VERY IMPORTANT PLACED Interviste ai Laureati
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VERY IMPORTANT PLACED Interviste ai Laureati
VIP – VERY IMPORTANT PLACED Interviste ai Laureati che ce l’hanno fatta Bernardo Bonaventura, 24 anni, una laurea in European Economy and Business Law e un lavoro come Corporate Governance Research Analyst alla RiskMetrics Group a Bruxelles. Una scelta professionale ma anche una scelta di vita. L’idea di lavorare all’estero mi ha accompagnato durante tutta la mia carriera universitaria. Conoscere nuovi posti, costruire la propria professionalità in un ambiente dinamico dove si lavora giorno dopo giorno insieme a persone di altre nazionalità mi ha sempre affascinato. Per questo, appena si è presentata l’occasione ho deciso di partecipare al programma Erasmus all’Universiteit Maastricht in Olanda. Per me quella è stata un’esperienza formativa determinante: le scelte che ho fatto in seguito, ma soprattutto le opportunità che ho avuto proprio per aver fatto l’Erasmus, sono state davvero tante. Nell’estate 2008 sono stato Visiting Research Assistant alla Victoria University di Victoria BC, Canada, mentre nel periodo Settembre/Dicembre 2008 sono stato stagiaire nel corpo diplomatico italiano all’UE. Con questo vuoi dirci che non basta avere un ottimo curriculum universitario, è necessario anche aver maturato delle esperienze importanti durante gli anni di studio all’Università? Certo. Le imprese, prima di tutto guardano il curriculum del candidato, poi a che anno si è conseguito il titolo accademico, infine se si sono fatte esperienze di studio o lavoro all’estero. Oggi è difficile trovare un’opportunità di lavoro se si ha in mano solo la laurea, soprattutto lo è all’estero, dove spesso la concorrenza e’ piu’ serrata. Posso dire che 1 anche per me è stato difficile all’inizio: ho conseguito la laurea a settembre e ho cominciato ad inviare i curricula, sperando che le imprese mi rispondessero subito. Lo hanno fatto solo dopo 1 mese e mezzo. Perché hai scelto di lavorare alla RiskMetrics Group? Mi sono candidato per la RiskMetrics Group perché il settore della consulenza è a mio avviso un importante banco di prova per iniziare la propria carriera lavorativa: si impara a lavorare sotto pressione, si acquisiscono specifiche conoscenze dei mercati e dei clienti e si ha la possibilità di ricevere delle responsabilità sin dai primi giorni di lavoro. Quali sono stati i canali da te privilegiati nella ricerca del lavoro? Sicuramente internet è il mezzo più comodo e veloce per trovare lavoro. Non è importante, infatti, stare sul posto per “captare” offerte di lavoro interessanti, basta un click e si ha il “mondo a portata di mouse”. Eccezion fatta per il Desk imprese che, a mio avviso, rappresenta un servizio molto utile perché pensato e indirizzato ai laureati della Facoltà di Economia e perché rappresenta di fatto la “dimensione virtuale” dell’Ufficio Laureati della stessa Facoltà, bisogna diffidare dei portali del lavoro o dei siti che gestiscono le risorse umane .Mi riferisco ai cosiddetti “siti vetrina” di informazioni sul lavoro: le società importanti non hanno, infatti, bisogno di pubblicizzare le posizioni aperte e, di conseguenza, quello che si trova nei portali sono lavori di basso profilo. Il mio consiglio è di navigare direttamente nel sito delle compagnie a cui si è interessati. In questo modo, si possono reperire un numero maggiore di informazioni ed inviare direttamente ai riferimenti on line il proprio curriculum allegando insieme la lettera di presentazione. Fare una lettera di presentazione sembra banale ma non lo è. Le imprese ci tengono a leggere le motivazioni del candidato, cosa spinge una determinata persona a scegliere quella società piuttosto che un'altra. Il curriculum da solo non basta. Essere in grado di formulare una lettera di presentazione sintetica ma allo stesso tempo esaustiva delle ragioni che portano il candidato a proporsi per uno stage o per un lavoro rappresenta un buon biglietto da visita. La lettera di presentazione va poi di volta in volta modificata a seconda della società alla quale si vuole scrivere e accompagnata da un curriculum vitae di massimo due pagine: le imprese, infatti, non amano leggere curricula troppo lunghi. Anche le fiere e le manifestazioni spesso non portano a nulla: molte volte si scopre che le società partecipano soltanto per farsi della pubblicità, nonostante non abbiano posizioni aperte. Da ultimo, bisogna sempre tenere in considerazione i rumors e i passaparola, specialmente se provengono da persone dentro le società. E’ importante sapere se la società a cui si è interessati è in carenza di personale, ciò potrebbe facilitare il processo di selezione. 2 Il ruolo dello stage: davvero il primo ingresso nel mondo del lavoro? Lo stage è il primo passo nel mondo del lavoro. Le Università, ed in particolare quelle italiane, purtroppo, non forniscono delle conoscenze sufficienti per inserirsi nel settore privato. La laurea è un “passaporto”, serve come lasciapassare per il mondo del lavoro. Il learning by doing è il principale meccanismo per imparare delle mansioni: non a caso molte società all’inizio dei periodi di inserimento allestiscono corsi e attività formative. Senza un minimo di esperienza lavorativa è molto difficile ricevere un’offerta di impiego a tempo indeterminato, direi praticamente impossibile. Bisogna però tenere gli occhi aperti perché alcune società, quelle poco serie, sfruttano gli stage per tenere bassi i costi del personale. A mio avviso, nella ricerca di uno stage bisogna valutare tre criteri: a) la pertinenza delle funzioni (i.e., andrò a fare delle fotocopie o il mio lavoro sarà utile per l’azienda?); b) la proporzione tra stipendio e capacità (i.e., fare uno stage non retribuito quando si parlano 3 lingue e già si ha una importante esperienza lavorativa non è sicuramente vantaggioso); c) cercare di capire quali sono le finalità dello stage (assunzione/copertura di un posto rimasto temporaneamente aperto). Lo stage è, dunque, quasi una tappa obbligata verso un lavoro stabile. Soprattutto all’estero è un vero e proprio “entry level job”, le imprese lo utilizzano molto per testare le capacità dei candidati e i candidati vivono lo stage come un lavoro a tutti gli effetti, anche perché ciascun stage è retribuito. Tor Vergata è un’ottima Università ma all’estero è poco conosciuta, per questo lo stage deve essere vissuto come un’opportunità per far valere le proprie conoscenze e competenze che nulla hanno da invidiare alle altre Università italiane ed estere. Hai sostenuto prove attitudinali o colloqui di lavoro per entrare alla RiskMetrics Group? Prima di essere selezionato alla RiskMetrics Group ho effettuato un’intervista telefonica (di circa un ora) e ho svolto un caso pratico con il computer da casa. Entro 24 ore dall’intervista ho ricevuto la copia del contratto da firmare. Non ho, dunque, fatto alcun colloquio faccia a faccia: per la RiskMetrics Group il processo di selezione era iniziato e terminato al telefono. Altre società, invece, (ad es. Mckinsey, Bain, Deloitte, KPMG) danno molto peso all’intervista faccia a faccia. Per entrambe queste tipologie di prove vale, comunque, una regola comune: mantenere i nervi saldi, non perdere la concentrazione e rispondere alle domande: ad esempio a novembre, a Parigi avevo effettuato un’intervista faccia a faccia in una società di consulenza al management di ben 3 ore e mezza. 3 Puoi raccontare una tua giornata tipo in RiskMetrics Group? La giornata lavorativa tipo inizia alle 8.30 e termina attorno alle 19 circa. L’ufficio di Bruxelles è organizzato come un open space, un'unica grande sala, dove tutti hanno la propria postazione PC. Sono all’interno di un team, composto da 4 italiani, me compreso, e un greco. Insieme copriamo il settore del mercato europeo attraverso analisi economiche. Siamo coordinati da un team leader, dal capo di ricerca a Bruxelles e dal capo di ricerca a Washington. Non sempre è facile capire i ruoli e la gerarchia poiché tutti sono gentili e tutti condividono responsabilità e compiti: sebbene, infatti, sia ancora uno stagiaire, attualmente svolgo gli stessi compiti dei miei colleghi e dei miei superiori. Oltre alle analisi di mercato, ho la possibilità di scrivere degli articoli o dei paper su alcune tematiche di interesse per i clienti. L’ambiente qui è gradevole e c’è spazio anche per incontrarsi con i colleghi fuori dall’ufficio: si organizzano spesso attività di gruppo, come le partite a biliardino, ad esempio. Cosa ti sentiresti di dire ai laureati che si stanno per affacciare al mondo del lavoro? Innanzitutto di non avere paura di confrontarsi con gli altri perché ogni esperienza di lavoro è un’esperienza importante che ci forma come lavoratori e come persone. Di non sentirsi inferiori rispetto ai laureati dell’Europa, perché i laureati italiani non hanno nulla da invidiare ad essi, sono preparati e si sanno distinguere in tutti i campi. Di considerare il precariato, soprattutto quando si è giovani, un vantaggio perché permette di spostarsi anche fuori dai confini nazionali: non bisogna avere fretta di trovare una posizione a tempo indeterminato, bisogna prima farsi le ossa e acquisire una maggiore conoscenza del mondo del lavoro. Infine mi sento di dire che è necessario essere pazienti nella ricerca del lavoro, non vendersi alla prima offerta di lavoro se non ci convince pienamente, meglio aspettare perché prima o poi le offerte buone arrivano. 4 Focus sul Lavoro all’estero: la lingua, l’alloggio, le abitudini locali Lavorare e studiare all’estero è un passo indispensabile da compiere per crescere come persona e come lavoratore. Il confronto con altre culture e mentalità lavorative è sempre ben apprezzato dagli addetti all’HR. Ad esempio spesso le società scartano i curricula che non contengono esperienze Erasmus! Lo scoglio della lingua diviene spesso un’opportunità in quanto si fa presto a imparare quando si vive nel posto (specialmente per lingue similari come lo spagnolo e il francese). Inoltre, sempre più spesso le società chiedono solo l’inglese. Per trovare l’alloggio conviene sempre affidarsi ad amici sul posto o a persone conosciute. E’ bene, inoltre, informarsi sulle tipologie di contratto d’affitto e i relativi diritti. Ogni paese ha le proprie leggi. In Belgio ad esempio, il contratto d’affitto è obbligatorio anche per le stanze. Un aspetto importante è la retribuzione, che deve tenere conto della residenza. In particolare, bisogna fare attenzione alle tasse (a chi vanno pagate?!? Italia o Belgio??) e dove vanno a finire i contributi per la pensione. Il curriculum vitae: i suggerimenti di Bernardo Il curriculum è il primo passo di qualsiasi colloquio di lavoro. Se si è convocati per un’intervista vuol dire che il CV ha fatto effetto. E’ molto difficile scrivere un buon CV. Dalla mia esperienza personale posso riportare alcuni utili suggerimenti: • Non scrivere più di 1 pagina. Immaginatevi una persona con davanti a se 300 CV che va a guardarsi tutte e 4 le pagine del vostro resumé, impossibile! • Evitare il formato europeo, troppo lungo e poco chiaro. (i.e. che vuol dire che l’inglese lo parli A2 e lo scrivi B1?!?) • Essere sintetici all’essenza. Si dimostra di avere delle capacità di sintesi. • Evitare informazioni inutili tipo “alle elementari ho fatto un corso di informatica”. • Scriverlo in inglese, anche se si cerca lavoro in Italia • Farsi pubblicità vendendo i propri pregi e cercando di nascondere i propri difetti. Ricordatevi che si è in concorrenza e ogni mezzo è lecito (tranne ovviamente la menzogna). 5