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ALMA MATER STUDIORUM – UNIVERSITÀ DI BOLOGNA Scuola di Farmacia, Biotecnologie e Scienze Motorie Corso di Laurea Triennale in Biotecnologie Tesi di Laurea in Microbiologia STUDIO DELL’ATTIVITA’ ANTIMICROBICA DI OLII ESSENZIALI DI MONARDA FISTULOSA E MONARDA DIDYMA VERSO CANDIDA SP. E VALUTAZIONE DI UNA POTENZIALE ATTIVITA’ INIBENTE DI TEA TREE OIL VERSO LA VIRULENZA DI CANDIDA ALBICANS Candidato: Relatore: Jia Wang Dott.ssa Paola Mattarelli Matricola n°: Correlatori: 0000450921 Dott.ssa Maria Grazia Bellardi Dott. Lorenzo Nissen Dott.ssa Monica Modesto Sessione III Anno Accademico 2012-2013 1 Obiettivi La Monarda è una lamiacea perenne originaria dell’America del Nord. Studi recenti hanno dimostrato una potente attività antimicrobica in vitro del suo olio essenziale verso microrganismi patogeni. Nel presente studio sono stati ottenuti per distillazione sotto flusso di vapore gli olii essenziali di Monarda fistulosa e M. didyma coltivate sia presso l'Istituto Ghini-Scarabelli di Imola, sia il Giardino delle Erbe di Casola Valsenio (Ravenna). I microrganismi presi in considerazione sono stati Candida albicans, C. pseudointermedia, C. stellata, tropicalis e C. utilis. Le candide sono lieviti opportunisti in condizioni normali mentre possono determinare infezioni in soggetti immunodepressi. La possibilità di utilizzare come antimicrobici sostanze naturali come gli olii essenziali offre grandi vantaggi soprattutto nel ridurre l'uso di antibiotici e quindi nel contenere il fenomeno dell'antibiotico resistenza. Scopo della presente tesi era dapprima di analizzare gli olii di M. fistulosa e M. didyma, unitamente all'olio di Tea Tree (TTO) come riferimento, per la loro attività antimicrobica verso candide. Successivamente è stata valutata l'interessante possibilità degli olii essenziali di diminuire la virulenza di Candida albicans. C. albicans è stata ricoltivata in presenza di TTO a concentrazioni subinibenti ed è stata valutata l'espressione genica di alcuni geni di virulenza mediante qPCR real time. 2 INDICE 1. Introduzione ....................................................................................................... 5 1.1 Candida sp. .......................................................................................................6 1.2 TTO (Tea Tree Oil) .............................................................................................. 8 1.3 Gli olii essenziali di Monarda ............................................................................. 8 - Monarda fistulosa .............................................................................................9 - Monarda didyma .............................................................................................. 9 2. Metodi e materiali ............................................................................................. 10 2.1 Coltivazione delle piante di Monarda ............................................................. 10 2.2 Distillazione di Monarda per ottenimento dell’olio essenziale .................... 11 2.3 Microrganismi utilizzati ......................................................................................11 2.4 Condizioni di coltura di Candida sp.................................................................. 12 2.5 Saggio dell’attività antimicrobica secondo MIC (Minimum Inhibitory Concentration) .......................................................................................................... 12 2.6 Determinazione attività battericida degli o. e. MBC (Minimal bactericidal concentration) .................................................................................... 14 2.7 Estrazione RNA batterico .................................................................................14 2.8 Quantificazione RNA batterico.......................................................................... 15 2.9 Retrotrascrizione RNA ...................................................................................... 15 2.10 Reazione quantitativa real-time PCR ...........................................................16 2.11 Costruzione curva standard per la normalizzazione controllo................... 16 2.12 Espressione genica del fattore di virulenza ................................................ 17 3. Risultati ed analisi dei dati .............................................................................19 3.1. Resa della distillazione dell’olio di Monarda ................................................ 19 3.2 Saggio di attività antimicrobica dell’olio di Monarda e TTO verso Candida sp.................................................................................................................. 20 3 3.3 Valutazione di una potenziale attività inibente di Tea Tree Oil verso la virulenza di Candida albicans................................................................... 26 3.4 L’analisi dei regolatori trascrizionali EFG1 e Lup1 .......................................27 4. Conclusioni ...................................................................................................... 29 5. Bibliografia ......................................................................................................... 30 6. Ringraziamenti ................................................................................................... 32 4 I. Introduzione L’olio essenziale (o. e.) è una miscela molto complessa di sostanze volatili aromatiche, che vengono prodotte naturalmente dalle piante. L’o. e., chiamato anche essenza, è considerato come lo “spirito” della pianta; è un estratto fitochimico selettivo, nel senso che particolari componenti fitochimici vengono selettivamente ricavati dalla pianta. A dispetto del nome si tratta di sostanze non oleose, non grasse, e non hanno nulla in comune con gli oli vegetali. Sono particolarmente concentrati in parti diverse della pianta: nei fiori, nella resina, nella corteccia, nelle radici, nella buccia dei frutti, nelle foglie, nei frutti, nel legno. Risultano essere poco solubili nelle soluzioni acquose, mentre si sciolgono facilmente nelle soluzioni alcoliche e negli oli vegetali. Stimolano intensamente l’olfatto, poiché si volatilizzano a temperatura ambiente. Ogni tipo di olio essenziale presenta delle caratteristiche proprie incluse le proprietà fisiche e chimiche. A seconda delle loro proprietà, i vari o. e, vengono utilizzati in diversi campi, quelli dei profumi, dei prodotti di bellezza, delle cure medicinali, etc. L’impiego degli olii essenziali fa parte della medicina “alternativa”, come la fitoterapia. Questi approcci terapeutici storicamente sono stati usati nei Paesi orientali come Cina India e Giappone, per curare e per il benessere del corpo e dello spirito, perché gli o. e. hanno proprietà antisettiche e rilassanti. Inoltre in Cina gli olii sono utilizzati frequentemente anche per curare punture di insetti, tagli e le ferite, bruciature ed infezioni. Queste applicazioni hanno dimostrato che gli olii essenziali potrebbero avere anche proprietà antitossiniche, antiparassitiche ed antimicrobiche. Gli studi degli ultimi venti anni sull’olio essenziale di TTO (Tea Tree Oil) hanno confermato che la sua attività inibisce la crescita di diversi tipi di microrganismi inclusi batteri e funghi, anche se con attività diversa a seconda del microrganismo (Hammer KA, Carson, CF, Riley TV, 2002; C. F. Carson, K. A. Hammer, and T. V. Riley; 19/01/2006; CMR). Molti aspetti possono essere affrontati approcciandosi allo studio degli o. e. come lo studio di nuovi o. e., del loro spettro d’attività antimicrobica e del dosaggio necessario per esplicare attività antimicrobica, delle possibili attività inibenti l’espressione di tossine e della diminuzione della virulenza dei patogeni. Scopo della presente ricerca è lo studio dell’attività antimicrobica degli o. e. di Monarda fistulosa e M. didyma paragonato allo studio dell’attività dell’o. e. di TTO verso ceppi di Candida sp. 5 1.1 Candida sp. Fig. 1.1 Candida albicans (dal sito www.nejm.org) Candida è un genere di lieviti che comprende più di venti specie: la più comune è Candida albicans (Fig. 1.1) che provoca infezioni, dette candidosi, nell'uomo e negli animali in vari habitat del corpo come pelle, unghie, apparato respiratorio, apparato urogenitale, apparato digestivo, etc. Candida sp. comprende microrganismi aerobici, che crescono normalmente a 30°C: mentre a 30°C non sono virulenti, se crescono invece a 37 °C esprimono virulenza. Il passaggio dalla forma avirulenta a quella virulenta è regolato dall’espressione di certi geni presenti nel genoma. Grazie alle nuove tecniche di analisi molecolare sono stati individuati alcuni geni di virulenza in Candida come Tpk2 EFG1 e Tup1 (Alida Schaekel, Prashant R Desai, e Joachim F Ernst, 2013). Di seguito la descrizione di alcune specie di Candida: - Candida tropicalis: Candida tropicalis è una delle principali cause della setticemia e candidosi disseminata, soprattutto nei pazienti con linfoma, leucemia e diabete. È il secondo agente patogeno più frequente medico, accanto a C. albicans, e si trova anche come parte della normale flora mucocutanee umana. Isolati di C. tropicalis sono stati anche trovati in casi di candidosi disseminata. Isolamenti ambientali sono state fatti dalle feci, dai gamberi, dal kefir e dal suolo (Kreger-Van Rij, N.J.W. (ed) 1984). - Candida utilis: Candida utilis è stato l’organismo studiato per la realizzazione di gasolio (miscela di benzina ed alcool) e conversione di contaminazione organica (fuoriuscite, ecc). Tuttavia, questo uso è risultato impraticabile. Attualmente, il processo utilizzato per la coltivazione di Candida in questo modo fornisce principalmente l'industria alimentare con sostanze non petrolifere come i substrati (E.J. Woltering, 1994). - Candida pseudointermedia: Candida pseudointermedia è una specie isolata dal Kamaboko, che è un pasta tradizionale prodotta in Giappone (Nakase T, 1976). - Candida stellata: Candida stellata è un membro delle uve e ha una fermentazione naturale. Si trova tipicamente in numero elevato più vicino all'inizio della fermentazione e quando la fermentazione procede. Tuttavia C. stellata presenta molto più tardi il processo di fermentazione di altri lieviti selvatici o nativi che hanno 6 dimostrato di fermentare completamente nel vino. C. stellata può apparire come un “bianco formaggio” simile a una feccia sulle superfici del vino, ma il loro effetto è solo uno degli aspetti esteriori in quanto non sembra creare notevoli problemi sensoriali o di stabilità (Yarrow e Meyer, 1978). -Candida albicans: Candida albicans (talvolta indicato come Monilia) è un fungo che è normalmente presente sulla pelle e nelle mucose della vagina, della bocca o del retto. Il fungo può anche viaggiare attraverso il flusso sanguigno e influenzare la gola, l'intestino e le valvole cardiache. C. albicans diventa un agente infettivo quando si verifica qualche cambiamento nell'ambiente, cosa che le permette di crescere fuori controllo. La maggior parte delle volte, le infezioni da Candida della bocca, pelle, o vagina si verificano per nessun motivo apparente (Ryan KJ, 2004). Per infezione intendiamo genericamente la penetrazione e la moltiplicazione di microrganismi, inclusi virus (entità), batteri, funghi e vermi, nell’organismo. È la premessa per lo sviluppo di una malattia asintomatica o sintomatica (latenza) con vari gradi di intensità. L’infezione fungina è considerata fra le più importanti cause per le malattie dell’uomo: oltre 1 milione di persone sono infettate dai funghi ogni anno (Hsu, 2011; Di Santo, 2010). Le infezioni fungine del genere Candida sono causate per lo più dalle specie C. albicans e C. tropicalis. Studi recenti hanno messo in evidenza anche C. dubliniensis come causa di infezioni in soggetti, inducendo immunodepressione. In alcuni casi, è possibile riscontrare la presenza di organismi fungini nel circolo sanguigno. Studi epidemiologici hanno rivelato che il genere Candida è il più diffuso fungo patogeno dell’organismo umano. La Candida si presenta spesso nelle affezioni vaginali e uretrali, nel cavo orale (mughetto), sulla pelle: è un microrganismo commensale del tratto intestinale, dove colonizza dalla nascita e permane durante la vita dell’individuo. Il fungo è in grado di penetrare elettivamente la mucosa e la pelle e, siccome tutte le mucose dell’organismo sono collegate fra di loro dalla rete MALT (Mucosal Associated Lymphoid Tissue), può interagire strettamente con il sistema immunitario. In circostanze di abbassamento delle difese immunitarie, le candide possono determinare numerose patologie, come patologie digestive, dermatiti, sindrome premestruale, malattie autoimmuni, diabete, impotenza, depressione, insonnia e anche il cancro. Inoltre, a causa della vastissima sintomatologia associata, la diagnosi dell’infezione da Candida spesso è molto difficile (Luca Fortuna, 2008). 7 1.2 TTO ( Tea Tree Oil) Fig. 1.2 Alberi di Tea Tree Oil (dal sito www.nailsmag.com) L’o. e. di TTO deriva dall’albero del tè, Melaleuca alternifolia, che fa parte della famiglia delle Myrtaceae (Fig. 1.2). I fitocomponenti caratterizzanti di TTO sono monoterpeni e alcoli-monoterpenici. Il TTO è uno straordinario o. e. con efficacissime proprietà antisettiche. L’essenza viene prodotta per distillazione dalle foglie dell’albero. La Melaleuca è una pianta origina dell’Australia: si tratta di un piccolo albero con foglie aghiformi e fiori di colore giallo o giallo rossastro. Il suo olio essenziale di solito è incolore o giallino. Questa pianta è conosciuta anche dalle popolazioni aborigene che la utilizzavano per la fabbricazione di piccole canoe o di utensili, perché la sua corteccia è resistente all’acqua. Le foglie pungenti di tea tree venivano messe a macerare in acqua per preparare un rimedio contro tosse, mal di testa, ferite e lesioni della pelle ( Fortuna, 2008). Il TTO è uno dei migliori antivirali, antibatterici, antimicotici e antiparassitari noti. Il suo punto di forza è rappresentato dalla capacità di contrastare in modo eccellente i microbi e di essere al contempo abbastanza delicato con le strutture organiche. Si tratta di uno degli olii essenziali più studiati ed i primi studi risalgono alla fine dell’Ottocento: Belaiche ne parlò nel 1895 come rimedio contro la Candida (Fortuna 2008). L’o. e. di TTO è ancora a tutt’oggi ampiamente studiato e, grazie al suo ampio spettro di azione, è emersa la sua utilità nel trattamento delle infezioni di vari microorganismi come Staphylococcus aureus, Escherichia coli, Proteus spp., Pseudomonas aeruginosa, Candida albicans, etc. Essendo un o.ve. ad elevata attività e presente comunemente sul mercato può facilmente essere usato come riferimento per lo studio di altri o. e. (Carson et al., 2006). 1.3 Monarda sp. La monarda (Monarda spp.) è una pianta erbacea di origine nordamericana che annovera dodici specie. È originaria del Nord America e gli indiani Oswego la utilizzavano per trattare raffreddori e disturbi bronchiali. Ancora oggi, negli Stati Uniti, viene usata come bevanda rinfrescante. Nel 1773, in seguito al Boston TEA Party, la 8 Monarda fu introdotta anche tra i coloni del Nord America, dove divenne molto popolare come sostituta del tè indiano (Mcvicar, 1986). Le foglie di Monarda hanno un sapore intenso, i fiori hanno invece gusto più dolce e delicato. Nella medicina popolare sono usati decotti di foglie per inalazioni allo scopo di trattare le affezioni bronchiali. L’o. e. è usato in aromaterapia per trattare la depressione e combattere le infezioni e in profumeria viene impiegato come fragranza naturale. Di seguito sono descritte in particolare due specie M. fistulosa e M. didyma. Monarda fistulosa Fig. 1.3-1 Monarda fistulosa (Giardino delle Erbe di Casola Valsenio) (Ravenna) M. fistulosa (Fig. 1.3-1) è originaria delle zone collinari aride e delle foreste nordamericane. Cresce su un suolo sassoso. M. fistulosa è una bella pianta, da bordura, è una perenne ispida con foglie lanceolate, grigio-verdi, che si restringono gradualmente all’apice. Dall’estate all’autunno, compaiono verticilli con fiori lilla-rosa con brattee sfumate di rosa. La sua altezza è circa 1.2 mt, mentre la larghezza è di 45 cm (Bown, 1999). Fig. 1.3-2 M. didyma: fioritura (Giardino delle Erbe da Casola Valsenio) Monarda didyma M. didyma (Fig. 1.3-2), diffusa nei boschi umidi e ricchi, è una specie perenne aromatica con fusto eretto quadrangolare e foglie ovate o dentate. In estate e in autunno compaiono verticilli terminali rosso vivo con brattee di colore verde-rossastro. La sua altezza è di circa 40 cm - 1.2 mt, mentre la larghezza è 30-60 cm (Bown, 1999). 9 II. Materiali e metodi 2.1 Coltivazione della piante di Monarda Sono state coltivate le due specie M. fistulosa e M. didyma al fine di ottenere i rispettivi o. e. Entrambe le specie sono state inizialmente seminate in serra per controllare e velocizzare il processo di crescita ricreando le condizioni ottimali per lo sviluppo (controllo di temperatura, umidità e luminosità, etc.), per aumentare la percentuale di germinabilità e per evitare la contaminazioni da virus e funghi. Successivamente, sono state trapiantate singolarmente in vasetti: parte di esse sono poi state messe a dimora nei campetti sperimentali, nei quali hanno un ciclo vegetativo di almeno 2 anni (nel 1° anno generalmente non si ha fioritura, nel 2° anno le piante vanno in fioritura). Parte delle piantine sono state coltivate a Imola (Bologna) e parte a Casola Valsenio in modo da effettuare correlazioni fra diversi ambienti di coltivazione delle piante, in quanto l’habitat può influire sulla resa in olio e sulla sua composizione. Di seguito viene descritta l’impostazione e la distribuzione delle diverse coltivazioni. Presso l’ITA (Istituto Ghini-Scarabelli di Imola) sono stati allestiti 4 campetti: - Monarda fistulosa con concime (compost: vedi composizione indicata nel sacco) - Monarda fistulosa senza concime - Monarda didyma con concime - Monarda didyma senza concime Presso il “Giardino delle Erbe” di Casola Valsenio (Ravenna), non sono stati allestiti campetti con concime, quindi i campetti allestiti sono stati due: - Monarda fistulosa senza concime - Monarda didyma senza concime A fine ottobre le piante di M. fistulosa e M. didyma sono state raccolte, poste in sacchetti etichettati e pesati; il materiale (costituito da soli fusti e foglie, opportunamente selezionato al fine di evitare la presenza di malattie infettive) è stato quindi sottoposto a distillazione il giorno seguente la raccolta. 2.2 Distillazione di Monarda per ottenimento dell’olio essenziale Dopo di avere raccolto le piante da tutti i sei campetti in sei sacchetti etichettati diversi, pesiamo ogni sacco e lo segniamo. Per la distillazione di monarda serve tutta la pianta vegetale integra, cioè non è necessario lavorare la pianta (spezzettandola o 10 tagliandola) e le quantità (acqua e piante) variano a seconda dalla portata del serbatoio. La distillazione in corrente di vapore utilizza l’acqua bollente per far uscire l’olio dalle piante. Il vapore dell’acqua che si produce passa attraverso le piante che inizieranno a rilasciare l’olio essenziale. Il vapore sviluppato entra nei tubi del condensatore del distillatore che sono raffreddati dall’acqua che passa all'esterno. In questo modo il vapore ricco di olio essenziale torna allo stato liquido. La miscela di acqua e olio, per autoseparazione, si dispone con l'olio sopra e la cosiddetta acqua cobata (acqua con tracce di olio) sotto, all’interno del separatore (Fig. 2.2). Quest’ultima viene eliminata, mentre l’olio essenziale viene trasferito in contenitori di vetro scuro perché deve essere al riparo dalla luce. Ogni contenitore viene etichettato con nome dell'olio, data e contenuto in ml. La raccolta dell'olio va fatta con molta cura per evitare di raccogliere anche acqua cobata. Quando la quantità di olio distillato è minima è facile prelevare, anche per errore, una quantità di acqua. Fig. 2.2 Olio essenziale di Monarda fistulosa raccolto nell’ultima fase di distillazione svolta presso il Giardino dell’Erbe di Casola Valsenio. La distillazione degli olii essenziali è un processo fondamentale, che va fatto con cura per garantire la qualità del prodotto finale. 2.3 Microrganismi utilizzati Le “candide” testate per lo studio dell’attività antimicrobica sono Candida tropicalis CBS 94, Candida utilis CBS 621, Candida pseudointermedia CBS 6918, Candida stellata CBS 943. Inoltre, abbiamo considerato anche Candida albicans come un modello per valutare l’attività inibente della virulenza di “candida”. 11 2.4 Condizioni di coltura di Candida sp. Terreno utilizzato per la crescita di Candida sp. per prove di attività antimicrobiche: SABOURAUD per un litro di acqua purificata 5,0 g di Digerito pancreatico di caseina 5,0 g di Digerito peptico di tessuto animale 40,0 g di Glucosio 15,0 g di Agar (aggiunto per solidificare il terreno in piastre petri e becchi di clarino) I ceppi sono stati conservati in becchi di clarino contenente Sabouraud agarizzato (2% di agar) in frigo a 4 °C. Quando necessario, periodicamente, si è provveduto a prelevare le colonie, mediante ansa sterile ed inocularle in beuta contenente Sabouraud per poi lasciarle crescere in agitazione a 30° C overnight. Il terreno utilizzato per la crescita di Candida sp. per prove di espressione genica è Yeast-Phytone-Glucose (YPG) +0.5% Tween, che ottiene: 20,0 g/L di Glucosio 10,0 g/L di Peptone 212367 5,0 g/L di estratto di lievito 0,5% (0,5ml/100ml) di Tween 2.5 Saggio dell’attività antimicrobica secondo MIC (Minimum Inhibitory Concentration) L'analisi della MIC, cioè la più bassa concentrazione d'olio essenziale che inibisce la crescita del batterio, è stata allestita in micropiastre da 96 pozzetti. MIC: metodo 1 Sono state saggiate le diluizioni di olio essenziale in substrato 10-1, 10-2, 10-3,10-4 e 10-5. I pozzetti sono caricati con 160μl di substrato, 20μl di diluizione dell'olio e 20μl di inoculo per ogni diluizione dell'olio e allestiti per ogni diluizione i rispettivi bianchi non inoculati. È stato utilizzato un controllo negativo con solo il microrganismo inoculato (180μl di substrato e 20μl di inoculo) e un bianco con solo substrato (200μl di substrato). Ogni analisi è stata effettuata in triplicato e la piastra incubata a 30 °C in aerobiosi. La lettura della crescita microbica veniva condotta a 24 e 48 ore mediante spettrofotometro a 620nm. 12 MIC: metodo 2, secondo le linee guida "Clinical and Laboratory Standards Institute" CLSI (2012) Le diluzioni degli o. e. saggiati sono state eseguite seguendo CLSI (2012) utilizzando il Tween 80 come tensioattivo per emulsionare le diluizioni dell'olio. Una “soluzione madre” di Tween 80 al 10% viene utilizzata per preparare il “Diluente 1” (Tween 80 allo 0,02%, 200ul della soluzione madre + 100 ml H2O) e il “Diluente 2” (Tween 80 allo 0,012%, 120ul della soluzione madre + 100ml H2O) Gli o.e. sono stati diluiti seguendo lo schema sottostante: A. Le diluzioni degli olii essenziali si preparano nel modo seguente: ① 160 μl olio + 240 μl Dil A = 40% ⑤ 100 μl ④+ 100 μl Dil B = 2.5% ② 100 μl ① + 100 μl Dil B = 20% ⑥ 50 μl ④ + 150 μl Dil B = 1.25% ③ 50 μl ① + 150 μl Dil B = 10% ⑦ 50 μl ④ + 350 μl Dil B = 0.6% ④ 50 μl ①+ 350 μl Dil B = 5% ⑧ 100 μl ⑦ + 100 μl Dil B = 0.3% ⑨ 50 μl ⑦+ 150 μl Dil B = 0.15% ⑩ 50 μl ⑦ + 350 μl Dil B = 0.0078% Esempio di allestimento di una piastra da 96 pozzetti per la determinazione MIC. La piastra da 96 pozzetti ( Tabella 2.5) Ogni pozzetto contiene 50 µl di diluzione dell’olio (4% 2% 1% 0.5% 0.25% 0.l25% 0.06% 0.03% 0.0150% e 0.0078%) come riportato nello schema e 50 µl di inoculo. Il controllo positivo rappresenta la massima crescita batterica ed è costituto da 50 µl di inoculo e 50 µl di Sabouraud; il bianco è rappresentato da 100 µl di solo terreno. Le piastre sono state incubate a 30 °C, e le letture sono state registrate lo stesso giorno dell’allestimento, dopo 24 ore e dopo 48 ore mediante spettrofotometro a 620 nm. 13 B. Preparazione dell’inoculo 10 mL di coltura di C. albicans sono stati centrifugati a 6000 rpm per 10 minuti. Il pellet è stato risospeso mediante l’uso del vortex, in 10 ml di Sabouraud fresco. 200 µl della sospensione sono stati addizionati a 10 mL di terreno fresco; la lettura spettrofotometrica a 600 nm deve essere un valore di densità ottica compreso tra 0,08 e 0,13 (CLSI, 2012). 2.6 Determinazione attività battericida degli o. e. MBC (Minimal bactericidal concentration) La MBC permette di individuare la concentrazione di olio ad attività battericida. La MBC viene condotta mediante il saggio delle microgocce. Dopo 24 ore di incubazione nella piastra vengono individuati i pozzetti dove non si ha più crescita microbica. Dieci microlitri vengono prelevati dai pozzetti dove non si osserva più la crescita microbica e dai due pozzetti vicini, con concentrazione di olio più elevata, vengono piastrate in piastre petri contenenti Sabouroud agarizzato. Le piastre sono divise in quattro sezioni, in ognuna delle quali sono depositate tre microgocce di 10 microlitri, ognuna derivante da un pozzetto (Fig. 2.6). Fig. 2.6 Piatra agarizzata del saggio delle Microgocce Dopo l’incubazione per 24 ore a 30 °C viene individuata la concentrazione di olio che non permette la crescita: questa concentrazione corrisponde alla MBC. 2.7 Estrazione RNA batterico L'estrazione dell’RNA batterico è stata effettuata seguendo il kit Promega SV Total RNA Isolation System (Promega, Madison, Wi, USA) usando il solo format di centrifugazione (spin) a 16.000 rpm. Per prima cosa si è isolato l'RNA attraverso diversi passaggi di centrifugazione nei quali si sono aggiunti di volta in volta: - 100μl di TE conting lysozyme (che provoca la rottura della parete cellulare) 75μl di RNA Lysis Buffer (RLA) 350μl di RNA Dilution Buffer 14 L'RNA è stato poi purificato, sempre mediante cicli di centrifugazione (spin), aggiungendo però 200 μl di etanolo 95% per l’eliminazione del lisato. Si è poi proceduto con la preparazione della DNase incubation mix che richiede una combinazione di 40μl di Yellow Core Buffer, 5μl di MnCl2 0.09M e 5μl di DNase lenzyme; si sono inseriti 50μl di questa preparazione direttamente sulle membrane nello Spin Basket ed incubato per 15 minuti a 20-25 °C. Terminato il periodo di attesa, sono stati aggiunti allo Spin Basket 200μl di DNase Stop Solution e 600μl di RNA Wash Solution; dopo la centrifugazione a 12,000-14,000 x g di un minuto, si sono aggiunti altri 250μl di Wash Solution. Si è proseguito trasferendo lo Spin Basket dal Collection Tube all'Elution Tube, nella cui membrana si sono aggiunti 100μl di Nuclease-Free Water. Infine, è stata eseguita un'ultima centrifugazione al termine della quale si è rimosso lo Sipn Basket e conservato l'Elution Tube, che conteneva l'RNA purificato, a -80°C. 2.8 Quantificazione RNA batterico Per determinare la purezza e la resa dell’RNA precedentemente è stato utilizzato lo spettrofotometro a 260nm (ThermoFisher Scientific, Bremen, Germany): solo l’RNA totale, isolato dai campioni che mostravano un rapporto di purezza λ260/λ280 compreso fra 1.8 e 2, è stato utilizzato per le successive analisi. Per la quantificazione dell'RNA è stata usata la formula Ci·Vi = Cf·Vf Dove Ci rappresenta la concentrazione iniziale letta allo spettrofotometro Vi è l’incognita Cf rappresenta la concentrazione finale, pari a 2 Vf è il volume finale, pari a 50 μl Per la lettura si sono aliquotati 4μl di ogni campione in una cuvette con 996 μl d'acqua, utilizzando i valori di Ci, già calcolati in base alla diluizione. 2.9 Retrotrascrizione RNA La retrotrascrizione dell’RNA a cDNA (DNA complementare) è caratterizzata da due fasi di reazione: (I) l’aggiunta di oligonucleotidi (sequenze ripetute che servono da innesco per la polimerasi inversa) allo stampo di RNA e (II) la retro-trascrizione a 15 cDNA. Il cDNA è materiale genetico che ci permette di leggere il trascritto, perché stabile da analizzare e tale da conservare al contrario le informazioni dello "stampo" in RNA. Per la retrotrascrizione l’RNA è stato retro-trascritto a cDNA usando l’enzima della trascrittasi inversa del virus “Moloney murine leukemia” (M-MLV RT RNase H minus) (Promega, Madison, Wi, USA). In seguito, 1μg di RNA totale è stato incubato con 0.5 μg/ml di primer Oligo(dT)15 (Promega) a 70°C per 5 min e raffreddato con ghiaccio. In una seconda fase, una master mix è stata aggiunta ai campioni, contenente 10 mM dNTPs, 200 unità di enzima M-MLV RT, buffer RT 5X (Promega), RNAse inibitor 20 μ/μl e acqua nuclease free fino ad un volume finale di 25 μl. Per la reazione della trascrizione inversa, la miscela è stata quindi incubata a 40°C per 60 min, 70°C per 5 min e poi raffreddata a 4°C con un termociclatore (Biometra GmbH, Goettingen, Germany). I prodotti ottenuti sono stati quindi conservati a -20°C fino alle successive analisi di espressione genica con Real-Time PCR quantitativa. 2.10 Reazione quantitativa real-time PCR L’espressione genica della Tpka fattore di virulenza target, del regolatore negativo trascrizionale Tup1, del regolatore positivo trascrizionale Efg1 e del controllo endogeno ACT1 e GADPH, è stata analizzata usando un apparecchio Real Time PCR StepOne (Applied Biosystems, Foster City, Ca, USA), con chimica SYBR Green I (Applied Biosystems). Le sequenze oligonucleotidiche dei primers dei vari geni sono state disegnate con il software Primers Express 3.0 (Applied Biosystem) oppure ottenute dalla letteratura scientifica (Tabella 3). Prima di procedere alle reazioni di quantificazione, le specificità di ogni paia di primer sono state valutate con il software di analisi delle curve di melt dell’apparecchio Real-Time StepOne (Applied Biosystems). Per la quantificazione genica sono stati impiegati tre diversi protocolli di reazione a seconda della temperatura di melt del prodotto di amplificazione e a seconda della sua dimensione. In generale, il protocollo consiste in un periodo di 10 minuti a 50°C e 2 minuti a 95°C; in seguito un periodo di 15 secondi a 95°C e 19 30 secondi a 58-62°C viene ripetuto per 36-40 volte. 2.11 Costruzione curva standard per la normalizzazione controllo Per la normalizzazione del controllo endogeno sarà costruita una curva standard in funzione dei cicli soglia di amplificazione e del numero di copie geniche del controllo endogeno ACT1 e GADPH. Da diluizioni seriali 1:10 di una coltura pura di C. albicans ad assorbanza ottica di OD600 = 1 sono stati estratti i relativi contenuti di RNA. L’RNA è stato estratto con kit commerciale Sv Total RNA Wizard (Promega) ed è stato poi singolarmente retro trascritto a cDNA e amplificato con apparato PCR (Biometra, Goettingen, De) con la coppia di primers RT1-TPK2 e RT2-TPK2 (Tabella 3). La master 16 mix per la reazione di PCR comprendeva MgCl2 12,5 μM, Buffer Ecotaq 5x (Fermentas, De), 32 μM di entrambi i primers, 0,5 μ/μg di Ecotaq (Fermentas, De) e 20 μM di dNTPs. La reazione è stata amplificata secondo il seguente programma PCR: 95°C per 5 min seguiti da 26 cicli di 95°C per 1 min, 56°C per 1 min, 72°C per 1 min e 30 sec ed infine un ciclo di 72°C per 8 min. I prodotti ottenuti sono stati fatti correre su gel di agarosio all’1,5% in elettroforesi con tampone TBE 1X a voltaggio costante (120 V) per 1,5 ore. In seguito il gel è stato colorato con Bromuro di Etidio (50 μg/L) per 20 minuti e lavato in acqua deionizzata. Dopo aver posto il gel su un trans illuminatore a UV ed aver individuato la banda dell’amplicone di TPKa, si è proceduto al taglio della banda con scalpellino. Le bande in questo modo ottenute sono state purificate con kit commerciale NucleoSpin PCR (Macherey-Naegel) e quindi usate per l’amplificazione in real-time PCR. 2.12 Espressione genica del fattore di virulenza Il cDNA ottenuto è stato impiegato nelle reazioni di Real Time PCR (Applied Biosystems) per l’analisi del trascritto del fattore di virulenza, utilizzando i primers descritti in Tabella 3: il prodotto trascritto è stato analizzato con StepOne real-time RT-PCR e chimica SYBR Green I (Life Science). I primers che non mostravano prodotti con picchi non-specifici sono stati selezionati per l’analisi dell’espressione genica. Il calcolo dei valori di espressione per ogni gene è stato ottenuto con il metodo 2-ΔCt, calibrato verso l’espressione di ACT1 e GADPH endogeni, controllo che risulta essere costantemente espresso in ogni condizione. Il ciclo soglia di amplificazione (“cycle threshold”) viene abbreviato come Ct e il calcolo del ΔCt viene effettuato come segue: Ct (+RT) - Ct (-RT) = cCt (CT corretto). ΔCt = cCt (gene d’interesse) - cCt (gene endogeno di controllo). Per l’analisi dell’espressione genica in Real Time PCR si è preparata una piastra da 48 pozzetti divisa in 2: nella prima metà si è usata una mastermix con un gene endogeno house keeping (HK) e nella seconda con il fattore di virulenza TPK2. 17 Tabella 2.12 Elenco dei geni utilizzati e relativi primers. Tpk2p media la formazione ifale in brodo liquido e permette l’invasione in agar Act 1 è il gene endogeno che codifica per l’actina GADPH è un altro gene endogeno che codifica per la gliceraldeide 3 fosfato deidrogenasi Tpk2p media la formazione ifale in brodo liquido e permette l’invasione in agar. E’ il fattore di virulenza che vogliamo saggiare EFG1 è il regolatore trascrizionale positivo della via metabolica che porta alla formazione della PKA che media la formazione ifale. Tup1 è il regolatore trascrizionale negative che blocca la trascrizione della via metabolica che porta alla PKA. Si può quindi ipotizzare che il Tea Tree Oil riesca a ridurre l’espressione genica di tPKA e quella di EFG1, aumentanto, al contrario, l’espressione di Tup1. 18 III. Risultati e analisi 3.1. Resa della distillazione dell’olio di Monarda I rapporti fra la quantità di pianta distillata e o. e., cioè le rese, ottenute dalle coltivazioni allestite presso l’Istituto Ghini-Scarabelli (Imola) e Il Giardino delle Erbe (Casola Valsenio) sono descritti nella Tabella 3.1-1. Tabella 3.1-1 Descrizione delle tipologie di coltivazioni di Monarda, quantità di pianta raccolta e distillata, e rese in o. e. Monarda Ghini-Scarabelli M.fistulosa Quantità distillata Resa Resa in olio per Kg di pianta % di resa in olio essenziale 11,7 kg 43 ml 3,68 ml 0,368% 6,9 kg 18 ml 2,61 ml 0,261% 9,78 kg 22 ml 2,25 ml 0,225% 8,12 kg 17 ml 2,09 ml 0,209% Quantità distillata Resa Resa in olio per Kg di pianta % di resa in senza concime M.didyma senza concime M.fistulosa con concime M.didyma con concime Monarda Casola Valsenio olio essenziale senza concime M. fistulosa 3.58 kg 10.5 ml 2.93 ml 0.293% M. didyma 6.14 kg 10 ml 1.63 ml 0.163% In particolare, per M. fistulosa la maggiore resa si è avuta nei lotti “senza concime” e coltivati a Imola (0,368 %) rispetto a Casola Valsenio (0,293 %). La minor resa si è avuta nei lotti “con concime” presso l’ITA Ghini-Scarabelli di Imola (0,225 %). Per quanto riguarda M. didyma: la maggiore resa si è avuta sempre nei lotti “senza concime” e coltivati ad Imola (0,261 %), una resa minore nei lotti “con concime” sempre presso l’ITA Ghini-Scarabelli di Imola (0,209 %), mentre la resa minore si è avuta a Casola Valsenio (0,163 %). 19 Tabella 3.1-2 Confronto fra le rese in o. e. di Monarda fra i diversi tipi di coltivazione. Monarda sp. Monarda Ghini-Scarabelli Con Concime M. fistulosa M. didyma Monarda Ghini-Scarabelli Senza Concime M. fistulosa M. didyma Monarda Casola Valsenio Senza Concime M. fistulosa M. didyma Resa in olio per Kg di pianta % di resa in olio essenziale 2,25 ml 2,09 ml 0,225% 0,209% 3,68 ml 2,61 ml 0,368 % 0,261 % 2,93 ml 1,63 ml 0,293 % 0,163 % La maggiore resa di olio calcolata per Kg di pianta distillata si è avuta per M. fistulosa rispetto a M. didyma in tutte le tipologie di coltivazione. Riassumendo, la resa migliore è stata ottenuta sia per M. fistulosa sia per M. didyma nei lotti “senza concime” presso l’ITA Ghini-Scarabelli di Imola. 3.2 Saggio di attività antimicrobica dell’olio di Monarda e TTO verso Candida sp. Nel presente lavoro sono stati saggiati gli o. e. di Monarda: M. fistulosa e M. didyma ottenuti da coltivazioni presso l’ITA Ghini-Scarabelli allestite nel 2012. Lo scopo della ricerca è stato quello di verificare se questi due olii essenziali di Monarda possiedano attività antimicrobica verso le seguenti specie di candida: Candida tropicalis, Candida utilis, Candida pseudointermedia e Candida stellata. Come riferimento di o. e. ad elevata attività antimicrobica verso le candide è stato saggiato il Tea Tree Oil (TTO). La MIC è stata ottenuta seguendo il protocollo MIC (metodo 1) e MIC (metodo 2, CSLI). MIC (metodo 1) Sono state utilizzate C. tropicalis e C. utilis. Le Figs. 3.2-1, 3.2-2, 3.2-3 mostrano che sia l'olio essenziale di M. fistulosa, sia quello di M. didyma, sia quello di TTO hanno la MIC alla concentrazione -1 (1: 10). Il TTO sembrerebbe meno efficace degli altri olii. Questo dato però potrebbe essere dovuto alla scarsa emulsione delle diluizioni dell'olio, soprattutto TTO, poiché in questa metodica le diluizioni vengono allestite senza agenti tensioattivi che hanno capacità performanti nell'emulsione degli olii con acqua. 20 Figura 3.2-1. MIC di TTO verso Candida tropicalis e Candida utilis. C+, controllo. Figura 3.2-2. MIC di M. fistulosa verso Candida tropicalis e Candida utilis, C+, controllo. Figura 3.2-3. MIC di M. didyma verso Candida tropicalis e Candida utilis, C+, controllo. 21 MIC (metodo 2, CLSI) Attività antimicrobica di Monarda fistulosa e M. didyma verso C. tropicalis e C. utilis In questa MIC sono stati testati gli olii essenziali di M. fistulosa e M. didyma su due candide: C. tropicalis e C. utilis. La tabella 3.2.1 mostra la lettura dell’assorbanza al T0 (Tempo 0) e T24 (dopo 24 ore di incubazione). Tabella 3.2.1 Letture di densità ottica (DO) della piastra da 96 pozzetti della prova del 6/11/2013: M. fistulosa e M. didyma verso C. tropicalis e C. utilis a T0 e T24. T0 T24 *C+:controllo negativo; B: bianco Confrontando le letture delle due piastre si osserva che a T24 i valori delle colonne di bianco (B) sono quasi uguali, questo vuole dire che la piastra ha mantenuto la condizione di sterilità; il bianco viene utilizzato anche come "rumore", cioè come fondo da sottrarre a tutti gli altri valori ottenuti. Nella colonna a sinistra del bianco si trova il controllo negativo dove le letture dovrebbero avere ed hanno il valore più alto non essendoci l'agente inibente (o. e.). Nelle colonne successive sempre verso sinistra sono presenti concentrazioni crescenti di o. e. dallo 0.0078 al 4%. I valori di DO infatti sono decrescenti fino alla concentrazione 4%. 22 La MIC di M. fistulosa è 0.06% sia per C. tropicalis, sia per C. utilis. La MIC di M. didyma è 0.125% sia per C. tropicalis, sia per C. utilis. M. fistulosa sembra quindi essere più attiva. I risultati del test MBC sono descritti in tabella 3.2.2. Tabella 3.2.2 Valori di MBC di C. tropicalis e C. utilis in presenza di M. didyma e M. fitulosa. Concentrazioni 0.06% 0.03% 0.015% MBC M. fistulosa C. tropicalis No crescita crescita Crescita 0.06% C. utilis No crescita crescita Crescita 0.06% Concentrazioni 0.125% 0.06% 0.03% MBC M. didyma C. tropicalis No crescita crescita Crescita 0.125% C. utilis No crescita crescita Crescita 0.125% Nelle Figure 3.2-4 e 3.2-5 sono mostrati esempi di piastre ottenute con inoculo di micro gocce per il test MBC. Fig. 3.2-4 Microgocce di Candida utilis sulla piastra agarizzata (foto scattata nel laboratorio di microbiologia del DipSA ) Fig. 3.2-5 Microgocce Candida tropicalis sulla piastra arganizzata (foto scattata nel laboratorio di microbiologia del DipSA ) 23 Attività antimicrobica di Monarda fistulosa e M. didyma verso C. pseudointermedia e C. stellata Con questa MIC sono stati testati gli olii essenziali di M. fistulosa e M. didyma verso C. pseudointermedia e C. stellata. La tabella 3.2.3 mostra la lettura dell’assorbanza della micropiastra a T0 e T24. Tabella 3.2.3 Letture di DO della prova del 21/11/2013: M. fistulosa e M. didyma verso C. pseudointermedia e C. stellata a T0 e T24. La MIC sia di M. fistulosa sia di M. didyma è 1%, sia per C. pseudointermedia e sia per C. stellata. I risultati del test MIC sono descritti in Tabella 3.2.4: Concentrazioni M. fistulosa 1% C. pseudo intermedia C. stellata 0.25% MBC No crescita Crescita Crescita 1% No crescita Crescita M. didyma Crescita 1% 0.%% 0.25% MBC Crescita Crescita Crescita Crescita 1% 1% Concentrazioni 1% C. pseudointermedia C. stellata 0.50% No crescita No crescita 24 Grafici derivanti dall’elaborazione dei dati descritti nelle Tabelle 3.2.1 e 3.2.3 che riassumono i valori medi e la SD della crescita microbica: (Fig. 3.2-6 e Fig. 3.2-7) Fig. 3.2-6: M. fistulosa e M. didyma verso C. tropicalis, C. utilis, C. pseudointermedia e C. stellata. 1) Attività antimicrobica dell’o.e. di M. fistulosa verso Candida sp. 2) Attività antimicrobica dell’o.e. di M. didyma verso Candida sp. 25 Attività antimicrobica di TTO verso C. tropicalis, C. utilis, C. pseudointermedia e C. stellata. Tabella 3.2-7 TTO verso C. tropicalis, C. utilis, C. pseudointermedia e C. stellata. Il TTO mostra un'elevata attività antimicrobica verso tutte le candide saggiate (Fig. 3.2-7): la MIC è 0.5% verso C. tropicalis, C. pseudointermedia e C. stellata, mentre è 0.25% verso C. utilis. È possibile pertanto osservare un comportamento antimicrobico analogo verso tutte le “candide”. Utilizzando il TTO come riferimento di elevata attività antimicrobica, possiamo osservare che anche gli olii essenziali di M. fistulosa e M. didyma possono essere considerati ad elevata attività antimicrobica ma con una differenziazione di attività verso le diverse specie di Candida: infatti, ambedue gli olii hanno MIC dell'1% verso C. pseudointermedia e C. stellata. mentre M. fistulosa ha una MIC di 0.06% verso C. tropicalis e C. utilis e M. didyma ha una MIC di 0.125% sempre verso C. tropicalis e C. utilis. 3.3 Valutazione di una potenziale attività inibente di Tea Tree Oil verso la virulenza di Candida albicans Tramite questa prova si può verificare se il TTO possiede una potenziale attività inibente nei confronti della virulenza di Candida albicans mediata dall’inibizione della regolazione dell’espressione genica del gene target Tpk2. Il TTO è stato utilizzato come potenziale agente inibitore della virulenza di C. albicans. E’ noto che C. albicans è virulenta se coltivata a 30 °C mentre esprime virulenza 26 quando coltivata a 37 °C. Sono pertanto state utilizzate colture di Candida cresciute a 37 °C. La quantificazione relativa (RQ) dell’espressione del gene TPK2 è stata confrontata a quella di due geni housekeeping endogeni Act 1 e GADPH. L’espressione del gene target TPK2 è ridotta circa dell’80% sia dopo tre che dopo sei ore di esposizione al TTO in tutte le quattro concentrazioni saggiate, (Fig. 3.3-1). Il TTO sembra inibire la virulenza in Candida albicans anche alle concentrazioni più basse testate. Fig. 3.3-1 RQ (Quantità Relativa) del cDNA di gene target TPK2. RQ di TPK2 TTO 2% TTO 0.25% TTO 0.125% TTO0.06% Non trattato 3 ore 0.03429245 0.07935325 0.096124525 0.118657315 1 6 ore 0.015292795 0.093945585 0.063612453 0.06761501 1 3.4 Analisi dei regolatori trascrizionali EFG1 e Lup1 Sono stati analizzati anche i geni regolatori trascrizionali che promuovono o bloccano una cascata di reazioni che attiva l’espressione genica di gene target. Sono stati considerati 2 regolatori con attività opposta: EFG1, il regolatore trascrizionale positivo che favorisce l’espressione di Tpk2 (gene di virulenza); Tup1, il regolatore trascrizionale negativo, che agisce inibisce l’espressione del gene di virulenza. 27 La RQ (relative quantification) del regolatore trascrizionale positivo EFG1 (Fig 3.4-1) è simile a quella del TPK2, infatti esso è un fattore che favorisce la virulenza; l’espressione genica di EFG1 risulta fortemente inibita, con valori di inibizione del 98% rispetto al controllo. Non si osservano differenze fra i tempi di esposizione di 3 e 6 ore. Figura 3.4-1 Regolazione dell’espressione di EFG1 dopo 3 e 6 ore. RQ di EFG1 TTO 2% TTO 0.125% Non trattato 3 ore 0.02973378 0.066124549 1 6 ore 0.03223928 0.060221454 1 La RQ (relative quantification) del regolatore trascrizionale negativo Tup1 (Fig 3.4-2) nelle stesse condizioni è sovra espresso, con valori di sovra espressione crescenti rispetto ai tempi di esposizione di 3 e 6 ore. Fig 3.4-2 RQ (Quantità Relativa) del cDNA del regolatore trascrizionale negativo Tup1. RQ di Tup1 TTO 2% TTO 0.125% Non trattato 3 ore 6.124416726 3.9369023 1 6 ore 8.117356147 5.368779023 1 28 L'espressione genica del gene di virulenza Tpka è stata valutata analizzando l'attività del TTO sulla modulazione dell'espressione genica del gene di virulenza Tpka che induce la formazione ifale e contribuisce alla virulenza di C. albicans. Sono state inoltre valutate le espressioni geniche di EFG1 e di Tup1, che sono rispettivamente il regolatore trascrizionale positivo e il regolatore trascrizionale negativo della via metabolica, che porta alla formazione della PKA (Protein Kinase), la quale regola la crescita filamentosa. IV. Conclusioni Lo studio dell’attività antimicrobica dell’olio essenziale di Monarda fistulosa e M. didyma ha mostrato che gli o. e. di Monarda hanno un effetto elevato nell’inibire la crescita di Candida sp. Confrontando l’attività antimicrobica di TTO, considerato fra gli olii maggiormente attivi come antimicrobici, si osserva che gli olii di Monarda sono talvolta più attivi del TTO. Mentre il TTO ha MIC dello 0.5% verso tutte le candide saggiate, per quanto riguarda M. fistulosa e M. didyma si nota un effetto antimicrobico specifico per le specie di Candida saggiate. Pertanto, i risultati ottenuti sono senza dubbio promettenti per un’eventuale applicazione degli olii essenziali di Monarda. L'efficacia dimostrata dal TTO nel diminuire la virulenza di C. albicans mediante lo studio di espressione genica di un gene di virulenza e dei suoi regolatori ha dato anch’esso risultati molto interessanti. Le infezioni fungine sono malattie molto diffuse attualmente. Ogni anno milioni di persone soffrono di infezioni causate da diverse candide, soprattutto le donne. I nostri studi hanno quindi portato a individuare due approcci dell’utilizzo degli olii essenziali, sia come antimicrobici sia come fattori di diminuzione della virulenza. Questi studi potranno essere di interesse medico e farmaceutico anche se saranno necessari ulteriori ricerche per individuare la dose di olio attiva e la sua tossicità in vivo al fine di una eventuale applicazione in campo animale o umano 29 V. Bibliografia Alida Schaekel, Prashant R Desai, e JF Ernst; 2013. Morphogenesis-regulated localization of protein kinase A to genomic sites in Candida albicans. Schaekel et al. BMC Genomics. Alberto Elías-Villalobos, A. Fernández-Álvarez, e J.I. Ibeas; 2011. The General Transcriptional Repressor Tup1 Is Required for Dimorphism and Virulence in a Fungal Plant Pathogen. Carson CF, Riley TV; 1995. Antimicrobial activity of the major components of the essential oil of Melaleuca alternifolia. J Appl Bacteriol ;78:264-269. C. F. Carson, K. A. Hammer, e T. V. Riley; 19/01/2006. Melaleuca alternifolia (Tea Tree) Oil: a Review of Antimicrobial and Other Medicinal Properties da C. F. Carson, K. A. Hammer, and T. V. Riley; 19/01/2006; CMR( clinical microbiology Reviews) Deni bown 1999; l libro completo delle erbe (Ed. De Agostini), 313-315. Di Santo R; 2010. Natural products as antifungal agents against clinically relevant pathogens. Nat Prod Rep. E.J. Woltering et al., October, 1994 Oosterbeek. 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Ringraziamenti Innanzitutto vorrei ringraziare la Prof.ssa Paola Mattarelli che è stata sempre disponibile durante e dopo il periodo del mio tirocinio. La sua professionalità ha rappresentato un ottimo modello per lo studio nel mio futuro. Ricorderò sempre la sua gentilezza e gli suoi aiuti a me. Dovrò ringraziare anche tutto il nostro gruppo di laboratorio, soprattutto per la Dott.ssa Monica Modesto, la Dott.ssa Cecilia Santini e il Dott. Lorenzo Nissen. Inoltre ringrazio particolarmente la Prof.ssa Maria Grazia Bellardi. Tutti voi mi avete insegnato molto in diversi modi, e mi sono anche divertita tanto dal nostro “ Team Work”. Il lavoro che abbiamo fatto insieme si considera veramente positivo. Poi vorrei dare i miei ringraziamenti a due persone importanti per me, che sono i miei conquillini: la Dott.ssa Marialida Di Iorio e il Dott. Giafranco Giorgi. Durante gli anni che abitavamo insieme, mi hanno aiutato e insegnato, proprio come i miei famigliari in Italia. Siete voi che mi hanno aperto la conoscenza per Italia. Ringrazio tanto a tutti gli miei amici italiani, soprattutto i miei compagni di corso. Devo dire che il corso di biotecnologie non è facile per me. Siete voi che mi tenete sempre in compagnia durante i laboratori, le lezioni e soprattutto la preparazione degli esami. Non dimenticherò mai i momenti belli che abbiamo passato insieme. Vorrei ringraziare anche i miei amici cinesi che ho conosciuto in Italia, in particolarmente con la mia madrelingua: 很荣幸能在意大利这片美丽的国土上认识你们,我打从心底珍惜这份难得的缘分。 感谢你们在我低谷的时候不计回报的支持我, 帮助我。我想把我人生中这一幸福的时刻与你们一同分享,并 希望大家一起加油,都能找到自己的幸福天地。 Alla fine darò il mio ringraziamento più importante a mia madre che mi ha sempre incorraggiato e creduto. Grazie al suo supporto dalla Cina, sono riuscita a stare qui. Senza di lei, non avrò questo momento bello e felice, 谢谢您!(xiè xiè) 32