Riforma della previdenza per la vecchiaia 2020: un progetto per il

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Riforma della previdenza per la vecchiaia 2020: un progetto per il
Riforma della previdenza per la vecchiaia 1
Riforma della previdenza per la vecchiaia 2020: un
progetto per il futuro in Svizzera
„
La previdenza per la vecchiaia si trova confrontata a nuove sfide: la speranza di vita crescente, il calante numero di persone attive e rendite fondiarie modeste. Il consiglio federale deve quindi sottoporre la previdenza per la vecchiaia a un‘ampia riforma. Le assicurazioni vedono di buon occhio la visione integrale del consiglio federale in materia di 1° e 2° pilastro.
La riforma è, però, da allineare a due obiettivi essenziali: la garanzia delle rendite di pensionamento
attuali e il finanziamento duraturo dei due pilastri. Le assicurazioni vita svizzere sono
garanti per il successo delle riforme programmate, ma si aspettano di avere a disposizione
condizioni quadro accettabili.
“
La previdenza per la vecchiaia si trova
dinanzi a grandi sfide
Il futuro della previdenza per la vecchiaia à minacciata. Il massiccio aumento del numero di pensionati rispetto alla popolazione attiva grava pesantemente sull‘AVS, finanziata unicamente da chi lavora. Nel 2010 la quota di
persone al di sopra dei 65 anni in rapporto alla popolazione era del 17,2%,
nel 2030 sarà attorno al 24% e nel 2050 raggiungerà probabilmente il 27%.
Nel 1948 una rendita AVS era finanziata da 6,5 persone attive, nel 2007
solo da 3,7 e a partire dal 2035 saranno solo due persone. La speranza di
vita crescente e le rendite finanziarie modeste mettono inoltre in pericolo la
copertura dei capitali necessari alla gestione delle pensioni generate dalla previdenza professionale. Se la speranza di vita di un uomo di 65 anni
nell‘anno di fondazione dell‘AVS (1948) era di 12 anni e quello delle donne
di 17, i valori corrispondenti nel 2013 sono di 19,2 rispettivamente di 22,2
anni. E‘ un aforisma di responsabilità verso le generazioni future, adeguare
la previdenza per la vecchiaia a questi sviluppi.
Il consiglio federale propone un‘ampia
riforma della previdenza per la vecchiaia
Il consiglio federale ha riconosciuto la necessità di riforma e basandosi su
dati sostanziali, ha approvato l‘avanprogetto di riforma per la previdenza
per la vecchiaia. Il 20 novembre 2013 ha avviato la procedura di consultazione con termine di chiusura a fine marzo 2014. Entro fine 2014 dovrebbe
quindi essere avanzato il messaggio „Prevenzione per la vecchiaia 2020“.
Il consiglio federale vuole
–– armonizzare l‘età di riferimento per la riscossione della rendita del 1° e
del 2° pilastro a 65 anni e permettere un‘impostazione flessibile e individuale del pensionamento,
–– colmare il rimanente deficit di finanziamento dell‘AVS con l‘imposta sul
valore aggiunto anziché riducendo le prestazioni,
–– adeguare l‘aliquota minima di conversione nella previdenza professionale obbligatoria, mantenendo il livello delle prestazioni e assicurando
le misure di adattamento per la generazione di passaggio,
–– adeguare prestazioni e contributi in funzione dei cambiamenti sociali
(per es. lavoro a tempo parziale),
–– migliorare la ripartizione delle eccedenze, la vigilanza e la trasparenza
nell‘ambito dell‘assicurazione collettiva,
–– garantire la parità di trattamento nell‘AVS tra lavoratori indipendenti e
salariati,
–– proteggere la liquidità dell‘AVS nei periodi difficili,
–– distaccare l‘AVS dai bilanci della confederazione.
Associazione Svizzera d‘Assicurazioni ASA
9 maggio 2014
Gli assicuratori accolgono benevolmente
la visione globale
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Considerando la dipendenza esistente tra 1° e 2° pilastro – per esempio
l‘età di pensionamento – l‘ASA approva la visione globale del consiglio
federale. Acconsente all‘età di riferimento per la riscossione della rendita 65/65, all‘impostazione flessibile e individuale del pensionamento,
all‘assestamento dell‘AVS (finanziamento supplementare tramite aumento
definito dell‘imposta sul valore aggiunto, meccanismo d‘intervento) e alla
diminuzione dell‘aliquota minima di conversione nella previdenza professionale a 6,0 percento (congiunto a misure di compensazione e di adattamento per la generazione di passaggio e a una quota legale garantita).
L‘ASA rinuncia per contro a richieste – perlomeno oggettivamente fondate
– politicamente non attuali e poco realistiche quali per esempio quelle inerenti l‘aumento dell‘età di pensionamento oppure un‘aliquota di conversione inferiore al 6 percento.
La riforma può riuscire unicamente se gli attori principali accettano i fatti
centrali e se sono propensi a cercare soluzioni collegiali e se sono disposti
ad accettare compromessi per il fine comune.
Coercitiva la riduzione del tasso di
conversione
L‘ASA sostiene che la riduzione del tasso di conversione è un passo importante per garantire la longevità del finanziamento della previdenza professionale. L‘errore di ripartizione dei contributi da persone attive ai pensionati a causa del tasso di conversione troppo elevato deve essere corretto
e reso trasparente con l‘introduzione del nuovo premio di conversione per
rendite garantite. In base allo studio della Credit Suisse (studio „Sfide delle
casse pensioni 2012 – Impressione attuale e retroscena“) tale ripartizione
ammonta annualmente a 3,5 Mrd CHF (1,0 Mrd presso le pensioni nuove e
2,5 Mrd con le pensioni attuali). I partner sociali sono tenuti ad analizzare e
a convenire sulle misure possibili per la compensazione e il mantenimento
delle prestazioni. L‘ASA ritiene necessario allestire delle misure specifiche
per la generazione di passaggio (cioè per le persone che raggiungono l‘età
di pensionamento entro 10 anni dopo l‘entrata in vigore della riforma).
A partire dagli elementi citati (età di pensionamento 65/65, impostazione
flessibile del pensionamento, assestamento dell‘AVS, riduzione del tasso
di conversione a 6%) bisogna costituire un pacchetto di riforme che può
essere realizzato in tempi brevi. Altre proposte vanno integrate a postumi o
cancellate definitivamente.
Gli assicuratori vita offrono una copertura
estesa
Gli assicuratori privati garantiscono da molti anni una previdenza professionale affidabile per circa 150 000 imprese svizzere e pensioni sicure per
circa 1.6 milioni di persone. Soprattutto le piccole e media imprese dipendono dalle garanzie degli assicuratori, poiché non sarebbero in grado di
assumersi i rischi della prevenzione professionale. Gli assicuratori privati
sono in concorrenza tra di loro e concorrono con gli altri offerenti di prevenzione per la vecchiaia. Il mercato della concorrenza quindi funziona: ne
danno prova le diverse cifre in merito a rendite di capitale, premi a rischio,
eccedenze, ecc.
Gli assicuratori vita sono disposti a contribuire alla riuscita delle riforme
tramite incremento della trasparenza, non da ultimo per migliorare i propri prodotti e quindi intensificare la concorrenza sul mercato. Contemporaneamente sono dipendenti dall‘esistenza di condizioni quadro favorevoli.
I seguenti elementi sono primordiali e necessari: facoltà di poter fissare
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ex-ante il tasso d‘interesse minimo dei capitali della previdenza professionale; la possibilità di compensare alle variazioni dei processi di costo, di
rischio e di risparmio; l‘adozione della quota legale del 90% adottando il
rodato metodo basato sul rendimento e infine l‘odierna libertà di valutazione dei premi rischio. Ulteriori restrizioni minaccerebbero la realizzazione
e la messa in atto di importanti settori assicurativi quali le assicurazioni a
garanzia completa, così indispensabili per le piccole e medie aziende.
Necessità della quota legale fissa
La quota legale è la percentuale di distribuzione del risultato di gestione
tra gli assicuratori vita privati e le assicurazioni collettive. Il consiglio federale ha definito che almeno il 90 percento del ricavato, cioè degli introiti da premi (esclusi i premi-risparmio) e da guadagni sul capitale, vanno
a favore della collettività (i premi-risparmio sono al 100% a disposizione
dell‘assicurato).
L‘assicurazione collettiva – e quindi il modello dell‘assicurazione completa
– può funzionare solo se gli assicuratori mettono a disposizione capitale
proprio per coprire perdite. Si presuppone quindi che in anni di grassa si
possano generare ricavi sufficienti per conguagliare in tempo debito le perdite di capitale degli anni di magra. Con l‘inasprimento della quota legale
queste premesse non sarebbero più esaudite. Ciò vale ancor più dopo la
messa in atto del test svizzero di solvibilità da parte dell‘autorità federale
sulla sorveglianza dei mercati finanziari, con conseguenti norme più restrittive per la formazione e la conservazione del capitale solvente.
L‘ampliamento dell‘AVS non è
un‘alternativa
Associazione Svizzera d‘Assicurazioni ASA
L‘unione Svizzera dei Sindacati ha inoltrato a metà dicembre 2013 l‘iniziativa
popolare federale „AVSpiù“. Ne scaturisce la richiesta dell‘aumento del
10% delle pensioni, quindi l‘ampliamento generalizzato del 1° pilastro,
senza tener conto delle prospettive finanziarie della cassa. L‘accettazione
dell‘iniziativa „AVSpiù“ implicherebbe un aumento delle spese AVS pari a
3,7 miliardi di franchi. Una parte dei capitali verrebbe finanziata tramite
una nuova imposta sulle successioni, a tale scopo in febbraio 2013 è stata
inoltrata l‘iniziativa popolare federale „tassare le eredità milionarie per finanziare la nostra AVS“. Considerando i contenuti della riforma „Previdenza per la vecchiaia 2020“, l‘ASA respinge entrambe le iniziative popolari.
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