Il contributo della BEI allo sviluppo regionale
Transcript
Il contributo della BEI allo sviluppo regionale
Evaluation Il contributo della BEI allo sviluppo regionale Rapporto riepilogativo sull’incidenza, in termini di sviluppo regionale, dei finanziamenti accordati dalla BEI per 17 progetti situati in Italia e in Portogallo _____________________________________________ Realizzato da PA Consulting Group D. Stupples N. Haque N. Beare V. Johnson G. del Rey M. Marshall BEI – Dipartimento Valutazione (EV) B. Rossert J. Goodwin Evaluation Indice Sintesi 1 1. Introduzione 3 2. Analisi dei singoli progetti 6 3. Impatto sullo sviluppo regionale: meccanismi e indicatori 9 3.1 Conformità dei progetti ai Quadri comunitari di sostegno 9 3.2 Difficoltà nella misurazione dello sviluppo regionale 10 3.3 Creazione di posti di lavoro 10 3.4 Checklist dei meccanismi di sviluppo regionale 11 3.5 Riepilogo dell’impatto dei progetti esaminati sullo sviluppo regionale ( ) 11 3.6 Tipologia dei progetti 14 3.7 Indicatori di sviluppo regionale 17 3.7.1 Sostenibilità 17 3.7.2 Pertinenza (impatto potenziale del progetto) 17 3.7.3 Impatto sullo sviluppo regionale (impatto effettivo del progetto) 18 4. Il valore aggiunto apportato dalla BEI 19 4.1 La competitività della BEI 19 4.2 Altri benefici apportati dalla BEI 19 4.2.1 Complementarità con le banche commerciali 19 4.2.2 Effetto «aureola» 20 4.3 Miglioramenti possibili 20 4.3.1 Maggior flessibilità nella definizione del progetto 20 4.3.2 Istruttorie più brevi 20 4.3.3 Rinegoziazione delle condizioni 21 4.3.4 Sostegno ai progetti in difficoltà 21 5. Conclusioni e raccomandazioni 22 5.1 Risultati nelle aree di principale competenza della Banca 22 5.1.1 Selezione dei progetti 22 5.1.2 Istruttoria dei progetti 22 5.1.3 Contributo al finanziamento di progetti 22 5.1.4 Contributo diretto ai progetti: la BEI come apportatrice di innovazione 23 5.2 Raccomandazioni 24 5.3 Reazioni delle Direzioni BEI 25 La BEI ha un obbligo di riservatezza nei confronti dei titolari, dei promotori e degli operatori dei progetti che sono oggetto del presente rapporto. Né la BEI né i consulenti che hanno collaborato allo studio costituire divulgheranno violazione dall'accettare di a tale terzi informazioni che obbligo, qualsiasi obbligo di astenendosi possano altresì diffondere altre informazioni e dal richiedere alle fonti pertinenti il consenso a farlo 2 Sintesi Il presente rapporto riassume le principali risultanze emerse dalla valutazione ex-post di 17 progetti finanziati dalla BEI in Italia (Abruzzo e Puglia) e in Portogallo (Centro e Norte). L’analisi si è esplicata attraverso lo studio della documentazione di progetto esistente presso la BEI, colloqui e una checklist di meccanismi di sviluppo regionale applicata ad ogni singolo progetto. Il rapporto è stato redatto congiuntamente dalla società PA Consulting Group e dal Dipartimento Valutazione (EV) della BEI. L’indagine fattuale e l’analisi dei singoli progetti era compito esclusivo del consulente esterno; il Dipartimento EV ha fornito l’accesso alla documentazione interna. L’analisi in senso lato, le conclusioni e le raccomandazioni sono invece opera comune. Conclusioni principali: 1. La BEI può contribuire positivamente allo sviluppo regionale, ed è così per la maggior parte dei progetti che essa finanzia. Lo studio ha riscontrato che taluni progetti hanno avuto una notevole incidenza positiva sullo sviluppo regionale e che non avrebbero potuto procedere come hanno fatto senza il contributo finanziario della BEI. Dei 17 progetti esaminati, 9 hanno avuto sullo sviluppo regionale un’incidenza positiva evidente e 5 un’influenza positiva limitata, mentre in 3 casi l’effetto è stato negativo. Nella metà dei casi analizzati, il progetto è servito a tenere in essere un’attività economica; in altre parole, senza il progetto vi sarebbe stata la chiusura e la perdita di posti di lavoro. In oltre la metà dei casi, il progetto ha determinato un miglioramento della posizione competitiva del promotore. 2. Più di due terzi dei finanziamenti BEI negli Stati membri (il 71% dei mutui individuali nel 1999) sono destinati alle aree assistite (di cui il 48%, nel 1999, alle regioni dell’obiettivo 1). Tale andamento è conforme alla missione fondamentale della BEI, consistente nel contribuire allo sviluppo costante ed equilibrato dei Paesi dell’Unione, e all’obiettivo prioritario della Comunità d’investire nelle regioni meno sviluppate. Poiché la BEI accorda finanziamenti e non sovvenzioni, la sua attività rappresenta l’ottica «di mercato» nella politica regionale. Nella misura del possibile, la Banca dovrà cercare di incorporare nella propria pianificazione un’analisi più sistematica dei propri obiettivi di sviluppo regionale per settore e per paese, e di migliorare gli strumenti di misurazione. La questione è tuttavia oggetto di dibattito in seno alla Banca, date le difficoltà di ordine pratico e concettuale che essa comporta. 3. La sensazione dei promotori è che la propria impresa abbia beneficiato dell’accurato processo d’istruttoria condotto dalla BEI che, agli occhi degli esterni, ha conferito al progetto anche il crisma dell’approvazione. Tuttavia, alcuni promotori preferirebbero che la procedura d’istruttoria e di approvazione dei mutui fosse più attenta alle esigenze dei clienti (più flessibile e meno laboriosa). 4. Sia in Italia che in Portogallo, la BEI è stata in grado di offrire condizioni di finanziamento (tassi d’interesse particolarmente favorevoli con scadenze a lungo termine) che all’epoca dell’operazione non erano reperibili altrove. L’attività di finanziamento della BEI è risultata complementare, piuttosto che concorrenziale, rispetto a quella delle banche italiane e portoghesi. 1 Raccomandazioni principali 1. Dando la priorità, nella sua attività di finanziamento, alle regioni dell’obiettivo 1, la BEI apporta il suo contributo allo sviluppo regionale, ma potrebbe sfruttare meglio il suo potenziale con una definizione più precisa, in sede di selezione dei progetti, dei suoi obiettivi di sviluppo regionale . Migliorare la selezione significa valutare ogni singola operazione a fronte di una serie di indicatori di sviluppo e accertarsi che la scelta sia conforme ai più ampi obiettivi di sviluppo dell’UE, mantenendo nei limiti del possibile un’ottica «di mercato» verso la politica regionale. L’assunto che emerge dalla maggior parte della documentazione BEI dei progetti, e cioè che tutti i progetti situati in un’area definita come economicamente arretrata determinino lo sviluppo della regione se presentano un tasso di rendimento economico sufficiente, può essere valido come primo approccio, ma richiede un ulteriore approfondimento. Occorre definire con maggior precisione il ruolo della BEI nello sviluppo regionale (incluse le modalità d’interazione con la politica regionale comunitaria e con le sovvenzioni della Commissione) e arrivare, all’interno della Banca, ad un’opinione comune in materia. 2. La BEI dovrebbe dare un contributo più attivo ai progetti, riconoscendo espressamente il proprio ruolo nel promuovere l’innovazione e incorporando informazioni e cognizioni nel processo di selezione, istruttoria e finanziamento dei progetti. È ormai evidente che la crescita basata sull’innovazione dà le migliori garanzie di successo ed è la più coerente con l’attuale evoluzione dell’economia mondiale. La BEI dovrebbe inserirsi in questo flusso. Il presente studio fa avanzare la comprensione dell’incidenza, sullo sviluppo regionale, dei progetti finanziati dalla BEI proponendo un nuovo strumento strategico (la matrice), uno strumento valutativo (una checklist di meccanismi di sviluppo regionale) e degli indicatori da utilizzare nella fase istruttoria. Ulteriori progressi sarebbero necessari nell’ambito della metodologia di valutazione per valutare l’impatto del finanziamento BEI sul progetto. 2 Il contributo della BEI allo sviluppo regionale Una valutazione dei finanziamenti accordati dalla BEI per 17 progetti situati in Italia e in Portogallo 1. Introduzione Il ruolo essenziale della BEI è quello di contribuire, con i suoi finanziamenti, a migliorare la produttività nelle regioni in ritardo di sviluppo e, quindi, a promuoverne lo sviluppo economico e sociale. Per questo motivo il Dipartimento Valutazione (EV) della BEI ha indirizzato la sua attività essenzialmente alla valutazione dell’incidenza della Banca sullo sviluppo regionale. Il Dipartimento EV ha condotto una serie di studi settoriali (infrastrutture stradali e ferroviarie, industria, telecomunicazioni) che hanno messo in evidenza le difficoltà metodologiche insite nella valutazione ex-ante e nella dimostrazione ex-post dell’incidenza di un progetto sullo sviluppo regionale. Il Dipartimento EV sta ora integrando quest’ottica settoriale con una serie di valutazioni effettuate su base geografica. Per il primo di questi studi ha scelto quattro regioni: Abruzzo e Puglia nel Mezzogiorno d’Italia; Centro e Norte in Portogallo. Dall’analisi, effettuata su documenti, di tutti e 68 i progetti finanziati dalla Banca nelle suddette quattro regioni nel periodo 1988-1998 emergono alcune conclusioni: • l’apporto finanziario della BEI è stato di entità significativa, essendo la Banca una delle principali fonti di risorse finanziarie per questi progetti; • l’ottica di mercato che ha portato la Banca a cercare di soddisfare tutte le ragionevoli richieste di fondi provenienti dalle regioni interessate ha fatto sì che i progetti venissero selezionati secondo criteri generali di politica regionale, e non nel quadro di una politica di sviluppo specifica; • molti progetti hanno subíto forti ritardi di attuazione, benché nella maggior parte dei casi si trovassero in fase avanzata di costruzione quando il finanziamento della Banca è stato approvato; • in alcuni casi, le analisi della domanda e della redditività effettuate in sede d’istruttoria si sono rivelate troppo ottimistiche (1 ). (1) Questo aspetto è emerso in 9 casi su un totale di 68, ma occorre dire che le informazioni sulla redditività erano disponibili solo per 18 casi. Ragionando col senno di poi, in almeno tre casi l’analisi avrebbe dovuto portare a negare il finanziamento. 3 Un’analisi esterna parallela è stata effettuata nelle quattro regioni nei mesi di settembre e ottobre 1999. Per tale analisi sono stati selezionati venti progetti da valutare ( 2 ). La composizione del campione si è basata su tre criteri, che di fatto hanno esaurito le possibili libertà di scelta (3 ): • dovevano esservi cinque progetti per ogni regione; • per ogni regione dovevano esservi, se possibile, progetti nei settori dell’industria, delle infrastrutture, dei servizi e dell’energia; • dovevano essere selezionati progetti su larga scala e progetti su piccola scala. Solo per 17 dei 20 progetti selezionati è stato possibile effettuare colloqui approfonditi e visite in loco. (4 ) Per determinare l’impatto dei progetti sull’economia locale, si è cominciato con l’analisi dettagliata della documentazione, per passare poi a colloqui con i promotori ( 5 ) e a discussioni con le associazioni di categoria e i beneficiari del progetto. Strada facendo, è stato possibile mettere meglio a fuoco e consolidare la metodologia per l’analisi dell’incidenza di un progetto sullo sviluppo regionale. È stata elaborata una tipologia di progetti durevoli, in parallelo ad indicatori più specifici da utilizzare in rapporto allo sviluppo regionale. Tipologia ed indicatori, utilizzati unitamente ai risultati del lavoro sul campo, potranno servire a trarre precise conclusioni in merito all’incidenza della BEI sullo sviluppo regionale. Si è cercato inoltre di definire l’impatto della Banca sul singolo progetto (influenza della Banca sullo sviluppo regionale attraverso il finanziamento e il progetto). Per concludere, sono state formulate raccomandazioni per migliorare ulteriormente la metodologia e l’impatto della Banca. Come dimostra lo studio di un caso specifico (v. riquadro più avanti), l’intervento della Banca, abbinato ad una buona progettazione e ad una efficiente gestione del progetto, può dare risultati decisivi. A tal fine, devono essere soddisfatte due condizioni: • il progetto deve avere un effetto positivo sullo sviluppo regionale; • l’intervento della Banca deve avere un effetto positivo sul progetto. Il presente rapporto affronta questi due aspetti fondamentali. Dopo aver riepilogato le principali caratteristiche di attuazione dei progetti, esso descrive la metodologia adottata per valutarne l’incidenza sullo sviluppo regionale e presenta delle conclusioni. Successivame nte, si indicano possibili miglioramenti della metodologia d’istruttoria e di valutazione. Il rapporto passa poi alla seconda questione, esaminando le possibilità per la Banca di apportare valore aggiunto ai progetti. Questa parte è più breve, sia per carenza di dati sia a causa della metodologia di analisi che richiede un ulteriore perfezionamento. (2) (3) (4) (5) L’analisi di ogni singolo progetto è stata presentata alla BEI sotto forma di rapporto individuale, che non viene pubblicato per motivi di riservatezza nei confronti del promotore e del progetto. Laddove era possibile scegliere, si è proceduto per scelta casuale. Degli altri tre progetti, uno situato in Italia aveva subito un ritardo di svariati anni e l’attuazione era appena cominciata. A giudicare dalle informazioni a disposizione della Banca, gli altri due progetti, situati in Portogallo, erano stati attuati e funzionavano in modo soddisfacente. Per questi colloqui, è stato elaborato ed utilizzato un questionario standard (v. Allegato A). 4 In quali casi un progetto può considerarsi un successo sotto il profilo dello sviluppo regionale? Un esempio Una fabbrica del tutto inefficiente si trasforma in leader della produzione di pneumatici Nel Nord del Portogallo, una fabbrica di pneumatici lottava per stare al passo con l’evoluzione tecnologica del settore. L’azienda era nota per la bassa qualità della sua produzione, che le impediva di contare tra i suoi clienti degli OEM (Original Equipment Manufacturers), per il suo scarso adeguamento alle norme di tutela ambientale, per la sua poca efficienza, per la scarsa motivazione e il forte assenteismo del suo personale, ed era nel complesso considerata un’impresa di serie B. Un’impresa di pneumatici del Nord Europa, che intendeva entrare nel mercato iberico con uno stabilimento di produzione in loco, acquisì una quota della società portoghese per costituire una joint venture. I nuovi arrivati mantennero la struttura fisica della fabbrica esistente ma introdussero nuova tecnologia e macchinari dei più avanzati, avviando anche programmi di formazione per tutto il personale. Per tutto il tempo del programma di ristrutturazione e ammodernamento la produzione non venne interrotta. Il sistema modulare era difficile da controllare e richiedeva una pianificazione e un’esecuzione più attente. Ma il progetto si mantenne entro il budget previsto e giunse a compimento nei tempi fissati, mentre la produzione e la vendita ininterrotte di pneumatici assicuravano la totalità delle entrate previste. La nuova società ha trasformato l’impianto produttivo e la forza lavoro. Ad un anno di distanza dalla conclusione del progetto, la fabbrica portoghese è diventata, sul piano internazionale, più efficiente della società madre, con l’assenteismo ridotto da oltre il 10% al 4%. La società ha ora tra i suoi clienti 9 OEM del settore automobilistico e si è aggiudicata più di 10 certificazioni ecologiche e di qualità, tra cui ISO 9002, ISO 14001, Fords Q101 e Q1. L’organico complessivo è passato da 900 a 1450 unità e il futuro del gruppo si presenta roseo. Garantendo contratti di acquisto a lungo termine e supporto tecnico, l’impresa ha indotto i suoi subfornitori (p. es. i fabbricanti di tessuti) a modernizzare la loro tecnologia, con benefici effetti per l’intero settore dei pneumatici in Portogallo. Considerata la sua poca efficienza e la sua scarsa reputazione, ben poche banche portoghesi si aspettavano il successo finanziario di questa azienda. Con il suo apporto di conoscenza e competenza nell’istruttoria di progetti, la BEI ha consentito che il progetto venisse valutato più approfonditamente, classificato come finanziariamente valido e riconosciuto come tale dalle banche locali. Il pr incipale ostacolo per la società era l’ottenimento di mutui a lungo termine per finanziare il progetto. Senza la capacità e la disponibilità della BEI ad accordare un sostegno finanziario rimborsabile entro un termine superiore ai 15 anni, il progetto probabilmente non sarebbe mai decollato. 5 2. Analisi dei singoli progetti Dei nove progetti italiani, cinque erano situati in Abruzzo e gli altri in Puglia. Degli otto portoghesi, quattro erano nella regione del Centro e quattro in quella del Norte. Centro e Norte Abruzzo Puglia In Portogallo, tre dei progetti esaminati riguardavano le infrastrutture di trasporto, due l’approvvigionamento di energia e tre l’industria manifatturiera privata (due di questi erano relativi al settore automobilistico). In Italia, due progetti facevano capo alla pubblica amministrazione e uno era promosso da un ente pubblico in un settore dei servizi. Gli altri progetti erano distribuiti in vari settori dell’industria privata, tra cui alimentari, materiali edili, produzione di beni di consumo e distribuzione al dettaglio. Per la maggior parte dei progetti, la BEI è stata il principale prestatore, con contributi variabili dal 16% al 50%. Segue una sintesi delle analisi relative ai singoli progetti: 1. Ammissibilità. Tutti i progetti erano situati nelle regioni dell’obiettivo 1, e pertanto conformi all’articolo 267 a) del Trattato di Amsterdam (sviluppo regionale) (6 ). I progetti riguardanti infrastrutture nei settori dell’energia e dei trasporti erano anch’essi conformi allo stesso articolo, punto c) (sostegno alle politiche comunitarie). 2. Conformità. Per tre dei progetti portoghesi e quattro dei progetti italiani si è dovuto procedere a modifiche delle specifiche tecniche originarie. Sei progetti portoghesi hanno superato il budget, cont ro un progetto italiano. Nove progetti (quattro in Portogallo, cinque in Italia) hanno subíto ritardi di attuazione, da imputarsi per lo più alle difficoltà incontrate con le amministrazioni locali. I problemi amministrativi sono stati riscontrati in quattro progetti italiani e in uno dei progetti portoghesi, mentre si è osservata una progettazione carente in uno dei progetti italiani e in tre portoghesi. Per quanto di pertinenza, tutti i progetti erano conformi alla vigente legislazione in materia di appalti. (6) L’articolo 267 del Trattato di Amsterdam corrisponde all’articolo 198 E del Trattato di Maastricht e all’articolo 130 del Trattato di Roma. 6 3. Precisione delle previsioni. Per due dei progetti portoghesi e sei dei progetti italiani le previsioni in materia di domanda finale si sono rivelate esatte. Per due progetti, tali previsioni sono state troppo ottimistiche e in quattro la domanda è stat a sottostimata. Per tre progetti, la futura domanda non era stata quantificata. In un solo caso il tasso interno di rendimento finanziario (TIRF) è risultato più alto del previsto. In tre progetti italiani è stato invece inferiore alle previsioni. Per la maggior parte dei progetti non è stato possibile ottenere informazioni per il calcolo del TIRF ex-ante o ex-post. Il tasso di rendimento economico (TRE) è stato misurato per un progetto portoghese e per un progetto italiano, ma per mancanza di dati non è stato possibile in entrambi i casi effettuare un calcolo ex-post. Uno dei progetti portoghesi è risultato finanziariamente non sostenibile (7 ) (tale situazione non si è verificata per i progetti italiani). 4. Primo finanziamento o operazioni rinnovate. Per tre dei progetti portoghesi e due dei progetti italiani si è trattato di operazioni effettuate per la prima volta con la BEI. Cinque società portoghesi hanno contratto o programmato un secondo mutuo con la BEI. Tre società italiane, due delle quali non avevano mai operato con la BEI, hanno dichiarato che prenderanno in considerazione un ulteriore rapporto con la Banca. Una società era incerta, un’altra ha dichiarato che si rivolgerà di certo nuovamente alla BEI alle condizioni attuali; altre non hanno fatto commenti. 5. Caratteristiche del finanziamento. Le operazioni con le società portoghesi sono state tendenzialmente di più lunga durata e hanno interessato una gamma più ampia (ma comunque limitata) di monete, con differenze particolarmente marcate per i progetti nei settori dell’energia e delle infrastrutture. Le società portoghesi hanno intrattenuto un rapporto diretto con la BEI, fornendo garanzie tramite banche nazionali, mentre le società italiane si sono rivolte alla BEI passando in genere per intermediari bancari. 6. Finanziamenti in conto capitale. Per tutti i progetti è stata erogata almeno una prima tranche anteriormente all’inizio dell’attività. Nella maggior parte dei casi, il versamento finale è avvenuto nella fase di costruzione. La BEI ha elaborato un sistema di classificazione con una scala di 4 punti per valutare la qualità delle operazioni e la loro conformità agli obiettivi BEI. Il punteggio massimo è 4 (buono) mentre il minimo è 1 (cattivo). Dai risultati della valutazione complessiva, basata su un campione limitato di 17 progetti emergono le seguenti conclusioni: Confronto generale Conformità agli obiettivi BEI 4 Impatto del progetto 3 Complementarità del 2 finanziamento BEI 1 0 Qualità dell'operazione Valore aggiunto apportato dalla BEI Qualità dell'attuazione Portogallo (7) Italia Il progetto è stato poi rilevato e rilanciato da un concorrente, cosicché i rimborsi sono avvenuti normalmente. 7 Confronto a livello regionale Conformità agli obiettivi BEI 4 3 Complementarità del finanziamento BEI 2 Impatto del progetto 1 0 Valore aggiunto dalla BEI Qualità dell'operazione apportato Qualità dell'attuazione Abruzzo Puglia Centro Norte Portogallo: progetti del settore privato e del settore pubblico Conformità agli obiettivi BEI 4 3 Impatto del progetto Complementarità del finanziamento BEI 2 1 0 Qualità dell'operazione Valore aggiunto apportato dalla BEI Qualità dell'attuazione Settore pubblico Settore privato Italia: progetti del settore privato e del settore pubblico Conformità agli obiettivi BEI 4 3 Impatto del progetto Complementarità del finanziamento BEI 2 1 0 Qualità dell'operazione Valore aggiunto apportato dalla BEI Qualità dell'attuazione Settore privato Settore pubblico 8 3. Impatto sullo sviluppo regionale: meccanismi e indicatori 3.1 Conformità dei progetti ai Quadri comunitari di sostegno Sono stati valutati molti progetti diversi, alcuni dei quali avevano ricevuto anche sovvenzioni dall’Unione europea. Non esisteva tuttavia alcuna valutazione ex-ante, effettuata dalla BEI, per accertare se i progetti selezionati erano conformi al pertinente quadro di sostegno regionale. La BEI ha ottemperato in ogni caso al suo obbligo statutario di ottenere il parere della Commissione per ogni nuova proposta di finanziamento; ma a parte questo, non vi è stata praticamente altra forma di collaborazione tra le due istituzioni. In particolare, nel corso del processo di assegnazione delle sovvenzioni la Commissione non ha mai stimolato i promotori a richiedere anche i finanziamenti BEI, sebbene un progetto meritevole di una sovvenzione possa di certo trarre beneficio dalle favorevoli condizioni di finanziamento della BEI. La documentazione BEI non conteneva motivazioni della selezione dei progetti, a parte l’indicazione che si trovavano nell’area oggetto dell’obiettivo 1, nel qual caso erano conformi ai requisiti dell’articolo 267 a) del Trattato di Amsterdam (sviluppo regionale). Per i progetti nei settori dell’energia e dei trasporti veniva fatto riferimento all’articolo 267 c), ossia al sostegno alle politiche comunitarie. A parte ciò, non vi era cenno ad altri criteri od orientamenti generali. Le istruttorie seguono uno schema ben preciso ma talvolta restrittivo. La questione più ampia dell’impatto del progetto sullo sviluppo regionale non viene quasi mai sfiorata. Nell’ambito della valutazione ex-post, i progetti del campione sono stati esaminati a fronte dei Quadri comu nitari di sostegno stabiliti per l’Italia e il Portogallo, nei quali sono indicati obiettivi di massima relativi allo sviluppo. I risultati sono riepilogati nella tabella 1 (8/9 significa che 8 progetti su 9 contribuiscono al raggiungimento dell’obiettivo indicato nel quadro di sostegno): Tabella 1: Conformità al Quadro comunitario di sostegno Obiettivi di sviluppo nel Quadro di sostegno relativo all’Italia Numero di progetti conformi agli obiettivi Miglioramento di trasporti e telecomunicazioni 0 Obiettivi di sviluppo nel quadro di sostegno relativo al Portogallo Numero di progetti conformi agli obiettivi Sviluppo delle risorse umane 3/8 Sviluppo dell’industria 8/9 Miglioramento della competitività economica 4/8 Sviluppo del turismo 1/9 Miglioramento della qualità della vita 1/8 Sviluppo dell’agricoltura 0 Infrastrutture di supporto 0 Sviluppo delle risorse umane 0 TOTALE 9/9 Rafforzamento della base economica TOTALE 0 8/8 Lo studio indica che tutti i progetti inseriti nell’analisi esterna sarebbero stati conformi al Quadro comunitario di sostegno e quindi accettati. Se ne può concludere che non 9 sia necessaria una collaborazione formale tra la BEI e la Commissione fintanto che i progetti vengono selezionati in base a criteri molto ampi. Ma ciò equivale di fatto ad una selezione automatica, basata unicamente sull’ubicazione del progetto. Con questa procedura non si discrimina tra un progetto e l’altro e non si stabilisce una scala di priorità dei bisogni dell’area. E, fatto ancor più importante, non si individuano in modo sufficientemente dettagliato gli effetti economici del singolo progetto, né i meccanismi che li determinano. Non sorprende dunque che gli incaricati della selezione non siano in grado di valutare ogni progetto a fronte di criteri di sviluppo economico. Il Quadro comunitario di sostegno è da utilizzare per un «controllo di conformità» nel primo stadio della selezione, ma occorre poi un ulteriore dispositivo che consenta di valutare i progetti in funzione del loro impatto specifico sullo sviluppo regionale, con indicatori che servano a misurare il raggiungimento di tale obiettivo. 3.2 Difficoltà nella misurazione dello sviluppo regionale L’analisi dell’impatto economico dei progetti di sviluppo regionale comporta problemi di misurazione ben noti: • Disaggregazione dei dati: le imprese, le associazioni di categoria e gli uffici nazionali di statistica non raccolgono dati sotto il livello NUTS (8 ) 2. • Raccolta dati in rapporto a un certo periodo: i dati vengono raccolti a intervalli irregolari e non possono dunque essere analizzati su base annua. • Mancanza di dati di partenza: i dati di partenza a fronte dei quali verificare l’efficacia del cambiamento a livello regionale sono pochi o inesistenti. • Difficoltà di quantificazione di taluni effetti economici: per taluni effetti importanti sullo sviluppo regionale possono mancare indicatori numericamente validi. I promotori non sono stimolati a raccogliere dati economici e quindi non stabiliscono indicatori specifici di performance per le imprese che beneficiano degli interventi BEI. È inoltre possibile che le imprese stesse non vedano la necessità di raccogliere il genere di dati che occorrono per valutare l’impatto sullo sviluppo regionale. Infine, ai promotori interessano i risultati per sito più che quelli per progetto. Se più progetti sono realizzati nel medesimo sito, i promotori dispongono di solito dei dati aggregati. 3.3 Creazione di posti di lavoro Un effetto economico fondamentale dei progetti di sviluppo regionale si produce attraverso la creazione di posti di lavoro. La società PA Consulting Group ha messo a punto un modello dell’impatto ottenuto con la creazione di posti di lavoro, che ha utilizzato ampiamente per i progetti di riassetto urbano nel Regno Unito (9 ). La scarsità dei dati economici disponibili per il Portogallo e l’Italia ha reso il modello inutilizzabile ai fini del presente studio, salvo, nella sua forma più semplice, nel caso di un progetto industriale. L’esempio esaminato indicava un incremento delle retribuzioni pagate dalla società e gli effetti indotti da questi posti di lavoro, approssimativamente corrispondenti all’entità della sovvenzione pubblica ottenuta dal progetto. In questo particolare esempio, dunque, l’effetto moltiplicatore dei posti di lavoro non ha contribuito allo (8) (9) Nomenclatura delle unità territoriali a fini statistici. Il modello applica un moltiplicatore al numero di posti di lavoro creati ogni anno da un determinato progetto per calcolare l’impatto complessivo sulla regione (in termini di occupazione). Disponendo di dati economici dettagliati sulla regione, è possibile tener conto anche degli spostamenti occupazionali e calcolare quindi gli effetti netti. Se sono disponibili dati sulla tipologia di posti di lavoro creati (a tempo pieno, a tempo parziale, ecc.) è possibile utilizzare i dati relativi alle retribuzioni per calcolare gli effetti sul PIL. 10 sviluppo regionale oltre i limiti dell’effetto prodotto dalla sovvenzione. Ma il caso in questione non è necessariamente rappresentativo. 3.4 Checklist dei meccanismi di sviluppo regionale Considerate le difficoltà nel disporre di dati economici molto precisi e partendo dal presupposto che anche indicatori economici meno esatti possono fornire elementi di valutazione preziosi, è stata messa a punto una checklist di «meccanismi di sviluppo regionale» intesa a garantire che nessun aspetto venga trascurato. La checklist consente di raccogliere, se esistenti, dati quantificati ed elementi di fatto; in caso contrario, raccoglie pareri. I dati e i fatti consentono di trarre conclusioni, i pareri di formulare delle ipotesi. La checklist si basa sull’analisi dell’impatto del progetto su tutte le possibili categorie interessate, ossia tutte quelle sulle quali il progetto incide o può incidere direttamente (consumatori, concorrenti, lavoratori, enti locali,…). L’impostazione si concilia sia con la teoria dei giochi sia con l’ottica di un quadro logico. Segue, sotto forma di diagramma, un riepilogo dell’approccio adottato: Categorie interessate • Quantificati • Fattuali •Promotore • Individuati da terzi •Enti pubblici Progetto •Lavoratori •Fornitori Checklist • Individuati dagli autori dello studio degli impatti •Concorrenti •Consumatori finali •Altre aziende Impatto sullo sviluppo regionale •Popolazione in genere 3.5 Riepilogo dell’impatto dei progetti esaminati sullo sviluppo regionale (10) La checklist riepiloga l’impatto sullo sviluppo regionale dei progetti finanziati dalla BEI in Italia e in Portogallo. La tabella che segue indica il numero dei progetti (5/8 significa cinque progetti su otto) sui quali ha esercitato i suoi effetti il particolare meccanismo contenuto nella checklist. Gli impatti sono distinti in positivi e negativi e la checklist è suddivisa per argomenti (es.: Sostegno pubblico, Fornitori). (10) Nella checklist è stato possibile includere solo i 16 progetti operativi in luogo dei 17 inseriti in tutte le altre analisi. Uno dei progetti aveva infatti un ritardo di dieci anni e nel 1999 era operativo da soli pochi mesi. 11 Checklist per la valutazione dei meccanismi Concorrenza Sostegno pubblico Meccanismi di sviluppo: impatto negativo Quantificati Italia (11) Portogallo Fattuali Italia Sovvenzioni ricevute 5/8 6/8 Altre forme di sostegno pubblico ricevuto 1/8 1/8 Portogallo Parere di terzi Italia (12) Portogallo Opinione autori dello studio Italia Portogallo Indice sovvenzioni/profitti Dead-weight di sovvenzioni o finanziamenti agevolati - Spiazzamenti 0/8 1/8 I concorrenti riducono la produzione 1/8 1/8 I concorrenti hanno un minore accesso ai fattori di produzione 0/8 1/8 1/8 Fornitori Occupazione Promotore/ Produzione Inve-stimenti Meccanismi di sviluppo: impatto positivo (11) (12) Effetto moltiplicatore degli investimenti 1/8 Trasferimento risorse (dal livello nazionale al regionale) 6/8 8/8 4/8 Contributo diretto alla crescita del PIL 1/8 5/8 Economie di scala o di scopo grazie al progetto 7/8 5/8 Altre riduzioni di costi (nuove tecnologie, gestione più efficiente) 1/8 Miglior redditività del promotore 2/8 1/8 4/8 Miglior posizione competitiva del promotore 2/8 3/8 4/8 1/8 4/8 1/8 Utilizzo di nuove tecnologie 5/8 6/8 Maggior qualità del prodotto 5/8 6/8 Posti di lavoro creati in forma diretta o indiretta 5/8 3/8 Posti di lavoro preservati in forma diretta o indiretta 2/8 2/8 4/8 1/8 Posti di lavoro eliminati in forma diretta o indiretta 1/8 1/8 Formazione della forza lavoro 4/8 Utilizzo di nuove tecnologie 1/8 Maggior qualità del prodotto 1/8 5/8 Migliori condizioni di consegna 2/8 Prezzi inferiori 1/8 Possibilià di investimenti grazie a contratti a lungo termine 1/8 Formazione 1/8 2/8 5/8 0/8 L’indicazione «quantificati» sta a significare che sono stati raccolti dati misurabili; l’indicazione «fattuali» significa che è possibile osservare gli effetti dell’impatto; «parere di terzi» significa il parere di un’associazione di categoria o di un ente ufficiale, e «opinione degli autori dello studio» significa che la società PA Consulting Group e la BEI hanno entrambi estrapolato informazioni per giungere ad una conclusione logica. Solo otto progetti in ciascun Paese avevano le caratteristiche per essere inclusi in questa analisi. Tra i terzi consultati figurano funzionari delle amministrazioni locali, federazioni di imprenditori, istituzioni accademiche. 12 Checklist per la valutazione dei meccanismi (seguito) Meccanismi di sviluppo Impatto positivo (seguito) Quantificati Italia (13) Portogallo Fattuali Italia Portogallo Parere di terzi Italia Portogallo Opinione autori dello studio Italia Portogallo Utilizzo di nuove tecnologie Altre imprese Consumaotri finali Concorrenti Maggior qualità del prodotto 1/8 Miglioramento della logistica nella regione Prezzi inferiori 3/8 2/8 Nuovi investimenti come conseguenza Nuovo progetto usato come modello di riferimento 1/8 Nuovi prodotti reperibili sul mercato locale 6 /8 2/8 5/8 Migliore qualità del prodotto 3/8 6/8 2/8 Migliori condizioni di consegna 2/8 - 2/8 Prezzi inferiori 2/8 Miglioramento generale delle forniture sul mercato locale 2/8 - 2/8 Nuova domanda dovuta direttamente al progetto 6/8 2/8 Nuova domanda di altri beni (effetto di maggior reddito per il minor prezzo dei prodotti grazie al progetto) 8/8 3/8 Nuove opportunità imprenditoriali, indirettamente connesse al progetto 7/8 3/8 Introduzione di nuova tecnologia, effetto di traino Potenziamento qualità di servizi/prodotti 2/8 Miglioramento dell’immagine Miglioramento della qualità della vita Miglioramento delle procedure amministrative Cultura di successo imprenditoriale 1/8 2/8 Diminuzione del crimine 1/8 3/8 Aumento di valore degli immobili 2/8 2/8 Miglioramenti nell’istruzione e nella sanità Miglioramenti ambientali 4/8 5/8 Dall’analisi emergono alcune considerazioni importanti: • la maggior parte dei progetti ha permesso alle società promotrici di conseguire economie di scala; • la maggor parte de progetti ha determinato l’adozione di nuove tecnologie; • nella metà dei casi, il progetto ha tenuto in vita un’attività economica che altrimenti avrebbe chiuso, con conseguente perdita di posti di lavoro; • la posizione competitiva del promotore è migliorata in oltre la metà dei progetti; • in tutti i progetti portoghesi, secondo fonti terze, l’effetto catalizzante del progetto ha attirato altri investimenti. Le nostre analisi, talvolta confermate da terzi, hanno indicato che la stessa cosa è successa in oltre la metà dei progetti italiani. (13) L’indicazione «quantificati» sta a significare che sono stati raccolti dati misurabili; l’indicazione «fattuali» significa che è possibile osservare gli effetti dell’impatto; «parere di terzi» significa il parere di un’associazione di categoria o di un ente ufficiale, e «opinione degli autori dello studio» significa che la società PA Consulting Group e la BEI hanno entrambi estrapolato informazioni per giungere ad una conclusione logica. Solo otto progetti in ciascun Paese avevano le caratteristiche per essere inclusi in questa analisi. 13 In linea generale, 9 progetti hanno avuto un effetto positivo dimostrabile sullo sviluppo regionale, 5 hanno avuto un limitato effetto positivo sullo sviluppo della regione di ubicazione e 3 hanno avuto un effetto negativo sullo sviluppo regionale. Classificazioni del genere si prestano, ovviamente, ad interpretazioni. Dei progetti chiaramente positivi, due rappresentano casi abbastanza speciali. Uno di essi (una centrale elettrica) ha prodotto benefici a livello nazionale ma l’effetto positivo su un’area più circoscritta è stato molto limitato. Poiché però nel caso del Portogallo l’intero Paese è considerato una regione rientrante nell’obiettivo 1, si può concludere che il progetto abbia avuto un impatto positivo sullo sviluppo regionale. In un altro caso, inaspettati incrementi di costi e cali dei prezzi avevano messo a rischio la fattibilità finanziaria del progetto, che aveva lo scopo di tenere in vita un’impresa industriale esistente. I presupposti economici sui quali si era basata la Banca si sono dunque rivelati sbagliati. Tuttavia l’impresa promotrice è stata successivamente assorbita da un concorrente che ha trasformato il progetto in un’iniziativa nettamente positiva per la regione. La limitata incidenza di alcuni progetti è da attribuire, in tre casi, ai forti ritardi di attuazione che ne hanno ridotto i benefici netti (dilatando l’intervallo di tempo tra il momento dell’investimento e quello dell’entrata in funzione). In un altro caso, la chiusura anticipata dello stabilimento ha ridotto sensibilmente gli effetti positivi del progetto. Nell’ultimo caso, l’unico effetto concreto è stata la creazione di una ventina di posti di lavoro, mentre le mansioni più qualificate sono state affidate all’esterno, fuori della regione. Per tre progetti italiani, dall'analisi emerge che il loro impatto è stato negativo. Sebbene uno di essi avesse determinato la creazione di un buon numero di posti di lavoro, a parere di terzi sono andate perdute altre opportunità di creazione di posti di lavoro oltre a competenze imprenditoriali. In virtù delle sue stesse dimensioni, il progetto aveva determinato l’assunzione di molti dipendenti che ora, con la cessazione dell'attività, vengono licenziati. Un altro progetto ha avuto effetti positivi sull’occupazione, ma l’ammontare aggiuntivo delle retribuzioni nella regione non ha superato quello delle sovvenzioni. Anche se gli effetti non sono stati pienamente quantificati, se si tiene conto di altre forme di sovvenzione quali abbuoni di interessi e fiscalizzazione degli oneri sociali, e se si considera che tali sovvenzioni sarebbero state destinate comunque alle regio ni in ritardo di sviluppo, si può concludere che il progetto ha sottratto a queste regioni più risorse di quante ne abbia apportato. Il terzo caso è quello di un progetto prioritario nel campo del turismo, che ha impedito lo sviluppo del settore stesso per quasi un decennio, visto che l’attuazione si è protratta per dieci anni e che nel frattempo le dimensioni del progetto si sono ridotte alla metà. 3.6 Tipologia dei progetti Dall’analisi dei 17 progetti valutati in Portogallo e in Italia, sono emerse analogie fra alcuni progetti che hanno permesso di classificarli nei seguenti gruppi: settori tradizionali, settori nuovi, reti e offshore. • Settori tradizionali e infrastrutture. In questa tipologia rientrano i progetti di grande dimensione, spesso facenti capo a istituzioni pubbliche che intendono ammodernare o espandere vaste reti infrastrutturali, oppure grandi progetti del settore privato, in ambiti relativamente stabili e a lenta evoluzione. In questi casi, i tempi di realizzazione del cambiamento non sono di norma l’elemento prioritario e il progetto accumula spesso ritardi di attuazione. • Settori nuovi. Si tratta anche qui di grandi progetti, ma in settori più dinamici nei quali il programma di cambiamento deve essere gestito con attenzione. Spesso il progetto consiste nell’introdurre un settore economico (o un sottosettore) in una determinata regione. Questo tipo di progetto ha bisogno di un notevole sostegno e spesso incide su larghe fasce della comunità locale. 14 • Reti. I progetti di questa categoria non sono di vaste dimensioni: si tratta spesso di joint ventures (JV) o del «risanamento» di un’impresa già in attività (PMI). Le JV comportano sempre la presenza di partner stranieri che apportano all’impresa esistente nuove competenze e tecnologie. Il fattore critico per il successo di questi progetti è il rapporto che s’instaura con tutte le altre parti e categorie interessate. • Offshore. Il progetto offshore è quello normalmente finanziato da una società straniera che desidera avviare una nuova attività nella regione. Si tratta spesso di progetti di dimensioni relativamente ridotte, che comportano la creazione di una nuova attività o impresa. In molti casi, anche i profitti sono trasferiti all’estero. Le quattro tipologie di progetti possono essere raffigurate in una matrice (figura 1) utilizzando come assi le principali caratteristiche dei progetti. • Asse verticale - Dimensione relativa del progetto per la regione • Asse orizzontale - Tipo di attività: nuova impresa oppure ristrutturazione di un’impresa esistente Il portafoglio dei progetti che sono stati oggetto di valutazione può essere raffigurato graficamente in funzione dei due criteri: 1) dimensione del progetto relativamente al settore di appartenenza; 2) miglioramento di impresa esistente oppure impresa di nuova costituzione (criterio basato, laddove possibile, sul rapporto tra nuovo capitale investito e patrimonio esistente in loco). Nella matrice della figura 1 sono contenuti tutti i progetti italiani e portoghesi, la cui valutazione corrisponde alla posizione che occupano rispetto ai due assi. Essi sono raffigurati anche in funzione del loro apporto allo sviluppo regionale, determinato in base alla checklist. Figura 1: Raffigurazione dei progetti in una matrice Grande Dimensione del progetto P Settore nuovo P I P Settore tradizionale I P* P I P Piccolo I I I P I Offshore I Rete P I Nuovo investimento Nuova impresa Impatto negativo Ristrutturazione Impatto ridotto /patrimonio esistente Impatto positivo 15 La qualità del contributo che la BEI può apportare con i suoi finanziamenti dipende molto dalle caratteristiche della regione e dallo stadio di sviluppo del settore bancario nel Paese interessato. Nel nostro campione, ad esempio, la maggior parte degli interventi è servita a finanziare progetti nei settori tradizionali (43% dei progetti italiani e i 63% di quelli portoghesi). Questo si spiega con lo stadio di sviluppo in cui si trovavano all’epoca (fine anni ’80) le regioni interessate. In quel periodo infatti le grandi società pubbliche, in Italia come in Portogallo, stavano realizzando e/o ammodernando le loro infrastrutture di base. Tale situazione, unita alle difficoltà che le banche nazionali avevano a concedere crediti a lungo termine, determinava una domanda di finanziamenti a lungo termine che le istituzioni nazionali non erano in grado di soddisfare. La BEI ha colmato questa lacuna. Dall’applicazione della matrice al nostro campione emerge inoltre che i progetti con il minor effetto diretto sullo sviluppo regionale si situano per lo più su una diagonale della matrice (1 4 ). Questo risultato interlocutorio ha trovato conferma, con poche eccezioni, in un campione più vasto di progetti precedentemente valutati dal Dipartimento EV e potrebbe avere implicazioni per le future politiche, in quanto indica che alcune semplici caratteristiche possono essere sufficienti per individuare i progetti con maggiori o minori probabilità di esercitare un effetto immediato sullo sviluppo regionale. Risulta inoltre che per i progetti più sostenibili sia stata elaborata una strategia adeguata per gestire le relazioni con le molte categorie di soggetti interessati dal progetto, e che alla tipologia di progetti proposta dalla matrice possa affiancarsi una tipologia delle strategie da adottare nei confronti delle categorie interessate per riuscire a portare a termine con successo il progetto. Piccolo Grande Il promotore di un progetto di vaste dimensioni può permettersi pretese che sono precluse ai promotori di piccoli progetti. Analogamente, chi promuove un progetto per una nuova impresa, senza impegni prestabiliti (spese di ammortamento), ha molto meno da perdere se il progetto non sarà realizzato. Per ogni quadrante esiste una strategia che più di altre sembra poter contribuire alla sostenibilità di un progetto: Settore nuovo Settore tradizionale & Infrastrutture pubbliche Diventare un soggetto locale interessato Sganciarsi da alcuni dei soggetti locali interessati Offshore Rete Ignorare la maggior parte dei soggetti locali interessati Negoziare con tutti i soggetti locali interessati Nuova impresa (14) Ristrutturazione Il simbolo «P*» nella figura rappresenta il progetto che ha avuto un forte impatto a livello nazionale ma scarso effetto a livello regionale. Se si parte da una definizione ristretta, questo risultato è dunque più incisivo. 16 Per le imprese conviene adottare una strategia di sviluppo regionale che le renda più accette ai soggetti locali. Inserire quest'aspetto nei controlli non solo è necessario per far sì che i progetti selezionati abbiano un impatto sullo sviluppo regionale, ma è anche buona prassi bancaria, dato che i progetti che seguono una strategia corretta sono anche quelli più durevoli. 3.7 Indicatori di sviluppo regionale La matrice resta uno strumento approssimativo. Al contrario, la checklist è uno strumento omnicomprensivo, particolarmente utile nello stadio di valutazione. Occorre però integrare tali strumenti con un dispositivo organico in più fasi per l’analisi dello sviluppo regionale, da utilizzare in sede di istruttoria. In questo paragrafo si propone un dispositivo in tre fasi. 3.7.1 Sostenibilità Per produrre degli effetti, un progetto deve essere sostenibile, ossia conservare una fattibilità economico-finanziaria per tutta la sua durata. Questo aspetto è espresso dal calcolo del TRE e del TIRF, ma occorrono anche altri indicatori. Laddove possibile, la Banca calcola il TRE e il TIRF in sede di istruttoria. Questi valori sono infatti molto più difficili da calcolare ex-post, nello stadio di valutazione, dato che sono pochi i progetti a se stanti: molti sono componenti di altri progetti più grandi o incorporano in tutto o in parte progetti successivi. I promotori non tengono una contabilità separata per progetto, né sono tenuti a farlo. Per i progetti di più vecchia data, è raro che i promotori dispongano della serie completa dei dati occorrenti e, d’altro canto, per i progetti più recenti è di scarsa validità effettuare un nuovo calcolo dei dati poiché questo non si basa interamente sui fatti ma fa riferimento a molte ipotesi formulate per il futuro. Anche la differenza tra TRE e TIRF può rivelare se le sovvenzioni sono giustificate. 3.7.2 Pertinenza (impatto potenziale del progetto) Il progetto è potenzialmente adatto a produrre effetti sullo sviluppo economico ed istituzionale delle regioni arretrate, ossia è valido ai fini dello sviluppo regionale? Una risposta di tipo qualitativo si può ricavare dalle seguenti domande: 1. Il progetto contribuisce ad integrare la regione interessata all’interno dell’UE o alla crescita endogena delle regioni arretrate (1 5 ) (ossia, allo sviluppo del capitale umano o dell’innovazione)? 2. Il progetto è compatibile con le politiche pubbliche in materia di sviluppo regionale? È integrato in un programma comunitario? Esistono misure di accompagnamento? 3. Il progetto persegue uno dei quattro obiettivi che seguono? (15) • alleviare un problema di congestione (es: costruzione di una strada, di una pista aeroportuale, di un nuovo gasdotto, ecc.); • valorizzare una risorsa locale (sotterranea, come il petrolio, geografica come il mare, o umana come i lavoratori disoccupati); • introdurre innovazioni di tipo tecnologico, di mercato (anche nei mercati finanziari e del lavoro) o di entrambi i tipi (economia della conoscenza). Tutti i progetti con un marcato effetto sullo sviluppo istituzionale rientrano come minimo in questa categoria; Benché la maggior parte dei progetti produca i suoi effetti in prossimità delle strutture costruite, alcuni dei progetti valutati hanno avuto un impatto su altre regioni arretrate situate lontano dal luogo del progetto. 17 • migliorare le condizioni di vita della popolazione locale (es: con progetti nel settore della sanità o dell’edilizia abitativa; rientrano in questa categoria anche i progetti a forte impatto istituzionale). Se la risposta è positiva per tutte e tre le domande, il progetto può definirsi di sviluppo regionale, almeno nell’impostazione (in alternativa, si può usare un sistema di classamento a quattro punti per valutare le risposte). 3.7.3 Impatto sullo sviluppo regionale (impatto effettivo del progetto) L’istruttoria del progetto deve poter stabilire, nella misura del possibile: • quanto valore aggiunto è in grado di apportare il progetto, ossia in che misura esso contribuisce al PIL della regione. L’apporto diretto del progetto al PIL si ricava da indicatori basati sul suo valore aggiunto in termini economici; • in che modo si ripartisce il valore aggiunto del progetto, ossia il suo effetto sulle condizioni di vita, sull’occupazione, sul profilo dei consumi della regione, ecc. La BEI non dispone attualmente di una serie di indicatori dell’impatto regionale da applicare ex-ante, nella fase istruttoria, e da verificare ex-post. Si tratta di un problema ricorrente in seno alla Banca ed è auspicabile che si lavori con maggio r impegno alla definizione di tali indicatori. Attualmente non esiste nella Banca una sede per un dibattito su tale argomento che coinvolga su base regolare tutte le direzioni. In futuro si dovrà riflettere su tale possibilità. 18 4. Il valore aggiunto apportato dalla BEI Affinché gli interventi della BEI abbiano un impatto sullo sviluppo regionale, occorre che siano soddisfatte due condizioni: • il progetto deve avere un effetto positivo sullo sviluppo regionale; • l’intervento della Banca deve avere un effetto positivo sul progetto. Il rapporto passa ora ad esaminare il secondo aspetto: dove e quando l’intervento della Banca esercita un effetto positivo sui progetti? 4.1 La competitività della BEI I dati dello studio confermano che il motivo principale che spinge le imprese a rivolgersi alla BEI per le loro necessità finanziarie risiede nei minori tassi d’interesse applicati, anche se l’esatto risparmio realizzato con un finanziamento BEI è difficile da determinare a posteriori e non risulta mai quantificato nella documentazione BEI in sede d’istruttoria. Un calcolo del genere richiederebbe infatti un confronto tra le condizioni praticate dalla BEI (compresi tassi d’interesse e garanzie) e quelle che il promotore può reperire altrove e che migliorano man mano che il sistema bancario del Paese si evolve. In un caso è stato possibile individuare l’entità del risparmio realizzato da una società privata con il finanziamento BEI, rispetto alle condizioni di un mutuo commerciale. Il valore netto attualizzato dell’importo risparmiato è risultato dell’ordine di EUR 1 milione per un mutuo a dieci anni dell’ammontare di circa EUR 50 milioni nel 1992 (1 6 ). In questo caso, il vantaggio finanziario è stato significativo, con un valore aggiunto diretto per gli azionisti della società; ma non rappresenta più dell’1% del costo totale del progetto, mentre gli imprevisti tecnici sono di solito quantificabili attorno al 10%. Pertanto, se la BEI riesce a migliorare, attraverso l’istruttoria o il monitoraggio, il rendimento del progetto, il risparmio potenziale è di entità per lo meno equivalente. 4.2 Altri benefici apportati dalla BEI 4.2.1 Complementarità con le banche commerciali Per sei dei nove progetti italiani, la BEI era l’unica fonte di finanziamenti a lungo termine disponibile secondo la normativa allora vigente per i mercati finanziari (1 7 ), benché l’erogazione sia avvenuta nella maggior parte dei casi attraverso intermediari bancari. In Portogallo, due società non erano riuscite ad ottenere finanziamenti a lungo termine dalle banche nazionali, che consideravano i progetti ad alto rischio. In questi casi, sia l’istruttoria dei progetti compiuta dalla Banca sia il suo contributo al finanziamento hanno avuto un’importanza decisiva per mettere in moto ulteriori finanziamenti e per consentire ai progetti interessati di procedere nell’attuazione. In Portogallo, negli anni ’80 le banche locali non erano in grado di concedere finanziamenti per una durata superiore agli 8 anni; la BEI cominciò dunque a intervenire principalmente con mutui per progetti commercialmente validi che avevano bisogno di finanziamenti con durata oltre gli 8 anni. Man mano che in un Paese il (16) (17) Non è stato possibile sottoporre ad analoga analisi tutte le società, per mancanza di dati. Tuttavia, in sei casi italiani e in due portoghesi non esistevano alternative realistiche al finanziamento BEI e il vantaggio è stato dunque consistente. Questo è avvenuto, ad un certo punto, per i finanziamenti con abbuoni d’interesse a norma della legge italiana 64 sul Mezzogiorno. 19 mercato finanziario evolve, la BEI prevedibilmente si orienta verso mercati di nicchia nei quali può operare con il massimo valore aggiunto. Nei casi in cui il finanziamento è passato per una banca intermediaria, questa è stata il primo punto di contatto per il promotore del progetto. L’intermediario, a sua volta, ha poi preso contatto con la BEI. Le banche italiane prediligono in genere il ruolo d’intermediari rispetto a quello di garanti, in quanto preferiscono avere un’attività a bilancio piuttosto che fuori bilancio. Alcune delle banche interpellate hanno dichiarato che vorrebbero espandere la propria attività d’intermediari con la BEI ma sono ostacolate in questo dal limite del 50% che la BEI fissa per i propri interventi. Le banche vorrebbero poter operare in modo più flessibile e avere la possibilità di accordare fino al 100% del mutuo attraverso la BEI. In almeno due casi, tuttavia, è risultato lampante che l’intermediario applicava per i suoi servizi d’intermediazione competenze assai elevate, superiori al rischio comportato dal progetto. A questa eventualità si può porre rimedio facendo in modo che il beneficiario finale sia perfettamente informato circa le condizioni praticate dalla BEI sul finanziamento concesso all’intermediario; ma la cosa potrebbe presentare qualche difficoltà se l’intermediario nel frattempo apporta modifiche al finanziamento. Pur rispettando i severi limiti della riservatezza, la Banca dovrebbe prestare una maggiore attenzione ai margini di intermediazione e di garanzia applicati in relazione ai suoi finanziamenti, in modo tale che queste informazioni (necessarie per poter risalire al «prezzo totale» del finanziamento BEI per il beneficiario finale) siano portate a conoscenza degli alti dirigenti della Banca, che ne terranno conto nel formulare la sua strategia di credito. 4.2.2 Effetto «aureola» La maggior parte delle imprese oggetto dello studio si è dichiarata convinta che la presenza della BEI come finanziatore migliorasse, con la sua reputazione, l’immagine del progetto; questo, in particolare, nel caso di un'impresa industriale privata che non poteva contare sull’esame e l’approvazione del progetto da parte di azionisti pubblici. La società in questione ha dichiarato che i suoi revisori di conti sono rimasti molto colpiti dal fatto che la BEI avallasse il progetto con la sua approvazione. Un promotore del settore privato ha dichiarato di considerare il finanziamento BEI una dimostrazione del riassetto del suo bilancio in vista di impegni di lungo termine. La valutazione dell’impatto ambientale e l’analisi dei costi e benefici economici, effettuate dalla Banca, hanno contribuito in taluni casi a rendere bene accetto il progetto alla popolazione locale. 4.3 Miglioramenti possibili 4.3.1 Maggior flessibilità nella definizione del progetto A parere di alcune società del settore privato, le procedure d’istruttoria non sono abbastanza flessibili in caso di modifiche al progetto che talvolta si rendono necessarie in un mercato in rapida evoluzione. In particolare, taluni promotori vorrebbero che la Banca fosse più comprensiva ed elastica di fronte a modifiche apportate alla descrizione tecnica del progetto. 4.3.2 Istruttorie più brevi Alcuni promotori, pur apprezzando i vantaggi insiti nelle accurate procedure d’istruttoria seguite dalla BEI, ritengono troppo lungo il tempo che intercorre tra l'inizio del negoziato e l’erogazione dei fondi. A detta di uno dei promotori, i tempi del processo dovrebbero essere dimezzati. In due casi, si sono verificati ritardi di mesi a causa di atteggiamenti piuttosto rigidi assunti dalla BEI durante l’istruttoria. 20 4.3.3 Rinegoziazione delle condizioni Molte banche commerciali hanno proceduto alla rinegoziazione dei mutui accordati nei primi anni ’90, in un clima di elevati tassi d’interesse, accollandosi per metà il costo di ristrutturazione del mutuo. La BEI non si è dimostrata disponibile a fare altrettanto o a condividere, per i contratti successivi, il rischio legato al tasso d’interesse. Alcuni promotori se ne sono lamentati, specialmente le medie imprese ma non le società di grandi dimensioni o il settore pubblico. 4.3.4 Sostegno ai progetti in difficoltà Una certa sorpresa è stata espressa dai promotori per il fatto che la BEI, che dedica tanta attenzione alla realizzazione materiale dei progetti, fornisca ben poco aiuto quando le cose si mettono male. In molti casi, le visite di monitoraggio sono state bene accolte dal promotore, che ne ha apprezzato l’utilità per riorientare gli obiettivi principali del progetto e trarre beneficio da un giudizio esterno sulle difficoltà incontrate. Ma in altri casi, a detta dei promotori, la Banca avrebbe potuto fare di più, specialmente per ridurre i lunghi ritardi di attuazione, spesso dovuti ad interventi dell’amministrazione pubblica. La maggior parte dei progetti ha registrato ritardi, talvolta anche molto lunghi (nove anni in un caso, dieci in un altro). È emerso inoltre che la presenza della pubblica amministrazione ha rappresentato il principale fattore di ritardo dei progetti, nel settore pubblico come in quello privato. Alcuni promotori ritengono che le istituzioni comunitarie dovrebbero essere in grado di modificare la situazione e che il fatto stesso di diffondere le informazioni possa contribuire a risolvere questi problemi ( 1 8 ). (18) La questione è oggetto di ulteriore approfondimento nel prossimo contributo del Dipartimento EV ai Cahiers BEI sul tema dello sviluppo regionale. 21 5. Conclusioni e raccomandazioni 5.1 Risultati nelle aree di principale competenza della Banca La BEI considera come sue aree di principale competenza: 1. la selezione dei progetti: la coerenza tra ogni singola operazione e gli obiettivi prioritari dell’Unione (soprattutto quello dello sviluppo regionale); 2. l’istruttoria dei progetti: la qualità e validità dell’investimento; 3. il contributo al finanziamento: all’intervento della Banca. i particolari benefici finanziari legati In questa parte del rapporto analizziamo, sulla base delle valutazioni effettuate sul campo, i risultati raggiunti dalla Banca in queste tre aree e indichiamo una quarta area che a nostro avviso andrebbe aggiunta a quelle tradizionali. 5.1.1 Selezione dei progetti Dalle analisi effettuate emerge che la BEI non effettua una pianificazione sistematica dello sviluppo regionale e che, laddove esso si verifica, sembra essere un fatto casuale più che intenzionale. La selezione (ma anche l’istruttoria) dei progetti manca di chiarezza circa i meccanismi dello sviluppo regionale e gli strumenti per misurarlo. Dall’esame della documentazione dei progetti a disposizione della BEI non emerge una linea concorde circa il modo di sostenere lo sviluppo regionale. La BEI dà un apporto positivo allo sviluppo regionale, ma potrebbe sfruttare meglio tutto il suo potenziale adottando obiettivi ben definiti. L’assunto che traspare dalla maggior parte dei dossier dei progetti BEI è che ogni progetto situato in un’area definita come economicamente arretrata fa automaticamente aumentare il reddito della regione purché presenti un sufficiente tasso di rendimento economico; ma quest'assunto può essere contestato. Il principio secondo il quale «più si fa e meglio è» non porta necessariamente allo sviluppo economico se applicato ad investimenti nelle regioni meno sviluppate. L’incidenza di un progetto dipende anche dalla maturità economica della regione e dal grado di sviluppo del settore. Una raccomandazione di ordine generale che emerge da questo studio è che occorre basare la selezione sulle caratteristiche specifiche del Paese ed essere in grado di capire il prevedibile impatto del progetto sullo sviluppo regionale, impatto che deve essere misurato e monitorato. 5.1.2 Istruttoria dei progetti In entrambi i Paesi, i promotori hanno ritenuto per la maggior parte di aver tratto benefici dal processo d’istruttoria condotto dalla BEI. In taluni casi, il beneficio è stato diretto, in quanto il processo ha messo in luce aspetti che non erano mai emersi prima. In altri casi, l’istruttoria ha conferito al progetto un crisma di approvazione e ne ha confermato la validità agli occhi di terzi. Tuttavia, molti promotori hanno osservato che il processo decisionale è troppo lungo e non tiene conto delle difficoltà che essi incontrano. 5.1.3 Contributo al finanziamento di progetti A quanto pare, in Portogallo erano pochi gli organismi di finanziamento a lungo termine disposti ad investire nella regione, essendo il settore bancario ancora relativamente arretrato rispetto ad altri Paesi della Comunità. Le analisi effettuate sul campo hanno inoltre messo in luce la tendenza delle banche locali ad evitare il rischio. La BEI ha dunque un ruolo significativo da svolgere nel portare il Portogallo ad 22 allinearsi con il resto dell’Europa. La BEI svolge un’azione d’integrazione del settore bancario portoghese e non viene percepita come una concorrente. In Italia, dove il settore bancario è più maturo, gli investimenti della BEI sono effettuati per la maggior parte attraverso istituzioni che fungono da intermediari. Dai dati a disposizione non si può concludere che la BEI si sostituisca con la sua attività al settore bancario locale, anziché integrarlo. Tuttavia, lo studio ha messo in evidenza situazioni in cui i vantaggi derivanti dal finanziamento BEI erano incamerati dalla banca intermediaria anziché essere trasmessi al progetto o al suo promotore. 5.1.4 Contributo diretto ai progetti: la BEI come apportatrice di innovazione Tra i vari profili di crescita, si può dire che quello basato sull’innovazione sia tra le modalità di maggior successo. L’innovazione è stata un tema collaterale praticamente in tutte le parti del presente rapporto. • La maggior parte dei progetti valutati hanno introdotto nuove tecnologie, contribuendo così a diffondere l’innovazione nella regione. • L’effetto finanziario più significativo degli interventi della Banca è dovuto all’introduzione di scadenze che all’epoca non erano disponibili sul mercato portoghese e, in Italia, a condizioni di finanziamento che la Banca, con la sua reputazione internazionale, era in grado di accordare ma che le locali istituzioni di credito a lungo termine non potevano offrire direttamente (se non in veste di intermediari). Offrendo ciò che ancora non esisteva sui mercati finanziari dei due Paesi in questione, la Banca ha introdotto innovazioni sui loro mercati. • Potendo aggregare al suo interno un insieme di competenze diverse, la BEI immette nel processo d’istruttoria una vasta gamma di conoscenze e, a detta dei promotori, l’analisi critica dei loro progetti è stata di utilità, anche se talvolta difficile da accettare. In questi casi, l’istruttoria ha fatto emergere nuove visuali e nuove idee, ossia una forma d’innovazione. • I risultati della presente valutazione indicano che la Banca dev'essere più dinamica nel cercare di sostenere lo sviluppo economico a livello regionale. In altre parole, dev'essere innovativa e proattiva, pur restando saldamente ancorata ad una linea bancaria orientata al mercato, in modo tale che la sua azione sia complementare agli altri interventi comunitari e nazionali a favore dello sviluppo regionale. Il concetto di innovazione è spesso al centro di critiche per la sua natura elusiva, difficile da esprimere attraverso indicatori e, in particolare, difficile da misurare a livello di progetti. Tuttavia, esso sembra al centro dell’attività che la Banca svolge a favore dello sviluppo regionale; merita dunque di essere riconosciuto come tale e sviluppato come la quarta delle principali competenze della Banca. Ciò significa che la BEI deve assumere un’ottica più attiva e incorporare il massimo delle informazioni e delle cognizioni nelle sue attività di selezione, istruttoria e finanziamento di progetti. 23 5.2 Raccomandazioni Segue una serie di raccomandazioni realistiche e realizzabili, basate esclusivamente sui risultati del presente studio. Problema Raccomandazione L’ammissibilità e la selezione dei progetti si basano su una classificazione troppo ampia e in prevalenza su aspetti geografici. Il TRE e il TIRF non bastano, da soli, per individuare progetti con un forte impatto sullo sviluppo regionale. Accertare la conformità del progetto all’obiettivo dello sviluppo regionale attraverso una selezione in più fasi, basata in primo luogo sugli obiettivi dei Quadri comunitari di sostegno, in secondo luogo sulla matrice proposta e in terzo luogo su indicatori d’impatto sullo sviluppo, che la BEI deve ancora definire. I benefici derivanti dal finanziamento BEI sono talvolta incamerati dalla banca intermediaria anziché essere trasmessi al progetto o al suo promotore. 1. Fare in modo che il beneficiario finale sia informato, fin dalle primissime fasi, circa le condizioni di finanziamento accordate dalla BEI all’intermediario finanziario. 2. Creare un sistema informativo interno su garanzie e margini d’intermediazione con accesso severamente limitato agli alti dirigenti della Banca e al suo Comitato direttivo. I promotori ricevono scarso sostegno dalla BEI quando i progetti incontrano difficoltà di attuazione. Consentire ai promotori di rivolgersi alla Banca per richiedere una valutazione in tempo reale del loro progetto nel momento in cui si verificano problemi di attuazione. Ritardi nell’attuazione dei progetti. 1. Richiedere che in caso di ritardi di attuazione superiori ai 12 mesi i promotori redigano automaticamente un rapporto, da mettere a disposizione della BEI, indicando le cause del ritardo. In tal caso, il progetto dovrebbe essere inserito in una lista di osservazione ed essere soggetto a un monitoraggio diretto più stringente fino a conclusione. Incidenza positiva sui risultati BEI Ottimizza il portafoglio progetti in funzione degli obiettivi dei Quadri comunitari di sostegno, senza introdurre distorsioni nel mercato. Individua strumenti per misurare l’impatto sullo sviluppo regionale e, quindi, il contributo della BEI a tale sviluppo. Incentiva gli intermediari a mostrare maggiore moderazione; migliora la circolazione delle informazioni finanziarie all’interno della BEI. Permette alla BEI d’influire sui ritardi di attuazione, con il costo del monitoraggio a carico del promotore. Rende completo il ciclo del feedback; la responsabilità della valutazione del progetto viene condivisa con il promotore. 2. Se il ritardo supera i 24 mesi, la Banca accerta la necessità di una verifica completa del progetto e la esegue direttamente ovvero, a spese del promotore, tramite consulenti indipendenti. 24 Rifiutata Raccomandazioni Accettata 5.3 Reazioni delle Direzioni BEI Direzioni OP (Operazioni) e PJ (Progetti) 1. Accertare la conformità del progetto all’obiettivo dello sviluppo regionale attraverso una selezione in più fasi, basata in primo luogo sugli obiettivi dei Quadri comunitari di sostegno, in secondo luogo sulla matrice proposta e in terzo luogo su indicatori d’impatto sullo sviluppo, che la BEI deve ancora definire. X 1. Accettata , in particolare i punti relativi agli obiettivi dei Quadri comunitari di sostegno – specialmente dopo la firma dell’Accordo con la Commissione, nel gennaio 2000 – e agli indicatori d’impatto, sui quali il lavoro sta procedendo. La matrice proposta sembra rivestire un valore operativo più limitato. 2. Fare in modo che il beneficiario finale sia informato, fin dalle primissime fasi, circa le condizioni di finanziamento accordate dalla BEI all’intermediario finanziario. X 2. Accettata, in linea di principio e su richiesta del beneficiario finale. La BEI si riserva comunque di valutare caso per caso se sussistono gravi controindicazioni alla comunicazione di tali informazioni. Ad esempio, la BEI potrebbe aver aderito ad un prestito consorziale e la sua quota potrebbe non essere rappresentativa del pacchetto complessivo. Va inoltre osservato che tali informazioni, se fornite nelle «primissime fasi», sono meno realistiche che nelle fasi più avanzate, prossime alla firma o all’erogazione del finanziamento, quando le condizioni e le alternative sono meglio definite. 3. Creare un sistema informativo interno su garanzie e margini d’intermediazione con accesso severamente limitato agli alti dirigenti della Banca e al suo Comitato direttivo. X 3. Rifiutata , in quanto le informazioni pertinenti sono generalmente disponibili presso il dipartimento o la divisione interessati, e la creazione di un sistema informativo formale non apporterebbe alcun valore aggiunto all’impegno della Banca a favore dello sviluppo regionale, anzi potrebbe sollevare questioni di riservatezza. 4. Consentire ai promotori di rivolgersi alla Banca per richiedere una valutazione in tempo reale del loro progetto nel momento in cui si verificano problemi di attuazione. X 4. Rifiutata. Il ruolo della Banca nonché i problemi di disponibilità di risorse umane sollevano forti dubbi riguardo a questa proposta. Al massimo essa può essere applicata valutando ogni singolo caso, poiché il suo impatto risulterebbe sminuito in caso di applicazione generalizzata. 5. Richiedere che in caso di ritardi di attuazione superiori ai 12 mesi i promotori redigano automaticamente un rapporto, da mettere a disposizione della BEI, indicando le cause del ritardo. In tal caso, il progetto dovrebbe essere inserito in una lista di osservazione ed essere soggetto a un monitoraggio diretto più stringente fino a conclusione. X 5. Accettata. Fornire informazioni sui ritardi di attuazione dovrebbe costituire prassi normale del monitoraggio contrattuale. 6. Se il ritardo supera i 24 mesi, la Banca accerta la necessità di una verifica completa del progetto e la esegue direttamente ovvero, a spese del promotore, tramite consulenti indipendenti. X 6. Accettata, ma è discutibile la possibilità d’imporre sistematicamente l’intervento di consulenti esterni, a spese dei promotori. (N.B. Per i punti 5 e 6 sussistono problemi di disponibilità di personale) Osservazioni più dettagliate sui punti 5 e 6: i ritardi sono spesso dovuti ai lunghi periodi di tempo necessari per ottenere le licenze di costruzione, alle lente e farraginose procedure degli enti locali e ad altre cause che esulano dalla volontà di promotori e mutuatari. La Banca continuerà a fare del suo meglio, con la persuasione o con mezzi informativi secondo i casi, ma i risultati potrebbero essere limitati. 25 LA BANCA EUROPEA PER GLI INVESTIMENTI La Banca europea per gli investimenti (BEI), con sede a Lussemburgo, ha come azionisti i quindici Stati membri dell'Unione europea (UE). Essa ha il compito di sostenere le politiche comunitarie, finanziando investimenti validi che promuovono lo sviluppo armonioso dell'Unione europea, con risorse proprie che raccoglie sui mercati dei capitali di tutto il mondo. Creata nel 1958 dal Trattato di Roma, la BEI ha una sua struttura amministrativa e propri organi decisionali e di controllo: il Consiglio dei governatori, composto da un ministro per ciascuno Stato membro, in generale il ministro delle Finanze (per l'Italia, il ministro del Tesoro), il Consiglio di amministrazione, il Comitato direttivo e il Comitato di verifica. In quanto primario emittente internazionale, che ha sempre ricevuto il massimo rating («AAA») dalle principali agenzie di rating del mondo, la BEI è in grado di raccogliere elevati volumi di fondi a ottime condizioni, di cui fa poi beneficiare i suoi mutuatari operando senza scopo di lucro. La Banca ha visto crescere costantemente il volume delle sue operazioni, tanto da essere ormai tra le più grandi istituzioni finanziarie del suo genere nel mondo. La BEI accorda la maggior parte dei suoi finanziamenti nei Paesi dell'Unione europea, ma è chiamata anche a contribuire alla messa in atto delle politiche comunitarie di aiuto e cooperazione allo sviluppo, con finanziamenti a favore di circa 120 Paesi terzi. In tale contesto, essa contribuisce: • • • • alla crescita economica dei Paesi d'Africa, dei Caraibi e del Pacifico, oltre che del Sudafrica e dei Paesi e territori d'oltremare; al rafforzamento del partenariato euromediterraneo; ai preparativi dei Paesi dell'Europa centrale e orientale e di Cipro in vista dell'adesione; alla cooperazione in ambito industriale con i Paesi dell'America latina e dell'Asia, anche con il trasferimento di know how. La BEI ha cominciato ad eseguire le sue valutazioni ex-post nel 1988, all'inizio prevalentemente per le operazioni fuori dell'Unione europea. Nel 1995, ha deciso di estendere la sua attività di valutazione anche alle operazioni all'interno dell'Unione europea, creando a tal fine l'Unità di valutazione, la quale compie studi tematici destinati alla pubblicazione. La Banca ha finora pubblicato i seguenti rapporti: 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. Risultati dell'esame di un campione di nove impianti di depurazione delle acque di scarico in Paesi membri dell'Unione europea (1996) Valutazione di 10 operazioni nel settore delle telecomunicazioni in Paesi membri dell'UE (1998) Contributo dato allo sviluppo regionale da grandi infrastrutture ferroviarie e stradali (1998) Valutazione di progetti in campo industriale finanziati dalla Banca europea per gli investimenti aventi come obiettivo lo sviluppo regionale (1998). Valutazione di 17 progetti nel settore delle acque situati nel Bacino del Mediterraneo finanziati dalla Banca europea per gli investimenti (1999) L'impatto delle operazioni di raccolta della Banca europea per gli investimenti sull'integrazione dei nuovi mercati di capitali (1999) Il contributo della BEI allo sviluppo regionale -Rapporto riepilogativo sull’incidenza, in termini di sviluppo regionale, dei finanziamenti accordati dalla BEI per 17 progetti situati in Italia e in Portogallo (2001) I rapporti sono disponibili in inglese, francese e tedesco e si possono ottenere facendone richiesta a: Information Desk, Barbara Simonelli Fax: (+352) 4379-3188 e-mail: [email protected]