scenario sanita` nazionale - Ordine dei Medici di Ferrara
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SCENARIO SANITA' NAZIONALE Rassegna Stampa del 26 marzo 2013 La proprietà intellettuale degli articoli è delle fonti (quotidiani o altro) specificate all'inizio degli stessi; ogni riproduzione totale o parziale del loro contenuto per fini che esulano da un utilizzo di Rassegna Stampa è compiuta sotto la responsabilità di chi la esegue; MIMESI s.r.l. declina ogni responsabilità derivante da un uso improprio dello strumento o comunque non conforme a quanto specificato nei contratti di adesione al servizio. INDICE SCENARIO SANITA' NAZIONALE 26/03/2013 Corriere della Sera - Milano Sanità, super bonus anche ai manager inquisiti 5 26/03/2013 Corriere della Sera - Milano Dopo dieci anni lascia Lucchina Passaggio di consegne con Bergamaschi 7 26/03/2013 La Repubblica - Nazionale SCIENZA SENZA COSCIENZA? 8 26/03/2013 La Repubblica - Nazionale Allergie Naso che gocciola, starnuti, tosse la stagione dei pollini si allunga 9 26/03/2013 La Repubblica - Nazionale Un bimbo ogni cinque ne soffre Usare la dose giusta di farmaci 11 26/03/2013 La Repubblica - Nazionale Miopia, rischio retina anche per under 50 12 26/03/2013 La Repubblica - Nazionale IL CASO RIABILITATO IL CHEWING GUM CON XILITOLO AZIONE PREVENTIVA CONTRO I BATTERI ORALI 13 26/03/2013 La Repubblica - Nazionale Sonno Quel naturale reset del corpo ecco i disagi da ora legale 14 26/03/2013 La Repubblica - Nazionale CANCRO, ESTROGENI MEGLIO COL CEROTTO 16 26/03/2013 La Repubblica - Nazionale Bimbi iperattivi, questione di età 17 26/03/2013 La Repubblica - Nazionale Incollati a tablet e smartphone e i genitori trascurano i figli 18 26/03/2013 La Repubblica - Genova San Martino, il rettore non cede sui soldi "Gli ospedali non sono tutti uguali" 20 26/03/2013 La Repubblica - Firenze Il piano dell'assessore Marroni per blindare i bilanci delle Asl 21 26/03/2013 La Repubblica - Bologna Ecco il nuovo Rizzoli, l'ortopedia del futuro 22 26/03/2013 La Stampa - Nazionale Giovani che non hanno paura di vivere 23 26/03/2013 Il Messaggero - Roma Idi-San Carlo, relazione alla Regione «Le nostre garanzie sulla sicurezza» 25 26/03/2013 Il Messaggero - Roma Scandalo al Bambino Gesù, medici sospesi 26 26/03/2013 Il Messaggero - Roma Per i piccoli pazienti nasce il nuovo reparto di neuropsichiatria 27 26/03/2013 Avvenire - Nazionale Gioco d'azzardo Arriva lo specialista contro le ludopatie A Napoli primo corso per gli operatori 28 26/03/2013 Avvenire - Nazionale Sanità, orgoglio fragile d'Italia 29 26/03/2013 Libero - Nazionale Cameron taglia il welfare ai non-inglesi 30 26/03/2013 MF Algoritmi anti-tumori 31 26/03/2013 MF Meno farmaci per i bambini iperattivi 32 SCENARIO SANITA' NAZIONALE 23 articoli 26/03/2013 Corriere della Sera - Milano Pag. 3 (diffusione:619980, tiratura:779916) La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Il caso Sette ospedali senza vertici: verso il commissariamento fino a fine anno. I direttori generali saranno nominati con i nuovi criteri della legge Balduzzi Sanità, super bonus anche ai manager inquisiti Regione, fino a 30 mila euro persino a chi è in carcere. «Toglierli? Il rischio sono i ricorsi» Presunzione d'innocenza Per tutti la presunzione d'innocenza e il premio riguarda i risultati raggiunti nel 2012 Simona Ravizza In carcere, ma premiato con un superbonus da 30 mila euro. Soldi pubblici che Luigi Gianola, manager (in quota Lega) dell'ospedale della Valtellina, incasserà anche se il 12 marzo è stato arrestato con l'accusa di avere ricevuto una mazzetta per truccare un appalto da 8 milioni e 950 mila euro. Non è il solo. Tutti i direttori generali di Asl e ospedali sotto inchiesta per corruzione e turbativa d'asta prenderanno il premio. Il compenso è legato al raggiungimento degli obiettivi aziendali indicati dal Pirellone per il 2012. Ogni anno Regione Lombardia valuta l'operato dei 45 direttori generali di Asl e ospedali con un una pagella, da sempre considerata una spia degli equilibri di potere nella Sanità. Il punteggio, dato in centesimi, si traduce in euro. Così, dopo la consegna delle pagelle, avvenuta il 28 febbraio, è l'ora di fare i conti. L'operato di Luigi Gianola - accusato dalla Procura di aver ricevuto e comunque accettato la promessa di una somma di denaro di 500 mila euro e di essersi fatto consegnare 5 mila euro come anticipo - è tra quelli giudicati migliori dal Pirellone: il manager è al 4° posto su 30 nella classifica. Certo, quando le pagelle sono state consegnate, lo scandalo non era scoppiato. Ma finora è come se non fosse successo nulla: il premio previsto, almeno per il momento, non è stato stoppato. Lo stesso vale per gli altri cinque direttori generale sotto inchiesta. Con il 10° posto in classifica Simona Mariani (vicina al Pdl), direttore generale dell'ospedale di Cremona, si è aggiudicata quasi 29 mila euro di superbonus. La Procura, sempre all'interno dell'inchiesta Cueva della Direzione investigativa antimafia, ha indagato su di lei per una presunta tangente su un appalto legato all'apparecchiatura Vero per le cure di radioterapia e radiochirurgia. Un macchinario da 9,5 milioni di euro. Durante le perquisizioni nel suo armadio sono stati trovati 15 mila euro in contanti: «Ma 5.350 euro è quanto prelevato in più riprese nel corso di due/tre anni da mia sorella», ha spiegato Mariani. Mentre i restanti 10 mila euro, ha aggiunto, erano soldi che lei custodiva «su richiesta del compagno». Nell'indagine Cueva è stato indagato pure il direttore generale di Chiari Danilo Gariboldi (in quota Lega): si è piazzato al 7° posto con un premio di 29 mila euro. Il ciellino Pasquale Cannatelli, sotto inchiesta tra l'altro per il presunto acquisto di case scontate per i figli in cambio di un appalto per le pulizie al Niguarda, è scivolato in fondo alla graduatoria: ma anche a lui andranno 28 mila euro. Cifra simile anche per il ciellino Luca Stucchi, manager del Poma di Mantova finito nei guai per gli appalti di Telemedicina. Mentre Mara Azzi (vicino alla Lega), accusata di abuso d'ufficio dalla Procura di Brescia per delibere del 2009, quando dirigeva l'ospedale di Desenzano, ha raggiunto il miglior voto. Per lei un bonus di 30 mila euro. Attenzione, vale per tutti la presunzione d'innocenza. Lo stesso Gianola si difende dicendo di essere vittima di un millantatore (l'intermediario Leonardo Boriani) che avrebbe approfittato di sporadici rapporti di conoscenza per il proprio esclusivo vantaggio. Il premio del Pirellone riguarda, poi, i risultati raggiunti nel 2012: il rischio in caso di sospensione potrebbe essere quello di una pioggia di ricorsi. Di qui la possibile giustificazione ai superbonus. Indagini a parte, sono sette gli ospedali rimasti nelle ultime settimane senza vertici, tra promozioni al Pirellone, dimissioni e un caso di morte. Si procederà a commissariamenti straordinari in attesa di nominare i nuovi manager con i criteri più stringenti previsti dal decreto Balduzzi. [email protected] RIPRODUZIONE RISERVATA Le tappe 1 Inchiesta antimafia Contratti nel mirino Il 12 marzo l'indagine Cueva, condotta dalla Direzione investigativa antimafia, ha fatto scattare 7 arresti, messo sotto inchiesta 15 tra manager sanitari, imprenditori e funzionari del Pirellone e fatto scattare 50 perquisizioni 2 Gli uomini chiave del giro di appalti Nell'indagine SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 26/03/2013 5 26/03/2013 Corriere della Sera - Milano Pag. 3 (diffusione:619980, tiratura:779916) La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Cueva è finito agli arresti per corruzione Luigi Gianola, manager dell'ospedale della Valtellina. Lui si difende dicendo di essere vittima di un millantatore (l'intermediario Leonardo Boriani) che avrebbe approfittato di sporadici rapporti di conoscenza 3 Altri top manager finiti sotto indagine Indagati anche la direttrice generale dell'ospedale di Cremona, Simona Mariani, e il direttore generale di Chiari, Danilo Gariboldi. In altre indagini della Procura sono finiti sotto inchiesta anche Pasquale Cannatelli, Luca Stucchi e Mara Azzi 4 Sotto accusa ma premiati Tutti i direttori generali di Asl e ospedali - anche se sono sotto inchiesta per corruzione e turbativa d'asta - prenderanno il superbonus legato al raggiungimento degli obiettivi aziendali indicati dal Pirellone per il 2012. Soldi pubblici per 30 mila euro ciascuno SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 26/03/2013 6 26/03/2013 Corriere della Sera - Milano Pag. 3 (diffusione:619980, tiratura:779916) La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Il direttore dell'assessorato regionale Dopo dieci anni lascia Lucchina Passaggio di consegne con Bergamaschi La scelta di Mantovani «Ho voluto Bergamaschi, apprezzato anche a livello nazionale, unicamente sulla base del curriculum» S. Rav. Passaggio di testimone. Carlo Lucchina, da dieci anni l'uomo più potente dell'assessorato alla Sanità, nonché il contestato manager che dal 2003 tiene i conti in pareggio, lascia il suo posto. Come nuovo direttore generale arriva Walter Bergamaschi, già ai vertici dell'ospedale Niguarda, dopo essere cresciuto professionalmente al fianco dell'ex ministro Girolamo Sirchia. «Sento in modo forte la responsabilità del mio nuovo ruolo - ha ripetuto più volte Bergamaschi negli ultimi giorni -. La sfida sarà di mantenere l'eccellenza della Sanità, con meno risorse (solo per il 2013 la spending review taglia 225 milioni di euro, ndr)». Lucchina resterà al Pirellone fino alla fine di aprile come consulente. Ma ora il suo ufficio sarà al 29° piano di Palazzo Lombardia, non più all'assessorato della Sanità, dove è riuscito a concretizzare il sogno dell'ex governatore Roberto Formigoni di una sanità con i bilanci in pareggio e di ospedali pubblici e privati accreditati in un regime di libera concorrenza: ma nell'ultimo anno il manager, 63 anni, da sempre infallibile con la calcolatrice, si è trovato al centro di numerose inchieste giudiziarie, a partire da quelle sul San Raffaele e la Maugeri. Un'uscita in silenzio, quella di oggi. Ai suoi amici sono mesi che confida: «Ciò che sta succedendo è il segnale che il mio tempo è scaduto». Al suo posto, Walter Bergamaschi, 48 anni. Una nomina a sorpresa: il neoassessore Mario Mantovani, infatti, l'ha scelto come suo uomo di fiducia senza mai averlo conosciuto di persona. «Ho voluto Bergamaschi, professionista apprezzato anche a livello nazionale, unicamente sulla base del curriculum», ha spiegato Mantovani venerdì scorso nella sua prima uscita pubblica da assessore alla Sanità. «Ci vuole una figura di garanzia, fuori dai giochi politici», ha poi ribadito ai suoi stretti collaboratori. Del resto, l'obiettivo di Mantovani è di tracciare una linea di separazione dagli scandali giudiziari che hanno travolto la Sanità. Bisogna voltare pagina, è la consapevolezza diffusa, salvaguardando quel che di buono è stato fatto. Una dichiarazione di intenti che si misurerà subito con questioni estremamente delicate: dai tagli alle nomine dei nuovi direttori generali degli ospedali. RIPRODUZIONE RISERVATA I protagonisti Walter Bergamaschi , 48 anni, è il nuovo direttore della Sanità lombarda. Il suo ultimo incarico è stato al Niguarda Carlo Lucchina , 63 anni, è arrivato ai vertici dell'assessorato alla Sanità nel 2003. Da allora i conti sono in pareggio SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 26/03/2013 7 26/03/2013 La Repubblica - Ed. nazionale Pag. 23 (diffusione:556325, tiratura:710716) La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato R SALUTE NOI & VOI SCIENZA SENZA COSCIENZA? GUGLIELMO PEPE Nel Decreto legge del Consiglio dei ministri che autorizza l'uso di terapie con le cellule staminali per alcuni malati di gravissime patologie neuro-generative, c'è qualche pillola di saggezza. Perché amplia, in senso umanitario, il ricorso alle cure compassionevoli. Perché si tratta di un intervento eccezionale, difficilmente ripetibile. Perché ribadisce che le terapie - di non provata efficacia - in futuro verranno usate solo in ospedale. Per queste ragioni nel Dl che ha accolto la proposta del ministro Balduzzi, non c'è una deriva antiscientifica, come sostengono alcuni medici e ricercatori. Né c'è stata una campagna mediatica che ha coinvolto tutti i mass-media (come avvenne ai tempi di Di Bella). Più semplicemente, anche di fronte ad alcune sentenze contraddittorie della magistratura, ha prevalso l'aspetto umano della vicenda. D'altra parte chi lavora per la salute delle persone deve sempre agire in Scienza e Coscienza. La prima non può mortificare la seconda. Soprattutto quando, come nei casi esaminati, non ci sono cure valide riconosciute. È facile pontificare quando è in gioco la vita dei figli degli altri. [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 26/03/2013 8 26/03/2013 La Repubblica - Ed. nazionale Pag. 24 (diffusione:556325, tiratura:710716) La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato R SALUTE Allergie Naso che gocciola, starnuti, tosse la stagione dei pollini si allunga Il 15 per cento della popolazione ha reazioni anomale ad alimenti, acari o fiori. Il rischio delle cure fai da te. Il professor Schiavino: "Bisogna sempre partire dai sintomi e non dalle analisi del sangue. E con il nuovo esame Bat affidabile e rapido, presto in pensione quello in uso attualmente" ELVIRA NASELLI Naso che gocciola, starnuti, lacrimazione e occhi umidi, prurito, spesso tosse, rinite. Per qualche milione di italiani la primavera è una iattura perché con i pollini arrivano - per chi ne soffre - anche le allergie, reazioni anomale dell'organismo predisposto geneticamente ad alcune sostanze estranee.E il fatto chei mutamenti climatici stiano allungando - soprattutto nelle regioni meridionali - la stagionalità di alcune fioriture, non fa che peggiorare la situazione. Oggi in Italia il 15 per cento circa della popolazione soffre di qualche allergia, numeri in aumento tanto che si calcola che nel 2015 la metà dei cittadini europei soffrirà di qualche allergia, alimentare, alla pelle o, appunto, a sostanze che si inalano, dai pollini agli acari della polvere. Su dieci malati con la rinite allergica, sette si curano da soli. «Quello delle cure fai da te è un problema enorme - premette Francesca Puggioni, pneumologa all'Humanitas di Milano - spesso infatti i malati si curano da soli e si può correre il rischio del sovradosaggio o di sottovalutare gli effetti di interazioni con altri farmaci assunti. Peri prodotti omeopaticie fitoterapici, poi, si corre il rischio di avere reazione avverse o anafilattiche in quanto possono esserci tracce non segnalate di alcune sostanze a cui il paziente è allergico. Attualmente la regolamentazione della produzione e distribuzione di questi prodotti non tutela a sufficienza il consumatore, soprattutto quello allergico». I numeri parlano chiaro: secondo l'Anifa, l'associazione nazionale dell'industria farmaceutica dell'automedicazione, nel 2012 sono state acquistate in Italia circa 7 milioni di confezioni di farmaci senza obbligo di prescrizione, dagli antistaminici ad uso topico (spray nasali e colliri) e sistemico per bocca, ai vasocostrittori, associati ai prodotti comuni per l'igiene nasale. «In questo periodo notiamo le reazioni allergiche ai pollini di cipresso, nocciolo, ontano e criptomerya japonica - premette Domenico Schiavino, responsabile della Uoc di Allergologia del policlinico universitario Gemelli di Roma - ma sta per cominciare l'impollinazione della parietaria officinalis, pianta molto robusta, la cui impollinazione ormai dura circa nove mesi all'anno, in Sicilia anche dieci. A fine aprile si aggiungono poi graminacee e olivo, grosso problema soprattutto nel Salento. A giugno c'è il gruppo dell'assenzio e delle composite». Insomma, per un allergico è quasi un percorso di guerra. «Consigliamo di fare gli esami tra settembre e ottobre - precisa Schiavino - lontano dalle impollinazioni, per individuare con esattezza la tipologia del polline, o dei pollini, cui si è allergici. Poi, seguire la strada del vaccino, anche se negli ultimi tre anni ci siamo accorti che meno della metà dei pazienti invia la prescrizione alla ditta specializzata che produce i vaccini su misura. È folle che si preferisca continuare a curare gli ef© RIPRODUZIONE RISERVATA fetti, con i farmaci a disposizione, e non curare la causa, con il vaccino. Anche perché l'infiammazione va avanti: il 60 per cento delle riniti si complica e può diventare asma bronchiale, o rendere i polmoni meno elastici, sintomi non reversibili». Ovviamente bisogna sempre partire dal malato. «Obbligatorio partire dai sintomi, non dall'analisi del sangue raccomanda Schiavino - il fatto che ci siano IgE alte non vuol dire necessariamente che ci siano allergie, se il paziente non ha sintomi. E del resto, per indicare gli allergeni da inserire nel vaccino, abbiamo bisogno di esami molto specifici. Oggi si usa il test di provocazione nasale, che dura circa un'ora per paziente, e verifica la sensibilità ad un allergene, ma noi stiamo utilizzando anche il test di attivazione dei basofili, o BAT, che si effettua in pochi minuti ma con un macchinario molto costoso, che pochi centri specialistici hanno, e con operatori di esperienza. Il test si basa su un prelievo di sangue, studia 3-5 allergeni contemporaneamente e con rapidità ed è molto significativo, soprattutto con i polisensibili, tanto che il nostro obiettivo è mandare in SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 26/03/2013 9 26/03/2013 La Repubblica - Ed. nazionale Pag. 24 (diffusione:556325, tiratura:710716) SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 26/03/2013 10 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato pensione il test di provocazione nasale. Abbiamo già studiato con BAT un centinaio di malati, il prossimo passo è uno studio più ampio». PER SAPERNE DI PIÙ www.ilpolline.it www.aaaito.it 26/03/2013 La Repubblica - Ed. nazionale Pag. 25 (diffusione:556325, tiratura:710716) Un bimbo ogni cinque ne soffre Usare la dose giusta di farmaci Circa tre milioni di ragazzini hanno problemi a cominciare da questo periodo (e. nas.) In Italia circa il 20 per cento dei bambini soffre di allergie. Percentuale in crescita continuae imprevista, soprattutto per le allergie ai pollini, graminacee in testa, mentre sono stabili i casi di asma. «Secondo studi epidemiologici che valutano la frequenza della condizione negli ultimi dodici mesi prima dell'intervista, hanno rinite allergica un milione e mezzo di bambini italiani tra sei e sette anni - puntualizza Alessandro Giovanni Fiocchi, responsabile dell'Allergologia del Bambino Gesù di Roma - e a questi si aggiunge un altro milione e mezzo con rinocongiuntivite. Dunque tre milioni in tutto, circa il 20% del totale. È molto importante non eccedere con i farmaci, usando magari a dosaggi ridotti quelli utilizzati da mamma e papà, ma neppure sottomedicare, cheè il rischio maggiore, perché - in un lungo periodo asma e rinite possono portare a quello che si definisce rimodellamento delle vie aeree, ovvero polmoni più piccoli che possono limitare l'attività fisica agonistica in futuroe far vivere con una capacità polmonare ridotta». Nonostante quelle allergiche siano patologie diffuse c'è ancora parecchio ritardo nella diagnosi, perché i genitori non conoscono tuttii sintomio li sottovalutano. «Se un bambino ha la tosse quando corre, dorme male- elenca Fiocchi - o si sfrega il naso dal basso verso l'alto, il cosiddetto saluto allergico che causa addirittura una piegolina appena sopra la punta del naso, bisogna sospettare un'allergia, così come nei casi in cui esce sangue dal naso, c'è un alito molto cattivoo le occhiaie persistenti. In questi casi si deve intervenire per disinfiammare, disinfettare e decongestionare, poi basta una piccola dose di antinfiammatorio spray finché il sintomo persiste, e cioè per tutta la permanenza del polline cui si è allergici. La soluzione ottimale - però - resta quella del vaccino, che permette - in 2-3 anni di somministrazione - di fare a meno per sempre dei farmaci». Eppure è poco utilizzato, forse anche perché il costo è a totale carico delle famiglie, e un trattamento annuale, da ripetere tre volte, arriva a circa 450 euro. «È uno dei problemi - continua Fiocchi sempre più spesso, di fronte alla proposta immunologica, le famiglie prendono tempo, rimandando all'anno successivo. Eppure anche i farmaci per la rinite sono a carico delle famiglie, e il rapporto economico è a favore del vaccino, tanto che l'Aifa sta ragionando sulla possibilità di razionalizzare il sistema di prescrizione. Almeno in alcuni casi, si potrebbe andare verso una prescrivibilità nel sistema sanitario. Oltre alla questione economica c'è anche una difficoltà pratica di gestione: non è sempre facile né possibile ricordare per tre anni, ogni giorno, la pillola sublinguale». Alcune Regioni rimborsano già il vaccino, anche se con modalità differenti e spesso con limitazioni, ma il punto è un altro: spesso sono le famiglie e parte dei medici stessi che «non sanno quanto siano incontestabilmente efficaci i vaccini - conclude Fiocchi- più che alcuni antibiotici.E bisogna puntarea proporli a tutti i bambini». © RIPRODUZIONE RISERVATA SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 26/03/2013 11 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato R SALUTE L'importanza di una diagnosi accurata. "La miglior soluzione è il vaccino ma costa" dicono gli specialisti. Mai eccedere ma neppure sottomedicare: si possono fare danni 26/03/2013 La Repubblica - Ed. nazionale Pag. 26 (diffusione:556325, tiratura:710716) Miopia, rischio retina anche per under 50 In caso di difetto con gradazione elevata o improvvisa riduzione della vista, è necessaria una pronta diagnosi con conseguente terapia se bisogna contenere le neovascolarizzazioni Le iniezioni nel vitreo non riconosciute dal Servizio sanitario. Un milione di pazienti ALESSANDRA MARGRETH Miopie elevate: in caso di problemi è bene saperlo presto e intervenire immediatamente. La MNVm (membrana neovascolare miopica) è una patologia della retina che può colpire chi ha meno di 50 anni e un alto livello di miopia. Secondo i dati SOI (Società Oftalmologica Italiana), in Italia circa sono un milione di persone colpite da questa maculopatia con una frequenza del 5%. Questa neo formazione di vasi sanguigni a livello della retina, se non trattata, può far perdere la visione centrale dell'occhio. Spiega Giovanni Staurenghi, direttore della Clinica Oculistica Università di Milano, Ospedale Sacco: «Il paziente in presenza di visione distorta o improvvisa riduzione della vista deve recarsi o dal proprio oculista o accedere, anche tramite pronto soccorso, ad una struttura specializzata. La quale deve essere pronta a procedere rapidamente alla diagnosi ed al trattamento. In effetti il vero problema è l'organizzazione. L'aumentata richiesta per la diagnosi ed il trattamento delle patologie retiniche in generale e la necessità di intervenire in tempi brevi ha comportato allungamenti dei tempi di attesa sia per eseguire gli esami diagnostici e sia per la terapia. Per migliorare bisognerà permettere agli ospedali, dove queste terapie vengono eseguite, di dedicarsi a ciò spostando sul territorio le visite per gli occhiali». La terapia di prima linea per la MNVm è l'iniezione intravitreale di antiVEGF coni farmaci bevacizumab e raninizumab, anticorpi monoclonali. Si tratta di iniezioni eseguite nel vitreo dell'occhio, per eliminare o contenere la crescita delle neovascolarizzioni responsabili della progressiva e rapida perdita della vista. Prosegue Staurenghi: «Nell'attuale situazione legislativa, questi due antiVEGF al momento sono classificati "off label" per questa patologia legata alla miopia. Significa che l'oculista può utilizzare il medicinale che ritiene più efficace, anche se questo non viene rimborsato dal Servizio Sanitario Nazionale. Questo in base alla cosiddetta legge Di Bella. La somministrazione avviene sotto la responsabilità del medico e dopo aver ottenuto il consenso informato del paziente. Dato che bevacizumab ha un costo assai basso, la struttura ospedaliera tende a coprirne la spesa». Il ranibizumab, sta attendendo l'approvazione per il trattamento di pazienti con CNVm (MNVm) dall'ente europeo che regola l'immissione in commercio dei nuovi farmaci, via libera atteso per settembre prossimo. Poi le procedure in Italia. © RIPRODUZIONE RISERVATA LA SCHEDA I SINTOMI Linee diritte che appaiono ondulate (sintomo precoce: colpa dei neovasi); perdita repentina della visione centrale L'ESAME Fluorangiografia è l'esame utilizzato Un colorante, la fluorescina, iniettato per via endovenosa, raggiunge i vasi sanguigni dell'occhio LA TERAPIA Si sta avviando un programma di accesso allargato a ranibizumab (dato gratis dalla Novartis) Inizio a giugno (dopo le autorizzazioni) IL TEST Si osserva un foglio di carta quadrettata con correzione ottica. Se al centro si vede una distorsione esiste disturbo alla retina (test di Amsler) PER SAPERNE DI PIÙ www.solonweb.com www.occhioallaretina.it SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 26/03/2013 12 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato R SALUTE Maculopatia 26/03/2013 La Repubblica - Ed. nazionale Pag. 27 (diffusione:556325, tiratura:710716) IL CASO RIABILITATO IL CHEWING GUM CON XILITOLO AZIONE PREVENTIVA CONTRO I BATTERI ORALI (alessandra margreth) Nuova vita per il chewing gum. Messa al bando per anni, oggi la gomma da masticare si prende la rivincita. È stato recentemente presentato uno studio condotto dalle università di Milano e di Sassari sull'efficacia del chewing gum allo xilitolo nella prevenzione della carie. L'indagine, condotta su bambini delle scuole elementari di Sassari, ha confermato l'utilità di masticare chewing gum a base di questa sostanza nel ridurre il rischio relativo di contrarre nuove carie. Spiega Laura Strohmenger, ordinario di Odontoiatria e Protesi Dentaria all'università di Milano: «Lo xilitolo è un edulcorante di origine vegetale usato nei chewing gum come sostituto dello zucchero. Fa parte della famiglia dei polialcoli, sostanze non cariogene che non vengono fermentate dai batteri del cavo orale. Essi quindi non consentono la formazione degli acidi che corrodono lo smalto. Lo xilitolo in particolare è considerato anche un cario-protettivo, perché svolge un'azione specifica contro gli streptococchi mutans, batteri collegati allo sviluppo della carie». La gomma da masticare "risorta" è riabilitata anche nelle "Linee guida nazionali per la promozione della salute orale" del ministero della Salute. Non solo: i ricercatori dell'Istituto di Scienze Radiologiche (NIRS) di Chiba in Giappone, hanno dimostrato che la masticazione continua del chewing gum stimolerebbe il flusso sanguigno al cervello fino ad aumentarne la capacità funzionale. © RIPRODUZIONE RISERVATA SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 26/03/2013 13 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato R SALUTE 26/03/2013 La Repubblica - Ed. nazionale Pag. 28 (diffusione:556325, tiratura:710716) Sonno Quel naturale reset del corpo ecco i disagi da ora legale Memoria, umore e funzioni cognitive risentono del cattivo rapporto con Morfeo IRMA D'ARIA Con il ritorno dell'ora legale il prossimo fine settimana anche chi normalmente dorme sonni tranquilli potrebbe sperimentare qualche disagio così come accade a ben 12 milioni di italiani che soffrono di vari disturbi del sonno. Ma se gli eventuali scompensi causati dall'ora in meno di sonno di domenica prossima si superano nell'arco di pochi giorni, gli effetti sulla salute di una cronica deprivazione di sonno possono essere molto più preoccupanti. «Nella maggior parte dei casi, il sonno viene considerato una perdita di tempo. In realtà, quando dormiamo c'è un vero e proprio reset di tutte le funzioni vitali che ci consente di recuperare energie e risistemare l'organismo», spiega Liborio Parrino, presidente dell'Associazione Italiana di Medicina del Sonno. A risentire di un cattivo rapporto con il sonno è soprattutto il cuore. Per esempio, si è visto che poiché quando si dorme si registra un graduale abbassamento e poi una risalita della pressione arteriosa, chi è insonne o soffre di frequenti risvegli ha degli sbalzi di pressione anormali, che aumentano il rischio di patologie cardiovascolari e possono condurre all'ipertensione arteriosa. «I dati ci dicono che chi dorme meno di cinque ore per notte ha un aumento del rischio di ipertensione arteriosa anche del 20-25% persino se si tratta di soggetti normotesi», conferma Parrino. I rischi cardiovascolari sembrano aumentare proprio in concomitanza con il passaggio all'ora legale. Una ricerca della university of Alabama ha evidenziato, infatti, che il lunedì e il martedì successivi all'arrivo dell'ora legale c'è un incremento del 10% del pericolo di infarto. Rischio che si verifica anche in caso di apnee notturne, ovvero la cessazione totale del flusso respiratorio per almeno 10 secondi. Alcuni studi hanno dimostrato che l'apnea notturna colpisce circa il 60% dei pazienti che hanno ricevuto un impianto di defibrillatore o pacemaker. «Solo recentemente si è valutato il rapporto esistente fra apnee notturne e crisi ipertensive, ictus e aritmie cardiache, anche perché i nuovi sistemi di monitoraggio hanno favorito l'attenzione a questa particolare problematica» spiega Alessandro Capucci, Clinica di Cardiologia degli Ospedali Riuniti Le Torrette di Ancona. La privazione cronica di sonnoo la presenza di disturbi notturni costituiscono un fattore di rischio anche per la comparsa di obesità. Secondo uno studio dei ricercatori della Rockefeller University e della Mount Sinai School of Medicine di New York proprio il passaggio all'ora legale che coincide anche con il cambio di stagione può farci ingrassare per colpa dei suoi effetti sul metabolismo. «La carenza di sonno adeguato potenzia la produzione di grelina, l'ormone della fame, a scapito della leptina, ormone della sazietà, con conseguente aumento dell'appetito e rischio di sovrappeso e obesità», chiarisce il presidente dell'Aims. Il nesso tra peso e sonno è stato confermato più recentemente da uno studio dell'Università del Colorado. Per due settimanei ricercatori hanno preso in esame il comportamento di 16 volontari suddivisi in due gruppi: ad uno non è stato permesso di dormire più di 5 ore a notte, mentre l'altro poteva arrivare a 9. Ad entrambi i gruppi era stata data la stessa disponibilità di cibo. Gli studiosi hanno così potuto osservare come i volontari costretti a dormire meno mangiavano il 6% di calorie in più rispetto a chi non aveva carenze di sonno. Il risultato, dunque, era che chi dormiva di meno, ingrassava anche di più. Anche il cervello risente di un cattivo rapporto con Morfeo sia in termini di memoriae funzioni cognitive che in termini di umore. «Nel sonno Rem, la fase in cui si fanno i sogni, si fa pulizia della mente, si consuma l'azione della deframmentazione: ordiniamo file, incaselliamo informazioni e facciamo spazio agli altri ricordi da incamerare», spiega Carolina Lombardi, del Centro per la diagnosi e cura dei disturbi del sonno dell'Istituto Auxologico di Milano. © RIPRODUZIONE RISERVATA SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 26/03/2013 14 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato R SALUTE Rischi cardiovascolari e meccanismi della fame sarebbero i due principali fattori legati allo spostamento delle lancette che quest'anno avverrà a Pasqua, nel prossimo week end. L'importanza per gli adulti di dormire almeno cinque ore. Attenzione alle apnee notturne 26/03/2013 La Repubblica - Ed. nazionale Pag. 28 (diffusione:556325, tiratura:710716) La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato PER SAPERNE DI PIÙ www.sonnomed.it www.sleepapnea-online.it SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 26/03/2013 15 26/03/2013 La Repubblica - Ed. nazionale Pag. 30 (diffusione:556325, tiratura:710716) CANCRO, ESTROGENI MEGLIO COL CEROTTO (aldo f. de rose, urologo) L'uso di estrogeni contro il tumore prostatico metastatizzato è noto da tempo ma poco praticato per pericolo di infarto e ictus Uno studio su Lancet Oncology rileva che a differenza delle pastiglie i cerotti con estrogeni, come quelli per la terapia sostitutiva in menopausa, per la migliore metabolizzazione riducono i rischi cardiovascolari Lo studio su due gruppi di 254 uomini. Una parte è stata trattata con cerotti l'altra con l'attuale terapia estrogenica (LHRH). Dopo tresei mesi l'effetto terapeutico e il rischio cardiovascolare erano sovrapponibile nei due gruppi. Dopo un anno il gruppo trattato con LHRH presentava aumenti di glicemia e colesterolo, osteoporosi oltre alle fastidiose vampate di calore e sudorazioni, mentre il gruppo del cerotto aveva solo una maggiore incidenza di ginecomastia © RIPRODUZIONE RISERVATA SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 26/03/2013 16 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato R SALUTE Flash La prostata 26/03/2013 La Repubblica - Ed. nazionale Pag. 30 (diffusione:556325, tiratura:710716) Bimbi iperattivi, questione di età L'approccio con il gioco e la terapia comportamentale negli studi dell'ateneo di Colonia. L'inefficacia nel lungo periodo dei farmaci. Cause genetiche e squilibrio dell'attività neuronale. Un'anticipazione da Mente & cervello STEFANIE REINBERGER * Lasse è davvero un bambino agitato. Di solitoè disattento e difficilmente riesce a concentrarsi a lungo su una cosa. Spesso disturba gli altri bambini dell'asilo, interviene nei discorsi degli altri ed è irruente. Perde facilmente la pazienza, a volte porta via ai compagni un giocattolo se si annoia o anche solo per dimostrare che è il più forte. A volte vuole solo aiutare, ma dimentica di dirlo. E in momenti in cui le cose non vanno bene come vorrebbe lui il biondino di solito molto allegro ha degli accessi di collera. (...) Heike Becker è sola a educare il figlio, e deve occuparsi di un bambino incontrollabile senza poter contare su alcun sostegno. (...) Lasse, come dice la diagnosi degli psicologi dell'università di Colonia, soffre di ADHD. (...) Il disturbo da deficit di attenzione, cono senza iperattività, ha molte facce. (...) «L'ADHD ha probabilmente una forte componente genetica», spiega Manfred Döpfner, della Clinica universitaria di Colonia (...). I fattori ereditari che sono stati finora identificati forniscono un quadro assai eterogeneo (...) «A rigore, ciò significa che ogni paziente avrebbe bisogno di una terapia individuale, ammesso che esistesse», afferma lo psichiatra KlausPeter Lesch (univ. di Wurzburg). La sindrome da deficit di attenzione, dunque, non esiste. (...) la malattia è considerata uno squilibrio nell'attività delle reti neuronali. (...) Nei pazienti affetti da ADHD risulta alterata la trasmissione dei segnali da diversi neurotrasmettitori cerebrali (...). Come non esiste un'unica diagnosi di ADHD, così non ci si può neanche aspettare una cura miracolosa (...) Il metilfenidato, che con il nome commerciale di Ritalin è il farmaco più usato per combattere l'ADHD, è efficace solo in due bambini su tre. Grazie a questo farmaco i bambini iperattivi possono concentrarsi meglio, sono meno agitati e molto meno impulsivi (...) Alcuni studi degli ultimi anni hanno però fatto sorgere dubbi sull'efficacia del Ritalin. (...) la ricercaè giunta alla conclusione che il metilfenidato, anche in combinazione con la psicoterapia, conserva solo un'efficacia limitata dopo l'interruzione del trattamento (...) Ciò solleva dubbi sul fatto che il Ritalin abbia in generale un autentico beneficio sui pazienti giovani. (...) Che cosa possiamo ricavare da questi risultati? «L'ADHD nonè un problema destinato a durare per tutta la vita», dice Döpfner. (...) Insieme ai terapeuti della Clinica universitaria di Colonia, Heike Becker ha optato per una terapia comportamentale, grazie alla quale il bambino poteva imparare attraverso il gioco a controllarsi e a rimanere più a lungo concentrato (...) Döpfner e i suoi collaboratori stanno già lavorando con successo a un programma simile su bambini in età scolare. (...)A questo studio partecipa anche il piccolo Lasse (...) La madre di Lasse è soddisfatta: «Finalmente posso tornare a vedere aspetti positivi in mio figlio » (...) * Stralci dell'articolo che apparirà su Mente & Cervello © RIPRODUZIONE RISERVATA LA SCHEDA I SINTOMI Carenza di attenzione, iperattività impulsività sono sintomi ADHD Un tempo era chiamato «danno cerebrale minimo» IL RITALIN Scoperto nel 1944, farmaco dal 1954 Agisce su due neurotrasmettitori aumentando l'attenzione; inibisce fame, dolori, spossatezza L'UTILIZZO Il ritalin negli Usa è uno stimolante usato anche fra i "sani". In nessun caso dovrebbe essere prescritto per lunghi periodi nei bimbi I CONSIGLI Tolleranza, regole chiare e coerenza, sport e giochi, premi e lodi per buoni risultati, pause: le cinque regole per genitori e insegnanti PER SAPERNE DI PIÙ www.iss.it/adhd www.nimh.nih.gov/index.shtml. Foto: MENTE & CERVELLO Aquila e post terremoto la copertina di Aprile 6 euro SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 26/03/2013 17 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato R SALUTE Adhd 26/03/2013 La Repubblica - Ed. nazionale Pag. 43 (diffusione:556325, tiratura:710716) Incollati a tablet e smartphone e i genitori trascurano i figli Una mamma che allatta e manda sms danneggia il suo legame con il neonato MASSIMO VINCENZI NEW YORK Ridere, finalmente sereni, socializzare con chi ci sta di fianco, provare ad essere simpatici, interessarci agli altri, insomma: essere buoni, generosi e dunque persino felici potrebbe essere il segreto per una vita lunga e sana. Minacciata ora dall'isolazionismo tecnologico, tutti presi come siamo a trascorrere le nostre esistenze 2.0 con il naso incollato agli schermi di iPhone, tablet e social network vari. A rivelarlo è una nuova ricerca che sarà pubblicata nella rivista Psychological Science, anticipata dal New York Times con un articolo di una delle scienziate coinvolte nel progetto. Le conclusioni possono sembrare, in un primo momento, vicine al luogo comune ma il timbro dell'ufficialità da laboratorio apre scenari inquietanti o di speranza. «Guardatevi attorno in un posto pubblico e vedrete che sono tutti lì a digitare, connessi con qualcuno lontano. Nessuno si guarda attorno o parla dal vivo con qualcun altro», scrive Barbara L. Fredrickson, docente di psicologia all'università del North Carolina. E aggiunge: «Molti di noi sono ben consapevoli dei vantaggi che questo comporta, ma quello che ignoriamo sono i costi. La nostra ricerca dimostra che il prezzo da pagare è la preoccupante diminuzione della capacità di creare legami virtuosi con gli altri». La vera novità è che questo non provoca solo quell'alienazione metropolitana tipica dei nostri tempi, ma danneggia pesantemente la salute. Tanto da arrivare a cambiare persino il nostro patrimonio genetico e a lasciare tracce nei figli. C'è infatti, spiega lo studio, un legame strettissimo tra il benessere fisico e quello mentale. Non solo: le abitudini comportamentali, come appunto stare sempre isolati nella gabbia della connessione, arrivano a modificare il nostro cervello e da qui il nostro corpo. Si chiama neuroplasticità, cioè la mente si comporta come i muscoli, che si atrofizzano senza l'uso continuo: se non la alleniamo, se facciamo sempre determinate azioni lei si modifica. Per comprendere come funziona " mens sana in corpore sano ", gli scienziati hanno sottoposto per sei settimane un nutrito gruppo di persone ad un'antica tecnica chiamata "Loving and Kindness", amore e rispetto. Questo procedimento insegna a stabilire maggiore empatia con il prossimo,a sviluppare le emozioni positive, a coltivare l'affettuosità. Le cavie, dopo il trattamento, non solo erano più serene e felici, ma stavano meglio fisicamente. «Si registravano cambiamenti del loro sistema cardiovascolare a livello del tono vagale», spiega con appropriata terminologia medica Barbara L. Fredrickson. Il nervo vagale, banalizzando, collega (tra gli altri) il cervello al cuore e regola il battito cardiaco. Più è alto il tono, più il nostro fisico sta bene, migliorano anche le nostre difese immunitarie. E sino ad ora si riteneva che il tono negli adulti fosse immutato «invece la ricerca dimostra che si modifica in base ai nostri comportamenti». E la spirale, avvitandosi, completa il ciclo salutare: «Il neuroscienziato Stephen Porges ha dimostrato che il tono vagale regola anche l'espressività facciale e la capacità di entrare in sintonia con la voce degli altri. Alzandolo, abbiamo accresciuto la capacità della gente di fare amicizia». Ma queste capacità vanno allenate, altrimenti si smarriscono e si modifica persino il Dna. Per spiegarlo entra in gioco una scienza relativamente giovane, la genomica sociale, ovvero lo studio di come geni e ambiente interagiscono per influenzare comportamento e salute: «Le nostre storie personali o di solitudine alterano il modo in cui i geni si esprimono all'interno delle cellule del sistema immunitario.I nuovi genitori farebbero bene a preoccuparsi, più che dei test genetici, delle loro azioni: mandare messaggini mentre si allatta o prestare più attenzione al telefono che ai bimbi sono errori gravi. SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 26/03/2013 18 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato R2 Secondo una ricerca Usa passare troppo tempo connessi rovina le relazioni e fa male alle famiglie Oltre ai danni mentali si rischiano problemi al nervo vago, importante per la socializzazione 26/03/2013 La Repubblica - Ed. nazionale Pag. 43 (diffusione:556325, tiratura:710716) SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 26/03/2013 19 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Dovrebbero riflettere su come tutto questo lasci tracce sui propri geni e su quelli dei loro figli». E se serve uno scienziatoa ricordarcelo è la conferma che forse la rima tra tecnologia e felicità non è proprio perfetta. © RIPRODUZIONE RISERVATA PER SAPERNE DI PIÙ www.nytimes.com pss.sagepub.com 26/03/2013 La Repubblica - Genova Pag. 6 (diffusione:556325, tiratura:710716) San Martino, il rettore non cede sui soldi "Gli ospedali non sono tutti uguali" "Qui si fanno anche ricerca e formazione, noi rappresentiamo una priorità" Il direttore generale Mauro Barabino: "Con questi fondi non possiamo farcela" AVA ZUNINO SE LA Regione crede in San Martino come in un centro di eccellenza per la cura, la ricerca e la formazione, deve finanziarlo seguendo parametri diversi da quelli degli altri ospedali. Lo dice il rettore Giacomo Deferrari, che ieri mattinaè stato ascoltato dalla commissione Salute del consiglio regionale proprio sulle vicende relative al grande ospedale, che è in attesa della verifica ministeriale per lo status di Irccs. La richiesta di maggiori finanziamenti viene anche dal direttore generale dell'Irccs San Martino-Ist, Mauro Barabino che dice: «Noi così non ce la facciamo: la situazione è arrivata ad un punto di non ritorno». Ai consiglieri regionali, il rettore ha spiegato che l'Università non intende cedere sulla richiesta degli oltre cinque milioni di arretrati per i suoi medici che lavorano a San Martino, in compenso non si mette di traverso sulla riorganizzazione necessaria ad ottenere dal ministero della Ricerca il benestare al nuovo Irccs. Oggi il consiglio di amministrazione dell'ateneo genovese dovrebbe varare il piano di riorganizzazione dell'ospedale. Ma la novità è che il rettore chiede alla Regione un atto di indirizzo chiaro, che definisca nei fatti la precedenza a San Martino in quanto istituto di ricerca e cura. Insomma, un finanziamento più forte con parametri diversi rispetto a quelli seguiti per le altre strutture ospedaliere. Il rettore ne ha parlato durante l'audizione in commissione salute dove il direttore generale, Mauro Barabino, ha lanciato l'allarme finanziamenti. «Con questi fondi - sottolinea - non possiamo farcela». E il rettore? «Ho detto che nei paesi civili gli ospedali tipo San Martino, che sono Irccs, che fanno ricerca e formazione, sono una priorità per i finanziamenti - spiega il professor Deferrari- Nella nostra Regione, invece, tutti gli ospedali sono uguali e non dovrebbe essere così». La "priorità" di San Martino, osserva il rettore, «non l'abbiamo stabilita noi che all'ospedale siamo legati, ma come raccontano anche gli operatori del "118", sono i cittadini a chiedere sempre di essere portati in questo ospedale. E un ospedale di ricerca e formazione è una priorità. Nel mondo ce ne sono quasi tremila, perfino a Singapore, e in tutti questi paesi rappresentano una priorità: non mi pare che noi consideriamo questa priorità». Il direttore generale Barabino, cosa ne pensa? «Dico che bisogna fare delle scelte; capisco che è difficile ma la situazione è arrivata ad un punto di non ritorno: o si chiude qualche altro ospedale o si ridimensiona San Martino. E' una scelta politica, non posso farla io. Io dico solo che così non ce la facciamo». Barabino ha detto anche in commissione che «la chiusura del pronto soccorso di Sestri e il ridimensionamento di altre strutture della Asl 3 hanno aumentato le richieste per San Martino, l'ospedale che è in grado di dare risposte articolate». Dunque, la Regione deve scegliere: o ridurre San Martino, o rinunciare ad altre strutture. Intanto, spiega Barabino, la carenza di risorse complica anche scelte organizzative relative al nuovo assetto dell'Irccs: «Ad esempio, il trasferimento del Dimi all'interno dell'ospedale- spiega- decideremo nei prossimi giorni come farlo, ma sarà per gradi.E poi ci sono investimenti che non possiamo affrontare se non arrivano risorse apposite». E' il caso delle sale operatorie del pronto soccorso, chiuse da quattro mesi perché quando piove filtra l'acqua da tetto. © RIPRODUZIONE RISERVATA Foto: San Martino, battaglia sui finanziamenti SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 26/03/2013 20 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Il caso Vertice con la Regione, Deferrari insiste sui cinque milioni di arretrati. Ma apre sulla riorganizzazione 26/03/2013 La Repubblica - Firenze Pag. 6 (diffusione:556325, tiratura:710716) Il piano dell'assessore Marroni per blindare i bilanci delle Asl MICHELE BOCCI UN PIANO per blindare i bilanci delle Asl toscane, mettendoli al riparo dal rischio di passivi dell'ultimo momento, e da altri casi Massa. Oggi l'assessore alla salute Luigi Marroni risponde in consiglio regionale alle interrogazioni dell'opposizione che attaccano il sistema sanitario su diversi aspetti. Soprattutto dal punto di vista dei conti, appunto, ma anche da quello dell'attività sanitaria e dell'organizzazione. Il sistema vive un periodo molto difficile tra tagli della del fondo sanitario nazionale e scricchiolii nell'assistenza ai cittadini. Marroni studia da alcuni giorni la relazione da presentare in consiglio. «Intanto - spiega - sottolineerò che, malgrado quello che è stato sostenuto, la nostra attività chirurgica non è calata nel 2012, anzi è un po' aumentata. Ci sono vari indicatori di qualità che segnano un miglioramento». I chiarimenti più significativi richiesti dall'opposizione riguardano la situazione di bilancio. Il caso di Massa e poi la scoperta di quello di Siena, anche se con numeri infinitamente più piccoli (10 milioni di euro contro 400 di sbilancio) e con un passivo che sembrerebbe essere stato scoperto subito, hanno minato la fiducia nei conti del sistema sanitario da parte dell'opposizione e non solo. Marroni parte dai bilanci chiusi. «Intanto fino al 2011 compreso siamo a posto, come certificato da Roma. Abbiamo anche risolto la situazione di Massa. Il 2012 è destinato ad essere approvato dal ministero tra un mese. L'anno scorso siamo riusciti a ridurre i costi operativi, cioè quelli che riguardano ad esempio il personale, le medicine, e in generale l'assistenza del 3%. Ora lavoriamo per il 2013, che sarà duro perché ci sono tagli ancora più marcati». La Guardia di finanza, partendo dal caso Massa, sta indagando sui conti di tutte le Asl regionali per chiarire come sono stati gestiti e se ci siano altri casi simili. «Ovviamente non conosciamo una buona parte delle indagini. Posso dire che collaboriamo totalmente, senza alcuna remora». La Regione Toscana si vanta da tempo di avere sistemi di controllo dei bilanci stringenti, che comunque hanno lasciato passare almeno una macroscopica irregolarità, quella di Massa. L'assessore ha intenzione di aumentare le verifiche sulle Asl. «Siamo già gli unici a certificare i conti. Adesso introdurremo il bilancio autorizzativo per tutte le Asl, che ci devono comunicarci in base al budget dato che spese intendono fare nell'anno. Poi il sistema di verifiche regionali sarà trimestrale, e infine adotteremo disposizioni ispirate alla legge 231, nata per le aziende private negli anni Novanta. Si tratta di disposizioni che potremmo definire preventive per tenere sotto controllo il rischio amministrativo. Infine faremo certificare da un ente esterno tutto il nostro sistema di controllo». Marroni sta dismettendo le Società della salute, la riforma è stata sottoposta da poco ai sindaci. Riguardo all'avvio dell'obbligatorietà dell'Isee per calcolare il ticket dovuto dai cittadini, l'assessore spiega che se ne riparlerà ad ottobre, e che non c'è stato bisogno di una delibera per sancire lo slittamento. «Il problema è che su questo tema dobbiamo trovare un accordo con Roma. Non possiamo fare tutto da soli. Quindi aspettiamo». © RIPRODUZIONE RISERVATA Foto: Luigi Marroni. Sopra, Petretto SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 26/03/2013 21 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato La sanità Oggi in consiglio regionale le risposte alle interrogazioni delle opposizioni 26/03/2013 La Repubblica - Bologna Pag. 10 (diffusione:556325, tiratura:710716) Quattro sale operatorie in più e tecnologie all'avanguardia. Costo 19 milioni Agli Ior entra la chirurgia ad ultrasuoni. Manzoli: primi in Italia nel settore Una struttura di 5 piani, costruita senza chiudere i reparti, collega ora tutti i servizi ROSARIO DI RAIMONDO UNA struttura costruita ex novo alta cinque piani, quattro sale operatorie in più, spazi ristrutturati per pronto soccorso e farmacia. E fondi importanti per la tecnologia medica, in particolare per la lotta ai tumori delle ossa. In una sala del Vasari piena, il direttore generale Giovanni Baldi e il direttore scientifico Francesco Antonio Manzoli hanno alzato il sipario ieri sul "nuovo" Istituto ortopedico Rizzoli, frutto di cinque anni di lavoro e investimenti per quasi 19 milioni di euro. Un viaggio che parte proprio dalla nuova struttura, la cosiddetta "Spina", che collega i vari edifici dell'Istituto e permette al Rizzoli di guadagnare 3mila metri quadrati di spazio in più. Gli interventi di ristrutturazione, invece, hanno interessato tutti i reparti dell'ospedale. All'ingresso, per esempio, ora c'è una pensilina che consente l'accesso al coperto dei pedoni e la sosta dei privati che accompagnano i pazienti. Mentre sono stati ampliati tutti i locali del pronto soccorso, sempre al piano terra, e dei reparti di degenza, dal secondo al quarto piano. Al primo piano dello Ior ci sono quattro nuove sale operatorie, che si sommano alle sei già esistenti. Sale da 60 metri quadrati ciascuna, costate in totale oltre un milione di euro. La farmacia, infine, occupa 600 metri quadrati nel piano seminterrato e, con il finanziamento di 500mila euro da parte della Fondazione Carisbo, è stata semi-automatizzata: ora è in funzione un armadio rotante che si muove su delle rotaie e consegna i medicinali direttamente al reparto che ne ha fatto richiesta. Ma ieri siè parlato anche di ricerca e in particolare di una nuova tecnologia per combattere i tumori che sbarca al Rizzoli: la Fus (Focused ultrasound surgery, o chirurgia con ultrasuoni focalizzati). Di fatto, questo sistema convoglia un fascio di raggi a ultrasuoni sul punto dove c'è il tumore da eliminare: è chirurgia, ma senza tagli, senza invasività. Poche strutture in Italia la adoperano ma - come ha spiegato lo stesso Manzoli - è la prima volta che viene utilizzata per i tumori alle ossa. «Svolgere lavori così significativi senza interrompere l'attività ospedaliera è stato complicato» ha spiegato Baldi durante l'inaugurazione, mentre Manzoli nel suo discorso, ha sottolineato la necessità di «garantire al tempo stesso cure all'avanguardia e massima appropriatezza. Il nuovo Rizzoli poggia su solide fondamenta». I 18 milioni e 670mila euro necessari ai lavori sono stati garantiti soprattutto dallo Stato (oltre 14 milioni), dalla Regione, dalla Carisbo e dai fondi degli stessi Istituti Ortopedici Rizzoli (3 milioni). © RIPRODUZIONE RISERVATA PER SAPERNE DI PIÙ www.ior.it assr.regione.emilia-romagna.it/it Foto: POSTO LETTO Una delle nuove stanze dell'Istituto Ortopedico Rizzoli inaugurate ieri mattina SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 26/03/2013 22 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Ecco il nuovo Rizzoli, l'ortopedia del futuro 26/03/2013 La Stampa - Ed. nazionale Pag. 21 (diffusione:309253, tiratura:418328) Giovani che non hanno paura di vivere I progressi Dieci anni fa gli interventi erano debilitanti. Ora le cure permettono di tornare più spesso alla normalità Il messaggio «Non sempre c'è un lieto fine ma più precoce è la diagnosi, maggiori sono le possibilità di una guarigione» I pazienti del professor Spaggiari raccontano la loro esperienza dopo la diagnosi di un cancro L'ONCOLOGO «Il male che li colpisce suscita in ognuno di noi un senso di ingiustizia» FRANCESCO RIGATELLI MILANO Non hanno più paura di niente. E hanno passato una storia che insegna a tutti noi cosa significa vivere. Per questo, come recita la copertina di «Io... dopo», il professor «Lorenzo Spaggiari e i suoi giovani pazienti» hanno pubblicato con «Il pensiero scientifico editore» la loro esperienza con il cancro. Nella prefazione, Umberto Veronesi li descrive come «uno spaccato della straordinaria generazione di ragazzi che abbiamo la fortuna di avere accanto a noi in quest'epoca. Quando cadono nelle reti delle dipendenze o nell'indolenza, o nella violenza, è quasi sempre perché non hanno un'alternativa alla solitudine e al disagio della crescita. I ragazzi di Lorenzo son stati catapultati nell'età adulta attraverso un trauma fortissimo: una diagnosi di cancro, eppure ci mostrano il meglio di questa nuova generazione». Padre di due figli, Cecilia e Federico, cui è dedicato il libro, Lorenzo Spaggiari è professore associato all'Università di Milano e direttore di Chirurgia toracica all'Istituto europeo di oncologia fondato da Veronesi. «Proprio il contrasto tra la mia realtà famigliare e quella di genitori e bimbi che lottano contro il cancro - spiega - mi ha spinto a lanciare un messaggio a malati e non: ragazzi, approfittate della vita che avete, non drogatevi, non esagerate, impegnatevi!». Spaggiari, originario di Reggio Emilia, dirige una divisione che cura il cancro soprattutto negli over 60. Ma avendo lavorato prima a Parigi si è occupato molto di bambini e ha voluto continuare a Milano. Le storie che racconta, come quelle in questa pagina, sono vite di ragazzi non sempre a lieto fine che si trovano ricoverati in camere vicine e, come dicono le infermiere, sembrano i nostri fratelli minori. «Stimolano dentro un senso di ingiustizia. Un giovane col cancro dispiace di più rivela Spaggiari -. La probabilità negli under 18 è bassissima. Non c'è perché, una causa genetica probabilmente, ma non si sa, è sfortuna. Però più è piccolo e più c'è possibilità di guarire, dunque conta la diagnosi precoce. Ma spesso i sintomi son lievi o vengono trascurati e le forme nei giovani rare e aggressive. Anche il tasso di recidiva è legato ai tempi della diagnosi iniziale». In ogni caso, bisogna essere ottimisti perché a volte si può guarire. «Dieci anni fa - ricorda Spaggiari - le diagnosi erano tardive, gli interventi aggressivi e debilitanti, venivano amputati arti. Oggi ci sono tecniche miniinvasive e si può tornare a una vita normale. La letteratura è piena di racconti simili dei grandi, ma di giovani curati nello stesso posto non si era mai scritto». twitter @rigatells Compagni di strada Eugenio: così sono tornato all'agonismo ra scuola, sport e amici, durante il giorno la mamma lo vede solo per pranzo. Eugenio Dal Buono, quasi diciottenne, quarto anno di liceo scientifico a Roma, è appena diventato agonista: «Una volta guarito dalla malattia ho ripreso una vita normale. Ho ricominciato a giocare a calcio e sono appena tornato da una settimana bianca». Lo dice compiaciuto di avere una buona salute. «Sì, perché è una questione sottovalutata: ci si abbandona spesso a comportamenti che la rovinano, invece è importante proprio la normalità». A 16 anni lui si è ammalato di cancro, lo hanno operato due giorni prima del suo diciassettesimo compleanno. «Grazie al professor Spaggiari di Milano e all'Ospedale Bambin Gesù di Roma, dove ci sono ragazzi come me, ho capito che le cure sono lunghe e dolorose ma possono riportare alla vita normale». Anche con qualche novità: «Prima mi interessavo solo di pallone e dedicavo poco tempo a famiglia e altro. Ora so cosa vuol dire il dolore. Prima non avevo mai pensato a quanto potesse essere importante l'appoggio dei miei genitori e delle mie due sorelle. Ora, in parole semplici, gli voglio più bene». Foto: Liceale sportivo Foto: Eugenio Dal Buono, 17 anni Luca, una lotta coraggiosa fino all'ultimo a storia di Luca Cecarini è una delle più commoventi. Non per la sua morte imprevista, pochi giorni fa, dopo la nostra intervista. Quanto per la vita. Milanese, 20 anni, ha perso la mamma a 13 per un tumore. A 18 ha scoperto di averne uno anche lui, SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 26/03/2013 23 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Le storie 26/03/2013 La Stampa - Ed. nazionale Pag. 21 (diffusione:309253, tiratura:418328) SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 26/03/2013 24 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato diverso, al ginocchio. Dopo una protesi ha subito quattro interventi ai polmoni per metastasi. Nonostante questo fino all'ultimo non ha rinunciato a nuotare, giocare a calcio e pronunciare frasi come: «Essere in un contesto amorevole mi fa sentire un ragazzo fortunato. La storia di mia mamma mi ha colpito molto e forse mi ha fatto diventare uomo prima. Poi ho un superpapà che fa l'imprenditore nel settore del vetro e mi segue in tutto. Oltre ai medici, c'è lo zio Mauro, mia sorella col marito e anche gli amici che mi sostengono su Facebook. Non mi faccio prendere né dall'ottimismo né dal pessimismo. Da due anni sono tartassato da interventi e cure, a scuola ho dovuto interrompere, i controlli sono troppo vicini, ma appena posso vado a trovare mio fratello a Londra e mia sorella a Aix en Provence». Foto: Calciatore nuotatore Foto: Luca Cecarini, 20 anni Michele: sono rinato e mi sono sposato Che fosse guarito l'ha capito da sé un giorno passeggiando sul lungomare di Scauri, dove il Lazio piano piano diventa Campania. Prima, una lunga pena continua per lui, i genitori, il viavai con Milano, paura e fatica. Michele Ceraso adesso ha 36 anni, è sposato, ha due figli e un terzo è in arrivo. A 27 lavorava in una pizzeria e alla scoperta del tumore dovette lasciare. «Con la chemio poco alla volta ho mollato. Ho dovuto fare un intervento chirurgico per riprendermi». Oltre ai parenti e agli amici, a stargli vicino è stata soprattutto la fidanzata. «Infatti, l'ho sposata», sorride lui adesso. «Ho trovato anche un lavoro. Ci sono delle facilitazioni per quelli come noi. Sono impiegato alla motorizzazione civile». Per il resto, Ceraso fa gli scongiuri: «Sto bene, faccio i controlli ogni anno. Nel 2008 ho avuto una recidiva e mi hanno operato un'altra volta, poi per fortuna con la radioterapia è passato tutto e posso godermi il mio lungomare». Foto: Impiegato e papà Foto: Michele Ceraso, 36 anni Alessandro: posso respirare di nuovo l periodo più difficile per Alessandro Rocca Bonini, ventunenne di Deiva Marina, l'ultimo paesino in provincia di La Spezia prima del genovese, è stato prima. «Gli estranei mi dicevano che ero viziato. A dieci anni mi sentivo sempre stanco, ogni sera mi veniva la febbre, avevo smesso qualsiasi sport, ero arrivato a pesare centoventi chili e anche la mia salute mentale non era delle migliori». Un capitolo problematico era ovviamente la scuola. «S embrava che non volessi andarci, invece avrei fatto qualsiasi cosa pur di riuscirci. Poi, paradossalmente, scoperto il tumore e il percorso che si poteva intraprendere, è stato un sollievo. I medici dello Ieo Spaggiari e Cipolla, insieme ai miei famigliari, mi hanno salvato la vita. Non respiravo più a fare una salita, a luglio invece ho capito che ero guarito». E la vita è come ricominciata: « Ho recuperato gli studi persi e ora sono iscritto all' Università , facoltà di Scienze politiche a Genova; in più lavoro nell' ufficio di amministrazione condomini ale di mio padre ». Foto: Studente lavoratore Foto: Alessandro Rocca Bonini, 21 anni Foto: Il libro Foto: «Io... dopo. Io adolescente e la mia vita con il cancro» è edito da Il Pensiero Scientifico con una prefazione di Umberto Veronesi: raccoglie le storie dei giovani pazienti di Lorenzo Spaggiari professore associato all'Università di Milano e direttore del reparto di chirurgia toracica all'Ieo di Milano 26/03/2013 Il Messaggero - Roma Pag. 37 (diffusione:210842, tiratura:295190) Idi-San Carlo, relazione alla Regione «Le nostre garanzie sulla sicurezza» C'ERA IL PERICOLO DI PERDERE L'ACCREDITAMENTO DOPO LE ISPEZIONI DELLA ASL E DEI VIGILI DEL FUOCO C.R. La Regione aveva chiesto chiarezza per ottenere l'accreditamento e l'Idi-San Carlo di Nancy ha presentato un relazione dettagliata, presentata e consegnata ieri. L'Istituto spera così di fugare i dubbi causati da alcune ispezioni della Asl e dei Vigili del Fuoco. «È stata consegnata la risposta al sollecito della Regione Lazio che ci esortava a compiere gli adempimenti necessari per essere a norma in tutte le strutture per la tutela della sicurezza dei lavoratori e dei pazienti». LA SVOLTA L'annuncio arriva con una nota del Gruppo Idi Sanità, di proprietà della Congregazione dei Figli dell'Immacolata concezione, ora commissariata dal cardinal Versaldi su disposizione di papa Ratzinger prima delle dimissioni: «Dopo aver analizzato dettagliatamente i rilievi evidenziati dalla Regione - precisa il comunicato - relativi ad alcuni parametri, specie di natura strutturale, il Gruppo Idi Sanità avanza le sue proposte per una modulazione degli interventi necessari. Comunque ascrivibili, in buona parte, al macro ambito della sicurezza del lavoro e dell'infrastruttura: la manutenzione antincendio dei vari quadri elettrici e degli impianti di aerazione e condizionamento e delle apparecchiature elettromedicali». «La pronta risposta attesta la nostra responsabilità nell'affrontare la delicata situazione dell'Idi ed è la dimostrazione della nostra volontà di collaborare con la Regione», spiega Massimo Spina, direttore amministrativo del Bambino Gesù e collaboratore del delegato vicario per l'Idi Giuseppe Profiti (nominato dal cardinal Versaldi). «La documentazione prodotta - avverte la nota dell'Idi si conclude con una tabella generale delle priorità, che rappresenta la sintesi delle linee d'intervento stimate come prioritarie per assicurare alla continuità di esercizio delle strutture ospedaliere analizzate, i crismi minimi della sicurezza infrastrutturale a tutela dei pazienti, operatori e frequentatori al più vario titolo». Vediamo nel dettaglio la risposta, articolata in una relazione di trentasette pagine e corredata da dodici allegati: relaziona che sulle molte criticità in termini di sicurezza e igiene del lavoro, di sicurezza antincendio e di gestione dell'emergenza e di conformità ai requisiti dell'accreditamento, riscontrate da alcune ispezioni condotte dal Servizio prevenzione sicurezza ambienti di lavoro, dall'Asl Rm E, dai Vigili del Fuoco. «I risultati di queste visite ispettive - sottolinea il comunicato - avevano spinto la Regione a chiedere al Gruppo Idi Sanità di produrre documentazione relativamente alle condizioni dell'Irccs Istituto dermopatico dell'Immacolata e dell'ospedale San Carlo di Nancy». LA CRISI © RIPRODUZIONE RISERVATA L'Idi-San Carlo, travolto da un'inchiesta giudiziaria che vede indagati i vecchi dirigenti, sta vivendo da mesi una crisi drammatica, che ha causato da agosto il pagamento a singhiozzo degli stipendi. Sul tavolo c'è anche un piano di esuberi per 405 dipendenti e proprio domani in Regione sarà aperto un tavolo permanente per affrontare la difficile situazione, dopo l'incontro dei giorni scorsi tra i sindacati, il presidente della Regione, Nicola Zingaretti, l'assessore al Lavoro Lucia Valente, la struttura commissariale e i dirigenti dell'Idi. Bisognerà individuare anche forme di ammortizzatori sociali per rendere meno dolorosa il piano di riduzione del costo del lavoro. Foto: Le proteste nei giorni scorsi davanti alla sede dell'Idi SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 26/03/2013 25 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato SANITÀ 26/03/2013 Il Messaggero - Roma Pag. 43 (diffusione:210842, tiratura:295190) Scandalo al Bambino Gesù, medici sospesi Genitori spinti a far operare il figlio malformato in una clinica privata SMASCHERATI DA «LE IENE» I DUE DOTTORI AVEVANO FATTO UN PREVENTIVO DA 38MILA EURO L'INTERVENTO POI ESEGUITO AL GEMELLI A COSTO ZERO Beatrice Picchi Sospesi, fuori dall'ospedale subito. Per i due medici del Bambino Gesù che hanno consigliato ai genitori di un bimbo gravemente malato di farlo operare in una clinica privata, al costo di 38 mila euro, per non aspettare troppi mesi, la direzione sanitaria ha deciso la sospensione immediata e un'indagine interna. Ma questa brutta storia, denunciata dalle Iene, ha il suo lieto fine. IL FATTO Federico è nato con una craniostenesi, una malformazione della struttura cranica che deve essere operata con urgenza. Il piccolo, nove mesi e una gran voglia di giocare, è stato operato venti giorni fa al Policlinico Gemelli, senza aspettare e senza pagare. «Non è successo così al Bambino Gesù, dove io e mia moglie siamo corsi non appena la pediatra ci ha detto che nostro figlio aveva questa rara patologia», racconta il papà, Alessandro, conduttore radiofonico. Il chirurgo dell'ospedale del Gianicolo, fatta la diagnosi, propone ai genitori che il bimbo può essere operato a giugno, prima non c'è posto, oppure possono rivolgersi a Boston. Ma in Italia non ci sono altri ospedali per questa patologia? chiede la mamma. «Se vuole noi possiamo intervenire privatamente, tra una settimana, con la stessa équipe che lavora qui in ospedale. Il bimbo non è in fin di vita, ma più ci si allontana da quella data più la situazione peggiora», risponde il dottore. Il preventivo di 38 mila euro arriverà via mail ad Alessandro poche ore dopo il colloquio. L'uomo non ci sta ma sa che per suo figlio non c'è tempo da perdere. Chiede aiuto e scopre che al Gemelli Federico può essere operato: e così avviene. In cinque giorni il bimbo torna a casa. ` LE SCUSE DI PROFITI Solo a questo punto il papà decide di tornare al Bambino Gesù. «Non cercavo vendetta - spiega il papà Alessandro - so di aver fatto la cosa giusta. Non voglio che questi dottori continuino a calpestare il dolore e la speranza di altre famiglie. Hanno continuato a negare che poteva esistere un'alternativa in Italia, come il Gemelli, o il Gaslini a Genova, anche quando sono andato a dirgli che mi ero rivolto agli strozzini per trovare i soldi. Ieri mattina il presidente dell'ospedale pediatrico Bambino Gesù, Giuseppe Profiti, mi ha chiesto scusa. Ma io e mia moglie riconosciamo che gli altri si sono comportati con noi benissimo». La direzione sanitaria, in attesa di acquisire gli elementi necessari per valutare la gravità della condotta dei medici, ha disposto «la sospensione del medico e del suo collaboratore riservandosi di agire disciplinarmente e in ogni altra sede ritenuta opportuna a tutela dell'immagine dell' ospedale». 1 febbraio La vicenda La famiglia scopre la rara malattia di Federico: merito di una pediatra scrupolosa e attenta che si accorge di alcuni comportamenti anomali del bimbo. E' affetto da craniostenesi, una malformazione della struttura cranica, che secondo il protocollo medico deve essere operata dal quarto al sesto mese di vita del bambino. 20 febbraio I genitori si rivolgono al Bambino Gesù, e incontrano il chirurgo che dovrà occuparsi dell'intervento chirurgico. Lo specialista e il suo assistente sostengono che non c'è posto fino a giugno, consigliano di fare l'operazione a pagamento. 4 marzo Federico viene operato al Policlinico Gemelli. I medici riconoscono l'urgenza. Il bimbo viene ricoverato per cinque giorni e poi torna a casa. Foto: L'ingresso dell'ospedale Bambino Gesù SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 26/03/2013 26 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato LA DENUNCIA 26/03/2013 Il Messaggero - Roma Pag. 43 (diffusione:210842, tiratura:295190) Per i piccoli pazienti nasce il nuovo reparto di neuropsichiatria MOLTI BAMBINI SOFFRONO DI DISTURBO DELL'APPRENDIMENTO OTTO I NUOVI POSTI LETTO TRE DEI QUALI RISERVATI AD ADOLESCENTI Camilla Mozzetti Non è mai semplice fare i conti con le malattie, soprattutto quando le persone colpite sono bambini e le patologie riconducibili alla psichiatria. Eppure circa il 20% dei piccoli, su scala mondiale, in età evolutiva manifesta i sintomi della dislessia, della depressione, dell'anoressia fino ai disturbi comportamentali e ai deficit di attenzione. Per questo l'ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma ha ristrutturato, in 18 mesi e con un costo di circa 3 milioni di euro, il reparto di neuropsichiatria infantile guidato dal professor Stefano Vicari. Otto nuovi posti letto, tre dei quali riservati ad adolescenti, che rappresentano il 10% dell'offerta nazionale. LE PATOLOGIE «Le patologie psichiatriche esistono e non si palesano soltanto in età adulta», afferma il primario. «Perché molto spesso un adulto con problemi psichiatrici nasconde un bambino con patologie non curate nell'infanzia. Per questo è necessario - prosegue Vicari - sviluppare una cultura che faccia dell'educazione alla salute mentale un punto centrale nello sviluppo del bambino». «L'ospedale aveva già sei posti letto», precisa Giuseppe Profiti, presidente del nosocomio pediatrico. «Ma abbiamo ritenuto necessario, proprio per il tipo di ricoveri e le particolari terapie richieste, rendere il reparto più funzionale ai bisogni specifici, rispondendo così anche agli standard internazionali della Joint commission international». Per questo, ad esempio, i letti del reparto non hanno spigolature, non ci sono maniglie alle porte né specchi nei bagni, realizzati interamente in alluminio, per evitare incidenti e atti di autolesionismo. «I ricoveri sono aumentati - prosegue Profiti - ma questo deriva anche dalla velocità di diagnosi che permette subito di capire quale tipo di problema si deve curare». Arrivano da tutta Italia i piccoli pazienti del reparto e Roma non rappresenta la città con il più alto numero di casi clinici. I ricoveri durano in media nove giorni, perché il reparto ospita pazienti in fase acuta, il più è curato e diagnosticato in regime di day-hospital. I RICOVERI Solo nel 2012 ci sono stati 250 ricoveri e 6mila bambini visitati. Di questi 700 soffrivano di disturbi dell'apprendimento ed erano affetti da dislessia, 650 manifestavano disturbi dello spettro autistico, 50 sono stati gli esordi psicotici, mentre 250 sono stati i pazienti colpiti da deficit dell'attenzione e altrettanti affetti da anoressia. Patologia questa, che si sta allargando a macchia d'olio anche tra i maschi in età prepuberale. 18 I mesi impiegati per ristrutturare il reparto, costato circa 3 milioni di euro Foto: Bambini all'ospedale SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 26/03/2013 27 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato LA NOVITÀ 26/03/2013 Avvenire - Ed. nazionale Pag. 1 (diffusione:105812, tiratura:151233) VALERIA CHIANESE Sebbene le ludopatie siano state riconosciute nei Lea, livelli essenziali di assistenza, non sono ancora stati strutturati corsi di formazione per operatori, né il ministero ha garantito personale aggiuntivo o fondi per finanziare la formazione lasciando alle Asl il problema. Il primo, e al momento l'unico in Italia, è stato progettato dall'Università degli Studi Suor Orsola Benincasa di Napoli: per dare organicità scientifica a un problema complesso, che coinvolge anche gli adolescenti, così da poter successivamente aiutare su basi cognitive e pratiche i malati d'azzardo. L'idea di programmare il "Corso di perfezionamento sulle ludopatie" è del dottor Antonio D'Ambrosio, specialista in psichiatria e psicoterapeuta cognitivo comportamentale, dirigente psichiatra presso l'Istituto di Psichiatria della Seconda Università di Napoli. Per D'Ambrosio non ci sono dubbi: il gioco d'azzardo patologico è «l'ultima delle epidemie che sta vivendo l'Italia». In un contesto già pessimo, si inseriscono in negativo Napoli e la Campania: nel 2011 nella regione sono stati spesi 8,9 miliardi di euro. «Considerando la spesa pro capite - osserva D'Ambrosio - la Campania è la prima regione italiana per numero e quantità di scommesse, pur avendo un'economia tra le più disastrate della nazione!». Non a caso quindi il Corso di perfezionamento sulle ludopatie nasce a Napoli, ospitato dalla Cattedra di Criminologia del Suor Orsola, diretta dal professor Silvio Lugnano. Organizzato in formula mista - attività formative in presenza integrate da formazione a distanza - per 50 operatori, avrà inizio il prossimo maggio e si concluderà, attraverso lezioni a carattere laboratoriale distribuite in 15 incontri da 5 ore ciascuno, a novembre 2013. «Il corso - spiega D'Ambrosio - nasce dall'esigenza di formare un operatore in grado di aiutare il soggetto con ludopatia. Per far questo è necessario dare una formazione che sia in grado di inquadrare tutte le varie componenti del fenomeno, poiché questo ha una base bio-psicosociale». Nel corso si sottolinea molto l'importanza dei vari aspetti antropologici, sociali, criminologici ed economici oltre che quelli più spiccatamente psicologici e psichiatrici legati al trattamento: «Il paziente affetto da tale problema deve rendersi conto di essere parte e vittima di un meccanismo molto complesso». A partecipare sono chiamati non solo medici, ma anche psicologi, insegnanti, assistenti sociali, psico-pedagogisti. «È importantissimo il ruolo della formazione degli insegnanti - sostiene D'Ambrosio - perché la prevenzione in età adolescenziale è un fattore fondamentale, constatata l'ampia diffusione tra questo segmento di popolazione». La capillarità dell'offerta del gioco d'azzardo richiede infatti una prevenzione altrettanto diffusa, possibile, afferma D'Ambrosio, «a livello di educazione. Dobbiamo occuparci dei malati aggregando operatori in grado di sviluppare un progetto autonomo di trattamento - conclude. - È tempo però di creare un sistema, che si faccia carico in pieno di un fenomeno che non riguarda solo i singoli, ma la società nei suoi vari aspetti». SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 26/03/2013 28 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Gioco d'azzardo Arriva lo specialista contro le ludopatie A Napoli primo corso per gli operatori 26/03/2013 Avvenire - Ed. nazionale Pag. 24 (diffusione:105812, tiratura:151233) Sanità, orgoglio fragile d'Italia di Mirella Poggialini hi sia riuscito a sfuggire davanti alla tv alla tragica malia delle consultazioni politiche, domenica sera ha seguito, magari in parallelo, due trasmissioni ben diverse per genere ma unite da un tema comune, quello della Sanità italiana, nobile manifestazione di welfare che il mondo ci invidia, ma anche ancipite specchio dei nostri valori e della nostra diffusa incapacità di rispettarli. Su Raitre Presadiretta di Riccardo Iacona e Francesca Barzini, con il titolo «La megliosanità»; su Italia 1 Le Iene , trasmissione diversa nello spirito e nella forma, che comunque affronta (non senza pressapochismi) sempre più spesso temi sociali, come la problematica concessione di cure staminali a bimbi nati con malattie mortali e senza rimedio. Presadiretta ha posto sotto esame le modalità con cui in Italia la salute viene difesa dalle istituzioni, con l'organizzazione e la prevenzione, la preparazione degli addetti e l'aggiornamento di mezzi e tecniche: e ha così confrontato l'eccellenza della Sanità dell'Emilia Romagna rispetto alle diffuse e macroscopiche lacune di altre regioni - il Lazio per spese mal indirizzate e inadempienze colpevoli, la Calabria per il cattivo uso delle risorse e l'impreparazione dei medici. E, a parte la benevola intervista a Vasco Errani, governatore emiliano che tuttavia non ha citato il sisma per il quale lo Stato ha fatto poco o nulla, l'effetto straniante è stato notevole, mettendo in risalto quanto poco si compensino la vastità dei servizi, il costo delle risorse e l'effettivo livello di certi risultati. A dimostrare - come hanno confermato le interviste delle Iene ai genitori di piccoli bisognosi di cure «compassionevoli», vale a dire estremo e dubbio rimedio in assenza di sperimentazione - quanto nella politica, di cui oggi cogliamo incertezze e povertà dei temi, conti l'etica dei comportamenti e il rispetto delle norme, segno di una maturità che la nostra nazione merita di poter dimostrare, al di là di sterili polemiche da derby di paese. SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 26/03/2013 29 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato L'INDICE 26/03/2013 Libero - Ed. nazionale Pag. 11 (diffusione:125215, tiratura:224026) Cameron taglia il welfare ai non-inglesi Sussidi a tempo per i disoccupati e cure sanitarie solo con assicurazioni private. I critici: è solo un bluff ALESSANDRO CARLINI LONDRA I turisti del benefit e della sanità «Made in UK» gratis tremano. Il premier conservatore David Cameron ha presentato ieri, parlando allo University Campus Suffolk di Ipswich, il suo piano per fermare, una volta per tutte, questo cattivo «costume» tipico di migliaia di immigrati, di cui molti europei, che arrivano dalle parti di Londra o altre città britanniche per godere dei tanti sussidi messi a disposizione dallo Stato. Cameron ha detto che il Paese non si può più permettere di mantenere migliaia di persone. Fra i punti della sua riforma, che deve essere discussa e verrà introdotta probabilmente nei prossimi mesi, c'è prima di tutto la nuova regola per i sussidi di disoccupazione. Gli immigrati da altri Paesi Ue li potranno percepire per sei mesi, dopo di che verrà valutato se hanno la possibilità di trovare o meno lavoro. In caso contrario non verranno più erogati. Il premier ha detto che il Paese sta subendo ancora le politiche del Labour, che ha permesso a milioni di stranieri di stabilirsi nel Regno Unito, sottraendo lavoro ai britannici. Anche in fatto di Servizio sanitario nazionale, sono in arrivo restrizioni. Nel caso di immigrati Ue in certi casi potrà essere chiesto ai loro Paesi di provenienza di coprire i costi sanitari. Per gli extracomunitari verranno richieste assicurazioni private. Come ha detto lo stesso Cameron, «la nostra deve essere una sanità nazionale gratis per tutti, non una sanità internazionale». Il progetto lo dicono gli stessi giornali conservatori - fa però acqua da molte parti. Lo stesso Cameron non ha risposto alla domanda di un giornalista che gli chiedeva quanti saranno gli immigrati coinvolti da questo giro di vite. Secondo i dati diffusi dalla Bbc, emerge che dei 5,5 milioni di persone in età lavorativa che prendono benefit nel Regno si contano circa 370 mila stranieri. Dai laburisti è arrivata un'altra bordata: un loro portavoce ha spiegato che alcune delle misure di cui parla Cameron già esistono da tempo. SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 26/03/2013 30 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Giro di vite 26/03/2013 MF Pag. 22 (diffusione:104189, tiratura:173386) Algoritmi anti-tumori Allo Ieo screening con Tac a bassa dose e test su marcatori molecolari Cristina Cimato Un approccio matematico aiuta a individuare la progressione metastatica del tumore al polmone. Uno studio realizzato dalla University of southern California e pubblicato sulla rivista Cancer research ha sfruttato uno strumento algebrico, ossia la catena di Markov, utilizzato anche nelle reti di telecomunicazioni, per classificare i tumori polmonari metastatici. In pratica il meccanismo mima quello di diffusione delle informazioni, cercando di capire come la malattia si diffonda nell'organismo. Il team di ricerca ha scoperto che il cancro del polmone non progredisce in una sola direzione dal sito del tumore primario in luoghi distanti, ma il movimen-to delle cellule cancerogene avviene in tutto l'organismo in diverse direzioni. Non solo, esistono alcune aree dove si manifesta una concentrazione di queste cellule cancerogene, come per esempio la ghian-dola surrenale e renale. Per il loro studio i ricercatori hanno lavorato sul materiale autoptico di 163 pazienti con cancro del polmone residenti nella zona del New England dal 1914 al 1943, quando non era ancora possibile l'uso di radiazioni e della chemioterapia, cosi da fornire una visione di come il cancro progredisce se non trattato. Va detto però che i tumori al polmone di adesso sono molto differenti da quelli di cento anni fa, quindi questo fatto può rappresentare un limite dello studio. Comunque sia, i ricercatori hanno individuato come il cancro sia in grado di spostarsi in una posizione «preferita» e grazie a questa informazione sia possibile tentare di intervenire in anti-cipo e rapidamente con trattamenti mirati prima che le cellule si disperdano ampiamente. «Una nuova branca, ossia quella della bioinformatica, fornisce un aiuto importante nell'interpretazione dei fenomeni medico-biologici», ha commentato Giulia Veronesi, direttore dell'Unità di ricerca diagnosi precoce e prevenzione del tumore polmonare allo Ieo, «questo approccio è utile non solo per i modelli statistici sulla metastatizzazione ma anche per individuare forme molecolari del tumore utUi a una diagnosi precoce. H fine ultimo è quello di trovare attraverso le molecole nel sangue il tumore in fase iniziale, periodo nel quale i dati restituiscono una percentuale di guarigione alta, pari al 75%, da confrontare invece con un esito positivo del 15% nei casi in cui il tumore venga diagnosticato al di fuori di uno screening; quando i sintomi sono già manifesti». Proprio per individuare più preco-cemente le neoplasie polmonari è in corso presso lo Ieo e in otto centri in tutta Italia lo studio Cosmos E, che intende validare la combinazione di molecole nel sangue come firma prospetti-ca che indica una condizione di malattia. Attualmente lo studio Cosmos E, che ha preso avvio grazie ai positivi riscon-tri di Cosmos I, effettuato dal 2004 su 5 mila soggetti sotto-posti a Tac a basso dosaggio, è giunto all'arruolamento del 40% dei 10 mila pazienti previsti. «Stiamo procedendo con le Tac e con il prelievo ematico, i primi e preliminari risultati su questo nuovo studio si avranno già entro l'estate, mentre l'arruolamento finirà presumibilmente entro l'anno e poi ci sarà un tempo di follow up di 4 anni», ha aggiunto Giulia Veronesi, «con questo screening eseguito su soggetti sani, forti fumatori da più di 20 anni o ex fumatori che abbiano smesso da meno di 10 anni, la diagnosi è nettamente anticipata e cosi l'esito dei trattamenti è decisamente positivo. H fine di Cosmos è di arrivare al crollo della mortalità per tumori polmonari entro 10,15 anni tramite lavalidazione e la diffusione dello screening nonché di un aiuto psicologico per smettere di fumare», (riproduzione riservata) SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 26/03/2013 31 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Salute Uno strumento algebrico aiuta a classificare e studiare la neoplasia polmonare 26/03/2013 MF Pag. 22 (diffusione:104189, tiratura:173386) Meno farmaci per i bambini iperattivi Giulia Silvestri LJiperattività e il deficit di attenzione dei bambini non trovano beneficio dalle terapie farmacologiche. I dati di uno studio statunitense a lungo termine condotto su bambini in età prescolare a cui è stata diagnosticata la sin-drome da iperattività e deficit di attenzione, pubblicato su Journal of amerlcan aca-demy of child and adole-scent psychiatry, mostrano che il trattamento farmacolo-gico precoce su bambini non ha effetti significativi sulla ridu-zione dei sintomi: 9 bambini su 10 continuano a manifestare il problema anche molto tempo dopo l'inizio del trattamento. «La tesi dei collegbi americani conferma che il cervello del bambino in evoluzione ha ne-cessità di un adeguato e sano apporto alimentare, un conte-sto affettivo positivo e di stimoli ambientali, attenzione al cli-ma, alla temperatura, ai campi elettromagnetici e molto altri accorgimenti più che di psico-farmaci. L'assunzione di psico-farmaci rischia di modificare il normale sviluppo del cervello fino a produrre diversi disturbi di personalità, che vengono poi classificati come altre malat-tie, da curare con altri psico-farmaci. Cosi la catena della malattia psichica si perpetua in eterno», ha spiegato Emilia Costa, professore di psichiatria e già titolare della cattedra di psichiatria dell'Università di Roma La Sapienza. Intanto all'ospedale Bambino Gesù di Roma è stato inaugurato il nuovo reparto di neuropsi-chiatria infantile, con stanze e ambienti senza spigoli, mobili fissati a terra e porte di sicurez-za. H nuovo reparto ha ottenuto il riconoscimento d'idoneità dalla Joint Commission Inter-national, organizzazione inca-ricata di valutare gli standard di qualità e sicurezza in ambito ospedaliero, (riproduzione ri-servata) SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 26/03/2013 32 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Ricerca Studio Usa mostra la scarsa efficacia delle cure. Anche a lungo termine