ALLATTAMENTO AL SENO Il latte materno è l`alimento

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ALLATTAMENTO AL SENO Il latte materno è l`alimento
ALLATTAMENTO AL SENO
Il latte materno è l’alimento ideale per tuo figlio
Quali sono i vantaggi per il bambino?
l E’ un alimento su misura per lui, con tutte le sostanze nutritive nella giusta
proporzione per la digestione, l’assorbimento e l’assimilazione.
l Contiene sostanze che lo proteggono dalle infezioni.
l Lo protegge dalle allergie.
l E’ sempre pronto, fresco ed alla giusta temperatura.
l Gli assicura frequenti e stretti contatti con la madre, assicurandogli calore
e sicurezza.
l Riduce successivamente il rischio a distanza di malattie gravi come diabete,
colite ulcerosa e linfomi.
Ed i vantaggi per la mamma?
l Promuove il suo attaccamento al bambino.
l Le assicura un particolare senso di soddisfazione.
l E’ economico.
l E’ pratico: non richiede preparazione, sterilizzazione etc.
l Stimolando le contrazioni uterine, favorisce il ritorno dell’utero alle
dimensioni normali.
l Utilizzando fino a 500 kcal al giorno, aiuta a perdere il peso in eccesso
accumulato in gravidanza.
l Stimolando la produzione di prolattina, assicura un piacevole senso
di benessere e di rilassamento.
l Riduce l’incidenza dei tumori della mammella e dell’utero.
l Previene l’osteoporosi.
Se vuoi allattare bene ed a lungo il tuo bambino:
l Tienilo il più possibile a contatto del tuo corpo.
l Attaccalo al seno a richiesta.
l Non seguire regole e/o schemi prefissati.
l Non fare controlli prima e dopo la poppata per verificare la quantità
di latte ingerita.
l Controlla soltanto l’accrescimento del bambino, pesandolo una volta la
settimana: deve essere di 150-200 grammi.
ALLATTAMENTO ARTIFICIALE
Prima di iniziare a somministrare anche soltanto un’aggiunta di latte artificiale
consulta il tuo pediatra.
Il numero dei pasti nella giornata deve essere, in linea di massima, stabilito dal
tuo bambino: in genere un lattante di peso normale mangia sei volte al giorno
(ogni tre ore e mezzo) nel primo mese e cinque volte (ogni quattro ore)
successivamente; un lattante di basso peso (sotto 2500 gr.) può mangiare anche
sette-otto volte al giorno (ogni tre ore).
Tutti i latti in commercio sono perfettamente adeguati all’alimentazione del tuo
bambino.
Comunque in caso di allergia in uno o in entrambi i genitori è prudente
somministrare al bambino almeno fino a 5-6 mesi di vita un latte ipoallergenico.
Uno schema di alimentazione, esclusivamente indicativo, per il primo mese di
vita può essere il seguente:
L’AUMENTO SETTIMANALE DI PESO DEVE ESSERE ALMENO 150-200 GR,
QUALUNQUE SIA IL TIPO DI ALLATTAMENTO EFFETTUATO.
Altre prescrizioni:
Assicurati che i fori della tettarella siano sufficientemente larghi da non
affaticare il tuo bambino: a biberon capovolto il deflusso del latte deve avvenire
facilmente, goccia dopo goccia, senza arrestarsi. Se così non è, con un ago
arroventato allarga i buchi della tettarella.
PROBLEMI VERI E FALSI DA AFFRONTARE
Alcune informazioni utili per la neo-mamma
(ovvero come aiutarle a dare il massimo senza preoccuparsi)
VOMITO E RIGURGITO: il vomito è l’emissione “a getto” di abbondante
materiale alimentare ed è spesso, ma non sempre, associato a qualche patologia.
Il rigurgito è invece l’espulsione non violenta di piccole quantità di cibo: è un
fenomeno fisiologico e ciò è solitamente confermato dalle buone condizioni
generali del bambino che continua a crescere ed è di ottimo umore.
SINGHIOZZO: è frequente, soprattutto se il lattante mangia avidamente
abbondanti quantità di latte. Non deve essere oggetto di preoccupazione perché
non é una patologia. Se disturba il sonno si possono somministrare poche gocce
di limone.
LE FECI: il bambino allattato al seno emette feci gialle e cremose di numero
variabile da 5-6 scariche al di, a una sola scarica ogni 2-3 giorni. Al contrario
l’allattamento artificiale determina l’emissione di feci verdastre, di solito
abbastanza compatte con una frequenza di 1 o 2 volte al giorno. La stipsi, cioè
l’emissione difficoltosa di feci dure, è un carattere spesso familiare oppure può
essere dovuta, nel caso di allattamento artificiale, ad intolleranza del latte
somministrato. La diarrea è rara durante l’allattamento al seno (in questo caso ha
sovente una matrice infettiva), mentre in corso di allattamento artificiale può
indicare una intolleranza alimentare oppure una patologia infettiva.
LA TOSSE: rappresenta una delle maggiori preoccupazioni per i genitori nei
primi mesi di vita. In realtà non è una malattia, ma uno dei sistemi di difesa più
efficaci dell’organismo perchè favorisce l’espulsione dei microbi dalle prime vie
aeree. Pertanto quando si presenta in forma catarrale va favorita
somministrando abbondanti liquidi (aumentando in questo modo la fluidità
delle secrezioni) e mantenendo pervie le narici con l’instillazione di soluzione
fisiologica: le narici ostruite impongono infatti una respirazione non fisiologica
attraverso la bocca che favorisce l’ingresso dei germi per via faringea.
Vanno invece evitati i vasocostrittori che possono alterare la struttura della
mucosa nasale in modo definitivo. Qualora la tosse sia stizzosa e persistente può
essere ipotizzata una congestione della faringe la cui natura va valutata dal
pediatra che deciderà se somministrare antibatterici, antinfiammatori o
sedativi. La coesistenza di tosse (stizzosa o catarrale) e febbre in un bambino di
pochi mesi impone senz’altro una visita pediatrica perché può essere
l’espressione di una patologia importante.
CROSTA LATTEA: si presenta come un’infiammazione della cute su cui
compaiono squame giallastre e untuose. Anche questa non è una patologia e
scompare spontaneamente dopo i 3-4 mesi di vita.
LA FEBBRE: è fondamentale che la mamma sia in grado di riconoscere le
alterazioni termiche del proprio bambino. Per far ciò è necessario che la
misurazione della temperatura avvenga correttamente: è bene pertanto usare la
misurazione rettale fino ai 2-3 anni di vita e solo successivamente quella
ascellare o inguinale. Se misurata rettale, consideriamo normale una
temperatura non superiore a 37,3 - 37,4°C. Se la misurazione è stata effettuata
esternamente la temperatura normale oscillerà intorno ai 36,5 °C. Il rilevamento
di una temperatura alterata impone nel bambino più piccolo un consulto
pediatrico almeno telefonico. In ogni caso è bene che vengano sfatati alcuni
pregiudizi: non è vero che una temperatura molto elevata è sinonimo di malattia
grave; non è vero che una temperatura molto elevata aumenta il rischio di
meningite (semmai è la meningite che provoca febbre), non è quasi mai
necessario somministrare farmaci se la temperatura rettale non supera i 38,5,
non è vero infine che gli antibiotici abbiano effetto sulla febbre. Relativamente
al timore di convulsioni febbrili, è necessario sottolineare che si tratta di un
evento raro, che quasi sempre si verifica una sola volta e che se trattato
adeguatamente sia dal punto di vista diagnostico che terapeutico non lascia
esiti.
IL SONNO: un lattante solitamente dorme tra le 10 e le12 ore giornaliere. La
distribuzione del sonno durante le 24 ore é tuttavia molto individuale e dipende
da elementi su cui spesso non é possibile incidere: tipo di alimentazione,
numero dei pasti, carattere, ecc. Tuttavia é possibile favorire ritmi di sonno
abbastanza regolari mantenendo una routine giornaliera stabile e rispettando,
per quanto possibile, i tempi e le necessità del bambino. Soprattutto nelle prime
settimane di vita è fisiologico che il bambino si svegli 2-3 volte per notte per
alimentarsi. Già dopo i tre mesi il risveglio notturno è quasi sempre determinato
da un problema specifico: un pannolino troppo bagnato o troppo stretto, dolori
addominali per meteorismo intestinale o per un pasto troppo abbondante, dolori
gengivali, ambiente troppo caldo ecc. Non é utile perciò che il bambino venga
solamente preso in braccio: il genitore dovrebbe invece controllare se è troppo
vestito, cambiare il pannolino, offrirgli un po’ d’acqua. Dato che già dopo i
quattro mesi si fissano molte abitudini è bene che prima di questa età il
bambino venga abituato a dormire nella propria camera: dopo potrebbe
rifiutarsi di dormire in un luogo a lui sconosciuto e per i genitori sarebbe
sicuramente più difficile riabituarlo.
I DENTI: l’età di comparsa dei primi denti può variare dai 4 ai 12 mesi di vita
(ma non è impossibile che un neonato nasca già con un dente!). Pur essendo
opinione comune che le prime eruzioni si accompagnino a febbre o diarrea,
questa associazione non è stata provata scientificamente. Pertanto la comparsa
di qualsiasi sintomo importante, concomitante alla comparsa dei primi denti,
andrebbe sottoposta al pediatra. Anche se solitamente i primi ad erompere sono
i 2 incisivi inferiori seguiti dai 4 incisivi superiori questa sequenza può
cambiare da bambino a bambino.
E’ invece molto probabile che il bambino che metterà i primi denti
precocemente, li cambierà con quelli definitivi altrettanto precocemente.
LE VACCINAZIONI: hanno rappresentato uno dei progressi più importanti
della medicina in quanto hanno determinato praticamente la scomparsa di
malattie responsabili, in passato, di autentiche stragi. Attualmente, in Italia, le
vaccinazioni obbligatorie sono quelle contro la poliomelite, la difterite, il tetano,
l’epatite B. Altre vaccinazioni sono disponibili e possono essere somministrate
su consiglio del pediatra: antimorbillo, antirosolia, antipertosse, antiemofilo,
antivaricella,antiparotite. Le vaccinazioni determinano raramente reazioni
indesiderate (febbre, tumefazioni locali),mentre quelle gravi sono ormai eventi
eccezionali. Di contro il rischio di malattia nei non vaccinati è più elevato in
seguito all’immigrazione dai paesi extracomunitari. E’ conosciuta l’opposizione
di alcuni gruppi di opinione all’esecuzione delle vaccinazioni: tale atteggiamento
appare a tutt’oggi assolutamente ingiustificato per numerosi motivi. In primo
luogo le tecniche di preparazione dei vaccini oggi in commercio li rendono
estremamente sicuri (è esperienza di tutti i pediatri l’eccezionalità delle reazioni
indesiderate anche le più lievi), il rischio di ammalarsi è molto maggiore nei
soggetti non vaccinati che in quelli vaccinati (come dimostrato dall’esperienza
dei paesi dove le vaccinazioni sono somministrate in maniera discontinua),
infine, se l’obbiettivo è quello di salvaguardare figli e nipoti, solo la vaccinazione
a tappeto ci offre la possibilità di debellare totalmente alcune malattie infettive
(come dimostrato dall’esempio del vaiolo, sradicato completamente grazie alle
strategie vaccinali organizzate in passato dall’ Organizzazione Mondiale per la
Sanità).
LE COLICHE: sono abbastanza frequenti nei bambini allattati al seno nei quali la
suzione stessa comporta l’ingestione,oltre al latte, di notevoli quantità d’aria.
Esiste ovviamente una predisposizione individuale alle coliche addominali e ciò
spiega perché non tutti i lattanti alimentati al seno materno soffrono di questa
patologia. Non è ben chiaro perché le coliche compaiano prevalentemente nel
pomeriggio o in serata, tuttavia è ipotizzabile che maggiori quantità di latte
vengano ingerite durante le prime poppate e che quindi solamente più tardi,
durante la digestione, la crisi raggiunga la sua massima intensità. I rimedi
possono consistere nel cercare di ridurre la durata della poppata ad un massimo
di 15 minuti circa (tra tutti e due i seni), nel cercare di favorire il ruttino dopo la
poppata al primo seno, infine nei rimedi farmacologici allopatici o omeopatici
che siano. Nei bambini allattati artificialmente le coliche sono un evento più
raro. Possono rappresentare l’unico sintomo di un’intolleranza o di un’allergia,
nel qual caso sarà compito del pediatra indicare il latte più idoneo, oppure
essere la semplice espressione di un problema di gestione delle poppate: ad
esempio un foro della tettarella troppo piccolo che impone al bambino una
suzione inutilmente prolungata con ingestione d’aria, oppure un errore nella
preparazione del latte ( concentrazione di polvere eccessiva, o eccessive quantità
di latte somministrato).
LE ALLERGIE: sono in costante aumento in tutta la popolazione
indipendentemente dall’età, anche se quella più colpita rimane quella
pediatrica. Ciò è probabilmente dovuto all’aumento degli inquinanti atmosferici,
alimentari e ambientali con cui l’organismo viene a contatto fin dalle prime
settimane se non dal periodo intrauterino. E’ importante pertanto individuare le
famiglie a rischio ( è sufficiente che uno solo dei genitori o un fratello sia
allergico perché un bambino debba essere considerato a rischio) al fine di
consigliare tutti i mezzi di profilassi più idonei, quali allattamento al seno,
introduzione tardiva dei cibi più allergizzanti,ecc., atti a prevenire l’insorgenza
di allergie. Purtroppo le indagini di laboratorio sono abbastanza inefficaci nei
primi 3-4 anni di vita nell’individuare le causa di un’allergia conclamata.
Pertanto la diagnosi e la terapia in questo primo periodo si deve basare su
criteri prevalentemente clinici. Bisogna anche ricordare che si eredita una
generica predisposizione all’allergia e non una specificità allergenica per cui il
padre potrà essere allergico, ad esempio, all’uovo ed il figlio manifestare
un’intolleranza al pesce. Inoltre è possibile manifestare allergie ad un
determinato elemento anche se quello stesso elemento è stato utilizzato per molto
tempo senza nessun apparente disturbo.
LA DERMATITE DA PANNOLINO: é un’infiammazione della zona genitale o
glutea, solitamente causata dalla macerazione della cute a contatto con pannolini
intrisi di urine o feci. Si risolve rapidamente cambiando frequentemente il
pannolino e utilizzando una protezione locale con creme all’ossido di zinco. Una
dermatite da pannolino non trattata può successivamente complicarsi con
infezioni batteriche o micotiche per le quali sono pertanto necessarie terapie più
mirate.
L’OMBELICO: la cura dell’ombelico deve essere praticata avvolgendo il tralcio
ombelicale in una garza bagnata con una soluzione alcolica. E’ sufficiente
praticare questa operazione una volta al dì. Il cordone cade generalmente
durante la seconda o terza settimana di vita. E’ un falso mito la necessità di dover
rimandare il bagno del neonato alla caduta del cordone: in effetti questo può
essere effettuato anche con il cordone in sede, a condizione di asciugare bene il
cordone stesso e di medicarlo ( come descritto sopra) al termine del bagnetto.
LO SVILUPPO COMPORTAMENTALE: è un processo continuo che inizia dalla
nascita e procede attraverso “tappe” maturative obbligate. Solitamente i genitori
si aspettano che ad ogni età corrisponda un determinato comportamento, ma
questa aspettativa può rivelarsi deludente. Non è detto ad esempio che tutti i
bambini siano in grado di mantenere la posizione seduta autonomamente dopo i
10 mesi, ma è certo che un bambino sarà in grado di andare “gattoni” solo
quando avrà acquisito la posizione seduta. E’ pertanto la sequenza
comportamentale ad essere obbligata e non l’età di ogni singola acquisizione.
Tutti gli aspetti dello sviluppo sono legati oltre che ad elementi genetici
soprattutto a fattori ambientali: quanto più gli stimoli offerti saranno
riconoscibili e decodificabili dal bambino, tanto più questi li inserirà nel proprio
bagaglio di conoscenze. E’ possibile quindi che un bambino iperstimolato mostri
un apparente ritardo: in questo caso il disorientamento si spiegherà con
l’eccessivo numero di informazioni ricevute. Per rassicurare le mamme che
osservano con particolare aspettativa la crescita maturativa del proprio bambino
ci sembra utile citare uno dei maestri della pediatria inglese, il prof. Ronald
Illingworth : nessun bambino è ritardato se in ritardo in un solo campo dello
sviluppo neuromotorio (motricità, linguaggio, socializzazione,comprensione
generale), poiché nel ritardo vero il bambino presenta difficoltà in tutti i campi
contemporaneamente.
L’ASILO NIDO: molti genitori pensano che una precoce frequenza dell’asilo
nido sia particolarmente indicata per dar modo al bambino di socializzare con i
propri coetanei. Tuttavia nessun bambino inizia a socializzare fino a 2 anni e la
maggior parte comincia a farlo solo dopo i 3 anni. Pertanto qualsiasi iscrizione
precedente a questa età deve ritenersi inopportuna perché impedisce al piccolo
di perdere il solo punto di riferimento di cui ha bisogno inizialmente. Se la
mamma ha necessità di tornare al lavoro sarà più utile affidarlo alla baby-sitter
per fare in modo che una sola persona sia adibita alla cura e all’assistenza del
bambino. Tra le altre cose, più del 50% dei bambini che inizia a frequentare il
nido prima del compimento del primo anno di vita, manifesta numerosi episodi
febbrili che li obbliga a prolungate assenze e a ricorrenti terapie farmacologiche.
I VIAGGI: non sono preclusi fin dalle prime settimane di vita sia per via terra
che aerea (ma in quest’ultimo caso devono essere limitati a 2-3 ore di volo).
L’allattamento al seno è sicuramente
più idoneo per il viaggio rispetto all’allattamento artificiale. Nel caso di viaggio
aereo è preferibile poco prima dell’atterraggio favorire la suzione del lattante
(con il seno o il biberon) per limitare l’aumento della pressione endo-auricolare
che può provocare violente crisi dolorose.
I BAMBINI E GLI ANIMALI: possono tranquillamente coesistere nella stessa
casa a condizione che l’animale venga periodicamente controllato dal veterinario
e sottoposto alle relative vaccinazioni. La presenza di un animale in casa, anzi,
funge da stimolo per il bambino accrescendone l’affettività e abituandolo ad
occuparsene progressivamente in modo responsabile.
I CONTROLLI PEDIATRICI: la salute del bambino va controllata una volta al
mese per i primi sei- sette mesi, diradandoli ad una volta ogni due mesi fino al
compimento del primo anno di vita. questo schema va modificato in caso di
neonato prematuro o i patologie particolari insorte nei primi mesi di vita. In
occasione di questi controlli possono essere eseguite anche le vaccinazioni in
base allo schema consigliato dal pediatra curante. Successivamente al primo
anno di vita il bambino, anche se in apparente buona salute, deve essere
controllato ogni 3-5 mesi e dal quinto anno di vita almeno una volta l’anno fino
alla pubertà.
SERVIZI PEDIATRICI MATER DEI
Il Servizio di Pediatria della Casa di Cura offre ai pazienti i seguenti servizi:
Assistenza neonatale
l’assistenza ai neonati in sala parto e al nido è fornito da specialisti in
neonatologia,
reperibili 24 ore su 24.
Pediatria ambulatoriale
medici specialisti in pediatria sono presenti in clinica per visite pediatriche
tutti i
pomeriggi dal lunedì al venerdì e il sabato mattina. Il servizio è disponibile solo
su appuntamento.
Pediatria domiciliare
medici specialisti in pediatria sono disponibili per visite pediatriche domiciliari
24
ore su 24. La richiesta della visita deve essere effettuata chiamando il numero
06.802201
Vaccinazioni
medici specialisti in pediatria sono disponibili per fornire spiegazioni relative
ai calendari vaccinali e somministrare i vaccini sia obbligatori che facoltativi
secondo le esigenze e le necessità dei bambini. Il servizio è disponibile
solo su appuntamento.