Logica e Linguaggio - Citazioni dal II capitolo

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Logica e Linguaggio - Citazioni dal II capitolo
Logica e Linguaggio - Citazioni dal II capitolo
Domanda 1: Che cos’è linguaggio? -> Che cos’è l’uomo?
la logica è un interrogarsi, un discorrere, non una concezione determinata
La logica è la domanda sull’essenza del linguaggio; un compito di preparare una generazione costruita sul sapere
-> la scienza non è nella posizione di fare ciò
-> L’uomo è quel vivente che dispone del linguaggio.
Che cos’è linguaggio? <-> Che cos’è l’uomo?
spiegazione circolare, da non evadere!
È caratteristico del filosofare il movimento circolare, ‘che porta al non-fondamento'
impossibilità di localizzare un concetto astratto di uomo.
La domanda essenziale è la domanda preliminare:
NON che cosa sia l’uomo, bensì chi sia! La domanda sul che cosa concerne infatti l’uomo come cosa semplicemente
presente, presuppone che egli sia già, quando la nostra domanda è precisamente diretta ad indagare chi sia.
-> primo bagliore di riposta: “Io!” - “Noi!"
R preliminare: l’uomo è un se-stesso.
“Quando l’interrogante chiede chi sia l’uomo come se-stesso diviene egli stesso il cercato. Dunque la domanda non suona
“che cos’è l’uomo", né “chi è l’uomo?”, ma “chi siamo noi stessi?”.” p.54
interrogarsi sul che cos’è è porre la domanda nella direzione sbagliata
“Per l’intero cammino restiamo esposti alla domanda “chi siamo?”, e quanto più questa domanda è posta in modo veritativo,
tanto più ogni ulteriore domanda si ripercuote insistentemente su noi stessi. Di conseguenza, non facciamo alcun progresso,
ma nel movimento circolare ci avviciniamo sempre di più e con maggior nettezza a noi stessi.” (p.56)
L’IO - DETERMINATO DAL SE-STESSO, NON VICEVERSA.
seguendo Cartesio e Kant, “ognuno di noi è un se stesso perchè è un io.” -> se-stesso = io stesso
NO! asserzione scorretta
Ognuno di noi è certamente un io-stesso, ma ognuno di noi è anche formalmente un te-stesso (quando parliamo a noi
stessi!)
“Il se-stesso non è una determinazione distintiva dell’io. Tale è stato l’errore fondamentale del pensiero moderno.”
Il carattere del se-stesso appartiene ugualmente anche al tu, al noi e al voi.
“Il carattere dell’ipseità non è una determinazione distintiva dell’io, ma l’uomo è ogni volta io e tu, noi e voi, e nel contempo
originariamente se stesso."
-> "La domanda essenziale sull’uomo ha connesso nella domanda in modo peculiare l’interrogante con l’interrogato.”
IL VOI E IL NOI NON SONO DECISI DA NUMERI, BENSÌ DAL CARATTERE DEL SE-STESSO
se-stesso oltre e prima di ogni io, tu, noi, voi.
il voi e il noi non sono mera pluralità
Poichè le definizioni non possono servire per l’uomo, non possiamo assumere che il se-stesso sia un genere per l’io, il tu, il
noi e il voi.
La domanda “chi siamo noi stessi?” ci forza andare oltre alla ricerca di un concetto di io, della soggettività, generalizzabile a
tutti gli uomini
-> bisogna andare verso la domanda “chi sono io, me stesso?”, una domanda estremamente unilaterale, che per questo non
può competere alla ricerca scientifica, ma a quella filosofica
La perdita del se-stesso (la domanda sul se-stesso è una domanda di fronte alla quale molti indietreggiano) è la ragione della
difficoltà del reale interrogarsi sul se stesso.
È attuale il tempo del noi
-> liberalismo = tempo dell'io
BUT
è possibile trovare il proprio se-stesso tanto per la strada dell’io, quanto per la strada del noi
-> “In gran parte, il tratto decisivo nella comunità non è ottenuto nella comunità e a partire da essa, ma a partire dalla forza
controllata di un singolo nella sua solitudine” p.82 (Fūhrer)
Tanto accettare la domanda “chi siamo noi stessi?” quanto ignorarla segna una presa di decisione su noi stessi.
Persino dall’alienazione da se-stessi si ricava un concetto del se-stesso (spostato, deviato rispetto al corso della
determinazione = riflessione e guardarsi attorno per cercare il se-stesso)
"Anche nella perdita del se-stesso, l’uomo rimane presso di sè e presso la propria essenza, solo che adesso è caduto nella
non-essenza della propria essenza.” p-81
la semplice constatazione ristretta ad un attimo, un accadimento, risponde alla domanda:
il nostro se-stesso, l’essere noi stessi ci riconduce al nostro popolo
-> cammino di scoperta 'che muove dall’attimo'
“Nella misura in cui il singolo vuole essere se stesso, proprio allora è spinto fuori di sé nell’appartenenza condivisa cui egli si
dispone con la decisione” p.86
-> il noi è qualcosa che ha carattere di (e dipende dalla qualità della) decisione
L’appartenenza ad un popolo non è frutto di una decisione (discendenza)
Che cos’è un popolo?
1. Il popolo come corpo
la popolazione costituisce il corpo del popolo (censimento) - concetto di razza
2. Il popolo come anima
tradizione - parte circoscritta della popolazione
3. Il popolo come spirito
“Il popolo è qualcosa di storico"
-> Il
popolo è inteso come uomo in grande
concetti come ‘popolo’ e ‘Stato’ non possono essere definiti, ma devono essere intesi come storici, come appartenenti ad un
essere di volta in volta storico
che cos’è un popolo? -> chi è un popolo? -> “chi è questo popolo?” -> DECISIONE
La decisione si caratterizza momento per momento
non è qualcosa cui ci si può sottrarre, sia che vi si rimanga indifferenti, sia che vi si sia coinvolti
la decisione trasforma colui che decide da quel momento in avanti
Il dissolversi in discipline è la fine dell'Università
e la cosa peggiore è voler celare la dissoluzione dell’Università
“Siamo aperti-decidenti a qualcosa - questo indica che ciò al quale siamo aperti-decidenti ci sta stabilmente davanti
determinando tutto il nostro essere; l’apertura decidente non ci tiene occupati occasionalmente, ma da al nostro essere
un’impronta e una consistenza ben determinate” p.111-112
-> Nell’apertura-decidente, l’uomo è anzi rinviato all’accadere futuro.
-> L’apertura-decidente ha la sua consistenza in se stessa, cosicché non mi è mai richiesto di ripetere la decisione.