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UNIONE COMUNI GARFAGNANA
UFFICIO POLIZIA LOCALE
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“AIUTO C’E’ LA MACCHINETTA”
Autovelox, tutti i segreti dell'incubo degli automobilisti
Nel lessico popolare la “macchinetta” individua lo
strumento di rilevazione della velocità più conosciuto
come
autovelox.
Ma
davvero
colpisce
indiscriminatamente? La Polizia Locale – Unione
Comuni Garfagnana dà informazioni che spiegano
come funziona questa apparecchiatura.
Cominciamo con le leggende stradali da sfatare
L’Autovelox può sbagliare rilevando la velocità
del veicolo A ma fotografare il veicolo B che
viaggia molto vicino rispettando i limiti?
No.
Il sistema di puntamento laser di cui è dotato, una volta individuato il veicolo che sopraggiunge a velocità
superiore al limite, lo collima, quindi lo segue fino allo scatto della fotocamera, che riprende il veicolo appunto
da dietro. Soltanto “ coprendosi” dietro un altro veicolo molto lungo – per esempio un Tir o un autobus – si
potrebbe eludere il sistema.
È vero che passando molto vicini a una postazione fissa Autovelox, quasi sfiorandola, si
evita di essere intercettati?
No.
Il fatto che l’apparecchio catturi il veicolo attraverso il rilevamento laser rende inutile quella manovra, molto
pericolosa. Inoltre, le macchine fotografiche digitali e non utilizzate, sono equipaggiate con ottiche che
permettono di allargare l’angolo di campo visivo.
L’Autovelox può essere scoperto in anticipo mediante uno strumento tipo anti radar?
No.
Il raggio laser è un fascio di luce che è concentrato in un spazio ridottissimo mediante numerosi specchi o
pareti che possono riflettere la luce e la possono incanalare verso una data direzione. Non emette onde
termiche né sonore, e neppure genera campi elettromagnetici. Non può quindi essere individuato se non da
specifici sensori. Inoltre i raggi laser dell’Autovelox che rilevano l’infrazione sono diretti perpendicolarmente
alla strada. Anche se individuati, sarebbe comunque troppo tardi.
È vero che spruzzando sulla targa posteriore una vernice a effetto brillante, tale da generare un
riflesso, si impedisce alla fotocamera di riprenderla?
No.
L’Autovelox è equipaggiato di dispositivi e di accorgimenti messi a punto dalla stessa Sodi Scientifica, che lo
costruisce, per evitare il rifrangimento di sorgenti luminose sulla targa.
E' vero che appendendo dei comuni CD sul parabrezza si disturberebbe il raggio laser?
No.
Il CD disturberebbe eventualmente un fascio laser indirizzato verso il veicolo, e non lateralmente come
avviene per l’Autovelox. L’espediente è comunque inutile anche contro le “pistole” Telelaser, che rilevano la
velocità con puntamento frontale o posteriore.
Sulla controversa questione della taratura, che potrebbe incidere sulla correttezza del rilevamento, c’è chi
sostiene che sia necessaria e chi invece no, come la Cassazione. Noi della Polizia Locale, comunque,
effettuiamo periodicamente la taratura dell’apparecchio, nei centri SIT accreditati, come avviene per altri
strumenti elettronici di rilevamento, per evitare poi contestazioni imputabili alla precisione della misurazione.
FUNZIONAMENTO DELL’AUTOVELOX
Su come funziona l’Autovelox (nome
commerciale del misuratore prodotto dalla
Sodi Scientifica), prendiamo in esame la Fig.1:
La velocità viene rilevata nel passaggio del
veicolo fra la prima e la seconda fotocellula; lo
strumento effettua una doppia misurazione di
velocità, confrontando la velocità rilevata
mentre il veicolo interrompe i raggi laser
(velocità in entrata) con quella rilevata mentre il veicolo li libera (velocità in uscita); se non c’è corrispondenza
fra i due rilevamenti l’apparecchio scarta la lettura. In altri termini se la velocità in ingresso è uguale a quella
in uscita la misurazione è accettata altrimenti se quest’ultima è diversa la misurazione è annullata.
Nella Fig.2 il veicolo B è in fase di sorpasso del veicolo A.
Nella prima lettura è il veicolo A che
interrompe i raggi (velocità in entrata)
mentre la seconda lettura è il veicolo B a
liberare i raggi (velocità in uscita); poiché le
letture sono diverse la misurazione è
annullata. Da porre in evidenza che
l’apparecchio permette il rilevamento in un
solo senso di marcia e scarta le misurazioni
che
fossero
disturbate
da
veicoli
provenienti dall’altro senso di marcia.
Vediamo alcune contromisure
adottate
per
sfuggire
all’autovelox:
Il buon senso e il rispetto dei
limiti
imposti
dalla
legge
dovrebbero bastare per mettere al
riparo dalle multe, nel senso che
viaggiando sempre a velocità
codice, giocoforza non si rischia
nulla. È pur vero, ed è cronaca,
che gli automobilisti, in certi casi,
siano vittime di vere e proprie
imboscate, con gli Autovelox
piazzati su stradoni a tre corsie
oppure al riparo di cassonetti o
mimetizzati con auto civetta. Le modalità di rilevamento, spesso, non sono scelta degli operatori e la
normativa in questo senso ha dato indicazioni e direttive che impongono che i rilevatori siano
“adeguatamente segnalati e ben visibili” e che di norma le infrazioni vanno contestate al momento, salvo i
casi consentiti dal codice, che devono essere esplicativi nel successivo verbale. Detto questo, di soluzioni,
più o meno valide, per mettersi al riparo dai rilevatori di velocità, e soprattutto per ricordarsi di adeguare la
propria velocità alla strada che si sta percorrendo, ne esistono parecchie. Ve ne spieghiamo tre differenti,
dalla più economica alla più costosa.
Navigatore satellitare
L’olandese TomTom, leader dei satellitari portatili, è stata la prima a proporre le segnalazioni sugli Autovelox.
Abbonandosi è possibile scaricare un elenco aggiornato settimanalmente di tutte le postazioni fisse e mobili
in Italia, di recente comprensivo anche dei tratti sorvegliati da Tutor. Funziona esattamente come qualsiasi
altro punto d’interesse di un satellitare, ristorante, stazione di servizio o albergo che sia: la cartografia viene
aggiornata con le esatte coordinate GPS di tutti i rilevatori di velocità presenti sul territorio. Questi vengono
segnalati parecchie centinaia di metri prima dal navigatore attraverso avvisi sonori e visivi sulla mappa
stessa, indicando anche il limite di velocità vigente sul tratto che state percorrendo. Non solo TomTom
dispone di questa funzione; quasi tutti i satellitari in commercio prevedono la cartografia comprensiva di
autovelox.
Mini Coyote
Si tratta di un dispositivo che, al pari dei satellitari con funzione Autovelox, segnala la presenza di postazioni
fisse e mobili e di tratti soggetti al Tutor. Questo grazie alla presenza di un modulo GPS che rileva la
posizione dei rilevatori (stesso principio dei punti d’interesse dei navigatori), ma anche di una SIM GSM, la
stessa che usiamo nei telefonini. Quest’ultima assolve la seguente funzione: l’utente di un Mini Coyote che
incappa in una nuova postazione, fissa o mobile che sia, premendo un tasto registra il luogo esatto in cui l’ha
trovata e la scheda GSM invia a tutti gli altri Mini Coyote l’informazione. In tal modo, ogni utente di questo
dispositivo può beneficiare, ogni volta che lo accende, di un database di Autovelox aggiornato, che ogni
giorno cresce grazie al contributo della comunità. Una bella idea, che però è vincolata al numero di utenti che
usano il dispositivo (meno sono, meno crescerà il database) ed è pure piuttosto dispendiosa: il mini Coyote
costa da 200 a 300 €, come un ottimo satellitare, e dopo i primi tre mesi gratuiti occorre sottoscrivere un
abbonamento.
Stinger DSI
Quest’ultimo oggetto che vi segnaliamo è il più costoso, da € 1200 in su, ma certamente il più efficace di tutti.
L’enorme differenza di questo prodotto hi-tech che progetta e costruisce interamente l’azienda olandese
Stinger è che gli Autovelox, le pistole laser o i radar vengono avvistati per davvero, e non sulla base di
coordinate GPS come le soluzioni sopracitate che non danno la certezza che le postazioni ci siano
realmente.
Il DSI nasconde al suo interno un’antenna battezzata Spectrum Analyzer che sfrutta la stessa tecnologia
“stealth” dei caccia militari F16. Questa antenna rileva appunto, a grande distanza, la presenza effettiva di
radar e pistole laser.
Ed è persino capace di rendere alcuni di questi dispositivi inefficaci. In caso di pistole laser, che vengono
rilevate dal DSI a tre chilometri di distanza dall’auto, lo Stinger produce un “laser jamming”, che è una tecnica
di guerra elettronica vera e propria: in pratica viene emesso un segnale di disturbo che fa sì che la pistola
laser non possa più rilevare la velocità del veicolo, poiché afflitta da un segnale d’errore. Se invece incappate
in un Autovelox, anche in questo caso la tecnologia è fantascientifica ed è battezzata “ laser shield”.Lo
Stinger DSI prevede puntatori laser installati sulla vettura: si montano mimetizzati fra i sensori di parcheggio
e agli angoli del porta targa anteriore. Quando transitate davanti all’Autovelox, questi raggi laser creano una
sorta di “scudo” in modo tale che il velox non possa rilevare la vostra velocità. Ovviamente sia nel caso di
radar, sia di Autovelox, verrete avvertiti con avvisi sonori e testuali sul display dello Stinger, Il quale vi dice
anche se state viaggiando in regime di Tutor, indicandovi quanti chilometri dura il tratto sorvegliato e a che
velocità media vi state muovendo. Ma non può dire se il Tutor è attivo o meno. La domanda più ovvia è se
questo sistema sia legale o meno. In Italia è concesso commercializzarlo, acquistarlo e usarlo come
computer di bordo (ha un sacco di funzioni,può essere usato come data logger per auto aziendali). È però
illegale usarlo come rilevatore di Autovelox.
In conclusione bisogna ricordare che la tecnologia aiuta, ma la certezza dell’efficacia di questi dispositivi non
è al 100%, e che spendere denaro per comperare apparecchi che servono e non servono, non porta alcun
beneficio; invece l’osservanza delle norme del C.d.S. è sicura ed è gratis.
OCCHIO QUINDI AL TACHIMETRO DELLA VETTURA, specie nei centri abitati, dove secondo le statistiche
avviene la maggior parte degli incidenti imputabili alla velocità eccessiva, ed un consiglio:quando una
persona che guida prende troppa confidenza con il veicolo è il momento che può succedere un incidente,
quindi sempre attenzione a tutto quello che si è imparato alla scuola guida; allora cintura allacciata e via…..!
A cura Ass.te Sc. Stefano Bertoli – Polizia Locale, Unione Comuni Garfagnana