Scheda8 Roswell

Transcript

Scheda8 Roswell
Scheda 8
ROSWELL
La verità come sfida
Il fatto
1947, Roswell, New Mexico. Nella tempestosa notte tra il
3 ed il 4 di luglio, qualcosa precipita nei pascoli del
ranch del sig. William Mac Brazel, ovicoltore di scarse
risorse economiche. Questi, il mattino successivo,
recupera rottami vari sparsi sul terreno e li deposita in
un vecchio fienile, ma è solo tre giorni dopo che si reca
dallo sceriffo locale per denunciare l’accaduto.
Quest’ultimo allerta la vicina base dell’esercito ( nella
quale erano di stanza i bombardieri protagonisti
dell’attacco atomico sul Giappone nel 1945 ) ed il col.
Jesse Marcel, responsabile dell’intelligence militare di
zona, effettua un sopralluogo durante il quale preleva
resti metallici e li trasferisce nella base. Egli stesso
dichiarerà poi di essere stato colpito dal fatto che le
pecore evitano accuratamente di avvicinarsi sia al
fienile sia al luogo in cui si sarebbe verificato
l’impatto.
Nel frattempo la voce di strane luci e di un boato nel
cielo si è sparsa e nella giornata dell’8 la base emette
un comunicato stampa, firmato dal relativo addetto, Ten.
Walther Haut, in cui si dichiara candidamente che a
cadere nel ranch è stato nientedimeno che un disco
volante ( flyng saucer ) di chiara provenienza
extraterrestre. La notizia viene immediatamente ripresa
dal giornale e dalla stazione radio locali che la
trasmettono in poche ore al resto dell’America ed in
Europa. Il caso è già uno scoop mondiale. Il giorno
successivo il gen Ramey, comandante del gruppo aereo di
settore ( Fort Worth ), indice una conferenza stampa
nella quale ordina al perplesso Marcel
di mostrare ad
una folla di cronisti in fibrillazione dei rottami di un
pallone – sonda di non meglio specificata fabbricazione (
civile o militare ). Nell’occasione Marcel mostra il
suddetto materiale del quale, però, in “ camera
caritatis “ dichiarerà l’assoluta estraneità a quanto
effettivamente rinvenuto il giorno precedente.
In breve tempo lo scoop si sgonfia e per molti anni non
resta che un incredibile svista di un ufficiale che, dopo
aver volato su dei caccia per migliaia di ore, essere
stato insignito di molte decorazioni ed essersi mostrato
sempre all’altezza del compito in qualità di esperto di
sorveglianza, è diventato improvvisamente incapace di
identificare un innocuo pallone – sonda. L’impensabile
svolta avviene però nel 1979 quando il fisico ed ufologo
Stanton Friedman, imbeccato dal vecchio dirigente della
stazione radio di Roswell, intervista Marcel, ormai in
pensione e con la voglia di levarsi qualche sassolino
dalla scarpa. Inizia un’indagine approfondita che
raccoglie indizi e testimonianze plurime concordanti che
hanno dello stupefacente: si parla di un vero velivolo
alieno e di tutta una serie di pressioni e minacce, con
addirittura dei rapimenti,esercitate dai militari su
cittadini spaventati ed inermi per impedire che possano
rivelare quanto, loro malgrado, si sono trovati a
conoscere. Non solo ma, di colloquio in colloquio, si
viene a saper anche di un presunto secondo ufo crash
avvenuto nel deserto del Mohave, con il rinvenimento di
quattro corpi di alieni, uno dei quali ancora vivo, di
autopsie e di analisi su reperti tecnologici. Il tutto
nel contesto di operazioni militari che portano alla
chiusura di ben due strade di elevata percorrenza,
all’ingente utilizzo di uomini e mezzi, ed anche ad un
paio di morti sospette ( i primi due particolari sono
stati storicamente confermati dalla ricerca ).
Nell’81 arriva poi la sconvolgente testimonianza di Bob
Lazar, sedicente ingegnere, che afferma di aver lavorato
per alcuni mesi nella leggendaria Area 51 e di aver
analizzato parti dei dischi abbattutisi su Roswell e nel
Mohave. Egli non può provare nulla ed afferma che,
addirittura, nel tentativo di screditarlo, ambiti
governativi abbiano sistematicamente cancellato dati
civili e professionali riguardanti la sua persona. Negli
anni Novanta un’ emittente di Phoenix condusse
un’indagine approfondita sulle sue affermazioni
riscontrando che, effettivamente, parti intere della sua
vita sembravano inesistenti. Si trovò però conferma del
suo impiego come analista presso i laboratori spaziali di
Los Alamos, ma in successive inchieste egli apparve
addirittura come il tenutario di una casa di tolleranza e
presente in una lista di collaboratori del servizio
segreto della Marina ! A più riprese dichiarò anche di
aver subito pesanti minacce. Di lui si è detto di tutto (
nemmeno alcuni ufologi sono stati benevoli ) e questo,
magari, se considerato in relazione al muro di silenzio
impenetrabile che circonda l’Area 51, sembra sinceramente
un po’ eccessivo: che motivo ci sarebbe, infatti, di
sprecare tante parole per denigrare qualcuno che in
ambienti governativi viene considerato inaffidabile, un
frustrato, vanaglorioso, desideroso di apparire, ed
assolutamente inattendibile per competenze dimostrate? Un
po’ troppo, insomma, per qualcuno che non è per niente
pericoloso. Va però notato che molte delle sue
Nel 1994 il Pentagono torna sull’argomento con una nuova
nota che conferma la versione del pallone – sonda
aggiungendo però che lo stesso trasportava un radar
mobile con funzioni di rilevamento di attività militari
nucleari da parte dei sovietici ( progetto Mogul ).
Nessuno tra i commentatori del settore si dimostra però
convinto. Troppe sono infatti le obiezioni e le ulteriori
testimonianze di verso contrario. In particolare si deve
rilevare che la mossa delle autorità militari non si
verifica come un atto spontaneo ma semplicemente perché
in molti, a cominciare dall’ ex presidente Jimmy Carter
hanno a più riprese sollecitato un gesto di effettiva
chiarificazione. Proprio quando sembra che il mare del
silenzio stia nuovamente ricoprendo la piana di Roswell
ecco un nuovo colpo di scena: il col. Philip Corso, alto
ufficiale dell’esercito e per un lungo periodo a capo di
una sezione d’elite del relativo servizio di
controspionaggio, ormai in pensione, pubblica nel 1997 un
testo che cambierà per sempre la storia dell’ufologia.
Prima di continuare va detto che tale signore vanta un
curriculum militare davvero esemplare: decorato nella
seconda guerra mondiale; a capo di reparti scelti, membro
della delegazione americana alle trattative di pace per
la guerra di Corea, e poi, nel settore di intelligence,
sempre impegnato in incarichi di alta responsabilità. In
“ Il giorno dopo Roswell” egli conferma l’ ufo crash, il
ritrovamento di corpi di alieni, che furono sottoposti ad
una vere autopsie, e che i resti dei dischi volanti,
trasportati in basi segrete, furono sottoposti ad
attività di “ retroingenegneria “ per ricavarne
tecnologie di avanguardia, poi effettivamente divenute, a
d opera di multinazionali americane, prodotti di largo
consumo ( fibre ottiche, microfibre, materiali di
avanzata concezione elettromagnetica ). Confessa anche di
aver personalmente interagito con alcuni alieni. Il tutto
in quanto posto a capo di una speciale sezione
dell’esercito, supervisionata dal gen. Troudeau, creata
appositamente per collaborare con esponenti del mondo
industriale e finanziario statunitense ( forse il
famigerato e mai storicamente accreditato MG 12 ? ) allo
scopo di trarre il massimo profitto scientifico,
strategico ed economico dagli incidenti occorsi a
Roswell, nel Mohave ed in altri luoghi, anche d’Europa.
Ovviamente la ricaduta degli studi sugli ufo precipitati
avrebbe avuto anche ovvie conseguenze sulla tecnologia
militare ( invisibilità ai radar, materali ultraleggeri,
e puntamento elettronico sui bersagli ).
Dopo la sua morte, avvenuta nel ’98, alcuni ufologi di
fama internazionale hanno diffuso ulteriori suoi scritti,
in adempimento delle sue ultime volontà, come
approfondimento di quanto già espresso ( sistema di
propulsione degli ufo e caratteristiche fisico.
biologiche degli alieni ), in maniera assolutamente
gratuita. Non solo ma, nelle diverse interviste
rilasciate, egli ha spiegato con quali attività di
copertura ( COVER UP ) e di depistaggio ( DEBUNKING )le
autorità americane, anche sotto l’influenza di gruppi ed
associazioni segrete, abbiano nascosto all’opinione
pubblica mondiale la realtà degli extraterrestri e delle
loro costanti interferenze nell’esistenza umana,
soprattutto nel periodo più intenso ed inquietante della
guerra fredda con l’Unione Sovietica.
Cosa dire, a commento di tali enunciazioni? Certo, la
questione può essere vista con due punti di vista,
diametralmente opposti: o il suo libro è il più grande
romanzo di fantascienza ma scritto, oppure contiene
davvero elementi di eccezionale e drammatica verità. Non
si può, infatti, non rilevare nella sua opera la dovizia
estrema dei particolari e la competenza assoluta nelle
trattazioni tanto di ambito tecnico quanto politico,
storico ed militare. L’unico aspetto che appare
incredibile, nel contesto specifico, è la portata delle
asserzioni. Si aggiunge, nei suoi confronti, l’ostinato
e, forse, imbarazzato silenzio delle massime autorità
militari. Di sicuro, dopo il suo libro ed il suo ultimo
giro di conferenze nel mondo la piccola cittadina di
Roswell non correrà mai più il rischio di essere
dimenticata.
Giorgio De Marchis
Bibliografia essenziale
C. Berlitz, W. Moore ( consulenza di S, Friedman ) - L'incidente di Roswell – 1980;
P. Corso – Il giorno dopo Roswell – Ed. Futuro;
Hudson Hoagland – Science 1969- Articolo sul mistero e la scienza
I protagonisti
A proposito di “ cover up “, Mac Brazel scomparve per una decina di giorni, ospite della base di
Forth Worth e tornò a casa, a detta di diversi testimoni, impaurito ma anche improvvisamente
ricco, tanto da potersi comprare un impianto di conservazione della carne, Da allora, ovviamente,
rilasciò dichiarazioni assolutamente poco compromettenti per l’esercito.
Jesse Marcel, capitato al posto sbagliato nel momento meno opportuno. Sebbene costretto a
realizzare una delle prime più colossali operazioni di debunking sugli UFO ( conferenza stampa di
Roswell ) avrebbe almeno avuto l’accortezza di mostrare a sua moglie ed al figlio dodicenne un
materiale dalle caratteristiche molecolari e chimiche particolarissime, come essi stessi riferiscono.
Poi tacque fino al 1978, per obblighi di segretezza militare o, forse, perché temeva l’azione di
rappresaglia dei suoi colleghi, indirizzata anche verso i membri della sua famiglia? Di certo la storia
non è stata tenera con lui: si pensi che, nella fiction tv “ Taken “ il produttore Spielberg lo
immagina, seppur con un altro nome, come colui che inizia un progetto segretissimo di studio sugli
ufo e che poi si fa scippare tutto da un ufficiale più giovane, più furbo e, ovviamente, più incline
all’inganno ed alla sopraffazione.
Glenn Dennis, il titolare delle pompe funebri di Roswell, per molti testimone – chiave del colossale
impeachment con gli alieni. A sua detta ricevette un ordine per quattro bare per bambini ( come il
numero dei presunti alieni ) da parte della base militare, vide i famosi camion che ne avrebbero
trasportati i corpi e ci rimise anche la quasi fidanzata, un’infermiera dei corpi ausiliari che avrebbe
partecipato alle autopsie. A seguito delle sua accuse, obiettivamente molto circostanziate, fu fatto
oggetto di pesanti attacchi dell’ USAF, tesi a screditarlo. Oggi concede ancora interviste ma alla
condizione di non rivelare il luogo in cui vive. Avrebbe subito anche lui pesanti minacce.
Uno degli alieni di Roswell in un’immagine tratta dal famoso e bistrattato “ Filmato Santilli “
presentato al mondo nel 1995 e fornito al documentarista dal fantomatico operatore militare Jack
Barnett. Ritenuto da molti un falso grossolano, potrebbe però risultare come la prova dell’ennesima
attività di debunking da parte di servizi. A che pro, infatti, simulare bene camere operatorie del
tempo ( 1947 ) e mettere in scena patologi che non sanno nemmeno maneggiare gli strumenti del
mestiere?
S. Friedman. Se non fosse per lui di Roswell, oggi, nella memoria collettiva, resterebbe ben poco. Si
pensi, infatti, che la famosa base militare è stata trasferita altrove. Anche su di lui si è abbattuta la
furia denigratrice degli ambiti governativi e di organi di stampa compiacenti. In realtà,
nell’ambiente ufologico internazionale, gode di fama di assoluta serietà. E’stato tra i primi a
considerare il famoso “ filmato Santilli “ una maldestra ribalderia.
Bob Lazar. La “ gola profonda “ dell’Area 51. Di lui è stato detto di tutto. A furia di scavare è
risultato essere nel registro degli stipendiati dei laboratori spaziali di Los Alamos, ma anche, udite
udite, negli elenchi dei collaboratori della CIA. Curiosamente, però, nelle sue presunte rivelazioni,
anticipa esattamente quanto verrà poi riferito da Corso. Solo una coincidenza, oppure straordinaria
operazione di debunking?
P. Corso. Eroe di guerra, patriota vecchio stile, alla j. Wayne, per intenderci, e da anni fonte
privilegiata per gli ufologi di tutto il mondo e di quel “ pensiero alternativo “ che odia il capitalismo
falsamente democratico, il militarismo ed ogni inganno del “ Nuovo Ordine Mondiale “. Confessò
che il rimorso di non aver informato l’opinione pubblica della più grande scoperta dell’umanità era
divenuto insopportabile, e così scrisse “ Il giorno dopo Roswell “. E’ l’esempio seguito da tutti quei
militari che, dopo esser andati in pensione, senza più il peso della divisa indosso, riscoprono i valori
della fedeltà ai diritti costituzionali di informazione e trasparenza. Certo, il vedere le moltissime
onorificenze che gli sono appuntate sulla giacca fa un po’ impressione. Che motivo avrebbe avuto,
uno come lui, di mettersi a raccontar fandonie, e di rovinarsi la reputazione, poco prima di morire?