L`Agenzia Spaziale Europea ha appena dato il nome di Edoardo

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L`Agenzia Spaziale Europea ha appena dato il nome di Edoardo
L’Agenzia Spaziale Europea ha appena dato il nome di Edoardo Amaldi al
suo nuovo Veicolo di Trasferimento Automatico (ATV): il terzo di una serie
di veicoli cargo per la Stazione Spaziale Internazionale (ISS). Amaldi (19081989) fu un fisico italiano, allievo di Fermi e co-fondatore dell’ESA e del
CERN.
Cosa farebbe Amaldi oggi per il futuro della presenza europea sulla ISS?
L’amministrazione Bush stava quasi abbandonando la Stazione, a favore
della “mission impossible” di ritornare sulla Luna senza un aumento del
budget della NASA. Dopo il suo ultimo discorso in Florida sappiamo invece
che Obama ha idee più grandi e migliori per lo spazio (simili a quelle che,
modestamente, noi suggeriamo da due anni). Sono centrate oltre la Luna,
e aprono nuove prospettive internazionali per la ISS.
Mentre lo Shuttle sta coraggiosamente completando la costruzione
dell’ISS prima di diventare un pezzo da museo, il vero problema rimane il
futuro della stazione stessa. Per quanto possano essere gloriosi i suoi
successi tecnologici e politici, i cinici continuano a pensare che l’ISS sia
una soluzione (grande e bella, ma costosa) in cerca di un problema.
Concepita negli anni ’80, avviata nel 1998 ed ora quasi completata, l’ISS è
qualcosa di importante per gli Stati Uniti e per il mondo. Costata oltre 100
miliardi di dollari, rappresenta il più grande progetto di ricerca
internazionale mai realizzato dall’umanità. Per fare un confronto, il
progetto Apollo per la conquista della Luna (1962-1972) costò più o meno
lo stesso, ma fu solo americano, come il Progetto Manhattan (la prima
bomba atomica,1942-1945), di solo 18 miliardi.
Oggi si può pensare davvero ad un periodo di cooperazione
internazionale, con la partecipazione della maggior parte del mondo (non
Cinese) a fare quella scienza per la quale l’ISS era stata un po’
frettolosamente venduta. Ma c’è un problema: nessuno sa cosa fare di
preciso con una ISS prolungata, cioè quale sia il miglior problema per
nostra grande soluzione, in orbita per altri 10 anni. Per l’Europa, invece, si
apre forse una nuova, formidabile opportunità: l’accesso allo spazio,
ovvero la capacità di mandare noi i nostri astronauti in orbita.
E’ qui che bisogna ispirarsi ai grandi. I primi due ATV dell’ESA erano stati
chiamati Jules Verne e Johannes Kepler. Verne (1828-1905) fu lo scrittore
dei sogni: andare sulla Luna in una palla di cannone o scendere al centro
della Terra da un vulcano in Islanda. Affascinanti, ma sogni. Kepler (15711630) ci fornì leggi celesti in base alle sole osservazioni ad occhio nudo di
Marte, ma la sua vita fu divisa tra sublime astronomia, fatta vicino al suo
imperatore (Rudolf II), e il dramma di sua madre, vittima della caccia alle
streghe. Keplero fu straordinario, ma molto distante nel pensiero e nel
tempo.
È più facile fare riferimento ad Amaldi, scienziato europeo e moderno,
formato alla dura scuola di Enrico Fermi (1901-1954). “Il Papa” della fisica
prendeva in giro il giovane Amaldi per le sue guancine rosa, chiamandolo
“Adone”. Adone venerava “Il Papa”, ma non quando si parlava di politica
e Fermi assumeva quel suo atteggiamento distaccato verso la società.
Fermi gli propose di andare negli Stati Uniti, ma Amaldi scelse di rimanere
in Italia, per impegnarsi a fondo nella rinascita della scienza Italiana e
nella nascita di quella Europea.
Se oggi l’Europa è leader nella fisica delle particelle è anche grazie a
persone come Amaldi, alla cui visione si deve la creazione del CERN, nel
1952. Negli anni ’60 applicò la stessa filosofia allo spazio e divenne un
padre fondatore dell’ Agenzia Spaziale Europea. Molti dei successi
dell’ESA sono oggi il frutto della sua visione della scienza e dello spazio in
Europa. Avergli dedicato un ATV è un riconoscimento pienamente
meritato.
Amaldi saprebbe oggi cosa fare con il nostro elefante nel cielo, o almeno
con la sua parte Europea(la proboscide? le zanne? non si sarebbe certo
accontentato di coda o zampe..). Avendo seguito, nel mio piccolo, i passi
di Amaldi nell’ESA, oso dare due suggerimenti, che lui avrebbe forse dato.
Il primo è quello di sfruttare a fondo le possibilità scientifiche dell’ISS,
consultando la nostra comunità, ricchissima di idee. Per esempio, sulla ISS
cercheremo l’antimateria, con uno strumento da sogno per ingegneri e
fisici. Poi c’è il potenziale dell’ISS per le bioscienze, dalla cellula all’uomo
in un ambiente nuovo, quello che ci porterà su Marte.
Contemporaneamente però, Amaldi avrebbe colto l’opportunità unica di
rendersi indipendenti e mandare finalmente in orbita i nostri astronauti.
Con lo Shuttle ormai a terra e nessun altro lanciatore NASA pronto, non
resta che la vecchia, ma fedele, Soyuz russa per portare equipaggio
all’ISS. È tuttora in perfetta forma, ma ha pochissimo spazio.
L’ESA ha uno splendido missile, Ariane 5, e, tra non molto, ne avrà altri
ancora migliori. Con la base di lancio a Kourou, Guyana Francese, la serie
Ariane potrebbe essere trasformata, adattandola al trasporto umano.
Dopo tre ATV già pronti per l’ISS, si potrebbero progettare i veicoli
successivi pensando al trasporto di astronauti, lanciandoli da Kourou a
bordo di un’Ariane e facendoli rientrare con il paracadute nell’oceano
(dato che l’Europa è un po’ troppo piccola)
Si può fare e si deve fare. Perché? Prima di tutto perché senza astronauti
in orbita, l’interesse del pubblico europeo per lo spazio diminuirebbe,
come’è successo negli Stati Uniti dopo l’era Apollo, quando nessun
americano volò più nello spazio dal 1975 al 1981. E poi, la nuova vita
orbitale della ISS è perfetta per allenare noi europei a crescere e
diventare partner alla pari con le vere potenze spaziali. Ed a queste
ultime, predirebbe Amaldi, piacerà moltissimo avere dei veri partner,
quando finalmente sarà arrivata l’ora di andare oltre la Luna e bucare il
cielo.