L`Italicum, Grillo, Salvini e il cavallo di Troia di Pluto

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L`Italicum, Grillo, Salvini e il cavallo di Troia di Pluto
L'Italicum, Grillo, Salvini
e il cavallo di Troia di Pluto
di Roberto D'Alimonte
omenica scorsa sul Sole
24 Ore Luca Ricolfi ha
sollevato il dubbio che l'Italicum possa produrre esiti «irrazionali». L'esempio fatto è
quello di una possibile vittoria di Grillo alle prossime elezioni. La suatesi è molto semplice: se al ballottaggio la
scelta fosse tra Renzi e Pluto,
cioè il Grillo di Ricolfi, potrebbe vincere Pluto perché
una quota sostanziosa di elettori di Berlusconi preferirebbero votare Pluto invece di
Topolino, cioè Renzi.
La questione è importante e
merita un approfondimento. L'esito che Ricolfi paventa si è effettivamente
materializzato. A Parma nel
2012 e a Livorno nel 2014 nella corsa a sindaco è andata
proprio così.
Pluto non può vincere,
lo dicono anche i sondaggi
I ti
mori d i e siti irraz io nal i so n o s m entiti dai d ati
di Roberto D'Alimonte
1 ballottaggio i candidati del Pd,
che erano intesta al primo turno,
sono stati sconfitti dal candidato
del M5s. Pizzarotti a Parma e Nogarin a Livorno sono diventati sindaci grazie ai voti di molti elettori di Forza Italia e
non solo. Ipotizzare però che questo scenario possa ripetersi a livello nazionale è azzardato per tre motivi.
Il primo è che Pizzarotti e Nogarin erano
due candidati veri. Grillo no. La sfida RenziGrillo non ci sarà. Potrebbe esserci quella
tra Renzi e una controfigura di Grillo. Ma
chi? Renzi poi non è un candidato «qualsiasi» correlo erano gli avversaridiPizzarotti e
di Nogarin. Insomma con questo sistema
contano i candidati: vincono i buoni candidati, non Pluto. Certo, ragionando per ipotesi astratte si può anche immaginare che da
oggi al giorno delle elezioni la popolarità del
premier sia diminuita talmente da rendere
competitivo anche un candidato qualunque. Ma in questo caso non sarà il sistema
elettorale il fattore cui addebitare la eventuale sconfitta di Renzi.
Il secondo motivo riguarda la distribuzione delle preferenze degli elettori. Nel
sondaggio Cise-Sole24ore del novembre
2014 è stato chiesto agli intervistati di indicare su una scala da o a 1o la probabilità di
votare in un futuro indeterminato per ivari
partiti presenti sulla nostra scena politica.
Questo indicatore, molto utilizzato negli
studi elettorali in Europa con la sigla PTV,
misura la «propensione al voto». I partiti
che ottengono un punteggio da o a 4 sono
considerati partiti che gli elettori non prendono in considerazione come possibili destinatari del loro voto. Solo i partiti con un
punteggio da 6 a 1o sono classificati come
possibili alternative di voto.
Come si vede nella tabella in pagina
questi dati ci dicono che all'interno del-
Le intenzioni di (secondo) voto
Dati in %
Nel bacino elettorale
di Forza Italia
Nel bacino elettorale
della Lega
20,4
23,8
Ptv > 5 per il M5S
20
Ptv>5perìiPd
36
32
Nota: per `Ptv" si intende la propensione a', voto
per un partito in una scala da 0 a 10.
Fonte: sondaggio Cise-So',e 24 Ore Novembre 2014
(N= 1035)
Nell'elettorato potenziale di FI
il 20% sarebbe propenso a votare
per il M5S contro il 36% che
invece prende in considerazione
di votare Partito democratico
.........................................................................................................
l'elettorato potenziale di Forza Italia il
20% sarebbe propenso avotare per il 115s
contro il 36011 che invece prende in considerazione di votare Pd. Nel caso invece
della Lega Nord il 23% del potenziale elettorato leghista si dichiara disposto avotare il M5s mentre il 32% il Pd. In sintesi, sono molti di più gli elettori potenziali di
Forza Italia, e addirittura della Lega Nord,
che prendono in considerazione l'idea di
votare Pd che quelli propensi a votare
Mss. Insomma il bacino del Pd di Renzi è
più largo di quello del M5s per cui non si
vede proprio come l'ipotesi di Ricolfi si
possa materializzare in condizioni normali. In altre parole, dato questo quadro,
non è affatto probabile che al ballottaggio
il candidato del M5s possa raccogliere
tanti voti da Forza Italia e Lega Nord da
poterribaltare ilrisultato delprimo turno.
A ulteriore conferma di ciò, aggiungiamo
un altro dato. A livello dell'intero campione risulta cheper il 70-% degli intervistati è
poco probabile un voto per il M5s contro il
47% che dichiara la stessa cosa per il Pd.
Il terzo motivo che rende improbabile
l'avverarsi dell'ipotesi diRicolfi è di natura
istituzionale. Facciamo un esempio. Supponiamo che i1Pd diRenziprenda i135% dei
voti al primo turno contro il 2o% del secondo arrivato, il candidato del M5s. Se, grazie
ai voti di Forza Italia e della Lega Nord il
M5s vincesse, sia Forza Italia che la Lega
Nord otterrebbero meno seggi di quanti
potrebbe avere nel caso in cui vincesse
Renzi. Infatti al M5s andrebbero 340 seggi e
i restanti 277 sarebbero divisi tra iperdenti
uno dei quali - il Pd- con il 35% dei voti. Se
invece vincesse Renzi i 277 seggi destinati
ai perdenti verrebbero divisi con un M5s
con ileo%%o dei voti. In sintesi, in uno scenario del genere, a Forza Italia e Lega Nord
conviene che il M5s perda. Avrebbero più
seggi perché dovrebbero spartirli con un
partito che ha il 2o% dei voti e non con uno
che ne ha il 3591— Tutto ciò perché l'Italicum
prevede che i seggi destinati aiperdenti siano assegnati sulla base dei risultati ottenuti
al primo turno. In politica tutto è possibile.
Soprattutto di questi tempi caratterizzati
da una massa imponente di elettori spaesati e fluttuanti. Ma di una cosa siamo relativamente certi. L'Italicum non sarà il cavallo di Troia di Grillo o di Salvini.
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