Attualità EDITORIA DIGITALE
Transcript
Attualità EDITORIA DIGITALE
E-commerce in Francia Le tendenze del commercio elettronico d’Oltralpe ci interessano da vicino, perché hanno spesso anticipato i comportamenti di acquisto dei consumatori italiani. Per la Fédération du commerce électronique et de la vente à distance (Fevad), nel primo semestre 2011 i francesi hanno speso 17,5 miliardi di euro in acquisti via Internet, ovvero il 20% in più dello stesso periodo nel 2010, e il 13% in più su base annua (e manca nel conto il prossimo Natale). L’inchiesta è stata condotta su un panel di 40 siti significativi, da CDiscount a Fnac, da Pixmania a Rue du Commerce. Cresce il volume d’affari anche perché crescono i cybernauti: dei 30 milioni di consumatori che hanno acquistato almeno una volta on line, 4,1 milioni sono nuovi adepti. Secondo l’Observatoire des Usages Internet de Médiamétrie i francesi hanno sempre più confidenza con gli acquisti on line; si fidano, e sono ormai oltre i due terzi di chi usa Internet. Nella classifica dei siti di e-commerce più consultati in Francia, eBay è sempre in testa, con una media di 1.326.000 visitatori unici al giorno; seguono Amazon (808.000), PriceMinister (707.000), Cdiscount (641.000) e Fnac. com (550 000). La stima di Feved per il 2011 è che l’e-commerce francese arrivi a 37 miliardi di euro. (R. Cardone) Flammarion, Bloomsbury e gli e-book Il gruppo Flammarion è il primo editore francese a stringere un accordo con Amazon, anche in previsione del lancio europeo del nuovo tablet. Teresa Cremisi, presidente e direttore generale del gruppo, ha dichiarato che «rendere accessibile gli e-book con un’offerta di qualità e legale è il miglior modo per difendere il libro elettronico dalla pirateria e proteggere la centralità del libro e del diritto d’autore». Con lo stesso spirito il gruppo ha firmato anche con Apple per la libreria in linea iBookstore, come hanno già fatto Hachette e La Martinière. Ma è il patto con Amazon quello che ha fatto più parlare, perché non è in esclusiva: gli e-book delle varie sigle del gruppo – Flammarion, Champs, Arthaud, GF, Climats, Autrement Pygmalion, Flammarion Jeunesse, Casterman Jeunesse, Père Castor – sono infatti disponibili anche sulla piattaforma Eden-Livres, costruita in partenariato proprio con Hachette e Le Seuil-La Martinière. Eden-Livres ha però, a due anni dal lancio, solo un migliaio di titoli in catalogo, e la firma con Amazon sembra una denuncia intrinseca della Lungo la linea di studi e ricerche che in anni relativamente recenti – almeno rispetto ad altri Paesi – si è andata occupando di personaggi non secondari dell’editoria libraria italiana, si colloca anche questo contributo di Gian Carlo Ferretti e Stefani Guerrieri su Giorgio Bassani «letterato editore», come si legge nel titolo. Un ulteriore tassello che va ad aggiungersi a quelli precedenti – Calvino, Vittorini, Sereni (per rimanere ai contributi che hanno avuto forma di volume) – a colmare i molti vuoti (ritardi) che costellano ancora una possibile storia dell’editoria («letteraria», questo sì) del secondo Novecento italiano. Figure e personaggi colti nella fase di passaggio da un’editoria tutta centrata sulla famiglia e l’editore-padrone ad un’altra più manageriale. Vuoti dicevamo, e lo dicono gli stessi autori nell’introduzione al volume, che riconducono al «pregiudizio» che separa «la figura e l’opera di uno scrittore o critico dal suo lavoro all’interno di una casa editrice» tanto da sottovalutare […] il suo ruolo decisionale e progettuale». Ma anche (lamentiamo noi) l’ambito esclusivamente letterario a cui tutti i contributi prodotti in questi anni riconducono. Eppure l’editoria non è solo letteraria, ma anche scientifica e scolastica, per bambini e ragazzi, di fumetti, di opere illustrate e «grandi opere». Per non parlare della scolastica o della distribuzione; degli agenti letterari che non sono solo Erich Linder. Come il pregiudizio che esclude figure di «consulenti editori» (oggi sempre più strategici nell’attività di scouting, in entrata e in uscita) sondati in queste pagine del «GdL» da Laura Novati. Questioni di metodo appunto, e riflesso dell’ambito da cui scaturiscono gli studi sull’editoria. I vuoti a guardar bene restano più dei pieni e le questioni di metodo (ma anche i soldini per mettere ordine negli archivi e la sensibilità per conservarli e conferirli) incombono nell’urgenza di iniziare a guardare anche ad altri personaggi (meno «letterati») che hanno fatto l’editoria, ma anche la distribuzione e la libreria del secondo Novecento. (G. Peresson.) Gian Carlo Ferretti, Stefano Guerriero, Giorgio Bassani editore letterato, San Cesario di Lecce, Pietro Manni editore, 2011 7 Giornale della libreria novembre 2011 EDITORIA DIGITALE di librerie, Daunt è convinto che il 3 x 2 sia dannoso nel rapporto con la clientela e snaturi il ruolo della libreria. I titoli scelti per il 3 x 2 sono «pagati dagli editori», e quindi imposti ai librai anche, giocoforza, tramite gli acquisti centralizzati; inoltre la parata di offerte all’ingresso dei punti vendita, e il moltiplicarsi degli stickers sulle copertine scoraggia i lettori dal visitare la libreria e il suo assortimento. In un’intervista al «Telegraph», Daunt ammette che togliere il 3 x 2 significa perdere 50 milioni di sterline all’anno, ma confida che queste entrate possano essere recuperate con una gestione diversa dell’assortimento e fidelizzando di più la clientela. Nelle sue librerie funziona così, ma non sappiamo quale possa essere l’effetto su una catena grande come Waterstones, sempre assediata dalla concorrenza della Gdo e di Amazon. Del resto, l’idea di Daunt è quella di decentralizzare gran parte dei punti vendita, di tornare ad una dimensione di zona o di quartiere, di riaprire le librerie nelle medie e piccole città (600 cittadine inglesi non hanno più una libreria). Insomma, abolire il 3 x 2 vuol dire cercare una nuova strada per il retail librario tradizionale, con sistemi gestionali più efficienti, e-commerce tagliato a misura sulla clientela, librai mandati a scuola per tornare a fare i librai, nuovi format per le high street, nuove idee per competere sui prezzi e restare competitor di WH Smith, che è lontana dai problemi che si pone Daunt. Infine, il programma prevede una drastica revisione degli acquisti centralizzati. Se le promesse saranno mantenute, e se si troveranno soluzioni veramente alternative, forse tutto il meccanismo potrebbe funzionare, tenuto conto del fatto che Waterstone’s – messa in ginocchio dagli sconti, dall’on line e dalla Gdo – è in effetti l’unica catena di librerie tradizionali in UK. In questo senso non ha praticamente concorrenti. (R .Cardone) LIBRO DEL MESE Attualità