Presidente mon amour

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Presidente mon amour
[VITA DI COPPIA]
DI PAOLO ROMANI
PRESIDENTE
MON AMOUR
Cecilia torna da Sarkozy, Ségolène si separa. In
Francia il successo politico fa bene ai matrimoni
N
on si sa bene se ci sia da rallegrarsi
o rammaricarsi, ma il 2007 passerà
alla storia come l’anno che ha visto la politica francese fare un salto sorprendente nella modernità. Un fenomeno
al quale i nostri cugini d’Oltralpe hanno subito appiccicato un’etichetta: peopleisation.
Significa, in parole povere, che nell’interminabile maratona elettorale di questa primavera (prima le elezioni presidenziali seguite
dalle legislative), è stata definitivamente trasgredita la regola non scritta che vuole che
la politica si fermi sulla porta dell’alcova. Cancellati di
colpo i confini tra sfera pubblica e privata, i riflettori si
sono puntati sull’intimità
dei protagonisti, trattati
dai media come people, ossia come le celebrità dello
spettacolo o dello sport, le
teste coronate, i vip dell’industria e della finanza. La
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politica francese si è americanizzata come
non era mai accaduto prima.
In un Paese dove tradizionalmente la vita
privata dei politici era blindata (nessun giornale si era mai interessato all’intimità del generale De Gaulle, e il presidente Mitterrand
era riuscito a nascondere per quasi due decenni l’esistenza della figlia adulterina Mazarine) si è assistito a una sconcertante proliferazione di insinuazioni salaci, indiscrezioni,
pettegolezzi e rivelazioni, le cui prime e più
importanti vittime sono stati i protagonisti
della corsa all’Eliseo, Nicolas Sarkozy (eletto presidente il 6 maggio) e la sua
avversaria socialista Ségolène Royal. L’uno e l’altra
hanno dovuto rassegnarsi
a che i loro problemi di
coppia (storie di adulteri,
씮
In queste pagine: tenerezze
tra Sarkozy e la moglie Cecilia
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relazione viene subito messa in piazza dalla
stampa). Sembra davvero innamorato, ma
l’idillio finisce presto: la bella Cecilia torna all’ovile, e la sventurata giornalista viene “scaricata” per le spicce (siamo moderni o no?) per
mezzo di un maleducatissimo sms sul telefonino: «Non sono riuscito a voltare pagina».
La coppia si ricompone: tra l’amour fou e
lo statuto di first lady Cecilia sceglie il secondo, e la storia si conclude (definitivamente?)
con le immagini oleografiche dell’inaugurazione del presidente: famiglia ricompattata
al gran completo, Cecilia radiosa (in abito
Prada) con le sue figlie, i figli maschi di Nicolas, il piccolo Louis che fa il discolo sotto gli
stucchi del palazzo dell’Eliseo. È lo specchio dei tempi, in questa Francia “moderna” dove le famiglie recomposées, allargate
in seguito ai matrimoni e divorzi successivi,
si contano a centinaia di migliaia.
Può darsi che anche Ségolène Royal formi
in futuro una nuova famiglia “allargata”. La
Le coppie dei politici famosi simboleggiano la Francia
“
”
Sull’onda della vittoria
nelle presidenziali,
Sarkozy ha riaperto
la porta del domicilio
coniugale a Cecilia,
la moglie infedele
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씮
relazioni extraconiugali, liti, separazioni e riconciliazioni) venissero discussi a tavola e nei
salotti, messi in piazza con articoli sui giornali,
libri, reportage radiofonici e televisivi.
A voler fare dell’ironia a tutti i costi, si potrebbe osservare che in politica il successo ricompone le coppie, mentre la sconfitta le disfa. Emblematici i casi di Nicolas Sarkozy e di
Ségolène Royal. Sull’onda della vittoria, il primo ha riaperto la porta del domicilio coniugale a Cecilia, la moglie infedele; mentre la seconda, all’indomani della disfatta, ha annunciato la separazione da François Hollande,
segretario del Partito socialista, da trent’anni
suo compagno di vita oltre che di partito.
Entrambe le vicende sono state raccontate
in lungo e in largo, con sovrabbondanza di
particolari, e non è assurdo pensare che abbiano influito (ma fino a che punto?) sulle scelte
degli elettori, a partire dal momento in cui la
scena politica francese si è messa a somigliare
al palcoscenico di un teatro del boulevard. Finisce nel mirino Nicolas Sarkozy, quando,
l’autunno scorso, il settimanale Paris-Match
sbatte in copertina una foto di Cecilia ritratta a New York in compagnia di un amico,
tale Richard Attias, noto alle cronache come
direttore pubblicitario della campagna elettorale del marito. Occhi pervinca, fisico da modella, origini romene (dalla parte del padre) e
spagnole (dalla parte della madre) Cecilia, nata nel 1957, è una bella donna alta, con il suo
metro e 78 domina lo sposo di dieci centimetri. Ha sposato Sarkozy in seconde nozze: il
primo marito è un famoso comico, Jacques
Martin, animatore di programmi televisivi, al
quale Cecilia ha dato due figlie, due belle ragazze bionde, Jeanne-Marie (23 anni) e Judith
(20 anni). Anche Sarkozy è già stato sposato, con Marie Dominique Culioli, una signora
còrsa con la quale ha avuto due maschi, Pierre (22 anni) e Jean (20 anni). Insieme, Sarkozy
e Cecilia hanno avuto un figlio, Louis, che ha
appena compiuto 10 anni.
Siamo alla fine del 2006. Passano le settimane, e la Francia pettegola non parla d’altro
che di Cecilia, delle sue scappatelle, dei
suoi ritorni. Sulle prime Sarkozy pare affranto dalla parte ingrata che gli tocca di recitare,
quella del marito tradito (cocu, scrivono impietosi i giornali satirici). Poi reagisce, deciso
a consolarsi con una giornalista del Figaro (la
delle coppie allargate
separazione da Hollande era nell’aria da
un pezzo: il microcosmo politico-giornalistico sapeva che nella vita del segretario del
Partito socialista c’era un’altra donna, una
bella giornalista, e in piena campagna elettorale era uscito un libro, La femme fatale, che
aveva svelato il segreto. Eppure l’annuncio
ha provocato l’effetto di una bomba, anzitutto per il modo in cui è stato fatto. Era il 17
giugno, la sera dei ballottaggi delle elezioni
politiche, quando Ségolène, in diretta tv, è
uscita a sorpresa: «François non è più il mio
compagno. Gli ho chiesto di abbandonare
il domicilio e di vivere per conto proprio la
sua storia sentimentale ormai raccontata in libri e giornali. Gli auguro di essere felice».
Bisogna dire che, fino a pochi mesi fa, Ségolène e François si erano sforzati di trasmettere l’immagine di una coppia laica modello. Non sposati ma uniti da un Pacs (Patto
di unione civile, modello di quel Dico che si
vorrebbe istituire in Italia), si erano conosciuti 28 anni fa sui banchi della prestigiosa Ena
(Ecole nationale d’administration, dove viene formata l’élite della Francia) e da allora
non si erano più lasciati. Insieme avevano
avuto quattro figli, due maschi e due femmine: Thomas 23 anni, Clémence 22, Julien 20
e Flora 15. L’annuncio della separazione ha
avuto comunque il merito di chiarire una situazione che provocava tensioni in seno al
Ps, diviso tra gli amici di Ségolène e quelli di
Hollande. «Era ora che si decidessero», ha
commentato un deputato socialista, Manuel
Valls, «perché la vita del partito non poteva
ruotare attorno ai problemi di una coppia».
Se la causa diretta della separazione è più
che banale (la sbandata sentimentale di François Hollande),
i motivi della rottura sono anche politici. Il segretario socialista non si era mai consolato
dopo lo smacco subito l’anno scorso, quando aveva dovuto rinunciare a candidarsi alla presidenza per lasciare
il posto alla compagna. Sul piano
ideologico le strade divergono:
la Royal predica lo spostamento a destra del Ps (su
una linea socialdemocratica
non dissimile da quella del
Labour di Blair) e l’alleanza con i centristi. Hollande è
partigiano di una larga unione
della sinistra come ai tempi di
Mitterrand.
Per di più, Ségolène non fa
mistero dell’intenzione di ricandidarsi alla presidenza nel 2012
per vedere finalmente realizzato il sogno di una donna
alla guida dello Stato (sarebbe la prima volta nella storia della Francia).
E ha già cominciato a
muovere le pedine per
dare la scalata alla segreteria del Ps, alla poltrona dell’(ormai) ex
compagno Hollande, il
quale ha fatto sapere che
nel 2008 si dimetterà. Il 17
giugno scorso i francesi hanno avuto l’insolito privilegio di assistere in diretta alla fine di un amore: in politica e nella vita… 왎
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