l`euro: il nuovo ordine totalitaristico

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l`euro: il nuovo ordine totalitaristico
L'EURO: IL NUOVO ORDINE TOTALITARISTICO
di Alain Parguez
Alain Parguez durante il seminario di Rimini (24-26 febbraio 2012)
Trascrizione della prima parte dell'intervento tenuto da Alain Parguez al seminario MMT di Rimini il 24-26
febbraio 20121:
Sono qui per parlarvi di una storia oscura e tragica.
Avrete già capito che l'Unione Europea è un mostro che va contro a tutte le regole della teoria monetaria
moderna
e dell'economia
moderna. Il problema
è: perché
esiste
un
sistema così
assurdo?
Mi è stato detto che nel vostro Paese, come nel mio del resto, alcune persone pensano che se riusciamo a
liberarci dell’euro, l’Italia o la Francia potrebbero ritornare ad essere equiparabili ad alcuni dei Paesi più
poveri dell’Africa, come lo Zimbabwe; ma l’economia reale dell’eurozona è già nello stesso stato di
1
La seconda parte è leggibile qui:
http://retelira.altervista.org/Pillole/parguez1.htm
quella dello Zimbabwe. Vediamo per esempio alcuni dati sulla Francia (si noti che i Francesi hanno
inventato e imposto l’eurosistema): in Francia il vero tasso di disoccupazione è di circa il 60% della
popolazione attiva [includendo nel computo anche i lavoratori sottopagati, N.d.R.], quindi una cifra
enorme; e abbiamo un tasso di inflazione effettivo del 7-8%. Non abbiamo la piena occupazione e non
abbiamo una stabilità dei prezzi; questo significa che tutti i dati ufficiali europei sono menzogneri.
Comincerò la mia presentazione con una citazione del responsabile del Ministero delle Finanze
francese [Postel-Vinay, N.d.R.], che fra l’altro appartiene all’ordine dei benedettini ed è il capo
dell’Opus Dei francese: e la Commissione Europea è ampiamente controllata, come anche il governo
francese, dall’Opus Dei. Ho parlato con lui di questa crisi, e mi ha detto: “Sì, l’economia francese è
morta, ma non lo è abbastanza”. E ha aggiunto: “Professore, lei deve capire perché esiste il sistema
europeo: che cosa vogliamo? Vogliamo distruggere per sempre la gente; vogliamo creare una nuova
tipologia di europeo, una nuova popolazione europea disponibile ad accettare la sofferenza, la
povertà; una popolazione disposta ad accettare salari inferiori a quelli cinesi”.
Questo rappresenterà il cuore del mio intervento.
Occorre anzitutto capire una cosa: che il sistema dell’euro non è mai stato pianificato per portare ad
una unione monetaria; e non è stato neanche pianificato come agenda neoliberista, sul modello
dell’economia americana: infatti questo modello è stato, ed è ancora, completamente dimenticato
dall’élite dominante europea: basti pensare che il leader del partito socialista francese [l'attuale
Presidente François Hollande, N.d.R.] considera il presidente Obama "un marxista".
Che cos’è dunque l’euro? È un Nuovo Ordine sociale totalitaristico, programmato molto tempo fa, nel
periodo tra le due guerre, e poi portato a compimento, per così dire, dal regime di François
Mitterrand, come avrò modo di chiarirvi.
In questo nuovo ordine non ci saranno più Stati sovrani: lo Stato deve svanire, o per lo meno lo Stato
che trova radici nella democrazia, nel parlamento, nella repubblica. Nel nuovo ordine il potere dev’essere
interamente trasferito a "coloro che lo meritano"; e questo significa un’élite, una classe capitalista di
tecnocrati ai quali piace il potere di controllo assoluto.
Il mio intervento si articolerà in tre parti:
•
nella prima parte cercherò brevemente di spiegare la storia della pianificazione dell’unione
monetaria europea, che trova origine nel periodo fra le due guerre, nelle parti più reazionarie e
più conservatrici della classe dominante francese; mi rifarò anche ad un filosofo italiano, Julius
Evola, che accusò Mussolini di essere troppo morbido con la gente e Adolf Hitler di essere troppo
favorevole al popolo;
•
nella seconda parte cercherò di spiegarvi che la cosiddetta crisi del debito sovrano è un evento
che non si è mai verificato nella storia, ma che una crisi di questa portata non è "venuta da sé": è
stata attentamente pianificata dagli architetti del sistema europeo. Quel che avevano in mente
era di privatizzare lo Stato; e dato che ritenevano che lo Stato, perlomeno lo Stato in cui esista
una democrazia, tenda a perdere comunque ricchezza, risulta ovvio che lo Stato si trovi poi
obbligato a prendere a prestito denaro, e che quindi il debito dello Stato debba essere considerato
come un debito a rischio; pertanto lo Stato deve essere completamente assoggettato ai
cosiddetti mercati dei bond [titoli di Stato, N.d.R.]: ed è esattamente quello che sta
succedendo adesso;
•
nell’ultima parte della mia presentazione cercherò di dimostrare che non esiste modo di
risolvere questo problema e "aggiustare" il sistema [il famoso progetto degli "Stati Uniti
d'Europa", N.d.R.], perché questo ordine sociale ha una sua logica e coloro che controllano il
sistema non accetteranno mai alcun tipo di cambiamento, soprattutto nessun tipo di intervento
della Banca Centrale Europea. Lo accetterebbero unicamente nel caso in cui tale intervento
mirasse ad incrementare la ricchezza della banche. Quindi l’unica possibilità di salvare la società
europea è di liberarsi di questo sistema.
Il settore privato, il settore capitalista in Europa è morto; per citare Michael Hudson, i leader del
settore capitalistico non sono più interessati all’economia reale: sono percettori di rendite finanziarie, e
quindi il capitalismo europeo sta morendo; la crescita in Francia, già da 5 o 6 anni, è al di sotto del 3-4%
all’anno.
Per quel che riguarda l’euro, grazie all’invito della collega Stephanie Kelton parecchio tempo fa, ho
capito molte cose e ho scritto un articolo che parla proprio di una moneta falsa contro l’economia reale,
che distrugge a tutti gli effetti l’economia reale. Ora però, prima di tutto, cerchiamo di spiegare
brevemente qual è l’origine di un sistema così assurdo.
Ci sono due fasi nella pianificazione del sistema dell’euro; la prima è nel periodo fra le due guerre e nel
periodo che va dal 1940 al '43; la seconda fase riguarda la realizzazione del sistema, ed è, debbo
riconoscerlo, opera in gran parte di François Mitterrand.
Cominciamo dalla metà degli anni '30, con persone come Robert Schuman e Jean Monnet: Schuman
scrisse che nel 1927 c’era bisogno di creare l’Europa come nuovo ordine radicato nella tradizione
per salvare l’Europa dalla decadenza: ma la decadenza, per i pro-europeisti, significava socialismo,
rivoluzione, proteste, ebrei, marxisti, il libero accesso alla sanità e all’istruzione, l’aborto,
l’omosessualità eccetera eccetera.
Altra cosa estremamente interessante, per i primi pro-europeisti l’obiettivo era quello di creare un
sistema completamente opposto rispetto alla società degli Stati Uniti, che essi detestavano; l’élite
europea odiava la società dei consumi americana, fatta di centri commerciali eccetera; odiavano più gli
Stati Uniti, a causa di questo sistema, che l'Unione Sovietica; e adesso la situazione è rimasta esattamente
la stessa.
Che cosa si doveva dunque fare per "costruire l'Europa"? In sintesi:
1. abolire gli Stati nazionali;
2. forzare uno stato di deflazione permanente, andando a ridurre sempre di più la spesa pubblica;
3. trasferire il potere a una classe, diciamo così, super partes di tecnocrati che operasse a livello
sovranazionale.
Ma per questi europeisti della prima ora che cosa significava l’Europa? Significava creare un co-dominio di
Francia e Germania e un impero coloniale che includesse anche il sud dell’Europa e l’Europa
orientale; questo obiettivo era stato chiaramente esplicitato.
Come si poteva sopprimere lo Stato? Semplice: bisognava privarlo di qualunque potere di controllo
sulla moneta.
Tutti questi europeisti erano fanatici seguaci di Friedrich von Hayek, l’economista austriaco più di destra
di quel tempo: l’Europa avrebbe dovuto basarsi su una valuta sovranazionale interamente controllata da
una Banca Centrale sovrana che godesse di poteri assoluti, appunto per poter sovrastare gli Stati.
In ultima analisi il loro obiettivo era di imporre la futura valuta europea come un super standard aureo.
Il primo abbozzo, per così dire, del trattato di Maastricht, venne scritto da un economista
francese, François Perroux, nel 1943, con il pieno supporto di un trattato fatto dal regime tedesco e dal
regime francese pro-nazista di Vichy; il nuovo trattato, che è stato formulato e deciso dal presidente
Sarkozy e dalla signora Merkel, è basato esattamente su quello scritto da François Perroux nel ’43.
Da sinistra verso destra: Robert Schuman, Jean Monnet e François Perroux
Queste persone erano contrarie allo standard aureo tradizionale, poiché ritenevano che lo standard
aureo non avesse permesso la totale abolizione del potere di spesa dello Stato; quindi bisognava
creare uno standard aureo superiore, e questa costituiva la prima fase del processo; ma per qualche
tempo il progetto europeo venne tenuto, diciamo, nelle retrovie, perché tutti i suoi fautori erano più filohitleriani di Hitler stesso, per cui è stato necessario aspettare: aspettare che arrivasse François
Mitterrand.
François Mitterrand
Potrei parlare ampiamente di questa questione, perché io sono stato, fra l’altro, personalmente in
contatto con il principale collaboratore di Mitterrand, un personaggio di estrema destra, un monarchico
che odiava il mondo moderno e gli Stati Uniti, uno che diceva: “odio i poveri”. Si chiamava, anzi si
chiama, Jacques Attali [attualmente consigliere del Presidente Hollande, N.d.R.].
Jacques Attali
De facto Jacques Attali era il primo ministro della Francia; era il responsabile di una serie di ex-marxisti
convertiti in sostenitori del nuovo regime, ed era stato incaricato della creazione di una versione più
sostenibile del sistema dell’euro. La visione generale era comunque la stessa, sintetizzabile così: “bisogna
distruggere i centri commerciali e il consumismo”. I centri commerciali per loro erano espressione di
pura infamia, le persone dovevano accettare di essere povere; mi ricordo di alcuni dibattiti su questo
tema in seno alla commissione segreta che si occupava dell'entourage di Mitterrand: Mitterrand doveva
riuscire a guadagnarsi per questo progetto il supporto dell’allora partito comunista (già, perché anche la
Francia aveva un partito comunista, che adesso non esiste più).
Fui quindi incaricato di scrivere una serie di modeste considerazioni keynesiane di teoria economica
moderna; la presenza di Attali venne richiesta dai finanziatori della campagna di Mitterrand: fra i massimi
finanziatori c’erano anche la Chase Manhattan Bank e altre due banche americane. Mentre lavoravo Attali
mi diceva: “Io ho preso un impegno con il nostro futuro Presidente: appena possibile distruggeremo lo
Stato, creeremo una deflazione dell’economia, i salari reali crolleranno; quel che abbiamo in mente è il
collasso totale del reddito dei lavoratori della società francese”.
Come riuscire a fare tutto questo? Con il trattato di Maastricht e con la creazione dell’euro.
Voglio concludere il mio primo intervento denunciando alcune menzogne:
•
mi è capitato di trovarmi piuttosto vicino a François Mitterrand; prima della guerra aveva avuto un
legame particolare con mia madre, e ricordo che mia madre mi diceva: “François è così bravo a
raccontare balle che può riuscire perfino a far credere che gli interessi far del bene alla gente”;
ebbene, François Mitterrand, durante l’unico dibattito sul trattato di Maastricht, ebbe il coraggio
di dire, in risposta ad una domanda da parte di uno studente: “Io posso giurare che nel trattato
non esiste alcuna menzione di una Banca Centrale Europea indipendente” (sic!);
•
il principio fondamentale dei trattati europei era la privatizzazione dello Stato, cioè obbligare
gli Stati a prendere a prestito denaro vendendo titoli alle banche private: gli Stati, un po’ come
qualunque tipo di azienda, dovevano andare a chiedere i soldi alle banche, ai tassi di interesse
stabiliti dalle banche. Quindi il trattato di Maastricht e il "Patto di Crescita e Stabilità" che ne è
conseguito (da ridefinire più propriamente Patto di Distruzione e Instabilità) rappresentano la
realizzazione dei loro obiettivi: alla fine gli Stati sarebbero stati completamente assoggettati
alle banche private, e quindi sarebbero stati obbligati a tagliare, tagliare e ancora tagliare la
spesa pubblica. E questo è esattamente quello che è successo. Come vedete, le menzogne
continuano.
Due ultime menzogne da sfatare per concludere:
•
la percentuale del debito pubblico nell’àmbito del patrimonio delle banche francesi e tedesche è
al di sotto del 5%; le banche perdono soldi non certo a causa del debito pubblico, ma a causa
del collasso totale dell’economia reale;
•
mi terrorizza sentire la gente dire: “Povere banche, il governo ha mentito”. Questo è assurdo!
Tutti lo sapevano: tutti sapevano ad esempio quale fosse la vera condizione dell’economia greca.
Il 90% del debito greco, come di quello italiano, è nelle mani delle banche francesi e tedesche [lo
era in effetti all'epoca della conferenza, N.d.R.], e tutti lo sapevano.
Quello che succederà ora, grazie al nuovo trattato, se effettivamente verrà poi approvato [Fiscal
Compact, approvato dall'Italia nel dicembre 2012, N.d.R.2], è che ci troveremo di fronte alla totale
abdicazione degli Stati, delle politiche fiscali e di qualunque tipo di politica sociale: così sarà
finalmente raggiunto il sogno di costituire un Nuovo Ordine.
Si pone però il problema di chi deve gestire il sistema: come si potrà mantenere il controllo della
società?
È questo il problema che si pongono, di questo hanno timore, ed ecco perché non c’è dibattito: gli
economisti ufficiali in Germania, in Francia e nella maggioranza dei Paesi europei sono assolutamente
corrotti, si possono equiparare a delle prostitute; e noi siamo nelle loro mani.
Non si parla quindi mai delle infamie che stanno alla base del crollo del sistema europeo: è questo il
vero problema.
Fonte:
http://retelira.altervista.org/Pillole/parguez.htm
Alain Parguez è professore emerito di Economia First Class all'Università Franche-Comté di Besançon
(Francia) nelle facoltà di Giurisprudenza, Economia e Scienze Politiche. Tra gli altri titoli accademici: è
docente di Statistica e Scienze Economiche all’Università di Parigi, nel 1973 ha conseguito due tesi di
dottorato, negli Stati Uniti è membro della “Eastern Economic Association” e del Dipartimento di
Economia all'Università di Ottawa. E' autore di diversi saggi sulla politica monetaria, sulla politica
economica e sulla concezione della crisi. Dal 1984 al 1996 è stato direttore del periodico “Monnaie et
Production”. E' l'ideatore della Theory of the Monetary Circuit, di ispirazione post-keynesiana, cui ha
dedicato buona parte della propria carriera, e attualmente sta ultimando la stesura di questa vasta e
dettagliata ricerca.
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Cfr. http://retelira.altervista.org/Pillole/fiscalcompact.htm