Tutto il Brasile in dieci titoli

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Tutto il Brasile in dieci titoli
Tutto il Brasile in dieci titoli
Luciano Del Sette
LIBRI. Dall’Amazzonia a Caetano Veloso per addentrarsi nella immensa e complessa
dimensione brasiliana.
Secondo il parere di molti e accreditati esperti, nel 2016 il Brasile salirà al quinto posto nella
classifica mondiale delle potenze economiche. Ciò significa che, nonostante le ombre a volte
molto nette di scandali nel suo governo, Ignacio Lula da Silva detto Lula, presidente da due
mandati, ha lavorato e sta lavorando bene. Il 2016 sarà anche l’anno delle Olimpiadi di Rio de
Janeiro, ottima occasione per mettere sotto la luce dei riflettori internazionali non solo la città. E
il Brasile, di luce, ha davvero bisogno, per allargare la visione sempre troppo superficiale
dell’Occidente nei suoi confronti.
Si parla poco di grandi problemi come quello delle terre in mano a un pugno di grandi
proprietari, degli abissi economici e sociali che separano i poveri non tanto dai ricchi quanto
dalla classe media, della Teologia della Liberazione che sfida da decenni i poteri locali. Si parla
poco di storia, arte, musica, tradizioni. La cultura brasiliana, nell’opinione più comune e ristretta,
sta tutta nel Carnevale di Rio. Aggiungete il mito del sesso sfrenato, e il quadro desolante sarà
completo. E invece? Invece il Brasile e tutt’altro e molto altro. I dieci titoli che proponiamo sono
un buon viatico per entrare in una dimensione immensa e complessa, dove un romanzo o un
saggio sono ottima bussola per orientarsi e cercare di capire. Boa viagem, buon viaggio.
J. M. Blase de Roblès, Alcantara,
Frassinelli, pp. 724, € 22
Se mai ci andrete, impresa non difficile, vi convincerete subito che tra le rovine magnifiche di
Alcantara, Stato del Maranhão, Amazzonia si aggirano fantasmi di schiavi neri e di nobili
spietati. Qui sopravvive Eléazard, giornalista fallito, che riceve un manoscritto del Settecento,
sbucato dagli scaffali di una biblioteca di Palermo. In esso si narrano le vicende del gesuita
seicentesco Athanasius Kircher. Che da lì in poi si contrapporranno a quelle di Eléazard e degli
altri personaggi, sullo sfondo del Brasile di oggi. Dieci anni di lavoro per un’opera la cui
monumentalità non deve scoraggiare. Europa e Brasile si confrontano in un romanzo dove
sentimenti e situazioni adottano registri di varie altezze, ognuno dei quali incanta il lettore.
J. Cristophe Rufin, Rosso Brasile,
Robin BdV, pp. 470, € 18
Già vicepresidente di Medecins sans Frontières, Rufin è autore di altri due titoli, L’abissino e Il
persiano (Baldini Castoldi Dalai), che adottano la scelta del grande affresco letterario, narrato
però con bella scorrevolezza. Conferma di tale scelta viene da questo romanzo, uscito nel
2004, dove si narra dei destini di una spedizione che salpa verso il Brasile a metà del
Sedicesimo secolo per creare una provincia francese nella terra scoperta dai portoghesi. Il
comandante Villegagnon, il giovane Just, sua sorella Colombe, i marinai, si troveranno
catapultati in un mondo che sconvolge princìpi e idee, annienta convinzioni e certezze, adatta
alla sua realtà sentimenti come crudeltà e amore. Appassionante.
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Jorge Amado, Due storie del porto di Bahia,
Garzanti, pp. 305, € 8,50
Nessuna guida turistica, per quanto accurata, potrà mai reggere il confronto con le dritte
“involontarie” che i romanzi di Amado ambientati a Bahia forniscono al viaggiatore. Nonostante
conosca oggi molto turismo, il Pelourinho, cuore nero della città, è ancora quello di Amado:
puttane, ubriachi, ladri, mendicanti e, sullo sfondo, il sincretismo del Candomblè. Seguendo le
vicende di Quincas acquaiolo e del capitano Dante Vasco Moscoso de Aragão, si scoprono i
vicoli della Città Alta (quella Bassa è soprattutto grattacieli), il porto, gli odori della cucina di
strada, l’alcol della cachaça, gli accenti del portoghese parlato dai discendenti degli schiavi.
Questo e altro, legato dal collante di un’umanità che trasforma gli sconfitti in eroi.
Patricia Melo, Acqua Tofana,
Ibis, pp. 187, € 14,50
Opera prima di un’autrice che ha all’attivo titoli significativi come Elogio della menzogna
(Fanucci), Acqua Tofana è ambientato a San Paolo, una delle città più grandi e più inquinate
del mondo. La polizia non crede a Rita quando denuncia il marito come serial killer di molte
donne. E un serial killer ambisce a diventare l’anonimo impiegato, che medita l’omicidio della
sua obesa vicina di casa. Nel sovrapporsi delle due storie, il tema dell’alienazione metropolitana
supera i confini pur ben precisi di San Paolo, per divenire Male universale. La topografia umana
della capitale culturale ed economica del Brasile è secca, crudele e spiazzante. Come il
linguaggio della Melo.
Henrik Stangerup, Lagoa Santa,
Iperborea, pp. 383, € 13,50
Pubblicato da Iperborea, cui spetta il grande merito di aver portato in Italia il meglio della
letteratura del Grande Nord, il romanzo narra l’avventura autentica del naturalista danese Lund.
Nel 1835, lo scienziato arriva a Lagoa Santa, per trovare nelle caverne del Minas Gerais, lo
Stato brasiliano delle miniere, la chiave dell’Ordine universale che conduce l’uomo alla sua
liberazione. Il delirio progressivo di Lund, miscela di razionalità e ambizione, lo porta alle soglie
della scoperta, ma anche della pazzia. Lund, allora, sceglie la rinuncia. Vivrà ancora a lungo in
un mondo cui mai avrebbe pensato di poter appartenere. Conrad e London insieme, ma con
un’impronta di assoluta originalità.
Alessandra Vannucci, Un baritono ai Tropici,
Diabasis, pp. 127, € 15
La sua anima migrante riposa nel cimitero di Lussito, provincia di Acqui Terme. È passato poco
più di un secolo e mezzo da quando Giuseppe Banfi si imbarcò a Genova sul bastimento
Bricche Rosa, la prua puntata verso Rio de Janeiro. Come tanti italiani, Banfi cercava un Paese
che gli offrisse la possibilità di realizzare i suoi giovani sogni. Farà mille mestieri, fino a ottenere
la scrittura come baritono nel teatro lirico di Rio. Il diario del Brasile di Banfi ci viene restituito
dalla profonda e minuziosa cura di Alessandra Vannucci, e costituisce un’insolita storia fra le
tante degli italiani partiti in caccia di fortuna verso l’America.
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Frei Betto, Hotel Brasil,
Cavallo di Ferro, pp. 240, € 15
Può apparire quantomeno sorprendente che uno dei maggiori esponenti della Teologia della
Liberazione indossi i panni dello scrittore di romanzi gialli. E la sorpresa cresce quando, pagina
dopo pagina, si scopre che nei panni del giallista Frei Betto ci sta alla perfezione. Ma il mistero
appassionante del corpo con la testa mozzata ritrovato in una stanza dell’Hotel Brasil di Rio,
l’ambiguità del travestito Diamante e della tenutaria Dona Diño, l’innocenza di Candido e della
piccola Bia, sono per Betto altrettante chiavi per raccontare il Brasile emarginato, perseguitato
dalla polizia, affogato nella povertà, perso nei rivoli delle strade metropolitane.
Gianni Alioti, Chico Mendes,
Edizioni Lavoro, pp. 156, € 13
Nella storia delle lotte sociali nel quinto Paese più grande del mondo, la morte di Chico Mendes
rappresentò un capitolo particolarmente tragico. Il difensore dei seringueiros, i braccianti che
estraggono il caucciù dagli alberi delle piantagioni, fu assassinato il 22 dicembre 1988 nella sua
casa di Xapuri, Stato dell’Acre, dai sicari dei fazendeiros, i grandi proprietari terrieri. Alioti,
responsabile dell’Ufficio Internazionale della Fim Cisl, lo aveva intervistato tre mesi prima,
durante il terzo congresso della Cut (Confederação Unitaria dos Trabalhado- res). Nella
seconda parte, l’autore analizza i problemi e i rapporti odierni tra ecologia ed economia, dignità
del lavoro e salvaguardia dell’ambiente.
AA VV, 11 in campo, racconti di calcio brasiliano,
E/O, pp 136, € 12
Liquidare la passione brasiliana per il calcio nello spazio di uno stadio, sarebbe ingiusto e
sbrigativo. “O futebole” scorre nel sangue dei campioni e in quello dei bambini con la stessa
fluidità, è sogno coltivato da tutti e in tutte le classi sociali, è tifo (a torcida) che unisce, è
deserto urbano (assai più che in Italia) e assemblea televisiva quando si giocano i Mondiali, è il
grido «golassooo!» anche se il goal lo segna la squadra avversaria. L’intensità di questa
passione trova coinvolgente testimonianza in undici racconti di calcio carioca: cronache nella
cronaca dei 90 minuti, o di un pallone di stracci che tenta di rimbalzare sull’asfalto malridotto di
una strada di Rio. Sullo stesso tema, segnaliamo, di Drummond de Andrade, Quando è giorno
di partita, edito da Cavallo di ferro, con una prefazione di Pelé.
Caetano Veloso, Verità tropicale,
UE Feltrinelli, pp. 403, € 11
Padre fondatore del Tropicalismo, seconda rivoluzione musicale brasiliana dopo la bossa nova,
Cateano Veloso è da tempo una star a livello internazionale. Verità tropicale è certamente una
biografia della sua vita: musica, impegno politico, culto dell’amicizia e del sesso, Bahia con i
suoi amici di sempre e l’Europa con nuovi amici quali Federico Fellini e Michelangelo Antonioni.
Ma il libro costituisce anche una lunga dichiarazione d’amore al Brasile, in cui scorrono la
giovinezza spensierata, gli anni neri della dittatura, la speranza della rinascita collettiva, la
saudade dell’esilio e la felicità del ritorno. Cateano inizia così: «Lo dico spesso, se fosse dipeso
da me, Elvis Presley e Marylin Monroe non sarebbero mai diventati delle star». A voi leggere il
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seguito: intelligente, colto e provocatorio.
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