alla risposta al trattamento, la VVC può essere classificata in non

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alla risposta al trattamento, la VVC può essere classificata in non
BIBLIOGRAFIA
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3.Tavassoli K., Mattana P. L’attualità del trattamento topico delle infezioni vaginali con l’associazione metronidazoloclotrimazolo. MINERVA GINECOL 2013;65
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5. Sobel J. Factors involved in patient choice of oral or vaginal treatment for vulvovaginal candidiasis. Patient
Preference and Adherence 2014:8 31–34
ARTICOLO 2
Un diffuso problema di salute pubblica: la candidiasi
vulvovaginale
La candidiasi vulvovaginale (VVC), classificata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come
una condizione patologica spesso sessualmente trasmessa, è una delle infezioni vaginali più
comuni, interessando ogni anno milioni di donne in tutto il mondo. Le attuali stime indicano che,
nel corso della vita, il 75% delle donne in età fertile presenta almeno un episodio di VVC e che, di
questa percentuale, il 40-50% va incontro ad almeno una recidiva. Nel 5-8% dei casi l’infezione
mostra un decorso di tipo ricorrente, caratterizzato da quattro o più episodi nel corso di un anno.1,2
In base alla presentazione clinica, alle caratteristiche microbiologiche, ai fattori correlati all’ospite e
alla risposta al trattamento, la VVC può essere classificata in non complicata e complicata, che
costituisce circa il 10-20% dei casi (Tabella 1). 3
Tabella 1. Classificazione della vulvovaginite da Candida
(da ref. 3, con modifiche grafiche)
Caratteristiche
VVC non complicata
VVC complicata
Severità
Frequenza
Caratteristiche
microbiologiche
Fattori correlati
all’ospite
Lieve o moderata
Sporadica o non frequente
Probabilmente da Candida albicans
Severa
Ricorrente
Candida spp., ad esclusione di
C. albicans
Assenza di
immunocompromissione
Diabete, stati di
immunodepressione (ad es.
infezione da HIV), debilitazione,
terapie immunosoppressive (ad es.
corticosteroidi)
La specie responsabile della maggior parte dei casi di VVC (85-90%) è la Candida albicans,
mentre la Candida glabrata è associata al 5% dei casi e altre specie sono identificate in percentuali
ancora minori.
Per quanto riguarda la patogenesi, perché la candida possa svolgere l’azione patogena è
necessaria un’alterazione dell’ambiente vaginale e, in particolare, la riduzione del numero di
lattobacilli produttori di H2O2, componenti dell’ecosistema vaginale normale, il che giustifica la
particolare frequenza di VVC dopo un trattamento con antibiotici ad ampio spettro. 4 Vari fattori
correlati all’ospite, come ad es. una precedente colonizzazione, gravidanza, stati di
immunodepressione, diabete mellito, possono favorire lo sviluppo della candida. 1 Peraltro,
indipendentemente da eventuali fattori predisponenti, un ruolo determinante è svolto dallo
switching fenotipico della Candida, ovvero il passaggio del fungo dalla forma di blastospora,
responsabile della trasmissione e diffusione della colonizzazione asintomatíca, osservata nel 40%

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