Il contributo della BEI allo sviluppo regionale

Transcript

Il contributo della BEI allo sviluppo regionale
Evaluation
Il contributo della
BEI allo sviluppo
regionale
Rapporto
riepilogativo
sull’incidenza, in termini di
sviluppo
regionale,
dei
finanziamenti
accordati
dalla BEI per 17 progetti
situati in Italia e in
Portogallo
_____________________________________________
Realizzato da
PA Consulting Group
D. Stupples
N. Haque
N. Beare
V. Johnson
G. del Rey
M. Marshall
BEI – Dipartimento Valutazione (EV)
B. Rossert
J. Goodwin
Evaluation
Indice
Sintesi
1
1. Introduzione
3
2. Analisi dei singoli progetti
6
3. Impatto sullo sviluppo regionale: meccanismi
e indicatori
9
3.1 Conformità dei progetti ai Quadri comunitari
di sostegno
9
3.2 Difficoltà nella misurazione dello sviluppo regionale 10
3.3 Creazione di posti di lavoro
10
3.4 Checklist dei meccanismi di sviluppo regionale
11
3.5 Riepilogo dell’impatto dei progetti esaminati
sullo sviluppo regionale ( )
11
3.6 Tipologia dei progetti
14
3.7 Indicatori di sviluppo regionale
17
3.7.1 Sostenibilità
17
3.7.2 Pertinenza (impatto potenziale del progetto)
17
3.7.3 Impatto sullo sviluppo regionale (impatto effettivo
del progetto)
18
4. Il valore aggiunto apportato dalla BEI
19
4.1 La competitività della BEI
19
4.2 Altri benefici apportati dalla BEI
19
4.2.1 Complementarità con le banche commerciali
19
4.2.2 Effetto «aureola»
20
4.3 Miglioramenti possibili
20
4.3.1 Maggior flessibilità nella definizione del progetto 20
4.3.2 Istruttorie più brevi
20
4.3.3 Rinegoziazione delle condizioni
21
4.3.4 Sostegno ai progetti in difficoltà
21
5. Conclusioni e raccomandazioni
22
5.1 Risultati nelle aree di principale competenza della
Banca
22
5.1.1 Selezione dei progetti
22
5.1.2 Istruttoria dei progetti
22
5.1.3 Contributo al finanziamento di progetti
22
5.1.4 Contributo diretto ai progetti: la BEI come
apportatrice di innovazione
23
5.2 Raccomandazioni
24
5.3 Reazioni delle Direzioni BEI
25
La BEI ha un obbligo di riservatezza nei confronti dei titolari, dei
promotori e degli operatori dei progetti che sono oggetto del
presente rapporto. Né la BEI né i consulenti che hanno collaborato
allo
studio
costituire
divulgheranno
violazione
dall'accettare
di
a
tale
terzi informazioni che
obbligo,
qualsiasi obbligo di
astenendosi
possano
altresì
diffondere altre informazioni e
dal richiedere alle fonti pertinenti il consenso a farlo
2
Sintesi
Il presente rapporto riassume le principali risultanze emerse dalla valutazione ex-post
di 17 progetti finanziati dalla BEI in Italia (Abruzzo e Puglia) e in Portogallo (Centro e
Norte). L’analisi si è esplicata attraverso lo studio della documentazione di progetto
esistente presso la BEI, colloqui e una checklist di meccanismi di sviluppo regionale
applicata ad ogni singolo progetto.
Il rapporto è stato redatto congiuntamente dalla società PA Consulting Group e dal
Dipartimento Valutazione (EV) della BEI. L’indagine fattuale e l’analisi dei singoli
progetti era compito esclusivo del consulente esterno; il Dipartimento EV ha fornito
l’accesso alla documentazione interna. L’analisi in senso lato, le conclusioni e le
raccomandazioni sono invece opera comune.
Conclusioni principali:
1. La BEI può contribuire positivamente allo sviluppo regionale, ed è così per
la maggior parte dei progetti che essa finanzia. Lo studio ha riscontrato che
taluni progetti hanno avuto una notevole incidenza positiva sullo sviluppo regionale
e che non avrebbero potuto procedere come hanno fatto senza il contributo
finanziario della BEI. Dei 17 progetti esaminati, 9 hanno avuto sullo sviluppo
regionale un’incidenza positiva evidente e 5 un’influenza positiva limitata, mentre
in 3 casi l’effetto è stato negativo. Nella metà dei casi analizzati, il progetto è
servito a tenere in essere un’attività economica; in altre parole, senza il progetto vi
sarebbe stata la chiusura e la perdita di posti di lavoro. In oltre la metà dei casi, il
progetto ha determinato un miglioramento della posizione competitiva del
promotore.
2. Più di due terzi dei finanziamenti BEI negli Stati membri (il 71% dei mutui
individuali nel 1999) sono destinati alle aree assistite (di cui il 48%, nel 1999, alle
regioni dell’obiettivo 1). Tale andamento è conforme alla missione fondamentale
della BEI, consistente nel contribuire allo sviluppo costante ed equilibrato dei Paesi
dell’Unione, e all’obiettivo prioritario della Comunità d’investire nelle regioni meno
sviluppate. Poiché la BEI accorda finanziamenti e non sovvenzioni, la sua attività
rappresenta l’ottica «di mercato» nella politica regionale.
Nella misura del possibile, la Banca dovrà cercare di incorporare nella propria
pianificazione un’analisi più sistematica dei propri obiettivi di sviluppo regionale per
settore e per paese, e di migliorare gli strumenti di misurazione. La questione è
tuttavia oggetto di dibattito in seno alla Banca, date le difficoltà di ordine pratico e
concettuale che essa comporta.
3. La sensazione dei promotori è che la propria impresa abbia beneficiato
dell’accurato processo d’istruttoria condotto dalla BEI che, agli occhi degli
esterni, ha conferito al progetto anche il crisma dell’approvazione.
Tuttavia, alcuni promotori preferirebbero che la procedura d’istruttoria e di
approvazione dei mutui fosse più attenta alle esigenze dei clienti (più flessibile e
meno laboriosa).
4. Sia in Italia che in Portogallo, la BEI è stata in grado di offrire condizioni
di finanziamento (tassi d’interesse particolarmente favorevoli con
scadenze a lungo termine) che all’epoca dell’operazione non erano
reperibili altrove. L’attività di finanziamento della BEI è risultata complementare,
piuttosto che concorrenziale, rispetto a quella delle banche italiane e portoghesi.
1
Raccomandazioni principali
1.
Dando la priorità, nella sua attività di finanziamento, alle regioni
dell’obiettivo 1, la BEI apporta il suo contributo allo sviluppo regionale,
ma potrebbe sfruttare meglio il suo potenziale con una definizione più
precisa, in sede di selezione dei progetti, dei suoi obiettivi di sviluppo
regionale . Migliorare la selezione significa valutare ogni singola operazione a
fronte di una serie di indicatori di sviluppo e accertarsi che la scelta sia conforme
ai più ampi obiettivi di sviluppo dell’UE, mantenendo nei limiti del possibile
un’ottica «di mercato» verso la politica regionale. L’assunto che emerge dalla
maggior parte della documentazione BEI dei progetti, e cioè che tutti i progetti
situati in un’area definita come economicamente arretrata determinino lo
sviluppo della regione se presentano un tasso di rendimento economico
sufficiente, può essere valido come primo approccio, ma richiede un ulteriore
approfondimento. Occorre definire con maggior precisione il ruolo della BEI nello
sviluppo regionale (incluse le modalità d’interazione con la politica regionale
comunitaria e con le sovvenzioni della Commissione) e arrivare, all’interno della
Banca, ad un’opinione comune in materia.
2.
La BEI dovrebbe dare un contributo più attivo ai progetti, riconoscendo
espressamente il proprio ruolo nel promuovere l’innovazione e
incorporando informazioni e cognizioni nel processo di selezione,
istruttoria e finanziamento dei progetti. È ormai evidente che la crescita
basata sull’innovazione dà le migliori garanzie di successo ed è la più coerente
con l’attuale evoluzione dell’economia mondiale. La BEI dovrebbe inserirsi in
questo flusso.
Il presente studio fa avanzare la comprensione dell’incidenza, sullo sviluppo regionale,
dei progetti finanziati dalla BEI proponendo un nuovo strumento strategico (la
matrice), uno strumento valutativo (una checklist di meccanismi di sviluppo regionale)
e degli indicatori da utilizzare nella fase istruttoria. Ulteriori progressi sarebbero
necessari nell’ambito della metodologia di valutazione per valutare l’impatto del
finanziamento BEI sul progetto.
2
Il contributo della BEI allo
sviluppo regionale
Una valutazione dei finanziamenti accordati dalla
BEI per
17 progetti situati in Italia e in Portogallo
1. Introduzione
Il ruolo essenziale della BEI è quello di contribuire, con i suoi finanziamenti, a
migliorare la produttività nelle regioni in ritardo di sviluppo e, quindi, a promuoverne
lo sviluppo economico e sociale. Per questo motivo il Dipartimento Valutazione (EV)
della BEI ha indirizzato la sua attività essenzialmente alla valutazione dell’incidenza
della Banca sullo sviluppo regionale. Il Dipartimento EV ha condotto una serie di studi
settoriali (infrastrutture stradali e ferroviarie, industria, telecomunicazioni) che hanno
messo in evidenza le difficoltà metodologiche insite nella valutazione ex-ante e nella
dimostrazione ex-post dell’incidenza di un progetto sullo sviluppo regionale.
Il Dipartimento EV sta ora integrando quest’ottica settoriale con una serie di
valutazioni effettuate su base geografica. Per il primo di questi studi ha scelto quattro
regioni: Abruzzo e Puglia nel Mezzogiorno d’Italia; Centro e Norte in Portogallo.
Dall’analisi, effettuata su documenti, di tutti e 68 i progetti finanziati dalla Banca nelle
suddette quattro regioni nel periodo 1988-1998 emergono alcune conclusioni:
•
l’apporto finanziario della BEI è stato di entità significativa, essendo la Banca una
delle principali fonti di risorse finanziarie per questi progetti;
•
l’ottica di mercato che ha portato la Banca a cercare di soddisfare tutte le
ragionevoli richieste di fondi provenienti dalle regioni interessate ha fatto sì che i
progetti venissero selezionati secondo criteri generali di politica regionale, e non
nel quadro di una politica di sviluppo specifica;
•
molti progetti hanno subíto forti ritardi di attuazione, benché nella maggior parte
dei casi si trovassero in fase avanzata di costruzione quando il finanziamento della
Banca è stato approvato;
•
in alcuni casi, le analisi della domanda e della redditività effettuate in sede
d’istruttoria si sono rivelate troppo ottimistiche (1 ).
(1)
Questo aspetto è emerso in 9 casi su un totale di 68, ma occorre dire che le informazioni sulla
redditività erano disponibili solo per 18 casi. Ragionando col senno di poi, in almeno tre casi l’analisi
avrebbe dovuto portare a negare il finanziamento.
3
Un’analisi esterna parallela è stata effettuata nelle quattro regioni nei mesi di
settembre e ottobre 1999. Per tale analisi sono stati selezionati venti progetti da
valutare ( 2 ). La composizione del campione si è basata su tre criteri, che di fatto hanno
esaurito le possibili libertà di scelta (3 ):
•
dovevano esservi cinque progetti per ogni regione;
•
per ogni regione dovevano esservi, se possibile, progetti nei settori dell’industria,
delle infrastrutture, dei servizi e dell’energia;
•
dovevano essere selezionati progetti su larga scala e progetti su piccola scala.
Solo per 17 dei 20 progetti selezionati è stato possibile effettuare colloqui approfonditi
e visite in loco. (4 ) Per determinare l’impatto dei progetti sull’economia locale, si è
cominciato con l’analisi dettagliata della documentazione, per passare poi a colloqui
con i promotori ( 5 ) e a discussioni con le associazioni di categoria e i beneficiari del
progetto.
Strada facendo, è stato possibile mettere meglio a fuoco e consolidare la metodologia
per l’analisi dell’incidenza di un progetto sullo sviluppo regionale. È stata elaborata una
tipologia di progetti durevoli, in parallelo ad indicatori più specifici da utilizzare in
rapporto allo sviluppo regionale. Tipologia ed indicatori, utilizzati unitamente ai
risultati del lavoro sul campo, potranno servire a trarre precise conclusioni in merito
all’incidenza della BEI sullo sviluppo regionale. Si è cercato inoltre di definire l’impatto
della Banca sul singolo progetto (influenza della Banca sullo sviluppo regionale
attraverso il finanziamento e il progetto). Per concludere, sono state formulate
raccomandazioni per migliorare ulteriormente la metodologia e l’impatto della Banca.
Come dimostra lo studio di un caso specifico (v. riquadro più avanti), l’intervento della
Banca, abbinato ad una buona progettazione e ad una efficiente gestione del progetto,
può dare risultati decisivi. A tal fine, devono essere soddisfatte due condizioni:
•
il progetto deve avere un effetto positivo sullo sviluppo regionale;
•
l’intervento della Banca deve avere un effetto positivo sul progetto.
Il presente rapporto affronta questi due aspetti fondamentali. Dopo aver riepilogato le
principali caratteristiche di attuazione dei progetti, esso descrive la metodologia
adottata per valutarne l’incidenza sullo sviluppo regionale e presenta delle conclusioni.
Successivame nte, si indicano possibili miglioramenti della metodologia d’istruttoria e
di valutazione. Il rapporto passa poi alla seconda questione, esaminando le possibilità
per la Banca di apportare valore aggiunto ai progetti. Questa parte è più breve, sia per
carenza di dati sia a causa della metodologia di analisi che richiede un ulteriore
perfezionamento.
(2)
(3)
(4)
(5)
L’analisi di ogni singolo progetto è stata presentata alla BEI sotto forma di rapporto individuale, che
non viene pubblicato per motivi di riservatezza nei confronti del promotore e del progetto.
Laddove era possibile scegliere, si è proceduto per scelta casuale.
Degli altri tre progetti, uno situato in Italia aveva subito un ritardo di svariati anni e l’attuazione era
appena cominciata. A giudicare dalle informazioni a disposizione della Banca, gli altri due progetti,
situati in Portogallo, erano stati attuati e funzionavano in modo soddisfacente.
Per questi colloqui, è stato elaborato ed utilizzato un questionario standard (v. Allegato A).
4
In quali casi un progetto può considerarsi un successo sotto il
profilo dello sviluppo regionale?
Un esempio
Una fabbrica del tutto inefficiente si
trasforma in leader della produzione di
pneumatici
Nel Nord del Portogallo, una fabbrica di pneumatici lottava per stare al
passo con l’evoluzione tecnologica del settore. L’azienda era nota per la
bassa qualità della sua produzione, che le impediva di contare tra i suoi
clienti degli OEM (Original Equipment Manufacturers), per il suo scarso
adeguamento alle norme di tutela ambientale, per la sua poca efficienza,
per la scarsa motivazione e il forte assenteismo del suo personale, ed era
nel complesso considerata un’impresa di serie B.
Un’impresa di pneumatici del Nord Europa, che intendeva entrare nel
mercato iberico con uno stabilimento di produzione in loco, acquisì una
quota della società portoghese per costituire una joint venture. I nuovi
arrivati mantennero la struttura fisica della fabbrica esistente ma
introdussero nuova tecnologia e macchinari dei più avanzati, avviando
anche programmi di formazione per tutto il personale.
Per tutto il tempo del programma di ristrutturazione e ammodernamento la
produzione non venne interrotta. Il sistema modulare era difficile da
controllare e richiedeva una pianificazione e un’esecuzione più attente. Ma
il progetto si mantenne entro il budget previsto e giunse a compimento nei
tempi fissati, mentre la produzione e la vendita ininterrotte di pneumatici
assicuravano la totalità delle entrate previste.
La nuova società ha trasformato l’impianto produttivo e la forza lavoro. Ad
un anno di distanza dalla conclusione del progetto, la fabbrica portoghese è
diventata, sul piano internazionale, più efficiente della società madre, con
l’assenteismo ridotto da oltre il 10% al 4%. La società ha ora tra i suoi
clienti 9 OEM del settore automobilistico e si è aggiudicata più di
10 certificazioni ecologiche e di qualità, tra cui ISO 9002, ISO 14001, Fords
Q101 e Q1. L’organico complessivo è passato da 900 a 1450 unità e il
futuro del gruppo si presenta roseo. Garantendo contratti di acquisto a
lungo termine e supporto tecnico, l’impresa ha indotto i suoi subfornitori
(p. es. i fabbricanti di tessuti) a modernizzare la loro tecnologia, con
benefici effetti per l’intero settore dei pneumatici in Portogallo.
Considerata la sua poca efficienza e la sua scarsa reputazione, ben poche
banche portoghesi si aspettavano il successo finanziario di questa azienda.
Con il suo apporto di conoscenza e competenza nell’istruttoria di progetti,
la
BEI
ha
consentito
che
il
progetto
venisse
valutato
più
approfonditamente, classificato come finanziariamente valido e riconosciuto
come tale dalle banche locali.
Il pr incipale ostacolo per la società era l’ottenimento di mutui a lungo
termine per finanziare il progetto. Senza la capacità e la disponibilità della
BEI ad accordare un sostegno finanziario rimborsabile entro un termine
superiore ai 15 anni, il progetto probabilmente non sarebbe mai decollato.
5
2. Analisi dei singoli progetti
Dei nove progetti italiani, cinque erano situati in Abruzzo e gli altri in Puglia. Degli otto
portoghesi, quattro erano nella regione del Centro e quattro in quella del Norte.
Centro e Norte
Abruzzo
Puglia
In Portogallo, tre dei progetti esaminati riguardavano le infrastrutture di trasporto,
due l’approvvigionamento di energia e tre l’industria manifatturiera privata (due di
questi erano relativi al settore automobilistico). In Italia, due progetti facevano capo
alla pubblica amministrazione e uno era promosso da un ente pubblico in un settore
dei servizi. Gli altri progetti erano distribuiti in vari settori dell’industria privata, tra cui
alimentari, materiali edili, produzione di beni di consumo e distribuzione al dettaglio.
Per la maggior parte dei progetti, la BEI è stata il principale prestatore, con contributi
variabili dal 16% al 50%.
Segue una sintesi delle analisi relative ai singoli progetti:
1. Ammissibilità. Tutti i progetti erano situati nelle regioni dell’obiettivo 1, e
pertanto conformi all’articolo 267 a) del Trattato di Amsterdam (sviluppo
regionale) (6 ). I progetti riguardanti infrastrutture nei settori dell’energia e dei
trasporti erano anch’essi conformi allo stesso articolo, punto c) (sostegno alle
politiche comunitarie).
2. Conformità. Per tre dei progetti portoghesi e quattro dei progetti italiani si è
dovuto procedere a modifiche delle specifiche tecniche originarie. Sei progetti
portoghesi hanno superato il budget, cont ro un progetto italiano. Nove progetti
(quattro in Portogallo, cinque in Italia) hanno subíto ritardi di attuazione, da
imputarsi per lo più alle difficoltà incontrate con le amministrazioni locali. I
problemi amministrativi sono stati riscontrati in quattro progetti italiani e in uno
dei progetti portoghesi, mentre si è osservata una progettazione carente in uno dei
progetti italiani e in tre portoghesi. Per quanto di pertinenza, tutti i progetti erano
conformi alla vigente legislazione in materia di appalti.
(6)
L’articolo 267 del Trattato di Amsterdam corrisponde all’articolo 198 E del Trattato di Maastricht e
all’articolo 130 del Trattato di Roma.
6
3. Precisione delle previsioni. Per due dei progetti portoghesi e sei dei progetti
italiani le previsioni in materia di domanda finale si sono rivelate esatte. Per due
progetti, tali previsioni sono state troppo ottimistiche e in quattro la domanda è
stat a sottostimata. Per tre progetti, la futura domanda non era stata quantificata.
In un solo caso il tasso interno di rendimento finanziario (TIRF) è risultato più alto
del previsto. In tre progetti italiani è stato invece inferiore alle previsioni. Per la
maggior parte dei progetti non è stato possibile ottenere informazioni per il calcolo
del TIRF ex-ante o ex-post. Il tasso di rendimento economico (TRE) è stato
misurato per un progetto portoghese e per un progetto italiano, ma per mancanza
di dati non è stato possibile in entrambi i casi effettuare un calcolo ex-post. Uno
dei progetti portoghesi è risultato finanziariamente non sostenibile (7 ) (tale
situazione non si è verificata per i progetti italiani).
4. Primo finanziamento o operazioni rinnovate. Per tre dei progetti portoghesi e
due dei progetti italiani si è trattato di operazioni effettuate per la prima volta con
la BEI. Cinque società portoghesi hanno contratto o programmato un secondo
mutuo con la BEI. Tre società italiane, due delle quali non avevano mai operato
con la BEI, hanno dichiarato che prenderanno in considerazione un ulteriore
rapporto con la Banca. Una società era incerta, un’altra ha dichiarato che si
rivolgerà di certo nuovamente alla BEI alle condizioni attuali; altre non hanno fatto
commenti.
5. Caratteristiche del finanziamento. Le operazioni con le società portoghesi sono
state tendenzialmente di più lunga durata e hanno interessato una gamma più
ampia (ma comunque limitata) di monete, con differenze particolarmente marcate
per i progetti nei settori dell’energia e delle infrastrutture. Le società portoghesi
hanno intrattenuto un rapporto diretto con la BEI, fornendo garanzie tramite
banche nazionali, mentre le società italiane si sono rivolte alla BEI passando in
genere per intermediari bancari.
6. Finanziamenti in conto capitale. Per tutti i progetti è stata erogata almeno una
prima tranche anteriormente all’inizio dell’attività. Nella maggior parte dei casi, il
versamento finale è avvenuto nella fase di costruzione.
La BEI ha elaborato un sistema di classificazione con una scala di 4 punti per valutare
la qualità delle operazioni e la loro conformità agli obiettivi BEI. Il punteggio massimo
è 4 (buono) mentre il minimo è 1 (cattivo). Dai risultati della valutazione complessiva,
basata su un campione limitato di 17 progetti emergono le seguenti conclusioni:
Confronto generale
Conformità agli obiettivi BEI
4
Impatto del progetto
3
Complementarità del
2
finanziamento BEI
1
0
Qualità dell'operazione
Valore aggiunto apportato dalla
BEI
Qualità dell'attuazione
Portogallo
(7)
Italia
Il progetto è stato poi rilevato e rilanciato da un concorrente, cosicché i rimborsi sono avvenuti
normalmente.
7
Confronto a livello regionale
Conformità agli obiettivi
BEI
4
3
Complementarità del
finanziamento BEI
2
Impatto del progetto
1
0
Valore aggiunto
dalla BEI
Qualità dell'operazione
apportato
Qualità dell'attuazione
Abruzzo
Puglia
Centro
Norte
Portogallo: progetti del settore privato e del settore pubblico
Conformità agli obiettivi BEI
4
3
Impatto del progetto
Complementarità del
finanziamento BEI
2
1
0
Qualità dell'operazione
Valore aggiunto apportato
dalla BEI
Qualità dell'attuazione
Settore pubblico
Settore privato
Italia: progetti del settore privato e del settore pubblico
Conformità agli obiettivi BEI
4
3
Impatto del progetto
Complementarità del
finanziamento BEI
2
1
0
Qualità dell'operazione
Valore aggiunto apportato
dalla BEI
Qualità dell'attuazione
Settore privato
Settore pubblico
8
3. Impatto sullo sviluppo regionale:
meccanismi e indicatori
3.1
Conformità dei progetti ai Quadri comunitari di sostegno
Sono stati valutati molti progetti diversi, alcuni dei quali avevano ricevuto anche
sovvenzioni dall’Unione europea. Non esisteva tuttavia alcuna valutazione ex-ante,
effettuata dalla BEI, per accertare se i progetti selezionati erano conformi al pertinente
quadro di sostegno regionale. La BEI ha ottemperato in ogni caso al suo obbligo
statutario di ottenere il parere della Commissione per ogni nuova proposta di
finanziamento; ma a parte questo, non vi è stata praticamente altra forma di
collaborazione tra le due istituzioni. In particolare, nel corso del processo di
assegnazione delle sovvenzioni la Commissione non ha mai stimolato i promotori a
richiedere anche i finanziamenti BEI, sebbene un progetto meritevole di una
sovvenzione possa di certo trarre beneficio dalle favorevoli condizioni di finanziamento
della BEI.
La documentazione BEI non conteneva motivazioni della selezione dei progetti, a parte
l’indicazione che si trovavano nell’area oggetto dell’obiettivo 1, nel qual caso erano
conformi ai requisiti dell’articolo 267 a) del Trattato di Amsterdam (sviluppo
regionale). Per i progetti nei settori dell’energia e dei trasporti veniva fatto riferimento
all’articolo 267 c), ossia al sostegno alle politiche comunitarie. A parte ciò, non vi era
cenno ad altri criteri od orientamenti generali. Le istruttorie seguono uno schema ben
preciso ma talvolta restrittivo. La questione più ampia dell’impatto del progetto sullo
sviluppo regionale non viene quasi mai sfiorata.
Nell’ambito della valutazione ex-post, i progetti del campione sono stati esaminati a
fronte dei Quadri comu nitari di sostegno stabiliti per l’Italia e il Portogallo, nei quali
sono indicati obiettivi di massima relativi allo sviluppo. I risultati sono riepilogati nella
tabella 1 (8/9 significa che 8 progetti su 9 contribuiscono al raggiungimento
dell’obiettivo indicato nel quadro di sostegno):
Tabella 1: Conformità al Quadro comunitario di sostegno
Obiettivi di sviluppo nel
Quadro di sostegno
relativo all’Italia
Numero di
progetti
conformi agli
obiettivi
Miglioramento di trasporti
e telecomunicazioni
0
Obiettivi di sviluppo nel
quadro di sostegno
relativo al Portogallo
Numero di
progetti
conformi agli
obiettivi
Sviluppo delle risorse umane
3/8
Sviluppo dell’industria
8/9
Miglioramento della
competitività economica
4/8
Sviluppo del turismo
1/9
Miglioramento della qualità
della vita
1/8
Sviluppo dell’agricoltura
0
Infrastrutture di supporto
0
Sviluppo delle risorse
umane
0
TOTALE
9/9
Rafforzamento della base
economica
TOTALE
0
8/8
Lo studio indica che tutti i progetti inseriti nell’analisi esterna sarebbero stati conformi
al Quadro comunitario di sostegno e quindi accettati. Se ne può concludere che non
9
sia necessaria una collaborazione formale tra la BEI e la Commissione fintanto che i
progetti vengono selezionati in base a criteri molto ampi. Ma ciò equivale di fatto ad
una selezione automatica, basata unicamente sull’ubicazione del progetto. Con questa
procedura non si discrimina tra un progetto e l’altro e non si stabilisce una scala di
priorità dei bisogni dell’area. E, fatto ancor più importante, non si individuano in modo
sufficientemente dettagliato gli effetti economici del singolo progetto, né i meccanismi
che li determinano. Non sorprende dunque che gli incaricati della selezione non siano
in grado di valutare ogni progetto a fronte di criteri di sviluppo economico.
Il Quadro comunitario di sostegno è da utilizzare per un «controllo di conformità» nel
primo stadio della selezione, ma occorre poi un ulteriore dispositivo che consenta di
valutare i progetti in funzione del loro impatto specifico sullo sviluppo regionale, con
indicatori che servano a misurare il raggiungimento di tale obiettivo.
3.2 Difficoltà nella misurazione dello sviluppo regionale
L’analisi dell’impatto economico dei progetti di sviluppo regionale comporta problemi di
misurazione ben noti:
•
Disaggregazione dei dati: le imprese, le associazioni di categoria e gli uffici
nazionali di statistica non raccolgono dati sotto il livello NUTS (8 ) 2.
•
Raccolta dati in rapporto a un certo periodo: i dati vengono raccolti a intervalli
irregolari e non possono dunque essere analizzati su base annua.
•
Mancanza di dati di partenza: i dati di partenza a fronte dei quali verificare
l’efficacia del cambiamento a livello regionale sono pochi o inesistenti.
•
Difficoltà di quantificazione di taluni effetti economici: per taluni effetti
importanti sullo sviluppo regionale possono mancare indicatori numericamente
validi.
I promotori non sono stimolati a raccogliere dati economici e quindi non stabiliscono
indicatori specifici di performance per le imprese che beneficiano degli interventi BEI.
È inoltre possibile che le imprese stesse non vedano la necessità di raccogliere il
genere di dati che occorrono per valutare l’impatto sullo sviluppo regionale. Infine, ai
promotori interessano i risultati per sito più che quelli per progetto. Se più progetti
sono realizzati nel medesimo sito, i promotori dispongono di solito dei dati aggregati.
3.3 Creazione di posti di lavoro
Un effetto economico fondamentale dei progetti di sviluppo regionale si produce
attraverso la creazione di posti di lavoro. La società PA Consulting Group ha messo a
punto un modello dell’impatto ottenuto con la creazione di posti di lavoro, che ha
utilizzato ampiamente per i progetti di riassetto urbano nel Regno Unito (9 ). La scarsità
dei dati economici disponibili per il Portogallo e l’Italia ha reso il modello inutilizzabile
ai fini del presente studio, salvo, nella sua forma più semplice, nel caso di un progetto
industriale.
L’esempio esaminato indicava un incremento delle retribuzioni pagate dalla società e
gli effetti indotti da questi posti di lavoro, approssimativamente corrispondenti
all’entità della sovvenzione pubblica ottenuta dal progetto. In questo particolare
esempio, dunque, l’effetto moltiplicatore dei posti di lavoro non ha contribuito allo
(8)
(9)
Nomenclatura delle unità territoriali a fini statistici.
Il modello applica un moltiplicatore al numero di posti di lavoro creati ogni anno da un determinato
progetto per calcolare l’impatto complessivo sulla regione (in termini di occupazione). Disponendo di
dati economici dettagliati sulla regione, è possibile tener conto anche degli spostamenti
occupazionali e calcolare quindi gli effetti netti. Se sono disponibili dati sulla tipologia di posti di
lavoro creati (a tempo pieno, a tempo parziale, ecc.) è possibile utilizzare i dati relativi alle
retribuzioni per calcolare gli effetti sul PIL.
10
sviluppo regionale oltre i limiti dell’effetto prodotto dalla sovvenzione. Ma il caso in
questione non è necessariamente rappresentativo.
3.4 Checklist dei meccanismi di sviluppo regionale
Considerate le difficoltà nel disporre di dati economici molto precisi e partendo dal
presupposto che anche indicatori economici meno esatti possono fornire elementi di
valutazione preziosi, è stata messa a punto una checklist di «meccanismi di sviluppo
regionale» intesa a garantire che nessun aspetto venga trascurato. La checklist
consente di raccogliere, se esistenti, dati quantificati ed elementi di fatto; in caso
contrario, raccoglie pareri. I dati e i fatti consentono di trarre conclusioni, i pareri di
formulare delle ipotesi.
La checklist si basa sull’analisi dell’impatto del progetto su tutte le possibili categorie
interessate, ossia tutte quelle sulle quali il progetto incide o può incidere direttamente
(consumatori, concorrenti, lavoratori, enti locali,…). L’impostazione si concilia sia con
la teoria dei giochi sia con l’ottica di un quadro logico.
Segue, sotto forma di diagramma, un riepilogo dell’approccio adottato:
Categorie interessate
• Quantificati
• Fattuali
•Promotore
• Individuati da terzi
•Enti pubblici
Progetto
•Lavoratori
•Fornitori
Checklist
• Individuati dagli autori dello studio
degli impatti
•Concorrenti
•Consumatori finali
•Altre aziende
Impatto sullo sviluppo regionale
•Popolazione in genere
3.5 Riepilogo dell’impatto dei progetti esaminati sullo sviluppo
regionale (10)
La checklist riepiloga l’impatto sullo sviluppo regionale dei progetti finanziati dalla BEI
in Italia e in Portogallo. La tabella che segue indica il numero dei progetti (5/8 significa
cinque progetti su otto) sui quali ha esercitato i suoi effetti il particolare meccanismo
contenuto nella checklist. Gli impatti sono distinti in positivi e negativi e la checklist è
suddivisa per argomenti (es.: Sostegno pubblico, Fornitori).
(10)
Nella checklist è stato possibile includere solo i 16 progetti operativi in luogo dei 17 inseriti in tutte
le altre analisi. Uno dei progetti aveva infatti un ritardo di dieci anni e nel 1999 era operativo da soli
pochi mesi.
11
Checklist per la valutazione
dei meccanismi
Concorrenza
Sostegno
pubblico
Meccanismi di sviluppo:
impatto negativo
Quantificati
Italia
(11)
Portogallo
Fattuali
Italia
Sovvenzioni ricevute
5/8
6/8
Altre forme di sostegno
pubblico ricevuto
1/8
1/8
Portogallo
Parere di terzi
Italia
(12)
Portogallo
Opinione autori
dello studio
Italia
Portogallo
Indice sovvenzioni/profitti
Dead-weight di sovvenzioni o
finanziamenti agevolati
-
Spiazzamenti
0/8
1/8
I concorrenti riducono la
produzione
1/8
1/8
I concorrenti hanno un minore
accesso ai fattori di
produzione
0/8
1/8
1/8
Fornitori
Occupazione
Promotore/ Produzione
Inve-stimenti
Meccanismi di sviluppo:
impatto positivo
(11)
(12)
Effetto moltiplicatore degli
investimenti
1/8
Trasferimento risorse (dal
livello nazionale al regionale)
6/8
8/8
4/8
Contributo diretto alla crescita
del PIL
1/8
5/8
Economie di scala o di scopo
grazie al progetto
7/8
5/8
Altre riduzioni di costi (nuove
tecnologie, gestione più
efficiente)
1/8
Miglior redditività del
promotore
2/8
1/8
4/8
Miglior posizione competitiva
del promotore
2/8
3/8
4/8
1/8
4/8
1/8
Utilizzo di nuove tecnologie
5/8
6/8
Maggior qualità del prodotto
5/8
6/8
Posti di lavoro creati in forma
diretta o indiretta
5/8
3/8
Posti di lavoro preservati in
forma diretta o indiretta
2/8
2/8
4/8
1/8
Posti di lavoro eliminati in
forma diretta o indiretta
1/8
1/8
Formazione della forza lavoro
4/8
Utilizzo di nuove tecnologie
1/8
Maggior qualità del prodotto
1/8
5/8
Migliori condizioni di consegna
2/8
Prezzi inferiori
1/8
Possibilià di investimenti
grazie a contratti a lungo
termine
1/8
Formazione
1/8
2/8
5/8
0/8
L’indicazione «quantificati» sta a significare che sono stati raccolti dati misurabili; l’indicazione
«fattuali» significa che è possibile osservare gli effetti dell’impatto; «parere di terzi» significa il
parere di un’associazione di categoria o di un ente ufficiale, e «opinione degli autori dello studio»
significa che la società PA Consulting Group e la BEI hanno entrambi estrapolato informazioni per
giungere ad una conclusione logica. Solo otto progetti in ciascun Paese avevano le caratteristiche
per essere inclusi in questa analisi.
Tra i terzi consultati figurano funzionari delle amministrazioni locali, federazioni di imprenditori,
istituzioni accademiche.
12
Checklist per la valutazione
dei meccanismi (seguito)
Meccanismi di sviluppo
Impatto positivo (seguito)
Quantificati
Italia
(13)
Portogallo
Fattuali
Italia
Portogallo
Parere di terzi
Italia
Portogallo
Opinione
autori dello
studio
Italia
Portogallo
Utilizzo di nuove tecnologie
Altre imprese
Consumaotri finali
Concorrenti
Maggior qualità del prodotto
1/8
Miglioramento della logistica
nella regione
Prezzi inferiori
3/8
2/8
Nuovi investimenti come
conseguenza
Nuovo progetto usato come
modello di riferimento
1/8
Nuovi prodotti reperibili sul
mercato locale
6 /8
2/8
5/8
Migliore qualità del prodotto
3/8
6/8
2/8
Migliori condizioni di consegna
2/8
-
2/8
Prezzi inferiori
2/8
Miglioramento generale delle
forniture sul mercato locale
2/8
-
2/8
Nuova domanda dovuta
direttamente al progetto
6/8
2/8
Nuova domanda di altri beni
(effetto di maggior reddito per
il minor prezzo dei prodotti
grazie al progetto)
8/8
3/8
Nuove opportunità
imprenditoriali, indirettamente
connesse al progetto
7/8
3/8
Introduzione di nuova
tecnologia, effetto di traino
Potenziamento qualità di
servizi/prodotti
2/8
Miglioramento dell’immagine
Miglioramento della qualità
della vita
Miglioramento delle procedure
amministrative
Cultura di successo
imprenditoriale
1/8
2/8
Diminuzione del crimine
1/8
3/8
Aumento di valore degli
immobili
2/8
2/8
Miglioramenti nell’istruzione e
nella sanità
Miglioramenti ambientali
4/8
5/8
Dall’analisi emergono alcune considerazioni importanti:
• la maggior parte dei progetti ha permesso alle società promotrici di conseguire
economie di scala;
• la maggor parte de progetti ha determinato l’adozione di nuove tecnologie;
• nella metà dei casi, il progetto ha tenuto in vita un’attività economica che
altrimenti avrebbe chiuso, con conseguente perdita di posti di lavoro;
• la posizione competitiva del promotore è migliorata in oltre la metà dei progetti;
• in tutti i progetti portoghesi, secondo fonti terze, l’effetto catalizzante del progetto
ha attirato altri investimenti. Le nostre analisi, talvolta confermate da terzi, hanno
indicato che la stessa cosa è successa in oltre la metà dei progetti italiani.
(13)
L’indicazione «quantificati» sta a significare che sono stati raccolti dati misurabili; l’indicazione
«fattuali» significa che è possibile osservare gli effetti dell’impatto; «parere di terzi» significa il
parere di un’associazione di categoria o di un ente ufficiale, e «opinione degli autori dello studio»
significa che la società PA Consulting Group e la BEI hanno entrambi estrapolato informazioni per
giungere ad una conclusione logica. Solo otto progetti in ciascun Paese avevano le caratteristiche
per essere inclusi in questa analisi.
13
In linea generale, 9 progetti hanno avuto un effetto positivo dimostrabile sullo
sviluppo regionale, 5 hanno avuto un limitato effetto positivo sullo sviluppo della
regione di ubicazione e 3 hanno avuto un effetto negativo sullo sviluppo regionale.
Classificazioni del genere si prestano, ovviamente, ad interpretazioni. Dei progetti
chiaramente positivi, due rappresentano casi abbastanza speciali. Uno di essi (una
centrale elettrica) ha prodotto benefici a livello nazionale ma l’effetto positivo su
un’area più circoscritta è stato molto limitato. Poiché però nel caso del Portogallo
l’intero Paese è considerato una regione rientrante nell’obiettivo 1, si può concludere
che il progetto abbia avuto un impatto positivo sullo sviluppo regionale. In un altro
caso, inaspettati incrementi di costi e cali dei prezzi avevano messo a rischio la
fattibilità finanziaria del progetto, che aveva lo scopo di tenere in vita un’impresa
industriale esistente. I presupposti economici sui quali si era basata la Banca si sono
dunque rivelati sbagliati. Tuttavia l’impresa promotrice è stata successivamente
assorbita da un concorrente che ha trasformato il progetto in un’iniziativa nettamente
positiva per la regione.
La limitata incidenza di alcuni progetti è da attribuire, in tre casi, ai forti ritardi di
attuazione che ne hanno ridotto i benefici netti (dilatando l’intervallo di tempo tra il
momento dell’investimento e quello dell’entrata in funzione). In un altro caso, la
chiusura anticipata dello stabilimento ha ridotto sensibilmente gli effetti positivi del
progetto. Nell’ultimo caso, l’unico effetto concreto è stata la creazione di una ventina
di posti di lavoro, mentre le mansioni più qualificate sono state affidate all’esterno,
fuori della regione.
Per tre progetti italiani, dall'analisi emerge che il loro impatto è stato negativo.
Sebbene uno di essi avesse determinato la creazione di un buon numero di posti di
lavoro, a parere di terzi sono andate perdute altre opportunità di creazione di posti di
lavoro oltre a competenze imprenditoriali. In virtù delle sue stesse dimensioni, il
progetto aveva determinato l’assunzione di molti dipendenti che ora, con la cessazione
dell'attività, vengono licenziati. Un altro progetto ha avuto effetti positivi
sull’occupazione, ma l’ammontare aggiuntivo delle retribuzioni nella regione non ha
superato quello delle sovvenzioni. Anche se gli effetti non sono stati pienamente
quantificati, se si tiene conto di altre forme di sovvenzione quali abbuoni di interessi e
fiscalizzazione degli oneri sociali, e se si considera che tali sovvenzioni sarebbero state
destinate comunque alle regio ni in ritardo di sviluppo, si può concludere che il progetto
ha sottratto a queste regioni più risorse di quante ne abbia apportato. Il terzo caso è
quello di un progetto prioritario nel campo del turismo, che ha impedito lo sviluppo del
settore stesso per quasi un decennio, visto che l’attuazione si è protratta per dieci anni
e che nel frattempo le dimensioni del progetto si sono ridotte alla metà.
3.6 Tipologia dei progetti
Dall’analisi dei 17 progetti valutati in Portogallo e in Italia, sono emerse analogie fra
alcuni progetti che hanno permesso di classificarli nei seguenti gruppi: settori
tradizionali, settori nuovi, reti e offshore.
•
Settori tradizionali e infrastrutture. In questa tipologia rientrano i progetti di
grande dimensione, spesso facenti capo a istituzioni pubbliche che intendono
ammodernare o espandere vaste reti infrastrutturali, oppure grandi progetti del
settore privato, in ambiti relativamente stabili e a lenta evoluzione. In questi casi, i
tempi di realizzazione del cambiamento non sono di norma l’elemento prioritario e
il progetto accumula spesso ritardi di attuazione.
•
Settori nuovi. Si tratta anche qui di grandi progetti, ma in settori più dinamici nei
quali il programma di cambiamento deve essere gestito con attenzione. Spesso il
progetto consiste nell’introdurre un settore economico (o un sottosettore) in una
determinata regione. Questo tipo di progetto ha bisogno di un notevole sostegno e
spesso incide su larghe fasce della comunità locale.
14
•
Reti. I progetti di questa categoria non sono di vaste dimensioni: si tratta spesso
di joint ventures (JV) o del «risanamento» di un’impresa già in attività (PMI). Le JV
comportano sempre la presenza di partner stranieri che apportano all’impresa
esistente nuove competenze e tecnologie. Il fattore critico per il successo di questi
progetti è il rapporto che s’instaura con tutte le altre parti e categorie interessate.
•
Offshore. Il progetto offshore è quello normalmente finanziato da una società
straniera che desidera avviare una nuova attività nella regione. Si tratta spesso di
progetti di dimensioni relativamente ridotte, che comportano la creazione di una
nuova attività o impresa. In molti casi, anche i profitti sono trasferiti all’estero.
Le quattro tipologie di progetti possono essere raffigurate in una matrice (figura 1)
utilizzando come assi le principali caratteristiche dei progetti.
•
Asse verticale -
Dimensione relativa del progetto per la regione
•
Asse orizzontale -
Tipo di attività: nuova impresa oppure ristrutturazione di
un’impresa esistente
Il portafoglio dei progetti che sono stati oggetto di valutazione può essere raffigurato
graficamente in funzione dei due criteri: 1) dimensione del progetto relativamente al
settore di appartenenza; 2) miglioramento di impresa esistente oppure impresa di
nuova costituzione (criterio basato, laddove possibile, sul rapporto tra nuovo capitale
investito e patrimonio esistente in loco). Nella matrice della figura 1 sono contenuti
tutti i progetti italiani e portoghesi, la cui valutazione corrisponde alla posizione che
occupano rispetto ai due assi. Essi sono raffigurati anche in funzione del loro apporto
allo sviluppo regionale, determinato in base alla checklist.
Figura 1: Raffigurazione dei progetti in una matrice
Grande
Dimensione del progetto
P
Settore nuovo
P
I
P
Settore tradizionale
I
P*
P
I
P
Piccolo
I
I
I
P
I
Offshore
I
Rete
P
I
Nuovo investimento
Nuova impresa
Impatto negativo
Ristrutturazione
Impatto ridotto
/patrimonio esistente
Impatto positivo
15
La qualità del contributo che la BEI può apportare con i suoi finanziamenti dipende
molto dalle caratteristiche della regione e dallo stadio di sviluppo del settore bancario
nel Paese interessato. Nel nostro campione, ad esempio, la maggior parte degli
interventi è servita a finanziare progetti nei settori tradizionali (43% dei progetti
italiani e i 63% di quelli portoghesi). Questo si spiega con lo stadio di sviluppo in cui si
trovavano all’epoca (fine anni ’80) le regioni interessate. In quel periodo infatti le
grandi società pubbliche, in Italia come in Portogallo, stavano realizzando e/o
ammodernando le loro infrastrutture di base. Tale situazione, unita alle difficoltà che le
banche nazionali avevano a concedere crediti a lungo termine, determinava una
domanda di finanziamenti a lungo termine che le istituzioni nazionali non erano in
grado di soddisfare. La BEI ha colmato questa lacuna.
Dall’applicazione della matrice al nostro campione emerge inoltre che i progetti con il
minor effetto diretto sullo sviluppo regionale si situano per lo più su una diagonale
della matrice (1 4 ). Questo risultato interlocutorio ha trovato conferma, con poche
eccezioni, in un campione più vasto di progetti precedentemente valutati dal
Dipartimento EV e potrebbe avere implicazioni per le future politiche, in quanto indica
che alcune semplici caratteristiche possono essere sufficienti per individuare i progetti
con maggiori o minori probabilità di esercitare un effetto immediato sullo sviluppo
regionale.
Risulta inoltre che per i progetti più sostenibili sia stata elaborata una strategia
adeguata per gestire le relazioni con le molte categorie di soggetti interessati dal
progetto, e che alla tipologia di progetti proposta dalla matrice possa affiancarsi una
tipologia delle strategie da adottare nei confronti delle categorie interessate per
riuscire a portare a termine con successo il progetto.
Piccolo
Grande
Il promotore di un progetto di vaste dimensioni può permettersi pretese che sono
precluse ai promotori di piccoli progetti. Analogamente, chi promuove un progetto per
una nuova impresa, senza impegni prestabiliti (spese di ammortamento), ha molto
meno da perdere se il progetto non sarà realizzato. Per ogni quadrante esiste una
strategia che più di altre sembra poter contribuire alla sostenibilità di un progetto:
Settore nuovo
Settore tradizionale &
Infrastrutture pubbliche
Diventare un
soggetto locale
interessato
Sganciarsi da alcuni
dei soggetti locali
interessati
Offshore
Rete
Ignorare la maggior
parte dei soggetti
locali interessati
Negoziare con tutti i
soggetti locali
interessati
Nuova impresa
(14)
Ristrutturazione
Il simbolo «P*» nella figura rappresenta il progetto che ha avuto un forte impatto a livello nazionale
ma scarso effetto a livello regionale. Se si parte da una definizione ristretta, questo risultato è
dunque più incisivo.
16
Per le imprese conviene adottare una strategia di sviluppo regionale che le renda più
accette ai soggetti locali. Inserire quest'aspetto nei controlli non solo è necessario per
far sì che i progetti selezionati abbiano un impatto sullo sviluppo regionale, ma è
anche buona prassi bancaria, dato che i progetti che seguono una strategia corretta
sono anche quelli più durevoli.
3.7
Indicatori di sviluppo regionale
La matrice resta uno strumento approssimativo. Al contrario, la checklist è uno
strumento omnicomprensivo, particolarmente utile nello stadio di valutazione. Occorre
però integrare tali strumenti con un dispositivo organico in più fasi per l’analisi dello
sviluppo regionale, da utilizzare in sede di istruttoria.
In questo paragrafo si propone un dispositivo in tre fasi.
3.7.1 Sostenibilità
Per produrre degli effetti, un progetto deve essere sostenibile, ossia conservare una
fattibilità economico-finanziaria per tutta la sua durata. Questo aspetto è espresso dal
calcolo del TRE e del TIRF, ma occorrono anche altri indicatori.
Laddove possibile, la Banca calcola il TRE e il TIRF in sede di istruttoria. Questi valori
sono infatti molto più difficili da calcolare ex-post, nello stadio di valutazione, dato che
sono pochi i progetti a se stanti: molti sono componenti di altri progetti più grandi o
incorporano in tutto o in parte progetti successivi. I promotori non tengono una
contabilità separata per progetto, né sono tenuti a farlo. Per i progetti di più vecchia
data, è raro che i promotori dispongano della serie completa dei dati occorrenti e,
d’altro canto, per i progetti più recenti è di scarsa validità effettuare un nuovo calcolo
dei dati poiché questo non si basa interamente sui fatti ma fa riferimento a molte
ipotesi formulate per il futuro.
Anche la differenza tra TRE e TIRF può rivelare se le sovvenzioni sono giustificate.
3.7.2 Pertinenza (impatto potenziale del progetto)
Il progetto è potenzialmente adatto a produrre effetti sullo sviluppo economico ed
istituzionale delle regioni arretrate, ossia è valido ai fini dello sviluppo regionale? Una
risposta di tipo qualitativo si può ricavare dalle seguenti domande:
1. Il progetto contribuisce ad integrare la regione interessata all’interno
dell’UE o alla crescita endogena delle regioni arretrate (1 5 ) (ossia, allo
sviluppo del capitale umano o dell’innovazione)?
2. Il progetto è compatibile con le politiche pubbliche in materia di sviluppo
regionale? È integrato in un programma comunitario? Esistono misure di
accompagnamento?
3. Il progetto persegue uno dei quattro obiettivi che seguono?
(15)
•
alleviare un problema di congestione (es: costruzione di una strada, di
una pista aeroportuale, di un nuovo gasdotto, ecc.);
•
valorizzare una risorsa locale (sotterranea, come il petrolio, geografica
come il mare, o umana come i lavoratori disoccupati);
•
introdurre innovazioni di tipo tecnologico, di mercato (anche nei
mercati finanziari e del lavoro) o di entrambi i tipi (economia della
conoscenza). Tutti i progetti con un marcato effetto sullo sviluppo
istituzionale rientrano come minimo in questa categoria;
Benché la maggior parte dei progetti produca i suoi effetti in prossimità delle strutture costruite,
alcuni dei progetti valutati hanno avuto un impatto su altre regioni arretrate situate lontano dal
luogo del progetto.
17
•
migliorare le condizioni di vita della popolazione locale (es: con progetti
nel settore della sanità o dell’edilizia abitativa; rientrano in questa
categoria anche i progetti a forte impatto istituzionale).
Se la risposta è positiva per tutte e tre le domande, il progetto può definirsi di sviluppo
regionale, almeno nell’impostazione (in alternativa, si può usare un sistema di
classamento a quattro punti per valutare le risposte).
3.7.3 Impatto sullo sviluppo regionale (impatto effettivo del progetto)
L’istruttoria del progetto deve poter stabilire, nella misura del possibile:
•
quanto valore aggiunto è in grado di apportare il progetto, ossia in che misura esso
contribuisce al PIL della regione. L’apporto diretto del progetto al PIL si ricava da
indicatori basati sul suo valore aggiunto in termini economici;
•
in che modo si ripartisce il valore aggiunto del progetto, ossia il suo effetto sulle
condizioni di vita, sull’occupazione, sul profilo dei consumi della regione, ecc.
La BEI non dispone attualmente di una serie di indicatori dell’impatto regionale da
applicare ex-ante, nella fase istruttoria, e da verificare ex-post. Si tratta di un
problema ricorrente in seno alla Banca ed è auspicabile che si lavori con maggio r
impegno alla definizione di tali indicatori. Attualmente non esiste nella Banca una sede
per un dibattito su tale argomento che coinvolga su base regolare tutte le direzioni. In
futuro si dovrà riflettere su tale possibilità.
18
4. Il valore aggiunto apportato dalla
BEI
Affinché gli interventi della BEI abbiano un impatto sullo sviluppo regionale, occorre
che siano soddisfatte due condizioni:
•
il progetto deve avere un effetto positivo sullo sviluppo regionale;
•
l’intervento della Banca deve avere un effetto positivo sul progetto.
Il rapporto passa ora ad esaminare il secondo aspetto: dove e quando l’intervento
della Banca esercita un effetto positivo sui progetti?
4.1
La competitività della BEI
I dati dello studio confermano che il motivo principale che spinge le imprese a
rivolgersi alla BEI per le loro necessità finanziarie risiede nei minori tassi d’interesse
applicati, anche se l’esatto risparmio realizzato con un finanziamento BEI è difficile da
determinare a posteriori e non risulta mai quantificato nella documentazione BEI in
sede d’istruttoria. Un calcolo del genere richiederebbe infatti un confronto tra le
condizioni praticate dalla BEI (compresi tassi d’interesse e garanzie) e quelle che il
promotore può reperire altrove e che migliorano man mano che il sistema bancario del
Paese si evolve.
In un caso è stato possibile individuare l’entità del risparmio realizzato da una società
privata con il finanziamento BEI, rispetto alle condizioni di un mutuo commerciale. Il
valore netto attualizzato dell’importo risparmiato è risultato dell’ordine di EUR 1
milione per un mutuo a dieci anni dell’ammontare di circa EUR 50 milioni nel 1992 (1 6 ).
In questo caso, il vantaggio finanziario è stato significativo, con un valore aggiunto
diretto per gli azionisti della società; ma non rappresenta più dell’1% del costo totale
del progetto, mentre gli imprevisti tecnici sono di solito quantificabili attorno al 10%.
Pertanto, se la BEI riesce a migliorare, attraverso l’istruttoria o il monitoraggio, il
rendimento del progetto, il risparmio potenziale è di entità per lo meno equivalente.
4.2
Altri benefici apportati dalla BEI
4.2.1 Complementarità con le banche commerciali
Per sei dei nove progetti italiani, la BEI era l’unica fonte di finanziamenti a lungo
termine disponibile secondo la normativa allora vigente per i mercati finanziari (1 7 ),
benché l’erogazione sia avvenuta nella maggior parte dei casi attraverso intermediari
bancari.
In Portogallo, due società non erano riuscite ad ottenere finanziamenti a lungo termine
dalle banche nazionali, che consideravano i progetti ad alto rischio. In questi casi, sia
l’istruttoria dei progetti compiuta dalla Banca sia il suo contributo al finanziamento
hanno avuto un’importanza decisiva per mettere in moto ulteriori finanziamenti e per
consentire ai progetti interessati di procedere nell’attuazione.
In Portogallo, negli anni ’80 le banche locali non erano in grado di concedere
finanziamenti per una durata superiore agli 8 anni; la BEI cominciò dunque a
intervenire principalmente con mutui per progetti commercialmente validi che avevano
bisogno di finanziamenti con durata oltre gli 8 anni. Man mano che in un Paese il
(16)
(17)
Non è stato possibile sottoporre ad analoga analisi tutte le società, per mancanza di dati. Tuttavia, in
sei casi italiani e in due portoghesi non esistevano alternative realistiche al finanziamento BEI e il
vantaggio è stato dunque consistente.
Questo è avvenuto, ad un certo punto, per i finanziamenti con abbuoni d’interesse a norma della
legge italiana 64 sul Mezzogiorno.
19
mercato finanziario evolve, la BEI prevedibilmente si orienta verso mercati di nicchia
nei quali può operare con il massimo valore aggiunto.
Nei casi in cui il finanziamento è passato per una banca intermediaria, questa è stata il
primo punto di contatto per il promotore del progetto. L’intermediario, a sua volta, ha
poi preso contatto con la BEI. Le banche italiane prediligono in genere il ruolo
d’intermediari rispetto a quello di garanti, in quanto preferiscono avere un’attività a
bilancio piuttosto che fuori bilancio. Alcune delle banche interpellate hanno dichiarato
che vorrebbero espandere la propria attività d’intermediari con la BEI ma sono
ostacolate in questo dal limite del 50% che la BEI fissa per i propri interventi. Le
banche vorrebbero poter operare in modo più flessibile e avere la possibilità di
accordare fino al 100% del mutuo attraverso la BEI.
In almeno due casi, tuttavia, è risultato lampante che l’intermediario applicava per i
suoi servizi d’intermediazione competenze assai elevate, superiori al rischio
comportato dal progetto. A questa eventualità si può porre rimedio facendo in modo
che il beneficiario finale sia perfettamente informato circa le condizioni praticate dalla
BEI sul finanziamento concesso all’intermediario; ma la cosa potrebbe presentare
qualche difficoltà se l’intermediario nel frattempo apporta modifiche al finanziamento.
Pur rispettando i severi limiti della riservatezza, la Banca dovrebbe prestare una
maggiore attenzione ai margini di intermediazione e di garanzia applicati in relazione
ai suoi finanziamenti, in modo tale che queste informazioni (necessarie per poter
risalire al «prezzo totale» del finanziamento BEI per il beneficiario finale) siano portate
a conoscenza degli alti dirigenti della Banca, che ne terranno conto nel formulare la
sua strategia di credito.
4.2.2 Effetto «aureola»
La maggior parte delle imprese oggetto dello studio si è dichiarata convinta che la
presenza della BEI come finanziatore migliorasse, con la sua reputazione, l’immagine
del progetto; questo, in particolare, nel caso di un'impresa industriale privata che non
poteva contare sull’esame e l’approvazione del progetto da parte di azionisti pubblici.
La società in questione ha dichiarato che i suoi revisori di conti sono rimasti molto
colpiti dal fatto che la BEI avallasse il progetto con la sua approvazione.
Un promotore del settore privato ha dichiarato di considerare il finanziamento BEI una
dimostrazione del riassetto del suo bilancio in vista di impegni di lungo termine.
La valutazione dell’impatto ambientale e l’analisi dei costi e benefici economici,
effettuate dalla Banca, hanno contribuito in taluni casi a rendere bene accetto il
progetto alla popolazione locale.
4.3 Miglioramenti possibili
4.3.1 Maggior flessibilità nella definizione del progetto
A parere di alcune società del settore privato, le procedure d’istruttoria non sono
abbastanza flessibili in caso di modifiche al progetto che talvolta
si rendono
necessarie in un mercato in rapida evoluzione. In particolare, taluni promotori
vorrebbero che la Banca fosse più comprensiva ed elastica di fronte a modifiche
apportate alla descrizione tecnica del progetto.
4.3.2 Istruttorie più brevi
Alcuni promotori, pur apprezzando i vantaggi insiti nelle accurate procedure
d’istruttoria seguite dalla BEI, ritengono troppo lungo il tempo che intercorre tra
l'inizio del negoziato e l’erogazione dei fondi. A detta di uno dei promotori, i tempi del
processo dovrebbero essere dimezzati. In due casi, si sono verificati ritardi di mesi a
causa di atteggiamenti piuttosto rigidi assunti dalla BEI durante l’istruttoria.
20
4.3.3 Rinegoziazione delle condizioni
Molte banche commerciali hanno proceduto alla rinegoziazione dei mutui accordati nei
primi anni ’90, in un clima di elevati tassi d’interesse, accollandosi per metà il costo di
ristrutturazione del mutuo. La BEI non si è dimostrata disponibile a fare altrettanto o a
condividere, per i contratti successivi, il rischio legato al tasso d’interesse. Alcuni
promotori se ne sono lamentati, specialmente le medie imprese ma non le società di
grandi dimensioni o il settore pubblico.
4.3.4 Sostegno ai progetti in difficoltà
Una certa sorpresa è stata espressa dai promotori per il fatto che la BEI, che dedica
tanta attenzione alla realizzazione materiale dei progetti, fornisca ben poco aiuto
quando le cose si mettono male. In molti casi, le visite di monitoraggio sono state
bene accolte dal promotore, che ne ha apprezzato l’utilità per riorientare gli obiettivi
principali del progetto e trarre beneficio da un giudizio esterno sulle difficoltà
incontrate. Ma in altri casi, a detta dei promotori, la Banca avrebbe potuto fare di più,
specialmente per ridurre i lunghi ritardi di attuazione, spesso dovuti ad interventi
dell’amministrazione pubblica. La maggior parte dei progetti ha registrato ritardi,
talvolta anche molto lunghi (nove anni in un caso, dieci in un altro). È emerso inoltre
che la presenza della pubblica amministrazione ha rappresentato il principale fattore
di ritardo dei progetti, nel settore pubblico come in quello privato. Alcuni promotori
ritengono che le istituzioni comunitarie dovrebbero essere in grado di modificare la
situazione e che il fatto stesso di diffondere le informazioni possa contribuire a
risolvere questi problemi ( 1 8 ).
(18)
La questione è oggetto di ulteriore approfondimento nel prossimo contributo del Dipartimento EV ai
Cahiers BEI sul tema dello sviluppo regionale.
21
5. Conclusioni e raccomandazioni
5.1
Risultati nelle aree di principale competenza della Banca
La BEI considera come sue aree di principale competenza:
1. la selezione dei progetti: la coerenza tra ogni singola operazione e gli obiettivi
prioritari dell’Unione (soprattutto quello dello sviluppo regionale);
2. l’istruttoria dei progetti: la qualità e validità dell’investimento;
3. il contributo al finanziamento:
all’intervento della Banca.
i
particolari
benefici
finanziari
legati
In questa parte del rapporto analizziamo, sulla base delle valutazioni effettuate sul
campo, i risultati raggiunti dalla Banca in queste tre aree e indichiamo una quarta area
che a nostro avviso andrebbe aggiunta a quelle tradizionali.
5.1.1 Selezione dei progetti
Dalle analisi effettuate emerge che la BEI non effettua una pianificazione sistematica
dello sviluppo regionale e che, laddove esso si verifica, sembra essere un fatto casuale
più che intenzionale. La selezione (ma anche l’istruttoria) dei progetti manca di
chiarezza circa i meccanismi dello sviluppo regionale e gli strumenti per misurarlo.
Dall’esame della documentazione dei progetti a disposizione della BEI non emerge una
linea concorde circa il modo di sostenere lo sviluppo regionale. La BEI dà un apporto
positivo allo sviluppo regionale, ma potrebbe sfruttare meglio tutto il suo
potenziale adottando obiettivi ben definiti.
L’assunto che traspare dalla maggior parte dei dossier dei progetti BEI è che ogni
progetto situato in un’area definita come economicamente arretrata fa
automaticamente aumentare il reddito della regione purché presenti un sufficiente
tasso di rendimento economico; ma quest'assunto può essere contestato. Il principio
secondo il quale «più si fa e meglio è» non porta necessariamente allo sviluppo
economico se applicato ad investimenti nelle regioni meno sviluppate. L’incidenza di
un progetto dipende anche dalla maturità economica della regione e dal grado di
sviluppo del settore. Una raccomandazione di ordine generale che emerge da
questo studio è che occorre basare la selezione sulle caratteristiche
specifiche del Paese ed essere in grado di capire il prevedibile impatto del
progetto sullo sviluppo regionale, impatto che deve essere misurato e
monitorato.
5.1.2 Istruttoria dei progetti
In entrambi i Paesi, i promotori hanno ritenuto per la maggior parte di aver tratto
benefici dal processo d’istruttoria condotto dalla BEI. In taluni casi, il beneficio è stato
diretto, in quanto il processo ha messo in luce aspetti che non erano mai emersi
prima. In altri casi, l’istruttoria ha conferito al progetto un crisma di approvazione e
ne ha confermato la validità agli occhi di terzi. Tuttavia, molti promotori hanno
osservato che il processo decisionale è troppo lungo e non tiene conto delle difficoltà
che essi incontrano.
5.1.3 Contributo al finanziamento di progetti
A quanto pare, in Portogallo erano pochi gli organismi di finanziamento a lungo
termine disposti ad investire nella regione, essendo il settore bancario ancora
relativamente arretrato rispetto ad altri Paesi della Comunità. Le analisi effettuate sul
campo hanno inoltre messo in luce la tendenza delle banche locali ad evitare il rischio.
La BEI ha dunque un ruolo significativo da svolgere nel portare il Portogallo ad
22
allinearsi con il resto dell’Europa. La BEI svolge un’azione d’integrazione del settore
bancario portoghese e non viene percepita come una concorrente.
In Italia, dove il settore bancario è più maturo, gli investimenti della BEI sono
effettuati per la maggior parte attraverso istituzioni che fungono da intermediari. Dai
dati a disposizione non si può concludere che la BEI si sostituisca con la sua attività al
settore bancario locale, anziché integrarlo. Tuttavia, lo studio ha messo in evidenza
situazioni in cui i vantaggi derivanti dal finanziamento BEI erano incamerati dalla
banca intermediaria anziché essere trasmessi al progetto o al suo promotore.
5.1.4 Contributo diretto ai progetti: la BEI come apportatrice di innovazione
Tra i vari profili di crescita, si può dire che quello basato sull’innovazione sia tra le
modalità di maggior successo. L’innovazione è stata un tema collaterale praticamente
in tutte le parti del presente rapporto.
•
La maggior parte dei progetti valutati hanno introdotto nuove tecnologie,
contribuendo così a diffondere l’innovazione nella regione.
•
L’effetto finanziario più significativo degli interventi della Banca è dovuto
all’introduzione di scadenze che all’epoca non erano disponibili sul mercato
portoghese e, in Italia, a condizioni di finanziamento che la Banca, con la sua
reputazione internazionale, era in grado di accordare ma che le locali istituzioni di
credito a lungo termine non potevano offrire direttamente (se non in veste di
intermediari). Offrendo ciò che ancora non esisteva sui mercati finanziari dei due
Paesi in questione, la Banca ha introdotto innovazioni sui loro mercati.
•
Potendo aggregare al suo interno un insieme di competenze diverse, la BEI
immette nel processo d’istruttoria una vasta gamma di conoscenze e, a detta dei
promotori, l’analisi critica dei loro progetti è stata di utilità, anche se talvolta
difficile da accettare. In questi casi, l’istruttoria ha fatto emergere nuove visuali e
nuove idee, ossia una forma d’innovazione.
•
I risultati della presente valutazione indicano che la Banca dev'essere più dinamica
nel cercare di sostenere lo sviluppo economico a livello regionale. In altre parole,
dev'essere innovativa e proattiva, pur restando saldamente ancorata ad una linea
bancaria orientata al mercato, in modo tale che la sua azione sia complementare
agli altri interventi comunitari e nazionali a favore dello sviluppo regionale.
Il concetto di innovazione è spesso al centro di critiche per la sua natura elusiva,
difficile da esprimere attraverso indicatori e, in particolare, difficile da misurare a
livello di progetti. Tuttavia, esso sembra al centro dell’attività che la Banca svolge a
favore dello sviluppo regionale; merita dunque di essere riconosciuto come tale e
sviluppato come la quarta delle principali competenze della Banca. Ciò significa che la
BEI deve assumere un’ottica più attiva e incorporare il massimo delle informazioni e
delle cognizioni nelle sue attività di selezione, istruttoria e finanziamento di progetti.
23
5.2 Raccomandazioni
Segue una serie di raccomandazioni realistiche e realizzabili, basate esclusivamente
sui risultati del presente studio.
Problema
Raccomandazione
L’ammissibilità e la selezione dei
progetti si basano su una
classificazione troppo ampia e in
prevalenza su aspetti geografici. Il
TRE e il TIRF non bastano, da soli,
per individuare progetti con un
forte impatto sullo sviluppo
regionale.
Accertare la conformità del
progetto all’obiettivo dello
sviluppo regionale attraverso una
selezione in più fasi, basata in
primo luogo sugli obiettivi dei
Quadri comunitari di sostegno, in
secondo luogo sulla matrice
proposta e in terzo luogo su
indicatori d’impatto sullo sviluppo,
che la BEI deve ancora definire.
I benefici derivanti dal
finanziamento BEI sono talvolta
incamerati dalla banca
intermediaria anziché essere
trasmessi al progetto o al suo
promotore.
1. Fare in modo che il beneficiario
finale sia informato, fin dalle
primissime fasi, circa le condizioni
di finanziamento accordate dalla
BEI all’intermediario finanziario.
2. Creare un sistema informativo
interno su garanzie e margini
d’intermediazione con accesso
severamente limitato agli alti
dirigenti della Banca e al suo
Comitato direttivo.
I promotori ricevono scarso
sostegno dalla BEI quando i
progetti incontrano difficoltà di
attuazione.
Consentire ai promotori di
rivolgersi alla Banca per richiedere
una valutazione in tempo reale del
loro progetto nel momento in cui si
verificano problemi di attuazione.
Ritardi nell’attuazione dei progetti.
1. Richiedere che in caso di ritardi
di attuazione superiori ai 12 mesi i
promotori redigano
automaticamente un rapporto, da
mettere a disposizione della BEI,
indicando le cause del ritardo. In
tal caso, il progetto dovrebbe
essere inserito in una lista di
osservazione ed essere soggetto a
un monitoraggio diretto più
stringente fino a conclusione.
Incidenza positiva sui
risultati BEI
Ottimizza il portafoglio
progetti in funzione degli
obiettivi dei Quadri
comunitari di sostegno,
senza introdurre
distorsioni nel mercato.
Individua strumenti per
misurare l’impatto sullo
sviluppo regionale e,
quindi, il contributo della
BEI a tale sviluppo.
Incentiva gli intermediari
a mostrare maggiore
moderazione; migliora la
circolazione delle
informazioni finanziarie
all’interno della BEI.
Permette alla BEI
d’influire sui ritardi di
attuazione, con il costo
del monitoraggio a carico
del promotore.
Rende completo il ciclo
del feedback; la
responsabilità della
valutazione del progetto
viene condivisa con il
promotore.
2. Se il ritardo supera i 24 mesi, la
Banca accerta la necessità di una
verifica completa del progetto e la
esegue direttamente ovvero, a
spese del promotore, tramite
consulenti indipendenti.
24
Rifiutata
Raccomandazioni
Accettata
5.3 Reazioni delle Direzioni BEI
Direzioni OP (Operazioni) e PJ (Progetti)
1. Accertare la conformità del progetto
all’obiettivo
dello
sviluppo
regionale
attraverso una selezione in più fasi, basata in
primo luogo sugli obiettivi dei Quadri
comunitari di sostegno, in secondo luogo
sulla matrice proposta e in terzo luogo su
indicatori d’impatto sullo sviluppo, che la BEI
deve ancora definire.
X
1. Accettata , in particolare i punti relativi agli obiettivi dei
Quadri comunitari di sostegno – specialmente dopo la firma
dell’Accordo con la Commissione, nel gennaio 2000 – e agli
indicatori d’impatto, sui quali il lavoro sta procedendo. La
matrice proposta sembra rivestire un valore operativo più
limitato.
2. Fare in modo che il beneficiario finale sia
informato, fin dalle primissime fasi, circa le
condizioni di finanziamento accordate dalla
BEI all’intermediario finanziario.
X
2. Accettata, in linea di principio e su richiesta del
beneficiario finale. La BEI si riserva comunque di valutare
caso per caso se sussistono gravi controindicazioni alla
comunicazione di tali informazioni. Ad esempio, la BEI
potrebbe aver aderito ad un prestito consorziale e la sua
quota potrebbe non essere rappresentativa del pacchetto
complessivo. Va inoltre osservato che tali informazioni, se
fornite nelle «primissime fasi», sono meno realistiche che
nelle fasi più avanzate, prossime alla firma o all’erogazione
del finanziamento, quando le condizioni e le alternative sono
meglio definite.
3. Creare un sistema informativo interno su
garanzie e margini d’intermediazione con
accesso severamente limitato agli alti
dirigenti della Banca e al suo Comitato
direttivo.
X
3. Rifiutata , in quanto le informazioni pertinenti sono
generalmente disponibili presso il dipartimento o la divisione
interessati, e la creazione di un sistema informativo formale
non apporterebbe alcun valore aggiunto all’impegno della
Banca a favore dello sviluppo regionale, anzi potrebbe
sollevare questioni di riservatezza.
4. Consentire ai promotori di rivolgersi alla
Banca per richiedere una valutazione in
tempo reale del loro progetto nel momento in
cui si verificano problemi di attuazione.
X
4. Rifiutata. Il ruolo della Banca nonché i problemi di
disponibilità di risorse umane sollevano forti dubbi riguardo
a questa proposta. Al massimo essa può essere applicata
valutando ogni singolo caso, poiché il suo impatto
risulterebbe sminuito in caso di applicazione generalizzata.
5. Richiedere che in caso di ritardi di
attuazione superiori ai 12 mesi i promotori
redigano automaticamente un rapporto, da
mettere a disposizione della BEI, indicando le
cause del ritardo. In tal caso, il progetto
dovrebbe essere inserito in una lista di
osservazione ed essere soggetto a un
monitoraggio diretto più stringente fino a
conclusione.
X
5. Accettata. Fornire informazioni sui ritardi di attuazione
dovrebbe costituire prassi normale del monitoraggio
contrattuale.
6. Se il ritardo supera i 24 mesi, la Banca
accerta la necessità di una verifica completa
del progetto e la esegue direttamente
ovvero, a spese del promotore, tramite
consulenti indipendenti.
X
6. Accettata, ma è discutibile la possibilità d’imporre
sistematicamente l’intervento di consulenti esterni, a spese
dei promotori. (N.B. Per i punti 5 e 6 sussistono problemi di
disponibilità di personale)
Osservazioni più dettagliate sui punti 5 e 6: i ritardi sono spesso dovuti ai lunghi
periodi di tempo necessari per ottenere le licenze di costruzione, alle lente e
farraginose procedure degli enti locali e ad altre cause che esulano dalla volontà di
promotori e mutuatari. La Banca continuerà a fare del suo meglio, con la persuasione
o con mezzi informativi secondo i casi, ma i risultati potrebbero essere limitati.
25
LA BANCA EUROPEA PER GLI INVESTIMENTI
La Banca europea per gli investimenti (BEI), con sede a Lussemburgo, ha come azionisti i quindici Stati
membri dell'Unione europea (UE). Essa ha il compito di sostenere le politiche comunitarie, finanziando
investimenti validi che promuovono lo sviluppo armonioso dell'Unione europea, con risorse proprie che
raccoglie sui mercati dei capitali di tutto il mondo.
Creata nel 1958 dal Trattato di Roma, la BEI ha una sua struttura amministrativa e propri organi
decisionali e di controllo: il Consiglio dei governatori, composto da un ministro per ciascuno Stato
membro, in generale il ministro delle Finanze (per l'Italia, il ministro del Tesoro), il Consiglio di
amministrazione, il Comitato direttivo e il Comitato di verifica.
In quanto primario emittente internazionale, che ha sempre ricevuto il massimo rating («AAA») dalle
principali agenzie di rating del mondo, la BEI è in grado di raccogliere elevati volumi di fondi a ottime
condizioni, di cui fa poi beneficiare i suoi mutuatari operando senza scopo di lucro.
La Banca ha visto crescere costantemente il volume delle sue operazioni, tanto da essere ormai tra le
più grandi istituzioni finanziarie del suo genere nel mondo. La BEI accorda la maggior parte dei suoi
finanziamenti nei Paesi dell'Unione europea, ma è chiamata anche a contribuire alla messa in atto delle
politiche comunitarie di aiuto e cooperazione allo sviluppo, con finanziamenti a favore di circa 120 Paesi
terzi. In tale contesto, essa contribuisce:
•
•
•
•
alla crescita economica dei Paesi d'Africa, dei Caraibi e del Pacifico, oltre che del Sudafrica e dei
Paesi e territori d'oltremare;
al rafforzamento del partenariato euromediterraneo;
ai preparativi dei Paesi dell'Europa centrale e orientale e di Cipro in vista dell'adesione;
alla cooperazione in ambito industriale con i Paesi dell'America latina e dell'Asia, anche con il
trasferimento di know how.
La BEI ha cominciato ad eseguire le sue valutazioni ex-post nel 1988, all'inizio prevalentemente per le
operazioni fuori dell'Unione europea. Nel 1995, ha deciso di estendere la sua attività di valutazione
anche alle operazioni all'interno dell'Unione europea, creando a tal fine l'Unità di valutazione, la quale
compie studi tematici destinati alla pubblicazione. La Banca ha finora pubblicato i seguenti rapporti:
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
Risultati dell'esame di un campione di nove impianti di depurazione delle acque di scarico in Paesi
membri dell'Unione europea (1996)
Valutazione di 10 operazioni nel settore delle telecomunicazioni in Paesi membri dell'UE (1998)
Contributo dato allo sviluppo regionale da grandi infrastrutture ferroviarie e stradali (1998)
Valutazione di progetti in campo industriale finanziati dalla Banca europea per gli investimenti aventi
come obiettivo lo sviluppo regionale (1998).
Valutazione di 17 progetti nel settore delle acque situati nel Bacino del Mediterraneo finanziati dalla
Banca europea per gli investimenti (1999)
L'impatto delle operazioni di raccolta della Banca europea per gli investimenti sull'integrazione dei
nuovi mercati di capitali (1999)
Il contributo della BEI allo sviluppo regionale -Rapporto riepilogativo sull’incidenza, in termini di
sviluppo regionale, dei finanziamenti accordati dalla BEI per 17 progetti situati in Italia e in
Portogallo (2001)
I rapporti sono disponibili in inglese, francese e tedesco e si possono ottenere facendone richiesta a:
Information Desk, Barbara Simonelli
Fax: (+352) 4379-3188
e-mail: [email protected]