Anello del Monte Libro Aperto

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Anello del Monte Libro Aperto
Anello del Monte Libro Aperto
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Abetone – Monte Maiori – Foce delle Verginette – Lago delle Risaie – Monte Lagoni – Monte
Rotondo – Monte Lancino – Monte Belvedere– Monte Maiori – Abetone
Data Escursione: 29 novembre 2011
Località: Alpe del Libro Aperto (Appennino Tosco-Emiliano)
Scala delle difficoltà: E (escursionistico)
Lunghezza del percorso: Km 21,123
Tempi di percorrenza: 5 h 20' ore
Dislivello stimato in salita: 560 m
Dislivello stimato in discesa: 554 m
Mezzi impiegati: propri
Punti di appoggio: Abetone, Area Attrezzata Ai piedi Di Monte Maiore, Sorgenti Rio Borgognoni.
Descrizione del percorso
Un bellissimo itinerario ad anello dall’Abetone 1388 metri s.l.m. al monte Libro Aperto latitudine:
44º 9' - longitudine: 10º 42, altitudine: 1937 metri s.l.m. (6355 ft.) Il Libro Aperto è senza alcun
dubbio la montagna più frequentata del comprensorio dell’Abetone, la sua ascesa non presenta
particolari difficoltà per cui è accessibile a tutti, è composto da due cime, il Monte Belvedere 1898
metri s.l.m. nel versante toscano e il Monte Rotondo 1936 metri s.l.m. in quello emiliano. Il nome
forse deriva dalla somiglianza, riscontrabile dal versante toscano, con un libro dalle ampie pagine
dischiuse sul dorso costituito dall’alto bacino idrografico del Rio Maggiore. Nel versante modenese
del Monte Rotondo, nella tarda primavera è possibile osservare la fioritura del rododendro, pianta
di origine alpina che dimora in questi luoghi dai tempi dell’ultima glaciazione. Durante tutto il
percorso è possibile osservare panorami fantastici specialmente dalla cima del monte Maiori e del
monte Belvedere ma, anche lungo tutto il crinale, per non parlare poi della cima del monte
Rotondo, dove si gode di un panorama unico a trecentosessanta gradi.
Questo, è un itinerario, consigliato a chi è abituato a percorrere tratti abbastanza esposti e, a
compiere lunghe camminate in montagna.
Dettagli percorso:
Abetone –→ Foce delle Verginette–→ sentiero C.A.I. 51 –→ Diff.: E
Foce delle Verginette –→ Monte Lagoni –→ sentiero C.A.I. 51 –→ Diff.: E
Monte Lagoni –→ Monte Rotondo –→sentiero G.E.A. 50 –→ Diff.: E
Monte Rotondo –→ Monte Lancino –→ sentiero G.E.A. 50/C.A.I. 066/075/076/ 061 –→ Diff.: E
Monte Lancino –→ Monte Belvedere –→sentiero C.A.I. 061 sentiero G.E.A. 50 –→ Diff.: E
Monte Belvedere –→ Abetone –→sentiero C.A.I. 061 sentiero G.E.A. 50 –→ Diff.: E
Come Arrivare
Per Raggiungere l’Abetone 1388 metri s.l.m. da Firenze prendere l’autostrada A11, uscire a
Pistoia, proseguire sul raccordo di Pistoia, uscire in direzione San Marcello/Abetone/Modena ,
continuare sulla SR 66, attraversare Cireglio, continuare in direzione di San Marcello, quindi
Abetone. Raggiunto l’Abetone si parcheggia l’auto in piazza delle Piamidi, dove ha inizio il nostro
trek.
L’Itinerario
Dall'ampio parcheggio nella piazza principale dell'Abetone 1388 m, si prosegue lungo la strada
asfaltata direzione passo dell’Abetone, superate le piramidi, si prende la strada che sale verso
destra in direzione delle località “Uccelliera”, "Trampolino" e "Reniccione"; dopo circa 50 metri
si svolta a destra procedendo fino alla sbarra metallica della Forestale. Superata la sbarra
proseguiamo sulla larga strada forestale che costeggia gli abeti di Monte Reniccione, che in
questo primo tratto è quasi prevalentemente pianeggiante. Seguiamo la strada per circa 40 minuti
inoltrandoci nella famosa foresta di Boscolungo, costituita per la maggior parte da abete bianco
(Abies alba), ma lungo la strada è facile osservare anche numerosi esemplari di abete rosso (Picea
abies). L’abete rosso si differenzia dall’abete bianco:
per gli aghi: nell'abete rosso hanno sezione quadrangolare, mentre nell'abete bianco sono
piatti;
per la corteccia: nell'abete rosso è più scura, rossastra, e si stacca in placche
rotondeggianti o irregolarmente rettangolari (di circa 1–2 cm);
per le pigne: nell'abete bianco sono erette, non cadono ma si sfaldano, mentre nell'abete
rosso sono pendule e cadono intere (si possono dunque osservare sul terreno);
per il portamento dei rami: nell'abete rosso (peccio) quelli principali sono orientati verso
l'alto e quelli secondari sono penduli, mentre l'abete bianco li ha esclusivamente orizzontali.
I maestosi alberi che osserviamo camminando lungo la strada sono popolati da varie specie di
uccelli, tra le quali la passera scopaiola, o il picchio rosso maggiore e, non è raro avvistare anche
il rampichino alpestre. Questo è uno dei boschi di conifere più antichi e affascinanti di tutto
l'Appennino settentrionale .fino a pervenire ad una sella quota 1475 dove si trova una bella fonte
costruita dal Corpo Forestale dello Stato siamo a 45 minuti dalla partenza. A questo punto
l'itinerario può procedere attraverso tre percorsi: i sentieri laterali all’area attrezzata
rappresentano due strade forestali e aggirano uno a destra e l'altro a sinistra il M. Maiori 1561
metri s.l.m., che procedono ambedue prevalentemente in piano, quello di sinistra si addentra nella
faggeta attraversandola, mentre quello di destra si addentra e attraversa un bosco bel di abete
bianco. Il percorso centrale invece oltrepassa il M. Maiori 1561 metri s.l.m. con un sentiero di
crinale che fa da confine amministrativo fra Toscana ed Emilia-Romagna. Tenendo la sinistra si
segue la strada forestale di recente costruzione che, si inoltra nella faggeta aggirando come si è
detto il monte Maiori 1561 metri s.l.m., il percorso sale il leggera pendenza ed è quasi
completamente pianeggiante, e una volta superata la faggeta ci conduce al passo delle Motte o
Foce delle Verginette 1502 metri s.l.m. a un 1h 30' dalla partenza. Quì anticamente transitava la
strada che da Rovereta, nel versante pistoiese, conduceva a Fiumalbo, nel versante modenese, la
costruzione sulla destra nota come Casa di Lapo nel periodo estivo fornisce un servizio di ristoro
con primi piatti e panini. Mantenendosi sulla strada forestale coincidente con il sentiero C.A.I.
n°495 direzione lago della Risaia, la strada sale inoltrandosi nuovamente nella faggeta, dopo
pochi minuti di cammino, sulla destra appena fuori dal sentiero incontriamo il Lago della Risaia. Il
lago della Risaia è una piccola pozza naturale quasi del tutto asciutta durante la stagione estiva,
ma, estremamente interessante perché ospita una gran parte delle piante lacustri presenti
nell’Appennino Pistoiese. Infatti, oltre a numerosi giunchi e carici, vi trova l’unica pianta
carnivora presente in queste zone la pinguicola (Pinguicula leptoceras). Sulla parete scoscesa
opposta all'ingresso del laghetto dimora
una piccola pianta estremamente primitiva la
Lycopodium clavatum. Tornando sul sentiero si riprende a salire all'interno degli ultimi lembi di
faggeta che si alternano a più o meno estese radure ricche di mirtillo (Vaccinium myrtillus); ci
troviamo nella cosiddetta "zona di lotta" dove individui di faggio stentati e ridotti in statura
segnano il passaggio al piano cacuminale, ossia alle zone di altitudine, prive di vegetazione. Il
sentiero inizia ora a salire deciso tenendo la destra orografica del Rio Borgognoni che, risaliamo
fino alla sorgente coincidente con un deposito dell’acqua. Superata la sorgente abbandoniamo il
sentiero C.A.I. n°495 e, tenendo la sinistra seguiamo una traccia ben marcata che, gira
decisamente a sinistra puntando verso il monte Lagoni, in poco tempo la traccia ci conduce sul
crinale, e quindi al sentiero di crinale ( sentiero C.A.I. n°447) che collega il Libro Aperto al
Cimone passando per il i Lagoni, che, seguiamo mantenendo la destra. Il sentiero segue per un
primo tratto il filo di cresta, poi si inerpica per un balzo abbastanza scosceso con una serie di
risalti rocciosi di primo e secondo grado, bisogna usare mani e piedi ma niente poi di
trascendentale, superato questo tratto il crinale torna ad essere pianeggiante fino ai piedi del
monte Rotondo, dove, in questo tratto si deve superare una placca di rocce attrezzato con una
catena, pochi metri che, con l’ausilio della catena risulta abbastanza facile da superare. Superate
le rocce il sentiero in poco tempo guadagna la vetta del Monte Rotondo 1936 metri s.l.m., è questa
la cima più alta del Libro Aperto, dalla quale si gode un vastissimo panorama a 360°. A questo
punto l’itinerario prosegue dritto sul sentiero C.A.I. n°447 che, in pochi minuti ci conduce ai piedi
del monte Rotondo (versante pistoiese) dove incrocia il sentiero G.E.A. 00 che prendiamo tenendo
la sinistra direzione Cervinara. In questo tratto il sentiero segue l’andamento del crinale e nei
punti più esposti si mantiene sul lato modenese dove il crinale è una prateria a mirtilli il forte
pendenza ma, non scosceso come dal lato toscano. Con una serie di saliscendi il sentiero ci
conduce dopo una ripida ascesa sulla vetta del monte Lancino 1704 metri s.l.m. La caratteristica
vetta appuntita è frequentemente sorvolata da alcuni rapaci quali il falco e la poiana Grande
uccello rapace con ampie ali arrotondate, coda larga e collo corto. Di colore marrone scuro, vola
tenendo le ali immobili, con le punte delle primarie rivolte verso l'alto e la coda ben dispiegata. La
vetta del monte Lancino è un ottimo punto panoramico, è possibile spaziare con lo sguardo fino a
scorgere il suggestivo panorama dell'Alta val di Lima e del versante modenese. A questo punto si
ripercorre a ritroso il sentiero G.E.A. 00, fino al crocevia con il sentiero C.A.I. n°447 che
ignoriamo continuando dritti sul sentiero G.E.A. 00 che scende in direzione Selletta del Libro
Aperto 1860 metri s.l.m. che, raggiungiamo in pochi minuti. La Selletta del Libro Aperto è ancora
oggi conosciuta nel versante pistoiese come Passo delle Mandrie, da qui transitavano le mandrie
dirette all’alpeggio sul Monte Mandria, nome con cui veniva identificato il Libro Aperto che
costituisce l’alto bacino imbrifero del Rio Maggiore. Il termine "imbrifero" deriva dalla parola
latina imber = pioggia e indica una zona che raccoglie le acque piovane che alimentano un fiume.
Dal Passo delle Mandrie in poco tempo guadagniamo la vetta del Monte Belvedere, che come dice
il nome ci permette di godere di una magnifica vista sull’Abetone. Il sentiero G.E.A. 00 procede
lungo il crinale, dove, ancor oggi, sono ben visibili i cippi di confine di pietra utilizzati nel
settecento per delimitare i confini tra il Granducato di Toscana e il Ducato di Modena. Il sentiero
G.E.A. 00 dopo, aver superato un tratto erboso, scende deciso nella brughiera a mirtilli, per
inoltrarsi poi in un rado bosco di faggi verso la Foce delle Verginette, dove mantenendolo
procediamo dritti fino a salire sulla cima del Monte Maiore 1564 metri s.l.m., rimboscata a
conifere (pini mughi), la bassa vegetazione ci permette di vedere una vasta area del crinale. In
poco tempo il sentiero ci conduce alla strada forestale ai piedi del Monte Maiore, che
ripercorriamo a ritroso fino alla piazza dell’Abetone.
Tempi di percorrenza
Abetone –→ Foce delle Verginette –→G.E.A. 00 –→ Difficoltà: E –→lungh: K m 2,283
Percorrenza: 1h 00' Dislivello in salita: 209 m Dislivello in discesa: 102m
Tratto su strada: Km 1,661
Punto di appoggio: Abetone, area attrezzata Sotto Monte Maiori
Foce delle Verginette –→ Monte Lagoni –→ G.E.A. 00 C.A.I. 495 –→ Difficoltà: E –→lungh: K m
3,247
Percorrenza: 2 h 05' Dislivello in salita: 478 m Dislivello in discesa: 0,0 m
Tratto su strada: Km 0,0
Punto di appoggio: Sorgenti Rio Borgognoni
Monte Lagoni –→ Monte Rotondo –→ C.A.I. 447 –→ Difficoltà: EE –→lungh: K m 2,442
Percorrenza: 0 h 55' Dislivello in salita: 132 m Dislivello in discesa: 221m
Tratto su strada: Km 0, 0
Punto di appoggio: nessuno
Monte Rotondo –→ Monte Lancino –→ G.E.A. 00 –→ Difficoltà: E –→lungh: K m 1,923
Percorrenza: 0 h 50' Dislivello in salita: 100 m Dislivello in discesa: 287m
Tratto su strada: Km 0,0
Monte lancino –→ Monte Belvedere –→G.E.A. 00 –→ Difficoltà: E –→lungh: Km 1,923
Percorrenza: 1 h 00' Dislivello in salita: 287 m Dislivello in discesa: 100 m
Tratto su strada: Km 0,0
Punto di appoggio: nessuno
Monte Belvedere –→ Abetone –→ G.E.A. 00 –→ Difficoltà: E –→lungh: K m 5,078
Percorrenza: 0 h 50' Dislivello in salita: 1500 m Dislivello in discesa: 459m
Tratto su strada: Km 1,661
Punto di appoggio: area attrezzata sotto monte Maiori, Abetone
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