Le procedure di lavoro per garantire la sicurezza

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Le procedure di lavoro per garantire la sicurezza
PREVENZIONE E PROTEZIONE
Articolo
l In arrivo una nuova norma per la qualificazione delle imprese
Le procedure di lavoro
per garantire la sicurezza
negli “ambienti confinati”
F
are riferimento ad ambienti confinati e sospetti di inquinamento vuol dire contemplare una
moltitudine di situazioni che non possono essere normate in dettaglio dal legislatore essendo
troppo numerose e diverse. L’unica strada percorribile è quella in cui il RSPP, con il supporto
degli addetti ai lavori, deve predisporre alcune procedure che devono essere adottate in cantiere,
illustrandone i contenuti al personale operativo, verificandone periodicamente l’applicazione con
apposite ispezioni, aggiornandole e modificandole qualora la specifica attività lo richieda.
l di Flavio Mazzini, esperto in sicurezza del lavoro in Genova ­
componente della Commissione sicurezza presso il Consiglio Nazionale dei Periti Industriali.
In alcune parti il D.Lgs. n. 81/2008 ha ripor­
tato alcune indicazioni per quanto concerne
le attività in ambienti confinati e sospetti di
inquinamento, che sono:
l
art. 66, «Lavori in ambienti sospetti di inqui­
namento»;
l
art. 121, «Presenza di gas negli scavi»;
l
punto 3, Allegato IV, «Vasche, canalizza­
zioni, tubazioni, serbatoi, recipienti, silos».
Le prescrizioni in materia, così distribuite, so­
no risultate disomogenee e in parte ridondan­
ti poiché è il risultato di una trasposizione nel
D.Lgs. n. 81/2008 dei decreti presidenziali
degli anni ’50 (il D.P.R. n. 547/1955 e il
D.P.R. n. 164/1956).
Per la loro generalità e disorganizzazione pos­
sono unicamente essere prese come riferi­
mento o, meglio, come ossatura per la stesura
di specifiche procedure di lavoro di dettaglio
in cui sono studiate modalità operative, la cui
coerenza deve essere necessariamente verifi­
cata in campo.
È noto che la maggior parte degli infortuni,
tristemente noti perché mortali, è dovuta in
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larga parte all’inadeguatezza delle imprese
alle quali erano stati appaltati i lavori.
Non a caso il legislatore sta predisponendo un
provvedimento mirato a qualificare le impre­
se che operano in quegli ambienti focalizzan­
do l’attenzione su aspetti quali:
l
la formazione/informazione/addestramen­
to degli addetti;
l
il possesso di adeguati DPI, di strumenta­
zione e di attrezzature;
l
il coordinamento tra committente e appal­
tatore;
l
la presenza di procedure di sicurezza.
Con un esempio, è valorizzata l’importanza
delle procedure, che devono essere conside­
rate non come mero prodotto cartaceo ma
come inseparabile guida per gli addetti.
Alla stregua del libretto di uso di una mac­
china. La procedura illustrata nel riquadro 1
è essenzialmente strutturata in tre parti:
l
il sopralluogo e le verifiche preliminari ­
sono indicate le operazioni necessarie alla
preparazione del cantiere e all’organizza­
zione dell’intervento;
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le attività in ambiente confinato a rischio
esplosione per vapori ­ è esaminato il caso
in cui l’inquinante possa dare origine ad
atmosfere esplosive;
l
le attività in ambiente confinato sospetto di
inquinamento ­ è considerato il caso in cui
l’inquinante possa unicamente causare asfis­
sia o danni alla salute per inalazione di vapori.
Nel dettaglio sono analizzati temi più specifi­
ci, quali:
l
la valutazione dei rischi connessi e delle
possibili conseguenze per le persone;
l
le necessarie misure di prevenzione e pro­
tezione;
l
gli opportuni dispositivi di protezione indi­
viduali;
l
alcune disposizioni particolari.
È opportuno sottolineare che sono richiamate
altre procedure come:
l
la messa in sicurezza di parti di impianto
con apposizione di cartellino di avverti­
mento e di divieto;
l
la gestione delle emergenze (recupero di
un operatore incosciente dall’interno di un
serbatoio).
Questi ultimi due punti, per gli aspetti tratta­
ti, devono necessariamente integrare le pro­
cedure di lavoro propriamente dette.
l
l
Riquadro 1
• Attività in ambienti confinati e/o sospetti di inquinamento
Revisione del documento
Rev. N. e Data
Motivo della Revisione
Rev. 00 del ............................ Prima emissione
Redatto da
Verificato da
Controllato da
Approvato da
............................................... ............................................... ............................................... ...............................................
1.0 Scopo
Schematizzare le modalità operative che devono essere adottate durante le attività che devono essere svolte in ambienti
confinati di cui all’Allegato IV, punto 3, D.Lgs. n. 81/2008, e in ambienti sospetti di inquinamento di cui agli artt. 66 e 121,
D.Lgs. n. 81/2008, al fine di mettere in pratica gli accorgimenti necessari a eliminare potenziali fonti di rischio e ottenere
condizioni di lavoro tali da tutelare la sicurezza e la salute dei lavoratori dipendenti di (inserire nome azienda) S.r.l.
2.0 Applicabilità
Lavori di bonifica e/o di manutenzione e/o altro che deve essere svolto in:
l
ambienti confinati intesi come tubazioni, canalizzazioni, recipienti, vasche, serbatoi e simili, silos;
l
ambienti sospetti di inquinamento intesi come pozzi neri, fogne, camini, fosse, gallerie, cunicoli, recipienti, condutture,
caldaie e simili.
Con ambiente confinato s’intende, in genere, uno spazio circoscritto contraddistinto da un accesso disagevole e una
ventilazione sfavorevole, dove le attività di lavoro e le condizioni di vivibilità sono fortemente influenzate dalle caratteristi­
che proprie del luogo stesso.
3.0 Responsabilità
Il supervisore ai lavori o un suo sostituto dovrà:
l
applicare quanto prescritto nella procedura segnalando alla sede le eventuali incongruenze riscontrate;
l
informare i lavoratori sui rischi connessi allo svolgimento delle attività;
l
impiegare personale debitamente formato per eseguire le lavorazioni previste;
l
informare i lavoratori sui rischi già presenti nelle aree di cantiere eventualmente segnalati dal committente in
adempimento all’art. 26, D.Lgs. n. 81/2008;
l
partecipare alle iniziative del committente finalizzate alla promozione della cooperazione e del coordinamento per la
sicurezza di cantiere;
l
sospendere le lavorazioni in caso di pericolo grave e immediato.
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4.0 Sopralluogo e verifiche preliminari
Prima di iniziare qualsiasi attività:
l
verificare che l’ambiente confinato sia dotato di aperture di accesso aventi dimensioni tali da poter consentire
l’agevole recupero di un lavoratore privo di sensi;
l
acquisire dal committente, quando note, le schede di sicurezza del prodotto inquinante e visionarle in collaborazione
con un chimico al fine di determinare i rischi derivanti dall’esposizione all’inquinante stesso. In assenza di informazioni
certe analizzare l’inquinante;
l
individuare con la committenza possibili punti di allaccio delle utenze (acqua, forza motrice ecc.);
l
effettuare un’attenta ricognizione al fine di individuare i potenziali rischi presenti nelle immediate vicinanze dell’area
di cantiere dovuti, anche, all’eventuale presenza di attività condotte da terzi;
l
individuare la strumentazione necessaria al controllo degli ambienti (esplosivimetro tarato sul LEL dell’inquinante
individuato, rilevatore di O2, CO, H2S ecc.);
l
individuare l’attrezzatura necessaria all’intervento (per esempio, estrattore vapori, autorespiratore, compressore per
alimentazione aria remota alle maschere respiratorie, tripode con argano manuale, scale ecc.);
l
recuperare dal committente lo schema/disegno/progetto dell’ambiente in cui dovrà accedere il personale;
l
valutare la necessità di realizzare opere provvisionali per la sistemazione (eventuale) del tripode con argano manuale e/o per
rendere sicuro e agevole l’ingresso e l’uscita dall’ambiente di lavoro anche in caso di emergenza;
l
individuare quanto necessario alla cantierizzazione (recinzioni mobili, segnaletica stradale, agenti estinguenti, cartel­
lonistica di sicurezza ecc).
5.0 Attività in ambiente confinato a rischio esplosione per vapori
l
cantierizzare le aree di lavoro confinandole allo scopo di mantenere un’adeguata distanza di sicurezza da terzi e
possibili fonti di innesco e realizzare un presidio antincendio costituito, almeno, da due estintori a polvere da 6 Kg;
l
sistemare la segnaletica stradale (se necessario) e di sicurezza contenente le seguenti indicazioni minime:
­ “divieto di accesso ai non addetti ai lavori”;
­ “presenza di zone con pericolo di esplosione”;
­ “divieto di fumare”;
­ “divieto di usare fiamme libere”;
­ “divieto di utilizzo di cellulari, dispositivi elettrici ed elettronici”;
l
verificare che siano state eseguite le necessarie messe in sicurezza dell’ambiente di lavoro (disattivazione dei circuiti
elettrici, flangiatura delle tubazioni o lucchettatura delle valvole di intercettazione) applicando su tutti i punti di
scollegamento, intercettazione, sezionamento i cartellini con l’indicazione “Lavori in corso ­ non effettuare manovre”
datato e firmato congiuntamente dal supervisore ai lavori e dall’incaricato del committente (come da procedura PRCxx
“messa in sicurezza di parti di impianto con apposizione di cartellino di avvertimento e divieto”);
l
collegare a terra le masse metalliche di tutte le apparecchiature impiegate (per esempio, estrattore vapori, autospurgo,
gruppo elettrogeno ecc.) realizzando l’equipotenzialità con l’impianto di terra presente;
l
ventilare con l’estrattore vapori fino al raggiungimento di valori inferiori al LEL verificato con l’esplosivimetro a cura del
supervisore ai lavori. Le attività potranno continuare dopo il raggiungimento di questa condizione. La portata dell’estrat­
tore deve essere tale da garantire almeno 20 ricami aria/ora dell’ambiente confinato;
l
predisporre quanto necessario (per esempio, opere provvisionali, scale, tripode con argano ecc.) per l’accesso all’ambiente
di lavoro;
l
organizzare l’assistenza dall’esterno (per esempio, autorespiratori, ricetrasmettitori ATEX) con uno o più lavoratori situati
presso l’apertura che dovranno restare costantemente in contatto con chi accederà all’ambiente di lavoro;
l
indossare abbigliamento antistatico e imbracatura di sicurezza per accedere all’ambiente di lavoro confinato;
l
utilizzare appropriati APVR (maschera pieno facciale con filtri, qualora siano note le caratteristiche e la concentrazione
dell’inquinante e vi sia un’adeguata presenza di O2 o alimentata da aria remota) qualora non vi sia la certezza assoluta di
avere rimosso ogni agente inquinante dall’ambiente confinato;
l
utilizzare unicamente attrezzatura antiscintilla o antideflagrante ATEX;
l
in presenza di attività condotte all’interno di luoghi conduttori ristretti impiegare il trasformatore di isolamento;
l
ridurre la permanenza all’interno del luogo confinato svolgendo le attività nell’area esterna quanto più possibile.
5.1 Rischi connessi e possibili
conseguenze per le persone
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I possibili rischi e le relative conseguenze per le persone sono:
l
l’asfissia;
l
i danni alla salute per inalazione di vapori;
l
l’elettrocuzione;
l
l’esplosione;
l
l’incendio.
5.2 Misure di prevenzione e protezione
Le misure di prevenzione e protezione prevedono di:
l
non adottare comportamenti che, in genere, possano causare situazioni di pericolo;
l
non generare fonti di innesco e, in ogni caso, mantenere un’adeguata distanza e/o separazione tra le stesse e i materiali
combustibili;
l
coordinare le operazioni di cantierizzazione con le eventuali attività di terzi;
l
delimitare l’area di lavoro con rete in griglia leggera, transenne estensibili e nastro a bande bicolore allo scopo di mantenere
opportune distanze di sicurezza tra ambiente a rischio di esplosione e fonti di innesco;
l
occludere le eventuali caditoie e/o tombini presenti all’interno dell’area delimitata per evitare la possibile infiltrazione di
vapori e/o di liquidi;
l
sistemare l’apposita cartellonistica stradale e di sicurezza;
l
apporre i cartellini per segnalare la messa in sicurezza dell’impianto;
l
posizionare a terra almeno due estintori a polvere da 6 Kg;
l
controllare ripetutamente il valore percentuale del LEL (lower esplosive level), durante tutta la fase in cui l’operatore è
all’interno dell’ambiente confinato, con esplosivimetro dotato di allarme acustico;
l
controllare il valore dell’esplosività della miscela aria/vapori al momento della ripresa delle attività, successiva a una
sospensione di qualsiasi durata;
l
garantire il flusso continuo di aria alla maschera respiratoria pieno facciale e l’estrazione dei vapori con presenza di
operatori all’interno dell’ambiente confinato;
l
assicurare la presenza all’esterno dell’ambiente confinato di una o più persone in assistenza a chi opera all’interno dello
stesso;
l
utilizzare unicamente attrezzatura antideflagrante e utensileria manuale in materiale antiscintilla;
l
installare, se necessario, un quadro elettrico ASC a norma CEI EN 60439­4 (CEI 17­13/4) e, in caso di lavori in luoghi
conduttori ristretti, usare le uscite a 24 Volt dello stesso e trasformatore di isolamento per le uscite a tensioni superiori;
l
espellere la miscela aria­vapori estratta dall’ambiente confinato verso l’alto utilizzando eventualmente il tripode come
supporto. In ogni caso espellere in un punto sufficientemente distante dalle aree di lavoro e in cui siano assenti fonti di
innesco e di persone.
5.3 Dispositivi di protezione individuali
È necessario mettere a disposizione gli opportuni dispositivi di protezione individuale, quali:
l
una tuta in cotone di idonea grammatura e anti­statica;
l
una tuta monouso anti­statica e resistente agli agenti chimici;
l
degli stivali in gomma con suola anti­sdrucciolo e anti­statici;
l
dei guanti di protezione in gomma anti­aggressione chimica anti­statica;
l
una maschera respiratoria pieno facciale con filtri o alimentata ad aria (eventuale);
l
un’imbracatura di sicurezza anti­statica;
l
un autorespiratore e un cappuccio di soccorso.
5.4 Disposizioni particolari
Oltre alle misure di prevenzione e protezione già previste, occorre realizzare quanto segue:
l
prelevare l’aria esterna (ambiente) destinata all’alimentazione delle maschere respiratorie in un punto sufficientemente
distante dalle aree di lavoro privo di agenti inquinanti;
l
verificare periodicamente l’efficienza dell’autorespiratore;
l
gestire le emergenze come previsto dalla PRCxx “Gestione delle emergenze ­ Recupero di un operatore incosciente
dall’interno di un serbatoio”.
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6.0 Attività in ambiente confinato sospetto di inquinamento
Nelle attività in ambienti confinati con sospetto inquinamento è necessario:
l
cantierizzare le aree di lavoro confinandole allo scopo di mantenere un’adeguata distanza di sicurezza da terzi e realizzare
un presidio antincendio rappresentato, come minimo, da due estintori a polvere da 6 Kg;
l
sistemare la segnaletica stradale (se necessario) e di sicurezza;
l
verificare che siano state eseguite le necessarie messe in sicurezza dell’ambiente di lavoro (disattivazione dei circuiti
elettrici, flangiatura delle tubazioni o lucchettatura delle valvole di intercettazione) applicando su tutti i punti di
scollegamento, di intercettazione, di sezionamento i cartellini con l’indicazione “Lavori in corso ­ non effettuare
manovre” datato e firmato congiuntamente dal supervisore ai lavori e dall’incaricato del committente (come da
procedura PRCxx “messa in sicurezza di parti di impianto con apposizione di cartellino di avvertimento e divieto”);
l
ventilare con l’estrattore garantendo almeno 20 ricambi d’aria all’ora e monitorare la qualità dell’aria (per esempio,
tenore di O2 e CO). Le attività potranno continuare dopo il raggiungimento di questa condizione;
l
predisporre quanto necessario (per esempio, opere provvisionali, scale, tripode con argano manuale ecc.) per l’accesso
all’ambiente di lavoro;
l
organizzare l’assistenza dall’esterno (per esempio, autorespiratori, ricetrasmettitori) con uno o più lavoratori situati
presso l’apertura che dovranno restare costantemente in contatto con chi accederà all’ambiente di lavoro;
l
indossare l’imbracatura di sicurezza per accedere all’ambiente di lavoro confinato;
l
utilizzare appropriati APVR (maschera pieno facciale con filtri, qualora siano note le caratteristiche e la concentrazione
dell’inquinante e vi sia un’adeguata presenza di O2 o alimentata da aria remota) qualora non vi sia la certezza assoluta di
avere rimosso ogni agente inquinante dall’ambiente confinato;
l
in presenza di attività condotte all’interno di luoghi conduttori ristretti impiegare il trasformatore di isolamento;
l
ridurre la permanenza all’interno del luogo confinato svolgendo nell’area esterna quanto più possibile.
6.1 Rischi connessi e possibili conseguenze per le persone
I rischi connessi all’attività in ambiente confinato con sospetto di inquinamento e le possibili conseguenze per le
persone sono:
l
l’asfissia;
l
i danni alla salute per inalazione di vapori;
l
l’elettrocuzione.
6.2 Misure di prevenzione e protezione
Le misure di prevenzione protezione prevedono di:
l
non adottare comportamenti che, in genere, possano causare situazioni di pericolo;
l
coordinare le operazioni di cantierizzazione con le eventuali attività di terzi;
l
delimitare l’area di lavoro con rete in griglia leggera, transenne estensibili e nastro a bande bicolore allo scopo di
mantenere opportune distanze di sicurezza da terzi;
l
sistemare l’apposita cartellonistica stradale e di sicurezza;
l
apporre i cartellini per segnalare la messa in sicurezza dell’impianto;
l
posizionare a terra almeno due estintori a polvere da 6 Kg;
l
verificare costantemente la qualità dell’aria all’interno dell’ambiente confinato;
l
garantire l’estrazione dell’aria con presenza di operatori all’interno dell’ambiente;
l
garantire il flusso continuo di aria alla maschera respiratoria pieno facciale e l’estrazione dei vapori con presenza di
operatori all’interno dell’ambiente a sospetto di inquinamento;
l
assicurare la presenza all’esterno dell’ambiente di una o più persone in assistenza a chi opera all’interno dello stesso;
l
installare, se necessario, un quadro elettrico ASC a norma CEI EN 60439­4 (CEI 17­13/4) e, in caso di lavori in luoghi
conduttori ristretti, usare le uscite a 24 Volt dello stesso e trasformatore di isolamento per le uscite a tensioni superiori;
l
espellere la miscela aria­inquinante estratta dall’ambiente verso l’alto utilizzando il tripode come supporto. In ogni caso
espellere in un punto sufficientemente distante dalle aree di lavoro e in cui siano assenti persone.
6.3 Dispositivi di protezione individuali
I DPI necessari negli ambienti confinati sospetti di inquinamento sono:
l
una tuta in cotone di idonea grammatura;
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l
una tuta monouso resistente agli agenti chimici;
degli stivali in gomma con suola anti­sdrucciolo;
dei guanti di protezione in gomma anti­aggressione chimica;
una maschera respiratoria pieno facciale con filtri o alimentata ad aria (eventuale);
un’imbracatura di sicurezza;
un autorespiratore e un cappuccio.
6.4 Disposizioni particolari
Oltre a quanto già indicato per le misure di prevenzione e protezione, occorre realizzare quanto segue:
l
prelevare l’aria esterna (ambiente) destinata all’alimentazione delle maschere respiratorie in un punto sufficientemente
distante dalle aree di lavoro privo di agenti inquinanti;
l
verificare periodicamente l’efficienza dell’autorespiratore;
l
gestire le emergenze come previsto dalla PRCxx “Gestione delle emergenze ­ Recupero di un operatore incosciente
dall’interno di un serbatoio”.
Si ringrazia per la collaborazione la Società Maneco Servizi Ambientali Integrati.
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