Riciclaggio. Prosciolto l`imprenditore di Salemi Nino

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Riciclaggio. Prosciolto l`imprenditore di Salemi Nino
08/04/2014 07:27:00
Riciclaggio. Prosciolto l'imprenditore di Salemi
Nino Scimemi
Il Gup Francesco Parrinello ha prosciolto il 55enne imprenditore Antonino Scimemi dall’accusa di
riciclaggio di denaro proveniente dal parco eolico di Salemi. Il giudice ha stabilito che ‘’il fatto non
sussiste’’. La Procura aveva chiesto il rinvio a giudizio. Il reato contestato all’imprenditore
riguardava 850mila euro, soldi arrivati in tre tranche nel 2008. Le indagini, coordinate dal pm Dino
Petralia, erano state svolte dalla Guardia di Finanza. Alla base dell’inchiesta un accredito
‘’sospetto’’ su un conto di Scimemi eseguito dalla moglie. L’indagine, nel dicembre 2012, sfociò
nel sequestro di beni per un milione e trecentomila euro a otto persone. Coinvolte società operanti
anche all'estero: Lussemburgo e Malta. Il sequestro riguardò 29 unità immobiliari, 4 auto, una moto
e 290 mila euro in titoli. Beni appartenenti a Scimemi, alla moglie Vita Alba Caradonna, alla madre
Giuseppa Angelo e al figlio ventottenne, Giacomo, nonché a Melo Martella, docente nella facoltà di
Economia a Messina, Gaetano Buglisi e la moglie Roberta Famà e Roberto Saia. Martella, Buglisi,
Famà e Saia, erano tutti titolari di società maltesi. Scimemi aveva reso dichiarazioni al gup un paio
di settimane fa. ‘’Il mio assistito – dichiarò, subito dopo, l’avvocato Simone Faiella, legale
dell’imprenditore – ha spiegato al giudice che si è trattato di operazioni reali originate dalla
necessità di disponibilità di denaro liquido, visto che Scimemi era stato raggiunto dall’applicazione
del sequestro di tutti i suoi patrimoni, sia privati che aziendali. Sequestri poi revocato all’esito
dell’assoluzione decretata al termine del processo celebrato davanti al collegio presieduto da
Gioacchino Natoli. In quell’occasione il mio assistito è stato assolto in formula piena: perché il fatto
non sussiste”. Si trattava del cosiddetto processo “Energia Pulita”. Il procedimento a carico di 13
imputati (tra cui Scimemi) che era scaturito dall’operazione delle Fiamme Gialle dell’ottobre del
2007 in seguito alla quale scattarono otto misure cautelari per associazione a delinquere finalizzata
alla truffa nei confronti dell'Unione europea. All’epoca furono sequestrate quattro aziende,
automezzi, conti correnti e denaro per oltre 500mila euro.
Dipendente del Provveditorato Opere pubbliche condannato per lesioni a collega
Quattro mesi di reclusione (pena sospesa) e tremila euro di risarcimento danni in favore della parte
civile. E’ quanto ha sentenziato il giudice monocratico Riccardo Alcamo nel processo che vedeva
imputato, con l’accusa di lesioni, un dipendente del Provveditorato opere pubbliche, Pietro
Buscaino. Secondo l’accusa, il 15 luglio 2010, intorno alle 14, Buscaino avrebbe aggredito un
collega, ferendolo a colpi di catena. Il fatto accadde alla stazione ferroviaria di Marsala, dove
entrambi erano appena scesi dal treno proveniente da Trapani. Vittima dell’aggressione fu Biagio
Valenti, detto ‘’Gino’’, cugino dell’ex sindaco di Petrosino. L’uomo si è costituito parte civile.
‘’Valenti – dicono i suoi legali, Stefano Pellegrino e Cettina Coppola – ha riferito di essere stato
colpito con una catena. In più l’imputato gli avrebbe mostrato una pistola, anche se non gliela
avrebbe puntata’’. Pare che a scatenare la furia di Buscaino sia stata la convinzione che il collega
avesse espresso commenti o giudizi su sua moglie.