gennaio/febbraio 2013 - ISTITUTO NAZIONALE per la GUARDIA D

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gennaio/febbraio 2013 - ISTITUTO NAZIONALE per la GUARDIA D
Registrazione del Tribunale di Roma n° 300/86 del 10/06/1986
GUARDIA D’ONORE
Un’altra Italia
gennaio/febbraio 2013
1
SOMMARIO
pag.
GENNAIO - FEBBRAIO 2013
Rivista bimestrale dell’Istituto
Nazionale per la Guardia d’Onore
alle Reali Tombe del Pantheon
Direzione:
00186 Roma - Via della Minerva, 20
Tel. 06.67.93.430
Fax. 06.69.92.54.84
Indirizzo Internet:
www.guardiadonorealpantheon.it
Dalla Presidenza
1
Lettere al direttore
4
Quote sociali
6
Cronaca delle Delegazioni
9
Prossimi eventi
39
Cultura
40
Note liete
55
Necrologi
55
Nuovi iscritti
57
Oggettistica
59
Modulo di domanda di ammissione 60
E-mail dell’Istituto:
[email protected]
Direttore Responsabile:
Ugo d’Atri
Le lettere e gli articoli esprimono unicamente le opinioni
degli autori. Proprietà letteraria, artistica e scientifica
riservata. per le riproduzioni anche se parziali, è fatto
abbligo di chiederne preventiva autorizzazione, citarne
la fonte, inviando all’Istituto una copia.
Registrazione del Tribunale di Roma
n.° 300/86 del 10-06-1986
Spedizione in abbonamento postale
Del presente numero di 60 pagine sono state
stampate 4500 copie
Finito di stampare il ....
Impaginazione e stampa: Co.Art s.r.l.
www.co-art.it
Prevista consegna alle poste il il ....
SOMMARIO
La collaborazione del Direttore
e dei soci è da sempre gratuita e mai può assumere la
forma di lavoro dipendente
o di collaborazione autonoma perché incompatibile
con la natura volontaristica
dell’Istituto Nazionale per la
Guardia d’Onore alle reali
Tombe del Pantheon, di cui
la Rivista è organo.
Fermo quanto precede, la
direzione si riserva di ospitare, in attuazione all’art. 21
della Costituzione, interventi
anche di non soci a titolo
gratuito, riservandosi sempre e comunque il diritto di
apportare tagli e modifiche
ritenute necessarie.
Ogni collaborazione implica
accettazione integrale e senza
riserve di quanto precede.
Hanno collaborato a questo numero:
Alessandro Ambrosini
Riccardo Basile
Francesco Calò
Andrea Maria Coda di San Grato
Ugo d’Atri
Oscar Elia Lunetta
Gabriele Mariani di Corneto
Carlo Premoli
Giorgio Rolle
Pierluigi Romeo di Colloredo Mels
GUARDIA D’ONORE N. 1 - 2013
DALLA
PRESIDENZA
GUARDIA D’ONORE N. 1 - 2013
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LE VISITE ALLA TOMBA
DI VITTORIO EMANUELE III
E AL SACRARIO DI EL ALAMEIN
riori e adeguatamente valutabili sotto il profilo della
necessità o della opportunità delle d ecisioni assunte
dalla loro classe dirigente. Non c’è niente di ridicolo
nel destino delle Nazioni!
La Guardia d’Onore ha voluto dimostrare la propria vicinanza al Sovrano chiedendo al Parroco di
svolgere una breve funzione religiosa in suffragio
della Sua anima. Al termine è stato deposto un
omaggio floreale e sono state pronunciate alcune
parole in ricordo dell’opera di un Sovrano, la cui
esistenza (1869 – 1947) ha abbracciato quasi tutta
la durata del Regno, affrontando due Guerre
Mondiali, gestendo una profonda crisi economica,
svolgendo un’attività di controllo sul Governo resa
difficile e problematica, da un lato, per la gravità
delle decisioni da assumere e, dall’altro, per l’assenza di meccanismi istituzionali di verifica del
consenso della Nazione.
La visita al sacrario, nel giorno (23 ottobre) del 70°
anniversario della IIa battaglia, ha inteso sottolineare la presenza della Guardia d’Onore sul sito
che ha visto il martirio di migliaia di giovani italiani per attestare, anche in quei terribili frangenti di
palese inferiorità di uomini e mezzi, la loro lealtà ai
destini della Patria.
Nello scorso mese di ottobre una delegazione di
Guardie d’Onore, accompagnate da persone vicine
all’Istituto per condivisione di ideali e di finalità
istituzionali, hanno effettuato una vista alla Tomba
di Vittorio Emanuele III ad Alessandria d’Egitto ed
hanno successivamente raggiunto il Sacrario di El
Alamein.
La lapide a ricordo della tumulazione del penultimo
Re d’Italia, posta sul retro dell’altare maggiore della
chiesa di Santa Caterina d’Alessandria, si presenta
molto semplice ed essenziale. Quasi a richiamare,
anche con l’evidenza della pietra, la solitudine di un
Sovrano in esilio, per il quale è stato decretato in
Patria il rifiuto di qualsivoglia forma di ricordo o di
valorizzazione equilibrata del periodo storico da Lui
affrontato. Sono ammesse solo strumentalizzazioni
mediatiche, volte a ridicolizzare un’intera classe dirigente e un intero popolo; le centrali culturali del
nostro Paese mentono a se stesse: sanno bene che in
ogni epoca e sotto ogni cielo i popoli si muovono
secondo logiche perfettamente ricostruibili a poste-
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GUARDIA D’ONORE N. 1 - 2013
Anche in questa occasione è stata officiata una
cerimonia religiosa, al termine della quale è stata
deposta una corona d’alloro; è stata inoltre donata
al Museo del Sacrario una fascia da braccio
dell’Istituto a testimonianza perenne della visita
effettuata. Non sono stati pronunciati discorsi, non
sembrava opportuno interrompere il silenzio del
deserto o il ritmo delle onde del mare con parole
che, di fronte a quell’immane sacrificio di giovani
vite di tutti gli eserciti in campo, sarebbero apparse
comunque di mera circostanza.
Al Direttore del Sacrario, il Mar. Matteo Beretta, è
stata espressa grande riconoscenza per l’accoglienza ricevuta e per la competenza con la quale ha
coordinato la visita della delegazione, a testimonianza della vicinanza e dell’attaccamento alla
Patria di quanti si trovano ad operare – per funzioni istituzionali – al di fuori dei confini nazionali.
Prima di lasciare l’Egitto, la delegazione è stata
ricevuta da S. E. Claudio Pacifico, Ambasciatore
d’Italia al Cairo. Nel corso dell’incontro è stato
rivolto un vivo ringraziamento a tutta la
Rappresentanza diplomatica e all’Addetto alla
Difesa presso quella Ambasciata per la preziosa
collaborazione ricevuta nell’organizzazione della
visita ai siti di interesse del nostro Istituto.
ROMA, 27 OTTOBRE 2012,
IL COMUNE DI ROMA RICORDA
NELLA PROPRIA TOPONOMASTICA
LE LL. MM. UMBERTO II E MARIA JOSÈ
All’interno di Villa Ada (già Villa Savoia) si è svolta
una cerimonia organizzata dal Comune di Roma
per l’intitolazione di due vie alle LL. MM. il Re
Umberto II e la Regina Maria Josè.
Le due vie sono state intitolate a seguito di una proposta avanzata da dieci consiglieri comunali di Roma
(primo firmatario l’avv. Giovanni Quarzo, e poi
Ludovico Todini ed il generale dei Granatieri di
Sardegna Antonino Torre), su sollecitazione dei due
giovani esponenti monarchici Mariofilippo Brambilla
e Francesco Di Bartolomei, che, con Giovanni Quarzo
costituivano il comitato promotore.
La cerimonia si è svolta alla presenza delle LL. AA.
RR. i Princ ipi Vittorio Emanuele, Marina ed
Emanuele Filiberto di Savoia e di circa cinquecento
persone, in buona parte Guardie d’Onore.
Interventi di S. A. R. il Principe Vittorio Emanuele
di Savoia, dell’avv. Giovanni Quarzo, già ospite
GUARDIA D’ONORE N. 1 - 2013
dell’Istituto in numerose manifestazioni, del sindaco Gianni Alemanno e dell’assessore alla Cultura,
Gasperini.
Fra i presenti il presidente dell’Istituto, capitano di
vascello d’Atri, il principe Gonzaga, le principesse
Luciana e Mahera Hassan dell’Afghanistan, i principi Carlo, Elettra e Guglielmo Giovanelli, la dr.ssa
Anita Garibaldi, i principi Boncompagni Ludovisi,
i principi Fabrizio e Carlo Massimo, il gen.
Poddighe, l’ing. Arioli, Carmine Passalacqua, il
gen. Boscardi, il dr. Covelli, il prof. Pierluigi
Duvina, presidente della Consulta dei Senatori del
Regno, il prof. Giovanni Duvina, il conte avv.
Rocco di Torrepadula, il nob. Sandro Pierato, il dr.
Buccioni, il marchese Ferraioli, il dr. Novellino, il
dr. Fiorentino, i nob. avv.ti Domenico e Alfonso
Marini Dettina, il col. Caruso, il conte Giustiniani,
il conte avv. d’Amelio, il dr. Grancagnolo.
Erano inoltre presenti i labari della presidenza e
della delegazione provinciale di Roma
dell’Istituto del Nastro Azzurro fra decorati al
valor militare, del Club Alpino Italiano, della
Società Sportiva Lazio, dell’Associazione
Nazionale Reduci e Rimpatriati d’Africa, portato
dal dott. Chiavellati.
Il Comune di Roma ha disposto che si ritirassero
dal luogo della cerimonia le Bandiere del Regno
d’Italia portate dalla presidenza dell’Istituto e dalle
delegazioni provinciali di Roma e di Napoli “per
non procurare imbarazzo al sindaco Alemanno”.
Encomiabile il servizio di scorta ai Principi svolto
dalle Guardie d’Onore Monescalchi, Previero,
Gottardi, Iannaccone, Militano, Covino e
Fantinel.
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ROMA, 7 NOVEMBRE 2012,
L’ISTITUTO PARTECIPA ALLA GIORNATA
DELLE ASSOCIAZIONI D’ARMA
Celebrata all’ippodromo militare di Tor di Quinto
del Reggimento Lancieri di Montebello (8°) la
Giornata delle Associazioni d’Arma.
Per l’Istituto, con il labaro, erano presenti le
Guardie d’Onore Alloggio (PR), Barlozzari (PG),
Carpinelli, Caruso, d’Atri, Fefè, Giovannini,
Gottardi, Grassi, Ingrosso (PR), Maddalena,
Nicolosi, Oliveri, Otta, Petri (VT), Piazzini,
Quadrani A. (VT), Quadrani F. (VT), Salvini,
Savarese, Sinibaldi, Testarmata, Venditti (FR).
Erano inoltre presenti, con altre associazioni, le
Guardie d’Onore Garibaldi (Associazione
Nazionale Giuseppe Garibaldi), Russo (U. N. U. C.
I.), Bonelli e Covino (Granatieri), Guacci
(Bersaglieri), Lombardo di Cumia, Blais,
Caccavella e Tognon (Cavalleria), Ventura, Luciani
e Fiorani (Artiglieria), La Rocca (Marinai).
LETTERE
AL DIRETTORE
Egregio. Presidente Cap. di vascello. Ugo d’Atri.
Non è mia abitudine scrivere ma ho letto sulla
nostra ultima rivista la lettera firmata: “saluti
amari” e la sua risposta, che condivido. Ritengo
che chi esprime pareri o critiche, più o meno condivisibili, dovrebbe quanto meno firmarsi.
In merito alla questione trattata, posso testimoniare che alcune persone, dopo avere notato il nostro
labaro sfilare il 2 Giugno, sapendo la mia appartenenza all’Istituto, hanno chiesto spiegazioni sulla
nostra funzione sociale, sui fini e gli scopi delle
guardie d’onore. Alla fine del dialogo hanno espresso apprezzamento. Pertanto, modestamente, ritengo che anche la partecipazione a cerimonie di tanta
importanza mediatica, oltre a essere il giusto riconoscimento per i 135 anni di impegno a onorare e
ricordare i nostri sovrani, possa essere utile a propagandare e pubblicizzare il nostro Istituto.
Bene avete fatto a pagina 3 a ribadire le norme che
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disciplinano l’uso della divisa sociale e delle decorazioni, avendo notato, in alcune cerimonie che l’abuso delle stesse ha suscitato commenti ironici da
parte del pubblico, con il rischio di svilire belle
cerimonie ricche di significato, solo per appagare
l’ego di alcuni pataccari.
Sperando di non averla disturbata, le partecipo il
mio apprezzamento per la sua continua e fattiva
opera.
A presto rivederla, Cordiali saluti:
G. d’O. Carlo Premoli
Somma Lombardo, 24.10.2012
I SIGNORI DELLA GUARDIA HANNO UNA
MARCIA IN PIÙ
Ebbene sì, quest’anno c’eravamo anche noi alla
parata del due giugno. Impeccabili nello stile e nel
portamento, abbiamo dato il nostro apporto alla
GUARDIA D’ONORE N. 1 - 2013
Compagnia di Assoarma, sfilando a via dei Fori
Imperiali, davanti alle più alte Cariche dello Stato.
Abbiamo marciato insieme alle altre Associazioni combattentistiche e d’arma, al comando dell’Ammiraglio
Pagnottella, tentando di dare un sostegno morale alle
popolazioni colpite dal sisma e ad un’Italia dall’unità
ideologica sempre più vacillante.
Ovviamente non sono mancate le polemiche:
Di Pietro (ex poliziotto) ha definito la parata “la
sagra dello spreco” e una mancanza di rispetto nei
confronti dei principi della Repubblica.
Un gruppo di militanti di Sinistra Ecologica e
Libertà ha appeso uno striscione che riportava la
scritta “La Repubblica che vogliamo è solidale non
militare. No all’inutile parata”. Strano, essendo
sostenitori di Vendola, dovrebbero apprezzare
molto i militari (simbolo di forza e mascolinità).
Maroni, declinando l’invito e recatosi al congresso
della Lega, ha definito i fondi spesi per la celebrazione del due giugno “soldi buttati nel cesso”.
Per non parlare, dulcis in fundo, della più ovvia
delle sterili polemiche: “Che c’entrano i Monarchici
alla festa della Repubblica?”.
Incuranti di tutto ciò abbiamo marciato, tra la partecipazione e il consenso popolare, avendo ben
chiaro nella mente che la Patria è un valore che
accomuna tutti, quelli di Sinistra come quelli di
Destra, i Monarchici come i Repubblicani. Sfilando
davanti al Palco Presidenziale infatti, non abbiamo
gridato né “Viva il Re”, né “Viva la Monarchia”,
ma una sola parola “Italia”. Una parola che vuol
dire sacrificio e rinunce, ma anche dignità, orgoglio
e gloria. Una parola che grazie a Noi ha assunto
anche un altro significato: l’unione di vari popoli,
GUARDIA D’ONORE N. 1 - 2013
prima divisi, sotto un’unica bandiera.
È per questo che il due giugno marciamo anche
Noi.
Gabriele Mariani di Corneto
Stimato Comandante,
in merito al suo: “Dedicato ai monarchici, che
fare?” sul numero 1/2 – 2012 leggo sul numero di
luglio alcune lettere in risposta al “che fare?”. Non
ripeterò quanto hanno ben espresso chi le ha scritte
perché mi trovo d’accordo con le loro idee.
Sono in perfetta sintonia con l’ultima lettera, quella
del sig. Riccardo Bevilacqua quando dice: “l’Istituto
delle Guardie è la sola sigla che resiste con orgoglio
tra tutte”. Curiamolo con tanto amore.
Non importa il numero, ma la qualità degli aderenti.
Troppe volte si sono scritte persone solo per dimostrare che una delegazione è più brava di altre.
Lasciamo la zavorra, i megalomani, coloro che
aderiscono per avere titoli e chissà che.
Nobili e finti nobili, l’Istituto è nobile nello spirito
e nel comportamento.
Dice infine il Bevilacqua: “L’Istituto non è al servizio di nessuno e non fa da manovalanza a nessuno”. Lei Comandante ha l’onere e l’onore di tenere
alto il nostro vessillo e d’impedire a chicchessia di
aderire per fini personali.
Noi dobbiamo essere fedeli al ricordo di S. M.
Vittorio Emanuele II, il padre della Patria, e ai suoi
successori nel rispetto di tutti. Aosta compresi.
Genova, il 12 luglio 2012
La saluto sentitamente Comandante
Rolle Giorgio
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QUOTE
SOCIALI
AMMISSIONE ......................................................
50 Euro (senza fascia e cravatta/foulard)
..............................................................................
100 Euro (con fascia e cravatta/foulard)
RINNOVI ANNUALI ............................................
30 Euro
SOCI SOSTENITORI ............................................
50 Euro (fino a 100)
SOCI BENEMERITI .............................................
100 Euro (oppure oltre)
DIPLOMI DI GUARDIA D’ONORE, GUARDIA
D’ONORE SCELTA, MERITO DI SERVIZIO ........
50 Euro
I versamenti possono essere eseguiti sul
C.C.P. 59325001: INTESTATO A ISTITUTO
NAZIONALE PER LA GUARDIA D’ONORE
ALLE REALI TOMBE DEL PANTHEON
Le coordinate bancarie dell’Istituto sono le seguenti:
numero conto: 000000092139
IBAN (coordinate bancarie internazionali)
IT84R 05390 03201 000000092139
BIC: ARBAIT 33042
Banca Etruria, via Uffici del Vicario n°
45/48, 00186 Roma, tel 06/69768340
Continuano a pervenire bollettini di conto corrente postale di "ignoti" che hanno dimenticato di scrivere
le proprie generalità .
Al fine di evitare la mancata attribuzione dell'avvenuto pagamento, si pregano le Guardie d'Onore che
avessero erroneamente compilato questi bollettini, di prendere contatto con la segreteria della presidenza,
per poter così evitare di essere considerati morosi.
E le poste accrescono i problemi.
U. d’A.
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GUARDIA D’ONORE N. 1 - 2013
In caso di mancata consegna da parte delle Poste, si può presentare il seguente reclamo
Data…
Spett. Direzione
dell’Ufficio Postale
di …
Oggetto: RECLAMO per mancata consegna di Posta
Il sottoscritto…………………………………………………. nato a………………..
il………………. residente in…………………….. Via.......................................................
cap..………. denuncia la ripetuta mancata consegna del bimestrale “Guardia d’Onore” che
gli viene regolarmente inviato da Roma.
Chiede che vengano effettuati i necessari controlli ed individuato il responsabile, onde
permettere al sottoscritto di continuare a ricevere detto bimestrale per il cui recapito viene
regolarmente pagato il corrispettivo alle Poste.
In attesa di conoscere l’esito del presente reclamo, invia distinti saluti.
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SOCI BENEMERITI E SOSTENITORI
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Amicarelli Scalisi Antonietta 50 euro (sostenitore)
Angiolini Christian 50 euro (sostenitore)
Balestracci Sacchetti Maria Luisa 50 euro (sostenitore)
Barbanti Renato Giordano 50 euro (sostenitore)
Berlinguer Pierangelo 50 euro (sostenitore)
Bruno Grandori Marisa 60 euro (sostenitore)
Cantalamessa Antonio 100 euro (benemerito)
Carbonara Antonio 50 euro (sostenitore)
Cardi Cigoli Carlo 230 euro (benemerito)
Carniel Bruno 50 euro (sostenitore)
Caterino Maurizio 50 euro (sostenitore)
Cioni Giovanni 50 euro (sostenitore)
d’Atri Federica T. 50 euro (sostenitore)
d’Atri Ugo 50 euro (sostenitore)
Da Pra Lorenzo 50 euro (sostenitore)
De Felice Maurizio 70 euro (sostenitore)
De Murtas Enrico 50 euro (sostenitore)
De Trizio Nicolò 50 euro (sostenitore)
di Gropello Andrea 50 euro (sostenitore)
Durante Giuseppe 50 euro (sostenitore)
Ferraresi Angela 50 euro (sostenitore)
Gonzaga del Vodice Maurizio 50 euro (sostenitore)
Hassan Mahera 50 euro (sostenitore)
Hassan Pallavicini Luciana 50 euro (sostenitore)
Mariani di Corneto Gabriele 50 euro (sostenitore)
Mastrosanti Giovan Battista 100 euro (sostenitore)
Mattoli Agostino 50 euro (sostenitore)
Navone Mauro 100 euro (benemerito)
Panariti Benito 100 euro (benemerito)
Pandolfi Ruggero 50 euro (sostenitore)
Pascucci Cono 50 euro (sostenitore)
Patrone Amalia 200 euro (benemerito)
Pinna Campanelli Lucrezia 150 euro (benemerito)
Plantulli Mario 50 euro (sostenitore)
Poddighe Giuseppe 50 euro (sostenitore)
Porretti Francesco 100 euro (benemerito)
Premoli Carlo 50 euro (sostenitore)
Previero Leonardo 100 euro (benemerito)
Puteo Antonio 50 euro (sostenitore)
Riccini Bonanate Anna Maria 50 euro (sostenitore)
Riu Pietro 60 euro (sostenitore)
Rubino Giacomo 70 euro (sostenitore)
Santacesaria di Barale Adriano Maria 50 euro (sostenitore)
Scalingi Antonio 50 euro (sostenitore)
Slongo Santino Giorgio 100 euro (benemerito)
Tarantini Nunzia 50 euro (sostenitore)
Todaro Gianfranco 60 euro (sostenitore)
Venturelli Nicola 50 euro (sostenitore)
GUARDIA D’ONORE N. 1 - 2013
CRONACA DELLE
DELEGAZIONI
ANCONA
Castelfidardo, 9 settembre 2012
Nella giornata del 9 settembre, in Castelfidardo e
Loreto (AN), organizzato dalla Delegazione di
Pesaro–Urbino e sotto l’alto patrocinio della
Regione Marche si è tenuto il VI Raduno interregionale dell’Istituto Nazionale per la Guardia d’Onore
alle Reali Tombe del Pantheon. La manifestazione
che ha visto la partecipazione di oltre un centinaio
di GG. d’O. e loro familiari, è iniziata alle ore 10
presso il Parco del Monumento Nazionale delle
Marche di Castelfidardo. La toccante cerimonia ha
avuto il suo acme nel momento in cui il Presidente
dell’Istituto Cap. di Vasc. (Ris.) Ugo d’Atri, dopo
l’esecuzione dell’Inno Nazionale e la deposizione di
una corona di alloro ai caduti, ha invitato la G.
d’O. donna Anita Garibaldi e la G. d’O. Gabriele
Cialdini ad una simbolica stretta di mano in segno
di concordia ed unità. Tutto si è svolto sotto lo
sguardo dell’Eroe di Castelfidardo e dei suoi soldati, eternati nel bronzo del gruppo scultoreo del bel
monumento che ha fatto da cornice alla cerimonia.
L’incontro è proseguito con la celebrazione di una
Santa Messa presso la Basilica Inferiore nella cripta
dei Santi Pellegrini della Santa Casa di Loreto. Il
raduno interregionale è terminato con una conviviale che ha degnamente suggellato questo riuscito
appuntamento. Erano presenti: il Presidente
dell’Istituto Cap. di Vasc. (ris.) dott. Ugo d’Atri, gli
Ispettori Regionali delle Marche dott. Walter
Pellegrino e dell’Emilia Romagna dott. Paolo
Arfilli, la d.ssa Anita Garibaldi, il dott. Gabriele
Cialdini e consorte, il Delegato Provinciale di
Pesaro–Urbino cav. Vladimiro Gatti, di Bologna
dott. Dionigi Ruggeri, di La Spezia dott. Riccardo
Balzarotti di Massa Carrara dott. Umberto
Barzaghi, di Rimini cav. Gianni Ruzzier, di
Macerata Leida Luciana, dott. Teodoro
Monescalchi, il conte Rosati Pepoli, il dott.
Donatello Ravarino, il dott. Raffaele Galliani, il
dott. Antonio Iannaccone, il sig. Giuliano Vichi, il
sig. Luca Guerra, il sig. Mortolini e famiglia, la
sig.ra Gerarda Cuomo, il sig. Fabio Cipriani, il sig.
Amedeo Cesca, il m.llo Pavia, il sig. Vassili
Cavaletto, il sig. Christophe Ruffier, il m.llo
Gennaro, il cav. Gianni Dal Buono.
Principali organizzatori della manifestazione le
GG. d’O. Gatti, Aiudi, Carletti e Candelari.
AOSTA
Attività 2011:
14 gennaio: partecipazione alla serata di gala
dell'U.N.U.C.I. Unione Nazionale Ufficiali in
Congedo d'Italia.
GUARDIA D’ONORE N. 1 - 2013
9
19 gennaio: organizzazione e partecipazione alla
visita ufficiale in Valle d'Aosta delle LL.AA.RR. i
Principi Vittorio Emanuele e Marina di Savoia con
colazione di beneficenza e omaggio alla mostra
Casa Savoia e l'Unità d'Italia - Aosta, Verrès e
Bard.
28 febbraio: aperitivo conviviale e elezione del
Delegato per la Provincia di Aosta.
02 aprile: partecipazione a Enna e Catania attività
loro Delegazione.
22 giugno: Aosta - serata con rimessa nuove tessere.
2 luglio: Co-relatore con l'autore, Dino Ramella,
alla presentazione del volume Amori e selvaggina
vita privata di Vittorio Emanuele II - Ananke editore; presente delegazione della Guardie.
16 luglio: organizzazione mostra fotografica Maria
José di Savoia e la conquista del Cervino, 12 settembre 1941 - Cervinia (16 luglio - 30 settembre).
luglio 2011 partecipazione a Monza per anniversario regicidio
20 dicembre: Aosta - aperitivo e cena con rimessa
nuove tessere.
22 dicembre: Aosta - consegna regali a bambini
associazione Ana Moise.
ASTI
16 settembre 2012
Il Delegato delle Guardie d’Onore di Asti, Comm.
Giovanni Triberti, ha partecipato, su invito, alla
cerimonia indetta per la Giornata Nazionale del
Caduto e Disperso in Russia, svoltasi a Cargnacco
(UD), presso il Tempio dedicato alla Madonna del
conforto.
Il Tempio di Cargnacco è l’unico sacrario in Italia
dedicato ai 100.000 caduti e dispersi nella
10
Campagna di Russia (1941/1943) e fu costruito
per volontà dei reduci, ed in primis per quella di
Don Carlo Caneva, cappellano militare e reduce, ivi
sepolto.
Il Tempio Sacrario, i cui lavori di costruzione iniziarono nel 1949 e terminarono nel 1955, contiene
nella cripta 24 volumi con i nomi dei morti e
dispersi.
Sono tumulati nel Tempio i resti di circa 10.000
caduti, tra identificati e noti non identificati.
Tra le numerose opere d’arte, tra cui mosaici artistici e pannelli in ceramica, statue lignee e rilievi
bronzei raffiguranti momenti di battaglie custodite
nel Tempio, spicca un ampio alto rilievo in ceramica raffigurante l’ultima carica della Cavalleria
Italiana, effettuata dalla Savoia Cavalleria il 24
agosto 1942, in cui è ben visibile la bandiera
sabauda, svoltasi a Isbuschenski e considerata l’ultima nella storia di tutte le Cavallerie.
Presenti alla grandiosa cerimonia le rappresentanze di tutte le forze armate italiane con i loro rispettivi generali e comandanti, le autorità civili, militari e religiose, le associazioni combattentistiche e
d’arma e una folla immensa convenuta per commemorare i caduti.
La Santa Messa è stata celebrata da S. E. l’Arcivescovo Andrea Bruno Mazoccato, accompagnata dal
coro del Duomo di Udine, nel piazzale antistante il
Tempio, in cui sono collocati dodici cippi e quattordici aste a ricordo delle divisioni e dei reparti
dell’Armir.
Guardie d’Onore presenti: Giovanni Triberti
(Delegato), Andrea Pellegrino, Osvaldo Dezzani,
Carlo Sobrero, Romolo Triberti, Paolo Crucco.
23 settembre 2012
Una trentina di Guardie d’Onore della Delegazione
GUARDIA D’ONORE N. 1 - 2013
di Asti, con 6 bandiere, e il Delegato Comm.
Giovanni Triberti, hanno presenziato alla solenne
cerimonia di insediamento alla guida della parrocchia dei Ss. Gervasio e Protasio, di Cisterna d’Asti,
di Don Luigi Binello, cappellano e guida spirituale
della Delegazione.
La solenne funzione è stata officiata dal Vescovo di
Asti, Mons. Francesco Ravinale, e concelebrata dal
Vicario Mons. Vittorio Croce e da numerosi parroci
della diocesi, alla presenza di autorità militari e
civili tra cui diversi Sindaci e il Consigliere
Regionale Rosanna Valle (Guardia d’Onore) e di
una folla immensa di parrocchiani accorsi a dare il
benvenuto al nuovo parroco.
Il Delegato ha letto il messaggio di auguri della
Delegazione di Asti e quello pervenuto dal
Presidente Nazionale Dr. Ugo d’Atri, che sono stati
molto apprezzati ed applauditi.
Durante l’omelia S. E. il Vescovo ha autorizzato
pubblicamente Don Luigi Binello a continuare a
svolgere, per le Guardie d’Onore di Asti, la funzione di cappellano e guida spirituale, e in caso di
troppi incarichi, tralasciare altri impegni in diocesi,
ma non quello con le Guardie d’Onore!
Le parole del Vescovo sono state molto gradite ed
accolte con immensa soddisfazione, sia a livello
personale che per l’Istituto.
Durante l’intera celebrazione gli alfieri, schierati di
fianco all’altare, sono stati molto fotografati e
ammirati dalle oltre 500 persone che gremivano la
chiesa.
Al termine della funzione e dei festeggiamenti, in
onore di Don Binello, le Guardie d’Onore presenti
hanno visitato il Castello di Cisterna, adiacente alla
parrocchia, sede del Museo di Arti e Mestieri di un
tempo, che raccoglie più di 3.000 oggetti d’epoca,
inseriti in ambienti di lavoro, di forte suggestione
storica.
Il castello fu ceduto nel 1784 dal Vescovo di Asti a
Vittorio Amedeo III di Savoia.
Alla fine dell’800 fu donato al Comune di Cisterna,
che da allora a tutt’oggi, ha sempre provveduto alla
sua manutenzione in modo eccellente.
A ricordo dell’epoca sabauda è conservato nel suo
interno uno stemma di Casa Savoia. Guardie d’Onore
presenti: Giovanni Triberti (Delegato), Federico
Bollito (Alfiere), Corrado Rustichelli (Alfiere), Pietro
Balestrino (Alfiere), Rosa Calvaccio (Alfiere), Diego
Boraso (Alfiere), Nello Scrimaglio (Alfiere), Giancar-
GUARDIA D’ONORE N. 1 - 2013
lo Bussi, Alena Malinouskaya, Rosanna Valle,
Rosario Coppola, Osvaldo Dezzani, Ivano Gavazza,
Severino Agagliati, Antonio Ambrosino, Luigi Caroli,
Diego Buratto, Elma Benetti, Paolo Crucco, Luciana
Conti, Sonia Contino, Michela Fassi, Lorenzo Garri,
Nazdeja Isajeva, Piercarlo Bollito, Giuseppe Nobili,
Andrea Pellegrino.
4 novembre 2012
La Delegazione di Asti ha partecipato con il
Delegato Comm. Giovanni Triberti e alcune
Guardie d’Onore, su invito del Sindaco della città,
alla celebrazione della giornata dell’Unità
Nazionale e delle Forze Armate.
La cerimonia, un’occasione per non dimenticare, è
cominciata al cimitero con la benedizione al
Sacrario Militare dei Caduti e la deposizione delle
corone.
La giornata è continuata con la cerimonia in piazza
Primo Maggio alla presenza delle massime autorità
civili e militari della città di Asti per il picchetto,
l’alzabandiera e la deposizione delle corone, al
11
monumento dei caduti di tutte le guerre.
La mattinata si è conclusa con la preghiera del
combattente e la lettura del messaggio inviato dal
Presidente della Repubblica Giorgio Napoletano.
“La giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze
Armate – ha ricordato il Sindaco – costituisce l’occasione per rendere onore ai caduti di tutte le guerre ed esprimere solidarietà alle famiglie, gratitudine e riconoscenza ai mutilati, agli invalidi, agli ex
combattenti e a tutti coloro che hanno sofferto per
la difesa della Patria”.
Le Guardie d’Onore presenti sono state ringraziate
da S.E. il Prefetto di Asti e dal Sindaco, per la loro
numerosa partecipazione.
G.D.O. presenti: Giovanni Triberti – Delegato,
Nello Scrimaglio – Alfiere, Romolo Triberti,
Antonio Ambrosino, Luigi Caroli, Antonino Lo
Giudice, Antonio Palombo, Lorenzo Triberti,
Giorgio Galeasso, Andrea Pellegrino, Rosario
Coppola, Arnaldo Agresta, Antonello Lilliu,
Salvatore Romeo, Alessandro Raviola.
4 novembre 2012
Una rappresentanza della Delegazione di Asti ha
partecipato a Cisterna d’Asti, su invito del Sindaco,
alla commemorazione dei caduti di tutte le guerre.
Dopo la S. Messa, officiata da Don Luigi Binello,
guida spirituale delle GG.DD.OO. di Asti, è seguita
la sfilata al monumento dei caduti, con deposizione
della corona d’ alloro.
GG.DD.OO. presenti: Diego Boraso – Alfiere, Luca
Scipioni, Elma Benetti, Paolo Crucco, Lucia
Danieli.
4 novembre 2012
Una rappresentanza della Delegazione di Asti ha
partecipato a Costigliole d’Asti, su invito del
Sindaco, alla commemorazione dei caduti di tutte
le guerre.
Dopo la S. Messa è seguita la sfilata al monumento
dei caduti, con deposizione della corona d’ alloro.
Presenti autorità civili, militari e religiose.
GG.DD.OO. presenti: Pier Giuseppe Bugnano –
Alfiere, Corrado Rustichelli, Marco Zeppegno.
4 novembre 2012
Una rappresentanza della Delegazione di Asti ha
partecipato a Monale d’Asti, su invito del Sindaco,
alla commemorazione dei caduti di tutte le guerre.
12
Dopo la S. Messa è seguita la sfilata al monumento
dei caduti, con deposizione della corona d’alloro.
Presenti autorità civili, militari e religiose.
GG.DD.OO.presenti: Severino Agagliati – Alfiere,
Giancarlo Calvo, Silvia Amoggi.
4 novembre 2012
Una rappresentanza della Delegazione di Asti ha
partecipato a Valfenera d’Asti, su invito del
Sindaco, alla commemorazione dei caduti di tutte
le guerre.
Dopo la S. Messa è seguita commemorazione dei
caduti presso le lapidi.
Le Guardie d’ Onore sono state ringraziate, per la
loro presenza, dal Sindaco Dr. Paolo Lanfranco e
dal Vice Sindaco Piercarlo Bollito, entrambi
Guardie d’ Onore della Delegazione di Asti.
GG.DD.OO. presenti:Andrea Pnzone – Alfiere,
Giuseppe Nobili, Walter Occhiena, Marco Berruti,
Roberta Tomasini.
4 novembre 2012
Una rappresentanza della Delegazione di Asti ha
partecipato a Frinco d’Asti, su invito del Sindaco,
GUARDIA D’ONORE N. 1 - 2013
alla commemorazione dei caduti di tutte le guerre.
Dopo la S. Messa è seguita la sfilata al monumento
dei caduti, con deposizione della corona d’ alloro.
Presenti autorità civili, militari e religiose.
GG.DD.OO. presenti: Federico Bollito – Alfiere,
Osvaldo Dezzani, Ivano Gavazza.
4 novembre 2012
Alle ore 18.00 la Delegazione di Asti, con il
Delegato Comm. Giovanni Triberti, ha partecipato
presso l’Insigne Collegiata di San Secondo, in Asti,
ad una Santa Messa in suffragio degli Ufficiali
defunti appartenenti a nobili famiglie astigiane di
antica tradizione militare.
Sono stati ricordati il leggendario Ammiraglio
Umberto Cagni, i Generali dei Carabinieri Cosma e
Ferdinando Manera, il Generale dei Granatieri di
Sardegna Manfredo Cagni, i Colonnelli Giorgio
Cagni, Vittorio Lucrezi, Giovanni Trapassi, i
Capitani Corrado Lucrezi, Umberto Manera,
Manfredo Manera, il Maresciallo Fernando
Manera, il Maggiore Luigi Manera, i Tenenti Cesare
Cagni, Aldo Lucrezi, Paolo Cagni, Giovanni Cagni
e la Crocerossina Vivina Manera.
Alla cerimonia, officiata da Don Giuseppe Gallo,
Guardia d’Onore e Rettore della Collegiata, erano
presenti autorità civili e militari e le associazioni
combattentistiche e d’arma con labari e bandiere.
G.D.O. presenti: Giovanni Triberti – Delegato,
Severino Agagliati – Alfiere, Romolo Triberti,
Antonio Ambrosino, Luigi Caroli, Federico Bollito,
Osvaldo Dezzani, Lorenzo Triberti, Andrea
Pellegrino, Ivano Gavazza, Dino Aresca,
Alessandro Raviola, Giuseppe Sardi.
BARI
Bassano, fatti ed immagini della Grande Guerra.
Presenti alla manifestazione l'Ispettore per l'Italia
Meridionale avv. Angelo Gadaleta, il delegato di
Bari M.llo Abbattista e le Guardie d'Onore Ragno e
Caputi G.
Corato, 18 novembre 2012
L’Ispettore Regionale della Puglia Cav. Rag.
Oronzo Cassa ha rappresentato il nostro Istituto,
per la ricorrenza del 52° anniversario della morte
della M.O.V.M.
C.V. Enzo Grossi, alla Santa
Messa Requiem celebrata in suffragio dei Caduti di
Tutte le Guerre e per le Vittime delle Missioni di
Pace.
Anche quest’anno l’Associazione intitolata ad Enzo
Grossi, eroico comandante sommergibilista della
Regia Marina prima e della Base Atlantica di
Bordeaux (BETASOM) poi, ha voluto ed organizzato il rito religioso che da un decennio puntualmente
si rinnova in occasione della ricorrenza della
Commemorazione dei Defunti.
Domenica 18 novembre alle ore 10,30 nella
Cappella del Cimitero Monumentale di Corato, il
Molfetta, 13 ottobre 2012.
Una rappresentanza della delegazione di Bari ha
presenziato al convegno "Molfetta e i suoi Alpini",
organizzata dall'Associazione culturale Eredi della
Storia in collaborazione con la locale sezione
della Fondazione ANMIG, con la partecipazione
dell'Associazione Nazionale Alpini sez. di Bari,
L'Aquila e Bassano Del Grappa.
Durante il convegno sono stati presentati i libri
Gennaro Sallustio, la vera storia di un eroe, lettere
dai fronti greco - russo e Battaglione Alpini
GUARDIA D’ONORE N. 1 - 2013
13
Vicario Zonale Rev.mo Don Cataldo Bevilacqua, ha
celebrato la Santa Messa Requiem in suffragio del
Capitano di Vascello Enzo Grossi ed in Onore dei
Caduti di Tutte le Guerre e delle Vittime di atti terroristici in Missioni di Pace.
Autorità presenti: il Sindaco della Città di Corato
Signor Luigi Perrone con alcuni Consiglieri della
Giunta - Colonnello Raffaele Schena, Comandante
del IX° Rgt. F. “Bari” di stanza a Trani in rappresentanza del Generale di Corpo d’Armata Vincenzo
Lops Comandante del 2° Comando Forze di Difesa
– Capitano di Corvetta Rocco Pepe, con tre
Marinai, in rappresentanza del Capitano di Fregata
Alessandro Ducci Comandante della Capitaneria di
Porto di Molfetta - Luogotenente Francesco Tedone
Sottufficiale di Corpo del IX° Rgt. F ”Bari” –
Generale di Brigata (ris) Pasquale Stella - Capitano
Giuseppe Loiodice Vice-Comandante della Polizia
Urbana - S.lla Antonietta D’Urso Ispettrice delle
II.VV. della C.R.I. - l’Ispettore Cacciuolo Bernardo
dei Pionieri C.R.I. – Prof. Maurizio Caterino
Delegato dell’Istituto del Nastro Azzurro.
Messaggi beneauguranti per l’evento sono pervenuti dal Comandante l’Accademia Militare di
Modena, Generale di Brigata Giuseppenicola Tota,
assente per impegni istituzionali non procrastinabili assunti precedentemente.
Il presidente Caldarola ha particolarmente apprezzato la solenne e carismatica partecipazione del
nostro Istituto onorevolmente rappresentato
dall’Ispettore Regionale Cav. Rag. Oronzo Cassa
anche in rappresentanza dell’Ispettore per L’Italia
Meridionale delle GG.d’O.RR.TT. Cav. Avv. Angelo
Gadaleta, unitamente alle Guardie d’Onore: Cav.
Vito Di Bitonto rappresentante della BT ed in rappresentanza del Delegato Dott. Ruggiero Piazzolla
– Rag. Onofrio Delli Carri rappresentante della
14
GUARDIA D’ONORE N. 1 - 2013
delegazione di Foggia ed in rappresentanza del
Delegato Dott.ssa Anna Maria De Tullio – Prof.
Antonio Galli – Italia Laura Sforza – Mariolina Di
Girolamo – Nunzia Tarantini – Cav. Michele Mininno
- Giovanni Bucci – Errico Paris – Michele Facenna,
tutti elogiati per la perfetta tenuta associativa.
Oltre ai nostri Labari delle province di Bari, Foggia
e BT, numerosi i Labari di Associazioni d’Arma e
Combattentistiche schierati tra cui: Mutilati ed
Invalidi di Guerra, Granatieri di Sardegna, Arma
Aeronautica, Marinai d’Italia (Trani e Bisceglie),
Bersaglieri di Andria, Carabinieri, A.N.G.ET. di
Trani, e Guardie Ambientali d’Italia. Hanno collaborato inoltre le associazioni di volontariato del
Ser, Misericordia e Croce Bianca Coratina.
Dopo l’omelia del Celebrante, il presidente
Giuseppe
Caldarola,
ricordando
che
l’Associazione da oltre dieci anni mantiene vivo il
ricordo del Comandante Enzo Grossi, ha sottolineato il grande eroismo dei nostri Militari che per
la Patria hanno saputo sacrificare con grande
coraggio e sprezzo del pericolo anche il bene primario, la propria giovane vita. Particolare risalto
ha dato ai 52 “Nostri Ragazzi” vittime di attacchi
terroristici nei vari teatri di guerra dove svolgevano con grande abnegazione il proprio dovere in
Missioni di Pace. Ha fatto seguito la lettura della
“Preghiera per i Caduti”.
Infine una corona d’alloro portata da due Marinai
ai piedi della stele del Comandante Enzo Grossi è
stata deposta dal Sindaco Perrone e dal Colonnello
Schena mentre il trombettiere, intonando le note
del “Silenzio”, infondeva grandissima emozione nei
cuori di tutti i fedeli presenti.
BENEVENTO
Venerdì 27 gennaio 2012
Il Delegato Provinciale Prof. Mongillo, su invito del
Dott. Mazza Prefetto di Benevento, ha partecipato
alla cerimonia commemorativa del giorno della
memoria tenutasi in Prefettura.
In serata il Delegato su invito della sezione
U.N.U.C.I. di Benevento ha tenuto una conferenza dal titolo “La sicurezza nei luoghi di vita”
presso il Seminario Arcivescovile di Benevento,
alla quale hanno partecipato anche alcune
Guardie d'Onore.
GUARDIA D’ONORE N. 1 - 2013
Venerdì 16 marzo 2012
Il Delegato Provinciale, Prof. Mongillo, ha rappresentato l'Istituto, su espresso invito, alla
cerimonia di saluto per collocamento a riposo
del Prefetto di Benevento S.E. Michele Mazza.
In collaborazione con le altre associazioni combattentistiche presenti sul territorio la
Delegazione di Benevento ha partecipato alla
realizzazione di un filmato dal titolo “150
immagini per l'Unità d'Italia” che ha rappresentato tutte le iniziative svolte in tale occasione
da parte della Prefettura e delle Associazioni
facendone dono al Prefetto uscente. La cerimonia svoltasi dalle ore 17 presso il Palazzo del
Governo si è conclusa con la discesa di un
gigantesco tricolore sulla facciata del palazzo ad
opera del Comando Vigili del Fuoco di
Benevento a testimoniare la chiusura ufficiale
del 150° anniversario dell'Unità d'Italia. Il
Delegato ringrazia pubblicamente il Dott.
Mazza per il lavoro svolto e per aver avuto
costante considerazione dell'INGORRTTP.
Sabato 2 giugno 2012
L'Istituto, invitato dal Prefetto di Benevento
S.E. Ennio Blasco ,ha partecipato con il labaro
dell' Istituto alla cerimonia del 2 giugno svoltasi
in Piazza Castello. I delegati e i rappresentanti
delle associazioni Combattentistiche e d'Arma
sono stati accolti sul palco delle autorità.
Hanno partecipato le GdO Mongillo (Delegato),
Cocozza (Alfiere) e Piacquadio.
5 giugno 2012
La delegazione provinciale di Benevento ha partecipato alla festa dell’Arma dei Carabinieri tenutasi
presso la caserma “F. Pepicelli” sede della Scuola
Allievi Carabinieri di Benevento.
La partecipazione è avvenuta, su espresso invito
del Comandante della Scuola, Col. Antonio
Bandiera, con lo schieramento del Labaro della
Delegazione scortato da due unità (Cocozza,
Mongillo e Piacquadio - Alfiere -) che ha ricevuto
gli onori militari inquadrato nello schieramento.
Al termine della cerimonia è seguito il tradizionale
rinfresco.
25 giugno 2012
Il Delegato Provinciale di Benevento, Prof.
15
Mongillo, ha partecipato alla festa della Guardia di
Finanza su invito del Comandante Provinciale
della Guardia di Finanza di Benevento Col. Cesare
Maragoni. La cerimonia si è tenuta presso la sala
“S. Agostino” di Benevento nei pressi dell’Arco di
Traiano.
30 Ottobre 2012
Il Delegato Provinciale, Prof. Pasquale Mongillo,
ha presenziato su invito del Col. Luciano Iannetta
Comandante del Centro Documentale di Caserta
(ex Disretto Militare) alla cerimonia di avvicendamento al comando dello stesso con il Col. Gino
Tommasone.
La cerimonia si è svolta presso la caserma “Sirtori”
in Caserta presenti le Associazioni Combattentistiche
esistenti sul territorio, le Autorità Militari e i gonfaloni della Provincia e del Comune di Caserta.
4 Novembre 2012
Il Delegato Provinciale, Prof. Pasquale Mongillo,
ha presenziato, su invito del Prefetto di Benevento
Dott. Ennio Blasco, alla cerimonia celebrativa della
festa delle Forze Armate tenutasi in Benevento in
Piazza Castello. La manifestazione ha avuto inizio
con la S. Messa officiata dell'Arcivescovo
Metropolita di Benevento Mons. Andrea Mugione
nella chiesa di S. Sofia. Successivamente vi è stata
la deposizione della corona di alloro al monumento
dei Caduti in Piazza Castello con i relativi onori
militari. Erano schierati in armi i carabinieri del
Comando Provinciale e della Scuola Allievi carabinieri di Benevento. Presenti le autorità militari e
civili e le associazioni combattentistiche presenti
sul territorio.
CAMPOBASSO E ISERNIA
Venerdì 27 gennaio 2012
Le Delegazioni di Campobasso e Isernia
dell’Istituto Nazionale per la Guardia d’Onore alle
Reali Tombe del Pantheon, in accordo con
l’Ispettore Regionale per il Molise e l’Ispettore
Nazionale per la Cultura dell’Istituto, hanno organizzato, in collaborazione con il Lions Club di
Bojano e l’Amministrazione Comunale di Colle
d’Anchise, un convegno di interesse storico dal titolo “Brigantaggio e cambiamenti sociali in Molise
16
prima e dopo l’Unità d’Italia”, che si è tenuto presso la Sala Consiliare di Colle d’Anchise alle ore 18
di venerdì 26 ottobre 2012. Dopo il saluto del
Presidente del Lions Club di Bojano arch. Cristian
Di Paola, delegato dal Sindaco sig. Antonio Parisi assente per motivi istituzionali - a dare il benvenuto ai presenti a nome della locale Amministrazione,
si sono svolti i lavori previsti in due distinte sezioni.
La prima parte del convegno ha visto gli interventi
dell’Ispettore Regionale per il Molise dott. Christian
del Pinto, che ha parlato della possibilità dello studio del territorio a partire dalle fonti storiche
riguardante il Brigantaggio, e del Dirigente
Scolastico - più volte Presidente ed attualmente
Segretario del Lions Club di Bojano - prof. Antonio
Mario Di Nunzio, che ha posto l’attenzione sul fondamentale (e non sempre tenuto nella giusta considerazione) ruolo della donna nella quotidiana
organizzazione della vita dei briganti. La seconda
parte è stata invece interamente dedicata al Molise
ed al Mezzogiorno nel processo di unificazione
nazionale, ed ha avuto quale relatore l’Ispettore
Nazionale alla Cultura dell’Istituto prof. Ciro
Romano, che ha anche affrontato la problematica
dell’imparziale interpretazione degli eventi storici
al di là dei facili luoghi comuni.
Il Convegno ha avuto un’ottima partecipazione di
pubblico (tra cui esponenti della cultura della
Regione - come lo scrittore prof. Michele
Campanella, il dott. Giuseppe Tiberio e l’editore
Enzo Nocera - e personalità della politica locale,
come l’Assessore Provinciale Carlo Perrella e il
Consigliere Comunale di Bojano dott. Virgilio
Spina) ed una notevole risonanza mediatica. Il
giorno precedente, infatti, numerose sono state le
testate giornalistiche locali che hanno dato ampio
spazio alla notizia dell’evento, sia cartacee (come
“Il Quotidiano del Molise”, “Primo Piano”, “La
Gazzetta del Molise”) che on-line (“Primo
Numero”, “Prima Pagina Molise”, ecc.), nonché
televisive (“Telemolise” e “Rai3”). Presenti alcuni
giornalisti anche durante il Convegno, grazie ai
quali è stato realizzato un servizio televisivo che è
stato trasmesso al Telegiornale Regionale di Rai3 e
replicato fino all’intera giornata di lunedì. Il tema
del Convegno è stato concordato proprio in virtù
del suo potenziale fascino nell’ambito della cultura
locale. Inoltre, per diretta iniziativa del prof. Ciro
GUARDIA D’ONORE N. 1 - 2013
Romano che interesserà per questo l’Università
Federico II di Napoli, si potrà a breve provvedere
alla pubblicazione del volume degli atti del
Convegno.
Presenti tra il pubblico le Guardie d’Onore avv.
Fabio Fontana, dott. Lorenzo Orrino, sig. Pasquale
Venditti, sig. Francesco Orrino, cav. Giovanni
Cimino, m.llo Alessandro Di Ielsi, c.re Amato Maio
e dott. Anacleto Goffredo del Pinto (della
Delegazione di L’Aquila). Assenti giustificati (che
si sono gentilmente preoccupati di comunicare la
propria impossibilità ad essere presenti, soprattutto
per motivi di lavoro o di salute) le Guardie d’Onore
app. Giuseppe Biasucci, Isp. Marco Laureti, sig.
Michele Martelli, m.llo Michele Rosa, sig. Alessio
Simigliani e m.llo Paolo Zaccaro.
Al termine del Convegno, le Guardie d’Onore e i
relatori si sono trasferiti nel vicino ristorante “Le
Colonne” per la prevista conviviale, nel corso della
quale si è provveduto, come richiesto dalla
Presidenza dell’Istituto, all’elezione del nuovo
responsabile della Delegazione di CampobassoIsernia. I risultati, ottenuti con concorde unanimità
(nonché completa approvazione da parte
dell’Ispettore Regionale per il Molise e
dell’Ispettore Nazionale alla Cultura che, naturalmente, non hanno partecipato al voto), sono qui di
seguito riportati: Delegato dott. Lorenzo Orrino,
Vicedelegato sig. Pasquale Venditti, Segretario e
Tesoriere cav. Giovanni Cimino.
Terminato il solenne momento del passaggio di
consegne tra il Delegato uscente avv. Fabio
Fontana ed il neo-eletto dott. Lorenzo Orrino,
l’Ispettore Regionale per il Molise ha provveduto ad
informare i presenti delle prossime attività
dell’Istituto, tra cui l’incontro organizzato da
Assoarma delle Associazioni Combattentistiche e
d’Arma previsto in Roma per il 7 novembre, al
quale la Delegazione di Campobasso-Isernia parteciperà (salvo imprevisti) con una rappresentanza di
almeno due Guardie (Venditti e Martelli). Si è dunque iniziato a definire anche il programma per l’ormai usuale celebrazione della Liturgia in Suffragio
per i Caduti dell’Unità d’Italia che si svolgerà il 15
dicembre presso il Santuario dell’Addolorata in
Castelpetroso (IS), così com’è avvenuto negli ultimi
due anni.
Dopo il Convegno
Nell’ordine: GdO Alessandro Di Ielsi, GdO
Giovanni Cimino, GdO Lorenzo Orrino, Isp. Naz.
GdO Ciro Romano, GdO Pasquale Venditti, Dott.
Giuseppe Tiberio, Isp. Reg. GdO Christian del
Pinto, GdO Amato Maio, Prof. Antonio Mario Di
Nunzio, Deleg. GdO Fabio Fontana, GdO
Francesco Orrino con figlio, GdO Anacleto
Goffredo del Pinto.
La Conviviale
Nell’ordine: GdO Fabio Fontana, GdO Pasquale
Venditti, Dott. Giuseppe Tiberio, Arch. Cristian Di
Paola, GdO Amato Maio, GdO Alessandro Di Ielsi,
Isp. Naz. GdO Ciro Romano, GdO Giovanni
Cimino, Deleg. GdO Lorenzo Orrino, GdO
Francesco Orrino con figlio, Isp. Reg. GdO
Christian del Pinto.
CHIETI
Lanciano, 1° settembre 2012
Nella chiesa di Sant’Antonio, alla presenza di autorità civili e militari, si è svolto un solenne rito funebre, celebrato da S. E. Mons. Emilio Cipollone,
GUARDIA D’ONORE N. 1 - 2013
17
Arcivescovo di Lanciano e Ortona, in concelebrazione con altri sacerdoti, fra cui il Cappellano
Militare Ten. Col. Mons. Mauro Tramontano, in
suffragio della signora Concetta Salvatore in
Satalia. Ha partecipato alla cerimonia la Guardia
d’Onore Vincenzo D’Orazio.
COMO
7 Ottobre 2012
Anche le Guardie d'Onore hanno partecipato all'evento e sono state degnamente rappresentate.
Da Milano è giunta una rappresentanza di sei
Guardie capeggiate dal Delegato Uff. Mastroianni,
per Como oltre al Delegato Pichierri erano presenti.
don Maurizio Salvioni, Bernesconi Katia, Brambilla
Andreina, Arnaboldi Massimo, Tenace Pietro,
Bergamini Angelo, Reina Giuseppe, Sanfelice
Pietro, Sanfelice Paolo e Spoto Bernardo.
Si è svolta a Como l'annuale corteo dell'Interarma
che, attraversando la città da Piazza della Vittoria è
giunto sino al Monumento ai Caduti, sul lungolago.
Quest'anno la manifestazione è stata organizzata
dall'Associazione Marinai d'Italia, la cui partecipazione è stata massiccia.
I Marinai sono stati capaci di mettere in mostra
persino un siluro a lenta corsa, il cosiddetto "maiale", che tanto male fece agli inglesi nel porto di
Alessandria d'Egitto.
Alla manifestazione hanno preso parte tutte le associazioni d'Arma e Combattentistiche della città.
18
LIVORNO
26 settembre 2012
Visita su Nave AMERIGO VESPUCCI
Nell’ambito delle celebrazioni Vespucciane, per i
cinquecento anni dalla morte del grande
Fiorentino, mercoledì 26 settembre, organizzata
dalla Guardia d’Onore “Ispettore per i rapporti con
le FF/AA” e membro del comitato per il cinque
centenario Vespucciano, Ammiraglio Italo Franco
Rossi, ha avuto luogo una vista a bordo di Nave
AMERIGO VESPUCCI, la nave scuola, orgoglio
GUARDIA D’ONORE N. 1 - 2013
MESSINA
della Marina Italiana e vanto dell’Italia tutta.
Con il comitato Vespucciano oltre alla delegazione
livornese dell’Istituto erano invitate anche altre
associazioni e istituzioni della Toscana.
Fra le altre cose, la nave ha ricevuto in omaggio
una copia del certificato di battesimo del Vespucci
ritrovato nell’archivio nel Duomo di Firenze.
Durante la visita alla nave, esperienza unica ed
emozionante fra drizze, draglie, sartiame e cime
varie, si sono avuti interessanti interventi da parte
dell’Ammiraglio Rossi, vero anfitrione della giornata, del padrone di casa, il Comandante della nave
C. V. La Saia e dell’Ammiraglio Giuseppe Cavo
Dragone comandante l’Accademia Navale.
La visita è culminata con un ricco buffet organizzato egregiamente dal Comandante.
Visto il successo della giornata, l’Ammiraglio Rossi,
sarebbe intenzionato a ripetere l’esperienza, per il
nostro istituto, nel mese di settembre del prossimo
anno.
GUARDIA D’ONORE N. 1 - 2013
7 Ottobre 2012
“In occasione del 69° anniversario della morte di
Salvo D’Acquisto, medaglia d’oro al valor militare
per i fatti del 23 settembre del 1943”.
Alla cerimonia, cui erano presenti anche le delegazioni di Enna, Caltanissetta e Agrigento, ha preso parte
il capitano di vascello Ugo d’Atri, presidente
dell’Istituto per le Guardie d’onore alle Reali Tombe
del Pantheon. La celebrazione eucaristica è stata presieduta da mons. Francesco Sgalambro, vescovo
emerito di Cefalù, e concelebrata dalle Guardie
d’Onore don Vincenzo Castiglione, rettore della
Cattedrale del SS. Salvatore e don Giacomo Zangara.
Alla cerimonia sono intervenuti il presidente provinciale del Nastro Azzurro, maggiore Vincenzo
Randazzo; la presidente del Comitato delle Dame del
Nastro Azzurro, prof.ssa Italia De Simone Santoro;
il tenente colonnello dei Carabinieri Antonino
Drago, in rappresentanza del Comando interregionale; il capitano Giovanni Mennella, comandante
della compagnia Messina centro; il prof. Domenico
Venuti, commissario dell’Associazione Nazionale
del Fante; il prof. Giuseppe Romeo Vagliasindi,
delegato di Messina del Sovrano ordine di Malta; il
presidente provinciale Anfi Messina, generale
Giovanni Gentile; il presidente del Consiglio comunale, Pippo Previti; il vicequestore aggiunto, Maria
Antonietta Curtolillo; il tenente Francesco Della
Corte, del gruppo aeronavale della Gdf, i delegati
dell’Istituto per le provincie di Messina, rag.
Santoro, ed Enna, ins. Restifo.
MILANO
10 Novembre 2012
La Delegazione di Milano ha organizzato le cerimonie
per il 94 ° Anniversario della Vittoria e per il rientro
delle salme ancora in esilio dei Re e delle Regine
d’Italia per la tumulazione al Pantheon di Roma. Le
Guardie d’Onore hanno sfilato in corteo, sotto una
pioggia battente, precedute dalle Bandiere del Regno
d’Italia, da Piazza San Carlo al Corso fino a palazzo
Marino, sede dell’amministrazione cittadina, dove è
stata deposta una corona d’alloro alla stele commemorativa recante il testo del bollettino della vittoria.
Conclusa quindi l’esecuzione del silenzio il corteo,
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passando nuovamente per la Galleria Vittorio
Emanuele, tra due ali di folla, si è portato in Piazza
del Duomo presso il monumento equestre di S. M. il
Re Vittorio Emanuele II, dove è stata deposta una
corona d’alloro e dove sono stati eseguiti l’inno nazionale e il silenzio.
A seguire, sempre in ordinato corteo le Guardie
d’Onore hanno percorso un tratto della centralissima
e affollata Via Torino recandosi, come di consueto,
presso la Chiesa di San Sebastiano - Tempio Civico
della Città - dove è stata celebrata la Santa Messa in
suffragio di tutti i Caduti della Grande Guerra, officiante la Sacra Funzione Padre Cesare Bedognè
Cappellano Militare. Ammirato ed amichevole il contegno della folla che ha sottolineato l’esecuzione, ad
opera del corpo musicale di Crescenzago, degli inni
cari alla Tradizione della Patria, con calorosi applausi.
A conclusione delle celebrazioni si è tenuta la consueta Cena della Vittoria presso il prestigioso Palazzo
Cusani, sede del Circolo di presidio dell’Esercito
Italiano. Particolare menzione va in questa sede alla
Guardia d’Onore Vincenzo Panza, noto collezionista
di articoli di militaria, che ha fornito degli autentici
cimeli risalenti al periodo del primo conflitto mondiale e alcuni pregevoli ritratti dei nostri Sovrani esposti
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nella sala delle Bandiere dove si è tenuta la conviviale. A suggello della manifestazione il Delegato di
Milano, Uff. Luigi Mastroianni ha rivolto un indirizzo di saluto ai partecipanti, seguito dall’allocuzione
del Presidente Cap. Vasc. (ris) Ugo d’Atri, che ha
enfatizzato il carattere patriottico dell’occasione, e
poi dall’allocuzione dell’On. Pagliuzzi, Presidente di
Assoarma.
A conclusione della serata il Presidente d’Atri e il
Delegato Mastroianni hanno consegnato all’Ispettore
Longo e alla Guardia d’Onore Finizio il Diploma di
Guardia d’Onore Scelta; poi, coadiuvati dal
Consultore Di Martino, Vice-Delegato regionale degli
Ordini Dinastici di Casa Savoia, sono stati altresì
consegnati diplomi dei medesimi Ordini ai neo cavalieri Isp. Arfilli, Gd’O Cassinelli Lavezzo e Gd’O
Comazzi.
Erano presenti il Presidente dell’Istituto Cap. Vasc.
(ris) Ugo d’Atri, il Consultore Cav. Gr. Cr. Di
Martino, gli Ispettori Nazionali Di Maria
(Cerimoniale), Pierato (Benemerenze), Pizzi
(Giovane Guardia); Gli Ispettori Regionali Arfilli
(Emilia Romagna) e Longo (Lombardia); il Delegato
di Milano Mastroianni e i Delegati: Baldi (Pavia),
Bevilacqua (Bergamo), Cotti Cometti (Brescia),
Pichierri (Como) e il Commissario di Cremona
Carioni Vienna. Erano inoltre presenti a nome degli
Ordini Dinastici di Casa Savoia il Vicario per Varese
il Nob. Cav. Comm. don Pierangelo Berlinguer, il
Vicario per Milano Nob. Uff. don Giancarlo Melzi
d’Eril dei Duchi di Lodi, il Vicario per Pavia Uff.
Andrea Rivoira.
Presenti altresi le GGd’O: Alebardi Claudio
(Bergamo), Alebardi Luca (Bergamo), Alessio,
Andreis, Anguissola di San Damiano, Bonissone di
Branzola, Brambilla (Como), Bressani (Bergamo),
Cassinelli Lavezzo, Centis, Comazzi, Corradi, Couto
GUARDIA D’ONORE N. 1 - 2013
y Amosa, Crovato (Roma), Dalla Chiara, De Blasiis,
Dicorato, Didiano R. (Brescia), Fabris, Ficara,
Finizio (Alfiere-Milano) Fiolini, Franzini Tibaldeo,
Giani, Giardino, Grancagnolo R., Grancagnolo S.,
Grosso, Guerriero, Iannacone (Napoli), Lana A.
(Verbania), Magni, Marco, Mazzù, Milanese
(Alessandria), Monescalchi (Cerimoniere-Roma),
Monfardini, Morfea, Rev. Murru (Pavia), Nucci,
Panizza (Alfiere-Lecco), Passalacqa (Alessandria),
Pirovano (Alfiere-Milano), Previero (AlfierePresidenza Nazionale), Puglese, Rossi, Sagramoso,
Sanfelice Paolo (Como), Sanfelice Pietro (Como),
Sciaraffia, Scolaro (Alfiere-Varese), Spada (Brescia),
Staino (Alfiere-Milano), Tagliabue R. Tamburello
Careddu, Tonizzo, Trevisan (Verona), Villa (AlfiereMilano), Ye Zhong He, Zaffino (Pavia),
Un particolare ringraziamento giunga altresì al
Presidente dell’Istituto del Nastro Azzurro di Milano
Gen. Cassano, all’ Ass. Naz. Polizia di Stato,
all’Associazione Nazionale Artiglieri d’Italia con
l’Alfiere Pinna, all’Ass. Naz. Venezia Giulia Dalmazia
e al Cav. Gheri Merlonghi che come ogni anno ha
offerto le due corone d’alloro per la cerimonia.
PADOVA
14 ottobre 2012
Per la Delegazione di Padova le celebrazioni per
l’Unità d’Italia hanno avuto un seguito; una bella
”appendice” patriottica ha avuto luogo con una gita
alla città di Mantova mirata a ricordare luoghi ed eroi
della nostra epopea risorgimentale.
Prima tappa alla Valletta Belfiore, presso il monumento agli undici martiri che tutti ricordano come
vittime della repressione asburgica dopo la campagna 1848-49 ma che pochi ricordano per nome :
don Giovanni Grioli, Abate Barone Enrico Napoleoni
Tazzoli, Angelo Scarsellini, Bernardo de Canal,
Giovanni Zambelli, Carlo Poma, Tito Speri, don
Bartolomeo Grazioli, Carlo Montanari, Pietro
Domenico Frattini e Pier Fortunato Calvi. Dopo la
lettura di questi undici nomi e la posa di una corona
di alloro è seguita una pausa di raccoglimento ai
piedi del monumento. Il Delegato Gen. Pietro Grassi
ha preventivamente illustrato le vicende storiche e
personali degli undici eroi che vennero impiccati in
quegli spalti in cinque riprese, nel periodo 18511855.
Si è poi proseguito per altri due luoghi risorgimentali
parimenti leggendari, a Curtatone e a Montanara dove
ancora una volta il Delegato ha illustrato ciò che
avvenne all’inizio della prima Guerra di Indipendenza
il 29 maggio 1848: 6000 italiani resistettero eroicamente per sei ore a 40.000 austriaci. Tra i patrioti, particolare menzione meritò il Battaglione universitario
toscano che rispose alla chiamata di Carlo Alberto,
spinto da genuino amor di patria.
È seguita la visita alla Città e ai suoi monumenti con
un intervallo conviviale presso il Circolo dell’Esercito.
PERUGIA
15 settembre 2012
In occasione della manifestazione “Memorie per il
futuro” organizzata dall’associazione Borgo
Sant’Antonio una delegazione di guardie ha partecipato alla celebrazione a ricordo dell’ingresso dei
Bersaglieri nella città di Perugia avvenuta il 14 settembre 1860.
È stata deposta dall’Associazione dei Bersaglieri presieduta dal Gen. Stella una corona di fiori alla Porta
S. Antonio sotto la lapide che ricorda l’impresa e poi
è stata celebrata una messa nella chiesa di Corso
Bersaglieri.
Per l’Istituto hanno partecipato il Delegato
GUARDIA D’ONORE N. 1 - 2013
21
Reggiolo, prof. Gaetano Scaravelli, il sindaco di
Cadeo Avv. Marco Bricconi. Erano inoltre presenti
per Parma il nob. dr. Umberto Carlevarini e le
Guardie Cav. Luigi Carlo Baroni e signora e Luca
Ferrari; per Reggio Emilia la Guardia Bruno
Dominelli; per Rimini il Vicario per gli OO. DD. di
Casa Savoja comm. dr. Arturo Menghi Sartorio e
Consorte; per Piacenza le Guardie d'Onore Antonella
Bergamaschi ed Adalisa Cavuti. I momenti salienti
della celebrazione sono stati sottolineati dall'accompagnamento dell’organo suonato dal m° Federico
Perotti. E' seguito un gradevole momento conviviale
presso un noto ristorante del luogo.
PORDENONE
Provinciale di Perugia Dott. Ardissone, le guardie
Barlozzari e Mortolini.
Da sinistra il Presidente dell’Ass. Bersaglieri di Todi
Giovanni Barlozzari, il delegato Enrico Ardissone la
bandiera sabauda che l’Ass. Bersaglieri di Todi porta
a tutte le manifestazioni, le guardie Stefano Barlozzari
e Lauro Mortolini. La Bandiera ha l’asta e le decorazioni originali, mente il drappo di epoca più recente è
stato restaurato e completato dal presidente
Barlozzari. Alla cerimonia ha partecipato anche la
fanfara dell’associazione bersaglieri dell’Umbria.
PIACENZA
Cadeo, 16 Settembre 2012
Presso la chiesa di San Pietro Apostolo a Saliceto di
Cadeo, si è celebrata la Santa Messa in suffragio di
S.M. Re Vittorio Emanuele III e della Regina Elena.
Il Rito è stato officiato da Don Stefano Antonelli, a
noi molto vicino.
Erano presenti varie autorità e Guardie d'Onore, tra
le quali il Principe Maurizio Gonzaga del Vodice,
l'Ispettore Regionale dell'Emilia-Romagna dr. Paolo
Arfilli e Signora, il Delegato provinciale di Piacenza,
prof. Daniele Tizzoni, il Delegato provinciale di
Rimini, M.llo Gianni Ruzzier, il Delegato provinciale
di Reggio Emilia in rappresentanza del sindaco di
22
27 ottobre 2012
Il delegato ha partecipato alla Cerimonia della donazione di un velivolo supersonico VIGGEN-SAAB AJ37 da parte della Nazione Svedese. La Cerimonia ha
visto la partecipazione di un Rappresentante militare
dell'Ambasciata di Svezia in Roma, quale Ente
donante, nonché la partecipazione di Autorità di
Governo Nazionale, Regionale e Locali, unitamente
al Vescovo di Pordenone, che partecipava altresì alla
scopertura e benedizione del Monumento al Maggiore
Pilota Adriano VISCONTI DI LAMPUGNANO.
Nella stessa circostanza veniva inaugurata una Mostra
storica dedicata al già Capitano degli Alpini della
Guerra 1915/18 e poi Capo di Stato Maggiore della
Regia Aeronautica, Generale Pilota Italo BALBO in
occasione dell'Ottantennale della Trasvolata Atlantica
Roma-Chicago-New York-Roma.
Nella Cattedrale è stata celebrata una Santa Messa in
memoria delle LL. MM. Umberto II e Maria Josè di
Savoia alla presenza delle LL. AA. RR. i Principi
Amedeo e Silvia di Savoia. Al sacro rito hanno preso
parte, con il Labaro, le GG. d'O. Francesco Fiordelisi
(Alfiere), Giosuè Tumminello e Giovanni Ruzzier. Al
termine della S. Messa i partecipanti hanno ricevuto il
saluto personale delle LL. AA. RR. una Santa Messa in
memoria delle LL. MM. Umberto II e Maria Josè di
Savoia alla presenza delle LL. AA. RR. i Principi
Amedeo e Silvia di Savoia. Al sacro rito hanno preso
parte, con il Labaro, le GG. d'O. Francesco Fiordelisi
(Alfiere), Giosuè Tumminello e Giovanni Ruzzier. Al
termine della S. Messa i partecipanti hanno ricevuto il
saluto personale delle LL. AA. RR..
GUARDIA D’ONORE N. 1 - 2013
RAVENNA
23 settembre 2012
Nella Cattedrale è stata celebrata una Santa Messa in
memoria delle LL. MM. Umberto II e Maria Josè di
Savoia alla presenza delle LL. AA. RR. i Principi
Amedeo e Silvia di Savoia. Al sacro rito hanno preso
parte, con il Labaro, le GG. d'O. Francesco Fiordelisi
(Alfiere), Giosuè Tumminello e Giovanni Ruzzier. Al
termine della S. Messa i partecipanti hanno ricevuto
il saluto personale delle LL. AA. RR..
RIMINI
27 settembre 2012
Il Commissario Prefettizio del Comune di Gemmano
(RN) dott. Giuseppe Mario Puzzo ha invitato il
Delegato provinciale Giovanni Ruzzier alla cerimonia
per l'incontro di inizio anno scolastico e per le celebrazioni per l'anniversario della liberazione di
Gemmano. L'evento, preceduto dalle Autorità nella
Piazza Roma, ha avuto seguito con la celebrazione
della S. Messa in memoria dei Caduti di tutte le guerre e di auspicio per l'inizio del nuovo anno scolastico.
La cerimonia si è conclusa, dopo la deposizione di
una corona d'alloro al Monumento ai Caduti, con
una breve allocuzione del Commissario Prefettizio,
con la lettura di pensieri e poesie da parte degli alunni e la liberazione nel cielo di palloncini tricolori.
21 ottobre 2012
Ha avuto luogo nella “Sala del Giudizio” del Museo
della Città, presente la pronipote di Giuseppe
Garibaldi, dott.ssa Anita Garibaldi e di suo figlio
Francesco, su iniziativa della Delegazione di Rimini
del nostro Istituto e di A.R.I.E.S. (Associazione
Ricerche Iconografiche e Storiche) la celebrazione del
153° anniversario del conferimento del “Patriziato” e
della “Cittadinanza Onoraria” della Città di Rimini
all’Eroe dei Due Mondi. Presenti le GG.d’OO. Arturo
Menghi Sartorio, Aleardo M. Cingolani, Maurizio
Brandi, il Delegato Giovanni Ruzzier, Patrizia Delfino
e Giosuè Tumminello.
Nel corso della cerimonia, che ha visto la presenza
delle Autorità Civili e Militari hanno preso la parola
la G. d’O. Arturo Menghi Sartorio, che con il suo
determinante apporto ha consentito la realizzazione
dell’evento, il quale ha tracciato un breve profilo di
GUARDIA D’ONORE N. 1 - 2013
Garibaldi, ricordando che questi aveva fondato a
Milano il primo Corpo di Vigilanza e Polizia, dal
quale sono discesi gli attuali Corpi di Vigilanza e
Polizia privata nel nostro Paese.
La G. d’O. Aleardo M. Cingolani ha ricordato la presenza di Garibaldi a Rimini e nella vicina Repubblica
di San Marino.
Il dott. Roberto Biagini, Assessore al Comune di
Rimini, ha portato il saluto del Sindaco e si è soffermato sulla figura di Giuseppe Garibaldi evidenziando
l’importanza del suo operato nel corso del
Risorgimento e dell’Unità nazionale.
Il prof. Angelo Turchini, Docente di Archivistica
dell’Università di Bologna -Sezione di Ravenna, si è
soffermato sulla figura dell’Eroe in ambito della
Romagna, ricordando fatti e date storiche che lo
videro protagonista, invitando l’Amministrazione
comunale a dare maggiore visibilità alla targa commemorativa posta nel Palazzo comunale.
La dott.ssa Anita Garibaldi ha svolto una vera e propria relazione evidenziando non solo l’aspetto politico
che vide il suo Avo protagonista, ma ha fornito anche
una visione minuziosa delle idee di Unità e
Fratellanza universale che Giuseppe Garibaldi ha
sempre sostenuto, ricordando che Egli era un
ambientalista, attento alla salvaguardia dell’ambiente, aspetto questo sconosciuto ai più.
La cerimonia si è aperta con il quartetto dell’Istituto
Musicale “G. Lettimi” di Rimini che ha suonato
l’Inno di Mameli e che ha concluso l’incontro suonando l’Inno di Garibaldi.
Tra i presenti il C. V. Ugo M. d’Atri Presidente
dell’Istituto, l’Ispettore regionale dott. Paolo Arfilli, il
dott. Giannantonio M ingozzi Vice Sindaco di
Ravenna, la G.d’O. Vittorio Berdondini di Faenza, la
Sorella Anna D’Arario con altra Consorella in uniforme del Corpo Militare della C.R.I. il dott. Dionigi
Ruggeri Delegato di Bologna, la G. d’O. Serena
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Savorani, il dott. Roberto V. Favero di Imola ed altri
amici, oltre ad pubblico numeroso.
23 ottobre 2012
Il Delegato Giovanni Ruzzier, invitato dal
Presidente della Federazione Grigioverde Gen. G.
d’O. Riccardo Basile, ha partecipato alla rievocazione della Battaglia di El Alamein nel 70° anniversario della ricorrenza presso il Circolo Ufficiali
dell’Esercito di Trieste, presenti i Reduci dott.
Franco Slataper e comm. Antonio Bumbaca. Al termine della commemorazione, tenuta dal Gen.
Basile, il Gen. B. Federico Maria Pellegatti,
Comandante Militare Regione Friuli Venezia
Giulia ha dato lettura del messaggio di saluto,
inviato per l’occasione, da S. A. R. il Principe
Amedeo di Savoia.
24 ottobre 2012
Il Delegato Giovanni Ruzzier, su invito del Reggente
il Consolato Generale d’Italia a Capodistria
(Slovenia) dott.ssa Maria Pia Mauriello, ha presenziato alla cerimonia della deposizione di omaggi floreali, con coccarda tricolore, sulle tombe di nostri
connazionali colà sepolti, cerimonia effettuata in
prossimità della Commemorazione dei Defunti. È
seguita una S. Messa nella Cappella del Cimitero,
presenti i rappresentanti della Comunità degli
Italiani e del C.A.N. - presente anche l’ex Console
Generale dott.ssa Marina Simeoni.
due Sottufficiali del Rgt. San Marco illegalmente
detenuti da mesi in India.
Alla manifestazione indetta dalle due famiglie e dal
gruppo “Ridateci i nostri Leoni” e sviluppatasi dalla
Bocca della Verità fino a piazza Santi Apostoli, hanno
preso parte circa quattrocento persone appartenenti a
tutte le associazioni combattentistiche e d’arma.
Particolarmente numerosi i marinai, soprattutto
incursori e fucilieri del San Marco, i paracadutisti e le
Guardie d’Onore.
Per l’Istituto erano presenti circa venticinque
Guardie d’Onore, fra le quali d’Atri, Monescalchi,
Pietroni, Larocca, Di Marco, Iannaccone, Novellino,
Crovato, Mariani di Corneto, Fefè, V. Brancaleoni,
Vaccarella, Savarese, F. Gagliani Caputo, Baldini,
Deiana, Sinibaldi, Nicolosi.
13 maggio 2012
ROMA
12 maggio 2012
L’Istituto ha partecipato con il proprio labaro e le
proprie Bandiere alla fiaccolata di solidarietà verso i
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Si è tenuta al Pantheon, ad iniziativa della Guardia
d’Onore Alina Mancini Martano, una solenne cerimonia celebrativa del 70° anniversario delle battaglie
difensive sul Don.
Dopo la lettura, ad opera dell’avv. Iannicelli, orfano
di un Caduto in Russia e presidente dell’Unione
Nazionale Italiana Reduci di Russia (U. N. I. R. R.),
GUARDIA D’ONORE N. 1 - 2013
sezione di Roma, dei messaggi pervenuti da varie
autorità, è seguita una Santa Messa officiata dal
mons. Feminò, per trentasette anni segretario di
mons. Pintonello, cappellano capo in Russia; accompagnamento del coro polifonico “Salvo d’Acquisto”,
diretto dal Col. CC Martinelli, presente un picchetto
dei Lancieri di Montebello.
Presenti il gen. Torre, in rappresentanza del sindaco
di Roma, che ha deposto una corona d’alloro, i sindaci di Cave, con gonfalone comunale, e di Colonna,
i labari dell’U. N. I. R. R. (presidenza nazionale e
sezione di Roma), della Fanteria, dei Paracadutisti,
dell’Artiglieria, del Commissariato Militare, dei
Caduti Senza Croce, dell’Associazione Nikolajewka,
dei Combattenti e Reduci, il gen. Testini, segretario
generale di Assoarma, il gen. Ippoliti, già comandante dell’82° reggimento fanteria “Torino”, il Col.
Imbrighi, per il Corpo Militare della C. R. I., il dr.
Usai, presidente della sezione di Roma
dell’Associazione Nazionale Arma di Cavalleria, il dr.
Pasquali e il dr. Currò, rispettivamente presidente e
segretario della Sezione di Roma dell’Associazione
Nazionale del Fante.
Fra i trecento presenti, l’Istituto, con il proprio labaro
e le proprie Bandiere, era rappresentato da circa cinquanta Guardie d’Onore, fra le quali d’Atri, F.
Monescalchi, Larocca, Piazzini, il gen. Blais, il gen.
Emanuele, il Ten. Col. Trentin, Iannaccone, Caroli,
Crovato, Savarese, Fefè, Fatucci, D’Angelo,
Mastrosanti, Deiana, James, Stifano, Porro Papa,
Pignalosa, Mottola, Sinibaldi, Nicolosi, De Caro.
19 maggio 2012
Al turno di guardia d’onore solenne erano presenti:
Bilotti, Cesaretti, Costa (Crotone), Mastrosanti,
Petrilli, Pignalosa, Sinibaldi, Vaira, Venditti.
GUARDIA D’ONORE N. 1 - 2013
Santa Marinella, 19 maggio 2012
Nel bel complesso votivo presso l’Oasi Tabor è stato
celebrato l’annuale rito in memoria dei caduti
d’Africa, che quest’anno è stato dedicato all’Arma di
Fanteria.
Presenti alle celebrazioni le Associazioni
Combattentistiche e d’Arma, Autorità civili e militari;
sono inoltre pervenuti i telegrammi dei Capi di Stato
Maggiore dell’Aeronautica e dell’Esercito. La Santa
Messa è stata officiata da monsignor Pablo Colini,
mentre la commemorazione ufficiale è stata svolta
dal prof. Alessandro Scafi. Per l’Istituto sono intervenuti Monescalchi e Iannaccone, ed erano inoltre presenti numerose associazioni d’Arma, tra cui fanti ed
alpini. Il sindaco di Santa Marinella era rappresentato da un assessore del comune.
21 maggio 2012
Alla Protomoteca del Campidoglio è stata presentata
l’opera “Alexandros et Nero” della Guardia d’Onore
m.sa prof. Alessandra d’Epiro.
La presentazione, organizzata dall’Istituto, è avvenuta con il patrocinio del Comune di Roma Capitale.
Si tratta di un cortometraggio con testo in greco, latino e tedesco ed immagini del mondo classico, ovviamente ai due Imperatori e preceduto da una prefazione del comandante d’Atri.
La presentazione si è svolta con interventi del presidente dell’Istituto, capitano di vascello d’Atri, del
presidente della Commissione Cultura del Comune di
Roma, on. Mollicone, e dal sindaco di Anzio, dr.
Bruschini.
Circa centocinquanta le persone presenti, fra le quali
il gen. Cretella Lombardo della Guardia di Finanza,
l’assessore del Comune di Anzio dr. Succia e le
Guardie d’Onore Pietroni, Mattoli, Antonelli,
Monescalchi, Iannaccone, Pignalosa, Coculo Satta,
Carpinelli, Caroli, Capra, Mottola, Buonfiglio,
Previero, Litardi.
24 maggio 2012
È stata celebrata la giornata del Decorato. Il Gen.
Div. CC. M. O. V. M. Umberto Rocca, Presidente del
Gruppo Medaglie d’Oro e Guardia d’Onore, e il Gen.
B. Carlo Maria Magnani Presidente dell’Istituto del
Nastro Azzurro, hanno deposto due corone di alloro
al Sacello del Milite Ignoto all’Altare della Patria.
Erano presenti i Labari del Gruppo Medaglie d’Oro,
dell’Istituto del Nastro Azzurro, dell’Istituto delle
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Guardie d’Onore alle Reali Tombe del Pantheon,
dell’Ass. Naz. Bersaglieri, dell’Ass. Naz. Paracadutisti
d’Italia. L’Istituto era rappresentato dalle Guardie
d’Onore d’Atri, Monescalchi, Baldini, Venditti,
Bilotti, Bonfiglio, Sinibaldi, Tarelli, Coculo Satta; il
Generale Picca, Guardia d’Onore di Bari, era in rappresentanza dell’Istituto del Nastro Azzurro. Fra i
partecipanti alla cerimonia, la figlia dell’Ammiraglio
di Squadra M. O. V. M. Birindelli, Guardia d’Onore
al Pantheon e il Generale di Divisione Li Gobbi, figlio
del Generale di Corpo d’Armata Alberto Li Gobbi, M.
O. V . M. e Guardia d’Onore.
1° giugno 2012
In una serata dedicata alla commemorazione dello
statuto concesso da Carlo Alberto, Re di Sardegna, il
4 marzo 1848, si è tenuta una riunione conviviale
preceduta dalla presentazione dei volumi Curarsi con
le erbe. Rimedi per la salute della Guardia d’Onore
prof. Elio Moro e Sulla via di Alessandria della
Guardia d’Onore dr. Gianni Morcellini.
Erano presenti, con gli autori, trentanove persone, fra
le quali le Guardie d’Onore p.pe Gonzaga, marchese
del Vodice, capitano di vascello (ris.) dr. d’Atri, capitano di vascello (aus.) dr. Guinzio, nob. avv. A. Marini
Dettina, conte Harrach, col. Cardinale, arch. ing.
Bolzan Mariotti Posocco, dr. Iannaccone, dr.
Monescalchi, magg. Vichi, dr. Pietroni, avv. Caristo,
sig.ra Di Napoli, sig.ra Duma, sig. Di Crosta, c.ssa
dr.ssa Weilenmann von Hofstetten, dr. Giordano, cav.
Rana e inoltre la c.ssa Teodorani e la dr.ssa Lorenzoni.
2 giugno 2012
L’Istituto ha partecipato con il proprio labaro stemmato, ornato da quaranta medaglie d’oro al valor
militare, alla tradizionale rivista militare tenutasi ai
fori imperiali.
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Il labaro, montato su un automezzo dell’Esercito, era
scortato dalle Guardie d’Onore Ortenzi (alfiere),
Previero, D’Iorio e Otta.
Hanno inoltre preso parte alla parata, inquadrate nel
contingente a piedi di Assoarma, le Guardie d’Onore
Fefè e Mariani di Corneto.
3 giugno 2012
Sulla scorta di una recente tradizione, un gruppo di
Guardie d’Onore dell’Emilia-Romagna ha effettuato
un servizio di guardia collettivo al Pantheon, dopo
aver ascoltato la S. Messa domenicale, al termine
della quale l’ispettore regionale, dr. Arfilli, ha ricordato dall’altare le vittime del recente sisma che ha
colpito la regione.
Erano presenti le Guardie d’Onore Ruggeri,
Balzarotti, Savorani, Berdondini, Tizzoni, F.
Monescalchi, L. Bongini, Padovano, Sabbatini (che
ha aderito all’Istituto nello stesso giorno), Cacciari,
Ferrari, G. Scaravelli (con fascia tricolore in rappresentanza del sindaco di Reggiolo), Ruzzier, Flamigni,
Bentivogli, Arfilli con la consorte, Caudarella,
Camorani, de Tomasi.
Hanno partecipato anche le Guardie d’Onore di
Roma d’Atri con la consorte, Rovere, T. Monescalchi,
Porro Papa e Picco.
3 giugno 2012
Per celebrare il 50° anniversario di Regno di Sua Maestà
la Regina Elisabetta II d’Inghilterra, presso la chiesa “All
Saints” di Via del Babuino a Roma, l’Arcidiacono
Jonathan Boardman, il Consolato Britannico e l’Ordine
di S. Davide, Albano e Crescentino del Galles hanno
organizzato una festa culminata con il taglio di una artistica e squisita torta a tema, presenti le Guardie d’Onore
Giancarlo Vichi, Rita Salvini, Elio Moro ed Alfonso
Marini Dettina, Consultore dell’Istituto.
GUARDIA D’ONORE N. 1 - 2013
6 giugno 2012
A Palazzo Ruspoli S. A. R. la Principessa Maria Pia
di Savoia ha presentato il Suo libro di memorie La
mia vita, i miei ricordi; il marito, Principe Michel de
Bourbon-Parme, ha parlato del suo volume Un prince dans la Tourmente, con interventi di Carlo
Rossella e Guglielmo de Giovanni Centelles.
L’Istituto era rappresentato dal presidente, capitano
di vascello (ris.) Ugo d’Atri, e dalle Guardie d’Onore
Iannaccone, Marabello, Fabio e Teodoro
Monescalchi. Fra i presenti, un centinaio, le Guardie
d’Onore dr. Fabio Torriero, dr. Giampiero Covelli, il
principe Carlo Massimo, il dottor Lucarini, il professor Salvatore Sfrecola, il prof. Emmanuele
Emanuele, i principi Carlo, Elettra e Guglielmo
Giovanelli, il prof. Perfetti.
7 giugno 2012
Al turno di guardia solenne al Pantheon erano presenti: Ametrano, Baldini, Bianchi, Bilotti, Caruso,
Deiana, Fantinel, Fatucci, Fefè, Mastrosanti,
Militano, Nicolosi, Pagliaro, Petrilli, Pignalosa, Rana,
Saldicco, Sinibaldi.
Colonna, 10 giugno 2012
Il comune di Colonna ha conferito la cittadinanza
onoraria alla locale stazione dell’Arma dei
Carabinieri. Il conferimento si è celebrato unitamente
alla scopertura di una targa commemorativa all’eroe,
vicebrigadiere Salvo d’Acquisto, per ricordare così i
caduti di tutte le guerre.
Presenti all’evento i rappresentanti dell’Arma dei
Carabinieri e del comandante della locale stazione,
con l’ufficializzazione del sindaco, alla presenza di
autorità civili, militari e religiose. Presente sul posto
il labaro dell’Istituto, scortato dalle Guardie d’Onore
Monescalchi F., Iannaccone e Monescalchi T., congiuntamente al labaro dell’Associazione Nazionale
Combattenti Forze Armate Regolari Guerra di
Liberazione. La celebrazione è terminata con un concerto della banda dell’Arma dei Carabinieri.
COMUNICATO STAMPA DEL 13 GIUGNO 2012
L’Istituto Nazionale per la Guardia d’Onore alle Reali
Tombe del Pantheon avrebbe dovuto far celebrare
oggi una Santa Messa a ricordo di 12 ragazzi napoletani uccisi nel giugno 1946 durante le manifestazioni
popolari successive allo svolgimento del referendum
istituzionale, caduti per il loro Re.
GUARDIA D’ONORE N. 1 - 2013
L’occupazione del pronao del Pantheon da parte di
centri sociali ha impedito lo svolgimento della funzione religiosa in aderenza a comunicazioni del
Vicariato di Roma e a consigli del personale della
Questura.
L’Istituto, pur comprendendo le ragioni di tanti giovani precari che, in questo momento soffrono per la
mancanza di effettive prospettive lavorative, protesta
vivamente per il clima di tensione instauratosi e che
si deve verosimilmente non a lavoratori legittimamente impegnati nella ricerca del lavoro, ma a elementi anarcoidi come quelli dei centri sociali, non
efficacemente contrastati nell’occupazione delle piazze d’Italia.
L’Istituto esprime la propria volontà di difendere ad
ogni costo la Storia d’Italia degnamente rappresentata dalle Tombe dei Sovrani artefici dell’Unità della
nostra Patria e troppo spesso vilipesi dall’ignoranza
dominante.
16 giugno 2012
Al turno di guardia solenne al Pantheon erano presenti: Finizio (Milano), Iannaccone, Longo (Verona),
Luzi, Mastrosanti, Mortolini (Perugia), Nicolosi,
Otta, Petrilli, Pierato (Milano), Rovere, Savarese,
Sinibaldi, Turcan, Vaira, Venditti.
Velletri, 24 giugno 2012
Nella giornata del 24 giugno, a cura della delegazione
di Velletri e Lazio Sud dell’Opera Nazionale per i
Caduti Senza Croce si è tenuta, nel quadro delle celebrazioni del 70° anniversario della battaglia di El
Alamein, la prima giornata del Ricordo del decorato
al valor militare. Ha partecipato all’organizzazione
della cerimonia anche la locale sezione dell’A. N. P.
D’ I.. L’Istituto era presente con il Labaro della presidenza Nazionale; sono intervenute le GG. d’O. Dott.
Teodoro Monescalchi, Dott. Antonio Iannaccone (del.
Roma) e il sig. Fabio Monescalchi (del. Forlì). La
celebrazioni hanno avuto luogo presso il locale cimitero monumentale, dove dopo una celebrazione eucaristica, i convenuti hanno reso omaggio alle Medaglie
d’Oro. G. B. Petecchian, C. Eghilian e R. Ghurizian,
paracadutisti del Regio Esercito caduti in una segreta
e pericolosa missione in Medio Oriente. Dopo aver
deposto una corona d’alloro al sacello dei tre eroi
sono seguiti gli interventi del Presidente Nazionale
dell’A. N. P. D’ I., del Vice Sindaco di Velletri.
Particolarmente toccanti sono state le testimonianze
27
dei familiari degli eroi, giunti apposta della Grecia,
ove risiedono. A conclusione si è formato un corteo,
che con i 18 labari d’Associazione d’Arma presenti
e fanfara dei Bersaglieri in testa, si è diretto sulla
trafficata via Garibaldi intonando inni e canti
patriottici tra il plauso della popolazione. Il corteo
è arrivato sino al monumento ai Caduti della cittadina laziale; quivi giunti, dopo aver disposto le
insegne a corona della piazza e aver cantato l’Inno
Nazionale, è stata data lettura dei messaggi delle
Autorità tra cui, per toccante partecipazione, ha
spiccato quello di S. A. R. Pr. Amedeo di Savoia
Aosta. Tra gli intervenuti Ufficiali e Allievi
Marescialli
Carabinieri
del
Reggimento
d’Istruzione di quella città, in uniforme ordinaria,
moltissimi paracadutisti in servizio ed in congedo.
Si è colta chiarissima la larga e commossa partecipazione della popolazione. Giova ricordare la presenza dell’inossidabile reduce di El Alamein, paracadutista Santo Pelliccia, classe 1923, intervenuto
in uniforme storica e decorazioni, che ha chiamato
un urlo “FOLGORE” in onore di tutti i caduti delle
guerre nazionali. La G. d’O. Iannaccone ha ritirato,
a nome del Presidente un cadeau istituzionale, visibile in presidenza.
28 giugno 2012
Una rappresentanza dell’Istituto, guidata dal delegato di Roma, col. Paolo Caruso, è stata ricevuta da S.
E. il Cardinale Angelo Comastri, arciprete della
Basilica papale di San Pietro in Vaticano, nel pomeriggio del 28 giugno per l’omaggio floreale che, già da
quattro anni, l’Istituto annualmente rende ai Santi
Pietro e Paolo, Patroni di Roma, in occasione della
ricorrenza del 29 giugno. La delegazione ha, quindi,
preso parte alla celebrazione dei solenni Vespri
accompagnati dal coro dell’Accademia Filarmonica.
21 luglio 2012
Alla guardia d’onore solenne erano presenti: Bianchi,
Bilotti, Caruso, Dho (Verbano-Cusio-Ossola),
Fantinel,
Mastrosanti,
Militano,
Pernace
(Caltanissetta), Pignalosa, Rovere, Saldicco,
Sinibaldi.
29 luglio 2012
Alla Santa Messa in suffragio di S. M. il Re Umberto
I erano presenti: Caruso, d’Atri, Di Maria, Fantinel,
Fefè, Furlan, Gottardi, Iannaccone, Mastrosanti,
28
Monescalchi, Pierato, Riu, Rovere, Salvini, Savarese,
Tomaino. Hanno partecipato inoltre il dott. Alessandro
Filippi, della delegazione di Roma dell’Opera
Nazionale Caduti senza Croce, ed il dott. António
Baião Pinto, giovane monarchico portoghese.
4 agosto 2012
Al turno di guardia d’onore solenne erano presenti:
Ametrano, Bianchi, Fatucci, Mastrosanti (responsabile del cerimoniale), Pignalosa, Riu (del. di La
Spezia), Rovere, Saldicco, Savarese, Sinibaldi.
18 agosto 2012
Al turno di guardia d’onore solenne erano presenti:
Buonfiglio, Mastrosanti, Militano, Monescalchi F.
(Forlì), Monescalchi T., Mortolini (del. di Perugia),
Pignalosa, Rovere, Savarese, Sinibaldi, Vaira.
15 settembre 2012
Nel 108° anniversario della nascita di S. M. il Re
Umberto II, sono stati presentati i volumi Un eroe
italiano, di Antonella Colonna Vilasi, in cui viene
romanzata la vita dell’Amm. Sq. M.se Luigi Durand
de la Penne, Medaglia d’Oro al Valor Militare e
Guardia d’Onore, e Le catene dei Savoia, di Luca
Costanzo e Yuri Bossuto, sui soldati borbonici prigionieri nel forte di F enestrelle, libro in cui si sfata il
mito di genocidio della popolazione meridionale al
1861.
È seguita una cena sociale.
Erano presenti il capitano di vascello (ris.) d’Atri, il
principe Ernesto Capece Minutolo con la consorte,
l’amm. sq. Giorgio Capra, il col. Cardinale, la c.ssa
Teodorani, la nob. d.ssa Antonella Colonna Vilasi, il
nob. avv. Alfonso Marini Dettina, il nob. avv.
Domenico Marini Dettina, l’amm. Emilio Taietta con
la consorte, l’avv. Caristo con tre ospiti, il capitano di
vascello Guinzio con la consorte, il dr. Pietroni con la
consorte, il dr. Di Serio, il dr. Teodoro Monescalchi,
che ha presentato il libro su Fenestrelle, Fabio
Monescalchi, il dr. Crovato, il Col. CC Gentili, il sig.
Sinibaldi, la sig.ra Nicolosi, la sig.ra Savarese, la
sig.ra Giovannini, la sig.ra Cuomo, la sig.ra Mansi, la
sig.ra Grassi, la dr.ssa Antonelli, la dr.ssa Lorenzoni,
l’ing. Piazzini con la consorte, Davide Colombo, il sig.
Fantinel, il m.llo Zucco.
29 settembre 2012
Sua Altezza Imperiale il Granduca Gheorghi
GUARDIA D’ONORE N. 1 - 2013
Romanoff, figlio della Granduchessa Maria
Romanovna, capo della Casa Imperiale Russa, ha
visitato il Pantheon, rendendo omaggio alle tombe
del Re Umberto I e della Regina Margherita, ove era
schierata la Giovane Guardia. Successivamente, Sua
Altezza Imperiale, accompagnato dalla Guardia
d’Onore Giuseppe Amorosi Golisciani, ha visitato la
sede dell’Istituto, ove è stato accolto dal presidente,
capitano di vascello (ris.) Ugo d’Atri.
3 ottobre 2012
Al turno di guardia d’onore solenne erano presenti:
Bianchi, Buonfiglio, Caruso, Didiano A. (BS),
Didiano R. (BS), Murano, Pagliaro (FR), Papa,
Saldicco, Sinibaldi.
6 ottobre 2012
Con il patrocinio dell’Associazione Insigniti
Onorificenze Cavalleresche (A. I. O. C.), presieduta
dall’ispettore dell’Istituto nob. Pierfelice degli Uberti,
la Real Irmandade da Ordem de Sâo Miguel de Ala e
il Vitezi Rend hanno consegnato le proprie onorificenze alla presenza di S. A. R. il Principe don
Enrique de Braganza. Gran parte degli insigniti
erano Guardie d’Onore.
Fra i presenti, il Principe don Maurizio Gonzaga marchese del Vodice, le Principesse Luciana a Mahera
Hassan d’Afghanistan, il Principe don Carlo
Massimo, il nob. dr. Antonino Lazzarino de Lorenzo,
il capitano di vascello (ris.) d’Atri, il dr. Paolo Arfilli,
il dr. Armando Pietroni, il dr. Teodoro Monescalchi, il
dr. Giuseppe Tortorici, il cav. rag. Matteo Santoro, il
dr. Fabrizio Iseni, Euristeo Ceraolo, il rag. Giuseppe
Cacciola, mons. Vincenzo Castiglioni, il dr. Letterio
Donato.
A seguire, una Santa Messa nella chiesa di Antiochia
dei Siri e una riunione conviviale.
17 ottobre 2012
Al caffè Greco è stato presentato il libro Dio, Patria e
Famiglia di Marcello Veneziani. Moderatrice dell’incontro la Guardia d’Onore Giulia Torri. Fra le persone presenti, con l’autore, le Guardie d’Onore Ugo
d’Atri, Armando Pietroni, Alessandro Pazzaglia,
Teodoro Monescalchi e Pierfrancesco Cellai.
20 ottobre 2012
Al turno di guardia d’onore solenne erano presenti:
Alicicco, Baldini, Bianchi, Bilotti, Capra, Caruso,
GUARDIA D’ONORE N. 1 - 2013
Cialdini, Covino, Fantinel, Fatucci, Fiorentino,
Gagliani Caputo, James, La Longa Mancini, Marcello
(CH), Mariani di Corneto, Marini Dettina D.,
Marzinotto, Mastrosanti, Mereu, Militano, Motolone,
Nicolosi, Otta, Pazzaglia, Pietroni, Pignalosa, Rana,
Riu (SP), Rocchi, Rovere, Saldicco, Salvini, Savarese,
Sinibaldi.
23 ottobre 2012
Il 23 ottobre 1867 avvenne lo sfortunato combattimento di Villa Glori, nel corso del quale settantasei
giovani patrioti si sacrificarono nel vano tentativo di
far insorgere la popolazione di Roma contro il potere
temporale dei papi.
Nello scontro cadde Enrico Cairoli e fu gravemente
ferito suo fratello Giovanni.
Uno dei cinque fratelli Cairoli, medaglia d’oro al
valor militare, divenne poi presidente di questo
Istituto nel 1885, dopo essere stato per tre anni presidente del consiglio dei ministri del Regno d’Italia.
L’episodio storico è stato ricordato dall’Associazione
Nazionale Giuseppe Garibaldi, presieduta dalla pronipote Anita Garibaldi, socia di questo Istituto.
Fra i presenti alla manifestazione di Villa Glori, avvenuta sotto il mandorlo ai piedi del quale caddero i
fratelli Cairoli, ed un frammento del quale è custodito
all’interno della sede dell’Istituto, le Guardie d’Onore
Gloria Diani, Ugo d’Atri, Fabrizio Fantinel, Teodoro
Monescalchi e Roberto Piazzini.
4 novembre 2012
Per la “Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze
Armate”, l’Istituto ha partecipato con il proprio labaro
alla celebrazione ufficiale svoltasi a Roma all’Altare
della Patria, alla presenza del Capo dello Stato.
Erano presenti d’Atri, Caruso, Monescalchi, Nicolosi,
Rovere, Sinibaldi. Era inoltre presente, quale presidente del Gruppo Medaglie d’Oro al Valor Militare, la
Guardia d’Onore Gen. Div. CC dr. Umberto Rocca.
Successivamente il presidente dell’Istituto, capitano di
vascello (ris.) d’Atri, ha preso parte alla cerimonia,
svoltasi al Quirinale, nel corso della quale sono state
consegnate le insegne dell’Ordine Militare d’Italia ed
ufficiali e sottufficiali impegnati in missioni all’estero.
Nel pomeriggio, il presidente del Centro Studi Difesa
e Sicurezza, sen. gen. C. d’A. Ramponi, ha invitato le
associazioni combattentistiche e d’arma ad un ulteriore omaggio al Milite Ignoto, all’Altare della Patria.
Tra gli altri, erano presenti i soci dell’Istituto dr.ssa
29
Anita Garibaldi, d’Atri, Caruso, Monescalchi,
Sinibaldi, Nicolosi e Luzi.
12 novembre 2012
Ad iniziativa del Ministero della Difesa, Amm.
Giampaolo Di Paola, è stata celebrata nella Basilica
di Santa Maria in Aracoeli al Campidoglio una Santa
Messa officiata da mons. Pelvi, Ordinario Militare, in
suffragio dei Caduti militari e civili nelle missioni
internazionali.
L’Istituto era rappresentato dal capitano di vascello
(ris.) d’Atri e dal dr. Pietroni.
17 novembre 2012
Al turno di guardia d’onore solenne erano presenti:
Baldini, Bianchi, Bilotti, Caruso, Cialdini, Coltellacci
(FR), Gottardi, Mastrosanti, Mereu, Militano, Nappa
(NA), Oliveri, Ortenzi, Paoluzi (PG), Papa,
Pignalosa, Rocchi, Saldicco, Salvini, Savarese,
Sinibaldi, Stifano.
Santa Marinella (RM), 25 novembre 2012
Ad iniziativa di Giuseppe Galletti, Consigliere alla
Cultura del Comune di Santa Marinella e Guardia
d’Onore, al porto turistico è stata celebrata la Festa
della Bandiera delle Quattro Repubbliche Marinare.
Con la Bandiera dell’Istituto, erano presenti: il Conte
d’Amelio e le Guardie d’Onore d’Atri, Fefè,
Iannaccone, Monescalchi e Piazzini.
28 novembre 2012
Nel sessantesimo anniversario della scomparsa di S.
M. la Regina Elena, una Santa Messa di suffragio è
stata officiata nel Pantheon dalla Guardia d’Onore
Fra Marco Galdini de Galda. Erano presenti circa
cento persone, fra le quali il presidente dell’Istituto,
capitano di vascello d’Atri, il presidente del collegio
dei revisori dei conti, dr. Pietroni, l’avv. Morganti,
membro della commissione di disciplina, l’ispettore
nob. dr. Lazzarino de Lorenzo, il delegato provinciale
di Roma, col. pil. Caruso, il principe Gonzaga del
Vodice, la dr.ssa Anita Garibaldi, la dr.ssa Dragana
Polovic, la segretaria dell’Ambasciata del Montenegro
presso la Santa Sede, Sergio Boschiero, presidente onorario dell’Unione Monarchica Italiana, le Guardie
d’Onore: Adernò, Alicicco, Ametrano, Amicarelli
Scalisi, Amorosi Golisciani, Ballarati, Bastianelli,
Bellegoni (Massa), Bilotti, Brancaleoni, Cardinale,
Cellai (Firenze), Chaques, Ciavarella, Cipriani
30
(Pescara), Crovato (Napoli), Cuomo, Dongiovanni,
Fatucci, Fefè, Fresu, Furlan, Garofalo, Giglio,
Giovannini, Goretti, Iannaccone, Jelencovich, La
Longa Mancini, La Torre, Landi Lauro, Leo (Taranto),
Mannarelli, Marotti, Martone, Mastrosanti, Mereu,
Monescalchi, Motolone, Nicolosi, Oliveri, Perciballi,
Piccinelli Cassata (Milano), Riu (La Spezia), Rovere,
Rutili, Salvini, Savarese, Sinibaldi, Stifano, Torriero,
Vaccarella. La Santa Messa è stata organizzata
dall’Istituto unitamente al Foyer des Artistes presieduto
dal dr. Morgante.
1° dicembre 2012
Al turno di guardia d’onore solenne erano presenti:
Alicicco, Bianchi, Caruso, Cofini (L’Aquila),
Mastrosanti, Mereu, Militano, Mortolini (Perugia),
Nappa (Napoli), Nardella, Nicolosi, Panitteri
(Milano), Pignalosa, Rovere, Saldicco, Salvini,
Salvioni, Sinibaldi.
ROVIGO
21 ottobre 2012
La delegazione dell’Istituto è stata invitata a partecipare ai festeggiamenti per il 66° Anniversario
dell’Ass. Nazionale Carristi d’Italia. La cerimonia è
iniziata con la Santa Messa presso il Tempio della
Rotonda di Rovigo, proseguita con un corteo attraverso il centro cittadino con banda musicale in testa,
per raggiungere il monumento al Carrista, in un
parco cittadino e a conclusione della cerimonia con
l’alzabandiera, deposizione di una corona a commemorazione dei Caduti. Presenti le GG. d’O. Bonfiglio,
GUARDIA D’ONORE N. 1 - 2013
Giuliotti, Ladogana, Merlin (PD), Zaffarano, Zagato
e Zennaro.
26 ottobre 2012
La Città di Rovigo ha salutato la Bandiera di Guerra
del 5°Reggimento Artiglieria Controaerea Pescara,
che lascia la Città per il Vittoriale. La chiusura della
Caserma Silvestri, Sede del 5° Regg. Artiglieria
Contraerea Pescara, decisa dalle Istituzioni
Nazionali, lascia molta amarezza in loco. Pertanto il
Comando del 5° Regg. ha voluto ringraziare la
Cittadinanza con una cerimonia in Piazza Vittorio
Emanuele, alla presenza di tutte le autorità civili e
militari e le Associazioni d’Arma con Labaro e
Bandiera. Le GG. d’O. Bonfiglio, Giuliotti, Grillo,
Ladogana, Vasilli (VE), Zaffarano e Zagato hanno
presenziato alla commovente cerimonia.
28 ottobre 2012
L’Ass. Nazionale Arma di Cavalleria, Sede di Rovigo,
ha voluto celebrare il 20° anniversario della ricostruzione della Sezione Poloj, con una Santa Messa presso
la Basilica della Commenda in Rovigo. Hanno presenziato, oltre le Associazioni d’arma le GG. d’O.
Bonfiglio e Ladogana in rappresentanza della
Delegazione di Rovigo.
Balestrino, 26 maggio 2012
Si è svolta la conferenza storica dal titolo “Da
Balestrino al Don” nel ricordo dell’A. R. M. I. R.
(Armata Italiana in Russia) in occasione del 70°
Anniversario della Campagna di Russia. L’evento è
stato organizzato dall’Associazione Nazionale Alpini
(A. N. A.), Gruppo di Balestrino, in collaborazione
con il Comune di Balestrino e il patrocinio della
Provincia di Savona.
La conferenza è stata introdotta e presentata da
Fabrizio Marabello con la lettura di alcune toccanti
testimonianze dei reduci dai campi di prigionia russi.
Con i loro interventi Stefano E. Monti Bragadin dell’università di Genova, Giacomo Verda, generale
degli alpini, Alessandro Parodi del Gruppo Alpini di
Balestrino ed Enrico Albertazzi presidente della
sezione Liguria dell’Unione Nazionale Italiana
Reduci di Russia (U. N. I. R. R.), hanno appassionato
e coinvolto il pubblico presente. La “Campagna di
Russia” è stata analizzata dai relatori sotto il profilo
storico, politico e militare.
La manifestazione si è conclusa con la cerimonia
commemorativa al Monumento ai Caduti alla presenza del Sindaco Gabriella Ismarro, del presidente
dell’amministrazione provinciale di Savona, Angelo
Vaccarezza e dei reduci Albino Carbone, Edoardo
Gabei, Italo Pesce e Leonardo Sossetti.
SAVONA
SIRACUSA
La Guardia d’Onore Fabrizio Marabello ha indirizzato una lettera al sindaco del comune di Andora, dott.
Franco Floris, per chiedere l’intitolazione di una
nuova piazza alla Principessa Mafalda di Savoia.
GUARDIA D’ONORE N. 1 - 2013
Noto, 11 febbraio 2012
Nell’anniversario dei Patti Lateranensi, per iniziativa della Delegazione prov.le di Siracusa, con il patrocinio dell’Istituto del Nastro Azzurro, dell’Istituto
Valorizzazione Noto Antica, del Comune di Noto e
della Provincia di Siracusa, presso l’Aula Magna del
Seminario Vescovile di Noto è stato presentato il
volume Noto dal Risorgimento al referendum istituzionale della G. d’O. Francesco Maiore. Dopo i saluti
del Presidente della Provincia, del Sindaco, del P.te
ISVNA, la G. d’O. On. Avv. Enzo Trantino ha illustrato al folto e qualificato pubblico convenuto il
lavoro di Maiore, che ha ricostruito le vicende storiche della sua illustre città natia dall’età risorgimentale agli anni successivi al referendum del 1946, che
vide riconosciuti alla Corona consensi per oltre il
70% dei votanti. Fra i presenti il Comandante della
31
Capitaneria di Porto di Siracusa, C.V. Luca Sancilio,
il Vicario Generale emerito della Diocesi, Mons.
Guccione, il Vicario generale Mons. Giurdanella, la
senatrice G. d’O Moltisanti, il Delegato GG. OO di
Ragusa Piccitto.
Per iniziativa della Delegazione prov.le nella chiesa
dell’Immacolata in Lentini è stata celebrata la S.
Messa in memoria delle Serve di Dio Maria
Clotilde, Regina di Sardegna, Maria Cristina,
Regina delle Due Sicilie ed Elena, Regina d’Italia e
per ottenere la loro elevazione alla gloria degli altari. Il rito, officiato dal Cappellano della
Delegazione don Enzo Salemi, animato dalla corale
“Ad Dei laudem”, ha visto la presenza del Sindaco
di Lentini, che ha disposto la presenza del
Gonfalone comunale scortato dai Vigili Urbani,
delle rappresentanze delle FF.AA., dei Soci del
Nastro Azzurro e delle altre associazioni d’arma.
Fra i graditi ospiti l’Ispettore Regionale Stefano
Milazzo Savoca e il Delegato di Messina Cav. Uff.
Matteo Santoro con numerosi Soci. Al termine la G.
d’O. Ivan Grancagnolo, organizzatore dell’evento,
ha dato lettura del messaggio inviato da S.A.R. il
Principe Vittorio Emanuele di Savoia.
Lentini, 12 febbraio 2012
Siracusa, 22 settembre 2012
32
GUARDIA D’ONORE N. 1 - 2013
dulgenza per il 440° delle bolle pontificie di costituzione dell’Ordine dei SS.Maurizio e Lazzaro e della
nomina del Vescovo di Noto a Priore degli
OO.DD.SS. per la Sicilia orientale, che ha benedetto
i vessilli della Delegazione della Sicilia Orientale e del
Vicariato di Siracusa. Agli oltre 300 intervenuti è
stata omaggiata una pubblicazione celebrativa
dell’Ordine dei Ss. Maurizio e Lazzaro, stampata grazie al contributo della Delegazione di Siracusa
dell’Istituto. Il quotidiano “La Sicilia” e il periodico
“Vita Diocesana” hanno dato ampia eco all’evento
che ha visto garrire al vento le onuste bandiere del
Regno d’Italia.
Il 22 settembre nella basilica del SS. Salvatore in
Noto è stata celebrata per iniziativa della Delegazione
provinciale e del Vicariato di Siracusa OO.DD.SS. –
Delegazione Sicilia Orientale la memoria liturgica di
San Maurizio martire, patrono di Casa Savoia e dell’esercito italiano. Il rito è stato officiato dal Vescovo
di Noto, Mons. Antonio Staglianò unitamente al clero
della Curia diocesana, ai cappellani militari del
Comando Marina di Augusta e dell’Istituto. Fra le
autorità intervenute il Comandante di Mari Sicilia, il
Direttore dell’Arsenale militare di Augusta, il C.V.
Sancilio, Comandante della Capitaneria di Porto di
Siracusa, il Comandante Prov.le CC (che ha disposto
l’intervento dei Carabinieri in g.u.s.), il Presidente
della Provincia di Siracusa, i Sindaci in s ciarpa tricolore di Noto, Carlentini, Lentini, Pachino e Palazzolo
con i rispettivi gonfaloni scortati dai Vigili Urbani e
numerosi deputati dell’Assemblea Regionale
Siciliana. Con gli insigniti degli OO.DD.SS. della
Sicilia orientale hanno partecipato i delegati provinciali dell’Istituto di Catania, Caltanissetta, Enna,
Messina, Ragusa e Novara con i rispettivi vessilli, che
hanno raggiunto in corteo la basilica dal Palazzo del
Seminario Vescovile fra due ali di cittadini. Gli stendardi delle Sezioni Anac di Catania, Palermo e
Siracusa, presenti con i dirigenti e ai soci, hanno
ancor di più reso austera la cerimonia, alla quale
hanno preso parte rappresentanze dell’Istituto del
Nastro Azzurro, dell’Unuci, della C.R.I., del
Convegno “Maria Cristina di Savoia”. Ospite graditissima la sig.ra Marisa Grasso-Raciti, insignita della
m.o. mauriziana. Nel corso della funzione, animata
dal Coro Diocesano “L. Perosi”, che ha eseguito fra
l’altro l’“Inno Sardo”, è stata data lettura del decreto
di S.S. il Papa Benedetto XVI di concessione dell’in-
GUARDIA D’ONORE N. 1 - 2013
TARANTO
22 agosto 2012
La delegazione provinciale ha organizzato una visita
guidata a bordo di Nave Cavour, alla quale hanno
partecipato le seguenti Guardie d’Onore ed i loro
familiari: Gen. (Riserva) CALÒ Francesco e
Sig.ra CARROZZO Nunzia, C. A. (SAN) Aus.
MONTALTO Giuseppe e Sig.ra MARINO
Antonietta, C. V. (CM) Spe NISI Nicola, Don
Luigi LARIZZA (Cappellano della Delegazione),
C. F. (Riserva) ORLANDO Donato e Sig.ra
CASTELLANO Camilla, C. F. (Riserva) SPADAVECCHIA Adolfo e Sig.ra TUFARELLI
Addolorata, Dott. ZANFRAMUNDO Vito e Sig.ra
DE BLASI Giovanna, Dott. MICCOLI Giovanni e
Sig.ra SASSO Rocca, Ten. f. (cong.) VECCHIONI
Antonio e Sig.ra DE GIORGIO Licia, Dott.ssa DE
LIQUORI Carolina, M.llo G. di F. RICCHIUTI
Gaetano, S. T. V. (CP) Ris. GALASSO Sergio,
Capo 1^cl Scelto (cong.) BONANNO Luigi, M.llo
Magg. P.S. (cong.) DE LUCA Tommaso e Sig.
TAMBURRANO Carmina, M.llo Magg. A.M.
(cong.) LEO Aldo e Sig.ra FERRAIUOLO Anna,
M.llo Capo C.C. BONANNO Guglielmo e Sig.ra
SANTALUCIA Raffaella, BONANNO Claudia,
BONANNO Carlotta, Ass. Capo P.S. ANNOSCIA
Cosimo e Sig.ra CALIANDRO Immacolata,
ANNOSCIA Annalisa, ANNOSCIA Francesca,
Sig.ra BUCCI Anna, Serg. E. I. (cong.) CHIMENTI Francesco e Sig.ra LOTTA Maria, Sottocapo
M. M. (cong.) GIANNICO Antonio, Sottocapo M.
M. (cong.) PERRINI Andrea, Dott. CERBINO
Antonio e Sig.ra GIGANTE Eleonora, CERBINO
33
Vittorio Emanuele, Sig. FERRAIUOLO Alfonso,
Sig.na LEO Angela, Sig.na LEO Alessia, Avv.
LUCCARELLI Michele, Sig. LATANZA Francesco,
Ing. CONVERSANO Pietro e Sig.ra MAJCHRZAK
Martine, Ing. MONTEMURRO Nicola, Sig. MONTEMURRO Francesco e Sig.ra POLLICELLI Carmela,
Sig.ra FIUSCO Domenica, Ing. RICCI Angelo, RICCI
Antonio, Sig.na ASCOLI Graziana, Prof. LO MARTIRE Paolo, Sig. RUSSO Giuseppe, Sig. RUSSO
Vincenzo e Sig.ra RUSSO Laura.
TERAMO
22 agosto 2012
La Guardia d’Onore Walter De Berardinis ha presentato al comune di Giulianova la richiesta di intitolare
una via della città al soldato Giuseppe Di Odoardo,
Medaglia d’Oro al Valor Militare.
TORINO
10 maggio 2012
Alla Limonaia, struttura di proprietà della famiglia
Grandi, si è svolta un’iniziativa a sostegno del
Monastero di Visoki Decani, in Kosovo, regione dove
la minoranza serbo-ortodossa vive una situazione di
insopportabile difficoltà oppressa dalla maggioranza
musulmana.
Sono stati tenuti interventi da rappresentanti di varie
comunità ortodosse esistenti a Torino, seguiti dal presidente dell’Istituto, comandante d’Atri, e dall’avv.
Riccardo Scarpa, Guardia d’Onore, coordinati dal dr.
Augusto Grandi, giornalista de “Il Sole-24 Ore”.
Fra i presenti, l’ispettore per il Piemonte, Ten. Col.
CC Manfredini con la consorte, il delegato provinciale
di Torino, prof. dr. Cardellini, le Guardie d’Onore
Narducci, Roselli Grandi, Cesare Grandi, Marabello,
Ferraresi, il conte dr. Andrea di Gropello, il conte
Gustavo Mola di Nomaglio e la consorte, il prof. dr.
Maurizio Grandi, il dr. Ugo Berutti, l’avv. Andrea
Rosso, Giancarlo Lano, Maurizio Pastore, Miranda
Robino Valentini, Rita Salvini, il gen. Antonazzo.
Cena a base di prodotti kosovari.
timane di sollievo, ragazzi o bambini dei campi dei terremotati, segnalati dalle delegazioni provinciali nei
mesi di luglio e agosto. Egli vive in una grande casa di
montagna, alle pendici del parco naturale del Gran
Paradiso con la mogli e le due gemelle di 7 anni.
22 settembre 2012
Nella splendida cornice della Sacra di San Michele,
monastero benedettino risalente all’anno 1000, si è
svolta una cerimonia commemorativa a ricordo dei
Principi di Casa Savoia qui sepolti. Il programma
prevedeva una cena sabauda nella foresteria del
monastero (il menu tratto da ricette originali della
corte sabauda) alla quale hanno partecipato circa 80
persone (i posti erano tutti esauriti). A seguire fiaccolata rievocativa e lettura di curiosità e aneddoti
riguardanti i Savoia tumulati nei sarcofagi alla Sacra
di San Michele. Hanno presenziato alla cerimonia
alla presenza di un numeroso pubblico le seguenti
Giugno 2012
Il prof. Claudio Cardellini, delegato di Torino, ha
segnalato la sua disponibilità ad ospitare, per delle set-
34
GUARDIA D’ONORE N. 1 - 2013
Guardie d'Onore: CARDELLINI (delegato), LUCIA
(alfiere), SETTIMINI (alfiere), BERUTTI, GENTA,
RIGONI, TOZZINI, VOLPI, ZITO. Numerosi anche
i membri degli Ordini Dinastici di Casa Savoia. I
Savoia tumulati alla Sacra di San Michele sono:
MARGHERITA, figlia di Francesco I re di Francia,
moglie di Emanuele Filiberto Duca di Savoia (15241574); EMANUELE FILIBERTO, Principe di
Carignano, figlio del Duca Tommaso (1628-1709);
FRANCESCA DI ORLEANS, moglie di Carlo
Emanuele II (1648-1664), detta “Colombina d’amore”; GIOVANNA MARIA BATTISTA DI NEMOURS,
moglie di Carlo Emanuele II (1644-1724); LUISA,
figlia di Vittorio Amedeo I, nipote e moglie di
Maurizio (1629-1692); MAURIZIO, figlio di Carlo
Emanuele I, Principe di Oneglia (1593-1657); EMANUELE GIUSEPPE, figlio del Duca Tommaso di
Carignano (1621-1656); TOMMASO FILIBERTO,
figlio di Emanuele Filiberto di Carignano (16961715); EMANUELE FILIBERTO, figlio di Eugenio
Conte di Soissons (1662-1676); GIUSEPPE VITTO-
RIO, figlio di Vittorio Amedeo Principe di Carignano.
Visse alcuni mesi soltanto; CATERINA, figlia di Carlo
III e di Beatrice del Portogallo (1529-1530); AMEDEO, marchese di S. Raghemberto, figlio naturale
del Duca Emanuele Filiberto; MARIA, figlia del Duca
Emanuele Filiberto, moglie di Filippo Principe d’Este
(1556-1580); FELICE, figlio naturale del Duca
Carlo Emanuele I (+ 1644); GABRIELE, figlio naturale del Duca Carlo Emanuele I (1620-1695);
FRANCESCO GIACINTO, Duca di Savoia, figlio di
Vittorio Amedeo I e di Cristina di Francia (16321638); OTTONE, figlio naturale di Emanuele
Filiberto Duca di Savoia (+ 1580); MARIA ANNA,
figlia di Vittorio Amedeo II (1687-1690); CRISTINA,
figlia di Tommaso Principe di Carignano (+ 1626);
Inoltre, cinque corpicini di bambini o bambine dei
Principi di Savoia: “i nomi dei quali sono scritti in
cielo”.
TRIESTE
Podgora (GO), 20 luglio 2012
Sulla spianata del monte Podgora, più noto con il
nome di monte Calvario, a qualche chilometro da
Gorizia, si trova un maestoso obelisco eretto a ricordo
degli eroici combattenti che, in accaniti, sanguinosi,
scontri, si sono immolati per l’italianità di quel lembo
di terra.
Su una delle facciate dell’alta stele piramidale è
incisa un’epigrafe che così ricorda il sacrificio del
2° e del 3° battaglione del Reggimento
Carabinieri Reali: “NEL SANTO NOME D’ITA-
GUARDIA D’ONORE N. 1 - 2013
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LIA GLORIA ALLE INNUMEREVOLI SCHIERE DI EROI CHE IN UNA PASSIONE DI XV
MESI RICONSACRARONO A QUESTO MONTE
IL TREMENDO NOME DI CALVARIO PREPARANDO LA GRANDE VITTORIA DELL’AMORE, DELLA GIUSTIZIA, DELLA LIBERTÀ”. Su
un’altra facciata si legge: “NON LAGRIME
CHIEDONO I MORTI MA QUI CHIAMANO I
VIVENTI A IMPARARE COME SI AMA LA
PATRIA”.
Poco lontano, un altro Cippo, ricorda i Volontari
Giuliani Fiumani e Dalmati caduti su quelle posizioni
per liberare le loro terre dal giogo austriaco. In caso
di cattura li attendeva il capestro!
Correva il 19 luglio del 1915 e infuriava la 2a battaglia
dell’Isonzo nel quadro della 1a Guerra Mondiale, per
noi 4a Guerra d’Indipendenza iniziata il 24 maggio.
Ricordiamo i protagonisti di quella sofferta pagina di
storia: i due battaglioni Carabinieri Reali, in soggezione di quota rispetto agli avversari, inferiori di
numero e d’armamento, in obbedienza agli ordini
ricevuti, si fecero massacrare sul posto, ma non
36
cedettero, fino a quando la morte non li colse.
Fra i Giuliani ricordiamo Pio Riego Gambini, caduto
da prode su quel fronte, Volontario nel battaglione
Irredenti inquadrato nel 2° Reggimento della Brigata
di Fanteria “Re”: dei 49 Giuliani, quel giorno in
prima linea, solo in sette rimasero incolumi! Il corpo
dell’Eroe non venne mai più ritrovato: monte
Calvario è la sua tomba. Egli era nativo di quella
Capodistria (oggi Koper in Slovenia) che ha dato alla
Patria italiana innumerevoli, fulgidi eroi. Ne citiamo
uno per tutti: Nazario Sauro. Sulla statua che a
Trieste lo ricorda leggiamo: “FIGLIO DELL’ISTRIA,
EROE DELL’ITALIA”.
Il 20 luglio 2012, esattamente 97 anni dopo la battaglia di Podgora, una delegazione delle Guardie
d’Onore di Trieste, unitamente ad una rappresentanza di Esuli e di Associazioni d’Arma, ha reso omaggio
a quei prodi, deponendo una corona d’alloro davanti
ai monumenti che sul posto ne ricordano il sacrificio.
Orgogliosa d’aver partecipato esprimo l’auspicio che
quanto fatto dai nostri Padri per l’unificazione nazionale venga conosciuto da ogni Italiano. Chi ancora
GUARDIA D’ONORE N. 1 - 2013
VARESE
Podgora (GO), 20 luglio 2012
non sa cos’è l’Amor di Patria venga qui a scoprire
quanto grande e nobile sia questo sentimento!
16 settembre 2012
La delegazione delle Guardie d'Onore di Trieste si è
recata in visita sull’Altipiano di Asiago.
Le condizioni meteo favorevoli, la disponibilità di un
modernissimo pullman, l’abilità dell’autista nel superare con mano sicura i numerosi tornanti nonostante
la lunghezza del mezzo (13 metri!), e soprattutto il
piacere di ascoltare la parola di una guida colta e di
ottimi sentimenti, hanno reso l’escursione estremamente interessante e piacevole.
Sul Monte Cengio abbiamo percorso un tratto di quel
camminamento che tanta gloria ha dato ai Granatieri
di Sardegna. È stato molto commovente constatare
quanti e quali sacrifici abbiano dovuto sostenere i
nostri Soldati per arrestare l’offensiva austriaca.
Percorrere tratti di trincea e di gallerie, visitare postazioni e spartani rifugi, hanno fatto toccare con mano
quanto forte sia stato nei nostri umili, indomiti, combattenti il senso del dovere.
A Cesuna ci siamo soffermati davanti ai Cimiteri di
campagna italiano e inglese. Il nostro, con quei tronchi mozzi, così voluti a simboleggiare il violento
strappo alla vita dei nostri giovani, ci ha stretto il
cuore. Quello britannico con quei bianchi paletti,
perfettamente allineati e coperti, ci ha dato l’idea di
un Reparto che in parata marcia nei Cieli.
Ad Asiago, nel Sacrario Militare di Leiten, ci siamo
portati fin sotto l’altare e lì insieme all'Associazione
Nazionale Artiglieri d'Italia, abbiamo deposto una
corona d’alloro in omaggio ai nostri Caduti.
Abbiamo quindi chiuso il nostro pellegrinaggio leggendo la struggente lettera di un Caduto, traboccante
d’amore verso i propri familiari e di orgoglio per aver
donato la propria vita alla Patria.
GUARDIA D’ONORE N. 1 - 2013
Il delegato provinciale dr. cav. uff. Giorgio Bartoli
Petroni in qualità di ufficiale commissario in forza al
1° reparto del corpo ausiliario dell’Esercito Italiano
del Sovrano Militare Ordine di Malta, è stato mobilitato e richiamato in servizio con la prima aliquota
immediatamente dopo la seconda forte scossa di terremoto che ha colpito l’Emilia-Romagna il 29 maggio u. s., prestando la sua attività insieme ai colleghi
del reparto di appartenenza presso il campo di accoglienza di Bomporto (MO).
VITERBO
Dopo la pausa estiva la Delegazione viterbese
dell’Istituto diretta dal prof. Pier Ferdinando Petri ha
partecipato a numerose iniziative militari, religiose e
sociali portando in mezzo alla popolazione il nuovo
Labaro provinciale dell’Istituto.
Il 22 settembre era presente allo scoprimento del
cippo a ricordo della battaglia di Celleno del giugno
1944 alla presenza delle Autorità locali e degli
Addetti militari della Gran Bretagna e della
Germania.
Il 23 settembre a Capodimonte, sul lago di Bolsena,
per la Festa della Marina era presente la G. d’O.
Attilio Appolloni.
Il 28 settembre presso la Scuola Marescialli di Viterbo
consegna dei gradi ai giovani allievi che hanno terminato il corso di studi.
Il 13 ottobre inaugurazione a Vejano di una stele al
finanziere Gino Nobili caduto nell’adempimento del
37
CANADA
La Guardia d’Onore di Toronto, Walter Arbib, ha
regalato un ospedale da campo ai terremotati
dell’Emilia-Romagna. Durante la cerimonia della
consegna era accompagnato dal ministro degli esteri
israeliano, Avigdor Liberman.
Il delegato del Québec, co. magg. Andrea A. Coda
di San Grato, ha donato la cifra di 3 mila dollari
alla “banca del cibo” Le Pont/Bridging, in
memoria di: Albert Therrien, filantropo; S. M. il
Re Giorgio V Topu, re di Tonga; infine, per celebrare il giubileo di diamante della regina
Elisabetta II d’Inghilterra.
proprio dovere.
Il 21 ottobre partecipazione a Viterbo alla ricorrenza
della battaglia di El Alamein con deposizione di una
corona al monumento del paracadutista.
Domenica 4 novembre la delegazione viterbese
dell'Istituto ha partecipato con il proprio labaro alla Festa
delle Forze Armate che si è tenuta in Viterbo di fronte al
Sacrario dei Caduti alla presenza delle massime Autorità
civili e militari della Provincia, nonché di una compagnia
composita delle varie armi e delle rappresentanze delle
Associazioni d'Arma e Combattentistiche.
Venerdì 9 novembre presso il Sacrario militare di
Bagnaia è stata scoperta la lapide ai Caduti in missione di pace, annoverando la cittadina della Tuscia due
suoi figli caduti nell'adempimento del loro dovere:
mar. capo Fiorenzo Ramacci, decorato di Medaglia
d'Oro al Valor Militare, caduto nel 1992 in Croazia e
il mar. capo Marco Cirillo caduto nel 2005 in Iraq. La
delegazione viterbese con labaro era presente nell'ambito delle altre Associazioni d'Arma con un plotone armato dell'Aviazione dell'Esercito.
Sabato 10 novembre si sono svolte le elezioni per il rinnovo del delegato della Provincia di Viterbo per il triennio 2013-2015 ed è stato riconfermato alla unanimità
il prof. Pier Ferdinando Petri che ha già condotto brillantemente per il triennio precedente la delegazione.
In ricordo del 60° anniversario della dipartita della
Regina Elena, signora della carità benefica, la delegazione di Viterbo dell’Istituto con Labaro, in collaborazione con la delegazione della Tuscia e della
Sabina dell’Ordine Costantiniano di San Giorgio, ha
fatto celebrare la S. Messa in suffragio nella chiesa
della SS. Trinità a Viterbo.
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SAN MARINO
8 ottobre 2012
Per la V^ edizione del Premio Internazionale Otto
d’Asburgo, organizzato dall’ispettore dell’Istituto
nob. Pierfelice degli Uberti e con la presenza delle
LL. AA. RR. gli Arciduchi Josef Karl e Monica
d’Asburgo e di S. A. R. il Principe don Enrique de
Braganza, sono stati premiati S. A. S. il Principe
Nikolaus von Liechtenstein e S. E. Rev.ma il
Cardinale Andrea Cordero Lanza di Montezemolo.
Fra i presenti le Guardie d’Onore Principe don
Maurizio Ferrante Gonzaga marchese del Vodice,
capitano di vascello (ris.) Ugo d’Atri, cav. Gianni
Ruzzier, dr. Paolo Arfilli, dr. Armando Pietroni,
cav. Salvatore de Santis Celsi e nob. Carlo Cicconi
Massi.
U. S. A.
Il delegato, prof. Eric Ierardi, ha fatto realizzare
una placca commemorativa per celebrare il 150°
anniversario dell’unità d’Italia, recante la seguente
iscrizione: “Questa placca è dedicata alla ricorrenza del centocinquantesimo anniversario della proclamazione, il 17 marzo 1861, del Regno d’Italia
che segnò l’unificazione degli Stati italiani in un’unica nazione. Il Risorgimento fu guidato dal «Padre
della Patria» Vittorio Emanuele II, Re di Sardegna
e Duca di Savoia”.
GUARDIA D’ONORE N. 1 - 2013
PROSSIMI
EVENTI
Domenica 27 gennaio 2013
Roma, Pantheon, ore 10.30, Santa Messa in suffragio di Sua Maestà la Regina Maria Josè.
Venerdì 15 marzo 2013
Padova, ore 18, pomeriggio culturale organizzato dal
Circolo dell’Esercito di Prato della Valle. Vi sarà una
conferenza della nota giornalista (Redattrice Capo de
“L’Europeo“) e scrittrice Valeria Palumbo su
“Veronica Franco – La cortigiana poetessa”, figura
femminile di grande interesse del ‘500, ultima opera
della scrittrice, che in tal giorno sarà presentata dal
Professore Giuliano Pisani. I partecipanti, volendo,
potranno cenare al Circolo (cena non organizzata, al
prezzo giornaliero della mensa di circa euro 15) prenotandosi entro il giorno 11 marzo al segretario
Walter Roman 3495296078.
Lunedì 18 marzo 2013
Roma, Pantheon, ore 17, Santa Messa in suffragio
di Sua Maestà il Re Umberto II.
Venerdì 12 aprile 2013
Padova, ore 18, Circolo dell’Esercito di Prato della
Valle, il Delegato terrà una conferenza, aperta alla
cittadinanza, dal titolo “ Due guerre mondiali, due
Eroi da ricordare : Giorgio Emo Capodilista e
Nicola Bellomo”. Al termine cena sociale (euro
20/25) previa prenotazione entro martedì 9 aprile
al segretario Walter Roman 349529607.
GUARDIA D’ONORE N. 1 - 2013
Sabato 1° giugno 2013
Vanzo di San Pietro in Viminario (PD) presso la
Villa-residenza dei Conti Giustiniani (via Ronchi
6, tel. 0429 719040, utile in caso di difficoltà)
cui si è grati, settima conferenza del Delegato
sulla storia di Casa Savoia dal titolo “ Il Ducato
diventa Regno”. Appuntamento alle ore 10; dopo
la conferenza S. Messa per i defunti di Casa
Savoia celebrata dal nostro don Alberto Celeghin
dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro. Seguirà
il pranzo (euro 25 circa) organizzato come nei
precedenti incontri. Prenotazioni entro martedì
25 maggio al segretario Walter Roman
3495296078.
Giovedì 13 giugno 2013
Roma, Pantheon, ore 18, Santa Messa in suffragio
dei Martiri di via Medina.
Lunedì 29 luglio 2013
Roma, Pantheon, ore 18, Santa Messa in suffragio
di Sua Maestà il Re Umberto I.
Giovedì 28 novembre 2013
Roma, Pantheon, ore 17, Santa Messa in suffragio
di Sua Maestà la Regina Elena.
Sabato 28 dicembre 2013
Roma, Pantheon, ore 17, Santa Messa in suffragio
di Sua Maestà il Re Vittorio Emanuele III.
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CULTURA
DALLA SICILIA LA CORONA REGALE
AL DUCA DI SAVOIA.
IL PRIMO RE DELLA DINASTIA:
VITTORIO AMEDEO II
di Oscar E. Lunetta
1. LA REGGENZA DELLA MADAMA REALE
Vittorio Amedeo II di Savoia nacque a Torino il 14
Maggio 1666. Dal
1675 fu Duca di
Savoia e Capo della
Stirpe che ebbe il
merito di unificare
l’Italia. Marchese di
Saluzzo e del Monferrato, Principe di
Piemonte e Conte
d'Aosta, Moriana e
Nizza, nel 1713
diede per la prima
volta il titolo regio
alla Casata di Savoia
divenendo Re dell’antico trono di
Sicilia. Nel 1720 divenne Re di Sardegna. Il suo
lungo governo, durato 57 anni, trasformò radicalmente lo Stato piemontese.
Figlio di Carlo Emanuele II di Savoia e di Maria
Giovanna Battista di Savoia-Nemours, Vittorio
Amedeo II succedette al padre quando aveva appena nove anni. In quel periodo la reggenza del
Ducato venne affidata alla madre, la “Madama
Reale”, che al fine di ottenere il ricercato titolo
regio per la Famiglia, cercò di indurre il figlio ad
un matrimonio lusitano per stringere alleanze e
pretese sulla corona portoghese. L'atto di matrimonio con Isabella Luisa di Braganza, figlia di Pietro
II del Portogallo, venne rogato il 15 maggio 1679,
ma non ebbe mai seguito anche per timore che il
40
Ducato di Savoia, al pari di ciò che avveniva nel
Ducato di Milano con gli Spagnoli, diventasse un
territorio non più indipendente e soffocato dal
dominio straniero.
Di questo stesso periodo sono le cosiddette guerre
del sale, pericolose agitazioni popolari che la
Madama Reale dovette fronteggiare a causa dell’esistenza di gabelle sul sale e altre imposte tributarie
che tutte le città sabaude dovevano versare alla
Corona dai tempi di Emanuele Filiberto di Savoia,
il Duca "Testa di Ferro".
La Duchessa Maria Giovanna Battista cedette la
reggenza al figlio il 14 Marzo 1684, quando, per
mezzo di una lettera missiva particolarmente affettuosa, scrisse al giovane Duca ormai maggiorenne,
informandolo di volergli consegnare spontaneamente il potere che lei tanto gelosamente aveva
mantenuto integro fino ad allora nelle sue mani. In
verità, dietro pressione di gran parte della nobiltà,
Vittorio Amedeo II stava già marciando con una
scorta armata contro la madre, intenzionato a
riprendersi quel potere che gli spettava per discendenza per poterlo esercitare effettivamente sul suo
Ducato. La Madama Reale da quel momento decise
di ritirarsi dalla scena politica e dedicarsi al mecenatismo. Per suo esplicito ordine vennero ampliate
molte vie di Torino, furono costruite magnifiche
chiese, e fu ammodernato, ad opera dell’architetto
messinese Filippo Juvarra, l’antico Palazzo
Madama, che prese questo nome anche in virtù
della sua più illustre dimorante. La Duchessa si
spense a Torino il 15 Marzo 1724 ed oggi riposa
nella Sacra di San Michele in Val di Susa.
2. L’ INFLUENZA FRANCESE
Il 10 aprile 1684, nel Castello di Versailles, si celebrarono le pompose nozze fra il Duca e Anna Maria
di Orléans, figlia di Filippo I di Borbone-Orléans,
fratello beneamato del Re-sole Luigi XIV, e di
GUARDIA D’ONORE N. 1 - 2013
Enrichetta Anna Stuart. Dal quel matrimonio nacquero Maria Adelaide, poi madre di Luigi XV di
Francia; Maria Luisa Gabriella, andata sposa a
Filippo V di Spagna; Vittorio Amedeo, morto in
giovane età di vaiolo; e Carlo Emanuele III, successore di Vittorio Amedeo II come Duca di Savoia e
Re di Sardegna. Una discendenza assolutamente
regale.
Il matrimonio con Anna Maria D’Orleans aumentò
l’influenza politica del grandioso Regno di Francia
sul Piemonte e per compiacimento al regno d’oltralpe squadroni francesi diedero vita a persecuzioni del protestantesimo valdese.
Il peso di tale influenza col tempo si fece però non
più tollerabile e Vittorio Amedeo II comprese che se
voleva garantire una qualche forma di rilevanza
politica al suo Ducato ed il suo potere effettivo sullo
stesso avrebbe dovuto sganciarsi dai Francesi.
Decise quindi di aderire alla Lega di Augusta, che
si era formata nel 1688 tra le principali potenze
europee (Inghilterra, Spagna, Olanda e Sacro
Romano Impero), per contrastare la politica espansionistica di Luigi XIV. Fu in questo contesto che
iniziò una lunga disputa con la Francia. Dapprima
Luigi XIV, per testare la fedeltà del Ducato di
Savoia, chiese 3.000 fanti e 800 cavalieri
Piemontesi al servizio della corona francese, poi
impose il passaggio della “Cittadella” di Torino, la
fortezza simbolo del potere savoiardo, alle sue
truppe. Ciò avrebbe significato la rinuncia alla
difesa della capitale ed alla stessa indipendenza del
Piemonte. Vittorio Amedeo II tentennò sul da farsi
e messo alle strette rifiutò. Fu la definitiva rottura.
3. IL PREDOMINIO SULL’EUROPA
All’interno della complessa “Guerra della grande
alleanza”, un conflitto che tra il 1688 e il 1697 vide
la grande sfida fra la casata dei Borbone e quella
degli Asburgo nella contesa del potere sull’Europa,
il Piemonte di Vittorio Amedeo II subì numerose
sconfitte dall’esercito francese guidato dal
Maresciallo di Francia Nicolas Catinat, prima a
Staffarda, poi negli assedi di alcune roccaforti
sabaude (Carmagnola, Avigliana, Rivoli, Saluzzo,
Savigliano e Fossano) e infine ad Orbassano
(Battaglia della Marsaglia). Era il 1693: i
Piemontesi, con circa 10.000 morti, 2.000 prigionieri e privo di un esercito furono costretti a firmare l’armistizio al Re francese, ma Vittorio Amedeo
GUARDIA D’ONORE N. 1 - 2013
II riuscì ad ottenere da Luigi XIV la restituzione dei
territori occupati dal Catinat e la fortezza di
Pinerolo (trattato di Torino del 1696). Da quel
momento, però, il Piemonte tornava sottomesso
alla Corona borbonica di Francia e il Ducato di
Savoia concludeva da sconfitto e anzitempo la
disputa delle grandi potenze sul predominio
d’Europa.
Per via delle enormi spese belliche, non più sostenibili dai Francesi, il Trattato di Ryswick del 1697
sancì la fine della “Guerra della grande alleanza”,
con la perdita di tutti i territori conquistati da
Luigi XIV (escluso Strasburgo) che lasciava il Resole parecchio scontento per l’esito finale ed in
cerca di un preteso per dar nuovamente fuoco alle
polveri .
Alla morte senza eredi di Carlo II di Spagna,
Asburgo, nel 1700, nuovamente le due Casate scesero in lotta per il predominio dell’una sull’altra.
Iniziò così la “Guerra di successione spagnola”.
A causa di questo conflitto Vittorio Amedeo II vide
improvvisamente circondato il suo Ducato dall’alleanza franco-spagnola, poiché anche il confinante
Ducato di Milano era destinato a passare nell’orbita
francese. Egli dunque, coraggiosamente, decise di
riallacciare i vecchi rapporti di alleanza con gli
Stati della Lega di Augusta, anche per auspicare
per la Savoia, durante e dopo il conflitto, quel ruolo
di primo piano in Europa tanto ricercato e vero
obiettivo della politica indipendentista ducale.
In abili manovre di schieramento riuscì ad ottenere
il Monferrato, Alessandria, le Langhe, Valenza, la
Valsesia e la Lomellina. Nel 1703 venne dichiarato
l'ingresso del Piemonte nella Lega di Augusta con
il trattato di Torino.
La reazione francese fu durissima: le truppe di
Luigi XIV conquistarono in breve tempo Vercelli,
Susa, Ivrea e Aosta. Tra il 14 Maggio e il 7
Settembre 1706 la stessa Torino, capitale del
Ducato, fu cinta d’assedio.
4. L’ASSEDIO DI TORINO
Vittorio Amedeo II sperò nel sostegno delle forze
imperiali dell’Arciduca d’Austria Giuseppe I, che
intanto a Cassano d'Adda e a Calcinate venivano
sconfitte dai Francesi, e ricorse al cugino, il
Principe Eugenio di Savoia-Soissons, eroico condottiero al servizio degli Asburgo, per sollecitare
quell’aiuto che da Vienna ancora non giungeva.
41
Torino intanto veniva circondata da un dispiegamento di forze francesi davvero imponente (44.000
soldati) e presto in città vennero a mancare i beni
di prima necessità e le munizioni. Soventi furono i
bombardamenti con granate, palle di cannone e
bombe incendiarie. Si distinsero nella profusione di
aiuti umanitari eminenti figure di carità come quella del Beato Sebastiano Valfré.
Il Duca Vittorio Amedeo II, nonostante il pericolo
che poteva correre, decise di restare comunque in
città per infondere coraggio alla cittadinanza.
La tecnica militare adottata dai Piemontesi per
respingere il nemico nell’assedio di Torino fu quella
di scavare dei lunghi cunicoli (le gallerie di mina)
che dalla “Cittadella” si diramavano fin sotto le file
degli attaccanti. Queste strette gallerie, gestite da
uno speciale corpo di soldati e da abili manovali,
venivano poi riempite di esplosivo e fatte deflagrare
con gran danno per l'avversario. I Francesi, per
tutta la durata dell’assedio, tentarono di intercettare e invadere tali cunicoli per così poter penetrare
all’interno delle fortificazioni e prendere la Città.
Nella notte del 29 Agosto 1706 un folto gruppo di
granatieri francesi riuscì ad entrare in una di queste gallerie uccidendo le sentinelle e cercando di
sfondare una delle porte che conducevano all'interno. Pietro Micca ed un commilitone capirono che
non avrebbero resistito a lungo. Decisero così di far
scoppiare della polvere da sparo (un barilotto da
20 chili posto in un anfratto della galleria chiamata
“capitale alta”) allo scopo di provocare il crollo
della galleria e non consentire il passaggio alle
truppe nemiche. Non potendo utilizzare una miccia
lunga perché avrebbe impiegato troppo tempo per
far esplodere le polveri, Micca decise di impiegare
una miccia corta, conscio del rischio che avrebbe
corso. Istintivamente, quindi, allontanò il compagno con una frase che sarebbe diventata celebre:
“Alzati, che sei più lungo d'una giornata senza
pane” e senza esitare diede fuoco alle polveri, cercando poi di mettersi in salvo correndo lungo una
scala che portava al cunicolo sottostante. Pietro
Micca morì travolto dall'esplosione e il suo corpo fu
scaraventato a una decina di metri di distanza.
L’eroico gesto di Micca contribuì a salvare Torino
dal cadere in mano francese.
Il giorno dopo venne annunciato l'arrivo del
Principe Eugenio con i rinforzi imperiali tanto attesi. Salito il 2 Settembre sul Colle di Superga con il
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Duca Vittorio Amedeo II, i due cugini Savoia pianificarono la controffensiva tattica e le relative
manovre di accerchiamento delle truppe nemiche
scrutando Torino dall’alto. In quello stesso giorno
Vittorio Amedeo II fece voto alla Madonna delle
Grazie di erigerle un grande tempio se avesse concesso la liberazione della sua Capitale.
Il 7 Settembre la battaglia di Torino iniziò ad infuriare sotto le mura della “Cittadella”. I Francesi,
dopo 117 giorni d’assedio, furono annientati completamente dalle truppe Piemontesi e Austriache. Il
Te Deum di ringraziamento fu cantato nel Duomo
di San Giovanni e grandi festeggiamenti si prolungarono nei giorni susseguenti. Vittorio Amedeo II,
sciogliendo successivamente (1716) il voto fatto,
fece costruire la grandiosa Basilica di Superga,
opera dell'architetto Filippo Juvarra, Pantheon dei
Duchi di Savoia, dei Re di Sardegna e dei loro
familiari.
5. IL DUCA DIVIENE RE
Dopo la disfatta francese a Torino, Vittorio Amedeo
II, decise di marciare verso Tolone, per danneggiare
la marina francese. Accerchiata via terra dai
Piemontesi e via mare dagli Inglesi, la flotta del ReSole si autoaffondò.
Terminata per il Piemonte la “Guerra di successione spagnola” con i Trattati di Utrecht, Vittorio
Amedeo II ottenne con questi accordi grandi vantaggi: alla Savoia andavano Alessandria, la
Lomellina, il Monferrato, Pragelato e l'alta Valle di
Susa, la Valsesia e i feudi delle Langhe. Inoltre egli
otteneva, grazie al favore dell’Inghilterra, il titolo
regio e l'intera Sicilia. Era il 10 Giugno 1713.
La cessione dell’antico Regno di Sicilia avvenne a
determinate condizioni dettate dagli Spagnoli:
1) La Casa di Savoia non avrebbe mai potuto vendere l'isola o scambiarla con un altro territorio;
2) La Sicilia sarebbe stata mantenuta come feudo
dalla Spagna ed in caso di estinzione del ramo
maschile dei Savoia, essa sarebbe tornata alla corona di Madrid;
3)Tutte le immunità in uso in Sicilia non sarebbero
state abrogate;
4) Il Re di Spagna sarebbe stato in grado di disporre a suo piacimento dei beni confiscati ai sudditi
siciliani rei di tradimento.
Nonostante le condizioni imposte il documento con
cui si cedeva la Sicilia ai Savoia venne siglato il 13
GUARDIA D’ONORE N. 1 - 2013
Luglio 1713. Gli araldi del Duca, con grande letizia, lo stesso giorno percorsero Torino annunciando
l'acquisizione del titolo regio da parte di Vittorio
Amedeo II. Una folla esultante si accalcò davanti al
Palazzo Ducale acclamando il Re, che uscì dal balcone brindando insieme alla folla.
Il 27 Luglio Vittorio Amedeo II, affidando temporaneamente il Ducato di Savoia a suo figlio Carlo
Emanuele, salpò da Nizza alla volta di Palermo. Il
24 dicembre 1713, dopo una sontuosa cerimonia
nella Cattedrale di Palermo, tradizionale luogo
d’incoronazione dei Sovrani Normanni, Vittorio
Amedeo II e la moglie Anna Maria di Orléans ricevettero la corona regia per loro e per i loro discendenti.
6. RE DI SICILIA E RE DI SARDEGNA
I primi atti di governo in Sicilia del nuovo Re
riguardarono la lotta contro il brigantaggio, il
potenziamento della marina mercantile e la riorganizzazione delle finanze e dell'esercito. La sua permanenza durò fino al 7 settembre 1714, quando
lasciò l’isola nelle mani del Vicerè Annibale Maffei.
A seguito dei trattati di Utrecht, la Spagna (rimasta
scontenta) procedette al suo riarmo. Intimorite da
tanta potenza, Francia, Olanda, Inghilterra e
Austria strinsero via via legami difensivi tra di loro.
Vittorio Amedeo II, quando ricevette la notizia
della creazione di una possibile Quadruplice
Alleanza fra quei Regni dominanti, si sentì nuovamente in pericolo.
Era infatti in progetto, tra i sovrani alleati, di mettere a tacere le mire spagnole in Italia e l'Austria,
in particolare, progettava di eliminare i Piemontesi
dalla Sicilia.
Vittorio Amedeo II venne attaccato in Sicilia dagli
Spagnoli, che egli considerava alleati, con 30.000
soldati stranieri che vinsero le poche difese piemontesi.
Da Vienna arrivò la proposta di aderire alla ormai
siglata Quadruplice Alleanza in cambio del titolo di
Re di Sardegna. La distruzione dell'imponente flotta spagnola nella battaglia di Capo Passero e la
conseguente vittoria della Quadruplice Alleanza
permisero a Vittorio Amedeo II di mantenere un
titolo regio. Con il trattato dell'Aia (20 febbraio
1720) Vittorio Amedeo II otteneva l'isola di
Sardegna con il titolo di Re, in cambio della Sicilia
ceduta agli Austriaci. La maggiore vicinanza della
GUARDIA D’ONORE N. 1 - 2013
Sardegna al Piemonte rendeva il nuovo Regno
meglio gestibile e controllabile della Sicilia.
Il titolo di Re di Sardegna rimase nel blasone di
Casa Savoia sino all’unità d’Italia.
7. IL TRISTE EPILOGO
Vittorio Amedeo II diede un’impronta assolutista al
suo Regno: egli riteneva che il sovrano dovesse
essere il punto di riferimento essenziale per l'organizzazione istituzionale e statale, e condusse così
una politica antinobiliare, basandosi sulla frantumazione del feudo. In campo amministrativo riordinò la burocrazia con la creazione di un apparato
governativo centralizzato e riformò la politica
fiscale con l'attuazione di un'imposta generale su
tutti i redditi che aboliva molti privilegi fiscali
regionali e delle classi privilegiate. Il Sovrano, con
le Costituzioni di Sua Maestà redatte nel 1723 e
riviste nel 1729, ordinò una ricompilazione delle
vecchie leggi ed una loro riforma. In campo economico attuò una politica mercantilistica abolendo i
dazi interni e tassando fortemente l'esportazione di
seta greggia per favorire la produzione interna.
Durante il suo Regno, inoltre, fu organizzata un'accademia militare e l'università di Torino fu laicizzata.
Lentamente, con il passare degli anni, i trionfi politici e militari avevano infastidito e stancato il Re.
Non presenziava quasi più alle feste e ai ricevimenti, anzi tendeva ad evitare la vita di corte. Amante
della semplicità, l'unico lusso che si concedeva era
l'elegantissima parrucca stile Luigi XIV. A peggiorare il suo carattere schivo ed introverso, fu il terribile dolore che lo colpì in seguito alla morte del
figlio primogenito, il prediletto Vittorio Amedeo
Filippo. A corte si temette che il Re fosse sul punto
di impazzire.
Verso il 1728 la sua salute peggiorò ulteriormente
e decise di abdicare in favore del figlio Carlo
Emanuele III di Savoia, pur continuando a controllare la sua politica con consigli perentori e non
allontanandosi dalla vita di corte. Combinò per il
figlio due matrimoni di rilievo: il primo con la
Principessa Anna Luigia Cristina, figlia dell'elettore Palatino; il secondo, dopo la morte della precedente avvenuta nel 1723, con un'altra Principessa
tedesca, Polissena Cristina d'Assia-Rotenburg,
madre dell’erede al trono Vittorio Amedeo III.
L'abdicazione di Vittorio Amedeo II divenne effet-
43
tiva solo nel 1730 quando l'ex Re si ritirò in Savoia,
anche se non mancarono ferree ed energiche intromissioni nel governo del figlio che riteneva incapace di regnare.
Inasprito nel carattere per tale convinzione e per il
suo isolamento in Savoia, Vittorio Amedeo II
dichiarò nullo il suo atto di abdicazione, e addirittura minacciò di far intervenire l’esercito imperiale
nelle contese con il figlio.
Nell’esasperazione, Carlo Emanuele III, con il consenso unanime dei ministri e consiglieri, si vide
costretto ad arrestare il padre a Moncalieri e ad
accompagnarlo nel Castello di Rivoli. La permanenza del Re lì, assai violenta e reattiva, forse
ormai folle, venne accompagnata da un presidio di
un contingente di truppe che gli impediva di rimanere da solo.
Il 5 Febbraio 1731 Vittorio Amedeo II fu colpito da
un ictus e la sua salute peggiorò drasticamente.
Chiese di poter cambiare residenza e Carlo
Emanuele III gli concesse Moncalieri.
Il tramonto dell’uomo che per quasi mezzo secolo
aveva dominato la scena politica italiana, del valoroso e tenace condottiero, primo Re della Dinastia,
avvenne la sera del 31 Ottobre 1732.
Fu sepolto nella Basilica di Superga, dove tutt'oggi
riposa, permettendogli di scrutare ancora dall’alto
quella Città che liberò con tanto ardore, Capitale di
uno Stato che alla sua nascita era Ducato e che ora
era divenuto Regno, futuro cuore pulsante
dell’Italia unita.
“UNA D’ARME, DI LINGUA, D’ALTARE”
di Alessandro Ambrosini
La liberalizzazione dei flussi finanziari e la crescente tendenza delle imprese a sviluppare processi di
internazionalizzazione proiettati nei più diversi
paesi, favorendo e sfruttando il rapido sviluppo
tecnologico nei trasporti, nella comunicazione e
nell’informazione, hanno finito con il travolgere
quelle istituzioni politiche ed economiche il cui
campo d’azione era storicamente quello tradizionale. Sono sorti fenomeni di integrazione non solo di
natura economico-finanziaria, ma anche culturale
e politico-istituzionale, che nel loro insieme comprendiamo sotto il termine di “globalizzazione”.
44
Eppure paradossalmente, in ogni angolo della
terra, continuano ad essere presenti e a prosperare
movimenti che sviluppano tendenze separatiste e/o
federaliste. Così i baschi, gli irlandesi, gli scozzesi,
i gallesi, i fiamminghi, gli slovacchi, i popoli della
ex Iugoslavia e della ex unione delle repubbliche
sovietiche nell’Eurasia, i franco-canadesi in
America, i curdi nell’Asia minore, i tamil nello Sri
Lanka.
Pure in Italia abbiamo assistito all’elaborazione di
programmi autonomistici con il partito Sardo
D’Azione e con la nascita dopo il 1943 del movimento per l’indipendenza della Sicilia con un proprio esercito di volontari, al quale aveva aderito
anche il bandito Salvatore Giuliano.
Viene proprio da chiedersi cosa si debba intendere
per nazione. A questo fine hanno versato veri fiumi
d’inchiostro storici, sociologi, economisti, politici e
filosofi in genere.
A me è più che sufficiente ricordare i versi del
Manzoni:
“UNA D’ARME, DI LINGUA, D’ALTARE,
DI MEMORIE, DI SANGUE E DI COR”
e divertirmi a compararla con la definizione staliniana, tanto osannata dai credenti marxisti di un
tempo:
“ La nazione è una comunità stabile, storicamente
formatasi [vedi: ARME – MEMORIE], che ha la
sua origine nella comunità di lingua [vedi: DI LINGUA], di territorio, di vita economica e di conformazione psichica, che si manifestano nella comune
cultura [vedi: DI SANGUE, COR e di nuovo
MEMORIE]”.
Nella definizione dell’ex seminarista Stalin non
compare altare, e come potrebbe essere altrimenti?
Mentre è presente il concetto “forte” tutto marxista
di vita economica.
Durante il risorgimento, nel progetto teso a realizzare l’indipendenza del popolo italiano, sostennero
la soluzione federalista in campo cattolico - liberale: Gioberti, Balbo, D’Azeglio e in quello democratico - repubblicano Cattaneo e Ferrari.
Durante l’annessione al Piemonte il Barone Ricasoli
era così convinto che la Toscana “Stato di antica
formazione, dotato di Istituzioni moderate” dovesse “tutelare le sue tradizioni”, tanto da non aderire
immediatamente alla legislazione ed al sistema
amministrativo piemontese, come invece impose il
Farini in “quel di Parma e Modena”. Ma la neces-
GUARDIA D’ONORE N. 1 - 2013
sità storica porta a sviluppare risoluzioni diverse ed
il Barone di Ferro succeduto al Cavour dovette con
ogni mezzo e con la massima fermezza, ricorrendo
alla forza, contrastare e dominare le forze centrifughe, le quali avrebbero dilaniato in breve tempo il
nascente giovane stato. Ricasoli si innalzò a favore
dell’accentramento in politica interna, favorendo
uno stretto contatto prefetti-governo. In questa sua
azione volutamente centripeta trovò sicuramente il
sostegno del Padre della Patria, Sua Maestà
Vittorio Emanuele II, risoluto e deciso, il quale
vedeva l’Italia “UNA D’ARME, DI LINGUA,
D’ALTARE”, coronando il sogno di Casa Savoia
iniziato con Vittorio Amedeo II primo Re di
Sardegna [1720] il quale con la sua scelta aveva
posto una seria ipoteca alla costruzione futura di
un regno nazionale.
Successivamente Roma era troppo importante per
coronare arme, lingua, altare, memorie, sangue e
cor. L’Italia non avrebbe potuto continuare ad esistere senza Roma e la sua gloriosa storia.
Riprendendo la questione federalista, come viene
posta ai giorni nostri, mi riesce difficile pensare ad
una unione delle regioni del nord: Piemonte e
Lombardia, Veneto e se vogliamo EmiliaRomagna, le quali vantano dopo l’Impero Romano
tradizioni e sviluppi storici molto differenti, volendo prescindere ed escludere l’epopea risorgimentale. Senza questa ultima memoria tale progetto
appare del tutto non conforme alla definizione
manzoniana, altrimenti dobbiamo accontentarci
esclusivamente dell’unico sterile e poco unificante
concetto di vita economica presente nella definizione staliniana.
Per approfondire “La Questione Nazionale” in
generale rinvio alla lettura del testo Nazioni e
nazionalismi dal 1870 di Hobsbawm.
CADORNA
di Pierluigi Romeo di Colloredo Mels
Troppo spesso, nella crescente dimenticanza degli
avvenimenti della Grande Guerra, s’incontra una rappresentazione caricaturale e parodistica di Cadorna e
della guerra italiana, con Generalissimo visto come
una sorta di idiota gallonato e stupidamente feroce,
capace solo di mandare a morire centinaia di migliaia
GUARDIA D’ONORE N. 1 - 2013
di soldati contro reticolati e mitragliatrici, o di farli
decimare da plotoni di esecuzione, e che a Caporetto
ebbe la meritata punizione per la sua vuota superbia
ed inettitudine. Insomma, un idiota, un pazzo o
quanto meno un incapace. Quanto al fatto che i soldati venissero mandati al macello senza però che
ogni nuova esperienza significasse apprendere
qualcosa di positivo per quella successiva, a smentire questa sciocchezza c’è lo studio dei colonnelli
Cappellano e Di Martino, che dimostra esattamente
l’opposto, ossia come Cadorna abbia saputo costantemente aggiornare le proprie tattiche con l’evolversi
della guerra (Cappellano, Di Martino, Un esercito
forgiato nelle trincee. L’evoluzione tattica dell’esercito italiano nella Grande Guerra, Udine 2008). Ma la
fonte di tanti, troppi, resta il film comico di Monicelli
o quello antimilitarista ed impegnato con
Volonté, Uomini Contro. Viene da chiedersi, leggendo
certi giudizi e certe affermazioni sulla stupidità e l’incapacità del comando Supremo, il perchè di giudizi
come quello già citato del General der Infanterie
Krauss nel suo Die Ursachen unserer Niederlage.
Erinnerungen und Urteile aus dem Weltkrieg,
München 1920:
... soltanto la sua forte volontà, la sua determinazione, la sua tenacia, hanno spinto gli Italiani agli
undici possenti assalti contro il fronte dell’Isonzo,
e, se gli Alleati [ossia gli Imperi Centrali] non gli
avessero con più forte mano strappato la palma
della vittoria, passando essi stessi all’attacco nella
dodicesima battaglia dell’Isonzo, egli avrebbe, nel
dodicesimo attacco al quale egli avrebbe spinto con
forte volontà i suoi Italiani, rotto certamente il
fronte e si sarebbe impadronito di Trieste, il sospirato scopo degli Italiani.
Perciò sia qui reso a quest’uomo l’onore che gli è
dovuto.
Egli fu, nella guerra dell’Austria contro l’Italia, il
più grande, il più ragguardevole nemico; avere condotto a fine vittoriosa il combattimento contro di
lui, riesce di onore a noi stessi.
Il maggior avversario di Cadorna, il
Feldmaresciallo Conrad von Hötzendorf scriveva
alla moglie il 13 gennaio 1918:
Per la seconda volta abbiamo trovato contro di noi
degli uomini di ferro ed un capo di ferro. Se Dio
vuole quest’ultimo è stato eliminato dal comando
italiano. Siamo riusciti a rovesciare Cadorna: questo forse è il maggior vantaggio conseguito da tutta
45
l’operazione (...) Certo abbiamo ottenuto un lungo
respiro, ma non possiamo più contare sulla vittoria
decisiva in Italia. Cadorna, come un vecchio leone,
prima di cedere ci ha sferrato una tremenda zampata sul Piave. Egli ha saputo rianimare gli Italiani
e noi abbiamo assistito ad un fenomeno che ha del
miracolo».
Perché Cadorna era arrivato ad un soffio dalla vittoria sull’Austria, tanto che per impedirlo dovettero
intervenire i tedeschi. Ludendorff:
«Alla fine di agosto era cominciata sul fronte
dell’Isonzo l’11a battaglia dell’Isonzo, su un’ampiezza di settanta chilometri, e aveva portato successo agli Italiani. Al principio di settembre si continuò accanitamente la lotta. Fu un nuovo successo
per gli Italiani. Le armate austro-ungariche avevano resistito, ma le loro perdite erano state tanto
gravi e il loro morale così scosso che nei competenti
circoli militari e politici dell’Austria-Ungheria
entrò la convinzione che le armate austro-ungariche non sosterrebbero una continuazione della battaglia e un dodicesimo attacco sull’Isonzo. (...) Si
dovette decidere l’azione contro l’Italia per impedire la rovina dell’Austria Ungheria».
Ancora più esplicito Hindenburg:
«Il nostro alleato austro-ungarico ci dichiarò che
non avrebbe più avuto la forza di resistere ad un
dodicesimo attacco sulla fronte dell’Isonzo. Tale
dichiarazione aveva per noi grandissima importanza militare e politica: non si trattava soltanto della
perdita della linea dell’Isonzo, ma benanche del
crollo di tutta la resistenza nostra.
Ordine n. 4470 del 18 settembre 1917, ai
Comandanti della 2a e 3a Armata, S. E. Luigi
Capello e S.A.R. Emanuele Filiberto di Savoia
Duca d’Aosta. Chi scrive che Cadorna è responsabile di non aver creduto all’offensiva austro-germanica a Caporetto evidentemente non sa come
Cadorna avesse emanato ordini assai precisi circa
l’offensiva avversaria (n. 4470 del 18 settembre
1917 e 4741 del 10 ottobre 1917).
«Il continuo accrescersi delle forze avversarie sulla
fronte Giulia fa ritenere probabile che il nemico si
proponga di sferrare quivi prossimamente un serio
attacco, tanto più violento quanto più ingenti forze
potrà esso distogliere dalla fronte russa, dove tutto
sembra precipitare a vantaggio dei nostri avversari.
Tenuto conto di ciò, della situazione dei complementi e del munizionamento, ben note a V. A. R. (a
46
V. E.), decido di rinunciare alle progettate operazioni offensive e di concentrare ogni attività nelle
predisposizioni per la difesa ad oltranza, affinché il
probabile attacco ci trovi validamente preparati a
rintuzzarlo.
A tale precisa direttiva prego pertanto V. A. R. (l’E.
V.) di orientare fin da ora ogni predisposizione,
l’attività delle truppe, lo schieramento delle artiglierie ed il grado d’urgenza dei lavori».
Gli alleati lo accusano quasi di essere un visionario
e il Capo di Stato Maggiore delle Forze Armate
Imperiali sir William Robertson chiede la restituzione delle batterie inglesi.
Poiché V.S. ha deciso di mettersi a bella posta sulla
difensiva e poiché le sedici batterie [in realtà quindici] di obici britannici vi sono state mandate per
propositi offensivi, compiacetevi disporre che siano
ritirate dalla fronte immediatamente, avendo io
bisogno di destinarle ad altro teatro di operazioni».
Cadorna risponde in maniera durissima:
Do’ ordine che le batterie siano immediatamente
inviate alla loro nuova destinazione. Per quanto
riguarda la forma del telegramma di V. E., faccio
notare, che di quanto succede su questa fronte, io
non debbo dare conto che a Sua Maestà e al mio
Governo.
Robertson afferma anche tramite il generale
Radcliffe, suo rappresentante ad Udine:
...Mi pare estremamente improbabile che gli
Austriaci intendano attaccare, e nel momento
attuale, mentre il nemico parla tanto di pace, è
di importanza vitale che egli sia colpito fortemente
e senza tregua...».
Manca un mese all’offensiva austro-germanica, ma
per gli Alleati Cadorna è poco meno di un visionario per il suo ritenere probabile che il nemico si
proponga di sferrare quivi prossimamente un serio
attacco, tanto più violento quanto più ingenti forze
potrà esso distogliere dalla fronte russa...».
Cadorna, il 10 ottobre, tredici giorni prima dell’offensiva,emanava l'Ordine n. 4741:
al Comandante della 2a Armata, S. E. Luigi
Capello.
«Offensiva nemica.
Concordo con codesto Comando nel ritenere possibile un’offensiva nemica su codesta fronte, e
soprattutto nel giudicare necessari ed urgenti tutti i
provvedimenti intesi ad adeguatamente fronteggiarla.
GUARDIA D’ONORE N. 1 - 2013
A questo fine ben rispondono le direttive n. 5757
diramate l’8 corrente ai Comandi dipendenti e
inviatemi in comunicazione. Le approvo in massima, e particolarmente richiamo l’attenzione di
codesto Comando su alcune questioni di importanza capitale per la condotta della difesa.
1) La difesa delle linee avanzate sia affidata a
poche forze, facendo fondato assegnamento sull’uso delle mitragliatrici, sui tiri di sbarramento e
d’interdizione delle artiglierie, sull’organizzazione
dei fiancheggiamenti.
Questo concetto deve avere larga e appropriata
applicazione nella zona a nord dell’Avschek, dove
la limitata efficienza difensiva delle nostre posizioni consiglia un assai parsimonioso impiego, pena
uno sterile logoramento delle energie della difesa.
Il XXVII Corpo dovrà pertanto gravitare con la
maggior parte delle sue forze sulla destra
dell’Isonzo.
2) Perché qualsiasi evento, compresi quelli più
inverosimili, non ci colga impreparati, dei medi
calibri non rimangano sull’altipiano di Bainsizza
che quelli più mobili; ed anche per questi non si
tralasci di predisporre, in dannata ipotesi, mezzi
acconci per un tempestivo ripiegamento.
3) Durante il tiro di bombardamento nemico, oltre
ai tiri sulle località di affluenza e di raccolta delle
truppe, sulle sedi di comandi e degli osservatori,
ecc. si svolga una fortissima contropreparazione
nostra. Si concentri il fuoco di grossi e medi calibri
sulle zone di probabile irruzione delle fanterie, le
quali, essendo esposte in linee improvvisate, prive o
quasi di ricoveri, ad un tormento dei più micidiali,
dovranno essere schiacciate sulle linee di partenza.
Occorre, in una parola, disorganizzare e annientare
l’attacco nemico prima ancora che si sferri; disorganizzazione e annientamento che il nostro poderoso
schieramento di artiglierie sicuramente consente.
4) Il nemico suole lanciare le fanterie dopo brevissima preparazione di fuoco: si tenga presente questa possibilità, e artiglierie e fanterie siano in ogni
istante vigili e pronte a prevenire e a rintuzzare
l’attacco.
Cadorna».
Tutte queste disposizioni non vengono eseguite
dalla 2a Armata. E’ legittimo che un Capo di Stato
Maggiore che dia un ordine ad un comandante
d’Armata in tempo di guerra si aspetti, meglio, sia
certo!, di vederlo eseguito. Ricordiamo che, anche
GUARDIA D’ONORE N. 1 - 2013
in tempo di pace, il rifiuto o ritardo di obbedienza
commesso da un militare è punito dall’ Art. 329 del
Codice Penale. Ci si immagini qual’era la pena nel
conflitto 1915-1918. Ed ignora la lettera del 23
ottobre al Ministro della Guerra (num. prot. 4929)
con cui Cadorna annunciava l’imminente offensiva
nemica, sottolineando l’importanza di quelle testimonianze dei disertori che di solito si dice abbia
trascurate:
«UFFICIO OPERAZIONI DI GUERRA E AFFARI
GENERALI
N. 4929 di protocollo G.M.
RISERVATISSIMA PERSONALE
A S.E. il Ministro della Guerra
ROMA
Portata copia a S.M. il Re
Oggetto: Imminente offensiva austro-germanica
sulla nostra fronte.
Le mie previsioni si avverano. Il nemico ha ormai
completato sulla fronte giulia il concentramento di
forze e di artiglieria da me segnalato fin dal 18 settembre u.s., e sta per scatenare l’attacco. Notizie
controllate ed informazioni via via raccolte da fonti
sicure e confermate dalla deposizione di due ufficiali disertori di nazionalità romena mi consentono
di determinare con sufficiente approssimazione
l’entità delle forze nemiche ed il piano generale dell’offensiva imminente.
Tale offensiva si dovrebbe sviluppare sull’intera
fronte da Plezzo al mare, con preponderanza di
sforzo fra la conca di Plezzo e la testa di ponte di
Tolmino, entrambe comprese; obbiettivi principali
la dorsale del Kolovrat e la linea Matajur-M. Mia,
per poi invadere la pianura girando da nord le
nostre linee di difesa dell’intera fronte giulia (2a e
3a armata). L’azione principale dovrebbe essere
sussidiata da attacchi diversivi in Carnia, in
Cadore ed in Trentino.
A questa azione prenderebbe parte, secondo le previsioni che ho fatto da molto tempo, un notevole
contingente di truppe germaniche. Sono segnalate
in complesso nove divisioni, di cui quattro risultano
schierate in primissima linea sulla fronte di
Tolmino; ed altre se ne aggiungeranno verosimilmente a breve.
Computando per ora queste nove divisioni soltanto
ed il corpo alpino bavarese dislocato nelle retrovie
della Valsugana, le forze nemiche a noi di fronte
sommano in complesso a 589 battaglioni austriaci
47
e 92 battaglioni germanici. In totale 681 battaglioni formati su quattro compagnie, ai quali noi contrapponiamo, com’è noto a V.E., 844 battaglioni su
tre compagnie ciascuno.
Nel tratto di fronte compreso tra la conca di Plezzo
ed il Vippacco - tratto sul quale dovrebbe pronunciarsi il maggior sforzo nemico - lo schieramento
delle artiglierie avversarie è stato potentemente
rinforzato e sarebbero anche entrate a farne parte
un centinaio di batterie germaniche. Nello stesso
settore le forze assommerebbero ad un totale di 365
battaglioni, di cui 82 germanici. È però da prevedere che tali forze aumenteranno se l’avversario si
propone, come sembra logico supporre, di compiere uno sforzo prolungato, e chiamerà intanto nuove
unità per alimentarlo, in ciò agevolato dalla situazione dalla fronte russa. Da parte nostra, non
debbo tacere che l’andamento della fronte tra lo
Stelvio e la conca di Plezzo e la possibilità di azioni
diversive da parte del nemico mi impedisce di
sguernire la detta fronte oltre un certo limite, e
riduce perciò la massa di forze e di mezzi che mi è
possibile concentrare nel settore principale attaccato senza pregiudicare la sicurezza dei rimanenti.
Ho tuttavia preso provvedimenti tali che mi consentono di attendere l’urto nemico colla serena
fiducia di poterlo respingere vittoriosamente.(...)
L’attacco, secondo la deposizione dei due ufficiali
romeni disertori, uno dei quali ha consegnato l’ordine d’operazione del proprio battaglione, sarebbe
preceduto da un tiro prolungato a gas asfissianti,
sui quali il nemico sembra fare speciale assegnamento. L’azione, secondo un’intercettazione telefonica, doveva avere inizio stamane; non lo ebbe,
probabilmente a causa del vento sfavorevole all’azione dei gas. Il nemico ha infatti innalzato ieri
sulla presunta fronte d’attacco dei palloncini
sonda (...).
Gli ordini esistevano ed erano chiari: ma Capello
non li eseguì.
Cadorna indicava con precisione obbiettivi, tattiche, forze, direttrici dell’offensiva nemica. Ma
venne disubbidito.
I nudi fatti sono questi. I documenti sono estremamente chiari in merito.
Quanto al famoso bollettino del 27 ottobre sui
reparti vilmente arresisi etc., basti leggere quanto
scrive il tenente Erwin Rommel nel suo Infanterie
greift an! Fanterie all’attacco, per vedere come la
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realtà fosse spesso quella denunciata da bollettino!
Erwin Rommel, parlando dell'occupazione del
monte Mrzli:
Dal nemico ci separano ormai solo centocinquanta
metri. Poi, improvvisamente, la massa lassù comincia a muoversi. I soldati si precipitano verso di me
sul pendio trascinando con loro gli ufficiali che vorrebbero opporsi. I soldati gettano quasi tutti le
armi. Centinaia di essi mi corrono incontro. In un
baleno sono circondato e issato sulle spalle italiane.
"Viva la Germania!", gridano mille bocche. Un
ufficiale italiano che esita ad arrendersi viene ucciso a fucilate dalla propria truppa. Per gli italiani
sul Mrzli Vrh la guerra è finita. Essi gridano di
gioia.
Diario del Reggimento Jäger, Alpenkorps:
Parecchie centinaia di prigionieri del X Reggimento
di fanteria [Brigata Regina, ndA], mitraglieri ed
artiglieri scendono dalla montagna. Sono felici di
essere prigionieri, ci prendono per Austriaci e gridano: Viva Austria! (…) Presso il posto di combattimento della Brigata su q. 1114, uscirono da un
tunnel migliaia di uomini giubilanti, tra i quali un
generale di Brigata e parecchi ufficiali.
Rommel fece scontare un intero Reggimento della
Brigata Salerno da due (due!!) soldati württemburghesi!
Diario del Leibregiment dell’Alpenkorps bavarese:
Le posizioni di q. 1110, 1192, Kuk, erano per
natura molto forti, ben costruite ed armate con
cannoni pesanti, erano molto densamente occupate
da riserve portate innanzi, appartenenti a vari reggimenti. Gli Italiani, ad eccezione delle mitragliatrici sopra indicate, non fecero resistenza, anzi si
arresero o disertarono. Le scene sorpassavano ogni
descrizione. Da ogni dolina, su ogni sentiero si
vedevano Italiani che gridavano, gesticolavano e
spesso scendevano con le mitragliatrici in spalla
per ordinarsi da sé nelle colonne di prigionieri che
si formavano.
Queste cose non le ha scritte Cadorna, le hanno
scritte i tedeschi!
Passiamo al macellaio. Scrive Mario Silvestri
in Isonzo 1917- e Silvestri non fu certo un esaltatore di Cadorna:
Di fronte a figuri come Joffre e Douglas Haig, il
generale Cadorna e persino Capello appaiono dei
cuori teneri (...);
è pura leggenda, di cui gli italiani stessi sono
GUARDIA D’ONORE N. 1 - 2013
responsabili, che le nostre perdite in combattimento fossero eccezionalmente elevate ed i nostri
comandanti più macellatori degli altri: lo erano
anzi un po’ meno. Le perdite (in morti, feriti e
dispersi) subite dagli Italiani, dai Francesi e dagli
Inglesi nei primi nove mesi del 1917- quando i tre
eserciti ebbero l'iniziativa delle operazioni- furono
le seguenti:
Italiani 50.000
Francesi 60.000
Inglesi 590.000
Se poi si limita il confronto all'esercito italiano e a
quello inglese schierato sul fronte occidentale (che
avevano uguale consistenza numerica) si constata
che le perdite degli inglesi furono superiori del 30%
a quelle italiane, e distribuite pressoché uniformemente da Aprile a Novembre, mentre quelle italiane sono concentrate nella X ed XI battaglia
dell'Isonzo.
Scrisse Lucio Ceva che:
... Finché non ci si persuaderà che molte scelte
apparentemente tecniche sono in realtà politiche, si
rimane in un vicolo cieco.
Accusare Cadorna non ha più senso di accusare
Douglas Haig o Joffre o Nivelle o
Falkenhein (sic!) o Conrad von Hötzendorf che, sui
rispettivi fronti, facevano dal più al meno le stesse
cose e con risultati paragonabili, spesso anche peggiori.
Per inciso, Erich von Falkenhain (che aveva qualche goccia di sangue friulano, essendo nipote del
co. Antonio di Colloredo) era il Capo di Stato maggiore tedesco che scatenò il massacro di Verdun allo
scopo dichiarato di dissanguare la Francia uccidendo il maggior numero di soldati, Haig è colui che in
un giorno solo perse sulla Somme 135mila morti.
Il Capo di Stato Maggiore non si occupava né dell’addestramento, di competenza del Ministero e dei
singoli depositi reggimentali, né dello sviluppo tattico dell’azione, demandata ai Comandanti
d’Armata e Corpo d’Armata, ma della pianificazione strategica. Legga il diario del colonnello Angelo
Gatti, ripubblicato dal Mulino col titolo Caporetto,
e imparerà sicuramente qualcosa.
Un’ultima citazione.
Non sa che avanzare, partire all’assalto, ottenere
vittorie, come è stato detto, “a colpi di uomini”;
sacrificare qualunque cosa per un successo, senza
lasciarsi intimorire da una sconfitta, uccidere la
GUARDIA D’ONORE N. 1 - 2013
metà dei soldati con sforzi superiori alle forze
umane.Che importa, non c’è forse la coscrizione e
la materia prima? (...)
Nessuna considerazione morale, nessun sentimento
di pietà, nessun grido dell’umanità potè mai arrestarne il corso fatale. Solo per raggiungere una
posizione avrebbe sacrificato un intero esercito (...)
Sempre alla sua mancanza di talento militare
vanno attribuite le sconfitte dei suoi generali, ai
quali egli consegnava ordini di operazioni assurdi,
da cui non osavano scostarsi.
Luigi Cadorna? No, Napoleone Bonaparte, secondo
i suoi detrattori del 1814.
VERGAROLLA: STORIA NASCOSTA
di Riccardo Basile
Ci sono avvenimenti che vengono volutamente
ignorati da chi detiene il potere, posti in condizione
di non vedere la luce, sepolti nel più assoluto
dimenticatoio.
Di ciò è ben consapevole il popolo giuliano, popolo
mite, di grande civiltà, costretto a subire ingiustizie
senza fine, rese più amare, nel tempo, da faziose
letture della storia che lo riguarda, troppo spesso
scritta e divulgata con odiosi stravolgimenti.
Queste tendenziose letture degli accadimenti al
nostro confine orientale hanno reso possibile che
con il trascorrere del tempo prendessero corpo e
venissero spacciate per verità, odiose, grottesche,
grossolane falsità.
Si pensi che Norma Cossetto, la studentessa “martire simbolo” della violenza inferta dai partigiani
titini alle incolpevoli genti Giulie, la cui salma era
stata riesumata dalla Foiba di Surani fin dall’ottobre del 1943, è stata ricordata per oltre mezzo
secolo, in una targa commemorativa presso l’ateneo di Padova, come vittima della ferocia nazista.
S’è dovuta attendere la fine dgli anni ottanta per
far tacere, si spera per sempre, i negazionisti della
barbarie degli infoibamenti.
Finalmente essi tacciono, schiacciati dalla documentazione dei recuperi delle povere salme dalle
voragini carsiche, azzittiti dalle ammissioni non più
equivocabili di alte personalità e di storici anche
dell’est europeo.
Persino i cosiddetti giustificazionisti delle atrocità
49
commesse dai partigiani di Tito a danno dei nostri
connazionali, stanno per scomparire: appare sempre più evidente, infatti, che gli Esuli dall’Istria, da
Fiume e dalla Dalmazia non potessero avere colpe
da farsi perdonare.
Qualcuno potrebbe chiedersi: ma come è stato possibile far prevalere la disinformazione per tanti
decenni? Tenere nascosta la verità? Avvalorare la
menzogna?
La risposta, molto amara, ce la dà Giampaolo
Pansa quando scrive che molti storiografi:
“hanno un occhio solo con cui guardano la realtà
che non dispiace a chi paga i loro passivi. Con l’altro, chiuso, fissano le verità sgradite, ma non le
vedono”.
Ecco perché in Italia non c’è chi non sappia della
“Strage alla stazione di Bologna” (occorsa il
2.8.1980, la cui responsabilità, com’è noto, è ricaduta su elementi dell’estrema destra), mentre sono
rari coloro che sono a conoscenza di quella, con
circa un pari numero di vittime, compiuta sulla
spiaggia di Vergarolla, a Pola, capoluogo dell’Istria,
il 18 agosto 1946, a guerra finita, da agenti della
Jugoslavia comunista del Maresciallo Tito.
Vergarolla è una delle tante spiagge di Pola, con
qualche banchina che si protende verso il mare e
molti ombrosi pini i cui rami lambiscono l’acqua.
Il 18 agosto del 1946 era una splendida domenica
di sole ed il mare anche lì, come in tutta l’Istria, è
incantevole.
La Società nautica “Pietas Julia” vi aveva organizzato le gare natatorie per la Coppa Scarioni, manifestazione sportiva a carattere nazionale che quei
giorni si svolgeva anche in molte altre città d’Italia.
In quell’occasione la “Pietas Julia” festeggiava il
60° anniversario della sua costituzione in Pola con
un programma particolarmente nutrito e allettante.
(Detto per inciso il Club sportivo Pietas Julia era
stato costituito il 14 agosto del 1886. Anch’esso il
21.1.1947 ha dovuto lasciare la città di Pola trovando accoglienza in un capannone a Monfalcone.
Dal 1961 e fino ai giorni nostri ha sede nella baia
di Sistiana, vicino a Trieste).
Le famiglie polesane, con i loro ragazzi, accogliendo l’invito, erano accorse in gran numero. Per
potersi intrattenere più a lungo al mare, come da
tradizione, si erano organizzate per consumare il
pranzo al sacco, all’ombra dei pini.
La guerra era finita da sedici mesi, anche se i ricor-
50
di pressavano, anzi incombevano brucianti e la
maggior parte dell’Istria era già sotto tallone jugoslavo.
Pola, inserita nella Zona “A” del Territorio Libero
di Trieste, era affidata al controllo delle truppe britanniche la 24^ Brigata di Fanteria al comando del
Generale Erskine.
I suoi abitanti anelavano ardentemente a restare in
grembo alla madrepatria Italia, confidando in ciò
per una serie di motivi che parevano ovvi.
Facevano affidamento sulle dichiarazioni di principio solennemente e in più sedi pomposamente conclamate dagli Alleati, prima fra tutte quella che
riconosce ai Popoli il Diritto di poter decidere in
piena autonomia del proprio destino (Diritto all’esistenza, Diritto al rispetto della propria identità
nazionale, Diritto di conservare pacificamente il
proprio territorio, Diritto di ritornarvi in caso di
espulsione . . . ).
Erano fermamente consapevoli che la storia, la lingua, la cultura, le tradizioni della loro terra erano
inequivocabilmente italiane. Sapevano bene che la
stragrande maggioranza della popolazione era di
ceppo italiano. Ritenevano che alla peggio, si
sarebbe ricorsi al plebiscito, e questo, senza ombra
di dubbio, sarebbe stato favorevole alla scelta italiana.
D’altra parte è di palese dominio pubblico, non
solo agli uomini di cultura, che l’Istria, nella sua
millenaria storia, era stata romana, era appartenuta alla Serenissima Repubblica di Venezia, aveva
fatto parte dei domini asburgici:
ma mai era stata croata, né tanto meno jugoslava !
Un certo timore, tuttavia aleggiava.
Lo alimentavano le terribili storie che trapelavano
dalle contrade istriane deportazioni, perquisizioni,
confische, interrogatori, arresti, (infoibamenti);
l’arroganza di certi esponenti locali favorevoli a
Tito; certe scritte sempre più presenti sui muri della
Città; le raggelanti notizie che giungevano da
Parigi dove siedevano i Ministri dei Paesi vincitori
cui spettava definire i nostri Confini Orientali; e
ancora quello che trapelava dalla madrepatria
Italia che appariva lontana, prostrata, umiliata, in
balìa dei nemici di ieri, tutti concordi nella determinazione di punirla severamente per la sua partecipazione alla guerra al fianco della Germania
nazista.
Il “Vae victis” pronunciato a Roma nel 390 a.c. da
GUARDIA D’ONORE N. 1 - 2013
Brenno il gallico sembrava pienamente fatto proprio dalle Potenze che avevano trionfato: esse si
ritenevano nel pieno diritto di indossare i panni di
arbitri virtuosi dei destini del mondo. E all’orizzonte non c’era il Console Marco Furio Camillo per
contrastare la loro arroganza ! . . .
L’impegno e il sacrificio profusi dai nostri Soldati
nella Guerra di Liberazione venivano completamente ignorati.
Nessuna considerazione per i nostri Caduti in quella campagna:
90.000 inquadrati nei Reparti Regolari delle Forze
Armate Italiane dell’Esercito badogliano;
30.000 periti nella lotta partigiana.
Ci avevano sprezzantemente liquidati con il contentino di chiamarci “cobelligeranti”!
L’Italia, ridotta in macerie non solo materiali, era
alle prese con gravosi impegni: la scelta fra
Monarchia e Repubblica, la sostituzione dello
Statuto Albertino, le elezioni politiche del 1948, cui
s’aggiungeva l’onere di accogliere il rientro in
Patria di:
650.000 Prigionieri di Guerra: dall’India, dagli
Stati Uniti, dall’Africa, dal Medio Oriente;
un pari numero di Militari Internati nei Lager tedeschi dopo l’8 settembre 1943;
e altri 420.000 Rimpatriati: dall’Eritrea,
dall’Etiopia, dalla Libia, dalla Somalia.
Tornando al nostro tema va evidenziato che nei
pressi della spiaggia di Vergarolla erano state accatastate 28 mine marine, private del detonatore, ma
ancora integre nella carica esplosiva.
Come è noto questi ordigni, posti in tali condizioni
di sicurezza, se non innescati non possono assolutamente esplodere.
Alle 14.10, all’improvviso, un tremendo boato,
accompagnato da un’immensa palla di fumo e
fuoco, squassò quel tratto di costa oscurando il
cielo.
Una tremenda deflagrazione aveva sminuzzato e
scagliato in aria ogni cosa per un raggio di un centinaio di metri.
I gabbiani al botto si levarono in volo: tornarono
presto però, e per essi . . . fu festa grande !
I soccorritori, prontamente accorsi, si trovarono di
fronte ad un apocalittico, macabro, scenario.
Prestarono soccorso come poterono ai feriti e li
avviarono all’ospedale anche con mezzi di circostanza.
GUARDIA D’ONORE N. 1 - 2013
Constatarono che erano state sterminate intere
famiglie e che altissimo era il numero dei bambini
maciullati.
Alla fine contarono un centinaio di morti.
Nonostante ogni tentativo, solo a 64 riuscirono a
dare un nome.
Rinchiusero quindi in altre casse i resti umani non
più componibili in salme.
In tale ecatombe rifulse l’eroismo del medico chirurgo Geppino Micheletti, triestino di nascita ma
polesano di adozione, che, pur avendo perso in
quell’occasione due figli, (Carlo di 9 e Renzo di 4
anni), la sorella, il cognato e la nipotina, non si
allontanò per oltre 24 ore consecutive dalla sala
operatoria dell’ospedale “Santorio Santorio” di
Pola tentando di strappare alla morte il più alto
numero di vite umane.
Amaramente si rilevò che l’età media delle 64 vittime ricomposte era di 26 anni!
Gli abitanti di Pola capirono immediatamente che
s’era trattato di un criminale attentato e non indugiarono ad indicare al Comando Alleato da che
parte dovesse indirizzare le indagini, perché “solo
chi era uso a infoibare poteva arrivare a tanta ferocia . . . .”
Ma le Autorità Alleate non avevano alcun interesse
a venire a capo della verità e restarono coerenti con
l’atteggiamento assunto l’anno precedente davanti
alla Foiba di Basovizza, (a 30 Km da Trieste),
allorquando avevano interrotto i recuperi delle
salme adducendo “insormontabili difficoltà tecniche”: giustificazione risibile ove si considerino le
loro enormi possibilità logistiche e l’alto livello tecnologico raggiunto, provato davanti al mondo intero con il lancio delle bombe atomiche su Hiroshima
e Nagasaki (sganciate rispettivamente il 6 e il 9
agosto 1945)!
È da rilevare piuttosto che perseguivano la politica
di assecondare in tutto e per tutto la Jugoslavia di
Tito, nazione loro alleata, esperta e temibile nella
guerra partigiana, potenzialmente schierabile in
funzione anti Unione Sovietica.
Della prostrata Italia, in quel momento, non avevano alcun bisogno!
Era iniziata, la guerra fredda e Winston Churchill ne
aveva già individuato la prima linea. A Fulton, nel
Missouri, qualche mese prima, aveva detto:
“da Stettino nel Baltico, a Trieste nell’Adriatico, una
cortina di ferro è scesa attraverso il Continente”.
51
I Polesani allora, presa coscienza della situazione,
raccolsero quello che poterono delle loro cose e, in
massa, nel giro di pochi mesi (dal dicembre 1946
al marzo 1947), fruendo della cornice di sicurezza
offerta dalle Truppe Alleate e delle navi messe a
disposizione dal Governo italiano, ma anche utilizzando i più disparato mezzi, fuggirono compatti
verso l’Italia, anzi, è meglio dire, verso l’ignoto.
Profeticamente Guido Miglia sul giornale l’Arena di
Pola così aveva scritto circa un mese prima, il 4
luglio del 1946:
“Al nostro popolo che sceglierà l’esilio volontario
resterà una Patria Libera ed una dignità profonda.
Ai pochi ambiziosi che resteranno in Città non sarà
riserbato che il pentimento amaro e la tristezza di
rimanerci chiusi nella cortina di ferro e vivere schiavi
ubbidienti e premurosi agli ordini degli onnipotenti
padroni che giungeranno da lontano . . . “
Il giornalista e scrittore Silvio Benco, a caldo, così
descriveva l’esodo:
“ . . . Se ne vanno dalle Case dei Padri, coi vecchi,
con le mogli, coi bimbi, col poco che hanno potuto
raccogliere della roba loro, e cauto l’estraneo
mondo li guarda.
Triste è pensare che nel mondo di oggi, nel disanimato mondo uscito da una spaventosa guerra, non
c’è più Pietas Julia.
Ma Pietas Julia, pietà per la Gente Giulia, c’è e
durerà eterna in noi e in quanti, Italiani, hanno
un’anima”.
Il Vescovo di Fiume (città sul Quarnaro così chiamata dal 1300 fino al maggio del 1945 quando i
Croati le imposero un altro nome!) il Vescovo milanese Ugo Camozzo, prima di lasciare da esule
anch’egli la diocesi, così scriveva ai suoi fedeli:
“qualcuno chiederà: perché mai avete lasciato la
vostra città?...Nel vostro sacrificio di epica portata,
che la storia consacrerà, c’è l’espressione dolorosa
dei più alti valori spirituali della propria fede e di
amor patrio”.
Da Pola andarono via in 28.085 su una popolazione che al tempo contava 31.700 anime: ciò costituisce più che un plebiscito ! (90% circa), ma chi
avrebbe dovuto rilevarne la portata finse di non
accorgersene . . .
L’Esodo fu una schiacciante manifestazione di
eroico amor patrio.
Fu scelta di Libertà pagata sulla propria pelle a
carissimo prezzo.
52
Fu rivendicazione dell’irrinunciabile diritto alla
sopravvivenza.
Gianni Bartoli, il grande Sindaco degli anni difficili
di Trieste, così disse:
“L’Esodo non è stato né una colpa, né in errore, né
una diserzione. Gli Esuli, premuti dalla persecuzione e dal ricordo del terrore, compresero che sotto
quel regime terroristico non sussistevano le possibilità di vivere né da Italiani, né da Cristiani, né semplicemente da Uomini”.
Uno dei 350.000 Esuli, la signora Nives Saitti
Cardone, così scriveva sul periodico l’ “Arena di
Pola” il 24 settembre del 1983:
“L’Esodo è stata ribellione nei confronti delle foibe,
del saccheggio, dell’imposizione immediata di una
lingua che ci era ostica ed estranea, delle scritte
murali provocatorie e vessatorie, delle stelle rosse
affisse in ogni luogo . . .
E’ stata una dimostrazione di coerenza con l’idea di
Patria, di lingua, di sentimenti comuni.
Errore sarebbe stato il rimanere . . . “
Giani Stuparich, il Sottotenente dei Granatieri,
Volontario Irredento triestino, Medaglia d’Oro al
V.M., divenuto apprezzato scrittore, ha scritto:
“L’Esodo di Pola è un’infamia che non si cancella
col cercare di parlarne poco, un grido umano che
risuonerà per secoli a vergogna di chi l’ha strappato dalle viscere di una popolazione innocente,
anche se si tenta di attutirlo o di soffocarlo.
Ma non si procede sulla via della Civiltà, ammettendo o rassegnandosi che l’ingiustizia possa continuare a perpetrarsi, come ai tempi delle barbarie”.
I Giuliani dell’Istria, di Fiume, della Dalmazia
strappati dalle terre di origine, dopo permanenze
più o meno lunghe in “campi profughi”, a volte
decenni, dove erano costretti a vivere in promiscuità, in spazi ristretti, fra umilianti restrizioni,
difficoltà e disagi, finirono dispersi anche in lontane contrade oltre oceano.
Essi furono condannati ad eterno esilio per colpe
mai commesse e posti in condizione di sparire come
popolo nel solo volgere di qualche generazione,
come purtroppo sta già accadendo.
Un Anonimo poeta così scrisse
(LEGGENDA ISTRIANA):
Le candele
per noi accese
si stanno spegnendo
GUARDIA D’ONORE N. 1 - 2013
a una a una.
La notte giunge ormai
né ci sarà più l’alba.
Un giorno, forse,
si parlerà
di un popolo che per vivere libero
andò a morire lontano.
Lontano dal proprio mare
e da una terra rossa
che vista dall’alto
sembra un cuore insanguinato.
Sull’altra sponda dell’Adriatico, da Venezia fino a
Bari, nessuno li attendeva a braccia aperte e per
carità di Patria ci si astiene dal riferire come furono
accolti in certe stazioni, in certi porti, da gruppi di
esagitati fanatici di casa nostra accecati dalla nota
ideologia !
Le accuse gridate loro in faccia “fascista”, “nemico
del popolo”, monotone nella loro perversità e idiozia,
erano le stesse già udite nel cuore dell’Istria dalla
bocca degli autoproclamatisi “liberatori”, instancabili declamatori di slogan quali “Libertà ai Popoli”,
sappiamo tutti e bene di che libertà si trattasse,
“Fratellanza Italo Jugoslava”, palese menzogna ipocritamente sbandierata solo per agganciare i gonzi.
Il vergognoso “Trattato di Pace” del 10 febbraio
1947, che sarebbe stato più giusto chiamare
“Dettato di Pace”, di cui finanche gli americani si
vergognarono, segna, forse per sempre, la storia dei
Giuliani dell’Istria, di Fiume, della Dalmazia.
Gaetano Salvemini, docente universitario e noto
politico antifascista, in proposito così scrisse:
“Non vedo che cosa i vincitori avrebbero potuto
fare di peggio se gli Italiani avessero tutti continuato a battersi disperatamente fino all’ultimo
momento ai servizi di Hitler . . . Le clausole territoriali del Trattato di Pace sono ripugnanti ad ogni
senso di giustizia . . .”
Di Vergarolla, così come di Foibe ed Esodo, per
lunghi decenni, si tacque.
Si doveva tacere!
S’è dovuto attendere l’abbattimento del muro di
Berlino (9 novembre 1989) per vedere condannati
i misfatti del comunismo, sistema che ha procurato
nel mondo 97 milioni di morti a fronte dei 21
milioni dovuti al nazismo (62 milioni in Unione
Sovietica, 35 milioni in Cina). Ma in troppi ancora
fingono di non saperlo! . . .
S’e dovuto attendere quanto candidamente confes-
GUARDIA D’ONORE N. 1 - 2013
sato il 21 luglio del 1991 (intervista rilasciata al
periodico fiumano “Panorama”) da due alti esponenti della Jugoslavia d’allora, Milovan Gilas e
Edvard Kardelj, perché il mondo intero sapesse
quello che gli Esuli Giuliano Dalmati avevano da
sempre saputo.
“Nel 1946 io e Edvard KARDELJ andammo in
Istria per organizzare la propaganda anti italiana.
Si trattava di dimostrare alle autorità alleate che
quelle terre erano jugoslave e non italiane. Certo
che non era vero! Ma bisognava indurre gli Italiani
ad andare via, con pressioni di ogni tipo. Così fu
fatto”.
S’è dovuto giungere all’11 settembre del 1992 per
vedere elevare al rango di Monumento Nazionale la
Foiba di Basovizza eletta fin dalla fine degli anni
40 dagli scampati alle foibe tomba simbolo del
martirio del popolo giuliano, luogo cui potersi
accostare senza timore di ulteriori agguati, per pregare per i propri congiunti fatti sparire chi sa dove
dai partigiani di Tito, coadiuvati troppo spesso e
vergognosamente dai manutengoli di pari fede italiani. Si osservi che la Risiera di San Sabba era
stata dichiarata Monumento Nazionale nel 1965!
Ancora una volta due pesi e due misure!
Monsignor Antonio Santin, l’eroico Vescovo di
Trieste e Capodistria, così aveva detto nel 1954 a
Indro Montanelli che lo intervistava:
“Io non lo so . . . Io proprio non lo so . . . Io purtroppo so soltanto pregare per quelle migliaia di
nostri fratelli . . . il mio gregge, la mia gente . . .
quelli che devono pagare tutto per tutti . . . Cosa
faranno costoro senza più Patria, dopo aver vissuto
soltanto di Patria e per la Patria, come nessun altro
Italiano ha mai saputo né saprà più fare?”
Ma torniamo a Vergarolla.
Solo dal marzo 2008, all’apertura degli archivi
segreti britannici, (il Public Record Office di Kew
Gardens, in Londra) s’è potuta conoscere la verità
sul turpe attentato:
mandante è stata l’OZNA, la polizia politica della
Jugoslavia del Maresciallo Tito, che nulla aveva da
invidiare alla nazista Gestapo;
esecutore un suo agente, tale Giuseppe Kovacich,
coadiuvato da altri tre sgherri.
Queste informazioni son state diffuse dai ricercatori storici Fabio Amodeo e Mario Cereghino “Vedasi
pubblicazione TOP SECRET - Trieste e il Confine
Orientale fra guerra e dopoguerra”, divulgata dal
53
quotidiano di Trieste “Il Piccolo”.
È fin troppo facile ipotizzare che questo pluri
assassino, novello Erode, indegno d’appartenere al
genere umano, non abbia mai pagato per il suo
turpe gesto: anzi non è azzardato supporre che,
visti i risultati causati dalla sua azione, la fuga in
massa degli Italiani da Pola e dall’Istria, egli sia
stato lautamente compensato.
Ancora oggi, purtroppo i rappresentanti delle
Repubbliche eredi di quel Paese si astengono dal
prendere chiaramente le distanze da quei misfatti.
Il 13 luglio scorso, l’abbiamo visto tutti, il
Presidente della Slovenia Danilo Turk e quello
della Croazia Ivo Josipovic, in visita a Trieste, non
hanno inteso recarsi al Sacrario di Basovizza ! . . .
Questo fa rifulgere ancora di più la statura morale
del Cancelliere della Repubblica Federale tedesca
Willy Brandt che nel 1970 si inginocchiò davanti al
ghetto di Varsavia chiedendo perdono, a nome del
suo Paese, per la barbarie dell’olocausto.
Gravemente colpevoli anche tutti coloro che, a qualunque titolo, nel tempo, pur sapendo hanno taciuto: poco importa a quale nazionalità appartenessero, che idee politiche professassero, e quale ruolo
ricoprissero nelle Istituzioni.
Rattrista ancora considerare che, a tutt’oggi, a
livello nazionale, sul piano politico, storico, etico e
culturale, si continui a tacere su quell’odioso attentato e non si riservi alcun onore a quei Giuliani trucidati solo in quanto Italiani.
A Pola, la città così chiamata fin dai tempi di Dante
(vedasi IX Canto dell’Inferno), la romana Pietas
Julia “che i templi ostenta a Roma e a Cesare”
(come mirabilmente scrisse il Carducci nell’ode
“Saluto Italico”) oggi chiamata Pula, nei pressi del
Duomo, dal 1997 una lapide così ricorda l’evento:
in alto:“Vergarola – 18. 08. 1946 – 13 h.”;
in basso: “ Grad Pula – 1997 – Città di Pola”.
Tutto qui !
Nella cerimonia di commemorazione colà tenuta da
qualche tempo in qua, anche quest’anno non si è
udita una sola parola sulle cause dell’esplosione e
54
di conseguenza nessuna parola di condanna dei
responsabili della strage. La Bandiera Italiana,
anche quest’anno, era assente ! . . .
A Trieste, asilo di tanti Esuli a cominciare dall’indimenticabile Sindaco Gianni Bartoli, il 18 agosto
2011, la Federazione Grigioverde (fondata nel
1949 dalla Medaglia d’Oro Guido Slataper) e la
Famiglia Polesana hanno posato sul luogo più
sacro della Città, il Colle di San Giusto, un grande
Cippo con il nome, il cognome e l’età d’ogni singola
vittima.
Hanno scoperto il masso due polesani miracolosamente scampati a quella esplosione ma profondamente feriti negli affetti più cari:
il signor Elio Dinelli, rimasto quel giorno solo al
mondo all’età di 11 anni, avendo colà perso i genitori, la nonna, uno zio e la sorella Norina di 6 anni;
e la signora Renata Succi che, impotente, aveva
assistito allo scempio del fratello Carlo, di 6 anni.
Al manufatto faranno idealmente buona guardia i
12 Irredenti decorati di Medaglia d’Oro al V. M.
nativi di Trieste, dell’Istria, di Fiume e della
Dalmazia, ricordati nel contiguo Cippo posato
dalla stessa Federazione Grigioverde nel 2009:
S.Ten. Guido BRUNNER, Cap. Guido CORSI, S.
Ten. Fabio FILZI, Col. Ugo PIZZARELLO, S. Ten.
Ugo POLONIO, Bers. Francesco RISMONDO, Ten.
V. Nazario SAURO, Ten. Guido SLATAPER, S.
Ten. Carlo STUPARICH, S. Ten. Giani STUPARICH, Magg. Giacomo VENEZIAN, S. Ten. Spiro
Tipaldo XIDIAS.
Possiamo finalmente dire che l’accorata esortazione di Ugo Foscolo ne “I Sepolcri” : “Serbi un sasso
il nome” almeno in Trieste è stata accolta.
Ora la tragica storia di quella domenica d’agosto a
Vergarolla non può dirsi universalmente sconosciuta.
Ora tutti sappiamo, e concludo, che quando onoriamo i Caduti per la Patria comprendiamo nel
nostro omaggio anche quei fratelli Giuliani vilmente uccisi e ancora più vilmente dimenticati perchè
ANCHE I POLESANI TRUCIDATI A VERGAROLLA SONO MORTI PER LA PATRIA !
GUARDIA D’ONORE N. 1 - 2013
NOTE LIETE
Antonio Bufalari, avvocato di Roma, lo scorso 30
settembre è divenuto padre della sua primogenita,
Amalia Sofia.
È nato Gioele, quartogenito di Marco Pasin, delegato provinciale di Frosinone, e di sua moglie
Daniela Testani Pasin, Guardia d’Onore.
Lo scorso 23 novembre la Guardia d’Onore
Patrizia Fundrisi si è laureata in D. A. M. S. presso
l’università Kore di Enna.
Il 31 ottobre u. s., presso la Libera Università San
Pio V di Roma, la Guardia d’Onore Lorenzo Burzi
si è laureato in Scienze Politiche, discutendo la tesi:
“Forze di Polizia e gendarmeria europea”.
La Guardia d’Onore di Catania dott. Fabio Adernò
ha ottenuto il dottorato in Diritto canonico presso
la Pontificia Università della Santa Croce.
In data 10 settembre u. s., nel corso di una seduta
straordinaria del consiglio comunale di Mentana è
stata conferita al direttore, comm. prof. Francesco
Guidotti, la cittadinanza onoraria, richiamando
l’analogo conferimento del 21 ottobre 1859 al
generale Garibaldi nella città di Ravenna. Il tutto
firmato dal sindaco Altiero Lodi, con l’approvazione unanime del consiglio comunale.
È stata celebrata una Santa Messa nella Cappella del
“Monzone” a Marina di Carrara, per i 50 anni di
matrimonio di Giuseppe lantermo di Torre di
Montelupo con Giulia de Vecchi di Val Cismon.
Riunione strettamente famigliare, ampliata ai discendenti degli antichi fittavoli della tenuta ormai non più
esistente. Segnaliamo alcuni particolari: a) nel Palco
destinato alla Villa, era esposta l’ultima Bandiera
Sabauda che ha sventolato a Trieste sul Castello di
Miramare, prima dell’arrivo dei titini; b) la stupenda
voce di Andrea Ferreira, giovane soprano brasiliana,
che ha cantato anche nell’opera di Roma; c)
L’omaggio di Paolo Betti, discendente di Famiglia al
Monzone da generazioni, con una splendida composizione floreale. Una riunione dove non sono state invitate Autorità locali, ma solo…Famiglia vera!
NECROLOGI
ALOI Francesco Enrico – Savona – iscritto n°
20629 dal 29 luglio 2008
BERMOND Maria Eugenia – Torino – iscritta n°
17697 dal 23 aprile 2003
BONACCIO Riccardo – Canada – iscritto n° 20442
dal 13 marzo 2008
CASALINO Nicola – Andria (BA) – iscritto n°
12882 dall’11 aprile 1994
COPERTINO Vincenzo – Massafra (TA) – iscritto
n° 22328 dal 18 gennaio 2012
MARCOMIN Andrea – Adria (RO) – iscritta n°
GUARDIA D’ONORE N. 1 - 2013
19301 dall’11 gennaio 2006
NITTOLI Emanuele Filiberto – Teramo – iscritto
n° 20847 dal 6 febbraio 2009
PILON Fausto – Albignasego (PD) – iscritto n°
9341 dal 20 febbraio 1971
PUDDU Gianluigi Andrea – Ussana (CA) – iscritto
n° 16563 dal 25 luglio 2001
SAPORITO Gaetano – Loano (SV) – iscritto n°
22431 dal 9 marzo 2012
SPIAZZI Amos – Verona – iscritto n° 10450 dal 21
maggio 1984
55
ULTIMO SALUTO ALLA G. D’O. VINCENZO
COPERTINO
L’8 ottobre 2012 ancora una volta la Bandiera
della Delegazione di Taranto ed il suo Labaro
espongono un fiocco nero, è il segno del lutto.
Il lutto dell’intera comunità e di quanti in
Delegazione hanno imparato ad amarlo e che, privati del suo gioioso sorriso, si sentono di aver perso
un amico, un fratello buono e generoso strappato
alla vita da una parte iniqua.
Le Guardie, che si sono avvicendate alle porte della
sala di rianimazione, di poi nella camera mortuaria
dell’Ospedale ed infine nella camera ardente allestita a Massafra, sono riunite ora in tristezza per
dare l’ultimo saluto alla Guardia d’Onore Vincenzo
COPERTINO.
Offrono a Lui il loro servizio di guardia come statue marmoree, ma con gli occhi colmi di pianto.
Occhi che non si distaccano dalla bara del loro fraterno amico e su cui hanno poggiato il tricolore
sabaudo, quasi a difesa di un corpo inanimato, ma
adornato dai simboli della Guardia d’Onore.
Questa volta è stato un tragico evento che ha portato via alla sua famiglia, alla collettività massafrese ed alla Delegazione la G. d’O. Vincenzo
Copertino, da tutti conosciuto come “il Gigante
Buono” anche per la sua bontà e per il suo servizio
a favore degli altri.
Il grande organizzatore ed animatore impegnato sul
territorio e fuori da esso per dare corso ad eventi culturali e storici, senza mai tralasciare le attività di
sostegno agli emarginati ed ai diversamente abili.
Dopo 70 giorni di agonia, ha reso l’anima a Dio,
lasciando nello sgomento e nello strazio più profondo l’amata moglie, la diletta figlia e la famiglia
tutta così duramente colpita, l’Associazione
Culturale “La Durlindana”, di cui era Presidente
ed eccezionale animatore, la Delegazione di
Taranto, che ha servito con onore ed umiltà, oltre
all’intera comunità massafrese.
A Lui l’imperituro ringraziamento per aver contribuito con grande intelligenza e determinazione a rendere partecipe la nostra Delegazione sul territorio
massafrese a tutte quelle attività storiche e culturali
da Lui ideate e che l’hanno fatta accogliere inizialmente con rispetto ed ora anche con grande affetto.
Ormai a Massafra siamo di casa, e questo lo dobbiamo a te, non c’è manifestazione senza le
Guardie: grazie Enzo.
Alle sue donne vada la certezza che mai le Guardie
della Delegazione le lasceranno sole; saremo con
loro, saranno con noi e tra di noi, se lo vorranno, e
56
tu, Enzo, anche tu sarai con noi.
Francesco Calò
È venuto a mancare il dott. Nicola Casalino, Guardia
d’Onore della delegazione di Barletta – Andria –
Trani, per tanti anni responsabile per la Puglia negli
Ordini Dinastici della Real Casa di Savoia.
L’Ispettore avv. Angelo Gadaleta ha porto alla
famiglia le condoglianze a nome di tutte le delegazioni dell’Italia Meridionale. Alle esequie hanno
partecipato le Guardie d’Onore Bucci, Frisardi,
Mameli (delegazione di Barletta – Andria – Trani),
il delegato di Bari (con labaro della delegazione)
Abbattista, la Guardia d’Onore De Robertis, il delegato di Lecce Mazza con le GG. d’O. Miastkowski,
Tarantino e Zappatore.
Corato
Nella ricorrenza del Trigesimo della scomparsa
della Guardia d’Onore Enza Porro Bucci, consorte
della Guardia d’Onore Tommaso Bucci, il giorno 4
settembre 2012 presso la chiesa di Santa Maria
Greca in Corato hanno partecipato alla celebrazione della Santa Messa il delegato provinciale di Bari
Cav. Abbattista, l’Ispettore regionale per la Puglia
Oronzo Cassa, le Guardie d’Onore Caterino
Maurizio, Caterino Franco, De Robertis, Frisardi,
Pirronti, Losito, Sassi, Tullio, Bove, Direnzo,
Lobosco Nicola, Lobosco Raffaele.
CANADA - QUEBEC
Il 17 ottobre 2012, la Guardia d’Onore, Dr.
Riccardo Bonaccio, ci ha lasciato.
L’amico ed il collaboratore si confondono nell’immediata memoria: fui testimone, costernato ed
impotente della di lui sofferenza, da più d’un anno,
ormai.
Il Dr. Bonaccio possedeva le qualità che mi fanno
difetto.
Era un interlocutore attento, la cui curiosità storica
era un continuo sprone al dialogo informato.
Scopriva spesso gustosi codicilli storici, risultato
delle sue scorribande elettroniche: soggetto d’infinite discussioni, dissertazioni, congetture, critiche
analitiche ahimè sterili, tolta la ginnastica intellettuale, intorno alla successione delle varie congiunture storiche chiave, pietre miliari della progressione della nostra storia.
L’Istituto Nazionale per la Guardia d’Onore alle
Reali Tombe del Pantheon, la nostra delegazione,
perdono una componente rilevante della loro voce.
Io perdo non un amico, bensì l’Amico.
Andrea Maria Coda di San Grato
GUARDIA D’ONORE N. 1 - 2013
NUOVI ISCRITTI
NUMERO
COGNOME
E
NOME
GRADO MILITARE
22.613
22.614
22.615
22.616
22.617
GASPARI Ruggero Antonio
GIACALONE Roberto
PISTORIO Giovanni
PETITTA Rocco
SCARLATA Giuseppe Ascanio
22.618
22.619
Caporal Maggiore
22.626
IRRERA Riccardo
TURIANO MANTICA Alessandro
DE NISI Alberto
DONAGGIO Rodeana
CUOMO Giuseppe
BIANCHI Paolo
BIANCHI Roberto
COSTANTINI ROJAS Igina
Mirella
MAFFEI Francesco Paolo
22.627
22.628
22.629
22.630
22.631
22.632
22.633
22.634
22.635
22.636
CEFALO Luca
CELLAI Pier Francesco
LONGOBARDI Pierfrancesco
DEMARCO Vincenzo
GIOVINAZZO Giuseppe
YE Zhonghe
LEONE Biagio
EMILI Marco
DRAGONETTI Stefano
LA FARCIOLA Francesco
Carabiniere scelto
Maresciallo
Capo di 1^ classe
Aviere
Marinaio
22.637
22.638
ZAGARIA Luciano
NIRO Carlo
22.639
22.640
22.641
22.642
22.643
22.644
22.645
22.646
22.647
CANALI Giovanna
PISÀ Maria Antonietta
LAZZERI Mauro
VITIELLO Roberto
INGROSSO Ivana
PASSERA BARONI Enrica
ALLOGGIO Francesco
TALARICO Luca
TARDITI Edoardo
22.648
22.649
22.650
22.651
22.652
PISANO Ciro
MARCHI Mirco
FERRO Odilo
NALON Giuliano
ALESSI Antonio
22.653
22.654
GUERRIERO Egidio
RIPOLI Luca
22.620
22.621
22.622
22.623
22.624
22.625
GUARDIA D’ONORE N. 1 - 2013
Generale di divisione
Caporale
Caporal Maggiore
Appuntato scelto
Carabiniere scelto
Sergente
Sergente
Aviere
Secondo capo N. P.
S. Tenente dei Bers.
Maggiore di Cavalleria
Secondo capo N. P.
Caporale Maggiore
Carabiniere scelto
PROFESSIONE
Artigiano
Pensionato
Docente
Falegname
Funzionario Polizia Penitenz.
Portiere
Imprenditore
Impiegato professionale
Commerciante
Avvocato
Graduato dei Carabinieri
Studente
Aus. di missione diplomatica
Coordinatore infermieristico
Graduato dei Carabinieri
Sottufficiale dei Carabinieri
Sottufficiale di Marina
Ragioniere commercialista
Termoidraulico
Imprenditore
Graduato dei Carabinieri
Insegnante
Studente
Guardia Particolare Giurata
Impiegato
Funzionario tecnico LL.
PP.
Commerciante
Capitano superiore di L. C.
Pensionata
Insegnante
Pensionato
Medico veterinario
Direttore sanitario
Insegnante
Sottufficiale di Marina
Impiegato
Capitano di Lungo Corso
Guardia Particolare Giurata
Graduato dei Carabinieri
Avvocato
CITTÀ
NASC.
Creazzo (VI)
Padova
Padova
Sarnig (CANADA)
Enna
1957
1943
1948
1947
1972
San Michele (ME)
Santa Teresa Riva (ME)
1954
1977
Barletta (BT)
Chioggia (VE)
Eboli (SA)
Bagni di Lucca (LU)
Bagni di Lucca (LU)
Roma
1960
Barletta (BT)
1967
Benevento
Firenze
Nocera Inferiore (SA)
Bitetto (BA)
Varazze (SV)
Milano
Ciampino (RM)
Civitanova Marche (MC)
Potenza
San Vito (CH)
1981
1976
1972
1962
1977
1970
1983
1965
1992
1984
Barletta (BT)
Parma
1962
1957
Parma
Livorno
Livorno
Marina di Campo (LI)
Parma
Parma
Parma
Mantova
Parma
1976
1962
1989
1943
1959
1939
1978
1943
Massa (MS)
Marina di Carrara (MS)
Rosolina (RO)
Palvello di Strà (VE)
Nus (AO)
1962
1974
1950
1954
1957
Seregno (MB)
Roma
1977
1978
57
22.655
GARIBALDI-HIBBERT Francis
Consulente
Montreux (SVIZZERA)
1956
22.656
PATELLI Federico
22.657
PRANDI Alessandro
Primo Caporal Magg.
Graduato dell'Esercito
Albisola Superiore (SV)
1983
Fante
Assistente C. F. S.
Ceva (CN)
1974
22.658
NANNIPIERI della GIUNCAINA
A.
Funzionario di banca
Livorno
1957
22.659
POZZATO Marilena
Parrucchiera
Rosolina (RO)
1953
22.660
GILIBERTO Mauro
Pensionato
Rosolina (RO)
1945
22.661
BADINI Roberto
Sindaco
Villarboit (VC)
1984
22.662
MORFEA Elena Rita
Cantante lirica
Milano
22.663
CASTELLO Alfonso
Appuntato scelto
Graduato dei Carabinieri
Pompei (NA)
1973
22.664
SCALA Antonio
Carabiniere scelto
Graduato dei Carabinieri
Napoli
1975
22.665
DEL GROSSO Michele
Paracadutista
Imprenditore
Colle Sannita (BN)
1974
22.666
ALEBARDI Claudio
Imprenditore - consulente
Bergamo
1957
22.667
ALEBARDI Luca Isacco Damiano
Imprenditore agricolo
Bergamo
1992
22.668
MONCALIERI MORANDI
Mariarosa
22.669
PALUMBO Williams Enzo
Graduato dei Carabinieri
Lucera (FG)
1979
22.670
COSTANZO Luciano Ulderico
Medico
Catania
1953
22.671
ALGERI Alessandro
Maresciallo
Sottufficiale dei Carabinieri Grosseto
1975
22.672
LIBRANTE Alessandro
Capitano dei Granatieri
Ufficiale dell'Esercito
Fregene (RM)
1969
22.673
PIGA Gian Franco
Imprenditore
Cagliari
1959
22.674
DURANTE Giuseppe
Ispettore P. S.
Barletta (BT)
1956
22.675
CUCINELLI Benedetto
Imprenditore
Corsano (LE)
1977
22.676
LOBASCIO Giuseppe
Sacerdote
Corato (BT)
1969
22.677
CONTI Nicoletta
Artista
Forlì (FC)
22.678
ANGIOLONI Roberto
Artigiano
Orbetello (GR)
1962
22.679
CHAQUÉS RAMÓN Claudio
Imprenditore
Puzol (SPAGNA)
1960
22.680
MANFRINATO Vittorio
Pensionato
Adria (RO)
1945
22.681
MARON Graziano
Geonetra
Concadirame (RO)
1952
22.682
GIALAIN Lino
Caporale
Artigiano
Pozzonovo (PD)
1944
22.683
BASTIANELLI Silvano
Sergente M. M.
Impiegato P. C. M.
Roma
1956
22.684
NARDELLA Gianluca
Sergente
Sottufficiale dell'Esercito
Roma
1978
22.685
PANICHI Giovanni
Impiegato
Alba Adriatica (TE)
1965
22.686
BASCIANO William
Ten. Col. del Genio
Ufficiale dell'Esercito
Pescara
1953
22.687
BIASIELLO Nicandro
Carabiniere
Pensionato
Venafro (IS)
1944
22.688
PELUZZI Davide
Imprenditore
Montorio al Vomano (TE)
1968
22.689
PASSARELLI Monia
Artigiana decoratrice
Pescara
1970
22.690
BERTINOTTI Andrea Boezio
Funzionario
Milano
1974
22.691
BALLARATI Anna Maria
Artista
Roma
22.692
PERELLA Luigi
Pensionato
Verona
1946
22.693
DE BELLIS Michele
Avvocato
Rovigo
1979
22.694
VALENTINI Remo
Commerciante
Santa Maria Maddalena (RO)
1947
22.695
SANTACESARIA di BARALE
Adriano Maria
Funzionario carriera
diplom.
Roma
1951
22.696
MONNI Luciano
Imprenditore
Aprilia (LT)
1969
22.697
GONZALEZ Salvatore
Sommozzatore
Gaeta (LT)
1974
58
Brig. capo G. d. F.
Carabiniere scelto
Soldato
Sergente dei lagunari
GUARDIA D’ONORE N. 1 - 2013
OGGETTISTICA
Foulard
Cravatta
Sciarpa
Cravatta
Marinella
Cravatta
Marinella
€ 20,00
€ 30,00
€ 30,00
€ 30,00
€ 100,00
€ 100,00
Distintivo
G. d’O. Scelta
Distintivo
Ispettore
Distintivo G. d’O.
Scelta Ispettore
Distintivo
G. d’O.
Medaglia al Merito
di Servizio grande
Medaglia al Merito
di Servizio piccola
€ 20,00
€ 20,00
€ 20,00
€ 10,00
€ 50,00
€ 30,00
Barrette
di riconferma perla
Medaglia al Merito di
Servizio piccola
Fregio in
materiale plastico
Calendario 2013
Calendario 2012
€ 20,00
€ 5,00
€ 10,00
Fascia da Braccio
Centenario morte
V.E. II
€ 20,00
€ 10,00
DISTINTIVI COMMEMORATIVI
Trentennale
Quarantennale
Quarantennale
morte R.E.
morte V.E. III
morte V.E. III
€ 30,00
€ 30,00
Bandiera
(in poliestere)
€ 20,00
Crest
Targa
€ 35,00
€ 20,00
Scudetto di stoffa
Medaglia Regina
Elena
€ 30,00
€ 10,00
€ 20,00
Fregio da basco
CD AUDIO
"Alle radici
della millenaria
Casa Savoia"
Libro
Adesivo tricolore
Distintivo Ispettore
riconfermato
(più di una conferma)
€ 2,00
€ 20,00
€ 15,00
€ 10,00
€ 30,00
Sotto ciascun oggetto sono indicate le offerte minime per la cessione dei gadget sopraelencati.
La cessione può essere effettuata soltanto ai soci. Gli oggetti sono disponibili presso l'Istituto; in caso di spedizione occorrerà
aggiungere € 5 per le spese postali. Per verificare l’effettiva disponibilità dei singoli articoli, consultare la sezione “Oggettistica”
del nostro sito internet www.guardiadonorealpantheon.it
GUARDIA D’ONORE N. 1 - 2013
59
60
GUARDIA D’ONORE N. 1 - 2013