Gli strumenti di cooperazione con i Paesi terzi dell`Unione europea

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Gli strumenti di cooperazione con i Paesi terzi dell`Unione europea
Gli strumenti di cooperazione con i
Paesi terzi dell’Unione europea
Indice
Lazioeuropa – Temi e approfondimenti
Gli strumenti di cooperazione con i Paesi terzi dell’Unione europea
Presentazione a cura dell’EIC Lazioeuropa
La cooperazione territoriale europea
3
3.4 Mediterraneo del Sud e
Medio Oriente
38
Introduzione
5
3.5 Africa, Caraibi e Pacifico
41
1. La nuova architettura degli aiuti
ai Paesi terzi
1.1 La programmazione degli aiuti
7
3.6 America Latina, Asia, Asia Centrale, 43
Medio Oriente e Sud Africa
10
1.2 Gli attori coinvolti dalla
programmazione
11
1.3 L’attuazione degli aiuti
12
2. I nuovi strumenti di assistenza
finanziaria 2007/2013
15
2.1 Gli strumenti geografici
17
2.2 Gli strumenti orizzontali
26
3. Le schede dei principali
progammi divise per ambito
geografico
29
3.1 Europa Centrale e Orientale
31
3.2 America Latina
34
3.3 Asia
36
4. Testi normativi di riferimento
45
Regione Lazio
Lazioeuropa - Temi e approfondimenti
Gli strumenti di cooperazione con i Paesi terzi dell’Unione europea
BIC Lazio – Business Innovation Centre
Direttore responsabile
Luigi Campitelli
Coordinamento
Simona De Quattro
Gruppo di lavoro
Giulia Barozzi
Roberta Bertolini
Erminia De Carlo
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Marco Lentini
Michela Marcoccia
Paolo Prosperini
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2
Presentazione a cura dell’EIC Lazioeuropa
La cooperazione territoriale europea
La cooperazione territoriale europea ha visto riconosciuta la sua importanza per lo sviluppo della coesione economica e sociale dell’Unione europea con la trasformazione da iniziativa comunitaria, nel periodo di programmazione 2000 - 2006, a uno dei tre obiettivi
della politica di coesione europea (obiettivo 3) per il periodo 2007-2013.
Soprattutto in seguito all’allargamento dell’Unione europea a 27 Stati membri, il fatto che
la cooperazione territoriale sia stata elevata a obiettivo della politica di coesione sottolinea
l’importanza che la Commissione europea le riconosce, come strumento per l’apertura dei
territori verso l’esterno e la condivisione delle problematiche di livello locale con altri soggetti europei .
Tale condivisione può non solo collaborare alla crescita di uno spirito comune europeo,
che sostituisca gli interessi locali e nazionali, ma anche diventare uno strumento di ricerca di
soluzioni comuni alle problematiche esistenti nel territorio europeo; soluzioni da applicare
in ambito locale attraverso un uso razionale dei Fondi strutturali che ciascuna regione europea ha a sua disposizione.
La cooperazione territoriale europea, quindi, va sempre di più vista non come uno strumento specialistico, a uso di un ristretto gruppo di stakeholder, ma come un mezzo per integrare e ottimizzare le attività realizzate attraverso i fondi degli obiettivi 1 (convergenza) e 2
(competitività regionale e occupazione).
3
Introduzione
La presente guida è uno strumento utile per comprendere gli aspetti legati ai temi della cooperazione esterna dell’Unione europea nei confronti dei Paesi in via di sviluppo, dei Paesi in
transizione e dei Paesi industrializzati.
All’interno della guida è possibile approfondire gli aspetti propri della «cooperazione allo
sviluppo» in senso classico (titolo XX del trattato istitutivo della Comunità europea) e della
cooperazione cosiddetta «economica, finanziaria e tecnica» (titolo XXI del trattato CE), sviluppando e approfondendo le modalità degli aiuti. Il sistema degli aiuti, infatti, si innesta, il
più delle volte, nel quadro di accordi tesi a intensificare i legami commerciali e di cooperazione o anche a conseguire altri scopi, la cui gamma può andare, per esempio, dall’instaurazione di un dialogo politico alla creazione di forme di partenariato e associazione, sino ad
arrivare, per alcuni Paesi, alla prospettiva dell’adesione all’UE.
L’intenzione della guida è quella di fornire una panoramica attualizzata di come sono
cambiate la struttura e le modalità operative delle linee di finanziamento dell’Unione europea per la cooperazione.
Dalla molteplicità dell’esistente puzzle di linee di finanziamento si sta passando a una
semplificazione sia numerica che procedurale delle stesse linee. Anche la terminologia cambia: si parla meno di linee e di programmi e più di strumenti di finanziamento.
5
1. La nuova architettura degli aiuti ai Paesi terzi
1. La nuova architettura degli
aiuti ai Paesi terzi
Il primo gennaio 2007 è coinciso con
l’inaugurazione di una nuova architettura relativa all’assistenza finanziaria che l’UE fornisce
ai Paesi terzi, ispirata all’esigenza di una semplificazione e di un accrescimento dell’efficacia e della visibilità degli aiuti. All’azione
esterna dell’UE è consacrata la Rubrica 4 delle
prospettive finanziarie 2007-2013 (The EU as
Global Actor), cui è destinata un’allocazione
complessiva di circa 55 miliardi di Euro per il
periodo 2007-2013.
Per avere un quadro più completo degli aiuti
forniti dall’Unione ai Paesi terzi, a questa cifra
andrebbero aggiunti i 22,682 miliardi di Euro
previsti nell’ambito del X FES1 per il periodo
2008-2013, e i 27,8 miliardi di Euro che costituiranno l’ammontare totale dei prestiti concessi
dalla Banca europea per gli investimenti (BEI)2
nel medesimo periodo (due miliardi dei quali
verranno assegnati nel 2010, secondo i risultati
di una revisione di metà percorso).
A partire dal 2007, l’azione esterna dell’Unione europea si fonda essenzialmente su
quattro strumenti geografici e quattro strumenti orizzontali, concepiti in modo da essere
meglio focalizzati su obiettivi politici specifici:
• allargamento;
• politica di vicinato;
• raggiungimento degli obiettivi del millennio, ecc.
La lista dei nuovi strumenti finanziari per
la cooperazione si riduce, dunque, notevolmente, prevedendo alcuni strumenti di supporto alle politiche di allargamento e di
vicinato dell’Unione, ovvero:
• l’IPA (Instrument for pre-accession assistance) - che sostituirà le attuali linee di finanziamento dei programmi Phare, ISPA,
SAPARD e CARDS;
• l’ENPI (European neighbourhood and partnership instrument) - che sostituirà i programmi MEDA e TACIS3 nel predisporre
assistenza tecnica per i Paesi del Mediterraneo e dell’Est, e promuoverà negli stessi
attività di formazione ma anche gemellaggi
istituzionali e progetti transfrontalieri.
Vi sono poi strumenti dedicati ad affrontare alcuni temi su scala globale:
• DCI (Development cooperation instrument), che opera secondo un criterio geografico in Asia, America Latina, Medio
Oriente e Sud Africa, secondo un criterio
tematico che permette di intervenire globalmente su specifici campi d’azione e in
particolare:
- sullo sviluppo sociale e umano (investing
in people);
- sul rafforzamento del ruolo delle autorità locali e della società civile (non-state
actors) nello sviluppo;
- sull’ambiente e la gestione sostenibile
delle risorse naturali;
- sulla sicurezza alimentare, sulla migrazione e asilo.
• EIDHR (European instrument for democra-
1
Fondo europeo di sviluppo (FES), a carattere intergovernativo che, fuori dal bilancio comunitario stricto sensu, finanzia la cooperazione con i cosiddetti Paesi ACP: Africa, Caraibi e Pacifico, aderenti all’accordo di partenariato di Cotonou.
2
Secondo la decisione presa, al termine di un lungo negoziato, dal Consiglio ECOFIN del 28 novembre 2006.
3
Technical Assistance to the Commonwealth of Indipendente State.
9
tization and human rights), che sostituisce
l’omonima iniziativa. Questo strumento
continuerà a finanziare attività per la promozione della democrazia e un maggior rispetto
dei diritti umani e delle libertà fondamentali
nei Paesi terzi, e per la prima volta prevede
tra i campi d’azione finanziabili:
- i diritti dei lavoratori;
- la responsabilità sociale delle imprese;
- la lotta contro il lavoro minorile.
Seguendo le procedure della Commissione
europea, ogni strumento è dettagliatamente
descritto in un Regolamento comunitario. Per
ogni strumento, inoltre, saranno predisposte
specifiche linee guida che determineranno le
modalità di accesso ai finanziamenti attraverso
bandi e gare.
1.1 La programmazione degli aiuti
La programmazione e l’attuazione degli
aiuti sono di competenza della Commissione
europea, assistita, in base alla Decisione
1999/468/CE, da Comitati di gestione, cioè
da organismi in cui sono rappresentati gli Stati
membri e che coadiuvano la Commissione nell’esercizio delle sue competenze di esecuzione.
Le misure di assistenza a favore dei Paesi
terzi previste dai programmi geografici si basano solitamente sulla definizione di una programmazione pluriennale e annuale, secondo
quanto disposto dai regolamenti istitutivi dei
diversi strumenti.
Oltre ai documenti normativi è importante
acquisire familiarità con almeno un paio di documenti operativi:
1. Country strategy papers (CSP) - per l’IPA in generale, strategy papers;
2. Multiannual indicative programmes
(MIP).
Il CSP è il documento strategico che definisce le priorità geografiche e tematiche d’intervento in ogni singolo paese, mentre il MIP
è il programma d’intervento pluriennale attraverso cui sono definite l’allocazione delle risorse finanziarie e il piano di lavoro.
Due sono gli elementi significativi riguardanti le procedure e le modalità operative: il
decentramento gestionale e il ruolo delle Delegazioni UE nella selezione e assegnazione
dei fondi delle linee tematiche.
10
In secondo luogo, il crescente protagonismo della società civile, attraverso le sue organizzazioni nella fasi di consultazione e
determinazione delle priorità e dei campi d’intervento. Le organizzazioni della società civile
locali e internazionali, che collaborano con
quelle locali, sono invitate a prendere parte a
un processo consultivo nella formulazione dei
Country strategy papers e a divenire interlocutori privilegiati delle Delegazioni UE nei Paesi
in cui operano. Che siano rivolti a Paesi vicini
o lontani, i nuovi strumenti per cooperazione
dell’Unione richiedono sempre maggiore analisi e accuratezza nell’elaborazione delle proposte, unita a una elevata capacità gestionale.
Scendendo nel dettaglio, bisogna sottolineare che, nell’ambito della programmazione,
viene per primo, in ordine logico e cronologico, lo Strategy paper, che è, come già accenato, un documento riferito a un Paese o a una
Regione - Regional Strategy paper (RSP). Nel
documento sono indicate le priorità d’azione e
gli obiettivi generali dell’assistenza comunitaria in un determinato arco temporale, generalmente coincidente con l’attuale ciclo di
prospettive finanziarie 2007-2013, sulla base
di un’approfondita analisi, condivisa con i beneficiari, della situazione economica, sociale e
istituzionale del Paese o della Regione destinataria dell’aiuto.
Sullo Strategy paper, a loro volta, si fondano i Programmi indicativi nazionali (PIN) e
regionali (PIR), nei quali si definiscono, con
maggiore dovizia di dettagli, gli ambiti d’intervento, le misure di assistenza e i risultati attesi, e si fornisce anche una ripartizione
indicativa di risorse finanziarie per settori prioritari, rispetto a un orizzonte temporale di 2 o
3 anni.
Scendendo di un ulteriore livello, sulla base
di quanto previsto nei Piani (o programmi) indicativi, si preparano i Piani d’azione annuali,
che contengono l’elenco dei progetti che saranno finanziati con i fondi impegnati nell’anno di riferimento.
La programmazione è definita d’intesa
con le autorità dei Paesi beneficiari. Tutti i
documenti sopra indicati sono poi formalmente adottati a Bruxelles, in seno a Comitati
di
gestione,
presieduti
dalla
Commissione Europea, in cui siedono rap-
presentanti degli Stati membri, e in conformità con le vigenti procedure4.
1.2 Gli attori coinvolti dalla
programmazione
A livello comunitario, un ruolo sempre più
importante è giocato dalle delegazioni della
Commissione europea nei Paesi beneficiari. A
partire dal 2000, infatti, attraverso il cosiddetto processo di deconcentrazione dell’aiuto
esterno comunitario, esse si sono viste attribuire competenze pregnanti in materia di programmazione e di gestione dei progetti di
assistenza.
Le delegazioni si avvalgono della collaborazione di esperti in materia di identificazione,
monitoraggio e valutazione dei progetti. Esse
provvedono alla preparazione dei documenti
di programmazione pluriennale e annuale e
delle proposte di finanziamento, prima della
loro trasmissione a Bruxelles (ossia prima dell’approvazione dei documenti nei Comitati di
gestione e dell’adozione della decisione che
impegna i fondi da parte della Commissione
europea).
In materia di impiego dei fondi comunitari,
è necessario distinguere tra le diverse modalità
di gestione delle risorse del bilancio comunitario5:
• centralizzata;
• centralizzata indiretta;
• decentrata;
• congiunta e concorrente.
Nel caso di gestione centralizzata, i dipartimenti e le delegazioni della Commissione europea effettuano una serie di adempimenti di
carattere finanziario, come la preparazione e la
pubblicazione dei bandi di gara, la pubblicazione dei risultati e la conclusione dei contratti.
Nel caso di modalità centralizzata indiretta
tali adempimenti sono devoluti ad agenzie esecutive dell’UE (come l’Agenzia Europea per
la Ricostruzione, incaricata di dare attuazione
al programma CARDS in Serbia, in Montenegro, nel Kossovo e nell’ex Repubblica Iugo-
4
5
slava di Macedonia), a organismi comunitari
come la Banca Europea per gli Investimenti
(BEI), a organismi nazionali o internazionali
di diritto pubblico o comunque incaricati di un
servizio pubblico rispondenti a determinati
standard finanziari ecc. (per esempio, le Agenzie di cooperazione degli Stati membri).
Laddove la gestione dei fondi sia decentrata, i compiti relativi al procurement sono, invece, affidati alle autorità del Paese terzo
beneficiario, che possono a loro volta delegarli
agli stessi organismi nazionali o internazionali
appena citati.
La gestione congiunta ha luogo, attraverso
altre organizzazioni internazionali attive in
materia di cooperazione (a esempio, le Agenzie delle Nazioni Unite). Nel caso di gestione
concorrente, infine, i compiti di esecuzione del
bilancio vengono delegati agli Stati membri
dell’UE.
Per quanto concerne il ruolo dei Paesi beneficiari dell’assistenza comunitaria, invece, va
rilevato che ogni strategia nei loro confronti
viene basata sul principio della loro ownership,
ossia sulle esigenze e priorità da essi stessi
espresse e sostenute sulla base di una visione
condivisa con la Commissione europea e con
gli Stati membri della UE. I Paesi beneficiari,
infatti, intrattengono un complesso dialogo
con le Istituzioni comunitarie, articolato nell’ambito di vari fori bilaterali o multilaterali,
che si sintetizzano nel Documento di strategia
paese o negli altri documenti analoghi. Essi,
inoltre, partecipano in varie forme alla gestione
degli aiuti, come previsto dal Regolamento Finanziario della UE, fino ad arrivare, nel caso
della cosiddetta gestione decentrata, all’amministrazione diretta dei fondi.
Naturalmente, anche gli Stati membri
vanno annoverati tra gli attori della programmazione e dell’attuazione degli aiuti comunitari. Oltre a sostenere il bilancio della UE con
le loro risorse, gli Stati membri partecipano al
dialogo che si instaura con ogni singolo Paese
beneficiario o regione geografica, a vantaggio
della quale si indirizzano le azioni comunitarie. Essi lo fanno prendendo parte sia alle riu-
Decisione del Consiglio 468/99 e successive modifiche.
Regolamento finanziario 1605/02 e successive modifiche e norme di attuazione
11
nioni dei gruppi di lavoro del Consiglio dell’Unione Europea, articolati per aree geografiche, che hanno luogo a Bruxelles, sia alle
riunioni di coordinamento tra le delegazioni
della Commissione europea e le Ambasciate
degli Stati membri nelle capitali dei Paesi beneficiari. Spesso gli Stati membri svolgono attività bilaterali di sostegno ai Paesi beneficiari,
con impegno di fondi da parte dei rispettivi organismi nazionali (Agenzie Nazionali di cooperazione, ma anche autorità territoriali,
ONG, Università, società di consulenza, ecc.).
Nell’attuazione delle rispettive politiche di sviluppo, Stati membri e Commissione si coordinano al fine di garantire l’efficacia degli aiuti e
di evitare sovrapposizioni, duplicazioni o dispersioni di risorse.
Viene in questo quadro valorizzato il ruolo
della rete diplomatico-consolare italiana, impegnata a cooperare alla stesura dei documenti
comunitari di programmazione, nonché a vigilare sulla corretta attuazione dei singoli progetti di cooperazione e sul coordinamento con
gli altri donatori.
Conseguentemente, anche l’attività dei Ministeri e degli Enti locali si sono adattate a questa nuova realtà.
1.3 L’attuazione degli aiuti
In linea generale, l’aiuto esterno comunitario consiste in finanziamenti a dono a favore
dei Paesi beneficiari (chi concede finanziamenti a tasso agevolato a disposizione degli
operatori per la realizzazione di determinate
iniziative è invece la Banca Europea per gli Investimenti).
I finanziamenti a dono previsti dai regolamenti riguardanti l’azione esterna della UE, sia
geografici che tematici, schematicamente vengono canalizzati attraverso quattro modalità:
• gare di appalto (calls for tenders) per assistenza tecnica, lavori e forniture;
• inviti a presentare proposte su temi specifici
(calls for proposals), per lo più in cofinanziamento con gli enti proponenti;
• contributi diretti al bilancio del Paese beneficiario (budget support);
• gemellaggi istituzionali (assistenza tecnica
tra Istituzioni degli Stati membri UE e dei
Paesi beneficiari).
12
Le gare d’appalto (calls for tenders)
Le gare di appalto sono la forma più diffusa di aiuto bilaterale. Per la maggior parte riguardano l’assistenza tecnica assicurata da un
team di esperti provenienti da più Stati membri, portatori di un know how europeo in
grado di creare meccanismi di volano e di ottimizzazione e possibilmente di moltiplicazione delle risorse. Le gare possono,
comunque, riguardare anche forniture e lavori.
Esse sono aperte a enti e operatori pubblici e
privati, a scopo di lucro o meno. Una rassegna
completa delle procedure di gara è disponibile
sul sito dell’Ufficio di Cooperazione della
Commissione (EuropeAid).
Inviti alle proposte (calls for proposals)
Gli inviti a presentare proposte si applicano
per lo più (ma non esclusivamente) a progetti
su scala regionale o agli interventi tematici
(aiuto e sicurezza alimentare, ambiente, sanità,
malattie trasmissibili, uguaglianza tra i sessi,
ecc.), in genere attuati da ONG e organismi
internazionali. Essi danno vita a sovvenzioni (o
grants in senso stretto) per la realizzazione del
progetto proposto. Le procedure per l’assegnazione delle sovvenzioni sono solitamente
limitate a enti o operatori no profit. In generale è previsto il cofinanziamento da parte dell’organismo proponente.
Sul sito di EuropeAid è possibile verificare
l’avvio e l’esito delle procedure di selezione
(calls for tenders e calls for proposals). Analogo
servizio è offerto anche dai portali delle delegazioni della Commissione europea presenti
nei Paesi beneficiari.
Contributi diretti in bilancio
I contributi diretti al bilancio del Paese beneficiario normalmente non fanno sorgere opportunità rilevanti per gli operatori europei. Il
contributo, infatti, può dar vita a procedure di
gara rette esclusivamente dal diritto locale: circostanza, questa, che nella maggioranza dei casi
va a beneficio soprattutto degli operatori locali.
Le azioni di budget support rappresentano
comunque la parte più sostanziosa dell’aiuto
esterno, e in molti casi assorbono l’intero aiuto
bilaterale destinato a un singolo Paese.
I fondi sono erogati direttamente al Paese
beneficiario per tranche successive, a seconda
del conseguimento da parte di quest’ultimo
dei risultati concordati con la Commissione
europea (le cosiddette condizionalità). Si tratta
di una forma di intervento a cui la Commissione ricorre laddove le Autorità locali forniscano garanzie sufficienti in materia di gestione
delle finanze pubbliche e in termini di realizzazione progressiva di riforme strutturali in determinati settori.
Gemellaggi istituzionali
Si tratta di una forma di assistenza tecnica
che è stata avviata ormai da anni per i Paesi in
pre adesione e che oggi è attuabile in tutti i
programmi geografici.
13
2. I nuovi strumenti di assistenza
finanziaria 2007/2013
2. I nuovi strumenti di
assistenza finanziaria 2007/2013
A partire dal 2007, l’azione esterna dell’Unione europea si fonda essenzialmente su
quattro strumenti geografici e quattro strumenti orizzontali, concepiti in modo da essere
meglio focalizzati su obiettivi politici specifici
(allargamento, politica di vicinato, raggiungimento degli obiettivi del millennio, ecc.).
2.1 Gli strumenti geografici
Lo strumento di pre adesione (IPA)
Obiettivo principale dell’IPA6 è di promuovere il progressivo avvicinamento dei Paesi
beneficiari agli standard e alle politiche dell’UE
e di favorire l’attuazione dell’acquis communautaire7 in vista dell’adesione.
L’IPA sostituisce i precedenti strumenti destinati ai Paesi candidati e potenziali candidati
all’adesione:
• Phare, il cui scopo è stato l’allineamento
della legislazione con l’acquis communautaire, attraverso l’institution building, gli
investimenti nella coesione economica e
sociale e la cooperazione transfrontaliera;
• ISPA, il precursore del Fondo di Coesione,
che ha finanziato progetti d’infrastruttura
nei settori dell’ambiente e dei trasporti;
• SAPARD, lo strumento precursore dello
Sviluppo rurale;
• lo strumento di pre adesione per la Turchia, le cui finalità erano simili al Phare;
• CARDS, lo strumento di assistenza alla ricostruzione, sviluppo e stabilizzazione dei
Balcani Occidentali.
Nell’ottica di una semplificazione, la struttura dell’IPA si articola in cinque componenti:
1. transition facility e institution building,
sostegno alla transizione e sviluppo istituzionale: copre in linea di principio tutte le
azioni o misure di sviluppo istituzionale relative all’acquis comunitario e i relativi investimenti, nonché le azioni che aiutano i
Paesi beneficiari a conformarsi ai criteri definiti dal Consiglio europeo di Copenaghen del giugno 1993;
2. cooperazione transfrontaliera, alle frontiere
marittime e terrestri tra Paesi candidati e
potenziali candidati e Stati membri (frontiere esterne dell’UE) e alle frontiere tra
Paesi candidati e potenziali candidati (essenzialmente le frontiere tra Paesi dei Balcani Occidentali). Inoltre, laddove è
appropriato, può finanziare la partecipazione dei Paesi candidati e potenziali candidati ai programmi di cooperazione
transnazionale nell’ambito dell’obiettivo
cooperazione territoriale dei Fondi strutturali (FESR) 2007-13 e nei programmi di
cooperazione di bacino marittimo dello
strumento ENPI (questo aspetto concerne
solo la Turchia);
3. sviluppo regionale: precursore del Fondo
europeo di sviluppo regionale (FESR) e del
Fondo di coesione, questa componente ha
lo scopo di preparare i Paesi candidati all’attuazione dei programmi dei fondi strutturali e di coesione;
6
Reg. 1085/2006 del Consiglio, del 17 luglio 2006, che istituisce uno Strumento di assistenza preadesione (IPA).
Piattaforma comune di diritti e obblighi che si sono sviluppati nel corso del processo che ha dato vita all’Unione europea, e che pertanto vincolano gli Stati membri.
7
17
Tabella 1 – Paesi IPA.
Paesi candidati effettivi
Paesi candidati potenziali
Turchia
Croazia
Macedonia
Albania
Bosnia Erzegovina
Serbia
Montenegro
Figura 1 – Geografia IPA
Paesi candidati potenziali
Paesi candidati effettivi
Fonte: Commissione europea, DG Allargamento.
4. sviluppo delle risorse umane: anche questa
componente ha lo scopo di preparare i
Paesi candidati all’attuazione dei fondi
strutturali e segnatamente il Fondo Sociale
Europeo (FSE);
5. sviluppo rurale: l’obiettivo di questa componente è quello di aiutare i Paesi candidati a prepararsi ai programmi di sviluppo
rurale post adesione.
I Paesi beneficiari sono divisi in due categorie, in base al loro status definito dal Consiglio:
• i candidati effettivi, che hanno accesso a
tutte e cinque le componenti di IPA;
• i potenziali candidati (incluso il Kosovo),
che hanno accesso solo alle prime due
componenti, dal momento che le restanti
tre hanno lo scopo di preparare le amministrazioni dei candidati effettivi alla futura
18
gestione dei Fondi strutturali di cui beneficiano gli Stati membri dell’UE.
Risorse disponibili
Turchia, Croazia, ex Repubblica Jugoslava di Macedonia, Albania, Serbia (incluso
il Kosovo), Bosnia Erzegovina e Montenegro
beneficeranno di 11,565 miliardi di Euro
fino al 2013 grazie allo strumento di pre adesione (IPA - Instrument for Pre Accession).
Poco meno della metà dei fondi IPA programmati fino al 2010 (2,256 miliardi di
Euro su circa 4,7 complessivamente stanziati)
andrà alla Turchia, che però risulta ultima, se
si guarda alla ripartizione pro capite degli
aiuti.
I medesimi Paesi beneficeranno anche di
8,7 miliardi di Euro in prestito della BEI.
Tabella 2 – Piano Finanziario IPA 2007-2013, ripartizione delle risorse per singolo Paese e componenti fino al 2010 (milioni di Euro).
Paesi
Componenti
2007
2008
2009
2010
Turchia
Sostegno alla transizione e
sviluppo istituzionale
Cooperazione transfrontaliera
Sviluppo regionale
Sviluppo risorse umane
Sviluppo rurale
Totale
252,2
250,2
233,2
211,3
6,6
167,5
50,2
20,7
497,2
8,8
173,8
52,9
53,0
538,7
9,4
182,7
55,6
85,5
566,4
9,6
238,1
63,4
131,3
653,7
47,6
45,4
45,6
39,5
9,7
44,6
11,1
25,5
138,5
14,7
47,6
12,7
25,6
146,0
15,9
49,7
14,2
25,8
151,2
16,2
56,8
15,7
26,0
154,2
Croazia
Sostegno alla transizione e
sviluppo istituzionale
Cooperazione transfrontaliera
Sviluppo regionale
Sviluppo risorse umane
Sviluppo rurale
Totale
Ex-Repubblica
Jugoslava di
Macedonia
Sostegno alla transizione e
sviluppo istituzionale
Cooperazione transfrontaliera
Sviluppo regionale
Sviluppo risorse umane
Sviluppo rurale
Totale
41,6
39,9
38,1
36,3
4,2
7,4
3,2
2,1
58,5
5,3
12,3
6,0
6,7
70,2
5,6
20,8
7,1
10,2
81,8
5,7
29,4
8,4
12,5
92,3
Serbia
Sostegno alla transizione e
sviluppo istituzionale
Cooperazione transfrontaliera
Totale
178,5
179,4
182,6
186,2
8,2
186,7
11,5
190,9
12,2
194,8
12,5
198,7
Sostegno alla transizione e
sviluppo istituzionale
Cooperazione transfrontaliera
Totale
27,5
28,1
28,6
29,2
3,9
31,4
4,5
32,6
4,7
33,3
4,8
34,0
Sostegno alla transizione e
sviluppo istituzionale
Cooperazione transfrontaliera
Totale
60,7
62,0
63,3
64,5
2,6
63,3
2,7
64,7
2,8
66,1
2,8
67,3
Sostegno alla transizione e
sviluppo istituzionale
Cooperazione transfrontaliera
Totale
58,1
69,9
83,9
100,7
4,0
62,1
4,9
74,8
5,2
89,1
5,3
106,0
Sostegno alla transizione e
sviluppo istituzionale
Cooperazione transfrontaliera
Totale
Totale programmi Paesi
Programma Orizzontale e Regionale
Costi amministrativi
54,3
61,1
70,9
82,7
6,7
61,0
1.098,7
100,7
55,8
9,6
70,7
1.188,6
140,7
54,0
10,3
81,2
1.263,9
160,0
56,5
10,5
93,2
1.399,4
157,7
64,6
Totale generale
1.255,2
1.383,3
1.480,4
1.621,7
Montenegro
Kosovo
Bosnia
Herzegovina
Albania
Attraverso l’IPA verranno finanziati anche programmi di cooperazione transfrontaliera tra
le Regioni dei Paesi UE e le Regioni dei Paesi beneficiari che condividono una frontiera terrestre o marittima.
19
Lo strumento europeo di vicinato e partenariato (ENPI)
I Paesi che beneficiano della Politica europea di vicinato (PEV), ossia i Paesi del Mediterraneo meridionale e orientale (Algeria,
Egitto, Israele, Giordania, Libano, Marocco,
Siria, Tunisia, Territori Palestinesi), Ucraina,
Moldova, Bielorussia e i Paesi del Caucaso meridionale (Georgia, Armenia ed Azerbaijan), riceveranno 11,967 miliardi di Euro grazie allo
Strumento europeo di vicinato e partenariato
(ENPI – European Neighbourhood and Partnership Instrument)8. Lo Strumento fornirà,
inoltre, sostegno al partenariato strategico dell’Unione europea con la Russia. Per lo stesso
periodo finanziario, i Paesi del Mediterraneo
beneficeranno anche di 8,7 miliardi di Euro di
prestiti della BEI, mentre i restanti Paesi ENPI
(compresa la Russia) disporranno allo stesso titolo di 3,7 miliardi di Euro. Altri 465 milioni
di Euro arriveranno dal DCI per il finanziamento di programmi tematici a carattere trasversale.
L’ENPI sostituisce gli strumenti:
• MEDA, che è stato il principale strumento
finanziario dell’Unione europea al servizio
del partenariato euro-mediterraneo e ha
previsto delle misure di accompagnamento
finanziarie e tecniche per la riforma delle
strutture economiche e sociali dei partner
mediterranei9. I principali obiettivi e settori di intervento si rifanno direttamente a
quelli della Dichiarazione di Barcellona del
1995. Il programma MEDA ha avuto una
vocazione allo stesso tempo bilaterale e regionale.
• Tacis: è stato uno strumento essenziale di
assistenza tecnica, nato nel 1991 per favorire la transizione verso un’economia di
mercato e consolidare la democrazia e lo
Stato di diritto nei nuovi stati indipendenti
sorti dal collasso dell’Unione Sovietica. Per
8
la Federazione Russa il termine Tacis è
stato sostituito da EU-Russia cooperation
programme.
Quattro sono le macro-aree di intervento
individuate:
1. sviluppo economico e sociale;
2. sfide comuni;
3. sicurezza ed efficienza dei confini;
4. promozione di azioni people-to-people.
L’ENPI tende a un sostanziale approfondimento della cooperazione già esistente con i
Paesi vicini, contribuendo ad affrontare questioni che, in considerazione della prossimità
geografica o dei legami di natura economica e
storica, sono di interesse comune. A questo
scopo, le tradizionali strategie di assistenza,
quali la lotta alla povertà e la promozione dello
sviluppo sostenibile, sono coniugate con una
programmazione mirata a estendere ai Paesi
beneficiari alcune delle politiche proprie dell’UE, come il mercato interno e la realizzazione di grandi reti infrastrutturali.
Una caratteristica innovativa dell’ENPI è
proprio la sua componente di Cooperazione
Transfrontaliera (CBC), che mira a rafforzare
la cooperazione tra i territori posti ai confini
interni ed esterni dell’UE. I Programmi operativi congiunti attivati in quest’ambito, disciplinati da un apposito Regolamento di attuazione
della Commissione europea, riuniscono regioni di Stati Membri e di Paesi partner che
condividono frontiere terrestri o marittime comuni. Saranno pertanto previste due tipologie
di programmi: bilaterali sulle frontiere terrestri
(o stretti marittimi), e multilaterali di bacino
sulle frontiere marittime. Tra questi ultimi, per
quanto riguarda l’Italia rientra il programma
«Bacino del Mediterraneo», di cui la Regione
Sardegna è Autorità di Gestione Congiunta.
Invece la Sicilia e la Tunisia sono interessate da
un programma bilaterale.
Regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio 1638/06 del 24 Ottobre 2006.
Il programma MEDA ha avuto come prima base giuridica il regolamento MEDA del 1996 (regolamento (CE) 1488/96 del consiglio) che
copriva il periodo dal 1995 al 1999. Un nuovo regolamento (regolamento (CE) 2698/00), versione migliorata del precedente, istituiva il
programma MEDA II per il periodo 2000-2006.
9
20
Tabella 3 – Paesi ENPI.
Paesi
Accordi di associazione o di cooperazione
Algeria
1/09/2005
Armenia
1/07/1999
Azerbaijan
1/07/1999
Bielorussia10
Egitto
1/06/2004
Georgia
1/07/1999
Israele
1/06/2000
Giordania
1/05/2002
Libano
1/03/2003
Libia
Moldova
1/07/1998
Marocco
1/03/2000
Palestina
1/07/1997
Siria
Tunisia
1/03/1998
Ucraina
1/03/1998
Russia
1/12/1997
Figura 2 – Paesi ENPI.
Islanda
Baltico, Regioni europee Nuts II
Baltico, Regioni non europee
Svezia
Finlandia
Mar Nero, Regioni europee Nuts II
Russia
Mar Nero, Regioni non europee
Norvegia
Mar Mediterraneo, Regioni europee Nuts II
Estonia
Mar Mediterraneo, Regioni non europee
Lettonia
Kazakistan
Lituania
Danimarca
Russia
Bielorussia
Irlanda
Regno
Unito
Polonia
Olanda
Ucraina
Germania
Belgio
Repubblica
Ceca Slovacchia
Moldavia
Francia
Austria Ungheria
Svizzera
Georgia
Romania
Azerbaijan
Armenia
Slovenia
Croazia
Ita
lia
Bosnia Serbia
Erzegovina
Po
r
to
ga
llo
Bulgaria
Montenegro
Fyrom
Albania
Turchia
Spagna
Siria
Grecia
Iraq
Libano
Israele Giordania
Tunisia
Israele
Marocco
Algeria
Libia
Egitto
Fonte: Commissione europea.
10
Per la Bielorussia, la negoziazione dell’accordo di cooperazione è attualmente sospesa.
21
Tabella 4 – Piano finanziario ENPI 2007/2013.
Risorse finanziarie (in Euro)
2010/2013
Totale 2007/2013
2007/2010
Programmi sulle frontiere interne terrestri
Nord/Russia
14.728
13.513
28.241
Karelia/Russia
12.101
11.102
23.203
SE Finlandia/Russia
18.871
17.314
36.185
Estonia/Lettonia/Russia
24.915
22.859
47.775
Lettonia/Lituania/Bielorussia
21.766
19.970
41.737
Lituania/Polonia/Russia
68.908
63.222
132.130
Polonia/Bielorussia/Ucraina
97.107
89.094
186.201
Ungheria/Slovacchia/Ucraina/Romania
35.796
32.842
68.638
Romania/Moldavia/Ucraina
66.086
60.632
126.718
81.738
74.993
156.732
Programmi sugli stretti marittimi
Spagna/Marocco settentrionale
Spagna/Marocco meridionale
16.773
15.389
32.162
Italia/Tunisia
13.138
12.054
25.191
Programmi di bacino
Mar Nero
Mar Mediterraneo
Mar Baltico
Totale
9.025
8.281
17.306
90.539
83.068
173.607
11.791
10.818
22.608
583.283
535.152
1.118.434
Fonte: sito EuropeAid.
Lo strumento per la cooperazione allo
sviluppo (DCI)
I Paesi dell’America Latina, dell’Asia, dell’Asia Centrale, del Medio Oriente e il Sudafrica beneficeranno dello strumento per la
cooperazione allo sviluppo (DCI, Development Cooperation Instrument)11, che sostituisce, tra gli altri, il programma:
• ALA: istituito con Regolamento (CE)
443/92 del Consiglio del 25 febbraio 1992
che non aveva previsto un termine; ALA ha
avuto come finalità quella di promuovere il
rispetto e l’esercizio delle libertà e dei diritti
fondamentali al fine di garantire uno sviluppo economico e sociale duraturo in tutti
i Paesi dell’America Latina e dell’Asia. Il
programma ALA costituisce tuttora la base
per tutte le linee di finanziamento e i pro-
11
grammi di cooperazione destinati ai Paesi
dell’America Latina e dell’Asia12.
Il DCI, che ha una dotazione finanziaria
settennale di 16,897 miliardi di Euro, è destinato – salvo alcune eccezioni – a tutti i Paesi in
via di sviluppo non beneficiari di IPA, di
ENPI, o del FES (Fondo Europeo di Sviluppo), e ha come obiettivo principale lo sviluppo sostenibile finalizzato all’eliminazione
della povertà, nel rispetto degli obiettivi di sviluppo del millennio (OSM), nonché la promozione della democrazia, della good governance,
dei diritti umani e dello stato di diritto.
L’assistenza erogata dal DCI è attuata:
• a livello geografico13, attraverso iniziative
a livello bilaterale o regionale; a questo titolo i Paesi dell’Asia riceveranno 5,187 mi-
Reg. 1905/06, del 18 dicembre 2006, che istituisce uno Strumento per il finanziamento della cooperazione allo sviluppo.
Vedere schede geografiche corrispondenti agli attuali programmi.
13
Vedi schede divise per area geografica pagg. 23-28.
12
22
liardi di Euro; nello specifico, quelli dell’Asia centrale 719 milioni di Euro, quelli
del Medio Oriente 487 milioni di Euro,
dell’America Latina 2,690 miliardi di Euro,
il Sudafrica 980 milioni di Euro.
• a livello tematico14, in settori specifici di
interesse trasversale e a beneficio anche dei
Paesi FES ed ENPI: a questo titolo verranno destinati 5,031 miliardi di Euro a
cinque programmi. Si tratta di una notevole semplificazione rispetto al passato,
quando un gran numero di programmi tematici era disciplinato da altrettanti regolamenti ad hoc. I programmi tematici
dovrebbero fornire un valore aggiunto specifico, rimanendo complementari rispetto
ai programmi di carattere geografico, inclusi i programmi FES. In questa maniera si
intende dare maggiore visibilità all’azione
svolta dall’UE rispetto alle tematiche sottostanti ai programmi:
- sostegno allo sviluppo del capitale
umano (investing in people): 1.060 milioni di Euro;
- ambiente e gestione sostenibile delle risorse naturali: 804 milioni di Euro;
- sostegno agli attori non statali e alle au-
torità locali nello sviluppo: 1.639 milioni
di Euro;
- sicurezza alimentare: 1.709 milioni di
Euro;
- migrazione e asilo (che sostituisce il programma AENEAS): 384 milioni di Euro.
I Paesi dell’Asia e quelli dell’America Latina beneficeranno anche di prestiti BEI rispettivamente per 1 e 2,8 miliardi di Euro. Allo
stesso titolo la Repubblica Sudafricana riceverà
900 milioni di Euro.
Sempre nell’ambito del Regolamento DCI,
1,244 miliardi di Euro verranno destinati ai
Paesi ACP15 aderenti al Protocollo dello zucchero: Barbados, Belize, Guyana, Giamaica,
Saint Kitts e Nevis, Trinidad e Tobago, Figi,
Repubblica del Congo, Costa d’Avorio,
Kenya, Madagascar, Malawi, Mauritius, Mozambico, Swaziland, Tanzania, Zambia e Zimbabwe, che beneficeranno di specifiche misure
di accompagnamento.
Queste mirano a sostenere i processi di adeguamento alle nuove condizioni sul mercato
dello zucchero dovute alla riforma dell’organizzazione comune del mercato in questo settore.
Gli interventi geografici del DCI – Asia
Paesi - Afghanistan, Bangladesh, Bhutan, Cambogia, Cina, India, Indonesia, Repubblica popolare democratica di Corea, Laos,
Malaysia, Maldive, Mongolia, Myanmar/Birmania, Nepal, Pakistan, Filippine, Sri Lanka, Thailandia, Vietnam.
Durata - 2007/2013.
Dotazione finanziaria - 5.187 milioni di Euro.
Politica e obiettivi dell’UE per l’attuazione dello strumento DCI:
• perseguire gli obiettivi del millennio nel campo della salute, ivi compresa la lotta all’HIV/AIDS e dell’istruzione, anche attraverso
un dialogo politico finalizzato alla riforma di questi settori;
• affrontare i problemi connessi alla governance, in particolare negli Stati fragili, per aiutarli a creare Istituzioni pubbliche legittime, efficaci e solide e una società civile attiva e organizzata, nonché per migliorare la protezione dei diritti umani, compresi i
diritti dei minori;
• incoraggiare una maggiore integrazione e cooperazione regionale sostenendo vari processi di integrazione e dialogo regionale;
• contribuire al controllo di epidemie e zoonosi, nonché alla riabilitazione dei settori colpiti;
• promuovere lo sviluppo sostenibile in tutte le sue dimensioni, con particolare attenzione alla protezione delle foreste e della biodiversità;
• promuovere azioni contro la produzione, il consumo e il traffico di droga e i traffici di altro tipo.
14
15
Vedi schede divise per area tematica cap. 3.
Scheda ACP cap. 3.6.
23
Gli interventi geografici del DCI – Asia Centrale
Paesi - Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan, Turkmenistan, Uzbekistan.
Durata - 2007/2013.
Dotazione finanziaria - 719 milioni di Euro.
Obiettivi:
• promuovere le riforme costituzionali e l’avvicinamento legislativo, amministrativo e regolamentare alla Comunità, ivi compreso
il rafforzamento delle Istituzioni e degli organismi nazionali responsabili dell’efficace attuazione delle politiche nei settori contemplati dagli accordi di partenariato e di cooperazione, quali organismi elettivi, parlamenti; la riforma della pubblica amministrazione; la gestione delle finanze pubbliche;
• promuovere lo sviluppo dell’economia di mercato e l’integrazione dei Paesi partner nell’OMC, affrontando nel contempo gli
aspetti sociali della transizione;
• sostenere una gestione efficiente delle frontiere e la cooperazione transfrontaliera per promuovere lo sviluppo economico, sociale e ambientale sostenibile nelle regioni di frontiera;
• lottare contro la produzione, il consumo e il traffico di droga e i traffici di altro tipo;
• combattere l’HIV/AIDS;
• promuovere la cooperazione, il dialogo e l’integrazione a livello regionale, in particolare in materia di ambiente (soprattutto nei
settori idrico e igienico-sanitario), di istruzione, di energia e di trasporti (anche per la sicurezza dell’approvvigionamento energetico internazionale e delle operazioni di trasporto, o di interconnessioni, reti e loro operatori, fonti energetiche rinnovabili ed efficienza energetica).
Gli interventi geografici del DCI – Medio Oriente
Paesi - Iran, Iraq, Oman, Arabia Saudita, Yemen.
Durata - 2007/2013.
Dotazione finanziaria - 481 milioni di Euro.
Obiettivi:
• incoraggiare la coesione sociale per assicurare l’equità sociale, in particolare in relazione all’uso delle risorse nazionali interne,
e assicurare l’uguaglianza politica soprattutto mediante la promozione dei diritti umani, ivi compresa la parità di genere;
• promuovere la diversificazione economica, lo sviluppo di un’economia di mercato e l’integrazione dei paesi partner nell’OMC;
• promuovere la cooperazione, il dialogo e l’integrazione a livello regionale, sostenendo gli sforzi di integrazione all’interno della
regione (ad esempio, in materia di economia, energia, trasporti e rifugiati);
• sostenere la conclusione di accordi internazionali e l’efficace applicazione del diritto internazionale, in particolare le risoluzioni
dell’ONU e le convenzioni multilaterali;
• affrontare questioni relative alla governance, in particolare negli Stati fragili, per aiutarli a creare Istituzioni pubbliche legittime, efficaci e solide e una società civile attiva e organizzata, e per migliorare la protezione dei diritti umani, compresi i diritti dei minori.
Gli interventi geografici del DCI – America Latina
Paesi - Argentina, Bolivia, Brasile, Cile, Colombia, Costa Rica, Cuba, Ecuador, El Salvador, Guatemala, Honduras, Messico,
Nicaragua, Panama, Paraguay, Perú, Uruguay, Venezuela.
Durata - 2007/2013.
Dotazione finanziaria - 2.690 milioni di Euro.
Obiettivi:
•promuovere la coesione sociale quale obiettivo comune e settore prioritario delle relazioni tra la Comunità e l’America latina, tra
mite la lotta contro la povertà, l’ineguaglianza e l’esclusione. Particolare attenzione va prestata alla protezione sociale e alle politiche fiscali, agli investimenti produttivi finalizzati a creare maggiore e migliore occupazione, alle politiche volte a combattere
la discriminazione e la produzione, il consumo e il traffico di droga e ai miglioramenti nei servizi sociali fondamentali, in particolare salute e istruzione;
• incoraggiare una maggiore integrazione regionale, anche tramite il sostegno ai diversi processi di integrazione regionale e all’interconnessione delle infrastrutture di rete, assicurando al contempo la complementarietà con le attività sostenute dalla Banca
europea per gli investimenti (BEI) e da altre Istituzioni;
• sostenere il rafforzamento della buona governance e delle Istituzioni pubbliche, nonché della protezione dei diritti umani, compresi i diritti dei minori e delle popolazioni indigene;
• sostenere la creazione di un settore dell’istruzione superiore comune all’UE e all’America latina;
• promuovere lo sviluppo sostenibile in tutte le sue dimensioni, con particolare attenzione alla protezione delle foreste e della biodiversità.
24
Gli interventi geografici del DCI – Africa
Paesi - Sud Africa.
Durata - 2007/2013.
Dotazione finanziaria - 980 milioni di Euro.
Obiettivi:
• sostenere il consolidamento di una società democratica, della buona governance e dello Stato di diritto e contribuire alla stabilità e all’integrazione regionale e continentale;
• sostenere gli sforzi di adeguamento nella regione conseguenti alla creazione della zona di libero scambio nell’ambito dell’accordo
tra la Comunità ed il Sudafrica sugli scambi commerciali, lo sviluppo e la cooperazione e di altre intese regionali;
• sostenere la lotta contro la povertà, la disuguaglianza e l’esclusione, anche soddisfacendo i bisogni fondamentali delle comunità svantaggiate;
• affrontare il problema della pandemia HIV/AIDS e del suo impatto sulla società sudafricana.
Misure di accompagnamento per i Paesi ACP16 aderenti al protocollo dello zucchero
Paesi - Barbados, Belize, Guyana, Giamaica, Saint Kitts e Nevis, Trinidad e Tobago, Figi, Repubblica del Congo, Costa d’Avorio,
Kenya, Madagascar, Malawi, Mauritius, Mozambico, Swaziland, Tanzania, Zambia e Zimbabwe.
Durata - 2007/2013.
Dotazione finanziaria - 1.244 milioni di Euro.
Obiettivi - sostenere i paesi ACP aderenti al protocollo dello zucchero interessati dalla riforma del regime comunitario nel loro processo di adeguamento alle nuove condizioni del mercato dovute alla riforma.
Particolare attenzione viene posta alle seguenti attività di cooperazione:
• aumentare la competitività del settore dello zucchero e dello zucchero di canna, laddove questo sia sostenibile, tenendo conto
della situazione delle diverse parti in causa della catena;
• promuovere la diversificazione economica delle zone dipendenti dallo zucchero;
• affrontare le conseguenze più ampie del processo di adeguamento, eventualmente collegate, ma non esclusivamente, all’occupazione e ai servizi sociali, all’utilizzazione dei terreni e al risanamento ambientale, al settore dell’energia, alla ricerca e all’innovazione e alla stabilità macroeconomica.
I soggetti ammissibili ai finanziamenti
sopra descritti sono:
1. associazioni;
2. associazioni di categoria;
3. associazioni culturali;
4. agenzie di sviluppo;
5. amministrazioni nazionali;
6. associazioni culturali;
7. cooperative;
8. enti locali;
9. enti pubblici;
10.enti privati;
11.enti regionali;
12.imprese;
13.ONG;
14.organizzazioni professionali;
15.organizzazioni internazionali;
16.organismi senza scopo di lucro;
17.persone fisiche;
18.persone giuridiche;
19.Pubbliche amministrazioni,
20.Università.
Lo strumento per la cooperazione con i
Paesi industrializzati (ICI)
Grazie allo Strumento finanziario per la
cooperazione con i Paesi e territori industrializzati (ICI)17, 172 milioni di Euro saranno
destinati alla cooperazione finanziaria, alla cooperazione tecnica e alle altre forme di cooperazione di competenza della Comunità (per
esempio nei settori della ricerca, della scienza e
16
Barbados, Belize, Guyana, Giamaica, Saint Kitts e Nevis, Trinidad e Tobago, Figi, Repubblica del Congo, Costa d’Avorio, Kenya, Madagascar, Malawi, Mauritius, Mozambico, Swaziland, Tanzania, Zambia e Zimbabwe.
17
Reg. 1934/06 del 21 dicembre 2006, che istituisce uno Strumento finanziario per la cooperazione con i Paesi industrializzati e altri
Paesi e territori ad alto reddito.
25
tecnologia, dell’energia, dei trasporti e dell’ambiente, del sociale, ecc.) con Australia, Bahrein, Brunei, Canada, Taipei cinese, Hong
Kong, Giappone, Corea, Macao, Nuova Zelanda, Kuwait, Qatar, Singapore, Emirati Arabi
Uniti e Stati Uniti d’America. Le azioni finanziate dall’ICI potranno anche mirare ad aumentare il grado di visibilità dell’UE nei
suddetti Paesi.
2.2 Gli strumenti orizzontali
I principali strumenti orizzontali sono cinque:
• strumento per la stabilità;
• strumento finanziario per la promozione
della democrazia e dei diritti umani nel
mondo (EIDHR);
• strumento per la cooperazione in materia
di sicurezza;
• strumenti per l’aiuto umanitario e per l’assistenza macro-finanziaria.
Lo strumento per la stabilità
Di nuova creazione è lo strumento per la
stabilità18, che ha una dotazione di circa 2,062
miliardi di Euro, ed è finalizzato a permettere
una pronta reazione a situazioni di crisi e di instabilità nei Paesi terzi, contribuendo inoltre
alla prevenzione dei conflitti e ad affrontare
minacce specifiche anche a carattere transnazionale. L’assistenza si realizzerà, per esempio,
attraverso il sostegno alla creazione e al funzionamento di amministrazioni transitorie, all’institution building, a tribunali penali
internazionali e ai tribunali speciali nazionali,
attraverso il ripristino e la ricostruzione delle
infrastrutture di base, degli alloggi, degli edifici pubblici e delle attività economiche non-
18
ché della capacità produttiva di base, la riabilitazione e la reintegrazione delle vittime di conflitti armati, etc. Lo strumento per la stabilità
sostituirà una lunga lista di altri regolamenti19.
Lo strumento finanziario per la promozione della democrazia e dei diritti umani
nel mondo (EIDHR)
Con una dotazione di 1,104 miliardi di
Euro, lo strumento20 finanzierà iniziative a tutela dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali, in grado di favorire la democrazia e i
processi democratici. Esso sostituisce la precedente iniziativa europea per la democrazia e i
diritti umani. Settori di intervento saranno:
1. la promozione dei processi di democratizzazione;
2. la protezione dei diritti umani e delle libertà fondamentali;
3. il rafforzamento del sistema internazionale
di protezione della giustizia, dello stato di
diritto;
4. il rafforzamento del clima di fiducia, dell’affidabilità e della trasparenza dei processi
elettorali.
Tra i principali beneficiari vi saranno soggetti istituzionali nazionali, quali organismi
parlamentari, ma anche organizzazioni internazionali e organizzazioni della società civile.
Lo strumento per la cooperazione in
materia di sicurezza nucleare
Lo strumento per la cooperazione in materia di sicurezza nucleare21 servirà a fornire
assistenza ai Paesi terzi in materia di miglioramento degli standard di sicurezza per gli impianti nucleari, di gestione dei rifiuti radioattivi
e del combustibile irraggiato e di salvaguardie
Reg. 1717/06 del 15 novembre 2006, che istituisce uno strumento per la stabilità.
In particolare, il regolamento relativo alle azioni nel settore dell’aiuto alle popolazioni sradicate nei Paesi in via di sviluppo dell’America Latina e dell’Asia, i regolamenti riguardanti l’azione contro le mine terrestri antipersona nei Paesi terzi in via di sviluppo e non, il
regolamento che istituisce il meccanismo di reazione rapida (RRM), in parte il regolamento relativo al sostegno alla missione ad interim delle Nazioni Unite per il Kosovo (MINUK) e all’Ufficio dell’alto rappresentante in Bosnia-Erzegovina (OHR), il regolamento relativo
alla cooperazione Nord-Sud nel campo della lotta contro la droga e la tossicomania, e il regolamento relativo ad azioni di risanamento
e di ricostruzione a favore dei Paesi in via di sviluppo. Esso avrà carattere complementare rispetto agli altri regolamenti di assistenza
sopra descritti.
20
Reg. 1889/06 del 20 dicembre 2006 che istituisce uno strumento finanziario per la promozione della democrazia e dei diritti umani
nel mondo.
21
Reg. (Euratom) 300/07 del Consiglio, del 19 febbraio 2007, che istituisce uno strumento per la cooperazione in materia di sicurezza
nucleare.
19
26
nucleari. Esso sostituirà analoghi programmi
previsti nel quadro del programma TACIS e
degli aiuti prestati in seguito al disastro di
Chernobyl. La dotazione finanziaria prevista
per il settennio è di 524 milioni di Euro.
Lo strumento per l’aiuto umanitario e per
l’assistenza macro-finanziaria
Completano il quadro, infine, gli strumenti
già esistenti per l’aiuto umanitario e per l’assistenza macro-finanziaria, la cui dotazione complessiva prevista, assieme ad altri strumenti ad
hoc minori, è di circa 8 miliardi di Euro, che resteranno in vigore senza modifiche sostanziali.
Il primo continuerà a integrare l’assistenza
finanziaria classica fornita dall’Unione europea
con interventi rientranti più propriamente
nella categoria degli aiuti umanitari (per esempio, gli aiuti di prima necessità a favore delle
popolazioni vittime di disastri di origine
umana o naturale).
Il secondo continuerà a essere impiegato
nel caso di squilibri importanti della bilancia
dei pagamenti, nonché a supporto di riforme
strutturali intraprese dai Paesi beneficiari.
La cooperazione comunitaria con i Paesi
ACP - Il Fondo europeo di sviluppo (FES)
IL FES (Fondo europeo di sviluppo) è lo
strumento nel quadro del quale si realizza la politica di cooperazione allo sviluppo verso 77 dei
79 Paesi del gruppo ACP (il Sud Africa è oggetto di una specifica linea di bilancio, come
visto al paragrafo precedente, mentre Cuba rifiuta gli aiuti comunitari dall’agosto 2003, a seguito delle proteste europee per le condanne
inflitte a oppositori politici nel precedente aprile)
e i Paesi e territori d’oltremare (PTOM22).
La cooperazione si realizza tramite il finanziamento di progetti di sviluppo a livello nazionale
e
regionale
(consolidamento
istituzionale, sostegno al bilancio, realizzazione di infrastrutture, assistenza tecnica, sostegno al settore dell’educazione, contributo
alla diversificazione delle colture agricole,
ecc.). Dopo essere stati individuati in stretta
collaborazione con i Paesi beneficiari, i progetti sono presentati dalla Commissione nell’ambito del competente Comitato di gestione
per sottoporli al voto degli Stati membri.
Con una dotazione di 13.800 milioni di
Euro (Meuro) per il periodo 2002 – 2007 (più
un ammontare di risorse non spese nel corso
dei precedenti quinquenni di circa 10.000
Meuro), il FES opera attualmente nel quadro
dell’Accordo di Cotonou del 2000 ed è giunto
alla sua IX edizione dalla prima convenzione
di Yaoundé. L’Italia ne rappresenta il quarto
contribuente con una chiave di finanziamento,
decisa in Consiglio, pari al 12,54% del totale
(1.730,52 Meuro sull’intero periodo –
334,548 Meuro di contributo nel 2006).
Il X FES, per il periodo 2008 – 2013, avrà
una dotazione di 22.682 Meuro ai quali si aggiungono 2.030 Meuro per prestiti a valere
sulle risorse proprie della BEI (Banca Europea degli Investimenti). La chiave di finanziamento italiana salirà al 12,86%,
corrispondente a 2,916 miliardi di Euro sull’intero periodo.
Le risorse disponibili saranno quasi interamente (97%) destinate a finanziare progetti di
sviluppo a livello nazionale e regionale nei
Paesi ACP, mentre il restante 3% sarà diviso tra
progetti a favore dei PTOM e copertura delle
spese di gestione.
22
I Paesi e territori d’oltremare (PTOM) godono di una relazione speciale con uno degli Stati membri della Comunità europea. Sono stati
associati all’UE fin dall’inizio e il trattato fondatore, il trattato di Roma del 1957, concede loro lo statuto di associati; questo, al fine di
gettare le basi della futura politica comunitaria di sviluppo.
27
3. Le schede dei principali programmi
divise per ambito geografico
3. Le schede dei principali programmi divise per ambito geografico
3.1 Europa Centrale e Orientale
Figura 3 – Paesi Europa Centrale.
Fonte: EuropeAid.
31
Scheda 1 - Programma IPA 23
Paesi - Croazia,Turchia, ex Repubblica iugoslava di Macedonia, Albania, Bosnia-Erzegovina, Montenegro, Serbia (incluso il Kosovo).
Durata - 2007/2013.
Dotazione finanziaria - 11.468 milioni di Euro.
Obiettivi - allinearsi gradualmente con gli standard e le politiche dell’Unione europea, compreso, se del caso, l’acquis comunitario, in prospettiva dell’adesione. L’assistenza verrà utilizzata nei Paesi beneficiari elencati negli allegati I e II per:
• rafforzamento delle Istituzioni democratiche, nonché dello Stato di diritto, compresa la sua attuazione;
• promozione e tutela dei diritti umani e delle libertà fondamentali e maggior rispetto dei diritti delle minoranze, promozione della
parità di genere e della non discriminazione;
• riforma della Pubblica amministrazione, compresa la creazione di un sistema che consenta di decentrare la gestione dell’assistenza al paese beneficiario conformemente alle norme stabilite dal regolamento (CE, Euratom) 1605/02;
• riforma economica;
• sviluppo della società civile;
• inclusione sociale;
• riconciliazione, misure per il rafforzamento della fiducia e ricostruzione;
• cooperazione regionale e transfrontaliera.
Nel caso di Croazia, Turchia, ex Repubblica iugoslava di Macedonia, l’assistenza servirà a sostenere inoltre i seguenti settori:
• adozione e applicazione dell’acquis comunitario;
• sostegno per la definizione delle politiche, nonché preparazione all’attuazione e alla gestione delle politiche comuni della Comunità in materia di agricoltura e di coesione.
Nel caso dei Paesi Albania, Bosnia-Erzegovina, Montenegro, Serbia, incluso il Kosovo, l’assistenza servirà a sostenere i seguenti settori:
• allineamento graduale con l’acquis comunitario;
• sviluppo sociale, economico e territoriale, comprendendo fra l’altro l’infrastruttura e le attività connesse all’investimento, in particolare nei settori dello sviluppo regionale, rurale e delle risorse umane.
Azioni:
• sostegno alla transizione e sviluppo istituzionale: sostegno ai Paesi destinatari, perchè possano conseguire gli obiettivi del
programma. Il programma potrà finanziare, tra l’altro, il miglioramento delle capacità, lo sviluppo istituzionale e gli investimenti,
nonché la partecipazione dei Paesi destinatari ai programmi e alle agenzie comunitarie. Questa componente è destinata a tutti
i Paesi candidati (potenziali e effettivi);
• cooperazione regionale e transfrontaliera: sostegno alla cooperazione transfrontaliera, ed eventualmente transnazionale e interregionale, fra i Paesi candidati e fra questi e gli Stati UE, allo scopo di incoraggiare le relazioni di buon vicinato e promuovere la
stabilità, la sicurezza e la prosperità nell’interesse di tutti i Paesi, favorendone uno sviluppo armonioso, equilibrato e sostenibile. Questa componente sarà coordinata con altri strumenti comunitari di cooperazione transnazionale e interregionale. Nel caso della cooperazione transfrontaliera con gli Stati UE, comprenderà le regioni situate su entrambi i lati del confine o dei confini rispettivi (terrestri
o marittimi). Inoltre, potrà finanziare anche il miglioramento delle capacità, lo sviluppo istituzionale e gli investimenti.
Questa componente è destinata a tutti i Paesi candidati;
• sviluppo regionale: sostegno destinato ai Paesi candidati al fine di aiutarli a definire le politiche e a prepararsi ad attuare e
gestire la politica di coesione della Comunità, specie per quanto riguarda il Fondo europeo di sviluppo Regionale (FESR) e il
Fondo di coesione.
Questa componente è indirizzata esclusivamente ai Paesi candidati effettivi e potrà contribuire al finanziamento delle azioni sostenute dal FESR e dal Fondo di coesione;
• sviluppo delle risorse umane: sostegno destinato ai Paesi candidati al fine di aiutarli a definire le politiche e a prepararsi ad
attuare e a gestire la politica di coesione della Comunità, specie per quanto riguarda il Fondo sociale europeo (FSE).
Questa componente è indirizzata esclusivamente ai Paesi candidati e potrà contribuire al finanziamento delle azioni sostenute
dal FSE;
• sviluppo rurale: sostegno destinato ai Paesi candidati al fine di aiutarli a definire le politiche e a prepararsi ad attuare e a gestire la politica agricola comune (PAC), contribuendo in particolare a un adeguamento sostenibile del settore agricolo e delle zone
rurali e a preparare tali Paesi ad applicare l’acquis comunitario riguardante la PAC e le politiche connesse.
Questa componente è indirizzata esclusivamente ai Paesi candidati e potrà contribuire al finanziamento delle azioni sostenute
dal Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR ).
Soggetti ammissibili:
• organizzazioni internazionali;
• persone fisiche;
• persone giuridiche.
Riferimenti normativi - GUUE L/210 del 31/07/2006.
Link correlati - http://ec.europa.eu/enlargement/financial_assistance/index_it.htm
23
Vedi cap. 2.1.
32
Scheda 2 - Programma Diritti fondamentali e cittadinanza
Paesi - Stati Membri dell’UE; Paesi candidati all’adesione; Paesi dei Balcani occidentali che partecipano al processo di stabilizzazione e associazione.
Durata - 2007/2013.
Obiettivi generali:
• promuovere lo sviluppo di una società europea fondata sul rispetto dei diritti fondamentali quali ricosciuti dal trattato sull’ Unione
europea, compresi i diritti derivanti dalla cittadinanza dell’Unione europea, compresi i diritti derivanti dalla cittadinza dell’Unione;
• rafforzare la società civile e incoraggiare un dialogo aperto, trasparente e regolare con essa riguardo ai diritti fondamentali;
• combattere il razzismo, la xenofobia e l’antisemitismo e promuovere una migliore intesa interconfessionale e multiculturale e una
maggiore tolleranza in tutta l’Unione europea;
• migliorare i contatti, lo scambio di informazioni e la creazione di reti tra le autorità giuridiche, giudiziarie e amministrative e le
professioni giuridiche, anche mediante il sostegno della formazione giudiziaria, al fine di una migliore comprensione reciproca
tra le autorità e i professionisti in questione.
Obiettivi specifici:
• promuovere i diritti fondamentali quali riconosciuti dal trattato sull’Unione europea e informare i cittadini dell’Unione dei loro
diritti, compresi quelli che derivano dalla cittadinanza dell’Unione, per incoraggiarli a partecipare attivamente alla vita democratica dell’Unione;
•esaminare, se necessario, il rispetto dei diritti fondamentali specifici nell’Unione europea e negli Stati membri, nell’applicazione
del diritto comunitario e ottenere pareri su questioni specifiche connesse ai diritti fondamentali entro questo ambito;
• sostenere le organizzazioni non governative e gli altri operatori della società civile per rafforzare la loro capacità di partecipare
attivamente alla promozione dei diritti fondamentali, dello stato di diritto e della democrazia;
• creare strutture adeguate al fine di promuovere il dialogo interconfessionale e multiculturale nell’Unione europea.
Struttura - il programma specifico Diritti fondamentali e cittadinanza è uno degli strumenti finanziari previsti dal programma quadro Diritti fondamentali e giustizia.
Azioni - il programma sostiene i seguenti tipi di azione:
• azioni specifiche della Commissione, quali studi e ricerche, sondaggi e inchieste, elaborazione di indicatori e metodologie
comuni, raccolta, sviluppo e diffusione di dati e statistiche, seminari, conferenze e riunioni di esperti, organizzazione di campagne ed eventi pubblici; sviluppo e aggiornamento di siti web, preparazione e diffusione di materiale informativo, supporto e gestione di reti di esperti nazionali, attività di analisi, di controllo e di valutazione;
• progetti transnazionali specifici di interesse comunitario, presentati da un’autorità o qualsiasi altro ente di uno Stato membro, un’organizzazione internazionale o non governativa, che richiedano, in ogni caso, almeno due Stati membri o almeno uno Stato
membro e un altro Stato (paese aderente o candidato, conformemente alle condizioni fissate nei programmi di lavoro annuali);
• sostegno alle attività di organizzazioni non governative o di altri enti che perseguono un obiettivo di interesse europeo generale nel quadro degli obiettivi generali del programma, conformemente alle condizioni fissate nei programmi di lavoro annuali;
• sovvenzioni di funzionamento intese a cofinanziare le spese associate al programma di lavoro permanente della Conferenza delle
Corti internazionali europee e dell’Associazione dei Consigli di Stato e delle Corti supreme amministrative dell’Unione europea.
Soggetti ammissibili:
• Enti locali;
• enti regionali;
• centri di ricerca;
• ONG;
• organizzazioni internazionali;
• Università;
• enti pubblici;
• enti privati;
• amministrazioni nazionali;
• organismi senza scopo di lucro.
Dotazione finanziaria del Programma - lo stanziamento finanziario complessivo previsto per il programma specifico Diritti fondamentali e cittadinanza ammonta a 93,8 milioni di Euro.
Modalità di partecipazione - il finanziamento comunitario può assumere una delle seguenti forme giuridiche:
• sovvenzioni;
• contratti di appalto pubblico.
Le sovvenzioni comunitarie sono concesse in seguito a inviti a presentare proposte, salvo in casi eccezionali, debitamente giustificati, previsti nel regolamento finanziario e hanno la forma di sovvenzioni di funzionamento e sovvenzioni alle azioni.
Sono inoltre previste spese per misure di accompagnamento, tramite contratti di appalto pubblico.
Al fine di attuare il programma, la Commissione adotta un programma di lavoro annuale contenente gli obiettivi specifici, le priorità tematiche, una descrizione delle misure di accompagnamento e, se necessario, un elenco di altre azioni.
Riferimenti normativi - Decisione del Consiglio del 19 aprile 2007 che istituisce il programma specifico Diritti fondamentali e
cittadinanza per il periodo 2007-2013 come parte del programma generale Diritti fondamentali e giustizia (2007/252/GAI), pubblicata su GUUE L 110/33 del 27/04/2007 e modificata da rettifica pubblicata su GUUE L 141/83 del 27/06/2007.
33
3.2 America Latina
Figura 4 – Paesi America Latina.
Fonte: EuropeAid.
Scheda 3 - Programma Alβan
Paesi - Paesi membri e Argentina, Bolivia, Brasile, Cile, Colombia, Costa Rica, Cuba, Ecuador, El Salvador, Guatemala, Honduras,
Messico, Nicaragua, Panama, Paraguay, Perù, Uruguay e Venezuela.
Durata - 2002/2010.
Settore - Cultura e istruzione.
Obiettivi - rafforzare la cooperazione tra l’Unione europea e l’America Latina nel settore dell’istruzione superiore.
Articolazione - il programma prevede l’erogazione di borse di studio per studi post laurea (dottorati e master), e per formazione
avanzata per professionisti e futuri politici latino americani.
Azioni - borse di studio per la fruizione di corsi di formazione presso reti di università, istituti e centri di ricerca.
Soggetti ammissibili - giovani.
Dotazione finanziaria del programma - 8,5 milioni di Euro. La sovvenzione singola non potrà comunque superare il 75% del costo
della formazione.
Come partecipare - verranno pubblicati specifici inviti a presentare proposte.
Riferimenti normativi - Regolamento del Consiglio 443/92 del 25/02/1992 sull’assistenza tecnica e finanziaria e la cooperazione economica con i paesi dell’ Asia e dell’ America Latina.
34
Scheda 4 - Programma Al-Invest III
Paesi - UE e Paesi America Latina.
Durata - 2003/2007.
Obiettivi:
• offrire supporto finanziario agli operatori economici dei Paesi UE e America Latina che vogliano portare avanti iniziative congiunte
nell’area della cooperazione economica;
• rafforzare le relazioni interregionali con trasferimento di tecnologie tra i Paesi delle due aree.
Azioni:
• seminari, workshop, attività di formazione su strategie di internazionalizzazione per PMI;
• incontri d’affari tra imprese europee e latino-americane organizzati nell’ambito di fiere, compresa l’assistenza personalizzata
alle imprese;
• ricerche personalizzate di partner di altri Paesi per sviluppare business plan individuali;
• attività di capacity building per lo staff di tutti i membri Al-Invest;
• programmi di scambio per lo staff dei membri del network Al-Invest III ed altre organizzazioni.
Soggetti ammissibili:
• agenzie di sviluppo;
• associazioni di categoria;
• Camere di Commercio;
• organismi senza scopo di lucro.
Modalità di partecipazione - il programma opera attraverso inviti a presentare proposte, successivamente valutate da esperti
indipendenti. Per partecipare al programma è indispensabile diventare membro del network Al-Invest.
Nell’UE i membri vengono definiti COOPECO, in America Latina EUROCENTROS. Le proposte vengono presentate da un operatore
principale e due o più partner. Gli operatori possono essere coinvolti contemporaneamente in diversi progetti.
35
3.3 Asia
Figura 5 – Paesi – Asia.
Fonte: EuropeAid.
36
Scheda 5 - Programma Asia Invest
Paesi - Stati membri dell’Unione europea, Paesi dell’Asia del sud e del sud est (Afganistan, Bangladesh, Brunei, Bhutan, Cambogia, Cina, India, Indonesia, Laos, Malesia, Maldive, Nepal, Pakistan, Filippine, Singapore, Sri Lanka, Thailandia, Vietnam).
Durata - 2003/2007.
Obiettivi:
• favorire la crescita degli scambi commerciali e dei flussi di investimenti tra Europa e Asia;
• promuovere lo sviluppo di relazioni commerciali e investimenti di reciproco interesse fra l’Unione europea e l’Asia meridionale
e sudorientale;
• aumentare il prestigio dell’UE in Asia;
• contribuire a sensibilizzare gli investitori europei sulle opportunità offerte dai mercati asiatici;
• agevolare la cooperazione fra imprese;
• fornire assistenza alle imprese dei Paesi asiatici meno sviluppati per avviare proficui rapporti di cooperazione con le imprese europee.
Azioni - il programma è articolato in tre misure:
• Business Priming Fund finanzia parzialmente la preparazione di gruppi di operatori economici europei e asiatici alla cooperazione
fra imprese. Si articola in tre sottostrumenti:
a) market place monitoring: (monitoraggio dei mercati): promuove analisi e valutazioni di mercato e ricerche sulle opportunità
di cooperazione economica in Asia; si rivolge a gruppi di imprese europee, preferibilmente provenienti da più di uno Stato
membro dell’UE,
b) language and business culture familiarisation (formazione linguistica e commerciale): fornisce formazione a gruppi di imprese
europee e/o asiatiche su come stabilire rapporti d’affari con i propri interlocutori,
c) assistenza tecnica: fornisce assistenza a gruppi di imprese dei Paesi asiatici meno sviluppati, aiutandoli ad aggiornare le proprie competenze tecniche e manageriali in vista della cooperazione con le imprese europee;
• Asia-Interprise e Asia-Partenariat finanziano parzialmente la preparazione, lo svolgimento e gli sviluppi di incontri settoriali di
gruppi di imprese europee e asiatiche;
• Asia Investment Facility finanzia l’individuazione, la valutazione e la promozione di specifiche opportunità d’investimento in fase
precompetitiva.
Soggetti ammissibili:
• Enti locali;
• agenzie di sviluppo;
• imprese;
• organismi professionali;
• Pubbliche amministrazioni.
Dotazione finanziaria - 45 milioni di Euro.
Come partecipare - ogni anno è definito un programma di lavoro in cui sono definite le azioni di intervento. Per ogni strumento
vengono definite le modalità di partecipazione e il sostegno finanziario.
Il programma viene attuato attraverso bandi di gara.
Riferimenti normativi - Regolamento (CEE) 443/92 del Consiglio, del 25/02/1992.
37
3.4 Mediterraneo del Sud e Medio Oriente
Figura 6 – Paesi Mediterraneo del Sud e Medio Oriente.
Fonte: EuropeAid.
38
Scheda 6 - Programma ENPI 24
Paesi - Paesi dell’Unione europea, Algeria, Armenia, Azerbaigian, Bielorussia, Egitto, Georgia, Israele, Giordania, Libano, Libia,
Moldavia, Marocco, Autorità palestinese della Cisgiordania e di Gaza Federazione Russa, Siria,Tunisia, Ucraina.
Durata - 2007/2013.
Obiettivi – l’assistenza comunitaria mira a sostenere misure finalizzate al conseguimento di almeno uno dei seguenti obiettivi:
• promuovere il dialogo e la riforma in campo politico;
• favorire l’avvicinamento dei testi legislativi e regolamentari in tutti i settori di pertinenza e, più nello specifico, incentivare la partecipazione progressiva dei Paesi partner al mercato interno e l’intensificazione degli scambi;
• consolidare le Istituzioni e gli organismi nazionali preposti all’elaborazione e all’attuazione effettiva delle politiche nei settori di
interesse degli accordi di associazione, di partenariato e di cooperazione e di altri accordi analoghi futuri;
• stimolare lo sviluppo sostenibile;
• promuovere la protezione ambientale e la corretta gestione delle risorse naturali;
• sostenere le politiche volte a ridurre la povertà;
• sostenere le politiche volte a promuovere lo sviluppo sociale e la parità tra i sessi, l’occupazione e la protezione sociale e, più
nello specifico, il dialogo sociale e il rispetto dei diritti sindacali e delle norme fondamentali in materia di lavoro;
• sostenere le politiche a favore della salute, dell’istruzione e della formazione;
• garantire la promozione e la difesa dei diritti umani e delle libertà fondamentali e incoraggiare il processo di democratizzazione,
tramite azioni di monitoraggio e assistenza elettorali;
• stimolare lo sviluppo della società civile;
• incentivare lo sviluppo dell’economia di mercato, comprese le misure volte a sostenere il settore privato, a incoraggiare gli investimenti e a promuovere gli scambi mondiali;
• incoraggiare la cooperazione nei settori dell’energia, delle telecomunicazioni e dei trasporti, soprattutto per quanto riguarda le
interconnessioni, le reti e il relativo sfruttamento, la sicurezza nel settore dei trasporti internazionali e dello sfruttamento delle
fonti di energia, le fonti di energia rinnovabili, l’efficacia energetica e i trasporti non inquinanti;
• dare sostegno ad azioni mirate a una maggiore sicurezza alimentare per i cittadini, segnatamente nel settore sanitario e fitosanitario;
• garantire una gestione delle frontiere efficace e sicura;
• promuovere la cooperazione in materia di giustizia e affari interni, comprese questioni quali il diritto d’asilo e la migrazione, e
le azioni volte a combattere e a prevenire il terrorismo e la criminalità organizzata, inclusi aspetti quali il finanziamento, il riciclaggio del denaro e la frode fiscale;
• sostenere la cooperazione amministrativa in vista di una maggiore trasparenza e di uno scambio più intenso di informazioni in
materia fiscale, al fine di combattere la frode e l’evasione;
• incentivare la partecipazione ad attività comunitarie nel settore della ricerca e dell’innovazione;
• incoraggiare la cooperazione tra gli Stati membri e i Paesi partner nel settore dell’insegnamento superiore e della mobilità degli
insegnanti, dei ricercatori e degli studenti;
• stimolare la comprensione interculturale, i contatti tra i popoli, la cooperazione tra le società civili, nonché gli scambi tra i giovani;
• potenziare la partecipazione dei Paesi partner ai programmi e alle agenzie comunitari;
• dare impulso alla cooperazione transfrontaliera nell’intento di promuovere lo sviluppo economico, sociale e ambientale sostenibile delle regioni frontaliere;
• far progredire la cooperazione e l’integrazione regionali;
• fornire sostegno nelle situazioni di post crisi, segnatamente in termini di aiuti ai profughi e agli sfollati, e contribuire alla prevenzione dei conflitti e alla preparazione alle catastrofi;
• dare impulso alla comunicazione e promuovere gli scambi tra i partner per quanto riguarda le misure e le attività finanziate nell’ambito dei programmi;
• affrontare problemi tematici comuni nei settori di interesse reciproco e sostenere qualsiasi altro obiettivo attinente al campo di
applicazione del presente regolamento.
24
Vedi cap. 2.1.
39
Scheda 6 - Programma ENPI
Struttura - l’assistenza comunitaria è prevista sotto forma di:
• programmi nazionali o multinazionali di assistenza a un paese partner o relativi alla cooperazione regionale e subregionale tra
due o più Paesi partner, per i quali è prevista la partecipazione degli Stati membri;
• programmi tematici, relativi a uno o più problemi specifici condivisi da diversi Paesi partner e che possono essere di rilevanza
per uno o più Stati membri;
• programmi di cooperazione transfrontaliera, che riguardano la cooperazione tra uno o più Stati membri e uno o più Paesi partner e che interessano regioni che confinano con la parte comune delle frontiere esterne dell’Unione europea di loro competenza.
Azioni - l’assistenza comunitaria può inoltre essere finalizzata:
• al finanziamento di misure mirate di cooperazione amministrativa, che implichino la partecipazione di esperti del settore pubblico provenienti dagli Stati membri, conformemente a norme specifiche in materia;
• a sostegni finanziari settoriali o generali, qualora il paese partner dia prova di sufficiente trasparenza, affidabilità ed efficacia
nella gestione della spesa pubblica e ove siano state poste in essere politiche settoriali o macroeconomiche ben delineate, elaborate dal paese partner e approvate dai suoi principali finanziatori, segnatamente le Istituzioni finanziarie internazionali del
caso;
• a programmi di sgravio del debito;
• alla contribuzione a beneficio della Banca europea per gli investimenti o di altri intermediari finanziari, per il finanziamento di
prestiti, acquisizioni partecipative, fondi di garanzia o fondi di investimento;
• ad abbuoni di interesse, in particolare per i prestiti nel settore ambientale;
• alla sottoscrizione di assicurazioni contro i rischi non commerciali;
• alla contribuzione a beneficio di un fondo istituito dalle organizzazioni internazionali e regionali, da altri donatori o dai Paesi
partner;
• alla partecipazione in capitale a beneficio di Istituzioni finanziarie internazionali o di banche di sviluppo regionali;
• al finanziamento dei costi necessari alla gestione e alla supervisione efficaci di progetti e programmi da parte dei Paesi che
beneficiano dell’assistenza comunitaria;
• agli aiuti alimentari;
• a eventuali altri fini.
Soggetti ammissibili:
• Enti locali;
• enti regionali;
• Agenzie di sviluppo;
• imprese;
• ONG;
• organizzazioni internazionali;
• parti sociali;
• persone fisiche;
• Università;
• fondazioni;
• cooperative;
• associazioni.
Dotazione finanziaria del programma - il budget stanziato è di 14.929 Euro.
Riferimenti normativi - COM (2004) 628 def. del 29/09/2004.
40
3.5 Africa, Caraibi e Pacifico
Figura 7 – Paesi ACP.
Fonte: EuropeAid.
Scheda 7 - Programma Pro Invest
Durata - 2002/2007.
Paesi - l’Unione europea e Africa, Caraibi, Pacifico.
Obiettivi - Proinvest è un programma pluriennale a sostegno della Cooperazione tra l’Unione europea e i Paesi ACP, con l’obiettivo di favorire il trasferimento di tecnologie e gli investimenti delle imprese europee nei Paesi interessati dalla Convenzione di Cotonou. Proinvest è finanziato dal Fondo europeo di sviluppo ed è gestito dal Centro europeo per lo sviluppo dell’impresa, sotto il
controllo della Commissione europea e dell’Ufficio di Cooperazione EuropeAid.
Tipologia di azioni - il programma prevede da un lato, il rafforzamento delle attività delle organizzazioni intermediarie delle imprese private, dall’altro lo sviluppo di partenariati tra imprese.
In particolare: attività relative ai servizi per lo sviluppo delle imprese, azioni in materia di promozione del settore privato e del dialogo politico, iniziative in materia di partenariato settoriale.
Soggetti ammissibili:
• agenzie di sviluppo;
• Camere di Commercio;
• centri di ricerca;
• imprese;
• Pubbliche amministrazioni.
Dotazione finanziaria - 110 milioni di Euro.
Modalità di partecipazione - il modo per realizzare gli obiettivi previsti nel programma e rispondere agli inviti a presentare proposte pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea serie C.
41
Scheda 8 - Programma UE-ACP-EDULINK
Durata - 2007/2013.
Paesi - Paesi Africa, Caraibici e del Pacifico (ACP) e i primi 15 Stati membri UE firmatari del IX Fondo di sviluppo (FES).
Obiettivi - il Programma tende a: incoraggiare la creazione di competenze e l’integrazione regionale nel settore dell’istruzione superiore attraverso la creazione istituzionale di reti; sostenere un sistema di istruzione superiore di qualità che risponda alle esigenze del mercato del lavoro e in linea con le priorità di sviluppo socioeconomico delle regioni ACP.
Il programma è principalmente diretto a istituti di istruzione superiore e contribuirà a creare competenze tramite reti di istituti
nelle diverse regioni ACP.
L’obiettivo specifico del Programma è di rafforzare le competenze degli istituti di istruzione superiore ACP a tre livelli:
1.istituzionale/amministrativo - creazione di competenze di istituti di istruzione superiore ACP a sostegno delle competenze politiche, gestionali, amministrative e di pianificazione a livello nazionale e regionale;
2.accademico - cooperazione istituzionale per sfruttare al massimo la qualità accademica nel contesto regionale e sub-regionale;
3.ricerca e tecnologia - creazione di competenze nella ricerca e la tecnologia che possano permettere agli istituti di istruzione superiore di migliorare la propria eccellenza accademica nei settori prioritari legati allo sviluppo socioeconomico delle regioni
ACP, consolidare le capacità di ricerca locale e importare o adattare le scoperte e le innovazioni scientifiche nei diversi settori
delle economie interne delle regioni, o al di fuori delle economie locali.
Azioni:
• sviluppo e pianificazione delle politiche e della competenza amministrativa.
Creazione di iniziative nazionali, regionali o interregionali, o rafforzamento di quelle già esistenti, quali: programmi di formazione
a livello gestionale e amministrativo; unità di pianificazione e valutazione all’interno degli istituti di istruzione superiore; unità per
le relazioni internazionali all’interno degli istituti di istruzione superiore; sistemi di trasferimento dei crediti; garanzia di qualità e
strutture di accreditamento accademico;
• rilevanza accademica nel contesto regionale e sub-regionale.
Creazione di nuovi accordi, o sostegno di accordi già esistenti: creazione congiunta di piani di studio; lauree e diplomi congiunti;
sviluppo o adattamento di materiali legati alla formazione; collegamenti con il settore pubblico (ad esempio tirocini); formazione
o scambi di studenti a livello post-lauream; formazione o scambi di insegnanti;
• sviluppo della tecnologia e della ricerca per il miglioramento dell’eccellenza accademica.
Creazione di nuove o sostegno di quelle già esistenti: strutture di pianificazione per la ricerca all’interno di istituti di istruzione superiore; reti per il trasferimento di know how per importare, adattare o diffondere innovazione legata allo sviluppo socio-economico delle regioni ACP necessaria per migliorare l’eccellenza accademica.
Dotazione finanziaria - 2006/2008, 5 milioni di Euro primo bando; 9 milioni di Euro, secondo bando.
Modalità di partecipazione - i progetti congiunti presentati dalle reti di istituti ACP ed europei verranno selezionati tramite inviti a presentare proposte. Istituti di istruzione superiore dal Sud Africa e da Cuba possono partecipare ai progetti ma non possono
essere diretti beneficiari dei fondi.
Scheda 9 - Programma UE-ACP-Energy Facility
Durata - 2005/2007.
Tutti gli investimenti finanziari devono essere completati prima del 31 dicembre 2007, data di scadenza del fondo europeo di sviluppo attuale.
Paesi - Angola, Antigua e Barbuda, Bahamas, Barbados, Belize, Benin, Botswana, Burkina Faso, Burundi, Camerun, Capo Verde,
Repubblica dell’Africa Centrale, Chad, Comoros, Repubblica Democratica del Congo, Repubblica del Congo, Isole Cook, Costa
d’Avorio, Djibouti, Dominica, Repubblica Dominicana, East Timor, Guinea Equatoriale, Eritrea, Etiopia, Figi, Gabon, Gambia, Ghana,
Grenada, Guinea, Guinea-Bissau, Guinea-Conakry, Guyana, Haiti, Giamaica, Kenya, Kiribati, Lesotho, Liberia, Madagascar, Malati,
Mali, Isole Marshall, Mauritania, Mauritius, Micronesia, Stati Federali del Mozambico, Namibia, Nauru, Niger, Nigeria, Niue,
Palau, Papua Nuova Guinea, Ruanda, Saint Kitts e Nevis, Santa Lucia, Saint Vincent e Grenadines, Samoa, Sao Tome e Principe,
Senegal, Seychelles, Sierra Leone, Isole Solomone, Somalia, Sudan, Suriname, Swaziland, Tanzania, Togo, Tonga, Trinidad e Tobago, Tuvalu, Uganda, Vanuatu, Zambia, Zimbawe.
Obiettivi - mira a contribuire al raggiungimento degli obiettivi di sviluppo del millennio e in particolare promuove la riduzione
della povertà attraverso il miglioramento dell’accesso ai servizi energetici da parte della popolazione delle zone rurali più povere.
Tipologia di azioni:
• migliorare l’accesso ai servizi energetici nelle zone rurali;
• migliorare la governance e la buona gestione nel settore energetico;
• migliorare la cooperazione transfrontaliera nel settore energetico.
42
3.6 America Latina, Asia, Asia Centrale, Medio Oriente e Sud Africa
Scheda 10 - Programma DCI25
Durata - 2007/2013.
Dotazione finanziaria del Programma - 16.897 milioni di Euro, così ripartiti:
1. Paesi ACP aderenti al protocollo dello zucchero: 1.244 milioni di Euro;
2. programmi tematici (totale 5.596 milioni di Euro):
investimento nelle persone: 1.060 milioni di Euro;
ambiente e gestione sostenibile delle risorse naturali: 804 milioni di Euro;
attori non statali e autorità locali nello sviluppo: 1.639 milioni di Euro;
sicurezza alimentare: 1.709 milioni di Euro;
migrazione e asilo: 384 milioni di Euro;
3. programmi geografici (totale 10.057 milioni di Euro)
America Latina: 2.690 milioni di Euro;
Asia: 5.187 milioni di Euro;
Asia centrale: 719 milioni di Euro;
Medio Oriente: 481 milioni di Euro;
Sud Africa: 980 milioni di Euro.
Paesi - Stati membri dell’UE a 27; Paesi in via d’accesso; Paesi ENPI; Paesi EFTA/SEE; Regioni specifiche: America Latina (Argentina, Bolivia, Brasile, Cile, Colombia, Costa Rica, Cuba, Ecuador, El Salvador, Guatemala, Honduras, Messico, Nicaragua, Panama, Paraguay, Perú, Uruguay, Venezuela); Asia (Afghanistan, Bangladesh, Bhutan, Cambogia, Cina, India, Indonesia,
Repubblica popolare democratica di Corea, Laos, Malaysia, Maldive, Mongolia, Myanmar/Birmania, Nepal, Pakistan, Filippine,
Sri Lanka, Thailandia, Vietnam); Asia Centrale (Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan, Turkmenistan, Uzbekistan); Medio Oriente
(Iran, Iraq, Oman, Arabia Saudita, Yemen); Sud Africa.
Struttura 1. I programmi tematici:
• sostegno allo sviluppo del capitale umano (investing in people): 1.060 milioni di Euro;
• ambiente e gestione sostenibile delle risorse naturali: 804 milioni di Euro;
• sostegno agli attori non statali e alle autorità locali nello sviluppo: 1.639 milioni di Euro;
• sicurezza alimentare: 1.709 milioni di Euro;
• migrazione e asilo (che sostituisce il programma AENEAS)24: 384 milioni di Euro.
2. programmi geografici: in cap. 2 divisi per area geografica;
3. le misure di accompagnamento per i paesi ACP aderenti al protocollo dello zucchero.
Soggetti ammissibili:
• associazioni;
• associazioni di categoria;
• associazioni culturali;
• agenzie di sviluppo;
• amministrazioni nazionali;
• associazioni culturali;
• cooperative;
• Enti locali;
• enti pubblici;
• enti privati;
• enti regionali;
• imprese;
• ONG;
• organizzazioni professionali;
• organizzazioni internazionali;
• organismi senza scopo di lucro;
• persone fisiche;
• persone giuridiche;
• Pubbliche amministrazioni;
• Università.
25
Vedi cap. 2.1.
43
Scheda 10 - Programma DCI
Modalità di partecipazione
Il finanziamento comunitario può configurarsi sotto forma di:
• progetti e programmi;
• sostegni finanziari, qualora il paese partner dia prova di sufficiente trasparenza, affidabilità ed efficacia nella gestione della
spesa pubblica e ove siano state poste in essere politiche settoriali o macroeconomiche ben delineate, elaborate dal paese partner e valutate positivamente dai principali donatori, comprese, eventualmente, le Istituzioni finanziarie internazionali;
• sostegni settoriali;
• in casi eccezionali, programmi settoriali e generali di sostegno alle importazioni;
• fondi messi a disposizione della BEI o di altri intermediari finanziari;
• abbuoni sui tassi di interesse, per i prestiti nel settore ambientale;
• sgravio del debito, nell’ambito di programmi in materia concordati a livello internazionale;
• sovvenzioni volte a finanziare azioni;
• sovvenzioni volte a finanziare i costi di gestione delle entità di alcune categorie di beneficiari;
• finanziamento di programmi di gemellaggio tra Istituzioni pubbliche, autorità locali, organismi nazionali pubblici e enti di diritto
privato con compiti di servizio pubblico degli Stati membri e quelli dei Paesi o delle regioni partner;
• contributi a fondi internazionali;
• contributi a fondi nazionali istituiti da Paesi e regioni partner per favorire il cofinanziamento congiunto da parte di diversi donatori, ovvero a fondi istituiti da uno o più donatori finalizzati all’attuazione congiunta di azioni;
• contributi in capitale a beneficio delle Istituzioni finanziarie internazionali e delle banche di sviluppo regionali;
• risorse umane e materiali necessarie alla gestione e alla supervisione effettiva dei progetti e dei programmi da parte dei Paesi
e delle regioni partner.
Riferimenti normativi - Regolamento (CE) 1905/06 del Parlamento europeo e del Consiglio del 18 dicembre 2006, che istituisce
uno strumento per il finanziamento della cooperazione allo sviluppo pubblicato su GUUE L 378/41 del 27/12/2006.
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4. Testi normativi di riferimento
4. Testi normativi di riferimento
Principali regolamenti europei
Reg. 1085/06 del Consiglio, del 17 luglio 2006,
che istituisce uno Strumento di assistenza preadesione
(IPA).
Reg. 1638/06 del 24 Ottobre 2006 del Parlamento europeo e del Consiglio (ENPI).
Reg. 1889/06 del 20 dicembre 2006, che istituisce uno Strumento finanziario per la promozione della
democrazia e dei diritti umani nel mondo (EIDHR).
Reg. 1905/06, del 18 dicembre 2006, che istituisce uno Strumento per il finanziamento della cooperazione allo sviluppo (DCI).
Reg. 1934/06 del 21 dicembre 2006 che istituisce uno Strumento finanziario per la cooperazione con
i Paesi industrializzati e altri Paesi e territori ad alto reddito (ICI).
Reg. 1717/06 del 15 novembre 2006, che istituisce uno Strumento per la stabilità.
Reg. (Euratom) 300/07 del Consiglio, strumento
per la cooperazione in materia di sicurezza nucleare.
Siti consigliati per approfondire la parte normativa:
http://ec.europa.eu/index_it.htm
http://eur-lex.europa.eu/it/index.htm
http://europa.eu/documents/index_it.htm
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Elenco acronimi
ACP: Africa. Carabi Pacifico
BEI: Banca Europea Investimenti - European Investment Bank - EIB
CBC: Cross-border co-operation
CSP: Country strategy papers
DCI: Development cooperation instrument
ENPI: European neighbourhood and partnership instrument
EIDHR : European instrument for democratization
and human rights
FSE: Fondo sociale europeo
FES:Fondo europeo di sviluppo
FESR: Fondo europeo di sviluppo regionale
DG: Direzione Generale
IPA: Fondo europeo di sviluppo regionale
MIP: Multiannual indicative programmes
ONG: Organizzazione non governativa
OSM: Obiettivi di sviluppo del millennio
PIN: Programmi indicativi nazionali
PTOM: Paesi e territori d’oltremare
RSP: Paesi e territori d’oltramare
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