L`eroina "fa bene alla salute": le Forze di Occupazione

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L`eroina "fa bene alla salute": le Forze di Occupazione
L’eroina "fa bene alla salute": le Forze
sostengono il traffico di narcotici afghano.
di
Occupazione
Guadagni multimiliardari per il crimine organizzato e gli istituti
finanziari occidentali.
del Prof. Michel Chossudovsky
(Traduzione per il sito www.ildialogo.org di Simona Casadei)
Global Research, 29 Aprile 2007 (http://www.globalresearch.ca)
Le forze di occupazione in Afghanistan sostengono il traffico di droga con un guadagno che
va dai 120 ai 194 miliardi di dollari per il crimine organizzato, le agenzie di intelligence e
le istituzioni finanziarie.
Gli incassi di questo lucrosissimo contrabbando da miliardi di dollari sono depositati nelle
banche occidentali. Quasi la totalità dei redditi maturati, degli interessi delle aziende e
delle associazioni criminali sono situati al di fuori dell’Afghanistan.
Il traffico di droga “Golden Crescent”, iniziato dalla Cia agli inizi degli anni ’80, continua ad
essere protetto dall’intelligence americana, con la complicità delle forze d’occupazione
Nato e delle forze armate britanniche. Negli ultimi tempi, le forze di occupazione inglesi
hanno promosso la coltivazione dell’oppio attraverso pubblicità via radio a pagamento.
Un messaggio via radio trasmesso nella provincia assicura i coltivatori che la Forza di
Assistenza alla Sicurezza Internazionale (ISAF) guidata dalla Nato, non interferirà con la
coltivazione dei papaveri da oppio.
"Rispettabili cittadini di Helmand, I soldati dell’ISAF e dell’ANA non distruggeranno i vostri
campi di papaveri”, annuncia il messaggio. "Sanno che molti afghani non hanno altra
scelta. ISAF e ANA non vogliono impedire alla gente di guadagnarsi da vivere”( Riportato
in The Guardian, 27 April 2007)
Se il controverso annuncio pubblicitario è stato liquidato come uno “sfortunato errore”,
esistono altri fatti che indicano che la coltivazione di oppio è promossa a livello politico
(incluso il governo britannico di Tony Blair).
Il Consiglio Senlis, un gruppo di esperti internazionale specializzati in temi di sicurezza e
politica ha promosso lo sviluppo di un’esportazione legale di oppio dall’Afghanistan per far
fronte alla produzione di analgesici ad uso farmaceutico come la morfina e la codeina.
Secondo il Consiglio Senlis, “dell’oppio c’è bisogno e se debitamente legalizzato, può
trasformarsi in una fonte di sostentamento regolare per i contadini poveri e allo stesso
tempo sottrarre ai narcotrafficanti e ai talebani la maggior parte delle loro entrate.” (John
Polanyi, Globe and Mail, 23 September 2006)
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IL Consiglio Senlis propone un’alternativa in cui “la produzione legale d’oppio in
Afghanistan servirebbe per la produzione di analgesici. Ciò che non fa, invece, è
richiamarsi alle strutture già esistenti di esportazione di oppiacei, che è caratterizzata da
sovrapproduzione.
La campagna Senlis fa parte della campagna di propaganda. Ha contribuito a formare la
falsa legittimazione che esiste sull’economia dell’oppio in Afghanistan (vedi i dettagli sul
Senlis
Project),
mascherando
i
potenti
interessi
che
vi
sono
legati.
Quanto oppio si deve produrre per il fabbisogno delle case farmaceutiche? Secondo il
Centro di Controllo Narcotici (INCB), che ha il compito di esaminare i documenti relativi al
rifornimento di oppiacei per scopi medici, “il rifornimento di questi oppiacei è da anni in
eccesso rispetto alla domanda globale” (Asian Times, February 2006). L’INCB ha
raccomandato la riduzione della produzione di oppiacei a causa della sovrapproduzione.
In questo momento, l’India è la maggiore esportatrice di oppio legale e fornisce circa il
50% di vendite legali alle compagnie farmaceutiche che si occupano della produzione di
analgesici. Anche la Turchia è una grande esportatrice.
Il lattice d’oppio indiano è “ venduto a industrie chimiche e farmaceutiche come
Mallinckrodt e Johnson & Johnson, con regole stabilite dalla Commissione UN Droghe e
Narcotici e dal Centro di Controllo Narcotici Internazionale, che richiede una lunga
documentazione." (Oppio in India)
L’aera assegnata per la coltivazione legale di oppio in India è di circa 11,000 ettari, una
cifra modesta che suggerisce che l’intera domanda globale ne richiede circa 22,000.
L’oppio per l’uso dell’industria farmaceutica non scarseggia, la domanda è già largamente
soddisfatta.
L’aumento della produzione d’oppio afghano
Le nazioni unite hanno “annunciato” un aumento della coltivazione d’oppio in Afghanistan.
Nel 2006 c’è stato un aumento del 59% delle aree destinate alla coltivazione e si stima
che la produzione sia aumentata del 49% dal 2005.
I media occidentali denunciano in coro i talebani e i signori della guerra afghani e gli
ufficiali (occidentali) credono che “il traffico sia controllato da 25 contrabbandieri di cui tre
farebbero parte dei ministri del governo. " (Guardian, op. cit).
Ma, per una strana ironia della sorte, la presenza dei soldati americani sembra aver
restaurato piuttosto che eliminato il traffico di stupefacenti. La produzione di oppio è
aumentata da 33 a 185 tonnellate nel 2001, sotto il governo talebano e fino alle 6100
tonnellate nel 2006.
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Quello che i media evitano di far sapere è che nel 2000-2001 il governo talebano faceva
pare di un programma (che ebbe successo) per l’eliminazione della coltivazione dell’oppio
con il sostegno e la collaborazione dell’UN.
Iniziato nel 2000-2001, il programma talebano di eliminazione delle coltivazioni aveva
portato ad una riduzione del 94% della produzione che era scesa a 185 tonnellate. Subito
dopo l’invasione statunitense nell’ottobre del 2001, la produzione è cresciuta
vertiginosamente ritornando ai livelli storici.
L’ufficio dell’UN Droghe e Crimine di Vienna stima che nel 2006 i raccolti saranno/sono
stati circa di 6100 tonnellate, 33 volte il livello di produzione del 2001 sotto il governo
talebano (3200% d’aumento in 5 anni).
La coltivazione nel 2006 ha raggiunto il record di 165 mila ettari confrontati con i 104 mila
del 2005 e i 7600 del 2001 sotto i talebani.
Un commercio da miliardi di dollari
Secondo l’UN, l’ Afghanistan fornisce circa il 92% dell’oppio a livello mondiale utilizzato per
produrre eroina.
L’UN stima che per il 2006, il contributo del traffico di droga all’economia afghana sia di
circa 2.7 miliardi di dollari. Ciò che non viene detto è che più del 95% di questo guadagno
finisce nelle tasche delle organizzazioni criminali e degli istituti finanziari; solo una piccola
percentuale viene data ai coltivatori e ai commercianti del paese di produzione.
(Vedi anche UNODC, The Opium Economy in Afghanistan,
http://www.unodc.org/pdf/publications/afg_opium_economy_www.pdf , Vienna, 2003, p. 7-8)
"L’eroina afghana si vende nel mercato internazionale ad un prezzo 100 volte più alto di
quello che I coltivatori ottengono per l’oppio coltivato".(US State Department citato da The
Voice of America (VOA), 27 February 2004).
I guadagni provenienti dalla vendita di oppio afghano, basati sul prezzo all’ingrosso e al
dettaglio del mercato occidentale, sono enormi; nel luglio del 2006, il prezzo di un
grammo di eroina nelle strade inglesi era di 54£ (108$).
Le droghe sulle strade dell’Europa Occidentale
Un chilo di oppio produce circa 100 grammi di eroina (pura). 6100 tonnellate di oppio
producono circa 1220 tonnellate di eroina (pura al 50%).
Il tasso di purezza dell’eroina al dettaglio può variare: in media è del 36%. In Inghilterra è
raro che superi il 50%, mentre negli Stati Uniti può arrivare al 50-60%.
Sulla base dei prezzi del mercato britannico, presumendo una purezza del 50%, il
guadagno totale del traffico dell’eroina afghana sarebbe di circa 124,4 miliardi di dollari.
Supponendo invece una purezza del 36% alla media del prezzo britannico, il guadagno
arriva a 194,4 milioni di dollari.
Sebbene questi dati non costituiscano una valutazione esatta, aiutano comunque a
illustrare il traffico multimiliardario che si svolge fuori dall’Afghanistan. Sulla base dl primo
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dato, che propone una stima cauta il valore della vendita di eroina una volta che
raggiungono il mercato europeo, superano i 120 miliardi di dollari.
(Vedi anche le nostre stime in dettaglio per l’anno 2003 in The Spoils of War:
Afghanistan's Multibillion Dollar Heroin Trade, di Michel Chossudovsky, UNODC valuta, per
l’anno 2004, il prezzo medio al dettaglio per un grammo di eroina di 157 $ (basato su un
tasso di purezza media).
Droghe: seconde solo al commercio di armi e petrolio
Le successive stime sono coerenti con le dichiarazioni dell’UN riguardanti la portata e il
raggio del traffico internazionale di stupefacenti.
Il commercio afghano degli oppiacei ( 92% della produzione mondiale) costituisce una
grossa fetta del turnover annuale di narcotici, stimato dall’UN del valore di 400-500
miliardi di dollari.
(Douglas Keh, Drug Money in a Changing World, Technical document No. 4, 1998, Vienna
UNDCP, p. 4. Vedi anche United Nations Drug Control Program, Report of the International
Narcotics Control Board for 1999, E/INCB/1999/1 United Nations, Vienna 1999, p. 49-51, e
Richard Lapper, UN Fears Growth of Heroin Trade, Financial Times, 24 February 2000).
Basandosi sui dati del 2003, il traffico di stupefacenti costituisce la terza risorsa a livello
mondiale in termini di guadagno, dopo il petrolio e le armi (The Independent, 29 febbraio
2004).
L’ Afghanistan e la Colombia (insieme alla Bolivia e al Peru) costituiscono le maggiori
economie mondiali nella produzione di stupefacenti che alimentano un’economia criminale
fiorente. Questi paesi sono caratterizzati da governi fortemente militarizzati, il traffico di
droga è protetto. Esiste un’ampia documentazione sul ruolo centrale della CIA nello
sviluppo dei cosiddetti “triangoli della droga” sia in America Latina sia in Asia.
L’ IMF stima che il guadagno globale sia tra i 590 miliardi di dollari e 1,5 triliardi di dollari
l’anno, che rappresentano il 2,5% del prodotto interno lordo mondiale.
Una grossa fetta del riciclaggio di denaro sporco mondiale, calcolato dall’IMF, è collegato
al commercio di narcotici, un terzo del quale è legato al triangolo Golden Crescent.
Michel Chossudovsky contribuisce spesso al Global Research. Global Research Articles di
Michel Chossudovsky
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