Lussazione rotula

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Lussazione rotula
CINOLOGIA
Rivista tecnica trimestrale
di allevamento canino
Editore: SCIVAC
Palazzo Trecchi
26100 Cremona
Telefono (0372) 460440
Telefax (0372) 457091
Anno 9, numero 1,
marzo 1998
Iscrizione Registro Stampa
del Tribunale di Cremona
n. 247 del 7.9.90
Direttore:
Antonio Manfredi
Coordinamento redazionale:
Aldo Vezzoni
Alessandro Ciorba
Ai testi di questo numero
hanno collaborato:
L. Brunnberg
A. Ciorba
M. Floris
H.A.W. Hazewinkel
S. Kaiser
G. Lubas
P.V. Molinario
M. Pasinato
A. Pasquini
A. Vezzoni
H. Waibl
Coordinamento editoriale:
Angelo Franceschini
Stampa:
Press Point
Via Cagnola 35 - Abbiategrasso (MI)
Tel. (02) 9462323 - Fax (02) 94969304
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Per chiunque altro volesse ricevere la
rivista, il costo è di Lire 60.000 quale
contributo per le spese di spedizione
per i quattro numeri dell’anno.
SOMMARIO
EDITORIALE .......................................................................pag.
5
A. Ciorba
ATTUALITÀ
Per conoscere meglio le razze canine meno diffuse:
lo Spitz Giapponese ........................................................pag. 7-9
M. Pasinato
La lussazione congenita della rotula:
nuovi parametri diagnostici ........................................pag. 11-18
S. Kaiser, H. Waibl, Leo Brunnberg
DENTRO L’ADDESTRAMENTO E L’ALLENAMENTO
Il rapporto tra conduttore e cane:
sintonia e sinergia.............................................................pag. 19-20
P.V. Molinario
Principi generali di allenamento
del cane da lavoro .......................................................pag. 21-23
M. Floris
DENTRO L’ALLEVAMENTO
Principi di selezione dei riproduttori, linee di sangue,
ereditabilità: cosa è e cosa non è trasmissibile ...........pag. 25-32
G. Lubas, A. Pasquini
DENTRO LA SALUTE
Alimentazione del cane da lavoro...............................pag. 33-36
A. Ciorba
Tavola rotonda sui problemi scheletrici nel cane in
accrescimento ed il ruolo svolto dalla nutrizione .......pag. 37-46
H.A.W. Hazewinkel
NOTIZIE E CURIOSITÀ
a cura della Redazione ................................................pag. 49-50
L’“angolo del quadricipite” rilevato con esame radiografico
e tomografia a risonanza magnetica: un parametro per valutare
obiettivamente le anomalie ossee e dei tessuti molli associate
a lussazione congenita della rotula
Stephan Kaiser1, Helmut Waibl2, Leo Brunnberg1
Tratto da: Kleintierpraxis 42, Heft 12 (1997) 953-964
Riassunto
Nel cane, le varie anomalie che colpiscono ossa e tessuti molli dell’arto posteriore in caso di lussazione congenita della rotula fanno sì che le contrazioni del muscolo
quadricipite femorale si esercitino lungo una direttrice
non perfettamente normale; lo scostamento di tale contrazione rispetto all’andamento normalmente seguito può
essere valutato obiettivamente grazie al cosiddetto “angolo del quadricipite femorale” (o angolo Q) mediante
esame radiografico del treno posteriore. La tomografia
con risonanza magnetica serve per verificare l’esattezza
dei dati ottenuti con l’esame radiografico. Nel cane in
normali condizioni ortopediche l’angolo Q con zampa
posteriore in estensione è pari, in media, ad un angolo di
10° in direzione mediale. Qualunque deviazione di asse o
instabilità rotatoria della parte comporterà un ampliamento dell’angolo Q e, quindi, un incremento delle forze
che tendono a fare lussare la patella. Questa tecnica analitica, sempre associata alla visita clinica del paziente,
può fornire utili indicazioni per formulare la diagnosi
definitiva e per stabilire prognosi e terapia del disturbo.
INTRODUZIONE E RICHIAMI DI BASE
La lussazione della rotula è, in assoluto, il difetto congenito più frequentemente osservato nel cane; colpisce,
in particolare, i soggetti di piccola taglia e costituisce un
serio problema per chi si interessa di allevamento e
riproduzione del cane (Priester, 1972).
In genere è molto facile, giungere alla diagnosi clinica di
lussazione patellare, ma quando si tratta di stimare tipo e
gravità delle lesioni correlate, sovente è indispensabile
1
Klinik und Poliklinik für kleine Haustiere and der Freien Universität
Berlin (Prof. Dr. L. Brunnberg), Oertzenweg 19b, D-14163 Berlin.
2
Anatomisches Institut der Tierärztlichen Hochschule Hannover
(Prof. Dr. H. Waibl), Bischofsholer Damm 15/122, D-30173
Hannover.
valutare ogni paziente singolarmente, poiché sino ad ora
non si era ancora individuato un parametro obiettivo, valido per tutti i cani, mediante il quale valutare le varie lesioni
ad ossa e tessuti molli circostanti. Ai fini della terapia del
difetto, della prognosi e dell’idoneità o meno dell’animale
alla riproduzione, sarebbe estremamente importante
disporre di un criterio diagnostico davvero predittivo.
In questa ricerca si è cercato di individuare (con
l’ausilio dell’esame radiografico) un parametro oggettivo riproducibile che potesse essere, appunto, adottato
come criterio diagnostico della lussazione della rotula
mentre la tomografia a risonanza magnetica è servita
come sistema di verifica dell’oggettività del parametro
radiografico. Le singole misurazioni effettuate sono
state messe in relazione con il grado di instabilità della
rotula (classificato da 0 a 4 secondo lo schema clinico
classico) e si è provveduto a valutare statisticamente la
significatività di tali correlazioni.
Quando l’animale cammina, la rotula è costretta a muoversi esclusivamente all’interno della troclea femorale perché è tenuta costantemente in situ dai bordi esterni della
troclea stessa e dall’apparato di ritenzione patellare, costituito dalle cartilagini alari (quella soprapatellare e le due
parapatellari, mediale e laterale), dalla fascia connettivale
del ginocchio nonché dai muscoli che si inseriscono
sull’articolazione del ginocchio (Hulse, 1981).
Nel gruppo dei muscoli estensori del ginocchio, il quadricipite femorale è senza dubbio, il più potente (Fig. 1).
Esso è formato da quattro distinti ventri muscolari, di cui
tre (il m. vasto laterale, il vasto intermedio e quello mediale) si inseriscono dorsalmente sull’epifisi prossimale del
femore mentre il quarto, il m. retto femorale, si inserisce
prossimalmente sull’area di inserzione iliaca dei muscoli
retti. I quattro ventri muscolari agiscono in sinergia, determinando l’estensione della tibia rispetto al femore.
Nella conformazione anatomica normale della parte, il
quadricipite femorale, che distalmente si continua col
legamento rotuleo passando sopra la troclea femorale, si
contrae seguendo una direzione parallela all’asse maggiore del femore (Kodituwakku, 1962; Hulse, 1981;
Olmstead, 1981; Roush, 1993).
11
ATTUALITÀ
La lussazione congenita
della rotula: nuovi parametri diagnostici
Attualità ________________________________________________________________________________________
Valgismo del coxale
Ampliamento dell’angolo di
antetorsione del femore
M. retto del femore
Dislocazione laterale
del m. quadricipite femorale
M. vasto laterale
Vasto intermedio
Rotazione verso l’interno
del femore
Vasto mediale
Ipoplasia del m. vasto mediale
Cartilagine alare
soprarotulea
Valgismo del ginocchio
Cartilagini alari pararotulee
mediale e laterale
Legamento rotuleo
Rotula
Tuberosità della tibia
Ipoplasia della troclea femorale
Displasia dei condili femorali
Deviazione della tuberosità della tibia
Rotazione verso l’esterno della tibia
Figura 1 - I muscoli estensori del ginocchio e le cartilagini alari
della rotula, nel cane.
Anomalie ossee e dei tessuti molli
nella lussazione congenita della rotula
La gravità delle lesioni ossee e dei tessuti molli che
possono insorgere in presenza di una lussazione congenita della rotula è condizionata dall’entità e dalla durata
di quest’ultima (Brinker et al. 1990; Roush, 1993). Se la
rotula tende a lussarsi lateralmente le anomalie che
possono interessare segmenti ossei e tessuti molli circostanti sono le seguenti (Fig. 2):
- collo del femore: ampliamento dell’angolo formato
da centro della testa del femore, collo e diafisi (il
cosiddetto valgismo del coxale o coxa valga) ed un
angolo di antetorsione più marcato (ossia, il disporsi del collo femorale in una posizione più craniale).
La rotazione del femore verso l’interno, quella della
tibia verso l’esterno e la displasia dei condili femorali determinano, col tempo, l’insorgenza di un valgismo dei ginocchi.
Nella maggior parte dei casi (circa il 90%), però, la
lussazione congenita della rotula è diretta medialmente.
In questo caso le anomalie ossee che si riscontrano
sono, in linea generale, esattamente opposte a quelle
descritte sopra (Fig. 3): a livello di collo del femore
l’angolo formato da centro della testa femorale, collo e
diafisi dell’osso risulta più piccolo del normale e ciò
determina un varismo del coxale. Anche in questo tipo
di lussazione il collo del femore può manifestare
un’antetorsione che, secondo alcuni AA., costituisce
un’ulteriore causa di anomalie (Putnam, 1968;
Campbell e Pond, 1972). La curvatura in direzione laterale dei femori e la rotazione verso l’esterno della loro
metà distale, insieme alla displasia dei condili femorali
ed alla rotazione verso l’interno della tibia inducono un
varismo dei ginocchi. Questo, unito all’instabilità di
rotazione di tutta l’articolazione del ginocchio fa sì che
il m. quadricipite femorale, quando si contrae, tenda a
spostarsi medialmente.
12
Figura 2 - Anomalie dei segmenti ossei e dei tessuti molli in
caso di una lussazione congenita della rotula in senso laterale.
Varismo del coxale
Angolo di antetorsione
del femore modificato
Dislocazione mediale
del m. quadricipite femorale
Curvatura laterale e rotazione
verso l’esterno del femore
Varismo del ginocchio
Instabilità rotatoria del ginocchio
Ipoplasia della troclea femorale
Displasia dei condili femorali
Deviazione della tuberosità della tibia
Rotazione verso l’interno della tibia
Figura 3 - Anomalie dei segmenti ossei e dei tessuti molli in
caso di una lussazione congenita della rotula in senso mediale.
Direzione anomala di contrazione
del m. quadricipite femorale
Le più o meno marcate anomalie di conformazione
anatomica e di posizionamento delle varie parti del bacino fanno sì che il quadricipite femorale, quando si contrae, tenda a spostarsi di lato rispetto a quanto avviene
normalmente. La trazione che il muscolo esercita sul suo
tendine distale segue, ovviamente, la via più diretta per
cui la rotula viene comunque sublussata o lussata di lato.
Angolo del quadricipite (angolo Q)
Con esame radiografico abbiamo studiato il grado di
spostamento, in direzione laterale o mediale, del m. quadri-
________________________________________________________________________________________ Attualità
Area di inserzione
del muscolo retto
del femore
Area di inserzione del
muscolo retto del femore
Centro della
troclea femorale
Tuberosità della tibia
Centro della
troclea femorale
Angolo Q
laterale
Tuberosità della tibia
Angolo Q virtuale
Figura 4 - Per delimitare l’angolo Q su un arto posteriore esteso si considerano la retta che passa per il m. retto del femore
(linea blu) e quella che coincide con il legamento rotuleo (linea
rosa). In condizioni ortopediche normali l’angolo Q formato
dalle due rette è molto ridotto (“angolo Q virtuale”).
cipite femorale durante la contrazione in un gruppo di
pazienti affetti da casi di lussazione congenita della
rotula di differente gravità. Per effettuare queste misurazioni, quindi, abbiamo preso in considerazione un particolare angolo che abbiamo definito “angolo del quadricipite” o “angolo Q”.
Su arto posteriore esteso, le rette che delimitano questo angolo Q sono rappresentate dal ventre muscolare
del m. retto del femore (Fig. 4, linea blu) e dal legamento rotuleo (linea rosa). In condizioni fisiologiche, quando il quadricipite femorale si contrae la retta che indica
la direzione di contrazione va dall’area di inserzione dei
muscoli retti del bacino al centro della faccia craniale
della rotula e, rispettivamente, al centro della troclea
femorale. La linea formata dal legamento rotuleo va dal
centro della rotula (e, quindi, della troclea femorale)
all’inserzione di quello sulla tuberosità della tibia.
La deviazione in senso laterale della linea formata dal
legamento rotuleo rispetto alla retta lungo la quale si
contrae il quadricipite femorale determina l’ampiezza
dell’angolo Q. In condizioni di normalità le due linee
sono molto ravvicinate, per cui l’angolo Q è estremamente ridotto (un angolo praticamente virtuale).
Se la rotula si lussa in direzione laterale, anche la
retta di contrazione del quadricipite femorale si sposta
lateralmente, per cui l’angolo Q si allarga in quella direzione (Fig. 5). Viceversa, le anomalie che si instaurano
in caso di lussazione mediale della rotula fanno sì che
ad ogni contrazione del quadricipite la rotula si sposti
medialmente e ciò induce un ampliamento dell’angolo
Q in quella stessa direzione (Fig. 6).
Figura 5 - Le deformazioni osse e dei tessuti molli che insorgono nella lussazione patellare congenita laterale fanno sì
che la tensione contrattile del quadricipite femorale tenda
anch’essa a spostarsi di lato. L’angolo Q laterale accentua la
trazione in senso laterale che si esercita sulla rotula.
Area di inserzione del
muscolo retto del femore
Centro della
troclea femorale
Tuberosità della tibia
Angolo Q
mediale
Figura 6 - Le deformazioni osse e dei tessuti molli che insorgono nella lussazione patellare congenita mediale fanno sì
che la contrazione prodotta dal quadricipite femorale sia
deviata in direzione mediale. L’angolo Q mediale accentua la
trazione in quella direzione che si esercita sulla rotula.
MATERIALI E METODI
Le nostre indagini hanno riguardato 42 cani di razza
ed età differenti.
Ciascun paziente è stato visitato facendolo camminare, restando fermo in stazione eretta e poi accovacciata e
la lussazione è stata poi classificata clinicamente in base
al consueto schema, così come modificato da Singelton
(1969) (Tab. 1).
13
Attualità ________________________________________________________________________________________
Tabella 1
Classificazione clinica dei vari gradi di lussazione della rotula, secondo modifiche apportate da Singelton (1969)
I grado
II grado
III grado
IV grado
Frequente
Continua per alcuni
periodi di tempo
Continua in permanenza
Spontanea
Attuabile
manualmente
Attuabile
manualmente
Non attuabile
< 15°
< 30°
30° - 60°
> 60°
Nessuna deviazione
Deviazione di
grado lieve
Deviazione di media
entità
Deviazione molto
accentuata
Tendenza alla lussazione Occasionale
Riposizione
Instabilità di rotazione
Deviazione dall’asse
normale
Figura 7 - Immagini radiografiche, a) del bacino in proiezione ventro-dorsale nella posizione I per la displasia
dell’anca; b) femore in proiezione latero-laterale con flessione di 90° del ginocchio; c) troclea femorale
ripresa tangenzialmente con una flessione di 130° dell’articolazione del ginocchio.
Previa sedazione, l’animale veniva poi sottoposto
ad esame radiografico nelle seguenti proiezioni (Fig.
7):
1) bacino in proiezione ventro-dorsale nella posizione
I per la displasia dell’anca,
2) femore in proiezione latero-laterale con articolazione del ginocchio flessa a 90°,
3) troclea femorale in proiezione tangenziale, con
ginocchio in estensione con angolo flessorio di
130°.
Per calcolare l’angolo Q radiografico, sulla radiografia in proiezione ventro-dorsale di ambedue gli arti
posteriori si individuavano questi 3 punti di calibrazione
(Fig. 8):
a) area di inserzione iliaca dei mm. retti del femore,
b) punto centrale della troclea femorale,
c) inserzione del legamento rotuleo sulla tuberosità
della tibia.
14
La retta che individua il movimento di contrazione del
m. retto del femore è definita da una linea che congiunge i punti a) e b), mentre quella del legamento rotuleo
va dal centro della troclea femorale alla tuberosità tibiale, passando per l’inserzione del legamento stesso sulla
tuberosità. Nelle Figure 9 e 10 sono riportati due esempi
di angoli Q in due cani affetti rispettivamente da una
lussazione congenita della rotula laterale uno e mediale
l’altro.
La tomografia a risonanza magnetica è servita come
criterio di verifica delle misurazioni angolari effettuate
mediante l’esame radiografico. Per l’occasione, ci siamo
valsi del tomografo Magneton Vision Siemens con
intensità di campo magnetico ad 1,5 Tesla disponibile
presso la Clinica universitaria Benjamin Franklin di
Berlino.
I cani, messi in narcosi, venivano posizionati sotto il
tomografo con gli arti posteriori in estensione. Poiché la
________________________________________________________________________________________ Attualità
Figura 8 - La retta che individua la direzione secondo cui si contrae il m. retto del femore (linea bianca) va dall’area di inserzione
iliaca dei muscoli retti femorali al centro della troclea del femore.
Quella che individua il legamento rotuleo (linea rossa) va dal centro della troclea femorale all’inserzione del legamento stesso
sulla cresta tibiale. L’ampiezza dell’angolo Q è determinata dallo
scostamento laterale della retta del legamento rotuleo rispetto a
quella del m. retto del femore.
Area di inserzione del
muscolo retto del femore
Area di inserzione del
muscolo retto del femore
Centro della
troclea femorale
Tuberosità della tibia
Angolo Q virtuale
FIGURA 8
Centro della
troclea femorale
Tuberosità della tibia
Area di inserzione del
muscolo retto del femore
Angolo Q mediale
Figura 10 - Immagine radiografica dell’angolo Q calcolato con
esame radiografico in un caso di lussazione patellare congenita mediale.
Centro della
troclea femorale
Tuberosità della tibia
Angolo Q laterale
Figura 9 - Immagine radiografica dell’angolo Q calcolato con
esame radiografico in un caso di lussazione patellare congenita laterale.
tomografia a risonanza magnetica ha, rispetto all’esame
radiografico, il vantaggio di produrre sezioni trasversali
degli arti fornendo anche un’immagine dei tessuti molli,
è stato semplice individuare i punti di repere da utilizzare per calcolare l’angolo Q secondo questa specifica
metodica (angolo MR-Q). Per valutare quest’angolo si
sovrappone all’immagine una rete millimetrata grazie
alla quale si possono valutare con precisione le coordinate spaziali dei seguenti punti:
a) area di inserzione iliaca dei mm. retti del femore
(Fig.11),
b) il punto più profondo della troclea femorale
(Fig.12),
c) l’inserzione del legamento rotuleo sulla tuberosità
della tibia (Fig. 13).
15
Attualità ________________________________________________________________________________________
Figura 11 - Sezione trasversale della coscia ottenuta con
tomografia a risonanza magnetica all’altezza dell’area di
inserzione iliaca dei muscoli retti del femore: 1, osso iliaco; 2,
m. retto; 3, m. gluteo superficiale; 4, m. gluteo medio; 5, m.
gluteo profondo; 6, m. retto del femore; 7, m. ileopsoas; 8,
area di inserzione dei muscoli retti; 9, arteria e vena femorali;
10, arteria e vena glutea caudali.
Figura 13 - Sezione assiale ottenuta con tomografia a risonanza magnetica eseguita all’altezza della tuberosità della
tibia: 1, inserzione del legamento rotuleo sulla tuberosità
tibiale; 2, tibia; 3, fibula; 4, arteria e vena craniali.
Totale arti posteriori: 84
Rottura del legamento crociato: 6
Sani: 45 Ammalati: 39
Lussazione laterale della rotula: 3
Lussazione mediale della rotula: 30
di I grado: 8
di II grado: 11
di III grado: 11
di IV grado: 0
Figura 14 - Risultati delle visite cliniche condotte sui 42 cani in
esame con classificazione dei singoli casi di lussazione congenita della rotula in direzione mediale.
Figura 12 - Sezione assiale ottenuta con tomografia a risonanza magnetica eseguita all’altezza della troclea femorale: 1,
rotula; 2, legamento femoro-rotuleo mediale; 3, legamento
femoro-rotuleo laterale; 4, troclea femorale; 5, ossa sesamoidi del muscolo gastrocnemio; 6, m. sartorio; 9, m. semimbranoso; 10, m. gracile; 12, m. adduttore caudale della gamba;
13, m. bicipite femorale; 14, mm. gastrocnemio e flessore
superficiale delle dita; 15, arteria e vena poplitee.
RISULTATI
Su un totale di 84 articolazioni esaminate, per 45 di
esse non si è evidenziata alcuna particolare instabilità né
del ginocchio in toto né della rotula (gruppo dei ginocchi “sani”). In altri 33 casi si è potuto individuare, invece, una tendenza della rotula a lussarsi, in direzione
16
mediale per 30 ginocchi e laterale per i restanti 3 (Fig.
14). Visto il ridottissimo numero di casi di lussazione
laterale (solo 3) questi ultimi non sono stati presi in considerazione nella valutazione statistica dei risultati complessivi. In altre 6 articolazioni, infine, si è accertata una
rottura del legamento crociato anteriore non associata ad
alcun segno di lussazione patellare.
Come si può osservare dai valori riportati nelle
Tabelle 2 e 3, col progressivo accentuarsi della gravità
clinica della lussazione aumentano anche le ampiezze
medie, minime e massime dell’angolo Q, sia misurate
con esame radiografico sia determinate mediante tomografia a risonanza magnetica. Nel gruppo dei cani esenti
da lussazione della rotula, i valori medi dell’angolo Q
sono risultati pari a 10,7° con esame radiografico e,
rispettivamente, a 10,5° con tomografia a risonanza;
inoltre, il 90% dei cani compresi in questo gruppo presentava un angolo Q radiografico ed uno da tomografia
________________________________________________________________________________________ Attualità
Tabella 2
Dati statistici (in gradi angolari) dell’angolo Q calcolato mediante esame radiografico in cani affetti
da lussazione congenita mediale della rotula e, rispettivamente, da rottura del legamento crociato
messi a confronto con i valori propri di un soggetto sano (vedi testo)
Media
Mediana
Valore massimo
Valore minimo
Deviazione standard
Sano
I grado
II grado
III grado
Rottura legamento crociato
10,7°
10,0°
26,0°
0,0
4,9
17,1°
18,0°
30,0°
9,0°
6,6
22,6°
22,0°
32,0°
11,0°
6,2
27,9°
27,0°
35,0°
20,0°
5,5
18,3°
19,0°
31,0°
4,0°
8,6
Tabella 3
Dati statistici (in gradi angolari) dell’angolo Q calcolato con tomografia a risonanza magnetica
in cani affetti da lussazione congenita mediale della rotula e, rispettivamente,
da rottura del legamento crociato messi a confronto con i valori propri di un soggetto sano (vedi testo)
Media
Mediana
Valore massimo
Valore minimo
Deviazione standard
Sano
I grado
II grado
III grado
Rottura legamento crociato
10,5°
10,9°
24,9°
-2°
5,6
12,2°
10,1°
28,8°
2°
8,5
24,3°
20,6°
44,6°
7,7°
10,9
36,6°
38,1°
51,4°
15,6°
8,6
19,3°
19,2°
34,7°
3,9°
10,1
a risonanza inferiori ai 17°. Per confronto, nel gruppo
dei pazienti con lussazione patellare di grado I, il 50%
dei ginocchi presentava un angolo Q radiografico inferiore a 18° e sotto questa stessa ampiezza angolare era
ancora attestato il 25% dei pazienti affetti da una lussazione di grado II. Passando, invece, ai cani con una lussazione grave (di III grado), in più del 95% di essi il
valore angolare Q determinato con esame radiografico
era superiore a 20°. I valori mediani, pari a 10° nel
gruppo dei soggetti “sani”, risultano più che raddoppiati
(22°) in quello dei cani con lussazione di grado II.
L’ampiezza dell’angolo Q determinato con tomografia a
risonanza magnetica è risultata inferiore a 16,5° nel
75% dei classificati come lussazioni di grado I, là dove
al di sotto di questa grandezza angolare rientra soltanto
il 25% dei pazienti con lussazione patellare di grado II
ed appena il 5% dei soggetti con una lussazione di
grado III. La mediana dei valori angolari di Q calcolati
con tomografia a risonanza, pari a 10,1° nel gruppo con
instabilità rotulea di grado I, raddoppia allorché si considera il gruppo con lussazioni di grado II (20,6°).
Per quanto riguarda i casi di rottura del legamento
crociato, si sono stimati angoli Q pari, in media, a 18,3°
con esame radiografico e a 19,3° con tomografia a risonanza magnetica.
I cani non interessati da lussazione patellare hanno
fatto segnare ampiezze angolari di Q statisticamente
molto inferiori ai corrispettivi valori registrati nei soggetti con forme di lussazione di gravità più elevata (II e
III grado) con entrambi i sistemi di misurazione adottati. Al contrario, tra i primi ed i cani affetti da lussazione
di I grado o da rottura del legamento crociato anteriore
non si è potuto evidenziare alcuna differenza statisticamente significativa per quanto riguarda l’angolo Q.
Parimenti, non si sono apprezzate differenze statisticamente significative di valori angolari tra animali che
appartenevano a gruppi di studio adiacenti (es., nessuna
differenza tra i cani affetti da lussazione rotulea di I
grado e quelli con lussazione di II, ecc.).
DISCUSSIONE
Le anomalie ossee e dei tessuti molli che interessano
il treno posteriore possono essere di gravità variabile ed
interessare localizzazioni molto diverse, ma tutte causano una deviazione anomala del m. quadricipite femorale
allorché questo si contrae. Lo scostamento della linea
anomala di contrazione rispetto a quella fisiologica può
essere valutato, nel cane, calcolando il cosiddetto angolo Q mediante esame radiografico e tomografia a risonanza magnetica. La valutazione statistica dei dati ottenuti dimostra che entrambi questi sistemi sono validi per
giungere ad un risultato affidabile, con l’unica differenza che la risonanza magnetica dà luogo a grandezze
angolari leggermente inferiori a quelle stimate con
l’esame radiografico nei soggetti con lussazione della
rotula di grado I. Verosimilmente, ciò è dovuto alla
maggiore precisione ottica offerta dalla risonanza, che
consente di individuare meglio i punti di repere. Poiché
nel ginocchio in flessione si registra una rotazione della
tibia verso l’interno con conseguente ampliamento
dell’angolo Q in direzione mediale, quando si procede a
misurare questo valore (tanto con esame radiografico
quanto con tomografia a risonanza magnetica), è indispensabile che il cane venga esattamente collocato nella
posizione I prevista per la valutazione della displasia
dell’anca, ossia con entrambi gli arti posteriori estesi.
17
Attualità ________________________________________________________________________________________
I risultati ottenuti dai soggetti non colpiti da lussazione congenita della rotula consentono di affermare che
nel cane in normali condizioni l’angolo Q presenta
un’ampiezza media di 10°. Nei soggetti che, a ginocchio
estenso, già presentano una deviazione assiale complessiva ed una tendenza della rotula a lussarsi, l’angolo Q
si accentua ulteriormente quando si flette l’articolazione
ed aumentano le spinte sulla rotula a lussarsi medialmente. Di conseguenza, man mano che la gravità della
lussazione in direzione mediale si accentua, si riscontra
un marcato ampliamento dell’angolo Q, qualunque sia il
criterio analitico utilizzato per calcolarlo.
L’incremento dell’angolo Q che si registra nei soggetti colpiti da rottura del legamento crociato anteriore è
causato dall’improvvisa mancanza di una resistenza che
si opponga alla rotazione della tibia verso l’interno.
Siccome l’osso viene ulteriormente ruotato verso l’interno quando il paziente viene collocato nella posizione I
per la valutazione della displasia dell’anca, ne consegue
che anche l’ampiezza dell’angolo Q si accentua in direzione mediale.
Per essere, dunque, in grado di interpretare al meglio i
risultati ottenuti dalla determinazione dell’angolo Q,
sarebbe opportuno esaminare lo stato dei legamenti crociati del ginocchio al momento della prima visita clinica. La rotula può lussarsi in direzione mediale in diretta
conseguenza della rottura del legamento crociato anteriore (De Angelis, 1971; Henschel et al., 1981; Robins,
1990). Si tratta di un fenomeno logico, dal momento che
l’ampliamento dell’angolo Q determinato dal cedimento
del legamento crociato induce, da parte sua, un aumento
delle forze tensive che si esercitano sul versante mediale
della rotula.
La determinazione del valore angolare Q, tuttavia,
non è sufficiente da sola per distinguere i differenti
livelli di gravità clinica di una lussazione congenita
della rotula, specialmente se la lesione è molto accentuata. Solo quando si è di fronte a lussazioni di II e III
grado si riscontrano incrementi di grandezze angolari
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statisticamente significativi rispetto ai valori propri di
un soggetto non portatore di lussazione. Questo esame
diagnostico complementare (sempre associato alla visita
clinica dell’animale) potrebbe essere utilizzato come
criterio obiettivo per escludere il soggetto dalla riproduzione in casi di lussazione congenita della rotula di I
grado. Analogamente, questo parametro può essere
preso in considerazione allorché si voglia programmare
un intervento chirurgico di riduzione della lussazione. In
ortopedia umana, Brown e coll. (1984) hanno proposto
la valutazione dell’angolo Q intraoperatoria negli interventi di riduzione delle lussazioni patellari.
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