netflix in italia e il big bang di cinema e tv

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netflix in italia e il big bang di cinema e tv
Newsletter N. 38 del 23 Dicembre 2015
NETFLIX IN ITALIA E IL BIG BANG DI CINEMA E TV
Gli scenari che si aprono con l’ingresso di Netflix tra i competitor del sistema
audiovisivo italiano sono il tema del libro di Stefano Zuliani “Netflix in Italia e
il Big Bang di cinema e TV” edito dal Gruppo24Ore e presentato qualche
giorno fa nella sala dell’ANICA. Riportiamo l’intervista ad Andrea Occhipinti.
Nei prossimi giorni ne proporremo altre.
Intervista ad Andrea Occhipinti, Lucky Red e Presidente Sezione Distributori ANICA
Netflix faciliterà la crescita di un’offerta legale, un push su nuovi modelli di consumo e,
molto importante, una ridiscussione del tema delle window di sfruttamento sulle varie piattaforme. Su quest’ultimo fronte, esistono spazi di novità e le cose stanno cominciando ad
accadere; ad esempio negli USA, per alcuni film, la Paramount sta distribuendo on-line dopo appena due settimane nelle sale. I film non vanno trattati tutti allo steso modo, ed inoltre
possono essere confezionate tante buone operazioni ad hoc collegate a Festival ed eventi.
Per ottobre 2015 è previsto l’arrivo in Italia della società di Video On Demand Netflix.
Quali saranno a suo avviso le principali conseguenze sul mercato audiovisivo italiano?
La qualità dell’offerta sarà determinante. Inoltre, se sapranno lavorare in coerenza con le
sensibilità del nostro paese, potranno realmente dare una scossa ad un mercato poco aperto, con molte anomalie e un po’ asfittico. In particolare aiuteranno a valorizzare un diritto, quello SVOD, che in Italia pesa ancora troppo poco.
Quali peculiarità nel nostro Paese potranno rappresentare un freno e quali un vantaggio
per lo sviluppo di Netflix?
Abbiamo ancora un serissimo problema di pirateria su cui da parte della politica si registrano purtroppo atteggiamenti schizofrenici fra il libero accesso ai contenuti e la necessaria tutela del diritto di proprietà. Sul fronte della diffusione della banda larga sembra invece che il governo la consideri effettivamente una priorità e il ritardo che abbiamo rispetto
ad altri paesi dovrebbe essere colmato.
In che modo il ruolo della tv pubblica, di Mediaset e di Sky è destinato a cambiare in relazione alla novità Netflix?
La tv pubblica ha la tendenza a coprire tutte le variazioni dell’arcobaleno. Ad esempio,
impegna i suoi sforzi su numerosissimi canali tematici, ma non è stata ancora in grado di
valorizzare appieno l’ampia library di cui dispone, penso soprattutto ai film italiani sui
quali investe molto. In breve ha molte frecce al suo arco ma deve ancora utilizzarle al meglio. Mediaset è allo stesso tempo una società di famiglia, pubblica e politica, visto il ruolo
del suo azionista di maggioranza, e sembra alternare passi avanti a frenate; è un’azienda
nella quale c’è una grande energia che però va liberata e modernizzata. Ad ogni modo,
si tratta di una grande realtà industriale italiana che potrà dire la sua. Sky “it’s about business”, lavora con l’efficienza piena di un’impresa ben abituata ad operare in concorrenza
A cura dell’Ufficio Stampa ANICA Responsabile Paolo Di Reda - Assistente Antonio Dell’Erario - www.anica.it - [email protected]
ed ha inoltre un’offerta ricca e molto varia. E’ comunque importante che tutti gli attori si
trovino ad operare su uno stesso “level playing field” in termini di obblighi di investimento,
tutela dei minori, tasse, ecc.; in questo senso gli operatori italiani, che danno lavoro a migliaia di persone, vanno preservati.
Netflix già investe importanti somme sui content. Dal suo punto di vista, quali potranno essere gli impatti sul mercato italiano? Che tipo di investimenti prevede? Destinati a quali
contenuti?
La loro offerta dovrebbe essere composta prevalentemente di prodotto library (che è peraltro già presente su altre piattaforme VOD), e poi avranno film e documentari, che non escono al cinema, in esclusiva oltre alle loro dirette produzioni; ma credo sarà soprattutto
l’investimento in contenuti local che potrà caratterizzare la piattaforma Netflix. Così come
in Francia, realizzeranno una “serie faro” che in qualche modo darà indicazione sul loro
senso di marcia; ma per avere un impatto reale dovranno investire sulla produzione.
Quali cambiamenti potranno riguardare la sua attività?
Netflix porterà con sé la crescita di un’offerta legale, un push su nuovi modelli di consumo
e, molto importante, una ridiscussione del tema delle window di sfruttamento sulle varie
piattaforme. Su quest’ultimo fronte, esistono spazi di novità e le cose stanno cominciando
ad accadere; ad esempio negli USA, per alcuni film, la Paramount sta distribuendo sull’on
line dopo appena due settimane nelle sale (in Italia il periodo di protezione preteso da alcuni circuiti di sale è di 105gg). I film non vanno trattati tutti allo stesso modo, ed inoltre
possono essere confezionate tante buone operazioni ad hoc collegate a Festival ed eventi.
Non dimentichiamo che uno sfruttamento parallelo illecito esiste già in forma di pirateria,
che va a svantaggio di tutti. Possiamo e dobbiamo trovare formule che possano portare
benefici a tutta la filiera.
A suo avviso operatori americani come Netflix, Amazon, Youtube garantiranno comunque
nel medio-lungo termine una buona visibilità/promozione - e quindi piena valorizzazione e
redditività - ai content italiani oppure esiste il rischio che il legame forte che hanno con le
aziende americane orienti in quella direzione le loro scelte?
Si tratta di un player globale ma non potrà non caratterizzarsi anche localmente se vuole
avere successo. Il 25-30% degli incassi al botteghino è conquistato dai film nazionali. Netflix dovrà ben analizzare e capire i dati di consumo del nostro paese; un approccio asettico rispetto alle nostre specificità non li porterebbe lontano. D’altra parte anche le major
hanno capito l’importanza della componente locale: ad esempio, di recente, realtà come
Warner e Universal hanno investito con successo nella produzione e distribuzione di film
italiani.
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