I nuovi strumenti europei per l`efficienza energetica in edilizia

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I nuovi strumenti europei per l`efficienza energetica in edilizia
TITOLO
Corso di Formazione: “I nuovi
strumenti europei per l’efficienza
energetica in edilizia”
LUOGO E DATA
26 - 28 Giugno 2012
Delegazione ANCE presso UE, Avenue de la
Joyeuse 1, 4° piano, Bruxelles
ORGANIZZATORE
ANCE
RELAZIONE
L’Associazione Nazionale Costruttori Edili ha organizzato presso la sua delegazione UE a
Bruxelles un corso di formazione indirizzato alle Associazioni territoriali Ance, alle Imprese,
alle Amministrazioni pubbliche e alle Università.
Marcin Idczak, funzionario BEI, Divisione Energia Rinnovabile ed Efficienza Energetica, ha
spiegato gli strumenti che la BEI mette a disposizione per l’efficienza energetica in edilizia in
Italia e nel mondo, principalmente Elena e Jessica. Elena (European Local Energy Assistance)
è stata creata allo scopo di perseguire i tre target 20-20-20 e quindi gli obiettivi
prefissati da Europa 2020. E’, inoltre, un programma collegato al Patto dei Sindaci, i
finanziamenti sono elargiti dalla BEI e sono gestiti dalla DG Energia. Elena, poi, è indirizzata
soltanto ad Enti Pubblici dei Paesi membri, oppure per investimenti privati destinati a
pubbliche infrastrutture; l’importo minimo dei progetti finanziabili con Elena è di 50 milioni di
euro; i costi eleggibili sono copribili fino al 90% e si hanno a disposizione tre anni per
completare il progetto; il fattore minimo di leva è pari a 20 (da verificare al termine del
periodo di finanziamento). I progetti che superano i requisiti ricevono i finanziamenti in tre
tronconi, secondo una percentuale 30-30-40% della cifra stabilita. La procedura di
applicazione non ha tempistiche perché è continua; l’ing. Idczak ha fatto tuttavia capire che
“chi prima arriva, meglio alloggia”, nel senso che è consigliabile fare in fretta per arrivare
prima di altri che magari hanno proposte simili. I requisiti più importanti per aver successo nel
processo di selezione sono:
- formulare un Piano di Azione dell’Energia Sostenibile (PAES);
- forte impegno politico;
- maturità del progetto;
- obiettivi chiari;
- buona comprensione del tema;
- struttura di gestione e cooperazione del personale interessato;
- stima precisa delle esigenze tecniche e dei costi.
Dopo Elena, l’ing. Idczak ha spiegato il programma Jessica (Joint European Support for
Sustainable Investment in City Areas). Anche questo programma trae i suoi finanziamenti
dalla BEI, ma è sotto gestione della DG Regio ed ha come scopo principale quello di
supportare lo sviluppo urbano sostenibile. All’ex fondo perduto attualmente per i
finanziamenti si sostituisce la modalità prestito, per una percentuale del 50%, estendibile al
75% nel caso in cui rientrino delle ESCO (società di servizi energetici) e con un tasso molto
basso (circa l’1,75%). Questa tipologia di progetti viene selezionata più facilmente in quei
paesi che sono arretrati dal punto di vista di efficienza energetica, come quelli dell’Europa
dell’Est. Per questi casi, infatti, i progetti prevedono dei salti di qualità maggiori rispetto a
progetti inseriti in contesti energetici più moderni, ad esempio in Europa Centrale, per cui nel
processo di selezione otterranno punteggi migliori. Un programma proposto viene analizzato e
scorporato per individuare la parte concernente l’efficienza energetica; ad esempio un
programma di 80 milioni di euro ma con interventi di efficienza energetica valutati per un
importo pari a 25 milioni verrà finanziato con un importo di 40 milioni e non con 12,5. In Italia
sono in atto progetti Jessica nelle due regioni di Sardegna e Sicilia. Come esempio è stato
descritto il JHF (Jessica Holding Fund) in Lituania.
Il relatore successivo è stato il dott. Riccardo Barile, funzionario BXL – Europe asbl. La BXL
– Europe asbl è un’associazione internazionale senza scopo di lucro, con sede a Bruxelles,
formata da professionisti con esperienza pluriennale che offrono servizi nel campo della
progettazione europea, della formazione e mobilità e del lobbying. Il tema della sua
discussione è stato il “Patto di Sviluppo Locale III Fase – Patto dei Sindaci”. Si tratta di
un progetto che nasce dall’iniziativa europea del Patto dei Sindaci, dal quale riporta il nome e
che ha come scopi quelli di creare una guida strategica, supporto tecnico e finanziario al Patto
e di offrire a 71 giovani l’opportunità di 13 settimane di stage in Belgio, Spagna e Irlanda per
sviluppare le loro conoscenze e competenze in politica di energia locale. Il soggetto
proponente è l’Agenzia per l’Occupazione e lo Sviluppo dell’Area Nord Barese Ofantina che è
una Società Consortile a.r.l. con partecipazione a maggioranza pubblica alla quale fanno parte
dieci città della provincia di Barletta-Andria-Trani e la città di Corato.
Terminato il discorso del dott. Barile, il dott. Corrado Marchetti e il dott. Davide Pedroni,
collegandosi a quanto era stato appena spiegato, sono intervenuti per raccontare l’opportunità
di stage che anche Unioncamere del Veneto offre per una durata che va dai 3 ai 6 mesi a
giovani laureati presso la delegazione di Bruxelles.
L’intervento successivo è stato fatto dalla dr.ssa Valentina Pinna, funzionaria Regione
Lombardia ed ex DG Ricerca, che ha parlato del 7° Programma Quadro Ricerca e Sviluppo e
dei primi elementi di Horizon 2020. Per prima cosa è stata spiegata la struttura del 7° PQ
(2007-2013), con tutti i programmi specifici e i relativi budget. Tuttavia il 7° PQ si colloca
nella strategia di Lisbona, la quale prevedeva che l’UE diventasse la prima economia al mondo
entro il 2010; questa prospettiva non essendo arrivata a buon fine, nel 2011 ha fatto virare il
Programma in Horizon 2020, che s’inserisce all’interno di una più ampia strategia
chiamata Europa 2020. Horizon 2020 avrà un budget superiore del 15% rispetto al 7°
Programma Quadro. Detto ciò, sono stati elencati i 5 target di Europa 2020:
- il 75% della popolazione tra 20-64 anni dovrebbe essere occupata;
- il 3% del PIL dell’UE dovrebbe essere investito in ricerca e sviluppo;
- 20% in meno di emissioni di CO2, 20 di energie rinnovabili, incremento del 20%
dell’efficienza energetica (20-20-20);
- quota abbandoni scolastici inferiore al 10% ed almeno il 40% delle giovani generazioni
con laurea o diploma;
- 20 milioni in meno di persone a rischio povertà.
Questi target sono stati raggruppati in tre classi di crescite: crescita intelligente, crescita
sostenibile e crescita inclusiva.
Il 15% del budget previsto per Horizon 2020, quindi 6,8 miliardi di euro, sarà messo a
disposizione per le Piccole e Medie Imprese. Sempre per le PMI sarà creato un nuovo
strumento (tipo SBIR) per colmare il vuoto di finanziamenti per investimenti in R&I ad alto
rischio nella fase early-stage. Saranno preferite le PMI altamente innovative con forte
potenziale di crescita, sviluppo e internazionalizzazione. Una novità molto
importante è che ci sarà la possibilità di partecipazione anche come singola impresa.
E’ inoltre prevista una semplificazione considerevole per ridurre i costi di
partecipazione, accelerare procedure e tempistica e ridurre il tasso di errore
finanziario, il tutto attraverso un solo programma con obiettivi meglio definiti e un unico
corpo di regole. Fra le nuove regole di partecipazione interessanti ci sono:
- criteri di finanziamento e concernenti il partenariato più semplici;
- criteri di imputazioni costi più snelli;
- due tassi di rimborso: 100% per attività di ricerca e 70% per altre azioni più vicine al
mercato;
- un solo metodo (forfettario) per calcolare i costi indiretti;
- procedure di controllo razionalizzate.
Anche il relatore successivo, il dott. Antonio Loredan, funzionario Agenzia REA, ha parlato di
PMI. Un’impresa per esser dichiarata PMI deve avere meno di 250 dipendenti, meno di 50
milioni di euro di fatturato o di 43 milioni di euro di bilancio e, soprattutto, deve avere
un’attività commerciale. E’ quest’ultimo criterio a escludere una grossa parte delle imprese
italiane. Il fatto di essere una PMI è importante perché i finanziamenti previsti per questa
tipologia di imprese prevedono una copertura del 75% diversamente dal 50% previsto per le
altre. Da sottolineare anche il fatto che le PMI possono conferire in appalto la ricerca
agli esecutori di ricerca e poi acquisire la proprietà intellettuale dei risultati,
pagando gli esecutori di ricerca soltanto per il lavoro svolto. I bandi per le PMI per
l’anno 2013 saranno lanciati il 10 luglio 2012 e scadranno il 15 novembre 2012. I fondi
disponibili saranno 170 milioni di euro per la ricerca, 55 milioni di euro per la ricerca per le
Associazioni e 27 milioni di euro per le Demonstration Action. Per quest’ultime il dott. Loredan
ha incitato chi ne avesse la possibilità alla presentazione perché nell’ultima call non sono
neanche stati distribuiti tutti i fondi messi a disposizione per mancanza di richieste; sta di
fatto che, nonostante siano state accettate tutte le proposte con voto sufficiente, è stata
avanzata una parte dei fondi che è stata spostata alle altre due tipologie di finanziamenti.
Il relatore seguente, il prof. Antonello Pezzini, membro del Comitato economico e sociale
europeo, ha discusso del Patto delle Aziende. Si tratta di un’iniziativa correlata al più
famoso Patto dei Sindaci e che insegue gli stessi obiettivi. Non si potrebbero altrimenti
raggiungere risultati oltre una certa soglia di partecipazione se non si includessero tutti gli
interessati, ossia tutti i proprietari di edifici. Facendo un veloce excursus è da citare che,
sempre a tal fine, è stato fatto perfino il Patto delle Parrocchie. La differenza più appariscente
fra il Patto dei Sindaci e quello delle Aziende è che, mentre i comuni non possono fallire, le
aziende possono. Si sono dovuti perciò prendere degli accordi bancari per garantire supporti
adeguati.
L’80% delle strutture aziendali italiane hanno un grado di efficienza energetica classificato
come EFF1 che potrebbe esser portato a EFF3. In Italia ci sono circa 700 mila capannoni che
sono stati progettati soprattutto per le sollecitazioni verticali (ad esempio per il peso della
neve), ma non per le sollecitazioni orizzontali (terremoti). Si potrebbero sfruttare i
finanziamenti elargiti per aumentare l’efficienza energetica anche per aumentare la sicurezza
strutturale. Ciò non può esser fatto dalla BEI perché non fa prestiti inferiori ai 40-50 milioni di
euro per il semplice motivo che non ha personale a sufficienza per poterli gestire tutti gli
eventuali frazionamenti.
A prendere la parola dopo il prof. Pezzini è stato il dott. Roman Doubrava, funzionario della
DG Energia, che ha descritto alcuni puntuali strumenti di finanziamento per lo sviluppo e la
diffusione dell’energia sostenibile, precisamente i diversi sottotipi di fondi Elena: Elena-EIB,
Elena-CEB, Elena-KfW, Elena-EBRD e MLEI. In futuro i finanziamenti a fondo perduto
saranno utilizzati sempre di meno perché hanno levato mercato a progetti che facevano
entrare capitale privato, ad esempio con le ESCO. I finanziamenti a fondo perduto sono stati
utilizzati malamente soprattutto in Italia. Per il periodo 2014-2020 verranno messi a
disposizione ben 17 miliardi di euro di finanziamenti per l’efficienza energetica.
Il dott. Francesco de Rose, funzionario della DG Regio, ha parlato delle politiche future del
Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR). La sua è stata un’analisi fatta più che altro con
focus italiano. Il dott. de Rose, infatti, è l’incaricato che in DG Regio segue la progettistica
italiana e in questa sua veste ha saputo dispensare consigli e commenti apprezzati. Secondo
lui l’attuale crisi economica è anche imputabile ad un grosso deficit di governance locale; le
amministrazioni locali dovrebbero essere più “forti”, imporsi maggiormente con i governi.
Questo deficit nasce comunque a livello politico e in seguito si trasferisce a livello
amministrativo. C’è poi un problema di progettualità, perché i fondi comunitari in passato
sono stati usati per finanziare progetti già finiti, già pronti, che quindi non prevedevano
determinati requisiti attualmente richiesti e soprattutto non perseguivano il principio di
addizionalità (principio in base al quale i fondi europei non possono sostituire quelli nazionali).
La politica regionale è di difficile gestione perché è condivisa fra Commissione europea,
Stato membro e Regione (e a volte anche Provincia). Nell’ambito dell’efficienza energetica in
edilizia bisogna già lavorare in previsione delle condizioni indicate nella Direttiva
2012/31/UE, approvata dal Parlamento europeo e dal Consiglio il 19 maggio 2010, che
dovrà esser adottata e pubblicata dagli stati membri una parte entro il 9 luglio 2012 e tutto il
resto entro il 9 gennaio 2013. Ogni Stato membro dovrà adottare una metodologia di calcolo
della prestazione energetica degli edifici con dei requisiti minimi da rispettare che non
dovranno discostarsi da quelli indicati dalla Commissione. I parametri decisi dovranno in ogni
caso esser sottoposti a revisione e giudizio. Da segnalare che questa direttiva prevede che
tutti gli Stati membri provvedano affinché entro il 31 dicembre 2020 tutti gli edifici di nuova
costruzione siano edifici a energia quasi zero (quelli occupati da enti pubblici e di proprietà di
questi ultimi entro il 31 dicembre 2018). In vista delle contrattazioni per il periodo 20142020, ogni regione dovrà portare un piano di strategia e azione alla Commissione, tuttavia ciò
dipenderà molto dal coordinamento nazionale. Secondo il dott. de Rose, l’ideale è che ogni
regione si concentri in 2-3 cluster che dovranno poi esser accorpati a livello nazionale.
Il relatore successivo è stato l’ing. Alessandro Bianciardi, funzionario della DG Energia che
segue i fondi ISPA per i paesi ACP (Africa, Caraibi e Pacifico). L’ISPA (Strumento Strutturale di
Preadesione) prevede un sostegno finanziario nel settore della coesione economica e sociale e
in particolare in materia di ambiente e di trasporti per gli stati candidati all’adesione all’Europa
centrale e orientale (PECO). Trattandosi di paesi al di fuori dei 27 membri dell’UE l’approccio a
questi finanziamenti è differente. L’obiettivo principale è sviluppare prima di tutto l’accesso
all’energia, che molto spesso manca, e soltanto in un secondo momento l’efficienza energetica
e l’uso dell’energia rinnovabile. A questi finanziamenti possono partecipare enti europei,
pubblici e raramente privati. Per i privati tutti i benefici ottenuti durante il progetto devono
essere reinvestiti nella realizzazione stessa. Soltanto al termine del progetto ci potrà essere il
profitto.
L’ultimo relatore è stato l’ing. Carlo de Grandis, funzionario della DG Politica regionale. L’ing.
de Grandis ha fatto un discorso breve, preferendo lasciare più spazio ad un dibattito proficuo.
L’ing. de Grandis ha fatto notare come il costo dell’energia in Italia sia il più alto di tutta
l’Unione Europea, ben 5 volte maggiore di un paese come la Svezia. Per tale motivo ci
sarebbe ampio margine di miglioramento se si facessero operazioni di efficienza e di
conseguenza risparmio, peccato che sembra ci sia difficoltà ad andare in questa direzione.
LINK locandina corso di formazione
http://www.ance.it/docs/docDownload.aspx?d=2&id=12
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Eseguito da: Davide Pedroni
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