Portavoce - N. 1 - 2015 - santuario di san leopoldo

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Portavoce - N. 1 - 2015 - santuario di san leopoldo
Portavoce
Mensile - anno 55 - n. 1 - Poste Italiane s.p.a. - Sped. in A. P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, NE/PD
di san Leopoldo Mandić
N. 1 - GENNAIO-FEBBRAIO 2015
SINODO DEI VESCOVI
IL VANGELO DELLA FAMIGLIA, OGGI
SETTIMANA DI PREGHIERA
PER L’UNITÀ DEI CRISTIANI
«DAMMI UN PO’
D’ACQUA DA BERE»
SPIRITUALITÀ
P. MARIE BENOÎT
IL «PADRE
DEGLI EBREI»
N. 1 GENNAIO-FEBBRAIO 2015 ANNO 55
SOMMARIO
EDITORIALI
3 / Ripartiamo! / Ai lettori / di Giovanni Lazzara
6 / Vita consacrata e missione / La voce del santuario /
di Flaviano G. Gusella
ATTUALITÀ ECCLESIALE
8 / Il vangelo della famiglia, oggi / Sinodo dei vescovi
12 / 2015, l’anno dei religiosi / di João card. Braz de Aviz
14 / «La cosa più importante e bella» / Intervista / a cura della Redazione
FEDE & VITA
16 / «Dammi un po’ d’acqua da bere» / Settimana di preghiera per l’unità
dei cristiani / a cura della Redazione
SAN LEOPOLDO, IERI E OGGI
20 / Amava la propria patria, ma era fratello di tutti /
«Un povero d’inesauribile ricchezza» > 7 / di Jacov Bubalo
23 / Dedicate a san Leopoldo due cappelle in Brasile /
Il grazie di fra Alberto / Devozione / a cura della Redazione
SPIRITUALITÀ
30 / P. Marie Benoît, il «padre degli ebrei» / di Giovanni Lazzara
34 / Sorella Maria di Campello / Testimoni dello spirito > 1 / di Paolo Costa
RUBRICHE
4 / Lettere a Portavoce / di Aurelio Blasotti
25 / Grazie, san Leopoldo / a cura della Redazione
Portavoce
di san Leopoldo Mandić
Periodico di cultura religiosa
dell’Associazione «Amici di San Leopoldo»
Direzione, Redazione, Amministrazione
Associazione «Amici di San Leopoldo»
Santuario san Leopoldo Mandić
Piazzale S. Croce, 44 - 35123 Padova
Tel. 049 8802727 - Fax 049 8802465
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Direttore e Redattore
Giovanni Lazzara
Dir. Responsabile
Luciano Pastorello
Hanno collaborato a questo numero
Aurelio Blasotti, Flaviano G. Gusella,
Sinodo dei vescovi, João card. Braz de Aviz,
Jacov Bubalo, Paolo Costa, Sisto Zarpellon
e Fabio Camillo
Impaginazione
Barbara Callegarin
27 / Vita del santuario / a cura della Redazione
Stampa
Stampe Violato - Bagnoli di Sopra (PD)
37 / Calendario liturgico / a cura di Sisto Zarpellon
Registrazione Tribunale di Padova
n. 209 del 18.10.1961
Iscrizione al R.O.C. n. 13870
Con approvazione ecclesiastica
e dell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini
Editore
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continua la riflessione della Chiesa sulla famiglia
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Rettore del santuario
Fra Flaviano Giovanni Gusella
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▶ lettere a Portavoce
«P
sono trascurati. Eppure, da come
sono vissuti, si può dedurre il grado di partecipazione dei fedeli al
mistero che celebrano.
Ogni momento di silenzio ha un
significato particolare, ma è sempre un richiamo a entrare in se
stessi per vivere a livello personale
quello che il rito celebra. Durante l’atto penitenziale il fedele con
fiducia si affida alla misericordia
di Dio e chiede perdono dei suoi
peccati. Nel silenzio che accompagna l’invito del sacerdote alla preghiera, i fedeli si predispongono
ad accogliere col cuore l’orazione
che poi farà il sacerdote, concludendola con la proclamazione dell’«Amen».
C’è poi il silenzio che segue la
proclamazione della parola di Dio
o l’omelia: è un invito a meditare
ciò che si è udito e a comprendere, con l’aiuto dello Spirito Santo,
cosa la Parola ha detto a ciascuno.
Circa la comunione, ecco cosa
dicono le norme liturgiche: «Terminata la distribuzione della comunione, il sacerdote e i fedeli, secondo l’opportunità, pregano per
un po’ di tempo in silenzio» (CEI,
Ordinamento generale del Messale
romano, 2007, n. 88). Del resto il
linguaggio più espressivo dell’adorazione è proprio la contemplazione silenziosa. Il silenzio, dopo la
6
Portavoce gennaio-febbraio 2015
comunione, è l’unica lode capace
di rispettare veramente il legame
che si è creato tra la creatura e il
Creatore, tra il finito e l’infinito,
tra la nostra vita mortale e la vita
che non avrà mai fine.
L’essersi nutriti del Corpo del
Signore ci riporta, in quel silenzio
adorante, a ripensare le parole di
Gesù: «Chi mangia la mia carne e
beve il mio sangue rimane in me e
io in lui» (Gv 6,56). Il silenzio permette di «assaporare» questa relazione di reciprocità.
In conclusione, i momenti di
silenzio inseriti nella santa messa non sono tempi vuoti, ma essi
stessi sono momenti liturgici vivi
e pregni di significato, che ci coinvolgono come il resto della celebrazione liturgica, dove il gesto o
la parola hanno una parte predominante. P
SCRIVETECI
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La Redazione si riserva il diritto
di sintetizzare le lettere.
È garantito il rispetto dell’anonimato
per chi lo richiede.
iù la missione vi chiama
ad andare verso le periferie
esistenziali,
più il vostro cuore sia unito a quello
di Cristo, pieno di misericordia e
di amore». Queste parole di papa
Francesco, consegnate ai religiosi
in preparazione dell’Anno della vita
consacrata, iniziato il 30 novembre
2014 e che si concluderà il 2 febbraio
2016, mi sono venute in mente
durante una mia recente esperienza.
Alla fine dello scorso mese di
ottobre, mi è stato concesso il dono
di poter partecipare al capitolo
della Provincia dei frati cappuccini
del Paranà-Santa Catarina, in
Brasile, come rappresentante della
«Provincia-madre» (foto a destra).
La Provincia religiosa del Paranà,
infatti, diventata autonoma nel 1968
e posta sotto la protezione di san
Lorenzo da Brindisi, il più illustre
cappuccino della Provincia veneta,
ha le sue radici in un intenso e
appassionato lavoro dei cappuccini
veneti, che vi furono inviati, su
richiesta di mons. Giovanni
Francesco Braga, vescovo di Curitiba,
capitale del Paranà.
Furono 77 i missionari veneti
che dal 1919 al 1977 partirono
per quelle regioni del Brasile. Nel
settembre del 1919 partirono i primi
quattro missionari; l’anno seguente
ne partirono altri otto. A causa delle
condizioni economiche «miserande»
della Provincia veneta – era da
poco terminata la Prima guerra
mondiale e molte erano le necessità
materiali anche qui in Italia – il
viaggio dei primi otto missionari
(costato 30mila lire) fu pagato
dalla Curia generale. Nel 1919 la
Provincia veneta contava 174 frati
(95 sacerdoti e 79 fratelli laici) più
56 studenti in filosofia e teologia.
Tuttavia non esitò a rispondere
all’appello del ministro generale
dell’Ordine che la invitava ad
allargare gli orizzonti. Le risposte dei
frati furono numerose e di qualità.
«I cappuccini veneti hanno inviato
la voce del santuario
di Flaviano G. Gusella
VITA CONSACRATA E MISSIONE
in Paranà autentici giganti!», mi confidava con
riconoscenza un ultranovantenne ex provinciale,
ancora attivo come superiore di un convento. Seppero
immergersi nel lavoro apostolico con totale abnegazione
ed enormi sacrifici, testimoniando la gioia della fede e
della vita consacrata. Evangelizzazione, promozione
sociale, cura pastorale ed edifici per il culto: furono gli
ambiti nei quali si prodigarono i missionari cappuccini.
Impressionante, considerando anche la pochezza dei
mezzi, il numero di comunità da loro costituite, con
le loro chiese, cappelle, luoghi d’incontro. Oltre alla
trentina di luoghi dove tuttora vivono e svolgono il loro
apostolato, i frati edificarono e consegnarono poi alle
diocesi circa cinquanta chiese.
Pochi anni dopo il loro arrivo, il visitatore apostolico
della diocesi di Curitiba, il gesuita padre Renand,
testimoniava quanto segue: «I reverendi padri
cappuccini sono adibiti al ministero parrocchiale, con
gran frutto spirituale. Mons. Vescovo ha affidato al
loro zelo una zona immensa al nord-est dello stato
del Paranà, in passato abbandonata su tutti i rapporti.
Questa zona acquista ogni giorno di più grande
importanza, a causa del rapidissimo sviluppo di molti
centri abitati». Il visitatore, parlando poi del progetto
dei cappuccini di costruire un convento e una chiesa
in Curitiba faceva anche una profezia: «Essa diventerà
un centro di grande movimento spirituale». Inoltre li
invitava anche a dar vita a una scuola apostolica dalla
quale sarebbe dipeso «in gran parte l’avvenire della
missione. Le vocazioni non mancheranno specialmente
nelle colonie italiana e polacca» (Lorenzo da Fara,
I cappuccini veneti, pp. 373-374). Una previsione
indovinata. Oggi la Provincia del Paranà-Santa Catarina
conta circa 150 frati. Da 26 anni si è aperta anch’essa
all’impegno missionario in Paraguay, con cinque
fraternità e circa 25 religiosi. Questa «Custodia»
è stata intitolata a san Leopoldo Mandić.
Al Capitolo celebrato a Butiatuba,
dal 27 al 31 ottobre scorso, il
16esimo della loro storia, hanno
partecipato un centinaio di frati, in un clima di festa
e di grande allegria. «Sono stati giorni di grazia e di
fraternità provinciale. Abbiamo avuto la possibilità di
pregare, di fare fraternità e di riflettere sulla nostra
vita, prendendo decisioni importanti», ha dichiarato
il ministro provinciale, fra Claudio Sergio de Abreu,
riconfermato per un secondo triennio. E ha concluso
dicendo: «Manteniamo la fiamma accesa nei nostri cuori
e l’ispirazione accolta in questi giorni di grazia. Con
l’aiuto di Dio e dei fratelli, sarà possibile progredire nella
vita e nella missione, riedificando la Chiesa del Signore
in noi». Particolarmente significativa la celebrazione di
una eucaristia di suffragio e di riconoscenza, nel piccolo
cimitero dove sono sepolti e ricordati tutti i frati defunti,
italiani e brasiliani, che hanno dato la vita per il vangelo
nella testimonianza del carisma francescano-cappuccino.
Durante il capitolo ho potuto incontrare anche
il custode del Paraguay, fra Mariosvaldo, al quale
ho consegnato le offerte inviate da voi, cari amici di
Portavoce, a sostegno della grande opera caritativa tra
i poveri di Cateura (cf. Portavoce 7/2014, pp. 8-12). Vi
ringrazia con tutto il cuore e vi invita a non dimenticare
le tante necessità di quel povero Paese. Inoltre,
visitando l’archivio della provincia paranense, a Ponta
Grossa, ho avuto la gioia di scoprire due scritti inediti e
molto significativi di san Leopoldo. Ma questa è un’altra
bella storia: ve ne parlerò in un prossimo editoriale.
A tutti i confratelli del Paranà-Santa Catarina, al
ministro provinciale e alle fraternità che ho visitato
assieme a fra Leopoldo Callegaro, esprimo vivissima
riconoscenza per la squisita, fraterna, disponibile,
generosa e simpatica accoglienza nei giorni della mia
permanenza in Brasile. Ho il cuore colmo di volti,
ricordi e immagini che non dimenticherò
tanto facilmente.
A voi e a tutti gli amici e devoti
di san Leopoldo, l’augurio di un nuovo
anno pieno di grazia,
bontà, serenità, pace
e ogni bene. P
san Leopoldo, ieri e oggi
a cura della Redazione
DEDICATE A SAN LEOPOLDO
DUE CAPPELLE IN BRASILE
C
apitão Leônidas Marques
è un comune del sud del
Brasile, situato nella parte
occidentale dello Stato di Paraná.
Da diversi anni sono presenti i frati cappuccini, alle cure dei quali
la Chiesa ha affidato la parrocchia
«Nossa Senhora da Salette». Nel
territorio, tra le diverse «cappelle» (chiese succursali), si distingue
una bella chiesa dedicata a san
Leo­poldo Mandić (foto sopra). Il
parroco, padre Antonio Pereira dos
Santos, ha inviato alcune foto, che
pubblichiamo.
Sempre dal Brasile, giunge anche l’immagine (foto a destra)
che raffigura la cappella della
Comunità «San Leopoldo», che fa
capo alla vasta parrocchia «Nossa
Senhora da Penha», guidata da
don Altamiro Domingos da Silva.
La cappella si trova nel bairro Nova Canaã della città di Cariacica
(Stato di Espírito Santo). P
gennaio-febbraio 2015 Portavoce
23
▶ san Leopoldo, ieri e oggi
AGENDA
ORARIO D’APERTURA
Chiesa
ore 6.00-12.00 / 15.00-19.00
Cappella del santo
ore 7.00-12.00 / 15.00-19.00
ORARIO PENITENZIERIA
Festivo
ore 6.15-12.00 / 15.00-19.00
Feriale
ore 7.00-12.00 / 15.00-19.00
Il lunedì pomeriggio i frati sono
impegnati in comunità, pertanto non
sono disponibili per le confessioni
IL GRAZIE DI FRA ALBERTO
D
omenica 21 settembre, nella chiesa di San Paolo Apostolo a Induno Olona (Varese) è stata celebrata una messa
di ringraziamento per la professione perpetua dei voti religiosi
di fra Alberto Lobba, avvenuta il
14 settembre nella chiesa dei frati
cappuccini di Milano.
Durante la celebrazione eucaristica, presieduta da don Giuliano
Milani, fra Alberto ha portato la
sua testimonianza parlando della
sua esperienza in convento e della
sua scelta di consacrazione al Signore: «Ringrazio questa comunità che mi ha visto crescere. Da voi
ho imparato la gioia che si trova
nell’aiutare gli altri. Preghiamo
perché ogni comunità sia sempre
luogo di comunione con al centro
la parola di Dio, luogo in cui possono fiorire nuove vocazioni».
Durante il rito dell’offertorio,
oltre al pane e al vino, è stato portato un cingolo, un cordone francescano – con i tre nodi che simboleggiano i consigli evangelici di
povertà, castità e obbedienza – e
un quadro di san Leopoldo Mandić
che fra Alberto ha voluto donare
alla propria comunità, invitando
tutti a fare esperienza, sull’esempio del santo cappuccino, della misericordia di Dio e a pregare per il
dialogo e l’unità dei cristiani. P
ORARIO SANTE MESSE
Festivo
ore 6.30, 7.45, 9.00, 10.15,
11.30, 16.00, 18.00
Sabato pomeriggio e vigilia delle feste
sante messe festive ore 16.00, 18.00
Feriale
ore 7.00, 8.30, 10.00, 18.00
PREGARE CON I FRATI
Al mattino ore 6.20:
celebrazione delle Lodi,
meditazione e santa Messa.
Alla sera ore 19.00:
santo Rosario e Vespri
Giovedì: Adorazione eucaristica,
preghiera per le vocazioni
e celebrazione dei Vespri
ATTENZIONE
ALLE TRUFFE
Ci sono giunte segnalazioni che alcune persone stanno effettuando
una raccolta fondi per
una Onlus collegata a
san Leopoldo con sede
a Padova, ma inesistente. Gli sconosciuti sono in possesso di blocchetti con i quali annotano
le offerte e rilasciano le ricevute. Il santuario di san Leopoldo e i frati cappuccini di Padova non hanno autorizzato nessuno a raccogliere
offerte in denaro. Chi fosse interpellato da dette persone, declini la
richiesta e segnali il fatto agli organi di polizia.
PELLEGRINAGGI
Chi desidera organizzare
pellegrinaggi di gruppo può
telefonare per informazioni
o prenotazioni al numero
049 8802727 (orario di ufficio),
email: [email protected]
grazie, san Leopoldo
a cura della Redazione
«COME SAN LEOPOLDO
È DIVENTATO IL MIO PROTETTORE»
P
remetto che mai avevo sentito parlare di san
Leo­poldo Mandic´, né avevo visto o letto qualcosa al riguardo. Insomma, uno sconosciuto.
Attraversavo un periodo particolare della mia vita.
Avevo proprio toccato il fondo. Disperata, mi sono rivolta al Signore, ho gridato con tutte le mie forze e ho
chiesto di essere aiutata. Volevo uscire da quel vortice
che mi aveva risucchiata e trascinata sempre più verso
il basso, nel profondo della tenebra. Ho chiesto aiuto
a vari sacerdoti, che mi hanno ascoltata e consigliata.
Ho iniziato a recitare tutti i giorni il santo rosario alla
Mamma celeste. Era il 2008, l’anno del 150° anniversario dell’apparizione della Madonna a Lourdes, dove
non ero mai stata. Gli inviti a partecipare a un pellegrinaggio a Lourdes erano tanti, ma io non accettavo,
giustificando sempre il mio rifiuto. Alla fine, però, su
invito della sorella di padre Salvatore di Marano, che
in quel periodo mi seguiva, accettai.
Partii per Lourdes il 15 agosto. Nel gruppo di pellegrini c’era Adriana, una giovane signora che vive a
Napoli ma originaria di Padova: diventammo amiche,
per volontà della bella e dolce Mamma del cielo. Una
notte, verso la fine di settembre, feci un sogno particolare: un posto mai visto, molto povero, e una piccola strada con ai margini delle case che sembravano
La piccola
Maria Eduarda
è stata posta
sotto la
protezione
di san Leopoldo
dai genitori
e dalla
comunità
cristiana
della parrocchia
«N.S. de
Loreto e Santo
Expedito»
di San Paolo
(Brasile)
abbandonate, quasi diroccate. Questa piccola strada
portava a una strada più larga in fondo al quale, fatta
una curva, si salivano dei gradini e, prima di raggiungere uno spazio più grande, sulla sinistra si apriva
una nicchia profonda. Qui, c’era la statua di un frate
francescano e tantissimi ex voto.
Nel sogno, come tutti gli altri (mi trovavo al seguito
di un gruppo di persone), guardai dentro la nicchia
e proseguii, senza pensare niente o provare alcuna
emozione. Mi ritrovai di nuovo sulla strada appena
percorsa e davo indicazioni a chi le chiedeva. Così, mi ritrovai davanti alla stessa nicchia, ma questa
volta, appena guardai dentro, la statua divenne una…
persona viva! Gridai il nome del santo, quando ancora non sapevo chi fosse, come se parlassi in un’altra
lingua. Lui mi rivolse la parola, chiedendomi di cosa
avessi bisogno. Gli risposi e lui mi assicurò che avrebbe fatto quanto chiesto.
Continuai a camminare e mi ritrovai in una stanza molto umile, dove c’era una madia e un tavolo su
cui erano appoggiate tantissime spighe di grano. Mi
trovavo seduta, dando le spalle alla porta d’ingresso,
contenta al ricordo dell’incontro avuto con quel «bel
sacerdote francescano», di cui mi erano rimaste impresse le mani lunghe e un po’ contorte e la bella stola viola, oltre alla voce che con tono non severo ma
autorevole mi aveva parlato. In quel momento, entrò
una donna che si lamentava del fatto che tutto ciò che
dicevano di quel luogo non era vero. Senza voltarmi,
intervenni affermando la veridicità di tutto. La signora ascoltò, poi andò via.
Il mattino seguente, al risveglio, avevo una sensazione bellissima nel cuore. Ricordavo bene il sogno.
Cercai di ricordare il nome usato per chiamare il sacerdote, anzi il santo, perché lo chiamai «san...», ma
non lo ricordavo. Iniziarono le ricerche; volevo capire
chi fosse, chi dovevo chiamare e ringraziare! I sacerdoti a cui chiesi non mi sapevano aiutare, finché, parlando con Adriana di questo bel sogno, mi disse: «Hai
sognato san Leopoldo Mandić ». Le risposi: «E chi è?».
Subito mi mostrò una foto del santo. Dovetti sedermi,
tanta fu l’emozione, perché l’avevo riconosciuto: era
proprio lui, con le sue mani, la sua stola e il suo sorriso. Che meraviglia! Il Cielo ci ascolta e ci invia gli aiuti
necessari. Sempre!
Anna Patrizia Alfieri, Mondragone (CE), 1.8.2014
gennaio-febbraio 2015 Portavoce
25
▶ grazie, san Leopoldo
CUBANO LIBERATO
DAL VIZIO DEL GIOCO
D
a bambino, per sei anni ho avuto l’opportunità di studiare in una scuola cattolica nel paese
dove ora abito. Studiavo insieme a una mia sorella. All’ascesa del governo castrista, molte suore che
ci facevano scuola dovettero emigrare. Tuttavia, né io
né mia sorella ci siamo staccati mai dalla religione. Lei
è sposata da 50 anni e io da 34 anni. Io ho una figlia
di 33 anni, credente più di noi. Fin da bambini i nostri
genitori ci hanno cresciuti nella forma di vita cristiana.
Visito quasi tutti i giorni San José, la chiesa cattolica
del mio paese. In essa si distribuiscono foglietti, libri:
in uno di essi ho visto, per la prima volta, una vita di
san Leopoldo Mandić che ha attirato la mia attenzione. Portandolo a casa, ho letto la sua storia.
Nel passato, a causa di una situazione di disagio e
necessità (anche se non così grave, se le confronto con
quelle attuali), sono entrato nel vizio del gioco. Ero riuscito a lasciare il fumo e l’alcool, ma non riuscivo a
lasciare il vizio del gioco. Letto il libro di san Leo­poldo,
un giorno mi sentii come ispirato a chiedergli con insistenza (cosa che mai avevo fatto): «Dammi un numero, perché ne ho bisogno». Il mattino seguente, però,
presi in mano ancora quel libro, e mi sentii a disagio:
da quel momento sento ripugnanza verso i numeri e
il gioco. Io racconto questo fatto ad altri giocatori e
dico loro che è stato san Leopoldo ad aiutarmi. Tengo
un’immaginetta di san Leopoldo sotto il cuscino: mi
sembra che egli mi stia parlando. Ho un libro di padre
Felix Varela sulla superstizione e il fanatismo, ma io
non ho di questi problemi. Mi sono molto affezionato
al santo e desidererei libri, immaginette per poter regalarli a qualche amico.
Diosmar Ricardo Osorio, Holguin (Cuba), 25.8.2014
«POTEVA SUCCEDERE
QUALCOSA DI BRUTTO»
H
o due figli, Davide, di 43 anni, e Matteo di
34. Entrambi, fin dalla nascita, li ho affidati a
san Leopoldo, perché li protegga. L’11 marzo
scorso, Davide mi chiama per telefono e mi dice che
si trova all’ospedale. «Non è niente di grave» mi dice,
per non preoccuparmi. Giunti all’ospedale, io, mio
marito e la nuora, abbiamo appreso la brutta notizia:
mio figlio aveva avuto un infarto. Aveva ben tre arterie chiuse. Ora, una volta operato, sta bene. Pensare
che, quando si era sentito male, per l’attacco al cuore,
Davide si trovava alla guida di un camion! Penso che
san Leopoldo l’abbia proprio aiutato, perché poteva
26
Portavoce gennaio-febbraio 2015
succedere qualcosa di davvero brutto. Ringrazio san
Leopoldo; lo pregherò sempre affinché ci protegga e
ci aiuti nella fede e nella salute.
Maria Fiorini, San Giovanni Lupatoto (VR), 29.8.2014
UN GRAZIE
DAL CANADA
I
l signor Bruno Deotto, il
nostro grande maestro e
direttore di musica sacra
del coro «Santa Cecilia» (foto accanto), nella parrocchia San Giuda qui a Toronto, ha subito un grave incidente. Con la sua macchina
è andato sotto a un camion. Dopo che la polizia l’ha tirato fuori, è stato portato con l’elicottero al Sunnybrook Hospital. Al termine di pochi giorni di ricovero, è
stato poi mandato a casa sano e salvo, senza alcuna
ferita. Tanto che ha ripreso il suo lavoro di maestro di
musica. Ha 80 anni e sta bene. Per tutti noi è stato un
grande miracolo. Io, quando ho sentito la notizia alla
televisione, ho subito pensato a san Leopoldo. Infatti,
da quando, avevo solo nove anni, l’ho visto di persona
a Padova (a dieci anni ero presente al suo funerale), è
sempre presente dentro di me. Per dire: ho avuto cinque operazioni, e mi è sempre stato vicino. Lo prego
spesso con la novena e altre preghiere.
Anna Peruzzo Giuliano, Weston (Ontario, Canada), 2.9.2014
I coniugi
Gaetano
Catacchio e
Lucia Amoruso,
di Bari,
ringraziano
san Leopoldo
per tanti
benefici
ricevuti
in 54 anni
di vita
matrimoniale
vita del santuario
a cura della Redazione
31.8.2014: ragazzi del ginnasio di Siroki Brijeg (Bonsnia Erzegovina)
Dal 7 ottobre al 10 novembre 2014, hanno visitato
il nostro santuario circa 50 gruppi organizzati, per
un totale di 2.500 pellegrini, provenienti da: Spalato
(Croazia), Bergamo, Padova-Arcella, Maser (TV), Imola
(BO), Bolzano, Canton Ticino (Svizzera), Thiene (VI),
Novara, Milano, Crema, San Stino di Livenza (VE), Monaco
7.8.2014: gruppo della parrocchia
di san Bartolomeo da Murcia (Spagna)
11.9.2014: cresimandi della parrocchia di san
Michele di Marghera (VE) con il parroco don Roberto
Berton e la catechista Paola
di Baviera (Germania), Azzano Decimo (PN), Zagabria
(Croazia), Berna (Svizzera), Malcesine (VR), Ponte
San Nicolò (PD), Albignasego (PD), Eboli (SA), Île de la
Réunion (Francia), Vienna (Austria), Zara (Croazia), Ponte
di Barbarano (VI), Correggio (RE), Torino, Karlsruhe
(Germania), Minusio (Svizzera), Roma, Fiume (Croazia),
Medjugorje (Bosnia-Erzegovina), Boston (Usa) e da altre
località di Croazia, Ungheria, Slovenia, Bosnia-Erzegovina,
Francia e Austria
27.8.2014: pellegrini da Bari
13.9.2014: devoti giunti in bicicletta da Zugliano (VI)
gennaio-febbraio 2015 Portavoce
27
▶ vita del santuario
14.9.2014: calciatori e dirigenti dell’A.C.
Este in pellegrinaggio hanno offerto il loro
gagliardetto al santuario
19.9.2014: pellegrini da Cremona con don Marco
14.9.2014:
pellegrini
giunti
a piedi da
Camposampiero
(PD)
5.10.2014: gruppo da Altivole (TV)
4.10.2014:
Comunità
dell’Assunta
di Bologna
28
Portavoce gennaio-febbraio 2015
24.9.2014: pellegrini da Mondovì (CN)
26.10.2014: gruppo da Torino
12.10.2014: pellegrini da Milano
17.10.2014:
gruppo da Azzano
Decimo (TV)
con il parroco
18.10.2014: gemellaggio dei ragazzi di Ponte san
Nicolò (PD) con coetanei di Zagabria
22.10.2014: pellegrini da Île de la Réunion (Francia)
Nella prima metà dello scorso mese
di ottobre, una cinquantina di devoti
di san Leopoldo e frequentatori del
suo santuario in Padova, guidati da
fr. Flaviano Giovanni Gusella, si sono
recati in pellegrinaggio a Innsbruck
(Austria) alla tomba e nei luoghi del
beato Tommaso da Olera.
Nella foto, il gruppo davanti
all’abbazia di Stams
gennaio-febbraio 2015 Portavoce
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