in carica abbia perso le midterm elections” quando è cosa abituale. Vi diranno che George W. Bush si troverà in gravi
difficoltà mentre è assai improbabile che ciò
possa accadere. Vi diranno che l’esito elettorale spiana la strada verso White House a un
candidato democratico ma, tornando a Reagan, la sua sconfitta nel 1986 non impedì affatto al repubblicano George Herbert Bush di
vincere nel 1988. Sosterranno che le quotazioni di Hillary Clinton sono in rialzo e che trionferà mentre, se prescelta, porterà senza dubbio
i democratici al disastro. Tutto questo vi di-
ranno. Sarà bene, per interpretare correttamente quanto accaduto e per cercare di immaginare con un minimo di cognizione quel
che avverrà, non credere a una sola parola di
quanti, per ragioni ideologiche e non sulla base della storia e dei fatti, sproloquiano sull’argomento a man salva. Sono gli stessi che davano Bush perdente nel 2004.
Mauro della Porta Raffo
Il presidente di Fox Italia ha scritto
una lettera a Mariarosa Mancuso in risposta all’articolo uscito ieri sul Foglio
che chiedeva: “Perché la Fox non ci fa
vedere Borat?”. La pubblichiamo.
Si chiama fiducia nel sistema dei media.
Al direttore - Molto bello l’editoriale di Marco Travaglio su Sergio Segio, complimenti.
Filippo Facci
Giocoso anche il titolo delle sue memorie
“In Prima Linea”. Ci sono anche le
nostre, però, di noi vecchi, dico.
ara Mariarosa - Possiamo darci del tu?
non ci conosciamo personalmente, però
C
siamo colleghi anche se io mi sono perso
per strada finendo a fare oggi il presidente
di Fox Italia.
Ti chiedi come mai non abbiamo deciso
di far uscire “Borat” contemporaneamente
agli altri paesi. Io da unico responsabile voglio darti una spiegazione.
Come sai Borat non è solo Borat, ma è
anche AliG ed è anche Bruno, ma fatta eccezione per brevi apparizioni su Mtv noi in
Italia non abbiamo conosciuto altro che
AliG, ma in quanti lo hanno visto? Pochi,
proprio pochi, tanto è vero che il film
“AliG” in Italia è stato un disastro. Borat e
Bruno sono totalmente sconosciuti. Spero
che tu non voglia considerare “Borat” un
film destinato a un pubblico colto e trendy,
ma spero che tu consideri “Borat” un film
straordinariamente intelligente (si!), ma anche divertentissimo e adatto ad ogni tipo di
pubblico.
Per far “passare la notizia”, o meglio per
far sì che anche a Linguaglossa, così come
a Parma e a Milano, il pubblico quello vero, quello di massa, sia messo in condizione di conoscere anticipatamente Borat, c’è
bisogno che gli arrivi l’informazione attraverso tutti gli strumenti di comunicazione
disponibili, dai più colti e di tendenza come il vostro, a quelli più semplici distribuiti gratuitamente per strada.
Voi, con il vostro quotidiano che seguo
con affetto da anni, ci avete dato uno straordinario aiuto: avete mosso non le masse, ma
quelli che muovono le masse, e cioè i giornalisti che scrivono su testate più popolari
della vostra e che contribuiranno in maniera determinante a far conoscere Borat
sulla stampa ancor prima che al cinema.
Per far questo c’è bisogno di tempo, quel
tempo che ci stiamo prendendo.
Tanto è vero che tu citi Variety, YouTube,
The Christian Science Monitor, Rottentomatoes, Metacritics, non uno in lingua italiana. Quanti sono quelli che “frequentano” la lingua inglese così tanto e tanto bene da approfondire su questi siti? Pochi,
troppo pochi, tra i quali ovviamente gli addetti ai lavori, ma non è quello il pubblico
che voglio per Borat, io voglio le masse, non
voglio solo i laureati voglio tutti quelli che
vogliono divertirsi.
Borat è un meraviglioso spettacolo che in
maniera unica riesce ad armonizzare intelligenza, satira e risate grasse godibili per
tutti. Te lo dice chi lo ama, te lo dice chi lo
ha suggerito alla Festa di Roma quando era
a loro ancora sconosciuto. Chi ti scrive ha
visto Borat negli Stati Uniti a marzo, quando in molti se non tutti, si chiedevano “che
ne facciamo di questo film ?”. Io sono rimasto folgorato dal primo istante, ho addirittura chiesto se potevo investire un anno
del mio stipendio su questo film.
Molti film carini e intelligenti hanno fallito in Italia, non perché erano brutti ma
perché un film non opportunamente preparato, rischia di sparire dalle sale che giustamente non vogliono e non possono aspettare che il film “cresca”, costando loro troppi soldi, ed è così che i magazzini si riempiono di tante “pizze” (modo arcaico di
chiamare le pellicole) di bellissimi film che
non hanno avuto il tempo di farsi conoscere. Per chiudere lasciami ringraziare ancora una volta te e il direttore per l’enorme
contributo che state dando alla crescita del
fenomeno Borat che esploderà nelle sale il
2 marzo 2007, significandovi la nostra totale disponibilità a qualsiasi iniziativa vogliate intraprendere con Borat, visto che
siete stati i primi insieme a noi ad amarlo.
Osvaldo de Santis
presidente e amministratore delegato
Twentieth Century Fox Italy Inc. Spa
Alta Società
Dinner party kennediano al Waldorf
Astoria per festeggiare il ritorno dei democrats. Mario d’Urso era seduto al tavolo d’onore, coi Kennedy e con James ed Alexandra Schlesinger.
INNAMORATO FISSO
DI MAURIZIO MILANI
L’uomo più piccolo di Oristano ieri si è presentato
in Comune a Milano ed è
stato ricevuto dal sindaco.
Uomo piccolo: “Sigª sindaco, vorrei esibirmi nella vostra città, come nome
di battaglia avrei scelto
l’uomo formichiere. Mi
pagate voi i manifesti, come comune me ne
servono 15.000 da attaccare in tutte le parti d’Italia”. Sindaco: “Senta uomo formichiere, lei forse non si rende conto che Milano con tutto il territorio che la circonda,
senza soluzione di continuità e con città
come Monza, Sesto San Giovanni, Cinisello Balsamo, eccetera, raggiunge circa 7 milioni di abitanti. Per una legge statistica di
uomini piccoli come lei ce ne sono circa
un migliaio, se tutti decidono di vivere di
quello e diventare fenomeni da baraccone
l’economia ‘vera’ si ferma”. A quel punto
l’uomo più piccolo di Oristano si è autodenunciato di cinque reati… commessi tra la
primavera del 2004 e il marzo del 2005. Il
sindaco come ufficiale di governo ha dovuto fare un’azione penale obbligatoria.
Per legge lo ha assunto alla biblioteca trivulziana. Oggi come oggi, l’uomo più piccolo di Oristano è il più grande restauratore di libri antichi del mondo.