La monetazione bizantina in Italia

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La monetazione bizantina in Italia
La monetazione bizantina in Italia
Copenaghen 1967, p. 52 ss.; ID., Byzantine Numismatics, in A Survey of Numismatic Research (1966-1971), II, New York 1973, p. 3 ss.; C.
MORRISSON, Byzance, in A Survey of Numismatic Research (1972-1977), Bern 1979, p. 213 ss.
Le monete coniate nelle zecche italiane sono descritte nei cataloghi generali di monete bizantine. Ottimi e ricchi di materiale i cataloghi
recenti di A.B. BELLINGER e PH. GRIERSON, Catalogue of Byzantine Coins in the Dumbarton Oaks Collection and in the Whittemore Collection,
I-III, Washington 1966-1973 (fino a Niceforo III, 1081; il I vol. è di Bellinger; i voll. II e III di Grierson; tutti e tre i volumi con introduzioni
storiche e numismatiche generali e ai singoli regni, molto dettagliate ed esaurienti) e C. MORRISSON, Catalogue des monnaies byzantines de la
Bibliothéque Nationale (491-1204), I-II, Paris 1970, anch’esso con introduzioni ai singoli regni molti utili. In parte superato nelle attribuzioni
alle zecche e nelle datazioni, ma ancora da consultare per l’abbondanza delle monete descritte, W. WROTH, Catalogue of the imperial Byzantine
Coins in the British Museum, I-II, London 1908. L’elenco più completo delle monete bizantine è dato da W. HAHN, Moneta Imperii Byzantini.
Rekonstruction des Prägeufbaues auf synoptischtabellarische Grundlage, I-II, Wien 1973-1975 (comprende le monete fino all’ascesa al trono
di Eraclio nel 610). Importanti come raccolta di materiale sono anche R. RATTO, Monnaies byzantines, Lugano 1930 (si tratta in realtà del catalogo di vendita della ricchissima collezione Ratto ma con descrizioni molto precise) e J. TOLSTOI, Monnaies byzantines [in russo]), I-II, SaintPétersbourg 1912-1914 (utile per le numerose tavole). Ormai invecchiato e meno utile per il periodo preso in esame è J. SABATIER, Description
générale des monnaies byzantines, I-II, Paris 1862. Le monete bizantine insieme alle altre coniate in Italia nel periodo da noi trattato sono
descritte da G. SAMBON, Reportorio generale delle monete coniate in Italia e da Italiani all’estero, I, Paris 1912 (dal 476 al 1266; il II vol. non
è stato mai pubblicato), con interessanti annotazioni critiche che lo rendono tuttora utile, e nel Corpus Nummorum Italicorum sotto le singole
zecche; X, Bologna e Ferrara - Ravenna e Rimini, Milano 1927; XV, Roma, p. I, Milano 1934; XVIII, Italia meridionale continentale (zecche
minori), Milano 1939. L’opera ha per base la grande collezione di monete italiane di Vittorio Emanuele III, che però per le monete bizantine è
un po’ meno ricca che per le altre serie; la classificazione è in parte superata. Per le monete delle zecche siciliane, non comprese nel CNI si può
consultare: R. SPAHR, Le monete siciliane dai Bizantini a Carlo I d’Angiò (582-1282), GRAZ 1975.
Come trattazioni di carattere generale, utili per i riferimenti alle zecche italiane o all’influenza della moneta bizantina in Italia, si possono
citare: H. LONGUET, Introduction à la Numismatique Byzantine, London 1961 (con numerose riproduzioni delle imitazioni di monete bizantine);
P.D. WHITTING, Monnaies byzantines, Fribourg 1973 (anche in ed. inglese e tedesca); T. BERTELÉ, Numismatique Byzantine, Wetteren 1978 (ed.
francese aggiornata e con tavole a cura di C. MORRISSON del lavoro Lineamenti principali della numismatica bizantina, in RIN 1964, pp. 33-118:
studio utile sotto ogni aspetto per la grande conoscenza del Bertelé delle monete bizantine e le note di aggiornamento della Morrisson).
Scarsi i lavori che riguardano in particolare le zecche bizantine in Italia. Il migliore studio riassuntivo sull’argomento, nonostante oggi
abbia bisogno di un aggiornamento, è ancora quello di PH. GRIERSON, Monete bizantine in Italia dal VII all’XI secolo, in Moneta e scambio
nell’Alto Medioevo, in ASettStCAM, VIII (Spoleto 1960), Spoleto 1961, p. 35 ss. Fondamentale per le monete bizantine della Sicilia D. RICOTTI
PRINA, La monetazione siciliana dell’epoca bizantina, in Numismatica 1960, p. 26 ss. Dello stesso autore La monetazione aurea delle zecche
minori bizantine dal VI al IX secolo, Roma 1972, non sempre però attendibile nelle sue conclusioni. L’Autore identifica zecche bizantine e
relative serie anche a Bari, Benevento, Spoleto, Ancona, Oderzo e Venezia (Civitas Nova Heracliana), oltre che nelle sedi tradizionali, ma le
attribuzioni basate su argomenti stilistici non ci sembrano sufficientemente provate e talora risultano mancare di un effettivo fondamento storico. Alcune serie attribuite per esempio alle zecche di Benevento e di Spoleto possono essere in realtà imitazioni locali di monete bizantine.
Sulle coniazioni italiane di Giustiniano, cfr. anche W. HAHN, Monetine italiane di Giustiniano I, in L. LAFFRANCHI, La numismatica di Leonzio,
in Numismatica 1938, p. 73 ss.; ibid. 1939, p. 7 ss., 91 s. Il ripostiglio di tremissi longobardi e monete bizantine di zecca sarda trovato a Ossi è
pubblicato da V. DESSI, I tremissi longobardi. A proposito di un piccolo ripostiglio di monete d’oro di Liutprando rinvenuto presso il villaggio
di Ossi (Sassari), in RIN 1908, p. 295 ss. (ripubblicato in V. DESSI, Scritti di Numismatica, Sassari 1970, p. 225 ss.).
Sulle monete longobarde dell’Italia centro-settentrionale e sui loro rapporti con la monetazione bizantina si vedano tra i numerosi studi a
esse dedicati da E. BERNAREGGI soprattutto i seguenti: Le monete dei Longobardi nell’Italia padana e nella Tuscia, in RIN 1963, p. 35 ss.; Conclusioni sulle diverse fasi della monetazione longobarda, in RIN 1971, p. 135 ss.; Strutture economiche e monetazione del regno longobardo, in NAC
1976, p. 331 ss. Sulla monetazione longobarda compresa quella di Benevento si veda anche E. ARSLAN, Le monete di Ostrogoti, Longobardi e
Vandali, Milano 1978 (si tratta del catalogo delle monete ostrogote, longobarde e vandale delle Civiche Raccolte Numismatiche di Milano tutte
illustrate e con un’ottima introduzione di Arslan). Per la monetazione del ducato di Benevento, sono da consultare — oltre alle sezioni dedicate a
questa zecca nel CNI XIII sopra citato, in SAMBON, Repertorio generale, cit., e in W. WROTH, Catalogue of the Coins of the Vandals, Ostrogoths
and Lonbards in the British Museum, London 1911 — due lavori fondamentali: G. SAMBON, Recueil des monnaies mediévales du Sud d’Italie
avant la domination des Normands, Paris 1919 e M. CAGIATI, La zecca di Benevento, Milano 1917 (raccolta di scritti pubblicati in RIN 19151916. Sulla zecca di Benevento e i suoi rapporti con la monetazione bizantina dal punto di vista iconografico, soprattutto nel periodo iconoclasta, si
veda il recente P. BERTOLINI, Figura velut qua Christus designatus. La persistenza del simbolo della Croce nell’iconografia numismatica durante
il periodo iconoclasta: Costantinopoli e Benevento, in IstStorItME, Studi 99, Roma 1978; l’Autore (p. 74 ss.) pone l’inizio dell’attività della zecca
di Benevento fra il 659 e il 668, basandosi su un solido di Costante II e Costantino IV con le figure di Eraclio e di Tiberio ai lati della croce sul
rovescio, ma non mi sembra che vi siano elementi sicuri per l’attribuzione alla zecca beneventana del solido di Costante II e degli altri solidi degli
imperatori successivi della seconda metà del VII secolo. Interessante mi pare invece l’osservazione (p. 76), anche se per ora non confortata da nessuna fonte in proposito, che i duchi di Benevento potrebbero esservi avvalsi, almeno inizialmente, di artisti e di maestranze bizantine. D’altra parte
l’eccellenza di alcuni coni beneventani fa pensare, nonostante il silenzio delle fonti, a un intervento diretto di artisti bizantini esperti.
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