Contributo di Veio Zanolini ( PDF )
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Contributo di Veio Zanolini ( PDF )
Discorso del Presidente centrale della Giornata del Malato Veio Zanolini Cerimonia d’inaugurazione della targa commemorativa dedicata alla Dottoressa Marthe Nicati Leysin, 13 maggio 2006 Non è la prima volta che come Presidente del Comitato centrale della Giornata del malato vengo nel Canton Vaud per rendere omaggio a una donna medico che ha scritto un pagina molto importante nella storia della malattia nel nostro Paese. Effettivamente era pure un sabato, il 6 marzo 1993, che abbiamo festeggiato il 50esimo anniversario della Giornata del malato a Vevey alla presenza del Presidente della Confederazione Adolf Ogi, del Presidente del Consiglio di Stato Pierre Duvoisin , del Sindaco di Vevey, Yves Christen, e di numerose autorità del Canton Vaud. Oggi approfittiamo dell’inaugurazione della targa commemorativa, donata dalla sezione della Svizzera italiana della Giornata del Malato, che ringrazio di cuore a nome del Comitato centrale nella persona del suo presidente Piergiorgio Donada, per parlare una volta di più dei grandi meriti di questo personaggio di grande valore, di questa donna con il cuore in mano che ha dedicato tutta la sua vita agli ammalati. Una donna dinamica e coraggiosa la dottoressa Marthe Nicati di cui potete leggere il curriculum vitae nel prospetto del programma di questa giornata. Dinamica e coraggiosa da una parte perché in quel tempo le donne medico non erano così numerose come oggi e dall’altra perché ha creato la Giornata del Malato nel 1939 poco prima che scoppiasse la seconda guerra mondiale. I giovani non possono saperlo, ma le persone che hanno vissuto quel periodo nel nostro Paese non hanno dimenticato il nome di Leysin, di questo comune delle prealpi vodesi che ci accoglie oggi, popolato per anni da migliaia e migliaia di ammalati di tubercolosi, distesi sui loro letti di cura, esposti ai raggi benefici del sole in attesa della guarigione. Nel 1939 non esistevano ancora i farmaci particolari per combattere questa malattia che tutti temevano e che rappresentava una sfida per i medici, per i ricercatori, per i pazienti e le loro famiglie. Il signor Fleming non aveva ancora scoperto la penicillina. In questo scenario la signora Nicati ha lanciato l’idea di creare una Giornata del malato. Perché ? Perché si era accorta, seguendo i suoi pazienti, che gli ammalati non soffrivano soltanto del loro male, ma anche di un male incurabile che li rendeva ancora più sofferenti: la solitudine, un sentimento che diventava ancora più percettibile verso la fine dell’inverno, quando il calendario annunciava il ritorno della primavera, con i fiori, le api, i colori della natura, per farla breve tutte le promesse di vita e di gioia che sa suscitare quella stagione. Ed ecco la ragione per la quale la dottoressa Nicati ha avuto l’idea non solo di creare una giornata del malato, che è divenuta una delle più simpatiche tradizioni nazionali del nostro Paese, ma anche di fissarne la data: la prima domenica di marzo. Lanciata a Leysin nel 1939 l’idea fu subito ripresa in tutta la Svizzera nel 1943: ed ecco perché abbiamo celebrato il 50esimo anniversario nel 1993. Oggi siamo qui riuniti per l’inaugurazione, che seguirà fra pochi minuti, della targa commemorativa dedicata alla promotrice della Giornata del malato che ha consacrato tutta la sua vita agli ammalati di tubercolosi. Io sono tuttavia convinto che questa targa avrà anche un valore simbolico. Perché sappiamo che l’esempio della dottoressa Nicati è seguito giorno dopo giorno in tutte le regioni del nostro Paese da molti volontari, da persone generose che accanto al personale sanitario attivo nei vari istituti, nelle cliniche e negli ospedali si occupano degli ammalati. Se è giusto attribuire alla dottoressa Nicati il merito di aver fatto nascere la Giornata del malato, si deve però riconoscere, per un’informazione corretta, che l’importanza dell’iniziativa è stata riconosciuta anche nelle altre regioni linguistiche del Paese. Nella Svizzera tedesca un insegnante bernese, Paul Kopp, colpito personalmente dalla tubercolosi, ha pure consacrato una grande parte della sua vita alla Giornata del malato: nel 1978 l’Università di Berna gli ha conferito per i suoi grandi meriti il titolo di Dottore honoris causa della medicina. Ma anche la Svizzera italiana ha avuto una donna straordinaria con molti meriti in questo stesso settore: si tratta di Cora Carloni che fu una delle promotrici dell’Associazione delle Giornate del Malato della Svizzera italiana come pure l’indimenticata voce calda che ogni settimana si rivolgeva agli ammalati - con il nome di Sorella Cora che l’ha resa celebre - sulle onde della Radio della Svizzera italiana. Signore e Signori, scoprendo la tarda commemorativa dedicata alla Dottoressa Marthe Nicati rivolgiamo anche un pensiero alla maggioranza silenziosa delle persone che sanno confortare gli ammalati senza far rumore. Perché il rumore non fa bene e il bene, lo sappiamo, non fa assolutamente rumore.