Portavoce - N. 1 - 2015 - santuario di san leopoldo
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Portavoce - N. 1 - 2015 - santuario di san leopoldo
Portavoce Mensile - anno 55 - n. 1 - Poste Italiane s.p.a. - Sped. in A. P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, NE/PD di san Leopoldo Mandić N. 1 - GENNAIO-FEBBRAIO 2015 SINODO DEI VESCOVI IL VANGELO DELLA FAMIGLIA, OGGI SETTIMANA DI PREGHIERA PER L’UNITÀ DEI CRISTIANI «DAMMI UN PO’ D’ACQUA DA BERE» SPIRITUALITÀ P. MARIE BENOÎT IL «PADRE DEGLI EBREI» N. 1 GENNAIO-FEBBRAIO 2015 ANNO 55 SOMMARIO EDITORIALI 3 / Ripartiamo! / Ai lettori / di Giovanni Lazzara 6 / Vita consacrata e missione / La voce del santuario / di Flaviano G. Gusella ATTUALITÀ ECCLESIALE 8 / Il vangelo della famiglia, oggi / Sinodo dei vescovi 12 / 2015, l’anno dei religiosi / di João card. Braz de Aviz 14 / «La cosa più importante e bella» / Intervista / a cura della Redazione FEDE & VITA 16 / «Dammi un po’ d’acqua da bere» / Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani / a cura della Redazione SAN LEOPOLDO, IERI E OGGI 20 / Amava la propria patria, ma era fratello di tutti / «Un povero d’inesauribile ricchezza» > 7 / di Jacov Bubalo 23 / Dedicate a san Leopoldo due cappelle in Brasile / Il grazie di fra Alberto / Devozione / a cura della Redazione SPIRITUALITÀ 30 / P. Marie Benoît, il «padre degli ebrei» / di Giovanni Lazzara 34 / Sorella Maria di Campello / Testimoni dello spirito > 1 / di Paolo Costa RUBRICHE 4 / Lettere a Portavoce / di Aurelio Blasotti 25 / Grazie, san Leopoldo / a cura della Redazione Portavoce di san Leopoldo Mandić Periodico di cultura religiosa dell’Associazione «Amici di San Leopoldo» Direzione, Redazione, Amministrazione Associazione «Amici di San Leopoldo» Santuario san Leopoldo Mandić Piazzale S. Croce, 44 - 35123 Padova Tel. 049 8802727 - Fax 049 8802465 Email Redazione [email protected] Email Santuario [email protected] Direttore e Redattore Giovanni Lazzara Dir. Responsabile Luciano Pastorello Hanno collaborato a questo numero Aurelio Blasotti, Flaviano G. Gusella, Sinodo dei vescovi, João card. Braz de Aviz, Jacov Bubalo, Paolo Costa, Sisto Zarpellon e Fabio Camillo Impaginazione Barbara Callegarin 27 / Vita del santuario / a cura della Redazione Stampa Stampe Violato - Bagnoli di Sopra (PD) 37 / Calendario liturgico / a cura di Sisto Zarpellon Registrazione Tribunale di Padova n. 209 del 18.10.1961 Iscrizione al R.O.C. n. 13870 Con approvazione ecclesiastica e dell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini Editore Associazione «Amici di san Leopoldo» Spedizione in abbonamento postale COME SOSTENERE «PORTAVOCE» Portavoce non gode di ricavi pubblicitari né di sovvenzioni pubbliche. Vive grazie al sostegno dei suoi lettori. Per il quarto anno consecutivo, abbiamo deciso di mantenere la quota base di associazione a 18 Euro. È un contributo insostituibile per affrontare le gravose spese di stampa e spedizione. Confidiamo in voi. Se non l’avete ancora fatto, allora, rinnovate la vostra associazione. Per il versamento trovate le indicazioni utili qui sotto. San Leopoldo vi benedica. (Il Direttore) QUOTA ASSOCIATIVA PER IL 2015 Italia € 18,00 - Estero € 28,00 o USD 38,00 - Sostenitore: a partire da € 50,00 Il versamento può essere effettuato: - alle poste, su conto corrente Banco Posta n. 68943901 intestato a: «Associazione Amici di San Leopoldo» - in banca, con bonifico bancario intestato a: «Associazione Amici di San Leopoldo» coordinate bancarie dello stesso conto: IBAN: IT07 V076 0112 1000 0006 8943 901 BIC(SWIFT): BPPIITRRXXX solo per i Paesi che non usano Euro: IBAN: IT07 V076 0112 1000 0006 8943 901 BIC(SWIFT): POSOIT22XXX - con assegno bancario intestato a: «Provincia Veneta dei Frati Minori Cappuccini Nel rispetto del D.L. n. 196/2003 Portavoce di san Leopoldo Mandić garantisce che i dati personali relativi agli associati sono custoditi nel proprio archivio elettronico con le opportune misure di sicurezza. Tali dati sono trattati conformemente alla normativa vigente, non possono essere ceduti ad altri soggetti senza espresso consenso dell’interessato e sono utilizzati esclusivamente per l’invio della Rivista e iniziative connesse In copertina: anche in questo nuovo anno, continua la riflessione della Chiesa sulla famiglia Le foto, ove non espressamente indicato, hanno valore puramente illustrativo Chiuso in prestampa il 19.11.2014 Consegnato alle poste tra il 15 e il 19.12.2014 Rettore del santuario Fra Flaviano Giovanni Gusella Santuario san Leopoldo Mandić Piazzale S. Croce, 44 - 35123 Padova Tel. 049 8802727 - Fax 049 8802465 www.leopoldomandic.it ▶ lettere a Portavoce «P sono trascurati. Eppure, da come sono vissuti, si può dedurre il grado di partecipazione dei fedeli al mistero che celebrano. Ogni momento di silenzio ha un significato particolare, ma è sempre un richiamo a entrare in se stessi per vivere a livello personale quello che il rito celebra. Durante l’atto penitenziale il fedele con fiducia si affida alla misericordia di Dio e chiede perdono dei suoi peccati. Nel silenzio che accompagna l’invito del sacerdote alla preghiera, i fedeli si predispongono ad accogliere col cuore l’orazione che poi farà il sacerdote, concludendola con la proclamazione dell’«Amen». C’è poi il silenzio che segue la proclamazione della parola di Dio o l’omelia: è un invito a meditare ciò che si è udito e a comprendere, con l’aiuto dello Spirito Santo, cosa la Parola ha detto a ciascuno. Circa la comunione, ecco cosa dicono le norme liturgiche: «Terminata la distribuzione della comunione, il sacerdote e i fedeli, secondo l’opportunità, pregano per un po’ di tempo in silenzio» (CEI, Ordinamento generale del Messale romano, 2007, n. 88). Del resto il linguaggio più espressivo dell’adorazione è proprio la contemplazione silenziosa. Il silenzio, dopo la 6 Portavoce gennaio-febbraio 2015 comunione, è l’unica lode capace di rispettare veramente il legame che si è creato tra la creatura e il Creatore, tra il finito e l’infinito, tra la nostra vita mortale e la vita che non avrà mai fine. L’essersi nutriti del Corpo del Signore ci riporta, in quel silenzio adorante, a ripensare le parole di Gesù: «Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui» (Gv 6,56). Il silenzio permette di «assaporare» questa relazione di reciprocità. In conclusione, i momenti di silenzio inseriti nella santa messa non sono tempi vuoti, ma essi stessi sono momenti liturgici vivi e pregni di significato, che ci coinvolgono come il resto della celebrazione liturgica, dove il gesto o la parola hanno una parte predominante. P SCRIVETECI INDIRIZZATE LE VOSTRE LETTERE A: Redazione Portavoce di san Leopoldo: Piazzale S. Croce, 44 - 35123 Padova Fax: 049 8802465 e-mail: [email protected] oppure [email protected] La Redazione si riserva il diritto di sintetizzare le lettere. È garantito il rispetto dell’anonimato per chi lo richiede. iù la missione vi chiama ad andare verso le periferie esistenziali, più il vostro cuore sia unito a quello di Cristo, pieno di misericordia e di amore». Queste parole di papa Francesco, consegnate ai religiosi in preparazione dell’Anno della vita consacrata, iniziato il 30 novembre 2014 e che si concluderà il 2 febbraio 2016, mi sono venute in mente durante una mia recente esperienza. Alla fine dello scorso mese di ottobre, mi è stato concesso il dono di poter partecipare al capitolo della Provincia dei frati cappuccini del Paranà-Santa Catarina, in Brasile, come rappresentante della «Provincia-madre» (foto a destra). La Provincia religiosa del Paranà, infatti, diventata autonoma nel 1968 e posta sotto la protezione di san Lorenzo da Brindisi, il più illustre cappuccino della Provincia veneta, ha le sue radici in un intenso e appassionato lavoro dei cappuccini veneti, che vi furono inviati, su richiesta di mons. Giovanni Francesco Braga, vescovo di Curitiba, capitale del Paranà. Furono 77 i missionari veneti che dal 1919 al 1977 partirono per quelle regioni del Brasile. Nel settembre del 1919 partirono i primi quattro missionari; l’anno seguente ne partirono altri otto. A causa delle condizioni economiche «miserande» della Provincia veneta – era da poco terminata la Prima guerra mondiale e molte erano le necessità materiali anche qui in Italia – il viaggio dei primi otto missionari (costato 30mila lire) fu pagato dalla Curia generale. Nel 1919 la Provincia veneta contava 174 frati (95 sacerdoti e 79 fratelli laici) più 56 studenti in filosofia e teologia. Tuttavia non esitò a rispondere all’appello del ministro generale dell’Ordine che la invitava ad allargare gli orizzonti. Le risposte dei frati furono numerose e di qualità. «I cappuccini veneti hanno inviato la voce del santuario di Flaviano G. Gusella VITA CONSACRATA E MISSIONE in Paranà autentici giganti!», mi confidava con riconoscenza un ultranovantenne ex provinciale, ancora attivo come superiore di un convento. Seppero immergersi nel lavoro apostolico con totale abnegazione ed enormi sacrifici, testimoniando la gioia della fede e della vita consacrata. Evangelizzazione, promozione sociale, cura pastorale ed edifici per il culto: furono gli ambiti nei quali si prodigarono i missionari cappuccini. Impressionante, considerando anche la pochezza dei mezzi, il numero di comunità da loro costituite, con le loro chiese, cappelle, luoghi d’incontro. Oltre alla trentina di luoghi dove tuttora vivono e svolgono il loro apostolato, i frati edificarono e consegnarono poi alle diocesi circa cinquanta chiese. Pochi anni dopo il loro arrivo, il visitatore apostolico della diocesi di Curitiba, il gesuita padre Renand, testimoniava quanto segue: «I reverendi padri cappuccini sono adibiti al ministero parrocchiale, con gran frutto spirituale. Mons. Vescovo ha affidato al loro zelo una zona immensa al nord-est dello stato del Paranà, in passato abbandonata su tutti i rapporti. Questa zona acquista ogni giorno di più grande importanza, a causa del rapidissimo sviluppo di molti centri abitati». Il visitatore, parlando poi del progetto dei cappuccini di costruire un convento e una chiesa in Curitiba faceva anche una profezia: «Essa diventerà un centro di grande movimento spirituale». Inoltre li invitava anche a dar vita a una scuola apostolica dalla quale sarebbe dipeso «in gran parte l’avvenire della missione. Le vocazioni non mancheranno specialmente nelle colonie italiana e polacca» (Lorenzo da Fara, I cappuccini veneti, pp. 373-374). Una previsione indovinata. Oggi la Provincia del Paranà-Santa Catarina conta circa 150 frati. Da 26 anni si è aperta anch’essa all’impegno missionario in Paraguay, con cinque fraternità e circa 25 religiosi. Questa «Custodia» è stata intitolata a san Leopoldo Mandić. Al Capitolo celebrato a Butiatuba, dal 27 al 31 ottobre scorso, il 16esimo della loro storia, hanno partecipato un centinaio di frati, in un clima di festa e di grande allegria. «Sono stati giorni di grazia e di fraternità provinciale. Abbiamo avuto la possibilità di pregare, di fare fraternità e di riflettere sulla nostra vita, prendendo decisioni importanti», ha dichiarato il ministro provinciale, fra Claudio Sergio de Abreu, riconfermato per un secondo triennio. E ha concluso dicendo: «Manteniamo la fiamma accesa nei nostri cuori e l’ispirazione accolta in questi giorni di grazia. Con l’aiuto di Dio e dei fratelli, sarà possibile progredire nella vita e nella missione, riedificando la Chiesa del Signore in noi». Particolarmente significativa la celebrazione di una eucaristia di suffragio e di riconoscenza, nel piccolo cimitero dove sono sepolti e ricordati tutti i frati defunti, italiani e brasiliani, che hanno dato la vita per il vangelo nella testimonianza del carisma francescano-cappuccino. Durante il capitolo ho potuto incontrare anche il custode del Paraguay, fra Mariosvaldo, al quale ho consegnato le offerte inviate da voi, cari amici di Portavoce, a sostegno della grande opera caritativa tra i poveri di Cateura (cf. Portavoce 7/2014, pp. 8-12). Vi ringrazia con tutto il cuore e vi invita a non dimenticare le tante necessità di quel povero Paese. Inoltre, visitando l’archivio della provincia paranense, a Ponta Grossa, ho avuto la gioia di scoprire due scritti inediti e molto significativi di san Leopoldo. Ma questa è un’altra bella storia: ve ne parlerò in un prossimo editoriale. A tutti i confratelli del Paranà-Santa Catarina, al ministro provinciale e alle fraternità che ho visitato assieme a fra Leopoldo Callegaro, esprimo vivissima riconoscenza per la squisita, fraterna, disponibile, generosa e simpatica accoglienza nei giorni della mia permanenza in Brasile. Ho il cuore colmo di volti, ricordi e immagini che non dimenticherò tanto facilmente. A voi e a tutti gli amici e devoti di san Leopoldo, l’augurio di un nuovo anno pieno di grazia, bontà, serenità, pace e ogni bene. P san Leopoldo, ieri e oggi a cura della Redazione DEDICATE A SAN LEOPOLDO DUE CAPPELLE IN BRASILE C apitão Leônidas Marques è un comune del sud del Brasile, situato nella parte occidentale dello Stato di Paraná. Da diversi anni sono presenti i frati cappuccini, alle cure dei quali la Chiesa ha affidato la parrocchia «Nossa Senhora da Salette». Nel territorio, tra le diverse «cappelle» (chiese succursali), si distingue una bella chiesa dedicata a san Leopoldo Mandić (foto sopra). Il parroco, padre Antonio Pereira dos Santos, ha inviato alcune foto, che pubblichiamo. Sempre dal Brasile, giunge anche l’immagine (foto a destra) che raffigura la cappella della Comunità «San Leopoldo», che fa capo alla vasta parrocchia «Nossa Senhora da Penha», guidata da don Altamiro Domingos da Silva. La cappella si trova nel bairro Nova Canaã della città di Cariacica (Stato di Espírito Santo). P gennaio-febbraio 2015 Portavoce 23 ▶ san Leopoldo, ieri e oggi AGENDA ORARIO D’APERTURA Chiesa ore 6.00-12.00 / 15.00-19.00 Cappella del santo ore 7.00-12.00 / 15.00-19.00 ORARIO PENITENZIERIA Festivo ore 6.15-12.00 / 15.00-19.00 Feriale ore 7.00-12.00 / 15.00-19.00 Il lunedì pomeriggio i frati sono impegnati in comunità, pertanto non sono disponibili per le confessioni IL GRAZIE DI FRA ALBERTO D omenica 21 settembre, nella chiesa di San Paolo Apostolo a Induno Olona (Varese) è stata celebrata una messa di ringraziamento per la professione perpetua dei voti religiosi di fra Alberto Lobba, avvenuta il 14 settembre nella chiesa dei frati cappuccini di Milano. Durante la celebrazione eucaristica, presieduta da don Giuliano Milani, fra Alberto ha portato la sua testimonianza parlando della sua esperienza in convento e della sua scelta di consacrazione al Signore: «Ringrazio questa comunità che mi ha visto crescere. Da voi ho imparato la gioia che si trova nell’aiutare gli altri. Preghiamo perché ogni comunità sia sempre luogo di comunione con al centro la parola di Dio, luogo in cui possono fiorire nuove vocazioni». Durante il rito dell’offertorio, oltre al pane e al vino, è stato portato un cingolo, un cordone francescano – con i tre nodi che simboleggiano i consigli evangelici di povertà, castità e obbedienza – e un quadro di san Leopoldo Mandić che fra Alberto ha voluto donare alla propria comunità, invitando tutti a fare esperienza, sull’esempio del santo cappuccino, della misericordia di Dio e a pregare per il dialogo e l’unità dei cristiani. P ORARIO SANTE MESSE Festivo ore 6.30, 7.45, 9.00, 10.15, 11.30, 16.00, 18.00 Sabato pomeriggio e vigilia delle feste sante messe festive ore 16.00, 18.00 Feriale ore 7.00, 8.30, 10.00, 18.00 PREGARE CON I FRATI Al mattino ore 6.20: celebrazione delle Lodi, meditazione e santa Messa. Alla sera ore 19.00: santo Rosario e Vespri Giovedì: Adorazione eucaristica, preghiera per le vocazioni e celebrazione dei Vespri ATTENZIONE ALLE TRUFFE Ci sono giunte segnalazioni che alcune persone stanno effettuando una raccolta fondi per una Onlus collegata a san Leopoldo con sede a Padova, ma inesistente. Gli sconosciuti sono in possesso di blocchetti con i quali annotano le offerte e rilasciano le ricevute. Il santuario di san Leopoldo e i frati cappuccini di Padova non hanno autorizzato nessuno a raccogliere offerte in denaro. Chi fosse interpellato da dette persone, declini la richiesta e segnali il fatto agli organi di polizia. PELLEGRINAGGI Chi desidera organizzare pellegrinaggi di gruppo può telefonare per informazioni o prenotazioni al numero 049 8802727 (orario di ufficio), email: [email protected] grazie, san Leopoldo a cura della Redazione «COME SAN LEOPOLDO È DIVENTATO IL MIO PROTETTORE» P remetto che mai avevo sentito parlare di san Leopoldo Mandic´, né avevo visto o letto qualcosa al riguardo. Insomma, uno sconosciuto. Attraversavo un periodo particolare della mia vita. Avevo proprio toccato il fondo. Disperata, mi sono rivolta al Signore, ho gridato con tutte le mie forze e ho chiesto di essere aiutata. Volevo uscire da quel vortice che mi aveva risucchiata e trascinata sempre più verso il basso, nel profondo della tenebra. Ho chiesto aiuto a vari sacerdoti, che mi hanno ascoltata e consigliata. Ho iniziato a recitare tutti i giorni il santo rosario alla Mamma celeste. Era il 2008, l’anno del 150° anniversario dell’apparizione della Madonna a Lourdes, dove non ero mai stata. Gli inviti a partecipare a un pellegrinaggio a Lourdes erano tanti, ma io non accettavo, giustificando sempre il mio rifiuto. Alla fine, però, su invito della sorella di padre Salvatore di Marano, che in quel periodo mi seguiva, accettai. Partii per Lourdes il 15 agosto. Nel gruppo di pellegrini c’era Adriana, una giovane signora che vive a Napoli ma originaria di Padova: diventammo amiche, per volontà della bella e dolce Mamma del cielo. Una notte, verso la fine di settembre, feci un sogno particolare: un posto mai visto, molto povero, e una piccola strada con ai margini delle case che sembravano La piccola Maria Eduarda è stata posta sotto la protezione di san Leopoldo dai genitori e dalla comunità cristiana della parrocchia «N.S. de Loreto e Santo Expedito» di San Paolo (Brasile) abbandonate, quasi diroccate. Questa piccola strada portava a una strada più larga in fondo al quale, fatta una curva, si salivano dei gradini e, prima di raggiungere uno spazio più grande, sulla sinistra si apriva una nicchia profonda. Qui, c’era la statua di un frate francescano e tantissimi ex voto. Nel sogno, come tutti gli altri (mi trovavo al seguito di un gruppo di persone), guardai dentro la nicchia e proseguii, senza pensare niente o provare alcuna emozione. Mi ritrovai di nuovo sulla strada appena percorsa e davo indicazioni a chi le chiedeva. Così, mi ritrovai davanti alla stessa nicchia, ma questa volta, appena guardai dentro, la statua divenne una… persona viva! Gridai il nome del santo, quando ancora non sapevo chi fosse, come se parlassi in un’altra lingua. Lui mi rivolse la parola, chiedendomi di cosa avessi bisogno. Gli risposi e lui mi assicurò che avrebbe fatto quanto chiesto. Continuai a camminare e mi ritrovai in una stanza molto umile, dove c’era una madia e un tavolo su cui erano appoggiate tantissime spighe di grano. Mi trovavo seduta, dando le spalle alla porta d’ingresso, contenta al ricordo dell’incontro avuto con quel «bel sacerdote francescano», di cui mi erano rimaste impresse le mani lunghe e un po’ contorte e la bella stola viola, oltre alla voce che con tono non severo ma autorevole mi aveva parlato. In quel momento, entrò una donna che si lamentava del fatto che tutto ciò che dicevano di quel luogo non era vero. Senza voltarmi, intervenni affermando la veridicità di tutto. La signora ascoltò, poi andò via. Il mattino seguente, al risveglio, avevo una sensazione bellissima nel cuore. Ricordavo bene il sogno. Cercai di ricordare il nome usato per chiamare il sacerdote, anzi il santo, perché lo chiamai «san...», ma non lo ricordavo. Iniziarono le ricerche; volevo capire chi fosse, chi dovevo chiamare e ringraziare! I sacerdoti a cui chiesi non mi sapevano aiutare, finché, parlando con Adriana di questo bel sogno, mi disse: «Hai sognato san Leopoldo Mandić ». Le risposi: «E chi è?». Subito mi mostrò una foto del santo. Dovetti sedermi, tanta fu l’emozione, perché l’avevo riconosciuto: era proprio lui, con le sue mani, la sua stola e il suo sorriso. Che meraviglia! Il Cielo ci ascolta e ci invia gli aiuti necessari. Sempre! Anna Patrizia Alfieri, Mondragone (CE), 1.8.2014 gennaio-febbraio 2015 Portavoce 25 ▶ grazie, san Leopoldo CUBANO LIBERATO DAL VIZIO DEL GIOCO D a bambino, per sei anni ho avuto l’opportunità di studiare in una scuola cattolica nel paese dove ora abito. Studiavo insieme a una mia sorella. All’ascesa del governo castrista, molte suore che ci facevano scuola dovettero emigrare. Tuttavia, né io né mia sorella ci siamo staccati mai dalla religione. Lei è sposata da 50 anni e io da 34 anni. Io ho una figlia di 33 anni, credente più di noi. Fin da bambini i nostri genitori ci hanno cresciuti nella forma di vita cristiana. Visito quasi tutti i giorni San José, la chiesa cattolica del mio paese. In essa si distribuiscono foglietti, libri: in uno di essi ho visto, per la prima volta, una vita di san Leopoldo Mandić che ha attirato la mia attenzione. Portandolo a casa, ho letto la sua storia. Nel passato, a causa di una situazione di disagio e necessità (anche se non così grave, se le confronto con quelle attuali), sono entrato nel vizio del gioco. Ero riuscito a lasciare il fumo e l’alcool, ma non riuscivo a lasciare il vizio del gioco. Letto il libro di san Leopoldo, un giorno mi sentii come ispirato a chiedergli con insistenza (cosa che mai avevo fatto): «Dammi un numero, perché ne ho bisogno». Il mattino seguente, però, presi in mano ancora quel libro, e mi sentii a disagio: da quel momento sento ripugnanza verso i numeri e il gioco. Io racconto questo fatto ad altri giocatori e dico loro che è stato san Leopoldo ad aiutarmi. Tengo un’immaginetta di san Leopoldo sotto il cuscino: mi sembra che egli mi stia parlando. Ho un libro di padre Felix Varela sulla superstizione e il fanatismo, ma io non ho di questi problemi. Mi sono molto affezionato al santo e desidererei libri, immaginette per poter regalarli a qualche amico. Diosmar Ricardo Osorio, Holguin (Cuba), 25.8.2014 «POTEVA SUCCEDERE QUALCOSA DI BRUTTO» H o due figli, Davide, di 43 anni, e Matteo di 34. Entrambi, fin dalla nascita, li ho affidati a san Leopoldo, perché li protegga. L’11 marzo scorso, Davide mi chiama per telefono e mi dice che si trova all’ospedale. «Non è niente di grave» mi dice, per non preoccuparmi. Giunti all’ospedale, io, mio marito e la nuora, abbiamo appreso la brutta notizia: mio figlio aveva avuto un infarto. Aveva ben tre arterie chiuse. Ora, una volta operato, sta bene. Pensare che, quando si era sentito male, per l’attacco al cuore, Davide si trovava alla guida di un camion! Penso che san Leopoldo l’abbia proprio aiutato, perché poteva 26 Portavoce gennaio-febbraio 2015 succedere qualcosa di davvero brutto. Ringrazio san Leopoldo; lo pregherò sempre affinché ci protegga e ci aiuti nella fede e nella salute. Maria Fiorini, San Giovanni Lupatoto (VR), 29.8.2014 UN GRAZIE DAL CANADA I l signor Bruno Deotto, il nostro grande maestro e direttore di musica sacra del coro «Santa Cecilia» (foto accanto), nella parrocchia San Giuda qui a Toronto, ha subito un grave incidente. Con la sua macchina è andato sotto a un camion. Dopo che la polizia l’ha tirato fuori, è stato portato con l’elicottero al Sunnybrook Hospital. Al termine di pochi giorni di ricovero, è stato poi mandato a casa sano e salvo, senza alcuna ferita. Tanto che ha ripreso il suo lavoro di maestro di musica. Ha 80 anni e sta bene. Per tutti noi è stato un grande miracolo. Io, quando ho sentito la notizia alla televisione, ho subito pensato a san Leopoldo. Infatti, da quando, avevo solo nove anni, l’ho visto di persona a Padova (a dieci anni ero presente al suo funerale), è sempre presente dentro di me. Per dire: ho avuto cinque operazioni, e mi è sempre stato vicino. Lo prego spesso con la novena e altre preghiere. Anna Peruzzo Giuliano, Weston (Ontario, Canada), 2.9.2014 I coniugi Gaetano Catacchio e Lucia Amoruso, di Bari, ringraziano san Leopoldo per tanti benefici ricevuti in 54 anni di vita matrimoniale vita del santuario a cura della Redazione 31.8.2014: ragazzi del ginnasio di Siroki Brijeg (Bonsnia Erzegovina) Dal 7 ottobre al 10 novembre 2014, hanno visitato il nostro santuario circa 50 gruppi organizzati, per un totale di 2.500 pellegrini, provenienti da: Spalato (Croazia), Bergamo, Padova-Arcella, Maser (TV), Imola (BO), Bolzano, Canton Ticino (Svizzera), Thiene (VI), Novara, Milano, Crema, San Stino di Livenza (VE), Monaco 7.8.2014: gruppo della parrocchia di san Bartolomeo da Murcia (Spagna) 11.9.2014: cresimandi della parrocchia di san Michele di Marghera (VE) con il parroco don Roberto Berton e la catechista Paola di Baviera (Germania), Azzano Decimo (PN), Zagabria (Croazia), Berna (Svizzera), Malcesine (VR), Ponte San Nicolò (PD), Albignasego (PD), Eboli (SA), Île de la Réunion (Francia), Vienna (Austria), Zara (Croazia), Ponte di Barbarano (VI), Correggio (RE), Torino, Karlsruhe (Germania), Minusio (Svizzera), Roma, Fiume (Croazia), Medjugorje (Bosnia-Erzegovina), Boston (Usa) e da altre località di Croazia, Ungheria, Slovenia, Bosnia-Erzegovina, Francia e Austria 27.8.2014: pellegrini da Bari 13.9.2014: devoti giunti in bicicletta da Zugliano (VI) gennaio-febbraio 2015 Portavoce 27 ▶ vita del santuario 14.9.2014: calciatori e dirigenti dell’A.C. Este in pellegrinaggio hanno offerto il loro gagliardetto al santuario 19.9.2014: pellegrini da Cremona con don Marco 14.9.2014: pellegrini giunti a piedi da Camposampiero (PD) 5.10.2014: gruppo da Altivole (TV) 4.10.2014: Comunità dell’Assunta di Bologna 28 Portavoce gennaio-febbraio 2015 24.9.2014: pellegrini da Mondovì (CN) 26.10.2014: gruppo da Torino 12.10.2014: pellegrini da Milano 17.10.2014: gruppo da Azzano Decimo (TV) con il parroco 18.10.2014: gemellaggio dei ragazzi di Ponte san Nicolò (PD) con coetanei di Zagabria 22.10.2014: pellegrini da Île de la Réunion (Francia) Nella prima metà dello scorso mese di ottobre, una cinquantina di devoti di san Leopoldo e frequentatori del suo santuario in Padova, guidati da fr. Flaviano Giovanni Gusella, si sono recati in pellegrinaggio a Innsbruck (Austria) alla tomba e nei luoghi del beato Tommaso da Olera. Nella foto, il gruppo davanti all’abbazia di Stams gennaio-febbraio 2015 Portavoce 29