Clifford J. Ruddle - Studio Castellucci
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Clifford J. Ruddle - Studio Castellucci
La disinfezione idrodinamica Lo Tsunami endodontico Clifford J. Ruddle, DDS Esiste una gamma di opinioni estremamente diversificata riguardo alle possibilità di eseguire la detersione tridimensionale del sistema di canali radicolari. L’eliminazione del tessuto pulpare, dei batteri laddove presenti e dei relativi prodotti di degradazione dipende da una serie di procedure che comprendono il trattamento endodontico completo. Purtroppo, non esiste un unico faro in grado di illuminarci il cammino in direzione di un’endodonzia efficace e predicibile. Da una panoramica della letteratura emergono opinioni discordanti su una varietà di temi clinici di importanza fondamentale. A titolo di esempio, basterà ricordare che i batteri sono sempre presenti nei denti che presentano un fallimento endodontico, tuttavia quali siano i metodi più adatti ad eliminarli è un argomento ancora controverso. È in corso un acceso dibattito riguardante gli irriganti, la loro sequenza d’uso, o il volume intracanalare ideale per favorire la detersione tridimensionale. Le idee sono ancora confuse riguardo a una serie di argomenti, quali la concentrazione ideale, la temperatura ottimale o il lasso di tempo necessario affinché un dato reagente adempia alla sua funzione. La detersione e la disinfezione del sistema dei canali radicolari dipendono inoltre dalla conicità del terzo apicale e dal diametro terminale della preparazione finale; tuttavia, ancora una volta esistono opinioni discordanti riguardo all’influenza che questi obiettivi correlati della preparazione esercitano sul ricambio di un dato irrigante. Malgrado siano stati messi a punto vari approcci razionali al trattamento endodontico e siano state perfezionate precise tecniche, la verità è che solo sporadicamente le miglio- Pag. - 12 ri conquiste dell’endodonzia vengono applicate nella pratica quotidiana. Questo articolo passerà brevemente in rassegna gli obiettivi dell’endodonzia e i principi alla base di un trattamento ottimale. Ci soffermeremo soprattutto sui fattori che influenzano la disinfezione, e in particolare sulla disinfezione idrodinamica e su una tecnica clinica pensata per facilitare questo processo. PRINCIPI BASE DEL TRATTAMENTO ENDODONTICO I danni alla polpa conducono di frequente a infiammazioni irreversibili che rischiano di peggiorare fino all’ischemia, all’infarto, alla necrosi parziale o totale della polpa. Questi fenomeni si verificano in uno spazio caratterizzato da innumerevoli configurazioni anatomiche e irregolarità che si susseguono per tutta la sua lunghezza.1 I sistemi canalari contengono ramificazioni che comunicano con il legamento parodontale a livello della biforcazione, lateralmente, e spesso terminano apicalmente in molteplici forami.2 Di conseguenza, qualsiasi apertura metta in comunicazione il sistema dei canali radicolari con il legamento parodontale va interpretata come un porta d’uscita attraverso la quale possono passare eventuali prodotti di degradazione. Osservando le radiografie, è fondamentale tener presente che le lesioni di origine endodontica si formano accanto alle porte di uscita in seguito alla necrosi del tessuto pulpare.3 È possibile formulare una diagnosi migliore e portare a termine un trattamento più efficace delle lesioni di origine endodontica una volta riconosciuta la correlazione esistente tra il decorso della malattia L’Informatore Endodontico Vol. 10, Nr. 3 2007 Figura 1a Radiografia preoperatoria di un primo premolare superiore. Un cono di guttaperca mostra la presenza di un tragitto fistoloso e di una lesione di origine endodontica. 1a della polpa e la fuoriuscita di sostanze irritanti lungo questi sentieri anatomici (Fig. 1).4 OBIETTIVI ENDODONTICI Salvo in rari casi, le lesioni di origine endodontica guariscono normalmente in seguito all’estrazione del dente poiché questa procedura non solo rimuove il dente ma, cosa più importante, elimina al 100% il contenuto del sistema dei canali radicolari. Come l’estrazione, il trattamento endodontico si pone l’obiettivo di liberare il sistema dei canali radicolari di tutta la polpa, di eventuali batteri e delle sostanze irritanti da questi prodotte. Gli obiettivi biologici del trattamento endodontico consistono nel rimuovere il dente in quanto causa di irritazione per l’apparato di sostegno. Schilder 5 è stato il primo a formulare una serie di obiettivi meccanici in grado di promuovere una detersione ed un’otturazione tridimensionali del sistema dei canali radicolari. Con l’esclusione dei 1b denti irrimediabilmente compromessi dal punto di vista parodontale o con fratture radicolari, il trattamento endodontico completo può aspirare ad un successo molto vicino al 100%.5 Restaurare adeguatamente il dente trattato endodonticamente è essenziale Figura 1b Una radiografia effettuata 10 anni dopo il trattamento rivela un’eccellente guarigione e conferma l’importanza di trattare i sistemi dei canali radicolari. Pag. - 13 PROFILO DELL’AUTORE. Il Dr. Ruddle è il fondatore e il direttore dell’Advanced Endodontics®, un istituto formativo internazionale, a Santa Barbara, California. È Assistant Professor per il corso di laurea in Endodonzia all’Università Loma Linda e all’Università della California, a Los Angeles. È inoltre Associate Clinical Professor all’Università della California, San Francisco, ed è Adjunct Assistant Professor of Endodontics presso la University of the Pacific, School of Dentistry. È autore di due capitoli dell’ottava edizione di Pathways of the Pulp: “Cleaning & Figura 2 La sagomatura dei canali facilita sia la detersione che l’otturazione tridimensionale. Un trattamento endodontico completo è il fondamento della protesi parodontale. 2 per un successo a lungo termine e costituisce ciò che Southard ha definito “il resto del sigillo” (Fig. 2).6 FATTORI CHE INFLUENZANO LA DISINFEZIONE Nel contesto di questo articolo, le parole “disinfezione” e “detersione”, usate come sinonimi, indicano la ripulitura completa, l’eliminazione dello smear layer nonché la distruzione e rimozione del biofilm da tutti gli aspetti del sistema dei canali radicolari. La ripulitura consiste nel liberare lo spazio dei canali radicolari dal tessuto pulpare, da eventuali batteri e dalle sostanze irritanti da questi prodotte. Lo smear layer si forma sulle pareti del canale come sottoprodotto di qualunque strumento utilizzato per tagliare la dentina. I detriti dentinali, in combinazione con un reagente, formano il fango dentinale. Quest’ultimo va considerato alla stregua di un cocktail patogeno poiché potenzialmente ospi- Pag. - 14 ta residui di tessuto pulpare, batteri e sostanze irritanti prodotte da questi ultimi. È noto che i batteri invadono i tubuli dentinali ed è stato dimostrato che i canali laterali sono frequentemente bloccati dal fango dentinale (Fig. 3).7 Vale la pena insistere su questa distinzione poiché la maggior parte dei colleghi considera un canale bloccato come un inconveniente apicale tale da impedire ad una piccola lima flessibile di scivolare facilmente e accuratamente fino al termine del canale.8 Di recente, è cresciuto l’interesse nei confronti dei biofilm e del ruolo che questi giocano nella prognosi endodontica.9-10 Un biofilm è una comunità strutturata di batteri chiusi in una matrice protettiva di polisaccaride che aderisce alla superficie del canale radicolare. Si è inoltre osservato che frammenti di biofilm sono in grado di disgregarsi, spostarsi e poi riattaccarsi a qualsiasi superficie del sistema dei canali radocolari, inclusi i tubuli den- Shaping the Root Canal System” e “Nonsurgical Endodontic Retreatment”. E’ anche autore di due capitoli della nuova edizione inglese del testo Endodonzia del Dr. Castellucci: “The ProTaper Technique” e “Micro-Endodontic nonsurgical retreatment”. È conosciuto a livello internazionale per aver insegnato l’endodonzia egregiamente tramite conferenze, articoli clinici, manuali professionali, video e DVD. Gestisce inoltre uno studio privato a Santa Barbara. Può essere contattato al numero (800) 753-3636 o visitando il sito www.endoruddle.com. L’Informatore Endodontico Vol. 10, Nr. 3 tinali.11 I biofilm sulla superficie esterna del dente sono comunemente indicati con il termine “placca”. I metodi comunemente usati per rimuovere la placca dentale potenzialmente offrono gli approcci migliori per rimuovere un biofilm intracanalare. Logicamente, le procedure di detersione tridimensionale devono essere volte a distruggere qualsiasi biofilm, rompendone la matrice e portando questa massa infetta in soluzione così da poterla eliminare dallo spazio endodontico. I seguenti fattori, considerati indipendentemente e in combinazione, influenzano la detersione, e, in definitiva, i risultati del trattamento. Tali fattori verranno qui di seguito catalogati come procedure endodontiche, reagenti per la detersione e infine disinfezione idrodinamica. Procedure endodontiche Il trattamento endodontico completo 2007 consiste di una serie di procedure endodontiche. Di seguito identificheremo le procedure che hanno un impatto diretto sulla detersione, ponendo l’accento sul loro ruolo nella detersione del sistema dei canali radicolari. Accesso La preparazione della cavità d’accesso è un passo cruciale nel quadro di una serie di procedure potenzialmente in grado di determinare una detersione e un’otturazione tridimensionali del sistema dei canali radicolari.12 Occorre sempre preparare le cavità d’accesso in modo che il tetto della camera pulpare, inclusa tutta la dentina soprastante, venga rimosso. Le dimensioni della cavità d’accesso dipendono dalla posizione anatomica dell’orifizio (o orifizi). Le pareti assiali vengono estese lateralmente, cosicché l’orifizio (o gli orifizi) si trovi esattamente all’interno di queFigura 3 Questo disegno dimostra che gli strumenti per la sagomatura producono fango dentinale. Quando l’anatomia laterale è ostruita, le potenzialità dell’irrigazione risultano limitate. 3 Pag. - 15 La disinfezione idrodinamica Lo Tsunami endodontico facilmente in un orifizio pre-svasato. Le cavità d’accesso molto spaziose rappresentano un’apertura ottimale per le procedure di detersione e sagomatura (Fig. 4). La sagomatura facilita la detersione Schilder ha delineato gli obiettivi meccanici della preparazione di un canale, obiettivi che, una volta ultimata la preparazione, consentono di raggiungere gli obiettivi biologici necessari per un successo predicibile. Il senso comune ci dice che due oggetti non possono occupare il medesimo spazio allo stesso tempo. In questo senso, occorre eliminare completamente il materiale organico per fare spazio ai materiali da otturazione. È fondamentale capire che i canali non sagomati non possono essere detersi. La sagomatura facilita la detersione rimuovendo le interferenze dentinali in modo da consentire l’accumulo di una maggiore e più efficace riserva di irrigante. La sagomatura consiste nella preparazione di una cavità “logica”, specifica per l’anatomia di qualsiasi radice. Una sagomatura completa consente di trattenere un maggiore volume di irrigante potenzialmente in grado di circolare, penetrare e detergere tutti gli aspetti del sistema dei canali radicolari.13-14 4a 4b Figura 4a La foto mostra la cavità d’accesso eseguita attraverso una corona fusa. Si noti che questo molare inferiore ha tre orifizi mesiali. Figura 4b La radiografia postoperatoria mostra un accesso rettilineo e un trattamento endodontico completo. Pag. - 16 sto perimetro. Le pareti interne sono svasate e lisce così da fornire un accesso diretto all’orifizio e al sottostante sistema dei canali radicolari. Le potenzialità della detersione e della sagomatura aumentano quando gli strumenti passano agevolmente attraverso l’apertura occlusale, scivolano senza sforzo lungo le pareti assiali lisce e vengono inseriti Tecnica di preparazione La tecnica di preparazione utilizzata influenzerà le potenzialità delle procedure di irrigazione e detersione. Ad esempio, per la sagomatura dei canali sono state suggerite le tecniche stepback, la crown-down e l’allargamento coronale precoce o pre-allargamento. Ciascuna di queste tecniche è stata descritta in diversi modi, presenta dei vantaggi ed è stata sviluppata per mi- L’Informatore Endodontico Vol. 10, Nr. 3 gliorare i metodi di preparazione canalare.15 Sebbene ogni tecnica sia virtualmente in grado di produrre la stessa sagomatura finale, si tratta di metodi profondamente diversi, pensati per preparare uno spazio all’interno del canale in base a una precisa sequenza di strumenti. Uno dei principali vantaggi della tecnica di pre-allargamento è che si prefigge anzitutto la rimozione delle interferenze dentinali dei terzi coronale e medio del canale.13 Un canale pre-allargato contiene un maggiore volume di irrigante che, a sua volta, favorisce il suo ricambio durante la fase di preparazione del terzo apicale del canale. La capacità di detergere un sistema canalare dipende poi dalla sezione trasversale di uno strumento. La pratica clinica dimostra con sempre maggiore evidenza che gli strumenti dotati di lame piatte tendono a raschiare, lisciare e a intrappolare una maggiore quantità di fango dentinale nell’anatomia laterale, mentre gli strumenti dalle lame più taglienti tendono a tagliare la dentina in maniera più pulita. Due ulteriori fattori che influenzano il ricambio dell’irrigante e la sua capacità di detergere un sistema di canali radicolari sono la conicità della preparazione e il diametro terminale del canale.16 Questi due fattori sono strettamente correlati tra loro e influenzano il ricambio dell’irrigante e quindi la sua capacità di detergere il canale. Le tecniche meccaniche utilizzate devono rispettare l’anatomia e non devono allargare eccessivamente la regione apicale del canale. Vale la pena sottolineare e tenere bene a mente che è lo strumento che sagoma il canale ma che sono gli irriganti quelli che detergono il sistema dei canali radicolari (Fig. 5). Irriganti per la detersione Gli irriganti intracanalari e la loro sequenza d’uso sono fattori significativi che influenzano la detersione. Sono in corso indagini cliniche sempre più approfondite volte a identificare gli irriganti migliori nonché la loro concentrazione ottimale e la temperatura 2007 Figura 5a Questa immagine evidenzia l’anatomia tipica di un molare. Si notino gli istmi, le anastomosi e le molteplici porte di uscita. Figura 5b L’immagine mostra che i canali ben sagomati agevolano il ricambio di irrigante. Un’irrigazione attiva favorisce la detersione tridimensionale e il trattamento endodontico completo. 5a 5b Pag. - 17 La disinfezione idrodinamica Lo Tsunami endodontico diamminotetraacetico (EDTA) (Roth International).18-20 Di seguito descriveremo l’utilizzo di queste soluzioni intracanalari per ottenere la detersione tridimensionale. Figura 6 La sezione istologica di un premolare superiore conferma che gli strumenti sagomano i canali ma che il merito di aver ripulito il canale laterale spetta all’ipoclorito di sodio (Per gentile concessione del dottor Gery Grey; Greenbrae, California). 6 ideale.17 È importante sviluppare protocolli per specificare la frequenza, il volume e il tempo di cui una data soluzione necessita per detergere un sistema di canali radicolari. La capacità di ripulire e disinfettare lo spazio canalare dipende anche dall’utilizzo, alternato o in combinazione, di specifiche soluzioni intracanalari. Di recente, sono state messe a punto le cosiddette “soluzioni per il lavaggio finale” e se ne è suggerito l’utilizzo per migliorare la detersione dei canali radicolari. Tra le soluzioni per il lavaggio finale si possono citare, a titolo di esempio, il Bio-Pure MTAD Antibacterial Root Canal Cleanser (Dentsply Tulsa Dental Specialties), lo Smear Clear (SybronEndo) e la clorexidina (CHX). In ogni caso, i più importanti irriganti di norma utilizzati per detergere un sistema di canali radicolari sono l’ipoclorito di sodio (NaClO) e l’acido etilen- Pag. - 18 Ipoclorito di sodio Negli Stati Uniti, il Clorox è la fonte che consente di ottenere l’ipoclorito di sodio (NaClO) alla concentrazione del 6%. L’ipoclorito di sodio è un irrigante potente e poco costoso in grado di distruggere spore, virus e batteri. È stato inoltre dimostrato che riesce a digerire tessuto pulpare sia vitale che necrotico in tutti gli aspetti del sistema dei canali radicolari (Fig. 6).21 Vari studi hanno dimostrato che riscaldandolo fino a una temperatura di circa 60°C, l’ipoclorito di sodio digerisce i tessuti in maniera molto più rapida e efficace.22 Le potenzialità di un irrigante aumentano al massimo quando questo viene riscaldato, fatto scorrere nei canali sagomati e quando ha molto tempo per lavorare.23-24 La frequenza dell’irrigazione dipende dal carico di lavoro che un particolare strumento deve svolgere. In generale, occorre irrigare più di frequente i canali più stretti, più lunghi e che presentano curvature più accentuate, specie se il sistema ha un’anatomia insolita. Non c’è accordo tra gli studiosi riguardo al volume di irrigante necessario per detergere un sistema di canali radicolari. Comunque, quando uno strumento è posizionato in un canale di dimensioni relativamente ridotte, tende a spostare l’irrigante. Quando lo strumento viene ritirato, l’irrigante rifluisce nello spazio che si viene a liberare. EDTA Agenti chelanti contenenti EDTA sono utilizzati per strumentare canali L’Informatore Endodontico Vol. 10, Nr. 3 2007 Figura 7 La fotografia al SEM dimostra che i canali preparati con ipoclorito di sodio al 5% riscaldato risultano ben detersi. Si noti che i tubuli sono liberi da detriti organici (Per gentile concessione del Prof. Elio Berutti;Torino). 7 dai diametri più piccoli e rimuovere lo smear layer dalle pareti della preparazione. In generale, un chelante viscoso ha la funzione di lubrificare, emulsionare e mantenere i detriti in sospensione nella fase iniziale di sondaggio dei canali. Lo scopo di un chelante in soluzione acquosa è quello di rimuovere lo smear layer durante e dopo le procedure di preparazione dei canali radicolari. L’EDTA è un surfactante che serve ad abbassare la tensione superficiale, migliorando la capacità di un irrigante di circolare e penetrare nei canali. È stato dimostrato che una soluzione acquosa di EDTA al 17% lasciata fluire per un minuto all’interno di un canale ben sagomato, dopo le procedure di preparazione, rimuove lo smear layer.25-26 Vari studi dimostrano che un utilizzo alternato delle soluzioni di ipoclorito di sodio ed EDTA durante le procedure di preparazione canalare riduce l’accumulo di detriti e lascia canali più puliti (Fig. 7).27-29 Una soluzione acquosa di EDTA favorisce la rimozione dello smear layer, che notoriamente intasa i tubuli dentinali e i canali laterali. Logicamente, la rimozione dello smear layer permette un migliore adattamento dei materiali da otturazione alle pareti dentinali della preparazione.30 Irrigazione passiva/attiva L’irrigazione passiva si inizia iniettando lentamente un irrigante in un canale. Con questo metodo, l’irrigante viene erogato passivamente in un canale attraverso una varietà di aghi flessibili di diverso calibro. L’ago è libero nel canale, non è impegnato, il che consente all’irrigante di rifluire e spostare i detriti coronalmente. Si possono scegliere aghi di misura inferiore per erogare l’irrigante più in profondità e con maggiore efficacia.31 Determinati aghi erogano l’irrigante attraverso l’estremità più distale, mentre altri si avvalgono di un sistema di erogazione provvisto di aperture laterali e di un’estremità chiusa.32 La len- Pag. - 19 La disinfezione idrodinamica Lo Tsunami endodontico ta iniezione dell’irrigante e il continuo movimento della mano consentirà di eliminare qualunque inconveniente con l’ipoclorito di sodio. L’irrigazione passiva ha i suoi limiti perché una riserva statica di irrigante riduce la capacità che ogni reagente ha di penetrare, circolare ed esercitare la sua azione di detersione in ogni aspetto del sistema dei canali radicolari. L’irrigazione attiva è concepita come un’attivazione idrodinamica fluida e promette una più efficace detersione in tutti gli aspetti del sistema dei canali radicolari. Un numero sempre maggiore di studi dimostra che l’attivazione fluida, all’interno di canali ben sagomati, gioca un ruolo strategico nella detersione e nella disinfezione di tutti gli aspetti del sistema dei canali radicolari, compresi i tubuli dentinali, i canali laterali, gli istmi e le anastomosi.33-35 L’obiettivo fondamentale su cui occorre concentrarci oggi è come attivare una data soluzione per massimizzare il fenomeno idrodinamico. Alcuni metodi tradizionali prevedevano di riscaldare un irrigante mediante dispositivi di trasferimento del calore o attraverso strumenti metallici vibranti in maniera attiva o passiva a base di energia ultrasonica. Altre possibilità consistevano nell’usare soluzioni ad attivazione elettrochimica, o muovere delicatamente su e giù i coni master di guttaperca perfettamente provati nel canale, per spostare e favorire il ricambio di un dato reagente. Attualmente si vanno affermando vari metodi aventi lo scopo di attivare una soluzione intracanalare. Tra questi ricordiamo la cannula Navi-Tip FX (Ultradent Products), i nuovi strumenti rotanti in plastica F FilesTM (Plastic Endo), strumenti di irrigazione a pressione negativa o sotto vuoto,36 e cannule Pag. - 20 metalliche ad attivazione ultrasonica.37 Indipendentemente dal metodo specifico, l’obiettivo è migliorare il ricambio dell’irrigante intracanalare. Un altro metodo per inattivare i batteri si avvale della disinfezione fotoattivata (PAD).11 Clinicamente, questa tecnica prevede l’erogazione in un canale ben sagomato di una soluzione fotosensibilizzante, come il cloruro di tolonio. Questo irrigante intracanalare colpisce specifici batteri legandosi alle cellule microbiche o entrando al loro interno. Un laser a diodo di bassa potenza è utilizzato per colpire i batteri così evidenziati e quindi inattivarli. Una volta identificati i vari metodi a disposizione, la difficoltà consiste sempre nel raggiungere, penetrare e uccidere i batteri che notoriamente si proteggono con il fango dentinale, le loro stesse secrezioni e i biofilm. Ad aggravare la difficoltà di uccidere i microrganismi sta la loro capacità di nascondersi in uno spazio dall’anatomia complessa. Il fenomeno idrodinamico è stato identificato come probabilmente l’unico modo per compromettere l’aderenza del biofilm.11,38 Di seguito discuteremo un metodo nuovo, sicuro e facile per generare un potente fenomeno idrodinamico in qualsiasi soluzione intracanalare. Disinfezione idrodinamica L’EndoActivator System (Advanced Endodontics) consiste di un manipolo e di punte in materiale polimerico di varie dimensioni (Fig. 8). Questo sistema ad attivazione sonica è progettato per attivare in tutta sicurezza vari reagenti intracanalari e produrre un vigoroso fenomeno idrodinamico. È stato dimostrato che l’attivazione sonica rappresenta un metodo efficace per migliorare la disinfezione.39-40 Nei canali ben sagomati, questa nuova tecnologia consente L’Informatore Endodontico Vol. 10, Nr. 3 2007 Figura 8 Il sistema EndoActivator è concepito per trasmettere una vigorosa energia al fenomeno idrodinamico in condizioni di sicurezza. 8 Figura 9a L’immagine al SEM a 500 ingrandimenti dimostra che il sistema EndoActivator ha effettuato una completa detersione in questo canale ben sagomato. 9a di disinfettare un sistema di canali radicolari tramite un metodo più sicuro, veloce ed efficace rispetto ad altri attualmente disponibili. Recenti ricerche hanno dimostrato che l’EndoActivator System è in grado di ripulire in profondità l’anatomia laterale e di rimuovere lo smear layer e gli ammassi di biofilm nei canali curvi dei molari (Fig. 9).41 Inoltre, l’attivazione idrodinamica offre un metodo più efficace sia per adattare 9b Figura 9b L’immagine al SEM a 2.000 ingrandimenti rivela una profonda detersione laterale e dimostra che il sistema EndoActivator ha distrutto sia lo smear layer che il biofilm. (Figure 9a-9b per gentile concessione del Dr Grégory Caron; Parigi). che per rimuovere l’idrossido di calcio, particolarmente difficile da rimuovere da zone anatomiche più complesse all’interno del canale radicolare.42 Inoltre, in canali dritti o anche molto curvi, questa tecnologia può essere usata per erogare l’MTA (Mineral Trioxide Aggregate, Dentsply Tulsa Dental Specialties) in denti con apice immaturo o in presenza di perforazioni iatrogene o patologiche. Nei ritrattamenti l’Endo- Pag. - 21 La disinfezione idrodinamica Lo Tsunami endodontico la strada all’otturazione tridimensionale e garantisce il successo a lungo termine del trattamento (Fig. 10). Di seguito descriveremo questa tecnologia spiegando come sia possibile integrare perfettamente l’EndoActivator System nella pratica quotidiana. 10 Figura 10 Questo secondo premolare superiore rivela un trattamento endodontico completo ed eseguito correttamente. Il Sistema EndoActivator è stato utilizzato per effettuare un’irrigazione idrodinamica (Per gentile concessione del dottor Robert H. Sharp; Sacramento, California). Pag. - 22 Activator System ha mostrato di essere capace di frantumare e rimuovere i residui dei precedenti materiali da otturazione. In un canale ben sagomato, l’efficacia clinica dell’EndoActivator è immediatamente apprezzabile. Durante il suo utilizzo, la punta dell’EndoActivator spesso solleva una nube di detriti facilmente osservabile all’interno della camera pulpare piena di irrigante. La funzione principale dell’EndoActivator è produrre un vigoroso movimento del liquido intracanalare mediante i fenomeni di cavitazione e “acoustic streaming”. Tale attivazione idrodinamica serve a migliorare la penetrazione, la circolazione e il flusso di irrigante nelle regioni più inaccessibili del sistema dei canali radicolari.43 La detersione dei sistemi dei canali radicolari apre Manipolo EndoDriver L’EndoDriver è un manipolo contrangolo sonico, ergonomico, senza fili, che vibra le punte dell’EndoActivator. Il manipolo viene attivato premendo leggermente il pulsante di accensione, che mette in funzione le punte in materiale polimerico resistenti e flessibili. Il motore sonico offre tre opzioni di velocità: 10.000, 6000 e 2000 cicli al minuto (cpm). Quando il motore viene attivato, la potenza è impostata a 10.000 cicli al minuto, che corrisponde alla velocità raccomandata per eseguire al meglio la detersione e la rimozione dello smear layer e dei biofilm. Infine, le altre velocità possono essere selezionate sulla base di differenti applicazioni e della potenza necessaria per portare a termine in maniera efficace determinate procedure cliniche. Il motore sonico è alimentato da una singola batteria alcalina AA o da una batteria al litio. A seconda della frequenza d’uso, si raccomanda di installare periodicamente una batteria nuova e completamente carica per lavorare con la massima efficacia. Per evitare infezioni, sono state progettate apposite protezioni di plastica in grado di scivolare facilmente sull’intero manipolo, incluso l’elemento motore (Fig. 11). È importante non sterilizzare il manipolo in autoclave né immergerlo in soluzioni detergenti; occorre semplicemente lavarlo bene con un adeguato disinfettante. Punte dell’EndoActivator Le punte dell’EndoActivator hanno un L’Informatore Endodontico Vol. 10, Nr. 3 meccanismo di inserimento e disinserimento a scatto di facile uso e hanno un codice cromatico comprendente i colori giallo, rosso e blu, che corrispondono rispettivamente alle dimensioni piccola, media e grande (Fig. 8). Più precisamente, le punte dell’attivatore contrassegnate dai colori giallo, rosso e blu corrispondono, rispettivamente, alle dimensioni delle lime 20/02, 25/04, e 30/06. Le punte, in materiale polimerico per uso medico, sono forti e flessibili ed hanno una lunghezza pari a 22 mm. È importante ricordare che le punte in materiale polimerico non tagliano la dentina e per questa ragione non determinano la formazione di gradini, trasporti apicali o perforazioni del canale. L’estremità coronale a forma di scodella funziona come barriera protettiva. Ogni attivatore è provvisto di anelli per il controllo della profondità, posizionati a 18, 19 e 20 mm. Le punte dell’EndoActivator sono strumenti monouso che non devono essere sterilizzati in autoclave. A volte, è possibile facilitare il posizionamento delle punte utilizzando la pinza ortodontica Bird Beak (HuFriedy) per dare loro una precurvatura. La punta dell’EndoActivator selezionata viene inserita sull’elemento motore al di sopra della protezione di plastica e viene agganciata con il dispositivo a scatto per assicurarla al manipolo (Fig. 12). Scelta della punta Una volta preparati i canali completamente, viene scelta una punta che rimanga libera e arrivi fino a 2 mm dalla lunghezza di lavoro. Tale punta sarà libera di muoversi migliorando la dinamica dell’irrigazione.35 Una preparazione non completa di un canale o la scelta di una punta troppo larga smorzerà o attenuerà il movimento della punta, con conseguente riduzione della sua capacità di mettere in movimento la soluzione. La punta vibrante deve essere spostata su e giù applicando brevi movimenti verticali con un’oscillazione di 2-3 mm, in modo da ottimizzare in maniera sinergica un potente fenomeno idrodinamico. In generale si è dimostrato che la velocità di 10.000 cicli per minuto consente di ottimizzare la ripulitura e favorisce la distruzione dello smear layer e del biofilm.41 Completata la procedura clinica, impugnate il collo del manipolo contrangolo e rimuovete la punta dell’attivatore ad esso collegata. La punta dell’attivatore e la guaina di protezione sono entrambe monouso. 2007 Figura 11 Le guaine di protezione per l’EndoActivator sono progettate per scivolare su tutto il manipolo, compreso l’elemento motore. Figura 12 La punta dell’attivatore viene selezionata, posizionata sopra l’elemento motore protetto dalla guaina e agganciata con un dispositivo a scatto che garantisce un collegamento solido e sicuro. 11 12 Pag. - 23 La disinfezione idrodinamica Lo Tsunami endodontico 13 14 Figura 13 Questa imagine clinica mostra l’EndoActivator System in uso. Si noti l’attivazione del fluido. L’immagine consente di apprezzare il potenziale di questo strumento ai fini della ripulitura. Figura 14 L’immagine raffigura un canale radicolare simulato. La punta dell’Activator è usata con un movimento di pompaggio per produrre una vigorosa azione idrodinamica. Pag. - 24 Applicazione clinica Anche se vi abbiamo già fatto riferimento in questo articolo, vale la pena insistere sull’importanza della sagomatura dei canali. Canali ben sagomati e completamente conici trattengono un’efficace riserva di irrigante che, una volta attivato, è in grado di circolare, penetrare nei canali e digerire il tessuto nonché rimuovere i detriti da tutti gli aspetti del sistema dei canali radicolari. Utiliz- zando clinicamente l’EndoActivator System, si osserva un vigoroso movimento di liquidi all’interno della camera pulpare (Fig. 13). Per quanto questa turbolenza sia un’osservazione stimolante, è necessaria un’indagine scientifica per comprendere appieno la portata di questo fenomeno in un canale ben sagomato. Al fine di valutare meglio il fenomeno idrodinamico al di sotto dell’orifizio canalare, sono stati e vengono tuttora condotti vari esperimenti scientifici che consentono di visualizzare i risultati della cavitazione e dell’acoustic streaming, così come del lavaggio primario e secondario all’interno di un sistema dei canali radicolari (Fig. 14).34-35,44 Il gruppo del Dr. Machtou ha dimostrato l’efficacia dell’EndoActivator ai fini della ripulitura dei canali dai detriti, della rimozione dello smear layer e della distruzione dei biofilm.41 Il fenomeno idrodinamico si verifica quando una punta vibrante genera l’attivazione del liquido e produce le onde intracanalari così come, nel mondo fisico, l’attività sismica subacquea rilascia energia che può formare un’onda anomala chiamata Tsunami. In ambito endodontico, possiamo dire, metaforicamente, che l’energia vibratoria all’interno di un canale ben sagomato e riempito di liquidi produce onde intracanalari. Alcune onde si infrangono, creando bolle che oscillano all’interno della soluzione irrigante. Queste bolle si espandono e divengono instabili, poi collassano in quella che comunemente si definisce un’implosione. Ogni implosione irraggia tsunami in miniatura, o onde d’urto che si dissolvono a un ritmo di 25.000-30.000 volte al secondo.37 Le onde d’urto penetrano potentemente nei canali, rompono biofilm potenzialmente infestati da batteri e detergono le superfici. Le bolle che implodono fanno L’Informatore Endodontico Vol. 10, Nr. 3 aumentare la temperatura fino al livello desiderato e sono in grado di esercitare una significativa pressione sull’irrigante canalare che, in uno spazio microscopio, favorisce la detersione della superficie. Ulteriori studi hanno dimostrato che l’idrodinamica dei fluidi è l’unico meccanismo che consenta di pulire le superfici e i sistemi dei canali radicolari.11,14 Gulabivala ha dimostrato nei denti estratti che l’agitazione del liquido rimuove i biofilm. Ha inoltre provato che il fenomeno idrodinamico dipende da vari fattori, quali la sagomatura del canale, le dimensioni della punta di attivazione, il tempo di attivazione, il volume di irrigante, il movimento dell’attivatore e la temperatura dell’irrigante.45 Il team di Lambrecht asserisce che l’attivazione del fluido insieme al PAD è assolutamente necessaria per ottimizzare la detersione tridimensionale.11 Al termine delle procedure di preparazione dei canali radicolari, il protocollo clinico prevede l’utilizzo dell’EndoActivator per agitare la soluzione intracanalare di ipoclorito di sodio alla massima potenza per 60 secondi. Agitare un reagente intracanalare consente di smuovere i detriti e di riportarli in soluzione. A tal fine, occorre effettuare un’irrigazione voluminosa e un’aspirazione intracanalare per rimuovere questi detriti liberi.36 Tale procedura deve essere ripetuta per ciascun irrigante intracanalare utilizzato o finché non si constata che il fluido nella camera pulpare è limpido. Dopo aver utilizzato l’ipoclorito di sodio, si irriga con una soluzione di EDTA al 17% e a questo punto si usa nuovamente l’EndoActivator per agitare anche questa soluzione intracanalare per altri 30 secondi. Logicamente una migliore detersione offre maggiori possibilità per eseguire un’otturazione tridimensionale e garantire un successo a lungo termine (Fig. 15). PROSPETTIVE FUTURE L’endodonzia clinica sta vivendo un momento turbolento ed entusiasmante al tempo stesso. In futuro, il merito di aver trattato efficacemente determinati casi verrà attribuito all’endodonzia completa, mentre apparirà chiaro che i fallimenti saranno dovuti a mancanze inerenti il trattamento primario. Uno dei principali progressi cui assisteremo nei prossimi anni sarà lo sviluppo di metodi specifici in grado di promuovere una detersione tridimensionale. Continueranno ad emergere tecnologie innovative che consentiranno alle tecniche endodontiche di progredire sempre di più verso l’obiettivo biologico di una ripulitura e disinfezione complete. Quando la nostra professione riconosce l’importanza di trattare l’intero sistema dei canali radicolari, a quel punto avremo risolto l’ultima grande controversia e l’endodonzia diventerà divertente. 15a 2007 Traduzione dell’articolo originale: Hydrodynamic disinfection Tsunami Endodontics Dentistry Today 26(5): 112-117, 2007 Copyright©Dentistry Today Inc. Figura 15a La radiografia di questo incisivo centrale superiore destro rivela una calcificazione coronale e un riassorbimento a livello del terzo medio. Figura 15b La radiografia postoperatoria mostra il risultato della sagomatura, dell’attivazione dei fluidi e l’otturazione tridimensionale. 15b Disclosure: Il dottor Ruddle nutre un interesse finanziario nei confronti dei prodotti che progetta e sviluppa, compreso l’EndoActivator System. Pag. - 25 La disinfezione idrodinamica Lo Tsunami endodontico BIBLIOGRAFIA 1) - Brown WP, Herbranson EJ: Brown and Herbranson Imaging: www.brownandherbranson.com/tutorial_atlas.shtml. root canal systems. In Pathways of the Pulp, 8th ed., Cohen S, Burns RC, eds. St. Louis: Mosby, pp. 231-291, 2002. 2) - Schilder H: Cleaning and shaping the root canal, Dent Clin North Am 18:2, pp. 269-296, April 1974. 14) - Machtou P: Irrigation investigation in endodontics, Masters Thesis, Paris VII, Paris, France, 1980. 3) - Schilder H: Ch. 6, Canal debridement and disinfection. 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