verbale di riconsegna di computer portatile di proprieta` della

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verbale di riconsegna di computer portatile di proprieta` della
Comunicato Stampa
“3a Giornata dell’Economia: lo stato di salute dell’economia locale e
la sfida per lo sviluppo”
Camera di Commercio di Reggio Calabria, 9 maggio 2005
Lunedì 9 maggio 2005
Anche la Camera di Commercio di Reggio Calabria ha celebrato in in data
odierna la 3° Giornata dell'Economia, l’appuntamento annuale promosso da
Unioncamere Italiana per disegnare la mappa dello sviluppo delle province italiane,
realizzato in contemporanea da tutte le Camere di Commercio.
L'obiettivo che la Camera si è posto - ha sottolineato il Presidente Dattola - è
stato quello di far conoscere negli aspetti di dettaglio la mappa dello sviluppo
della realtà provinciale attraverso la grande massa di dati aggiornati ,molti anche
inediti,forniti dal”Rapporto sulla economia della provincia al 2004” e le tendenze
per l’anno in corso analizzate dal rapporto sulla “Congiuntura economica,
Consuntivo 2004 – Aspettative 2005”
Ma l’analisi dei dati ha offerto anche l’opportunità di proporre e condividere con
le Istituzioni, rappresentate dal Dott. Giovanni Rizzica, Vice Sindaco del Comune
di Reggio Calabria, Dott. Antonio Franco, Assessore alle Attività Produttive della
Provincia di Reggio Calabria, e il Dott. Giuseppe Fragomeni, Presidente dell’Asireg
di Reggio Calabria,il progetto di un nuovo modello di sviluppo ,frutto dell’indirizzo
politico degli organi di governo della Camera e degli studi approfonditi della sua
struttura ,che muovono da questa premessa :
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Negli ultimi anni - ha dichiarato Dattola - si registra un costante trend di
crescita di imprese che ha aumentato di molto la base imprenditoriale ( dalle
41.368 imprese del 2000 alle 49.934 di marzo 2005) ma gli indicatori strutturali
e congiunturali dell’economia provinciale permangono negativi.
Ci si è posti allora una domanda:Per creare uno sviluppo che inverta la situazione
e le tendenze in atto allora non basta creare imprese a 360° e cioè qualsiasi
impresa ?
Senza dimenticare che le imprese nascono ma non crescono ed alta è la loro
mortalità: a fronte di 100 imprese che nascono ogni anno circa 48 cessano
l’attività.
Un ricambio così forte che aggrava il problema della precarietà occupazionale
La risposta : da una parte , innovare in profondità il sistema di imprese
esistenti,favorendone lo sviluppo e l’aggregazione; dall’altra spostarne in avanti
l’asse culturale e tecnologico,attraverso la creazione di imprese innovative .
Un nuovo modello di sviluppo dunque per cogliere le opportunità della
globalizzazione, per essere competitivi a fronte dell’allargamento della UE e della
prospettiva 2010 dell’area euromediterranea di libero scambio.
Si tratta certamente di una sfida forte ma che è urgente affrontare – ha
concluso Dattola –muovendosi, oggi, subito lungo alcune direttrici per
trasformare quelle poche opportunità che abbiamo in occasioni concrete di
crescita e così far partire i primi segnali che vangano a contraddire le più
pessimistiche previsioni che confermano per il 2010 una provincia sempre
ancorata ad un “modello di sviluppo da costruire” cui è stata posizionata dal 2001.
Segnali per suscitare attenzione ed interesse verso il nostro territorio, che allo
stato non genera alcuna attrazione di investimenti esterni ma, al contrario, le
imprese locali oltre che i lavoratori e soprattutto i nostri giovani, cominciano
l’esodo, non delocalizzano.
Un nuovo modello di sviluppo per la cui realizzazione la Camera di Commercio si
pone come semplice apripista di un percorso progettuale, che coinvolgendo i tre
fronti della competitività (territorio, impresa, pubblica amministrazione) faccia
evolvere l’attuale modello di specializzazione della provincia attraverso massicce
dosi di qualità ,nel suo significato più ampio e che comprende il capitale umano,
l’innovazione di processo e di prodotto, l’ internazionalizzazione .
Un modello di sviluppo fondato su una massa critica di micro, piccole e medie
imprese da innovare e sturt-up innovative ,che coniuga creazione di imprese
nuove e sviluppo dell’innovazione -finanza e credito:due direttrici che si
integrano perché trasferire le innovazioni ed indirizzare la ricerca verso
risultati che siano utilizzabili dalle imprese esistenti,costituisce anche il punto di
partenza da cui avviare nuova imprenditorialità .
Centrale è il fondo rotativo di seed capital la cui missione è quella di diventare
volano dell’innovazione e dello sviluppo locale per supportare le idee innovative nel
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processo di sviluppo e finanziamento del piano di impresa e dare alle imprese
innovative uno strumento per sviluppare le proprie potenzialità.
Attraverso il fondo rotativo, che dispone ad oggi di una dotazione di 500.000,00
euro, la Camera di Commercio, e così gli altri soggetti che intenderanno aderirvi,
assumerà quote di partecipazione all’interno di progetti ed imprese nascenti ma
anche di imprese operanti da non più di tre anni, per importi mediante tra i
50.000 e i 100.000 euro ma potendosi spingere anche a 200.000,00 euro.
Resterà però una semplice elaborazione progettuale, forse brillante ma sempre
ipotesi, se alla sua realizzazione non dovesse concorrere quella collaborazione
interistituzionale che generi la “massa critica” per la più ampia e forte coesione
sociale, necessaria a cambiare concretamente le prospettive di sviluppo del
territorio.
“Nessun protagonismo della Camera di Commercio- ha tenuto a ribadire il
Presidente Dattola – perché siamo contro le logiche delle isole ,mentre siamo
grandi sostenitori di un fattivo protagonismo sistemico delle istituzioni locali,
premessa per la costruzione di un sistema territoriale che diventa competitivo
con il coinvolgimento delle forse sociali, dell’assaociazionismo economico, della
cooperazione sociale e del terso settore.”
La 3a Giornata dell’Economia è stata anche un’occasione di assoluta rilevanza
per l’immagine economica positiva di Reggio Calabria che nell’innovazione
riconosce un valore da condividere, potenziare e sostenere.
3 Sono tante le imprese di Reggio Calabria ,soprattutto di nuova generazione,
che hanno patrimonializzato cultura e strategia aziendale dell’innovazione e lo
dimostrano i casi di eccellenza protagonisti dei “Premi per l’innovazione
2004”,assegnati oggi alla Develpack s.r.l.di Catona (che opera nel settore della
progettazione e produzione di imballaggi) e alla Astril S.a.s di Villa S.Giovanni
(che opera nel settore chimico della produzione di detergenti ) ma che,
attraverso queste imprese, sono un riconoscimento alle tante imprese che
quotidianamente, in silenzio, affrontando le tante difficoltà del contesto
ambientale (sicurezza, credito e finanza, carenza di infrastrutture e di servizi
avanzati), investono e generano innovazione.
Quella delle imprese innovative è una realtà non sempre conosciuta nella
provincia di Reggio Calabria – ha continuato il Presidente della Camera di
Commercio, confermando l’impegno per un costante monitoraggio ed analisi
approfondita del fenomeno.
Ai “Premi per l’innovazione 2004” hanno concorso 7 imprese e tutte hanno
presentato iniziative meritevoli.
In relazione ai soli due premi previsti, la Giunta Camerale, su proposta
dell’apposita Commissione tecnica, ha dato priorità alle imprese che hanno
investito nelle innovazioni tecnicamente definite di tipo radicale (che consistono
in prodotti/servizi nuovi sia dal punto di vista del mercato, sia dal punto di vista
3
dell’azienda) riconoscendo comunque alle altre imprese concorrenti il valore di
vantaggio competitivo dell’investimento effettuato in innovazioni incrementali .
3 Riconoscimenti che trovano conferma al di là dei confini regionali e così a
Roma, la Develpack srl, nella persona dell’amministratore Antonio Palamara, in uno
scenario di videoconferenza che ha messo in rete tutte le 103 Camere di
Commercio italiane, è stata premiata dal Presidente del Senato On. Marcello
Pera e dal Presidente di Unioncamere On. Carlo Sangalli quale “Giovane impresa
innovativa”, essendo risultata vincitrice del premio nazionale nel settore servizi
perché azienda di recente costituzione (ultimi 5 anni),maggiormente orientata
all’innovazione radicale e che, al contempo, .ha saputo creare valore.
3 Un riconoscimento e visibilità nazionale anche alla progettualità e all’impegno
che la Camera di Commercio di Reggio Calabria da oltre un anno, dal “1 ° Forum
nazionale per la creazione di imprese innovative” in poi, va sostenendo ,attraverso
servizi ed investimenti, per accompagnare e supportare l’innovazione nel sistema
delle imprese esistenti e per promuovere e finanziare la creazione di “imprese
nuove”, sia tecnologicamente innovative che operanti nei nuovi bacini di impiego.
Così ,proprio oggi a Roma, in occasione della 16° edizione del FORUM PA
,dedicato al tema “la qualità che unisce la Pubblica Amministrazione “,nell’ambito
dell’iniziativa “Sfide 2005,dalla buona pratica alla buona amministrazione”,
promossa dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri ( Dipartimento per lo
sviluppo delle Economie Territoriali ), la Camera di Commercio di Reggio Calabria
è stata insignita del premio “Award 2005 per l’eccellenza”, assegnato per il
progetto “Fondo rotativo di seed capital per le nuove imprese innovative”,
essendo risultata tra le 13 pubbliche amministrazioni finaliste di “Sfide 2005,
azioni innovative per il marketing territoriale” e posizionata in testa per la
categoria “Marketing territoriale e il Mezzogiorno”.
I DATI
La struttura dell’economia.
Nel 2004 il sistema produttivo della provincia ha dimostrato una straordinaria
dinamicità e voglia di crescere, ma le imprese hanno dovuto confrontarsi con le
molte difficoltà che caratterizzano il mercato del lavoro e professionalità non
sempre adeguate, un sistema del credito che non risponde alle esigenze delle
imprese, basso contenuto di innovazione nei prodotti e nell’organizzazione e
chiusura verso i mercati internazionali; problematiche annose che alla lunga
rischiano di incrinare la fiducia delle stesse aziende e dei cittadini/consumatori.
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La crescita delle imprese
La mappa che il Presidente Dattola ha presentato è quella di un'economia ricca
di risorse sul piano imprenditoriale: l'apparato economico provinciale ha
continuato a svilupparsi facendo registrare, a livello di imprese, valori positivi
nel tasso di crescita delle strutture operative (+4,4% ) sensibilmente al di sopra
del dato medio nazionale (+1,53%). Il numero di imprese registrate presso il
Registro imprese della Camera di Commercio ha raggiunto ormai le 50.000 unità
(49.499 al 31/12/2004, n.d.r.).
Ma al 31 dicembre 2004 sono soltanto 43.233 le imprese attive e in buona
salute:
- attive, cioè le imprese che operano, che producono;
- in buona salute ,perché di anno in anno assumono una rilevanza sempre
crescente le imprese in liquidazione e in stato di fallimento:
nel solo 2004 sono state 287 le imprese entrate in liquidazione, 62 le imprese
dichiarate fallite, con un’incidenza pari al 0,70% del totale imprese.
Negli ultimi 5 anni,il saldo tra imprese nate e imprese cessate di anno in anno è in
aumento ed il numero delle imprese è passato da 41.368 (2000) a 49.934 (marzo
2005),ma è da rilevare anche l’alta mortalità:: a fronte di 100 imprese che
nascono ogni anno circa 50 cessano l’attività. Altro dato allarmante: oltre il 22%
delle imprese che hanno cessano l’attività non ha più di 3 anni di vita.
Il nostro sistema imprenditoriale è attraversato dunque da una mortalità ed un
ricambio così forti da aggravare il problema della precarietà occupazionale e che
peraltro confermano sempre la provincia come la Calabria agli ultimi posti per
densità imprenditoriale, cioè il rapporto tra imprese registrate e popolazione
residente.
Ma, soprattutto, ha visto la prosecuzione di quei processi di trasformazione delle
imprese verso modelli di impresa più strutturati (crescono soprattutto le società
di capitali ,+7,75%), in crescita sia pure timidamente verso logiche di rete o di
raggruppamenti di imprese, capaci di consentire un allargamento della propria
dimensione strategica: sono 131 le imprese interessate al fenomeno dei gruppi di
cui 30 capogruppo ,per un totale di 49 gruppi. Tra il 2000 ed il 2002, il numero
dei gruppi di impresa è costante (49), ma è cresciuto il numero di imprese che
operano in gruppo (+11%).
E’ sicuramente più significativo il risultato prodotto in termini di occupati e di
valore aggiunto dai gruppi d’impresa; nell’anno 2002 gli addetti infatti sono
3.472, con un incremento del 90,7% rispetto all’anno 2000 e rappresentano 5,4%
del totale addetti della provincia. Il valore aggiunto prodotto è pari a 187 milioni
di euro ed ha registrato un incremento del 121,8% rispetto al 2000; l’incidenza
percentuale del valore aggiunto dei gruppi sul totale del valore aggiunto della
provincia è pari al 2,8%.
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Dunque i dati esposti evidenziano che anche nella provincia di Reggio Calabria il
modello organizzativo dei gruppi è un modello che consente alle imprese di
superare le problematiche legate alla piccola e micro dimensione e che comincia
ad avere importanti riflessi sulla ricchezza de territorio; tuttavia il fenomeno
appare ancora limitato, se si considera che il numero di imprese in gruppo
rappresenta lo 0,28% del totale, contro un dato medio nazionale del 3,3%
Né è mancata alle imprese nuova linfa: quasi 69 neo-imprenditori su 100 sono
rappresentati da giovani al di sotto di 35 anni.
Il 72% delle imprese che nascono annualmente sono nuove iniziative
imprenditoriali,quindi distinte dalle imprese che nascono per effetto
di
trasformazioni,scorpori,cessioni ,fusioni ,ecc..
Si conferma la composizione settoriale mentre gli incrementi più consistenti nel
2004 si rilevano nel settore dei servizi (attività immobiliari, noleggio,
informatica e ricerca) con un +7,02 %:
• Il commercio mantiene un ruolo forte raggruppando il 39,14% del totale
imprese, è soprattutto commercio al dettaglio e di piccole dimensioni .
Senza dimenticare che alla tenuta del comparto
hanno contribuito gli
imprenditori immigrati.
Negli ultimi anni è venuto assumendo crescente rilievo l’insediarsi anche sul
territorio reggino di attività economiche gestite da titolari immigrati
,provenienti per lo più dal Nord-Africa e dalla Cina: si passa infatti da 743
imprenditori nel 2000 a 1.877 nel 2004, con una variazione pari a +153%.
•
•
Il manifatturiero con il modesto
12,37% si concentra nelle attività
tradizionali
Le imprese del settore turistico, che per l’economia provinciale potrebbe
rappresentare un settore strategico, rappresentano solo il 3,58% del totale
imprese.
Il PIL e l’occupazione
Il prodotto interno lordo della provincia di Reggio Calabria nel 2003 è stato pari
a 8.054,2 milioni di euro (+ 49,18 % rispetto al 1995=5.399,1 milioni di euro),
valore che ha contribuito per il 30,22% alla formazione del PIL regionale.
L’82,2 % della ricchezza provinciale è prodotta nel comparto dei servizi, mentre
il settore agricolo riduce il proprio peso al 5,5% del PIL provinciale.
L’industria con 996 milioni di euro contribuisce al valore aggiunto provinciale solo
in misura pari al 12,4%. (Le costruzioni rappresentano il 5,7% del PIL
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provinciale, mentre l’industria in senso stretto il 6,7%). Nella graduatoria
nazionale Reggio Calabria rappresenta l’ultima provincia italiana per peso
percentuale del PIL dell’industria sul totale.
Nel 2004 il numero di occupati nella provincia è pari a 170.00 unità, a fronte di
211.000 forze di lavoro.
Dall’analisi dell’occupazione nell’anno 2004, ripartita tra i differenti settori di
attività economica, emerge che nella provincia il settore dei servizi riguarda
oltre il 70% degli occupati e tale valore è superiore al corrispondente dato
regionale e nazionale (rispettivamente 69% e 64,9%). E’ contenuta invece
l’occupazione nel settore manifatturiero (18% rispetto al 19% in Calabria e
30,7% a livello Italia), mentre l’agricoltura contribuisce all’11,2% del totale
dell’occupazione ed il dato è rilevante se confrontato al dato medio nazionale,
pari al 4,4%.
Nell’anno 2004: Reggio Calabria si caratterizza per un tasso di attività pari al
56,4%, superiore al dato medio regionale (53,7%) ma inferiore alla media Italia
(62,5%). Poco incoraggiante il tasso di occupazione corrisponde al 45,5% nella
provincia di Reggio Calabria, 46% in Calabria, 57,4% in Italia. I tassi di
disoccupazione invece corrispondono 19,2% in provincia, 14,3 % in Calabria e 8%
in Italia
Una corretta valutazione sull’andamento del mercato del lavoro in provincia
nell’anno 2004 è resa difficoltosa dalla variazione nelle metodologie di
rilevazione delle forze di lavoro adottate a partire da gennaio 2004 da parte
dell’Istat; tuttavia sul fronte dell’occupazione si rileva una preoccupante
riduzione delle persone in cerca di occupazione, riconducibile essenzialmente a
fenomeni di scoraggiamento, per lo più nelle fasce più deboli dei giovani e delle
donne. Diminuisce dunque il tasso di disoccupazione ma non perché diminuiscono i
disoccupati, quanto le forze di lavoro perché i senza lavoro e soprattutto i
giovani non credono, non hanno fiducia nelle opportunità di lavoro da inseguire
secondo i canali tradizionali dei concorsi e delle agenzie per l’impiego ,stanno
perdendo il gusto di organizzare il proprio futuro e la sola alternativa è la fuga
dalla Calabria.
Alcuni interessanti spunti di riflessione possono essere tratti dal confronto
della dinamica occupazionale con quella del valore aggiunto provinciale, al fine di
offrire una chiave interpretativa, oltre che quantitativa, anche qualitativa dei
processi in atto nell’economia reggina.
Il raffronto dell’andamento occupazionale, con quello del valore aggiunto
provinciale nel periodo 1995-2003, complessivamente pone in luce un modello di
sviluppo che inizialmente e ad esclusione del biennio compreso tra il 1999 ed il
2000, sembra seguire lo stesso percorso di crescita: ad una espansione del Pil, si
associa una espansione occupazionale anche se in misura più contenuta. A partire
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dal nuovo millennio si assiste ad un andamento “a forbice”: ad un incremento del
Pil corrisponde una variazione decisamente più lieve dell’occupazione che, nel
corso dell’ultimo anno esaminato (2003), registra una contrazione.
Il credito
Il denaro continua ad avere il costo più elevato d’Italia :il tasso di interesse
viene registrato pari all’8,21 %.
Delle somme raccolte dal sistema bancario nella provincia di Reggio Calabria, ben
2.030 milioni di euro sono stati utilizzati in altre regioni.
L’indice di produttività che misura la capacità degli sportelli di “impiegare il
denaro” pari a 0,73, è sensibilmente inferiore al dato medio nazionale (pari a 1).
Le infrastrutture
L'indicatore generale del grado di infrastrutturazione nella provincia di Reggio
Calabria è pari complessivamente a 99,7 nel 2004 rispetto al dato Italia = 100:
un dato quantitativo cui contribuisce in misura notevole la categoria dei porti
(236,9 nel 2004 e 289,7 nel 1999), mentre la situazione più problematica si
registra per la categoria degli impianti e reti energetiche (49,9 nel 2004) e per
le strutture culturali e ricreative (33,3 nel 2004).
Carenti le reti per la telefonia e la telematica .
L’internazionalizzazione
Bassa è la propensione all’export (il tasso di apertura1 è pari a 3,7% contro una
media Italia del 43,3% n.d.r.):137 milioni di euro il valore esportato.
Il saldo della bilancia commerciale si conferma negativo registrando un valore
pari a -47 milioni di euro.
La scarsa apertura della provincia verso i mercati internazionali si evidenzia
anche dal rapporto esportazioni/valore aggiunto che dovrebbe assestarsi nel
periodo 2004-2006 a 1,5 contro un dato relativo al sud Italia del 11,3%.
L’nnovazione
Nell’attuale scenario internazionale i processi d’innovazione hanno assunto un
ruolo determinante nel conferimento di capacità competitiva. L’Italia risulta agli
ultimi posti nell’Unione europea per capacità innovativa ed in tale contesto anche
la Regione Calabria e più in particolare la provincia di Reggio Calabria non ha
ancora raggiunto un livello adeguato di innovazione per poter affrontare un
mercato ormai globalizzato.
L’indice di innovazione elaborato dagli economisti dell’OCSE, registra per la
Calabria, spese informatiche in diminuzione(-4%), posizionandola al di sotto
1
Il tasso di apertura è dato dal rapporto tra la somma delle importazioni e delle esportazioni ed il PIL totale ottenuto
(espresso in termini percentuali).
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dell’indice medio nazionale di innovazione che, peraltro, è rilevato inferiore alla
media UE.
Nel 2004, le esportazioni di prodotti specializzati ed high tech della provincia di
Reggio Calabria incidono solo per il 13,6% sulle pur contenute esportazioni totali
della provincia. Sono i prodotti tradizionali e standard, invece, ad avere un ruolo
di rilievo nelle esportazioni reggine (69%).
Un approfondimento curato dalla Camera di Commercio sulle imprese dei settori
cosiddetti “innovativi” della provincia di Reggio Calabria che hanno introdotto
misure volte all’innovazione di prodotto, di processo o di tipo organizzativogestionale ha mostrato interessanti risultati. Di fatto, in provincia di Reggio
Calabria quasi la metà delle imprese dei settori innovativi ha introdotto misure
volte all’innovazione almeno una volta (46,5%), un risultato importante che deve
essere costante nel tempo. E’ necessario, infatti, che le imprese locali continuino
a favorire gli investimenti, in quanto ad una competizione sul prezzo che sta
diventando iper-aggressiva bisogna rispondere con prodotti di qualità sempre più
elevata che, a loro volta, vengano ottenuti con processi sempre più efficienti.
Ecco che la strategia da seguire per il successo di questo gruppo di imprese e non
solo, è continuare su questa strada con lo sviluppo dell’innovazione sia di processo
che di prodotto. Se però, rapportiamo il grado di innovazione al dato-brevetti, il
quadro peggiora: nella provincia di Reggio Calabria, solo il 9% degli imprenditori
ha dichiarato di ricorrere ai brevetti per proteggere le innovazioni, il 12% ritiene
la protezione dei brevetti poco significativa, mentre il 76% dichiara che il tipo di
attività svolta non necessita di una tale forma di protezione.
Una criticità che ha fondamentalmente le seguenti cause:
-poca conoscenza dell’iter burocratico,
-bassa protezione rispetto alla concorrenza del brevetto italiano,
-alto costo del brevetto europeo e mondiale,
-caratteristiche dell’innovazione realizzata dalle nostre imprese che spesso è di
tipo incrementale e non formalizzata.
Anche se migliorano i segnali sulla propensione all’innovazione, sono pochi gli
investimenti in Know how, a fronte dell’aumento della competizione, e questi non
si sono tradotti in innovazione di prodotto percepita dal mercato.
La bassa la propensione all’innovazione è aggravata da un sistema economico che
si avviluppa :
3 le micro e piccole imprese reggine non hanno autonome capacità di risorse per
innovarsi e domandano lavoro di bassa/media professionalità
3le medie e alte professionalità restano disoccupate o vanno altrove
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3 non esiste un mercato di servizi avanzati per le imprese né crescono le alte
professionalità per le imprese; queste d’altra parte non domandato questi servizi
e queste professionalità.
La congiuntura
Anche lo scenario congiunturale riferito ai principali indicatori strutturali al
2008, inquadra una provincia al rallentatore che non riesce a recuperare il
divario non solo rispetto al Paese ma neppure rispetto al Mezzogiorno.
Per ciò che concerne l’andamento delle esportazioni, si prevede un tasso medio
annuo di crescita pari a +1,2% a fronte di un dato medio regionale pari a +4,8% e
di un dato riferito all’intero mezzogiorno pari a +4,6%. Il valore aggiunto
crescerà in misura pari a +1,1 % contro dati regionali pari a +1,4% e un
incremento per il mezzogiorno pari a +1,5%. La scarsa apertura della provincia
verso i mercati internazionali si evidenzia anche dal rapporto
esportazioni/valore aggiunto che dovrebbe assestarsi nel periodo 2005-2008 a
1,8 contro un dato relativo al sud Italia del 11,7%. I valori medi pro-capite del
valore aggiunto dovrebbero essere in linea con i corrispettivi dati regionali e
generalmente al di sotto del dato che interessa l’intero Mezzogiorno. Le
previsioni riguardanti l’occupazione mostrano invece una provincia allineata al
resto del sud Italia, con un tasso di disoccupazione previsto pari a 14,8% a
fronte di un dato medio regionale del 12,9% e del Mezzogiorno pari a 14,3%. Il
tasso di disoccupazione medio in Italia, però, sarà pari al 7,4%.
LA SFIDA PER UNO SVILUPPO COMPIUTO
La Camera di Commercio propone un nuovo modello di sviluppo
Il progetto che la Camera di Commercio propone è un percorso per lo sviluppo di
un sistema competitivo fondato sull’innovazione, che segna alla partenza le
seguenti forti criticità:
1) Micro dimensioni aziendali a fronte delle quali è strategico sostenere lo
sviluppo della media impresa, perché in grado di guidare e rafforzare il sistema
di micro e piccole imprese, e la formazione di gruppi, di organizzazioni consortili,
di accordi di varia natura, finalizzati soprattutto alla gestione dei processi di
internazionalizzazione.
2) Un contesto territoriale non favorevole per le imprese localizzate né
attrattivo per nuovi insediamenti.
Occorre prendere atto che la competizione oggi non investe esclusivamente le
imprese, bensì è competizione tra sistemi organizzati. Di conseguenza, la
competizione diventa la diversa capacità del sistema locale di combinare ed
organizzare le opportunità economiche, le risorse, gli attori.
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A tal proposito, i rapporti di analisi economica curati dall’Osservatorio della
Camera di Commercio possono diventare strumento di riflessione, analisi e
confronto comune da parte di tutti gli attori dello sviluppo sui punti di forza e le
criticità, fino ad evolversi a “Forum dell’economia” e cioè luogo di confronto e di
raccordo tra una pluralità di soggetti istituzionali, associativi, scientifici.
3) Bassa immissione di sapere in particolare scientifico e tecnologico nei
processi aziendali
Se la conoscenza è una risorsa strategica, è di importanza economica strategica
mettere a sistema le infrastrutture del sapere, cominciando dalle Università,
realizzare un network tra i centri di ricerca, le istituzioni, le imprese, la finanza
e il credito, per la diffusione del sapere e dell’innovazione; raccordare le sedi
dello sviluppo teorico e le imprese per il trasferimento delle tecnologie.
Il comportamento delle imprese rappresenta certo una condizione necessaria ma
non è sufficiente per lo sviluppo dell’economia locale; compete alle istituzioni
accompagnare lo sviluppo e ciò deve essere fatto generando fiducia, misurandosi
sull’efficienza, efficacia e redditività e producendo “valore” nelle attività e nei
servizi.
4) Finanza aziendale legata al forte contributo del prestito bancario.
Si parla di “sinapsi virtuosa” nelle relazioni tra sistema del credito e sistema
delle PMI come vantaggio competitivo fondamentale per favorire i processi di
innovazione e di affermazione delle imprese sui mercati.
Parlare di finanza e credito in provincia di Reggio Calabria significa parlare della
principale criticità del sistema imprenditoriale, che influenza non solo e non
tanto l’aspetto dimensionale (micro e piccole imprese che impedite ad investire
non crescono e non si sviluppano) ma anche la propensione all’innovazione e alla
internazionalizzazione.
Il quadro delle relazioni, i gestori del credito e della finanza e il sistema
imprenditoriale nel suo complesso peggiora se si parla di “nuove imprese”.
E proprio nei settori prioritari contemplati dalla Carta europea per le piccole
imprese (accesso al finanziamento, consulenza, innovazione e trasferimento di
tecnologia) le istituzioni sono chiamate ad impegnarsi generando fiducia nel
misurarsi sulla efficienza, efficacia e redditività e producendo “valore”.
Il modello di sviluppo economico della provincia ha bisogno di evolvere seguendo
due direttrici:
1. innovare in profondità il sistema di imprese esistenti attivando il
trasferimento tecnologico ed interventi di ricerca applicata
2. integrarlo e spostarne in avanti l’asse culturale e tecnologico, per mezzo della
creazione di imprese innovative.
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Un nuovo modello di sviluppo che coinvolgendo i tre fronti della competitività
(territorio, impresa, pubblica amministrazione) faccia evolvere l’attuale modello
di specializzazione della provincia attraverso massicce dosi di qualità ,nel suo
significato più ampio e che comprende il capitale umano, l’ innovazione di
processo e di prodotto, l ’ internazionalizzazione .
COINVOLGERE
¾L’impresa come motore dello sviluppo
¾Il territorio e le istituzioni perché la competitività delle imprese deve
ritrovarsi anche al di là dei cancelli delle fabbriche.
In una progettualità di sviluppo forte, che sia il frutto di un impegno collettivo
e partecipato delle istituzioni e dei diversi soggetti delle comunità locali, il
territorio diventa il centro gravitazionale per il sistema di piccole e micro
imprese, mentre le imprese rappresentano appunto il motore dello sviluppo. Il
ricentrarsi sul territorio dei processi produttivi valorizza e accresce importanza
della local governance e quindi il coinvolgimento dei partner economici, sociali e
istituzionali nei processi decisionali.
In questo percorso che vuole innovare le imprese e creare imprese innovative,
occorrerà sostenere la fase di start up delle nuove imprese attivando il
trasferimento tecnologico ed interventi di ricerca applicata.
Coniugare,quindi, sviluppo dell’innovazione – creazione di nuove imprese –
strumenti di finanza e credito.
Sviluppo dell‘innovazione
La strategia del progetto/percorso è quella di stimolare e rafforzare la capacità
innovativa delle PMI, nonché di sviluppare e radicare sul territorio forme stabili
di relazione tra sistemi di produzione delle conoscenze scientifiche e
tecnologiche e tessuto produttivo.
Il progetto si articola in tre aree di operatività: trasferimento dell’innovazione
tramite l’incontro della domanda e dell’offerta, trasferimento di Best Practices,
sperimentazione sul campo, (sono due i casi di sperimentazione sul campo: il
primo nel settore delle biotecnologie in agricoltura - attraverso un partenariato
internazionale che coinvolgerà la Facoltà di Agraria di Reggio Calabria; il
secondo è quello del biomedicale - attraverso un partenariato nazionale con le
Camere di Commercio di Roma e di Pisa, che coinvolgerà centri di ricerca dei
rispettivi territori).
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Qualità del capitale umano
Non si può pensare di promuovere e fare innovazione senza investire sul capitale
umano in termini di formazione e valorizzazione professionale e crescita di nuove
professionalità.
Il sistema della formazione nel suo complesso dovrà pertanto agire in coerenza
con la domanda delle imprese innovative e delle imprese che investono in
innovazione.
Si tratta di evitare quanto oggi emerge dal Sistema Informativo Excelsior sulla
domanda di lavoro che non trova corrispondenza nell’offerta del mercato di
lavoro perché le professionalità di cui le imprese necessitano non posseggono i
titoli di studio o le specializzazioni post- diploma/ laurea richiesti ovvero
necessitano di specifica formazione ritenuta propedeutica all’assunzione.
Per rispondere alle esigenze di alta professionalizzazione richiesta dalle aziende
è necessaria dunque una stretta correlazione tra le linee di programmazione
dell’offerta formativa regionale, l’analisi dei fabbisogni e le dinamiche di sviluppo
locali.
La creazione di nuove imprese innovative
Per far evolvere il proprio modello di specializzazione, la provincia di Reggio
Calabria ha bisogno non solo di innovare in profondità il sistema di imprese
esistenti favorendone anche l’aggregazione, ma anche di creare imprese nuove.
⇒ aziende tecnologicamente innovative, con maggiori capacità di crescere e
svilupparsi sul mercato, con una più elevata immissione di sapere scientifico e
tecnologico nei processi aziendali grazie ad un maggior raccordo con il mondo
della ricerca
⇒ aziende operanti nei nuovi bacini di impiego, e questo richiama il grande ruolo
dell’orientamento al lavoro e alla formazione di figure con competenze elevate
sul versante tecnologico per permettere lo sviluppo di relazioni stabili con i
centri di ricerca e favorire così la diffusione di innovazioni.
Gli strumenti:
Il fondo rotativo di seed capital
La Camera di Commercio lancia un progetto altamente innovativo per offrire alle
nuove imprese strumenti finanziari in grado di supportare la fase di start
up,destinando risorse per 500.000,00 euro,in un momento particolare quando il
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sistema bancario locale,che già comincia a pensare a Basilea 2,rende difficoltoso
se non inaccessibile il ricorso al credito ordinario.
E sono soprattutto le nuove imprese innovative (cioè quelle basate sulla
conoscenza, provenienti dalle Università e dalla ricerca, o fondate da
imprenditori con un know how tecnologico originale) che incontrano grandi
difficoltà nel finanziare la fase iniziale,perché non hanno garanzie da offrire
che non siano quelle del talento delle persone, della tecnologia e della qualità del
proprio progetto imprenditoriale.
E’ un
tipico finanziamento del capitale di rischio:un mercato(fondi di
investimento, venture capital) assente in Calabria ma anche a livello nazionale ed
europeo si mostra non interessato a intervenire nelle primissime fasi di vita
delle imprese e che quindi lascia totalmente scoperto il fabbisogno finanziario
delle start up innovative.
Per questo la Camera di Commercio e le istituzioni pubbliche in generale sono
chiamate ,in funzione di sussidiarietà, a colmare un vuoto del settore finanzacredito che in sede comunitaria viene definito “fallimento del mercato” per la
mancanza di investitori privati e per le condizioni di difficoltà o eccessiva
onerosità ( la U.E. ritiene giustificato l’intervento pubblico purchè inferiore a
500.000,00 euro).
Prima di investire sul business il Fondo investe nel background del management,
cioè nelle sue capacità ed esperienze, nella sua coesione e motivazione (in
termini se ed in quanto sia in grado di raggiungere gli obiettivi aziendali
prefissati).
Il fondo rotativo finanzia le imprese innovative, tipicamente come seed investor
(investimento nella fase di sperimentazione – di semina- dell’idea innovativa),
quando è ancora da dimostrare la validità tecnica del prodotto/servizio.
Finanzia i settori dell’ICT (Information Communication Technology), dell’high
tech (alta tecnologia) ma anche della net economy
La leva finanziaria è decisiva per fare nascere nuove imprese innovative, ma
certamente non può essere la sola; sono altresì importanti interventi di
accompagnamento come il progetto di tutoraggio.
Tutoraggio per la creazione di imprese innovative
Completa il progetto un intervento di tutoraggio per la creazione di imprese
innovative, che coinvolge le Università ed è destinato a supportare, attraverso
adeguate professionalità, la fase di implementazione tecnica ed economicofinanziaria di idee innovative in progetti di impresa: dall’idea innovativa, al
progetto di impresa, al suo finanziamento attraverso il fondo.
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La Camera di Commercio attraverso questo progetto vuole offrire una
testimonianza del fare, senza alcuna esclusività di ruolo se non quello di fungere
da apripista di un nuovo fronte di impegno istituzionale, per un patto di nuovo
sviluppo a livello provinciale.
Un patto, quello proposto dalla Camera di Commercio, che attualizza il principio
costituzionale della sussidiarietà, che non esclude ma è la premessa per la più
ampia concertazione tra tutti i soggetti pubblici e privati, e così
l’associazionismo economico, il settore del no profit nonchè le forze sociali,
aventi comunque responsabilità per lo sviluppo del territorio.
Le micro e piccole imprese reggine ,ma direi di tutta la Calabria - hanno bisogno
di una politica e di azioni adeguate che possano migliorare e sostenere la loro
competitività.
La cultura finanziaria del debito occorre che si trasformi in cultura finanziaria
dello sviluppo.
RIF. SEGRETERIA ORGANIZZATIVA:
Camera di Commercio di Reggio Calabria
Servizi per lo sviluppo delle imprese: Giulia Megna, Loredana Ierace,
Francesco Pratticò
Tel.: 0965 384233-255-229, Fax: 0965 332373
e-mail: [email protected]
Segreteria Presidenza - tel. 0965 384226, fax: 0965 28680
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