IdB Marzo 29.PUB - Società Italiana di Scienze Infermieristiche
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IdB Marzo 29.PUB - Società Italiana di Scienze Infermieristiche
Foglio di informazione professionale per gli Infermieri e gli altri Professionisti Sanitari non medici del Meyer a cura della Sezione di Scienze Infermieristiche e delle Professioni Sanitarie del Dipartimento di Pediatria, Università di Firenze Anno III, Numero 29, Marzo 2008 il quiz di IdB Reg. Trib. FI n.5619 Il bambino con bronchiolite Pediatric Nursing. 2007; 19: 10. - Scottish Intercollegiate Guideline Network (SIGN) (2006a) Guideline 91. Bronchiolitis in Children. Circa il 3% di tutti i bambini sotto 1 anno di età vengono ricoverati all’ospedale per bronchiolite, una patologia respiratoria che si manifesta in associazione ad infezioni virali, generalmente al virus respiratorio sinciziale (RSV). La bronchiolite è caratterizzata da difficoltà respiratoria, tosse, irritabilità e difficoltà nell’alimentarsi. Nei bimbi molto piccoli possono presentarsi anche episodi di apnea. Nella maggioranza dei casi i sintomi durano circa 3-7 giorni; il ricovero in ospedale viene disposto generalmente per dare supporto in particolare per ossigenoterapia, nutrizione per SNG e aspirazione. La diagnosi di bronchiolite viene presa in considerazione in tutti i lattanti con muco nasale e tosse fischiante, con crepitii di fine inspirazione e fischio espiratorio. Un aumento della frequenza respiratoria è indicativo di infezione delle basse vie respiratorie in particolare bronchiolite o polmonite. L’assenza di febbre non preclude la diagnosi e la febbre elevata richiede valutazione per altre possibili cause. Deve anche essere tenuto presente che la bronchiolite è una malattia stagionale. La gran parte dei bambini hanno manifestazioni lievi e possono essere gestiti al domicilio. E’ importante in questo caso educare i genitori a riconoscere i peggioramenti del bambino e sul da farsi se si verifica. Il ricovero è necessario se è presente una delle seguenti caratteristiche: • difficoltà ad alimentarsi con riduzione del 50% del • presenza di alitamento delle pinne nasali o grugniti normale introito nelle 24h • rientramenti intercostali e al giugulo • letargia • cianosi • episodi di apnea • SpO2 <92% • FR > 70/min • diagnosi incerta Trattamento: La SpO2 deve essere rilevata subito a tutti i bambini che arrivano in ospedale con sospetto di bronchiolite. I bambini con SpO2 <92% necessitano di ricovero; se SpO2 > 92% il ricovero dipenderà dalle condizioni cliniche generali, dalla fase della malattia, da fattori geografici e sociali e da altre malattie compresenti o da fattori di rischio per la patologia (es: bambini nati pima della 35° settimana, con problemi cardiaci congeniti o problemi respiratori nei prematuri). Se non è possibile l’assegnazione di una stanza singola è importante fare un test rapido per RSV per decidere con quali pazienti il bimbo può essere collocato. I bambini con SpO2 ≤ 92%, distress respiratorio severo o cianosi ricevono ossigeno (cannule nasali, campana o maschera, se tollerata). Il monitoraggio della SpO2 deve essere continuato dalle 8 alle 12 ore dopo l’interruzione dell’O2terapia e durante il sonno per verificare la stabilizzazione clinica. I soggetti con SpO2 >94% in aria possono essere dimessi purché riescano ad assumere per bocca almeno il 75% del normale introito alimentare. Nei bambini con distress respiratorio a causa delle secrezioni nasali può essere necessario eseguire l’aspirazione nasale. L’alimentazione con SNG va considerata nei bambini che non riescono ad alimentarsi per bocca e non mantengono una buona idratazione. Le indicazioni per l’invio di un bambino in terapia intensiva sono: incapacità di mantenere una SpO2 > 92% nonostante l’aumento dell’O2 terapia, segni di aumento del distress respiratorio e/o di sfinimento, apnee ricorrenti. Controllo delle infezioni: L’RSV si trasmette facilmente da persona a persona attraverso contatti diretti o indiretti, tramite le secrezioni respiratorie. Gli operatori devono lavarsi le mani con sapone o gel alcolico prima e dopo il contatto con i pazienti infetti Per i contatti diretti col paziente devono essere usati guanti e camici monouso e il paziente dovrebbe essere assistito in stanza singola. Se non è possibile ricoverare i bambini in stanze singole, andranno messi in stanze con altri bambini con la stessa patologia. Le visite a questi bambini devono essere limitate -in particolare vanno evitate persone con sintomi di infezione respiratoria-. I genitori devono essere educati al controllo delle infezioni Valutazioni infermieristiche → valutazione della funzionalità respiratoria → rilevazione di segni di disidratazione → rilevazione di segni di sovraccarico idrico (se ev in corso) Diagnosi Infermieristiche associate • clearance delle vie respiratorie inefficace • sforzo respiratorio inefficace • alterazione degli scambi gassosi • rischio di insufficiente volume di liquidi • squilibrio nutritivo (assunzione inferiore al bisogno) • ansia (bambino e familiari) • carenza di conoscenze (familiari) Interventi infermieristici −valutazione dei p.v. ogni 2 ore fino a stabilizzazione, poi ogni 2-4 ore. −monitoraggio di segni di distress respiratorio e cambiamenti nello sforzo respiratorio −monitoraggio dello stato di ossigenazione con pulsossimetria s. p.m. −monitoraggio della risposta del b. all’O2terapia con cannule nasali, campana o maschera se tollerata −se cannule nasali: verifica periodica della pervietà delle cannule e eventuale pulizia/sostituzione −se campana: monitoraggio della temperatura interna della campana e della FiO2 con ossimetro −promuovere la funzionalità respiratoria attraverso: • somministrazione della terapia spm • favorire posizione semiprona o sul fianco evitando iperestensione del collo • favorire il riposo −monitorare lo stato di idratazione bilancio idrico e peso specifico urine • controllo giornaliero del peso • rilevare segni di disidratazione o sovraccarico idrico (se idratazione ev) −monitoraggio delle infusioni ev e dello stato dell’accesso venoso −rilevare la risposta del b. alla terapia −favorire l’alimentazione • incoraggiare l’allattamento al seno, se b. non divezzato • procurare i cibi più graditi al b. • incoraggiare il mantenimento della routine alimentare di casa −favorire attività ludiche non stancanti e tranquille e distrazione −alleviare o minimizzare l’ansia dei genitori e del b. −garantire il comfort dei familiari • Il posizionamento dei bambini per diminuire lo stress durante l’inserimento di accessi venosi Sparks LA, Setlik J, Luhman J. Journal of Pediatric Nursing 2007; 22: Il posizionamento di un accesso venoso è una procedura che avviene molto frequentemente ma rappresenta per il bambino e per i genitori un momento molto stressante. Lo stress ed il dolore incidono sia sulla componente fisica che su quella psicologica determinando un aumento della percezione dolorosa ed un abbassamento della soglia del dolore. Per questa ragione è stato condotto uno studio, presso il DEA dell'Ospedale pediatrico di St.Louis, Missouri, sul posizionamento del bambino durante l’inserimento di un accesso venoso per capire se questo poteva diminuire lo stress. Le posizioni messe a confronto sono state due: posizione seduta in braccio al genitore con le mani sul tavolo detta “posizione di comfort” (gruppo sperimentale) e posizione sdraiata con il genitore vicino (gruppo di controllo). I punteggi di stress sono stati valutati attraverso la scala PBRS-R (Procedural PBRS-R (Procedural Behavior Rating Behavior Rating Scale-Revised) misurata in tre momenti (prima della procedura, Scale-Revised) durante la procedura e dopo la procedura). Sono state anche misurate la Scala per la valutazione del comportamento durante le procedure. soddisfazione dei genitori attraverso la scala PPSC (Parent Perceptions of Lo stress del bambino viene valutato tramite Specialty Care) e quella degli infermieri con una scala likert da 1 a 5. Risultati: sono stati arruolati 135 soggetti per lo studio (17 di questi non sono stati una scala che osserva il comportamento del bambino in particolare: l’ansia, la paura ed il utilizzati per l’analisi dei dati per errori nella registrazione, errata età del bambino, dolore. La scala è composta da 11 tutore non valido, il bambino non necessitava di cannula, peggioramento delle comportamenti che caratterizzano lo stress: condizioni cliniche del paziente o rifiuto della madre nel tenere il bambino supino) piangere,aggrapparsi, urlare, rifiutare la 59 soggetti per ogni gruppo. 56 erano maschi e 62 femmine con età media di 23,8 posizione,bloccarsi, dimenarsi, irrigidire i mesi. Il gruppo sperimentale e quello di controllo erano omogenei per quanto muscoli, necessità di essere immobilizzato, riguarda età, sesso, precedenti esperienze con accessi venosi, precedenti bisogno di supporto emotivo, richiesta di ospedalizzazioni, uso di EMLA, sito di inserzione della cannula, tipo di terapia interrompere la procedura. Questi distrazionale utilizzata e numero di parenti presenti nella stanza durante la comportamenti devono essere segnati come procedura. La media dei punteggi dello stress usando la PBRS-R è stata minore presenti o meno prima, durante e dopo la procedura. Il totale può quindi variare da 0 a nel gruppo sperimentale in tutti e tre i momenti (pre-procedura, procedura e post- 33, il punteggio più alto indica più stress. procedura). La media dei punteggi totali del gruppo di controllo è stata 9.4 rispetto a 6.4 del gruppo sperimentale (p<0.0001). Per quanto riguarda la soddisfazione PPSC (Parent Perceptions of Specialty dei genitori, è stata rilevata una maggiore soddisfazione nei genitori del gruppo Care). Scala di valutazione della percezione dei sperimentale (bambini tenuti in braccio). genitori riguardo l’assistenza Le infermiere hanno invece mostrato di preferire la posizione distesa, infatti le specialistica. infermiere del gruppo di controllo sono rimaste molto più soddisfatte delle altre Valuta la soddisfazione dei genitori riguardo (86% vs 54%). Le difficoltà emerse dalle infermiere del gruppo sperimentale sono l’assistenza ricevuta dal bambino attraverso state: difficoltà nel tenere correttamente il bambino, difficoltà dell’infermiere con la la compilazione di un questionario in cui il nuova posizione ed eccessiva mobilità del bambino.La percentuale di infermieri genitore deve indicare il suo grado di che hanno dovuto modificare la tecnica di inserimento di CVP è stata del 25% nel soddisfazione assegnando un numero che gruppo sperimentale e del 10% nel gruppo controllo. Non è stata rilevata differenza va da 1 (poco soddisfatto) a 5 (molto nel numero medio di tentativi di inserimento della cannula. Un dato sorprendente è soddisfatto) a 5 parametri: - comfort dei genitori nel partecipare alla che il 64% dei bambini nei due gruppi non ha ricevuto l’anestetico locale prima procedura dell’inserimento della cannula. - livello di coinvolgimento nella procedura In conclusione, la posizione col bambino seduto in braccio al genitore diminuisce lo - posizione scelta per l’accesso venoso stress nell’inserimento di CVP nei bambini, aumenta la soddisfazione dei genitori, - capacità dei sanitari nel ridurre paura e non complica l’inserimento dell’ago ed è quindi da preferire. Questa modalità di dolore al bambino posizionamento è semplice, sicura ed efficace ed aiuta il bambino ed i suoi genitori - capacità dei sanitari di dare supporto emotivo al bambino ad affrontare più serenamente questa esperienza. Rispondi al quesito e vinci un lettore DVD portatile Tra tutti coloro che invieranno entro il 12.04.08 la risposta corretta alla mail: [email protected] verrà estratto a sorte un lettore DVD portatile con sintonizzatore TV La mamma di un lattante ricoverato per infezioni respiratorie ricorrenti chiede all’infermiera: “Ma perchè il dottore mi ha detto che i lattanti sono a maggior rischio di complicazioni in caso di infezioni respiratorie ?” Quale tra le seguenti sarebbe una risposta corretta ? a. perchè nei lattanti le vie respiratorie sono più larghe e consentono l’ingresso di un maggior numero di microrganismi b. perchè nel lattante la frequenza respiratoria è minore che negli adulti c. perchè i genitori non sono in grado di capire l’eventuale peggioramento del bambino d. perchè nel lattante le vie respiratorie sono più strette e si ostruiscono più facilmente Child Health Nursing, Reviews & Rationales pag. 76 ll quesito di febbraio: Un adolescente sta assumendo ciclofosfamide per una leucemia linfoide acuta e chiama l'infermiera perchè nelle sue urine c'è del sangue. Cosa deve fare l’infermiere? (1 sola risposta) A) spiegare al ragazzo che è normale, quando si assume questo farmaco B) iniziare un bilancio idrico C) fargli assumere più liquidi per migliorare l’ematuria D) riconoscere che c'è qualcosa che non va e riferire prontamente al medico La risposta esatta era la D. Al quesito di febbraio hanno risposto 11colleghi, con 9 risposte esatte e 2 non corrette. Tra i colleghi che hanno dato risposta esatta è stata sorteggiata la collega Milena Alterini dell’Oncoematologia, che ha vinto una copia di “Infermieristica Basata sulle prove di efficacia”di P. Chiari, McGraw-Hill ed. Congratulazioni ! http:\\azienda.meyer.it -> cliccare su Gli Infermieri dei bambini.