articolo - Augustum Opus SIM

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articolo - Augustum Opus SIM
Codice cliente: 177051
CORRIER ECONOMIA
LUNEDÌ 6 FEBBRAIO 2012
19
PATRIMONI & FINANZA
Gli strumenti
Come investire
e risparmiare
Trend-2 La mappa delle emissioni non governative da tenere d’occhio. Le scelte dei gestori
Sfide Quando l’industria
fa concorrenza ai governi
Da Siemens a Terna, le emissioni più solide e più generose
DI MARCO SABELLA
L’
ombrello dei corporate bond per affrontare le turbolenze
dei mercati obbligazionari. Una soluzione che negli ultimi 12 mesi ha dato buoni
risultati e che, secondo i fund
manager , potrà continuare a
convincere anche nel 2012. I
numeri sono espliciti. Negli ultimi 12 mesi la performance dell’indice Iboxx euro non financial index , che calcola il rendimento delle obbligazioni societarie europee (escluso il settore
finanziario) è stato del 6,85%.
Confronti
E uno sguardo alla tabella,
elaborata per CorrierEconomia
dalla società indipendente di
gestione del risparmio Augustum Opus Sim, mostra che le
occasioni di investimento capaci di coniugare buona qualità
dell’emittente e rendimenti superiori a quelli dei titoli di Stato
di pari scadenza non sono
un’eccezione. Non in Italia e
neppure in Francia e Germania. Se, infatti, il rendimento
del Btp settembre 2016 è pari al
4,43%, il bond di quasi analoga
durata (sei mesi in meno) di Telecom Italia offre una cedola
del 5,26%. Mentre Finmeccanica Finance, per un’obbligazione con vita residua di due anni
superiore, remunera gli investitori con il 6,68%.
A Francoforte, dove il Bund
con scadenza quinquennale paga un modestissimo 0,53% ci si
può parzialmente consolare
con una emissione confrontabile lanciata da Bmw Finance,
ma che genera un rendimento
quasi triplo dell’1,86%.
È così anche in Francia, dove
a fronte del titolo governativo
rimborsabile nel luglio 2016 inchiodato all’1,77%, un’azienda
come Veolia Environment riesce a remunerare i propri obbligazionisti con un più decente
2,56%.
«I rendimenti delle obbligazioni societarie dei principali
paesi europei sono sostanzialmente allineati con le cedole
pagate dai titoli governativi degli stessi paesi in cui le società
emittenti hanno la loro sede
principale. È questo il motivo
per cui la nostra indicazione
agli investitori continua ad essere "play Italy", scommetti sull’Italia, visto che le generose cedole dei corporate bond nazionali sono in qualche modo correlate al rendimento dei titoli
di stato», afferma Antonio Mauceri, amministratore delegato
di Augustum Opus Sim, una società indipendente di gestione
del risparmio.
Tuttavia, al di là delle scelte
nazionali (o settoriali), è la categoria dei corporate bond nel
suo complesso che continua a
riscuotere l’interesse degli investitori professionali.
Premio
In una nota appena pubblicata, Etienne Gorgeon, responsabile dell’area reddito fisso e obbligazioni societarie del gruppo
francese Edmond De Rothschild IM, sostiene che «i corporate
bond, che nel 2011 hanno generato rendimenti superiori a
quelli di altre classi di investimento rischiose, come le azioni e le obbligazioni convertibili,
continueranno anche nel 2012
a offrire un profilo di rischio/rendimento superiore a
quello dei loro diretti concorrenti». Secondo Gorgeon, infatti, «le aziende non hanno di
fronte a sé particolari problemi
di rifinanziamento del debito e
di conseguenza non corrono rischi di default diversi dal consueto». E ancora, secondo gli
analisti di Edmond De Rothschild, gli investitori «risultano
automaticamente attratti dal generoso premio di rendimento
che i corporate bond riescono a
offrire, anche perché le nuove
emissioni non sono così numerose da mettere il mercato sotto
pressione».
«In realtà — ribatte Mauceri
— i premi di rendimento si sono ridotti notevolmente rispet-
to ai mesi scorsi e oscillano oggi tra lo 0,5% e l’1%, dove la parte alta della forchetta è un livello che solitamente viene raggiunto per le scadenze più lunghe». Per questa ragione, secondo lo strategist «è importante
avere una componente rilevante di corporate bond in portafoglio, ma bilanciata da una quota significativa di titoli governativi». In termini percentuali, secondo Augustum Opus Sim, la
componente di obbligazioni societarie in un portafoglio a reddito fisso potrebbe raggiungere
il 35-40% del totale, con una
quota di circa un terzo investita
nelle emissioni bancarie (vedi
articolo pagina a fianco).
Settori
Ma dopo il rally degli ultimi
mesi, secondo i gestori, diventa
importante fare scelte settoriali
forti. «Nell’area delle emissioni
investment grade — le più sicure — puntiamo sui titoli emessi
da aziende che appartengono
ai comparti meno ciclici dell’economia, con scadenza breve o medio-breve», sostiene
Etienne Gorgeon. Infatti, secondo il gestore, le emissioni che
appartengono ai comparti più
ciclici, come gli industriali o le
auto, «potrebbero affrontare periodi di turbolenza, se la congiuntura economica in Europa
dovesse deteriorarsi determinando un forte calo della domanda».
Parzialmente d’accordo con
questa impostazione, Antonio
Mauceri sottolinea che le emissioni di aziende come Siemens,
una conglomerata così diversificata da poter essere considerata una approssimazione del settore industriale tedesco, difficilmente subiranno i morsi della
crisi. E un rendimento dell’1,98% per un’obbligazione a 5
anni non è poi così male se confrontato con la cedola del bund
di pari scadenza (0,53%).
Le preferenze del gestore
vanno tuttavia alle emissioni
del comparto delle utilities
«perché i flussi di cassa delle
aziende sono prevedibili su un
lungo arco di tempo», conclude. E tra i nomi preferiti, oltre
ai bond lanciati da Enel e Terna
(5,27% per il titolo in scadenza
marzo 2021), il gestore ricorda
le emissioni della tedesca E.On.
Che sulla scadenza dei dieci anni offrono una cedola del
3,43%, l’ 1,5% in più rispetto al
mitico Bund decennale (1,8%).
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Risparmio gestito I conti in tasca alle casse comuni in vendita sul nostro mercato
Con il viaggio organizzato si spunta il 40%
Negli ultimi tre anni i fondi specializzati in emissioni dell’area euro hanno reso
in media il 16%, il doppio di quelli che investono soltanto in titoli di Stato
I
l viaggio organizzato
è una soluzione da
valutare seriamente
per chi voglia investire
parte dei suoi risparmi
in obbligazioni aziendali. Negli ultimi tre anni i
fondi comuni con la vocazione ad investire nelle emissioni societarie
di area euro hanno registrato una perfomance
media del 16,77%, pari a
circa il doppio di quella
messa a segno dai fondi
obbligazionari governativi euro a medio lungo
termine (8,61%), cioè a
quella dei prodotti che
puntano sui titoli di Stato dei paesi dell’Unione.
Hanno quindi saputo
difendersi dalla crisi che
ha profondamente destabilizzato i titoli pubblici e messo in discussione la solvibilità di
molti paesi ritenuti fino
a poco tempo fa poco o
per nulla rischiosi.
I fondi di cui stiamo
parlando (vedi piccola
classifica a fianco ) investono prevalentemente
in obbligazioni societarie con un rating investment grade , cioè non inferiore alla tripla B, che
è la barriera della
solvibilità e il rating della Repubblica italiana secondo i parametri dell’agenzia dopo la bocciatura di S&P.
I migliori della catego-
ria, hanno saputo realizzare rendimenti anche
superiori al 40% nei 36
mesi come nel caso di
Sparinvest-R investment grade value bonds
(91,33%), che fa capo all'
austriaca Erste Bank,
New Millennium Sicav-I
Augustum corporate
bond (50,31%), Julius Baer-B multibond credit
opportunities bond
fund (44,33%) di Swiss &
Global asset management, Invesco Euro Corporate Bond Fund
(42,21%) e Swip Mutual
Funds-J European corporate bond (40,52%)
della britannica Scottish
Widows.
Ma anche da inizio an-
no al 27 gennaio si sono
apprezzati del 3,29%,
cioè più dei fondi obbligazionari governativi euro a medio lungo termine (2,29%) e dell'indice
generale della categoria
(2,10%).
Un trend positivo che,
senza nuovi choc sui
mercati, dovrebbe proseguire anche nei prossimi mesi. In base a un recente studio di Muzinich Asset Management,
mentre il rendimento attuale dei bund tedeschi
con scadenza compresa
tra 7 e 10 anni si attesta
all'1,76% e quello degli
omologhi Gilt inglesi
all'1,58%, l'indice Emu
Corporate rating BBB
mostra un rendimento
medio del 6,1%. La tripla A, la massima sicurezza, paga oggi meno
dell’inflazione euro che
balla intorno al 3%.
La tripla B, cioè la sufficienza in affidabilità,
secondo i parametri del-
le agenzie di rating, vale
5 punti di rendimento ulteriori.
Ma c'è di più. In questo preciso momento
storico, al di là delle discusse pagelle di rating
compilate dalle agenzie
internazionali, i gestori
specializzati in obbligazioni societarie sono
propensi ad assumere
esposizione al rischio di
credito corporate perché molte aziende si trovano in buona salute finanziaria in quanto hanno già operato negli anni scorsi piani di risanamento e portato avanti
strategie di crescita.
Inoltre c'è la convinzione che le performance delle obbligazioni societarie siano abbastanza slegate da quelle dei
relativi titoli di Stato.
Per quanto riguarda l'Italia, molti gestori di questi fondi hanno nei loro
portafogli corporate
bond di aziende del nostro Paese quali, per
esempio, Eni, Enel, Generali, Intesa Sanpaolo,
Unicredit, Atlantia, Campari, Terna, Fiat, Telecom Italia, A2A.
FRANCESCA MONTI
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