Scatti di editoria. Attori e mercato del libro fotografico

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Scatti di editoria. Attori e mercato del libro fotografico
Scatti di editoria. Attori e mercato del libro fotografico
Bologna – Venerdì 15 settembre – Palazzo di Re Enzo. Cappella Farnese – Ore 14-16
L’editoria fotografica rappresenta nel nostro Paese una nicchia (all’interno di un’altra nicchia: quella del libro
illustrato o del libro d’arte), di cui poco si conosce a cominciare dalle dimensioni di mercato, diffusione, ecc.
In un Paese che insieme al telefonino è diventato un Paese di acquirenti di macchine fotografiche digitali il
libro fotografico occupa spazi marginali in libreria (e in genere solo nelle più grandi, dove magari c’è un
commesso appassionato dell’argomento), ma anche sulle stesse pagine culturali, in quella che viene
chiamata la «cronaca culturale». E le mostre e le rassegne – anche di grandi fotografi del passato o del
presente – sembrano essere seguite da numeri tutto sommato trascurabili di frequentatori e appassionati. Ad
esempio, nel 2005 secondo la classifica del «Giornale dell’Arte», la mostra su Robert Mapplethorpe al
Guggenheim Museum ha avuto 160.583 visitatori, cioè 3.104 visitatori al giorno. In Italia (a Torino) ne ha
avute 554. Sei volte di meno. E una mostra su Diane Arbus sempre al Metropolitan di New York ha potuto
contare su 3.076 visitatori giornalieri.
Così mentre da noi è anche difficile capire quanti libri di fotografia vengono pubblicati (non manuali o libri
saggistica), nel Regno Unito ad esempio, sappiamo che ne vengono pubblicati oltre 900 (821 nel 2002:
+10,5%). Certamente un’editoria che ha opportunità di partenza ben migliori delle nostre in termini di mercati
di sbocco. Ma è pur vero che vi sono nel nostro Paese storici archivi fotografici – di aziende, privati,
associazioni, fondazioni, raccolte pubbliche (si pensi alla Fototeca e aerofototeca nazionale o il Museo
archivio di fotografia storica), ma anche di editori – che potrebbero venir assai meglio valorizzati per mostre,
cataloghi, libri, per vendere singolarmente le immagine a chi ne è interessato, ecc.; oltre a una tradizione
fotografica di tutto rispetto.
Così come si potrebbe, favorendo i processi di internazionalizzazione o politiche industriali più incisive, le
condizioni perché l’editoria fotografica italiana non sia solo «acquirente» di diritti di edizione da case editrici
straniere. Non è un caso – a conferma delle opportunità che l’editoria ha in questa nicchia di mercato – che
se nel 2004 sono stati venduti all’estero diritti per 476 opere, nel 2001 erano solo 342. Anche se abbiamo
comprato i diritti per circa 300 titoli.
Certamente un problema anche distributivo e di presenza in libreria. Ma anche qui: chi non molti anni fa
immaginava la crescita (lenta ma crescita) del libro a fumetti anche tra i lettori e i frequentatori italiani della
libreria? E per l’editoria fotografica quali condizioni sul mercato domestico e internazionale potrebbero
favorirla? Questi alcuni dei possibili temi della tavola rotonda.