Scuola, compiti a casa per lunedì: sì o no?
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Scuola, compiti a casa per lunedì: sì o no?
Scuola, compiti a casa per lunedì: sì o no? Una circolare del '69 vieta di far studiare nei fine settimana. Ma i docenti sono divisi. Perché il lavoro serve ai ragazzi. di Gabriele Perrone Avere il fine settimana libero, senza compiti durante il weekend, è un sogno per tutti gli studenti. O, forse, dovrebbe essere un diritto. LA CIRCOLARE DEL MINISTERO. Esiste infatti un'antichissima circolare ministeriale riportata a galla dal sito Skuola.net - che impone agli insegnanti di non dare compiti da svolgere sabato o domenica: si tratta della numero 177 del 14 maggio 1969, che non è mai stata abrogata. Recita: «Questo ministero è venuto nella determinazione di disporre che agli alunni delle scuole elementari e secondarie di ogni grado e tipo non vengano assegnati compiti scolastici da svolgere o preparare a casa per il giorno successivo a quello festivo, di guisa che nel predetto giorno non abbiano luogo, in linea di massima, interrogazioni degli alunni, almeno che non si tratti, ovviamente, di materia, il cui orario cada soltanto in detto giorno». UN PRODOTTO DEL '68. All'epoca, l'obiettivo della circolare era permettere agli studenti di svolgere altre attività importanti per la loro formazione (dallo sport alle visite ai musei) e passare un po' di tempo con la famiglia. Un'impostazione che risente del tempo passato. E, come ha sottolineato a Lettera43.it Gianluigi Dotti, responsabile del centro studi dell'associazione Gilda degli Insegnanti, si tratta di una «drastica forzatura, frutto di un periodo storico particolare», quello della contestazione studentesca. NORMA SUPERATA NEI FATTI. Interpellato, il ministero ha infatti puntualizzato con Lettera43.it che «la circolare del 1969 è stata superata di fatto dal testo unico sulla scuola del 1994 e dalla legge sull'autonomia scolastica del 1999» che lascia ai docenti la libertà di organizzare il lavoro. Insomma, si mettano il cuore in pace gli studenti. Eppure, sorprendentemente, sono proprio alcuni insegnanti a schierarsi a favore del fine settimana senza compiti. NECESSARIO IL RIPOSO COGNITIVO. A partire da Francesco Greco, presidente dell'Associazione nazionale docenti (And), secondo cui è «sacrosanto» il diritto al «giusto riposo» degli studenti nel fine settimana. E non si tratta di pigrizia o di rivendicazioni sessantottine: «Solo così possono metabolizzare quello che apprendono a scuola, arrivando più freschi al lunedì», ha spiegato a Lettera43.it. Tanto che addirittura «si potrebbe parlare di una diversa organizzazione delle lezioni, con meno ore sui banchi e più pause che permettano un recupero fisico e cognitivo da parte degli alunni», ha concluso. FLC CGIL: «TEMA SURREALE». Ma non tutti sono così ben disposti. Mimmo Pantaleo, segretario nazionale della Federazione Lavoratori della Conoscenza (Flc Cgil), ha definito invece la discussione «surreale». L'utilità dei compiti durante il weekend è subordinato a fattori più importanti: «Il primo è il tipo di scuola, che deve garantire una qualità adeguata, tale da supportare gli studenti e far recuperare chi resta indietro». L'altro, secondo Pantaleo, è «l'apprendimento dei ragazzi». Insomma: magari qualcuno potrebbe anche stare con le braccia incrociate nel week end, ma non si può farne una questione di carattere generale e valida per tutti: dipende dai singoli. SERVE A PREPARARSI AL FUTURO. C'è poi chi la vede dal punto di vista dello sviluppo futuro dello studente. Dare i compiti anche per il lunedì è utile «per una corretta autoprogrammazione dello studente, che gli servirà anche nel mondo del lavoro», ha concluso Dotti. Come dire, per non soffrire un domani, meglio non essere abituati troppo bene. Mercoledì, 22 Gennaio 2014