Guidina pratica

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Guidina pratica
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Repubblica
Dominicana
Guida pratica
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IMPORTANTE
Le notizie qui riportate e relative a orari o tariffe sono quelle
in vigore all’atto della stesura di questa guida. E’ dunque
consigliabile verificarne l’attualità al momento del viaggio.
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Santo Domingo
Santo Domingo è la capitale della Repubblica Dominicana.
Conta circa 3 milioni di abitanti, caotica e disordinata nella parte più moderna; affascinante nel centro storico antico.
Città dei primati Santo Domingo: è stata la prima capitale del Nuovo
Mondo e la sua Cattedrale è la Primada de America. Vanta la prima
università delle Americhe ed anche il primo ospedale. Fino al 1992 nella
sua cripta riposavano le spoglie di Cristoforo Colombo. Poi, in occasione
del cinquecentenario della scoperta delle Americhe, è stata traslata nel
Faro de Colon in periferia.
Curious: intorno alla figura di Cristoforo Colombo si sono create leggende e
luoghi comuni: alcuni dicono che sia sepolto a Valladolid (Spagna) altri a Sevilla; altri ancora a Santo Domingo. Alcuni sostengono che, sbarcato a Cuba,
abbia esclamato «terra più bella che l’occhio umano abbia mai visto»; altri che
l’abbia pronunciata in Repubblica Dominicana. Insomma un vero rebus.
D’obbligo iniziare la visita a Santo Domingo partendo dalla città
vecchia. In essa la regina è Calle
Las Damas. Un concentrato di
architettura di stile coloniale.
Ottimamente restaurata, la prima
strada del Nuovo Mondo deve il
suo nome a Maria de Toledo (vice
regina della colonia, nipote del re
di Spagna e consorte di Diego Colombo, il figlio dell’illustre navigatore) e alle sue dame di corte che qui
amavano passeggiare.
Ci arrivate partendo dalla foce del Rio Ozama, dal lungomare Paseo
Presidente Billini, e imboccando la calle Arzobispo Meriño, al terzo incrocio siete in calle Padre Billini (da non confondere con il paseo che avete da
poco lasciato). Girando a sinistra incontrate il Convento de la Orden de los
Predicadores. Qui padre Bartolomè de las Casas avrebbe scritto i suoi
diari, nei quali raccontava le atrocità perpetrate dagli spagnoli nei confronti delle popolazioni locali.
Ritornate indietro sulla Calle Billini e proseguite dritto. Poche decine
di metri e, la strada finisce in Calle Las Damas. Siete letteralmente
catapultati nel passato. Qui il tempo sembra essersi fermato. La calle
Las Damas è contornata da numerose case coloniali e da diversi edifici
interessanti.
Imbattete subito nellla Fortaleza Ozama. Anche in questo caso c’è
un altro primato: è la prima fortezza del Nuovo Mondo. Al suo interno, in
fondo alla grande spianata, la Torre del Omenaje, dove fu incarcerato Colombo in un momento poco felice della sua carriera.
Risalendo la via verso nord, subito dopo incontrate (sempre sulla
destra) l’elegante Casa de Bastidas, antica dimora padronale.
Risale al 1512 ed era la dimora di
Rodrigo de Bastidas, uno dei primi sindaci della città. Oggi è sede
hostal Nicolas de Ovando
di organismi culturali.
Di fronte (quindi sul alto sinistro)
una delle quindici dimore di Nicolàs de Ovando, oggi sede della
Sociedad Dominicana de Bibliòfilos.
Ancora andando avanti, dopo la Casa de Bastidas, sullo stesso lato, è
un altro palazzo che ospita un museo infantile.
Proseguite, incrociate calle El Conde, e dopo un centinaio di metri e,
sempre sulla destra, trovate l’Hostal Nicolas de Ovando (sempre
una delle famose 15 dimore) che ospitò Hernan Cortèz che in questo
luogo progettò la spedizione e la conquista del Messico.
Giusto di fronte al hostal c’è il Pantheon Nacional che ospita le spoglie degli eroi dominicani, specie della guerra di indipendenza. Prima
era stato chiesa, deposito di tabacco, seminario, teatro. Poi, nel 1955 il
dittatore Trujillo lo trasformò in Pantheon.
Attaccata al Pantheon è la Casa de los Jesuitas. Pochi metri più
avanti c’è la Plazoleta Maria de Toledo con il Museo de las Casas
Reales , di fronte, la Capilla de los Remedios.
Si arriva così ad una grande spianata, Plaza de España dove si trova
l’Alcazar de Diego Colon, residenza che ha ospitato il figlio del navigatore genovese, nominato governatore di Hispaniola.
Chicca: voltando le spalle all’Alcazar, dall’altra parte della spianata c’è una
rivendita di “Jamon Serrano” prosciutto spagnolo molto buono.
Sarete lì a metà mattina inoltrata: il momento giusto per uno spuntino!
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Il lungofiume prosegue con La Atarazaña, dove stavano las Reales
Atarazañas, i cantieri navali. Un complesso architettonico ancora ben
mantenuto. Da lì si sviluppa al cosi detta “Zona Franca”, l’antica zona
doganale. Voi prendete invece (sempre voltando le spalle all’Alcazar) la
via alla destra della spianata che rientra nella città vecchia: Calle Restauraciòn. Arrivate alle rovine della Iglesia de S. Francisco, importante complesso monumentale. Peccato che rimangano solo i resti di
quella che doveva essere una bella chiesa.
Ridiscendete quindi la Calle de Hostos e arrivate al Parque Colòn, dove
c’è la Cattedrale.
Chicca: Al Parque Colon, sul lato opposto rispetto alla Cattedrale, potet e
visitare il piccolo Museo del Ambar (museo dell’ambra). Merita una visita! Mentre dietro la Cattedrale, in Calle Isabela la Catolica c’è l’altrettanto piccolo Museo del Larimar. Larimar e Ambra sono le due cose (assieme al rum) che val la
pena comprare a Santo Domingo.
Il Parque Colòn incrocia El
Conde, la lunga arteria pedonale che taglia orizzontalmente la città vecchia verso ovest,
fino alla Plaza Independencia;
dove un tempo era il limite delle mura della città. La Puerta
del Conde, è un monumento
che celebra e ricorda il momento in cui alcuni domincani
si sollevarono con le forze di
el Conde
occupazione di Haiti, otteendo
l’indipendenza dominicana.
El Conde e’ l’arteria dello shopping e dello “struscio”. Andateci a passeggiare così da godervi la quotidiana vita dominicana.
Una volta in Plaza Independencia, voltando le spalle alla Puerta del Conde, prendete a destra. Percorrete circa 100 metri e siete sulla Avenida
Mella. Risalitela a destra per altri 300 metri e trovate, sulal vostra sinistra
il Mercado Modelo. Siete nel Quartiere Haitiano, con tanti camioncini colorati e un via vai di persone e di traffico a caotico. Il Mercado Modelo è
un mercato coperto che ricorda molto i mercati africani. Dovete senz’altro farci un giro. Si compra bene e a buon prezzo.
Non fate i turisti sprovveduti! prima guardate in giro per farvi una idea dei
prezzi e poi contrattate!. Occhio alle borse e borsette. Santo Domingo
non è una città violenta. ma in quella confusione del mercato qualche
malintenzionato si ha sempre la probabilità di incontrarlo.
Sempre da Plaza Independencia l’arteria che parte sulla destra della
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piazza verso ovest è Avenida Bolivar. E’ un viale lunghissimo che taglia orizzontalmente la città moderna. A circa 1300 metri incrocia la
Avenida Leopoldo Navarro. Risalitela a destra. Altri 200 metri e siete in
quel grande quadrilatero che è la Plaza de la Cultura. e il primo edificio
che vedete sulla vostra sinistra è la Biblioteca Nacional. Dietro di essa
(quindi verso l’interno del quadrilatero) trovate il Museo del Hombre
Dominicano; la Cinemateca Nacional e il Cinema Cafè; il Museo de
Arte Moderno ed il Teatro Nacional.
Più a nord, sulla Avenida John Kennedy, dopo la Ciudad Deportiva, c’è
l’interessante Museo Bellapart, di arte plastica (http://www.museobellapart.com/). Fateci una visita.
La città moderna, per il vero è molto anonima e non offre gran che oltre
a questo. Le cose di maggior interesse sono invece in periferia.
A nord della città, all’incrocio tra Avenida de Colombia e Avendia de los
Pròceres c’è un bellissimo Jardin Botanico. Tra l’altro ci sono ben
300 specie diverse di orchidee che si possono anche esportare, previo
rilascio di apposito certificato da parte della direzione del giardino.
Nella parte moderna di Santo Domingo vi manca da vedere il Malecon,
il lungomare. Piacevole passeggiarci, ma attenzione: è lunghissimo!).
Lungo questa grande strada ci sono due rotonde sul mare con due obelischi (el Macho y la Hembra) voluti dal dittatore Trujillo a celebrazione
dei suoi (si fa per dire) fasti.
Santo Domingo, Malecon
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fuori città
Proseguendo sulla Avenida Mella, dalla parte opposta del Rio Ozama,
inizia la 25 de febrero. Ad un certo punto incrocia la Avenida del Faro de
Colon. Scendete per quella strada ed arrivate al Faro de Colon. Una
collina con sopra una costruzione orrenda, edificata in occasione del
cinquecentenario della scoperta delle Americhe. La classica cattedrale
nel deserto. Custodisce le spoglie di Cristoforo Colombo (così almeno
sostengono le autorità dominicane). La sera un enorme fascio laser proietta nel cielo una grande croce.
Scendete quindi al mare per la Avenida 26 de enero (attenzione a non
confondervi: quella di prima era la 25 di febrero; questa la 26 gennaio ,
un giorno dopo e un mese prima!) siete sulla litoranea che porta all’aeroporto.
Prendete a sinistra (direzione aeroporto). Siete sulla Avenida de España.
Avanti 500 metri circa c’è l’Acuario Nacional. Merita di essere visto.
Proseguite sulal Avenida de España. Dopo due chilometri circa incontrate un grande svincolo. Dritto si va all’aeroporto. Voi prendete a sinistra
per la Avenida Charles De Gaulle. Percorretela per circa un chilometro fino ad incrociare la Avenida 4ta. Qui girate a sinistra: Altri 500metri
(coraggio!) e siete arrivati a Los Tres Ojos. Una autentica meraviglia. Sono tre anfratti nel terreno
di origine carsica, con tre lagune
dall’acqua verde smeraldo di una
trasparenza incredibile. Scendete
le scale (mettetevi scarpe comode) e laggiù Caronte, il barcaiolo,
vi porterà, con una breve navigazione, nelle tre lagune.
Troppo bello!
los Tres Ojos
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di sera
Prima di lasciare la capitale assaporatene la vita notturna.
Innanzitutto a cena.
VI segnalo due ristoranti che meritano:
El Conuco, ristorante di cucina tipica dominicana. SI tengono anche
spettacoli folk. Ambiente accattivante. Si trova (partendo dal Malecon,
il lungomare), più o meno dietro l’Hotel Jaragua in Calle Casimiro de
Moya www.elconuco.com.do.
Ma, se volete fare colpo sulla persona amata una cena al Meson de
la Cava non ve la dovete perdere. http://elmesondelacava.com/
E’ ricavato in una grotta che scende a chiocciola nel terreno e, nei vari
anfratti sono sistemati i
tavoli.
Servizio e menù buoni e
buona musica.
Le apparenze ingannano: se vi portano un
meson de la cava
conto (per due persone)
di 5000 dop (peso dominicano), non svenite: sono più o meno 85/90
euro. . . . e avete fatto la vostra bella figura !
Già che siete in zona concludete follemente la serata alla Guacara
Taina, in Ave. Mirador Sur 655; insomma un po’ più avanti del Meson
de la Cava.
Anche in questo caso si tratta di una caverna. Dentro ci hanno ricavato una discoteca. Si può anche cenare, ma i decibel vi lasciano il bolo
alimentare che va su e giù nel vostro
stomachino. Si fa prevalentemente
musica elettronica. A volte anche
Merengue.
ATTENZIONE! Di solito funziona il
giovedì e il weekend. Per cui se ci
andate negli altri giorni della settimana informatevi prima; e già che ci
siete informatevi sul tipo di musica in
programma. Uscirete coi capelli dritti
e . . .un po’ strani !!!
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verso Nord
Prendete l’autopista Duarte che
porta verso nord. Dopo circa 70
chilometri, passata la cittadina di
Bonao, si prende a sinistra per la
montagna. Si arriva a Costanza,
a circa 40 chilometri. Siete a circa 1200 m. di quota, alle falde del
Pico Duarte (3175m.), la vetta
Pico Duarte
più alta delle Antille. Vi sembrerà
di essere in Svizzera con chalet e
case tipiche di montagna e le mucche che pascolano.
Da Costanza si organizzano escursioni, trekking, scalate al Pico Duarte.
La salita non presenta particolari difficoltà. Per arrivare in vetta occorrono dai due ai tre giorni, secondo la camminata. E’ consigliabile affidarsi
a guide locali. A Costanza siete nella parte sud della montagna.
L’altro punto di attacco del monte è a Jarabacoa, sul versante Nord. Da
qui però è più lunga perchè siete a soli 600 metri di altezza.
Jarabacoa, invece, è un’ottima base per fare altri trekking e rafting. Bella
l’escursione alla cascata Salto de Jimenoa Uno.
Proseguendo invece verso nord per l’autopista Duarte, si arriva a Santiago de los Caballeros che è la seconda città del paese. Non ha nulla
di particolarmente interessante. Proseguite verso nord lungo la vallata
e a Imbert girate a destra, direzione Puerto Plata. Appena entrate in
città, sulla Circunvalaciòn Sur, sulla destra vedete una strada con l’indicazione Teleferico de Puerto Plata.
Salite così in funivia alla Loma Isabel. Panorama mozzafiato sulla Costa Dorada, il litorale nord dell’iteleferico Puerto Plata
sola..
Arrivati sopra c’è una chiesa a
forma di semisfera con sopra un
Cristo simile a quello di Rio de
Janeiro, ma di ben più modeste
dimensioni. Ci sono negozi una
cafeteria-ristorante dove si può
mangiare.
A Puerto Plata le uniche vestigia del passato rimaste sono costituite dal
Fuerte San Felipe. Interessante il museo dell’Ambra, più bello di
quello di Santo Domingo.
Curious: Come fare a capire se chi vi vende l’ambra vi sta fregando? Semplice: con un accendino. Se cola è plastica!
La costa che va verso ovest, verso Haiti è molto bella perchè più “selvaggia”. Più andate verso il confine e più belle e meno frequentate sono
le spiagge. Sono spiagge tipicamente “caribeñe”.
Questo tratto di costa, segnato da belle spiagge e località (Luperon, La
Isabela, La Ensenada . . . ) prende il nome di Costambar per i giacimenti
di ambra rinvenuti. Qui è stata girata la parte iniziale di Jurassic Park,
quella scena in cui viene rinvenuta una zanzara fossile all’interno di un
pezzo di ambra.
Verso est, invece, il primo tratto fino all’aeroporto, poco prima di Sosua,
è sabbioso. E’ la sabbia color ocra che dà il nome a questa zona: Playa
Dorada.
Dopo Sosua il paesaggio cambia. La costa diventa frastagliata e scogliosa, molto più simile alle nostre coste tirreniche che non alle coste
caraibiche. Arrivate a Carabrete; la patria dello Skate Surfing.
La costa orientale si sviluppa da Puerto Plata a Nagua per circa 150 km.
Da lì inizia la penisola di Samanà.
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Samanà
A mio parere è la parte più bella della Republica Dominicana.
Oltre che da Puerto Plata, ci si arriva con la statale che esce da Santo
Domingo nella parte orientale della città. Oppure ci potete andare con
un aeroplanino dall’aeroporto Balaguer, in località La Isabela, a nord di
Santo Domingo, all’inizio dell’autopista Duarte. Fatto in aereo tra l’altro
avete l’opportunità di vedere un paesaggio suggestivo. Con l’avvicinarsi
della penisola vedrete una vasta distesa di Mogotes, delle colline a forma i panettoncino ricche di vegetazione. potete atterrare a Las Terrenas
sulla costa nord o a Samanà sulla costa sud della penisola.
La penisola di Samanà è lunga una sessantina di chilometri e larga circa
15. E’ un piccolo paradiso, un concentrato di bellezze e le sue spiagge
sono autentici gioielli. Siete voi, il mare, e una foresta tropicale alle spalle.
Nel cuore della penisola, quasi al
El Limon centro, c’è un posto paradisiaco,
el Limon. Una cascata di una
cinquantina di metri di altezza,
con un lago di acqua cristallina
dove ci si può bagnare.
Le cittadine di Sanchez e Samanà, sulla costa sud, hanno perso un po’ della loro autenticità per
le importanti urbanizzazioni qui
realizzate, legate al turismo. Meritano comunque di essere viste.
In particolare da Samanà potete
fare una escursione all’isola che
sta di fronte: Cayo Levantado,
una goccia di diamante nel blu del
mare. Bellissima. Poichè è sede
di un hotel, potete decidere di
passarvi un po’ di giorni. Notevole
la lingua di sabbia che dà su Samanà.
Sanchez invece è un buon punto di partenza per una escursione al Par-
co Marino Los Haitises Si trova sulla stessa costa ma in direzione
opposta a Sanchez. Visitate le grotte dipinte dalle antiche popolazioni
indigene. Qui nidificano i rondoni di mare. Se ci andate tra gennaio e
marzo, la Baia di Samanà si popola di balene. Se siete fortunati potete
anche toccarle! Ma il bello deve ancora venire.
Percorrete tutta la penisola. La sua estremità si biforca in due capi.
Quello a nord e Cabo Cabron. Secondo me il paradiso è stato concepito qui. Oltre ai bagni fatevi anche delle belle escursioni a cavallo!. Una
delle spiagge più belle è Cala Blanca e Playa Rincòn.
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Punta Cana e La Romana
La parte orientale dell’isola è costituita da un lungo litorale di spiagge di
sabbia bianca e ampie distese di palmeti. Siete a Punta Cana, Playa
Bavaro. Di fronte a voi il Canal de la Mona, vi separa da Puerto Rico.
Punta Cana è la zona balneare per eccellenza della Republica Dominicana. Degni di nota è il Parque Ecologico Punta Cana, con i suoi 11
laghi di acqua dolce alimentati da un fiume sottoterra e che poi si getta
nell’oceano.
Sotto l’aeroporto di Punta Cana, finita la fila di hotel, c’è un villaggio di
pescatori ancora oasi di pace dove sembra che il tempo si sia fermato: Juanillo. Dagli alberghi organizzano escursioni in Quad (la moto a
quattro ruote).
All’interno, a Higuey, la Basilica di Nuestra Señora de Altagracia dalla architettura ardita (per il vero molto brutta) è stata resa famosa
da un sacerdote, padre Tardiff, che pare guarisse i malati. Ci sono stati
diversi pellegrinaggi anche dall’Italia.
Da Higuey scendete alla costa sud. a Boca de Yuma, un curioso paesino situato alla foce del fiume Yuma. Qui la costa è alta e alla sera, la
roccia che sta di fronte al paesino, sulla sponda opposta, si popola di
uccelli marini, al punto che la parete rocciosa diventa tutta bianca. Interessante e molto grande anche la grotta appena fuori dal paese.
Proseguite verso ovest andando a riprendere la strada per La Romana, dove c’è un altro aeroporto che, come quello di Punta Cana è collegato all’Italia con voli diretti.
Qui, Bayahibe è una spiaggia altrettanto bella, anche se molto meno
autentica di un tempo. Nelle vicinanze Altos de Chavon, un paese
cinquecentesco arroccato in cima ad una collina. Dall’anfiteatro splendido il panorama sull’ansa del fiume Chavon. Qui è stata girata una scena
mitica di Apocalopse Now.
A Bayahibe non perdetevi assolutamente un’escursione in barca all’Isla
Saona, parco marino. Passerete per La Caldera, un’ampia distesa di
mangrovie dove nidificano le fregate (quelle col gozzo rosso). Sull’isola
vi accoglie un piccolo paesino dalle casette color pastello con negozietti
e ristorantini. Il colore dell’acqua è indescrivibile!
Anche l’Isla Catalina, che è lì vicino, ma più piccola, può meritare una
escursione. Ma se avete già visto la Saona, allora avete già visto tutto!
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Verso Santo Domingo
A La Romana, degna di nota è Casa de
Campo; un insediamento residenziale
lussuoso con annesso campo da golf. E’
così esteso che al suo interno c’è una pista d’atterraggio per jet privati. Qui hanno
la villa famose star americane dello spettacolo (Frank Sinatra ne aveva una).
Proseguendo verso ovest il litorale è
meno bello.
San Pedro de Macoris è un ricco centro industriale, rinomato per la lavorazione
della canna da zucchero, dalle curiose linee architettoniche un po’ neoclassiche e
un po’ vittoriane. E’ famosa per il suo Carnevale. Figure caratteristiche di questa
manifestazione sono i Guloyas, specie di
diavoletti che fanno una danza selvaggia agitando sonagli. Parrebbe
che sia la rappresentazione della lotta di San Giorgio contro il drago.
Per vederli passate di lì il 27 febbraio.
Ultima tappa prima del ritorno nella capitale è Boca Chica, la spiaggia
dei dominicani. E interessante venirci nei weekend per vedere e confondersi e divertirsi con loro. Ottimi ristorantini a prezzi incredibili.
Rimarrebbe ancora una cosa da fare per completare le visite. Andare
lontano, verso ovest, verso il confine con Haiti, al Lago Enriquillo,
dove c’è il più grande insediamento del coccodrillo americano. Caldo
torrido, ambiente inospitale.
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In pratica
Documenti
occorre il passaporto La validità del passaporto deve essere di minimo sei mesi dalla data di ingresso nel Paese.
e un visto turistico che rilasciano i principali tour operator o l’ufficio turistico dominicano: Piazza Castello, 25 Milano tel. 02 805 7781
[email protected] www.godominicanrepublic.com
Come arrivare:
voli diretti dall’Italia su La Romana e Punta Cana.
Voli di linea via Parigi, Madrid, Amsterdam . . .
Sistemazioni
il livello delle strutture alberghiere è ottimo ed i prezzi ragionevoli. Meglio
prenotare da qui.
Valuta:
Il Peso Dominicano (DOP) 1 €uro = 58 DOP
Come muoversi:
La cosa migliore sarebbe noleggiare un’auto. Ma è interessare provare
l’esperienza del Concho. Sono dei pullmini di trasportatori privati che
percorrono delle direttrici prefissate. Lungo il cammino imbarcano e scaricano passeggeri. Vi potrebbe capitare di viaggiare con vicino un simpatico maialino.
Consiglio spassionato:
in qualunque località andiate,
prima di prenotare informatevi bene.
Una corretta informazione e’ alla base della buona riuscita del viaggio
Un valido aiuto lo trovate su Viaggiaresicuri
http://www.viaggiaresicuri.it/
il sito per il viaggiatore del ministero degli Esteri
Vi trovate utilissime informazioni riguardanti il paese
che siete in procinto di visitare
Da comprare in Repubblica Dominicana:
Al Mercado Modelo di Santo Domingo si fanno buoni affari. ma anche
El Conde è una buona zona per lo shopping.
El Sambil è un moderno centro commerciale su avenida Kennedy
Sulle spiagge passano venditori occasionali che vi propongono Naif
haitiani, collanine , sigari, rum ecc.
Rum: il Brugal è il migliore, ma anche il Barcelò Imperial non scherza.
Chicca: Al Mercado Modelo comprate la MamaJuana: sono bottiglie vuote,
riempite di legnetti di piante aromatiche. Una volta comprata ci versate del rum
bianco (non invecchiato) lo lasciate una o due settimane e poi lo buttate. Riempite di nuovo, ma questa volta con rum invecchiato. Dimenticatevi della bottiglia
per 40/ 60 giorni. . . . Poi berrete un autentico nettare!
Sigari, non sono della qualità dei cubani, ma si fumano bene.
Naif haitiani si comprano bene nel quartiere haitiano, ma anche sulle
spiagge ci sono dei piccoli “ateliers” di artisti che dipingono e vendono
direttamente.
Ambra e Larimar sono prodotti bi buona fattura e a prezzi interessanti.
Prodotti vari dell’Artigianato
Arte Taina, vasellami, prodotti in terracotta.
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